Conduciamo una grande inchiesta
per conoscere gli operai e gli altri lavoratori avanzati
al fine di legarli alla ricostruzione del partito

Rapporti Sociali 31-32 - dicembre 2002  (versione Open Office / versione MSWord)

 

Dal mese di settembre i CARC hanno avviato una nuova campagna nazionale che ha come obiettivo principale quello di imparare a conoscere, tramite il metodo dell’inchiesta, gli operai avanzati e gli altri lavoratori avanzati, per legarli al lavoro di ricostruzione del partito comunista. Questo lavoro rappresenta il compito specifico definito dalla terza condizione per la ricostruzione del partito comunista in Italia. Dopo le campagne per legare gli elementi avanzati delle masse popolari e i lavoratori avanzati e quella a sostegno delle lotte dei lavoratori delle medie e grandi aziende, abbiamo acquisito una maggiore conoscenza dei limiti attuali del nostro lavoro, della nostra capacità di legarci con i lavoratori, attraverso l’intervento a sostegno delle lotte di resistenza che le masse popolari mettono in atto per contrastare gli effetti dell’avanzamento della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale in cui ci troviamo dalla metà degli anni ’70. Il lavoro fatto nella precedente campagna sui lavoratori avanzati, lo sviluppo del FP-rpc e la situazione generale ci consentono di fare ulteriori passi avanti in questo lavoro partendo dal dato di fatto della esiguità e debolezza del nostro legame con gli operai avanzati e gli altri lavoratori avanzati, ma anche da alcuni elementi di certezza acquisiti con l’esperienza.

Questa campagna viene condotta in una situazione particolare dello scontro di classe nel nostro paese: lo sviluppo della lotta per cacciare il governo Berlusconi, obiettivo che in questi mesi sintetizza tutti gli obiettivi particolari di resistenza e di progresso per le masse popolari del nostro paese.

Su Resistenza 9/2002 abbiamo scritto: “dobbiamo condurre la lotta contro il governo Berlusconi ponendoci come scopo principale la raccolta di forze e risorse per la ricostruzione del partito comunista e la creazione di condizioni più favorevoli alla sua ricostruzione. Se agiamo così, il nostro successo è sicuro e potremo giovarci anche dell’opposizione a Berlusconi degli altri gruppi e bande borghesi, delle difficoltà in cui si dibatte l’aristocrazia operaia, delle manovre di Cofferati, degli intrighi e dei lamenti di Prodi, di Rutelli e dei loro soci, delle contraddizioni interne alla stessa banda Berlusconi. In caso contrario, quali che siano le nostre intenzioni, saremmo posti oggettivamente di fronte al dilemma: o isolarci dalla lotta delle masse popolari contro questo governo di banditi e avventurieri o essere al servizio dei Prodi, dei Cofferati e di altre bande del genere. Prospettive ambedue nefaste.”

Le vicende degli ultimi mesi ci dimostrano che l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori e delle masse popolari si sta intensificando. La frattura sindacale tra CGIL-CISL-UIL non è già più sufficiente alla frazione della borghesia imperialista al potere per gestire la prossima fase. Le grandi lotte dei lavoratori di quest’ultimo anno avevano consigliato il governo Berlusconi a procedere nella rapina delle conquiste con più cautela presentando, almeno nella propaganda, una legge finanziaria senza tagli: ma anche questa illusione è durata lo spazio di qualche ora perché i mandanti di questo governo di mafiosi, ladri, razzisti e fascisti hanno immediatamente rivendicato il pagamento delle cambiali firmate per mandarlo al potere. Il “patto per l’Italia dei padroni” firmato tra la banda Berlusconi e CISL-UIL verrà quasi sicuramente messo da parte per quanto riguarda gli impegni di spesa per le masse popolari; la vicenda FIAT dimostra quello che gli operai si devono aspettare nel prossimo futuro. La recessione economica in cui ci troviamo doveva concludersi, secondo i propagandisti di regime, già nel 2001, ma ora la data è diventata sempre più indefinita, perché gli effetti devastanti della crisi si stanno ormai approfondendo e dispiegando sempre più a livello internazionale. I settori produttivi in crisi non sono più solo quelli che in questi anni avevano dimostrato segni di saturazione, ma anche quelli che fino a pochi mesi addietro attiravano grosse fette di investimenti. L’impotenza dell’attuale regime ad arrestare la distruzione dell’apparato produttivo e lo sconvolgimento del processo di produzione e riproduzione delle condizioni  materiali dell’esistenza, la rassegnazione fatalistica predicata dall’attuale classe dirigente al procedere devastante della crisi, hanno una sola origine fondamentale: il rispetto e la difesa della proprietà privata capitalista (individuale o di gruppo) delle forze produttive e dell’iniziativa economica individuale dei capitalisti, la subordinazione a ciò di “tutto il resto”.

