Quale Fronte per la ricostruzione del partito?

Rapporti Sociali n. 30 - giugno 2002 (versione Open Office / versione MSWord)

 

Dibattito su un documento di Linearossa

 

L’organizzazione Linearossa (LR) tra il novembre 2000 e l’aprile 2001 ha discusso di temi riuniti nell’opuscolo intitolato Ricostruire il Partito Comunista: necessità concreta e urgente, pubblicato nell’estate del 2001. LR invita compagni e compagne ad inviare “suggerimenti, critiche e ad evidenziare incomprensioni”. Abbiamo raccolto l’invito nel dicembre del 2001, producendo un documento che analizzava il testo in modo abbastanza puntuale. Il nostro documento coglieva alcuni limiti della posizione espressa da LR ed era animato più da intento polemico che da intento critico. Lo inviammo a LR premettendo che sarebbe stato pubblicato sul numero 29 di Rapporti Sociali. Se ne rimandò la pubblicazione per ragioni di spazio. LR in ogni caso è intervenuta sulla questione, e ha fatto bene. Ha riprodotto il documento che noi inviammo, ha risposto, ha diffuso il materiale. Ci ha chiamato in causa con nome e cognome, e questo è un pregio in confronto all’uso comune di spandere critiche e polemiche senza indicare l’obiettivo.(1) Per conto nostro, prima che LR ci rispondesse, avevamo prodotto una nuova versione della nostra analisi. Ulteriori riflessioni si sono aggiunte, nel frattempo, contemporaneamente alle risposte di LR.(2) Cerchiamo, quindi, di arrivare a conclusioni definitive sulla questione.

 

 

1. Vedi anche in questo numero le critiche rivolte dai redattori della rivista Scintilla al Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista.

 

2. Chi fosse interessato a seguire il dibattito in dettaglio può richiedere la documentazione complessiva o a noi o a LR (Via del Terminetto 35, 55049, Viareggio, tel. 0584961917, linearossa@tiscalinet.it ).

 

3. Ricostruire il Partito Comunista: necessità concreta e urgente (da qui in avanti: RPC), pagg. 10-11.

 

4. RPC, pag. 9.

 

5. Stalin esprime il medesimo giudizio formulato da Hegel. Nella Scienza della Logica Hegel afferma che l’epurazione rafforza un organismo.

 

 

LR propone di ricostruire un Fronte della ricostruzione del partito comunista. Per costituire tale Fronte ogni FSRS “deve arrivare a negare se stessa per qualcosa che superi le singole organizzazioni: Fronte della ricostruzione del partito comunista”.(3) LR dice anche: ”…noi siamo convinti che il p. c. non possa nascere né da una scissione, né da una confluenza, bensì da un processo di fusione delle migliori energie che sorgono e sorgeranno nel vivo della lotta di classe”.(4) Noi siamo convinti del contrario. Lo insegna l’esperienza: tutti i tentativi di fusione sperimentati in Italia nei decenni e negli ultimi anni con frequenza ossessiva sono falliti. L’esperienza ci insegna anche che i partiti comunisti vittoriosi, quelli che sono giunti alla conquista del potere, si sono costituiti non attraverso fusioni, ma attraverso lotte interne accanite, e Stalin dice il giusto quando afferma che “il partito epurandosi si rafforza”. In apparenza sembra assurdo che per unirsi (e il partito è la forma di unione più alta) sia necessario dividersi (condurre battaglie interne che possono condurre anche all’espulsione dal partito degli elementi di destra). L’apparenza d’altra parte si presenta come l’opposto della sostanza, come insegna la dialettica. In generale la dialettica è unità di opposti, e quindi secondo le sue leggi è vero che per unirsi bisogna dividersi.(5) Quindi i CARC non hanno espulso gli attuali redattori dell’opuscolo che stiamo leggendo per “beghe personali”.(6) Hanno agito così allo scopo di rafforzare la linea che indica i passi giusti e necessari per la ricostruzione del partito e di contrastare la linea opposta, che pone continui ostacoli a fronte di tali  passi. Gli stessi CARC, organismi che avanzano nella ricostruzione del partito, sono più forti, e ciò nonostante l’espulsione di numerosi elementi a seguito di due Lotte Ideologiche e nonostante una campagna repressiva nei loro confronti durata due anni. Gli stessi compagni di LR oggi si qualificano come forza avanzata nel processo di ricostruzione del partito, e che ha la miglior qualificazione (l’atto di nascita) proprio nella divisione tra loro e i CARC.

