Una vittoria per il movimento comunista e proletario: scarcerati i compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel

Rapporti Sociali 34 - gennaio 2004   (versione Open Office / versione MSWord)

 

Venerdì 19 dicembre il Tribunale del riesame di Parigi ha deciso la scarcerazione dei compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel della Commissione Preparatoria (CP) per la preparazione del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano, rinchiusi nelle carceri francesi dal 23 giugno 2003.

Dopo 6 mesi di carcerazione preventiva e di continue provocazioni e soprusi operati dalle Autorità francesi per conto delle Autorità italiane, l'operazione di persecuzione dei compagni e di attacco al lavoro per la ricostruzione del nuovo partito comunista italiano ha subito una prima sonora sconfitta. L'operazione congiunta, avviata il 23 giugno, diretta dalle Autorità italiane con il coinvolgimento delle polizie di Italia, Francia e Svizzera, con le varie macchinazioni e campagne stampa messe in moto da polizia, magistratura e servizi segreti ha via via chiarito quale era l'obiettivo principale: contrastare e attaccare il lavoro condotto dalla CP, dai CARC e da altre forze per la ricostruzione di un nuovo e vero partito comunista italiano; attaccare, in particolare, il lavoro della CP che fin dalla sua costituzione (1999) ha espresso un piano teorico e pratico per la ricostruzione di un vero partito comunista in Italia (il piano in due punti: 1. elaborazione del programma e 2. costituzione ovunque di Comitati clandestini che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione del (n)Pci: le sue tesi e posizioni sono ampiamente illustrate nella sua rivista trimestrale La Voce e nel suo sito Internet www.lavoce.freehomepage.com *[oggi, novembre 2017, il sito è www.nuovopci.it, ndr]).

La fiera resistenza dei compagni arrestati, la mobilitazione sviluppata in Francia e in Italia per denunciare l'operazione di persecuzione e i suoi obiettivi, lo sviluppo di un diffuso e variegato movimento di solidarietà verso i compagni colpiti, la continuazione delle attività della CP, testimoniata anche dall'uscita dell'ultimo numero de La Voce (novembre 2003), la resistenza dei CARC e delle altre forze coinvolte hanno dato un importante segnale alla borghesia: l'operazione non ha sortito i risultati sperati, non è riuscita a bloccare e disperdere il lavoro della CP, a creare terra bruciata intorno ai compagni colpiti, ha innescato un processo per la costruzione di un fronte comune contro la repressione e per la solidarietà proletaria.

La mobilitazione sviluppata in questi mesi contro l'arresto dei compagni della CP, contro gli arresti e la persecuzione dei compagni comunisti, anarchici, del movimento contro la globalizzazione imperialista, contro la persecuzione degli immigrati arabi e islamici, contro la guerra imperialista ha dato un chiaro segnale ai fautori di destra e di "sinistra" della "guerra santa" contro il "terrorismo nazionale e internazionale": i veri terroristi sono la banda di parassiti che dirigono e difendono con ogni mezzo la società che procura loro ogni genere di privilegi, ricchezza e piacere sul sangue e sulla pelle di miliardi di uomini e donne. Ha concretamente dimostrato che la repressione e le persecuzioni della borghesia si combattono sviluppando un vasto fronte unitario e di  classe, un fronte che contrappone gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari a quelli della borghesia e del suo governo, che non sono sufficienti le leggi speciali, il carcere, le campagne stampa e le intimidazioni a fermare la giusta e sacrosanta lotta dei lavoratori e delle masse per difendere i loro interessi e per costruire un "nuovo mondo migliore", che è il socialismo: l'unico sistema confacente con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

Salutiamo con gioia l'uscita dal carcere dei compagni, che avviene in un giorno particolare per la lotta dei lavoratori del nostro paese: i lavoratori autoferrotranvieri stanno scioperando in tutta Italia, in barba a tutti i lacci e laccioli messi in atto dai governi di destra e di sinistra contro il diritto di sciopero. Questi lavoratori dimostrano concretamente come la classe operaia non si fa intimidire e legare le mani dalla borghesia, continuando la gloriosa esperienza della classe operaia del nostro paese. Una classe che ha saputo organizzarsi e scioperare anche sotto il fascismo (ricordiamo lo sciopero degli operai delle fabbriche del marzo 1943). Gli scioperi del marzo 1943 e l'attività del vecchio PCI clandestino, hanno preparato il terreno per la fine del fascismo, così lo sciopero e la lotta dei lavoratori e delle masse popolari sta mandando alla rottamazione la banda di reazionari, fascisti, razzisti e affaristi che si è riunita intorno a Berlusconi.