La campagna si inserisce anche nell’importante fase di consolidamento dell’esperienza del FP-rpc, nel periodo in cui nel FP-rpc si sperimenterà la continuità e la stabilità della sua attività, mettendo a frutto anche l’importante esperienza fatta con la campagna “Primavera Rossa” e i risultati prodotti con l’Assemblea Nazionale di Roma.

I CARC oggi sono la FSRS più importante presente nel FP-rpc e di conseguenza devono svolgere un impegnativo compito di orientamento e direzione, in modo da favorire sviluppo e rafforzamento loro e degli altri organismi aderenti al FP-rpc, così come anche la raccolta di tutte le forze disponibili sotto la bandiera della ricostruzione del partito. I CARC hanno invitato gli altri organismi del FP-rpc a partecipare alla campagna, perché il problema di “legarsi alla classe operaia” è un problema che riguarda tutte le FSRS. L’esperienza del FP-rpc ci consente, con più chiarezza, di sviluppare una politica da “fronte comune” per sviluppare la solidarietà e il sostegno alle lotte della classe operaia e per contrastare gli attacchi della borghesia. Come già abbiamo sperimentato la politica da Fronte è un terreno importante per imparare a praticare la linea di massa come metodo principale di lavoro e di direzione.

Dobbiamo far vivere in qualche modo tra tutti gli aderenti al FP-rpc le tesi che “bisogna legarsi alla classe operaia” e che “tutte le lotte di difesa (e in modo particolare quelle della classe operaia) sono per noi una scuola di comunismo, ci permettono di fare inchiesta sulle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia e di imparare, nella pratica, a sostenere le lotte di difesa da comunisti e di applicare la nostra linea politica, portando a un livello superiore la lotta della classe operaia.”

 

Quali sono i limiti e gli ostacoli che oggi ci impediscono “di conoscere” gli operai avanzati?

Se analizziamo i fatti emerge con chiarezza che il problema principale era ed è la nostra “ignoranza” (camminiamo nella nebbia) nel capire e conoscere chi sono gli operai avanzati (OA) e gli altri lavoratori avanzati (LA).

Non sappiamo indicare nel nostro ambiente chi sono, quanti sono e quali caratteristiche hanno. A livello nazionale non sappiamo se siamo in qualche rapporto con (o conosciamo) 10-100 o 1000 LA, quanti sono per ogni categoria (le 4 categorie individuate dai CARC e riportate nel capitolo successivo), ecc. Questa campagna serve quindi per apprendere un metodo per dare un corpo e un nome agli operai avanzati e agli altri lavoratori avanzati che in qualche modo conosciamo, per usare le categorie che l’analisi dei CARC ha individuato.

Ognuno di noi può constatare questa “ignoranza” tramite alcune semplici riflessioni.

Se ci poniamo la domanda: “Quanti operai avanzati e lavoratori avanzati conosco nel mio ambiente (posto di lavoro, conoscenti, familiari)?”, nell’immediato non sappiamo dare una risposta. Poi, se riflettiamo un po’, riusciremo a individuarne un certo numero. Se poi ci chiediamo: “A quale delle 4 categorie di lavoratori avanzati, individuate già nel ‘96 per meglio comprenderne le specifiche caratteristiche al fine di potervi impostare dei particolari e specifici piani di intervento, appartengano e su quali basi abbiamo assegnato la categoria”, scopriamo subito che non conosciamo a sufficienza le categorie e andiamo ancora peggio quando passiamo a dare una spiegazione su quali basi, informazioni e valutazioni abbiamo assegnato la categoria.