In ogni caso quando si parla di fusione bisogna riflettere sul perché tutti i tentativi del genere fino ad oggi sono falliti. Il bilancio delle esperienze è cosa fondamentale. È indice della mancanza di coerenza e di determinazione di LR l’aver lanciato “fronti” prima con Iniziativa Comunista (IC) e Movimento Proletario Anticapitalista (MPA), poi con IC e avere ogni volta chiuso bottega senza fare un bilancio. Ciò scoraggia l’iniziativa dei compagni e demoralizza le masse (riduce le lotte di linea a beghe tra individui e gruppetti). LR sistematicamente rifugge dai bilanci. Non fa il bilancio del lavoro dei CARC fino al ‘97, non fa il bilancio del suo lavoro dal 1997 al 2001, non fa il bilancio della sua campagna “Organizzazione e Formazione” lanciata nel gennaio 1999,(7) non fa il bilancio dei suoi abortiti tentativi di “fronte”.

Considerando la questione in concreto ce n’è abbastanza per lasciar perdere ogni idea di fusione. Anche in astratto non si vede come la fusione possa realizzarsi. I vari gruppi si distinguono uno dall’altro per una qualità propria, e questa qualità è ciò che considerano più prezioso, ciò per cui si reputano più avanzati (più nel giusto) degli altri. Dovrebbero sacrificarla mettendosi nello stesso pentolone con tutti? Se lo facessero, se perdessero con ciò la propria identità, non sarebbe questo gettare la propria parte migliore, ciò che meglio secondo loro serve alla ricostruzione del partito? Ad esempio, una forza che giudica il maoismo come l’espressione più avanzata della pratica e della teoria rivoluzionaria, se si fondesse con altri che sono d’opinione contraria dovrebbe smettere di crederlo? Se lo facesse la fusione potrebbe aver successo, ma avrebbe successo l’effettiva ricostruzione del partito, attuata senza uno strumento come il maoismo, che si reputa essenziale?

 

6. In Rapporti Sociali 29 (pag. 29), la Segreteria Nazionale dei CARC risponde alla lettera con cui LR rifiuta di lavorare entro il Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista: “…la divergenza poteva non portare alla divisione se la minoranza accettava di applicare la linea decisa dalla maggioranza. La natura della divergenza politica e ideologica indicata dai CARC è confermata anche dalla successiva attività della vostra organizzazione. Chiunque studia il percorso seguito da LR nei tre anni trascorsi dalla LIA [Lotta Ideologica Attiva] ad oggi e lo confronta con quello seguito dai CARC ha la conferma pratica della grande divergenza ideologica e politica esistente tra le due organizzazioni. È sbagliato continuare a non riconoscere il carattere politico e di principio dello scontro del ’97 e persistere nel tentativo di ridurlo ad uno scontro personale. Non corrisponde alla realtà. Ridurre le divergenze politiche e ideologiche a beghe personali, ostacola il processo di ricostruzione del partito (che è anche comprensione e assimilazione dell’esperienza politica), demoralizza e scoraggia i compagni e ostacola la formazione politica e ideologica.”.

 

7. RPC, pag. 24.

 

8. Lo scrive nella risposta (pag. 3) al primo documento loro inviato.

 

9. Dichiarazione della SN del 15.5.1999, in Resistenza n. 6 del giugno 1999.

 

LR comprende che i CARC ritengono la “fusione” uno strumento inefficace. Dice: “Non spiegate, però se optate per la confluenza e qual è il gruppo (e la sua direzione) nella quale tutti dovrebbero, o dovremmo, confluire: altrimenti continuate a menare il can per l’aia…”.(8) LR allude al fatto che i CARC hanno manifestato apertamente simpatia e interesse al lavoro di ricostruzione del partito condotta dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano (CP). “Menare il can per l’aia” significherebbe che i CARC tirano l’acqua al mulino di questo progetto senza dichiararlo apertamente. La dichiarazione aperta, invece, da parte nostra c’è stata (9) e avrà avuto qualche peso se nell’ottobre 1999 è scattata un’operazione repressiva vasta, articolata e duratura. L’operazione, come si è letto dai documenti degli organi giudiziari, era volta a colpire il tentativo di ricostruzione del partito comunista in forma clandestina.

La controrivoluzione preventiva dunque ha cercato di colpire la CP scatenandosi contro i CARC, considerati  “reclutatori”per la costruzione del partito operanti “alla luce del sole”. Questa convinzione degli organi della controrivoluzione preventiva è purtroppo condivisa da molte FSRS in buona e in cattiva fede. Nell’opuscolo di LR si fa appunto confusione in questo senso. Le cose stanno diversamente. I CARC hanno un progetto lineare. Lavorano alla ricostruzione del partito entro le condizioni di libertà garantite dalla vittoria della classe operaia nella Resistenza al nazifascismo. Tali condizioni hanno limiti precisi, oltre ai quali i CARC non vanno, e oltre ai quali va chi lavora alla ricostruzione del partito direttamente e integralmente. Tra questi ultimi c’è la CP, e i CARC ritengono che il lavoro della CP sia quello che ha più possibilità di successo. La presa di posizione politica dei CARC non autorizza nessuno a sostenere che i CARC e la CP sono una stessa cosa.

