Presentazione

Rapporti Sociali 31-32 - dicembre 2002  (versione Open Office / versione MSWord)

 

Ricorre il decimo anniversario della nascita dei CARC. Anche in questi ultimi tempi, in cui il nostro lavoro ha fatto passi avanti notevoli, comprendiamo che il cammino da fare è lungo. Si tratta non solo di recuperare il patrimonio del movimento comunista che ci ha preceduto e che è stato in gran parte distrutto e disperso dai revisionisti. Si tratta di eguagliarlo e di superarlo, di ripeterne i successi ed evitarne gli errori. È chiaramente una grande impresa, a fronte della quale il lavoro dei CARC appare minuscolo. Non ci pare tale, però, se guardiamo a questi dieci anni della nostra storia e del nostro lavoro. La nostra posizione attuale è radicalmente cambiata dal punto di partenza. I salti di qualità compiuti nel percorso sono l’articolazione del lavoro e la qualità è il criterio di giudizio per misurare ciò che abbiamo fatto e ciò che ci apprestiamo a fare. Con questo criterio possiamo giudicare di aver lavorato bene e guardare al futuro con fiducia: i decenni che abbiamo di fronte avranno un ritmo nuovo e sapranno sorprenderci.

La novità con cui abbiamo a che fare nell’immediato è il Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista. Il suo simbolo campeggia d’ora in avanti sulla copertina della nostra rivista, perché questa è la rivista di propaganda e di dibattito dei CARC, perché i CARC aderiscono al Fronte e chi aderisce al Fronte manifesta questa appartenenza in ogni occasione. Il Fronte e la politica da Fronte sono anche in questo numero uno degli argomenti principali, e continueranno a esserlo. Quasi tutta la prima parte di questo numero si occupa del lavoro che il Fronte ha compiuto nella campagna di primavera e analizza le attuali capacità di utilizzo di questo strumento. Si è dimostrato efficace per sviluppare il nostro legame con le masse popolari quando, alla sua prima comparsa, ha preso parte alla campagna elettorale del 2001 e oggi si dimostra efficace per sviluppare il processo di trasformazione entro il campo delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS), il campo di cui facciamo parte. Perciò realizza il compito posto dieci anni fa al Convegno di Viareggio, che diede l’avvio all’attività dei CARC, il compito che prevedeva, appunto, lo sviluppo del legame con le masse popolari e la trasformazione delle FSRS come elementi dialetticamente uniti in un unico processo.

La parte centrale della rivista è un inserto sulla lotta delle masse popolari nei Paesi Baschi e sugli organismi che la dirigono. L’articolo è un esempio di trattazione scientifica: dà un’esposizione storica, spiega la natura politica del conflitto tra la borghesia imperialista e le masse popolari in questi paesi, il nesso di questo conflitto con il movimento comunista. Nella trattazione storica è assente la pedanteria: si espone solo quello che serve per capire il presente. Nell’espressione di solidarietà è assente il formalismo: esprimiamo solidarietà a Batasuna perché la borghesia colpendo questa organizzazione attacca un’esperienza politica da cui tutti i comunisti hanno qualcosa da imparare qualcosa, anzi, che devono imparare tutti quelli che sono alle prese con la ricostruzione del partito comunista. Perciò è una trattazione scientifica: si distingue dal movimentismo che di fronte a ogni argomento reagisce d’istinto, dice quel che gli viene in mente, non si sforza di andare oltre il poco che sa, non studia, e si distingue anche dal dogmatismo, che espone tutto quello che sa come articoli sugli scaffali della bottega. È un esempio di come si lavora nel campo della teoria rivoluzionaria e nel campo della propaganda rivoluzionaria.

La controrivoluzione preventiva è all’opera anche in casa nostra, seppure con maggiori riserve e maggiore timidezza, data la lezione che la borghesia imperialista italiana ha avuto dalla classe operaia durante la guerra di Resistenza. Riserva costante attenzione ai CARC. Ne parliamo nella terza parte della rivista. Ci occupiamo anche, naturalmente del decimo anniversario della nascita dei CARC, riportando l’invito al convegno che terremo per l’occasione. Trattiamo quindi della campagna che ci impegna nel presente, sullo sviluppo necessario del legame tra i lavoratori avanzati e la ricostruzione del partito, e di un’attività altrettanto necessaria alla ricostruzione del partito, la formazione di rivoluzionari di professione. L’attività dei rivoluzionari va svolta con metodo scientifico, con serietà e con passione, in misura analoga ma superiore al modo in cui svolgiamo l’attività lavorativa, analoga perché è anch’essa un lavoro ed  esalta tutto ciò che il lavoro ha di positivo, superiore perché va oltre e combatte il rapporto di lavoro basato sullo sfruttamento.

La situazione sta mutando, segnata da sviluppi sempre più rapidi della crisi economica e da manifestazioni sempre più grandi della resistenza delle masse popolari. Si tratta di fenomeni oggettivi di cui esponiamo fondamenti e sviluppi sul piano nazionale e su quello internazionale. Entro questi fenomeni di portata enorme si innesta l’azione delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, che sono chiamate a liberarsi rapidamente dell’arretratezza accumulata nei decenni trascorsi e a ricostruire le organizzazioni della classe operaia, i partiti comunisti, in Italia e nel mondo. Tra le Forze Soggettive ci sono i CARC, che vedono compiersi ciò che hanno previsto fin dalla data della loro costituzione, e che fino da quella data sviluppano il nesso tra la teoria e la pratica, tra il dire e il fare. Più di altri quindi siamo coinvolti nella trasformazione, siamo spinti ai salti di qualità che la situazione oggettiva ci impone e a dare il meglio di noi stessi.

 

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