Ognuno di noi può constatare facilmente che la nostra conoscenza degli operai avanzati e dei lavoratori avanzati è molto parziale, superficiale e non basata su un’analisi scientifica, che non utilizziamo (e non sappiamo utilizzare) le 4 categorie, che il nostro metodo di inchiesta è ancora approssimativo e superficiale, che la conoscenza analitica dei singoli soggetti è molto carente.

A questo punto diventa chiaro che non è possibile “legare gli operai avanzati…” (3a condizione per la ricostruzione del  partito) senza conoscere chi sono, quali sono le loro caratteristiche, quali sono i nostri legami e come è possibile farli partecipare, in qualche modo (a seconda del livello e delle caratteristiche), al lavoro in corso per dare un nuovo partito comunista alla classe operaia del nostro paese: “il partito della classe operaia che lotta per la conquista del potere. Il potere che permette di abbattere la borghesia imperialista dalle sue fondamenta materiali, come classe; il potere che permette alla classe operaia di imporre e garantire a tutti e per tutti il lavoro necessario a produrre le condizioni materiali dell’esistenza e a distribuire ciò che viene prodotto a tutti coloro che contribuiscono a produrlo, il potere di eliminare le condizioni che permettono la divisioni della società in classi di sfruttati e sfruttatori”.

Diventa chiaro che innanzitutto occorre che ogni compagno, che lavori o meno in un’azienda, sia in grado di dire:

1. quanti operai avanzati e lavoratori avanzati e di quali categorie ha individuato nella sua azienda o nel suo reparto, o tra le proprie conoscenze,

2. come ha cercato o sta cercando o ha in progetto di cercare di legare l’uno o l’altro di essi al lavoro per ricostruire un vero partito comunista,

3. quali risultati ha ottenuto e quali lezioni ha tirato dal lavoro che lui o il suo comitato ha fatto sui lavoratori avanzati della sua azienda o di sua conoscenza,

4. quali più specifiche caratteristiche, oltre a quelle generiche indicate nelle 4 categorie, hanno i lavoratori avanzati da lui individuati.

Se facciamo bene questa inchiesta ricaveremo sicuramente gli elementi necessari (esistono oggi in Italia operai avanzati e lavoratori avanzati? Cosa fanno? Come si formano? Quanti sono?) per impostare in modo più pratico ed efficace la direzione del lavoro per legare operai avanzati e lavoratori avanzati al lavoro per ricostruire un vero partito comunista.

Nel recente passato (ad es. dalla Resistenza fino agli anni ‘60) quasi tutti gli operai avanzati erano iscritti al PCI, che per questo era l’avanguardia organizzata della classe operaia. Oggi cosa fanno? L’elaborazione della nostra esperienza deve tendere a rispondere a queste domande al fine di impostare concretamente la soluzione al problema di come legare gli operai avanzati al lavoro di ricostruzione del partito comunista.

A grandi linee possiamo pensare che i LA di tutte le 4 categorie siano nel nostro paese alcuni milioni (gli OA-LA della prima e seconda categoria, quelli che esprimono già una capacità di direzione, sono qualche centinaio di migliaia; mentre quelli della 3a e 4a categoria, quelli che esprimono una capacità ad accumulare forze ed elementi utili alla costruzione della direzione, sono molti di più. I 3 milioni della manifestazione di Roma del marzo 2002 raccoglievano buona parte degli operai avanzati e dei lavoratori avanzati esistenti nel nostro paese, insieme agli altri elementi avanzati delle masse popolari (studenti, precari, giovani disoccupati, pensionati). Con l’avanzare della crisi il loro numero è destinato ad aumentare.

 

Tutte queste riflessioni ci portano alla conclusione che bisogna lavorare meglio e più scientificamente, se vogliamo raccogliere le forze che le condizioni oggettive e soggettive spingono verso il nuovo partito, tenendo presente che la situazione (condizioni oggettive e soggettive) è favorevole e che non sempre le cose procedono per passaggi graduali e lineari.