Salutiamo con gioia e affetto la libertà dei compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel!

Ringraziamo tutte le organizzazioni, tutti i compagni, gli avvocati e i sinceri democratici che hanno contribuito a raggiungere questo importante risultato!

Continuiamo la battaglia per lo sviluppo della solidarietà, senza se e senza ma, verso tutti i compagni colpiti dalla borghesia!

 

Utilizziamo questo risultato per avanzare nella costruzione del nuovo partito comunista e per la rinascita del movimento comunista!

Solidarietà con i lavoratori in lotta!

W il (n)Pci!

 

***** Manchette

Comunicato ASP del 22 dicembre 2003

 

Le autorità francesi sottopongono, per conto delle autorità italiane, i compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel della CP del (n)Pci a pesanti restrizioni!

 

(...) [i compagni G. Maj e G. Czeppel] dopo 6 mesi di carcerazione, sono stati posti in libertà provvisoria dalla Chambre d'Instruction di Parigi e sottoposti a pesanti restrizioni delle loro libertà: 1. limitazione negli spostamenti: non possono allontanarsi dalle zone di dimora, ad es. G. Maj che risiede in un comune della periferia, non può recarsi a Parigi (ad es. per l'acquisto dei giornali italiani), 2. divieto di avere contatti diretti o indiretti (posta, telefono, ecc.) tra di loro, 3. i documenti personali sono stati trattenuti dal giudice, 4. obbligo di firma settimanale presso la polizia, 5. obbligo di risiedere presso i garanti.

Queste pesanti limitazioni e l'atteggiamento persecutorio e intimidatorio tenuto in questi mesi dalle Autorità francesi (giudice Thiel, autorità carcerarie) per conto delle Autorità italiane, con le limitazioni nei colloqui, il blocco della corrispondenza e della  stampa, i continui cambi di cella e, in ultimo, persino il blocco dei colloqui con i familiari, testimoniano che la battaglia non è finita, che non è escluso che le Autorità italiane (giudici di Napoli, Bologna e Roma, polizia politica, ministero dell'Interno), con la complicità del giudice Thiel, possano imbastire altre macchinazioni per riportare i compagni in carcere (richiesta di arresto per altre inchieste, nuove e più pesanti imputazioni), proseguendo nell'opera di confusione e intossicazione fatta in questi anni, cercando di "collegare" l'attività di costruzione del (n)Pci ad attentati, al "terrorismo", ecc.

In Italia rimangono ancora aperte a carico dei compagni della CP, dei CARC e di altri compagni almeno altre 4 inchieste che hanno come obiettivo la persecuzione di quanti, a torto o a ragione, vengono accusati di lavorare alla ricostruzione del partito comunista: Roma (aperta a dicembre 2001, dopo l'archiviazione della precedente del 1999), Napoli (aperta il ?), Bologna (aperta il ?), Trani (aperta il ?). Queste sono le inchieste a nostra conoscenza, visto che è in vigore la legge, approvata nel 2001 dal governo di Centro-sinistra, che dà mano libera a polizia politica, magistratura nel fare indagini e intercettazioni in modo segreto e arbitrario.

Continuiamo la mobilitazione per denunciare le operazioni di persecuzione dei comunisti, degli anarchici, del movimento contro la globalizzazione, degli immigrati arabi e islamici e dei lavoratori che lottano in difesa delle loro conquiste e contro il sistema capitalista.

Smascheriamo il carattere reazionario e guerrafondaio del governo Berlusconi. Denunciamo tra i lavoratori e tra le masse gli apparati palesi e occulti che la borghesia mette in atto per reprimere le masse popolari e le loro avanguardie di lotta.

Solidarietà con i lavoratori autoferrotranvieri in lotta, sottoposti ad una serie di intimidazioni e alla precettazione.

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