Presentazione

Rapporti Sociali 33 - aprile 2003   (versione Open Office / versione MSWord)

 

La tendenza alla guerra è diventata un fenomeno visibile agli occhi di tutti. Addirittura esponenti della borghesia imperialista come i cardinali del Vaticano dichiarano che l’aggressione imperialista degli USA è l’inizio di una terza guerra mondiale. Le masse popolari di tutto il mondo si mobilitano, animate dalla consapevolezza che la situazione sta portando a esiti drammatici. Tra di esse si estende la convinzione che questo non è il solo mondo possibile e che anzi questo è un mondo dove è impossibile vivere in pace, cioè condurre una vita degna di essere vissuta e tesa al miglioramento e al progresso per tutta la collettività umana e per ogni individuo che ne è parte. È compito di coloro che pongono come obiettivo consapevole della loro attività l’instaurazione del socialismo, cioè delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, mostrare alle masse popolari che l’alternativa al capitalismo non solo è possibile ma è necessaria, e che la sola alternativa è il socialismo. È compito di coloro che vedono l’imperialismo come causa della guerra combattere non solo contro la guerra, ma contro la sua causa e quindi indicare alle masse popolari il socialismo come unica alternativa possibile e necessaria all’imperialismo. Fa parte di questo compito contrastare la propaganda anticomunista, che è propaganda di guerra. È propaganda nella guerra non dichiarata che oppone la borghesia imperialista alle masse popolari in ogni paese del mondo e come ogni propaganda di guerra è falsificazione, tentativo di dichiarare morto l’avversario e di denigrarlo nel modo più sfacciato e isterico.

Una versione di anticomunismo particolarmente curata dalla borghesia è l’antistalinismo. Stalin è uno dei  più grandi dirigenti del movimento comunista e le masse popolari dell’Unione Sovietica sotto la sua guida hanno fatto passi avanti enormi nella costruzione del socialismo, dispiegando entusiasmo e potenza creatrice, dimostrando una forza capace di schiacciare la barbarie nazista. Noi celebriamo quindi il cinquantesimo anniversario della morte di questo grande dirigente. Lo facciamo con il massimo impegno perché Stalin ha diretto l’Armata Rossa contro l’aggressione imperialista più spietata e quindi possiamo trarre profondi insegnamenti da lui, dal suo partito e dalle masse popolari dell’Unione Sovietica ora che la borghesia imperialista si organizza per lanciare l’umanità in una guerra che sarà peggiore della precedente.

La tendenza alla guerra mette in luce l’antagonismo tra i poli della borghesia imperialista. A un polo ci sono i gruppi imperialisti USA, all’altro gruppi imperialisti loro concorrenti (che sinteticamente sono rappresentati dai gruppi imperialisti europei). Questi due però costituiscono un unico schieramento di fronte ad un terzo polo, quello del movimento comunista internazionale, che oggi è debole e poco visibile tanto che i suoi avversari hanno facilità a dichiararlo inesistente. È tuttavia l’unico schieramento che può trasformare la mobilitazione reazionaria delle masse popolari in mobilitazione rivoluzionaria, che cioè può trasformare la guerra in rivoluzione, trasformazione che gli è consentita dalle condizioni oggettive e che è già stata compiuta con successo in passato. Noi siamo rappresentanti di questo schieramento. Noi possiamo e dobbiamo, per usare le parole di Mao Tse-tung, “scuotere il mondo” ed essere animati dalla visione di un “progresso senza fine”. Questo è in evidente contrasto con il nostro stato attuale e, per usare le parole dei compagni del Partito Marxista Leninista Tedesco, con un “modo di pensare” che ci impedisce di crescere e che è diffuso tra le file nostre e tra quelle delle varie forze soggettive. I compagni tedeschi ci riflettono da tempo e ci inviano un loro contributo. I CARC avviano una campagna di rettifica che riguarda il problema, che investe il campo ideologico e quello organizzativo.

La distanza tra ciò che siamo e ciò che vogliamo e che dobbiamo essere è talmente grande che può essere colmata solo da un salto di qualità decisivo e definitivo, che rifiuta il modo di vivere e di concepire la vita della borghesia, che afferma il modo di vivere e di concepire la vita del proletariato, che rifiuta l’idealismo e che afferma il materialismo.  Lasciamo ai borghesi la miseria dell’individualismo. Noi siamo soggetto collettivo e come tale cresceremo, ricostruendo il partito comunista, contro la guerra imperialista e per la rivoluzione socialista.

 

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