Quindi con questa campagna faremo una grande inchiesta sui lavoratori avanzati e sul nostro rapporto con loro. Concentreremo le nostre risorse e gli sforzi per conoscere chi sono i lavoratori avanzati del nostro ambiente, come premessa per sviluppare un qualsiasi tipo di legame (di qualsiasi livello) con noi e con il processo di ricostruzione del partito comunista che la nostra organizzazione incarna.

Questo sarà l’obiettivo principale di questa campagna e contribuirà anche a superare lo “stile artigianale e superficiale” con cui facciamo inchiesta, ci aiuterà a comprendere che i nostri legami con la classe operaia sono pochi e deboli anche perché non sappiamo usare il metodo dell’inchiesta in maniera scientifica, utilizzando il ricco patrimonio che il  movimento comunista, in particolare il maoismo, ci fornisce in questo campo (vedasi lo scritto di Mao “Contro la mentalità libresca”, in Opere, vol. 3, pag. 36).

 

I punti cardine della nostra analisi, via via arricchita anche dall’esperienza, sono:

 

1. Le quattro categorie dei lavoratori avanzati

Nel maggio ‘96 è stata data per la prima volta la definizione dei quattro tipi di LA

Chi sono attualmente i lavoratori avanzati? Abbiamo individuato quattro categorie:

1. - i lavoratori che impersonano la tendenza a ricostruire il partito comunista (è una tendenza che si esprime in vari modi: nell’aderire a un partito - in genere PRC o PDS [oggi DS] - anche se non soddisfatti della sua attività, nello sforzo di inquadrare ogni problema particolare in un quadro generale di trasformazione-riforma della società, nella consapevolezza che “bisogna essere uniti”, ecc.);

2. - i lavoratori che esercitano un ruolo dirigente sui loro compagni nelle lotte di difesa (siano o non siano membri di organismi sindacali);

3. - i lavoratori che in qualche modo si pongono il compito di unire e mobilitare i propri compagni di classe sui problemi specifici che via via si pongono;

4. - i lavoratori che impersonano altre tendenze positive che si sviluppano tra i lavoratori (ad esempio: quelli che cercano di capire come va il mondo, quelli che sono curiosi di conoscere altre situazioni, quelli che sono curiosi di conoscere programmi e metodi degli organismi politici, quelli che vogliono rendersi utili, ecc.).

Sono quattro categorie che non si sovrappongono completamente.

In ogni situazione dobbiamo individuare i lavoratori avanzati, capire di ognuno in che senso è avanzato (a quale delle quattro categorie appartiene) e sviluppare il rapporto con lui sulla base del suo aspetto positivo”.

Abbiamo indicato la divisione dei lavoratori avanzati nelle quattro categorie perché ci proponiamo di legarli al lavoro per costruire il nuovo partito comunista, mostrando che, grazie al partito, ognuno di essi può svolgere meglio e su scala più grande il lavoro sociale che egli, di per se stesso, sta già svolgendo. Quindi dobbiamo caratterizzare meglio possibile i ruoli diversi che i lavoratori avanzati svolgono verso i loro compagni, nel loro ambiente. Abbiamo sintetizzato questi ruoli in quattro. È possibile che l’esperienza mostri poi che conviene ulteriormente specificare o dividere diversamente queste definizioni: questo sarà un ulteriore effetto dello svolgimento di questa campagna verso una migliore comprensione della realtà.

 

2. Operai avanzati, lavoratori avanzati ed elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari (vedi analisi di classe del Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano)

Nel 2000 abbiamo incominciato sistematicamente a lanciare la parola d’ordine “fare una politica di classe” (articoli su Resistenza di inizio 2000). A questo punto, in coerenza e per promuovere l’applicazione della parola d’ordine “fare una politica di classe”, non fornisce più sufficiente chiarezza parlare solo di lavoratori avanzati ed è quindi necessario adottare le distinte dizioni “operai avanzati (OA), lavoratori avanzati (LA) ed elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari (EA)”. Così viene meglio messo in evidenza, ai fini dell’inchiesta, 1. che la classe operaia ha un ruolo politico diverso dal resto delle masse popolari, 2. che i comunisti si occupano di tutte le masse popolari e non solo della classe operaia, 3. che il resto delle masse popolari è diviso in varie classi.

