Gli imperialisti e i reazionari devono deformare la realtà per confondere e intossicare i lavoratori e le masse popolari!

Rapporti Sociali 34 - gennaio 2004   (versione Open Office / versione MSWord)

 

Segreteria Nazionale CARC (Estratti dal comunicato 7 luglio 2003)

 

Anche nell’operazione repressiva del 23 giugno (arresti a Parigi del compagno Giuseppe Maj, fondatore ed ex segretario nazionale dei Carc, dal 1999 membro della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano (CP), del compagno Giuseppe Czeppel e della compagna Caterine Bastard; perquisizioni in diverse città italiane, in Svizzera e a Parigi e inquisizione per associazione sovversiva di diversi compagni (art. 270 bis c.p.)), agenzie stampa e giornalisti compiacenti e amanti della falsificazione e dell’informazione faziosa, scandalistica e morbosa alla Bruno Vespa si sono lanciati come avvoltoi per sostenere l’operazione e i suoi promotori (gli apparati palesi e occulti della borghesia: magistrati, polizia politica, carabinieri, servizi segreti), per denigrare i compagni, presentandoli all’opinione pubblica come “terroristi”, seguendo la strada praticata dai nazi-fascisti durante il ventennio fascista e durante la Resistenza: i comunisti e gli altri oppositori venivano definiti dalla propaganda di regime “banditi e terroristi”.

I borghesi e i reazionari di ieri e di oggi tentano in tutti i modi di terrorizzare le masse e di ostacolare il legame dei comunisti e degli antimperialisti con i lavoratori e le masse. In questa sporca operazione che vede destra e “sinistra” unite, le poche voci che accennano appena a non voler far parte del coro, vengono subito emarginate e attaccate finché non si schierano apertamente e senza riserve a favore della nuova “guerra santa”, la guerra contro il “terrorismo nazionale e internazionale”. Se dovessimo dare un giudizio sulle centinaia di articoli e agenzia stampa che sono circolati in questi giorni, come di quelli circolati in altre occasioni (inchiesta 19 ottobre 1999, inchieste contro Geri, contro Iniziativa Comunista, contro gli immigrati per “terrorismo islamico”, ecc.), solo uno o due sono stati quelli che sono stati fabbricati senza la miscela preparata dagli apparati sopra richiamati. Infatti accennavano a qualche distinguo, parlavano dell’esistenza di altre inchieste simili che erano state archiviate, non partecipavano attivamente all’operazione di confusione sulla natura, analisi, linee e obiettivi delle diverse organizzazioni, non facevano confusione tra i CARC e la CP, tra la CP e le nuove BR-PCC o le Cellule per la ricostruzione del PCC.

Quando poi alcuni giornalisti, alla ricerca dello scoop, hanno partecipato alle nostre conferenze stampa o ci hanno contattato telefonicamente, hanno veicolato alcuni messaggi, estrapolando e montando ad arte mezze frasi, che nelle loro intenzioni dovevano servire a confermare la nostra “colpevolezza” visto che “non piangevamo Biagi o D’Antona” o a farci dichiarazioni di condanna di quello che la borghesia chiama “terrorismo”, “siamo contro le azioni armate perché aiutano i borghesi e aumentano la repressione”. É vero che non piangiamo Biagi o D’Antona ma le migliaia di morti sul lavoro e le decine di milioni di vittime che la borghesia e il suo sistema di miseria e guerra produce ogni anno nel mondo. I lavoratori e le masse popolari non sono stupidi e capiscono e riconoscono il semplice discorso che fanno i CARC: nella lotta di classe ogni classe piange i propri morti.

Per quanto riguarda l’altra tesi che gli apparati di propaganda hanno cercato di veicolare, quella che “secondo i CARC sono le azione delle BR che aumentano la repressione”, anche su questo la falsificazione del discorso è evidente. I CARC sostengono che non sono le azioni armate a provocare la repressione (come durante la Resistenza non erano le azioni armate o di sabotaggio dei partigiani a provocare gli eccidi di civili), ma che la repressione nasce dall’esigenza della borghesia di opprimere e tenere a bada miliardi di persone per poter continuare a sfruttare e mantenere il suo dominio. Visto che la borghesia ha bisogno della “libera” partecipazione dei lavoratori e delle masse per produrre profitti e per gestire la sua società, non potendo “ritornare” alla società schiavistica, ha un urgente bisogno di attaccare,  senza nessuna pietà, quanti si organizzano per difendere i diritti dei lavoratori, per affermare i loro interessi e per costruire le condizioni affinché le masse possano creare l’unica società non più basata sulla miseria, lo sfruttamento e la guerra: la società socialista. É la necessità di impedire lo sviluppo della rivoluzione proletaria che “costringe” la borghesia a commettere ogni genere di crimini contro i comunisti e contro gli antimperialisti. In questa lotta usa ogni appiglio e ogni genere di falsità per far accettare e passare questi suoi crimini in ogni angolo del mondo (Iraq, Palestina, Paesi Baschi, Turchia, Francia, Italia, Usa, ecc.). Più il movimento comunista e antimperialista è forte, più sono le misure e le operazioni legali e illegali che deve mettere in atto (vedi nel nostro paese la lunga serie di stragi, da Portella della Ginestra a quella di Bologna). Non a caso la persecuzione del movimento comunista oggi passa tramite l’utilizzo di arnesi legislativi come l’art. 270, introdotto dal regime fascista con il codice Rocco per perseguitare i comunisti e gli oppositori politici, mantenuto e utilizzato poi dai governi democristiani e riportato in auge nella seconda metà degli anni 90 dai governi di Centro-sinistra.

La borghesia cerca di criminalizzare i comunisti accusandoli di terrorismo nel vano tentativo di fare terra bruciata intorno a loro, di dissuadere chiunque sia tentato di collaborare o di unirsi a loro: proprio come facevano i fascisti colpendo i partigiani e additandoli come “banditi e terroristi”. (...)

Invitiamo i sinceri democratici a combattere con più decisione contro queste operazioni di confusione e terrorismo delle masse.

 

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