Dobbiamo fare dei passi avanti nell’acquisizione pratica di cosa significa “centralità della classe operaia” e mettere nel giusto rapporto la classe operaia e il resto delle masse popolari per “legarci di più e meglio alla classe operaia”. Gli operai della FIAT in lotta, che coinvolgono interi paesi contro la chiusura della fabbrica, sono la dimostrazione più  evidente del tipo e livello di mobilitazione che le condizioni producono e di come la classe operaia può diventare il punto di riferimento per le masse popolari.

Solo la lotta risoluta e intransigente della classe operaia per il comunismo può unire tutte le classi delle masse popolari in un ampio e vittorioso fronte antimperialista, perché il comunismo e solo il comunismo è lo sbocco inevitabile dell’attuale marasma sociale. La centralità della classe operaia in questo compito si esprime secondo tre elementi: 1) in primo luogo, perché tutto il carattere oppressivo e sfruttatore di questo regime grava sugli operai più che su qualsiasi altra classe; 2) in secondo luogo, soltanto gli operai sono interessati a democratizzare fino in fondo il regime politico e sociale, perché la democratizzazione del regime, per gli operai, significa un miglioramento della propria posizione politica, economica, sociale e culturale; 3) in terzo luogo, la lotta per i loro interessi diretti e immediati e persino la lotta individuale per la sopravvivenza hanno fatto nascere tra gli operai, spontaneamente, la lotta contro il capitalismo e l’organizzazione rudimentale necessaria, ciò simultaneamente da mille parti, capillarmente, senza bisogno di un piano d’insieme e di una visione complessiva della situazione, di un centro organizzativo o spirituale.(1)

 

1. Rapporti Sociali n. 26/27, pagg. 52-55.

 

3. Distinzione tra una Forza Soggettiva della Rivoluzione Socialista (FSRS) e un lavoratore avanzato

Il membro di una FSRS, se è un lavoratore è sicuramente un lavoratore avanzato di una delle quattro categorie. In cosa si distingue da un semplice lavoratore avanzato? Si distingue per il fatto che l’attività e la coscienza di una FSRS individuale sono determinate principalmente dalla sua appartenenza (presente o nel passato) a una FSRS organizzata, mentre l’attività e la coscienza di un semplice lavoratore avanzato sono determinate principalmente dalla sua esperienza e dall’influenza dell’ambiente a cui appartiene. Ognuno può facilmente trovare esempi di lavoratori da considerare più come FSRS che non come semplici lavoratori avanzati.

L’operaio avanzato è più vicino (simile) all’operaio che all’intellettuale. L’aspetto positivo dell’operaio è che parte dalla pratica. L’aspetto negativo (il limite) è che resta alla pratica, non la elabora, non costruisce una scienza; quindi per quanto concerne le idee è aperto all’influenza esterna (della borghesia e dei comunisti).

La FSRS è più vicina (simile) all’intellettuale che all’operaio. L’aspetto positivo dell’intellettuale è che esiste per la scienza, anche se esistono effettivamente molti intellettuali ignoranti e impregnati di pregiudizi e luoghi comuni, quanto di più lontano da uno scienziato si possa immaginare (Ronchey, Sergio Romano, P. Ostellino, ecc.). Ma in ogni società l’intellettuale esiste come gruppo sociale perché esiste nella società un’attività conoscitiva resasi autonoma dal lavoro esecutivo. L’aspetto negativo dell’intellettuale, in particolare dell’intellettuale ignorante, è che resta nella teoria, passa dalle idee ad altre idee, non verifica le sue idee nella pratica, non raccoglie l’esperienza. Il collo di bottiglia del processo di ricostruzione del partito comunista è rappresentato dalle FSRS attuali; il suo superamento passa attraverso la lotta da esse condotta con l’obiettivo di legare gli operai avanzati, i lavoratori avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari a una linea giusta a guida del processo stesso di ricostruzione del partito. In sostanza ogni FSRS deve condurre una battaglia per far prevalere, tra le varie analisi, concezioni, linee, metodi di lavoro, struttura organizzativa che le distingue l’una dalle altre, quelle che più corrispondono alla tendenza della classe operaia, dei lavoratori e delle altre classi delle masse popolari a trovare una soluzione strategica ai loro problemi. Questa tendenza esiste al di là del fatto che gli operai e i lavoratori ne siano coscienti: è una tendenza oggettiva. Per questo il ruolo della classe operaia e dei lavoratori è strategico. Alle FSRS spetta il compito, a partire dalla loro coscienza tradotta in attività politica, di condurre gli elementi avanzati della classe operaia, dei lavoratori, ecc. a contribuire alla ricostruzione del partito. Senza il lavoro per legare la classe operaia al processo di ricostruzione, il ruolo di una FSRS è nullo. Senza FSRS che lavorano su una linea giusta per l’obiettivo della ricostruzione del partito, la classe operaia non può avanzare nel suo processo di emancipazione e di liberazione di sé e del resto delle masse popolari dalle catene della borghesia.

  

4. Che cosa intendiamo per legare i lavoratori avanzati (LA) al lavoro per ricostruire un vero partito comunista

Da uno scritto del ‘96: “legare i lavoratori avanzati al processo di ricostruzione del partito vuol dire stabilire un rapporto tra loro e il membro del CARC o il CARC come organismo e valorizzare questo rapporto per migliorare il lavoro del CARC. Quindi è un rapporto in cui il membro del CARC ha sempre l’iniziativa in mano (non si mette in una situazione in cui il suo lavoro può o non può essere fatto a seconda che il lavoratore faccia o no qualcosa).

Necessariamente si stabiliscono rapporti di vari livelli: dal semplice scambio di informazioni a livello personale, fino all’adesione al CARC. Ogni livello ha una sua utilità e va valorizzato per quello che è. È discriminante non quello che il lavoratore avanzato capisce del CARC, tanto meno che aderisca in qualche modo al CARC, ma che il membro del CARC si ponga apertamente come tale, in modo che il lavoratore si relazioni a lui sapendo che si relaziona a un membro del CARC (sia che si relazioni a lui perché è membro del CARC, sia che si relazioni a lui nonostante sia membro del CARC). Questo mette la relazione in modo tale che essa può svilupparsi passando dai livelli inferiori (semplice conoscenza, rapporto solo personale) ai livelli superiori. Al contrario, se il membro del CARC nasconde questa sua natura, il rapporto è bloccato a livello personale e non presenta possibilità di crescita per il lavoratore (non può porsi l’obiettivo di diventare come l’altro).

La nostra propaganda (quindi in primo luogo Resistenza che è il principale veicolo del nostro colloquio con i lavoratori avanzati) è diretta principalmente ai lavoratori avanzati, non al lavoratore generico.

Quindi, in particolare, è importante che non si confonda il “legare un lavoratore avanzato al processo di ricostruzione di un vero partito comunista” con il lavoro sindacale. Il lavoro sindacale è solo uno dei mezzi da mettere in opera per legare i LA al lavoro per ricostruire un vero partito comunista. Non è né l’unico né “il principale in ogni circostanza”. Sostenere che è l’unico o comunque il principale in ogni circostanza è cadere nell’economicismo. È aderire alla “teoria degli stadi” (per mobilitare i lavoratori a lottare per il socialismo occorre sempre e ovunque partire anzitutto dalla lotta rivendicativa, questa è sempre e ovunque il primo stadio da cui bisogna partire per arrivare a livelli superiori), criticata da Lenin nel Che fare?

Non bisogna confondere le campagne per legare i LA al lavoro per la ricostruzione del partito con il nostro lavoro nei sindacati, sia di regime che alternativi, o in generale con il nostro lavoro per mobilitare i lavoratori nelle lotte rivendicative.

Dobbiamo imparare a distinguere e a non confondere i due lavori (lavoro sindacale e lavoro per legare i LA al partito). Alcuni compagni quando parlano di lavoro per legare i LA intendono unicamente il lavoro sindacale (mettono in secondo piano il loro ruolo di comunisti), altri trascurano o negano l’importanza che assume l’attività sindacale per legare i lavoratori nel lavoro per la ricostruzione del partito. Spesso oscilliamo tra questi due estremi e non vediamo lo stretto legame che invece esiste.

Giustamente abbiamo in più occasioni affermato che solo presentandosi come comunisti (quindi ponendo in primo piano il lavoro per ricostruire un vero partito comunista) è possibile fare in modo che il lavoro sindacale (anche con l’iscrizione al sindacato di regime) non venga considerato dai propri compagni di lavoro (specie se FSRS o vicini alle FSRS) come un passo a destra, un’attenuazione della lotta contro i sindacati di regime e contro il regime; come un voltafaccia, anziché come la continuazione dell’opposizione a un livello superiore. Nella maggior parte degli ambienti di lavoro (aziende sindacalizzate o di una certa grandezza e importanza), non porsi come comunista, come ricostruttore del partito è particolarmente arretrato, deviante e genera solo confusione. In aziende del genere numerosi lavoratori hanno in qualche modo chiaro che senza partito comunista non c’è conquista, anche se non se la sentono di impegnarsi personalmente e non lo ammettono apertamente, forse neanche a se stessi. Se impariamo a distinguere chiaramente i due lavori (lavoro per legare al processo di ricostruzione del partito e lavoro sindacale) impariamo a fare meglio sia  l’uno sia l’altro.

 

5. Il lavoro sindacale

Per quanto riguarda il lavoro sindacale con la campagna del 2001 abbiamo fatto dei passi avanti nel contrastare le tendenze settarie ed estremistiche esistenti nelle FSRS e anche al nostro interno. Abbiamo svolto il nostro intervento nei sindacati secondo una linea e un progetto, non per fare i “buoni sindacalisti”, non nei modi degli economicisti, ma da comunisti.

Nel lavoro sindacale possiamo fissare questi 4 concetti.

1. I sindacati sono una scuola di comunismo a livello elementare, anche quelli di regime, visto che non sono pure agenzie pubbliche, di funzionari statali (nonostante la forte integrazione dei sindacati nella pubblica amministrazione operata dalla borghesia nell’ambito dell’edificazione dei regimi di controrivoluzione preventiva): gli operai imparano a organizzarsi, a formulare collettivamente i loro interessi traducendoli in richieste, a farli valere contrapponendosi al padrone e imparano quanta forza abbia il loro numero, una volta che sono organizzati.

2. Noi comunisti dobbiamo valorizzare i sindacati come scuola di comunismo: fare in modo che quelle potenzialità prima indicate si esprimano al massimo livello. Quindi dobbiamo mostrare la contrapposizione tra la nostra linea dei “sindacati come associazione dei lavoratori per promuovere e far valere gli interessi economici e normativi (condizioni di lavoro, ecc.) dei lavoratori e quindi come cinghia di trasmissione del partito comunista” e la linea borghese dei “sindacati come ente che fornisce ai propri iscritti (e solo a loro) dei servizi (la contrattazione col padrone, le pratiche di arbitrato e l’assistenza legale nelle controversie, le pratiche di patronato per le pensioni, funzioni di cassa di mutuo soccorso, ecc.)”.

3. Il sindacato è un corpo organizzato costituito dai sindacati come associazione di lavoratori, di funzionari pagati dai lavoratori, di comitati (di lotta, di agitazione, temporanei o permanenti, ecc.).

4. La nostra conoscenza della storia e della vita dei sindacati è molto parziale e limitata. Dobbiamo superare, anche in questo campo, la visione settaria ed estremistica che reputa non importante (o secondario) il ruolo dei sindacati nella lotta per il socialismo. Dobbiamo fare un sforzo per conoscere di più la storia delle organizzazioni sindacali italiane (le origini dei tre grandi sindacati di regime, dei sindacati autonomi e dei sindacati gialli, dei sindacati di destra, dei Cobas) e la loro strutturazione (locale e nazionale, per categoria, ecc.); i dati sulla loro rappresentatività (iscritti e vita interna) per grandi categorie.

Questi quattro punti forniscono ai compagni più luce per orientarsi nel lavoro che facciamo.

Lo svolgimento della campagna costituirà una grossa occasione per la formazione e la lotta contro le concezioni movimentiste e settarie presenti tra i compagni, contro la sfiducia nella classe operaia e le masse popolari, nella loro capacità di passare dal terreno della difesa a quello dell’attacco nei confronti del sistema della borghesia imperialista.

 

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