Entriamo nel Fronte Popolare per la ricostruzione del Partito comunista. Sono dichiarate le discriminanti per entrare nel Fronte e tra queste non è inclusa l’affermazione secondo cui la pratica della CP è quella più adeguata alla ricostruzione del Partito. Possono benissimo entrare (ed entrano) forze che non la pensano così. Perciò i CARC possono rivolgere l’invito a entrare nel Fronte a tutte le FSRS e a tutti gli elementi avanzati delle masse popolari. Mantengono la propria identità e non negano l’identità altrui. Nella pratica si dimostrerà qual è la linea più efficace.(10) Tutto questo è lineare, e questa linearità è premessa perché il FP-rpc sia uno strumento che funziona, che coglie l’obiettivo, che contribuisce, cioè, alla ricostruzione di un vero partito comunista.

 

LR propone “l’avanzamento graduale, in quanto non trasformiamo noi stessi né la realtà di colpo”.(11) LR dimentica che ogni avanzamento, anche quello nella ricostruzione del partito, procede soprattutto attraverso salti di qualità. Gli avanzamenti graduali stanno tra un salto di qualità e l’altro. L’esempio dell’acqua, che gradatamente aumenta di temperatura e di colpo passa dallo stato liquido a quello gassoso, è talmente ripetuto dai tempi di Engels e di Lenin che dovrebbe essere diventato luogo comune. La ricostruzione del partito richiede che, fase per fase, si individuino i passi necessari e che si compiano. Chi non riconosce i salti di qualità e quindi non li compie si ferma. Nel caso di LR, per esempio, l’avanzamento è talmente graduale che non si percepisce. I salti di qualità interessano anche il processo rivoluzionario: le stesse rivoluzioni sono salti di qualità. L’idea che le masse popolari possano migliorare stabilmente la loro condizione attraverso un avanzamento graduale, senza il salto rivoluzionario, appartiene ai revisionisti.

 

LR fa confusione tra burocratismo e autoritarismo.(12) LR segue i trotzkisti sulla via da essi aperta. Vede la fonte, la causa e l’essenza del comando nell’esistenza in una burocrazia, anziché nella divisione della società in classi (da cui deriva l’esistenza dello Stato, il bisogno del partito e di un nuovo Stato). Per questo verso LR è anarchica come i trotzkisti.

In proposito vale la pena ricordare l’osservazione di un compagno durante una discussione sul funzionariato.(13) Il compagno parlava della critica che soprattutto gli anarchici rivolgono alla figura del funzionario, come burocrate, come soggetto che riduce l’impegno politico a grigia attività impiegatizia, primo emblema del distacco tra i dirigenti politici e le masse. In realtà ciò che rendeva i funzionari tali da meritare la critica non era l’essere funzionari, ma il fatto che con la massima disciplina ponevano in atto la linea del partito, quella che era la reale responsabile della progressiva distanza tra il partito e le masse e del progressivo abbandono della via rivoluzionaria.

 

10. Vedi Rapporti Sociali n. 29, “Chi dirige il FP-rpc?”, pagg. 6 - 8.

 

11. RPC, pag. 19.

 

12. RPC, pag. 25.

 

13. Entro i CARC si sta sviluppando il lavoro di funzionari, compagni stipendiati per lavorare alla ricostruzione del partito. I risultati ottenuti in questo campo testimoniano gli avanzamenti dell’organizzazione nello sviluppo della prima condizione per la ricostruzione del partito, che richiede la formazione di quadri, e della quarta, che richiede il reperimento di fondi.

  

 

Critichiamo la concezione che LR ha dell’unità dei comunisti con le masse. LR deforma a suo uso Lenin. Lenin parla, nel testo da LR citato,(14) di “fondersi, in una certa misura, con le più larghe masse dei lavoratori”. LR traduce “fonderci con le classi lavoratrici”.(15) Qui sta per intero la deviazione di LR. Qui sta il reale motivo della opposizione degli attuali capi di LR alla maggioranza dei CARC nel ‘96-’97, opposizione che arrivò fino al frazionismo e al rifiuto di partecipare alla Lotta Ideologica Attiva: cosa che condusse alla loro espulsione.

Espressione di ciò è il modo in cui considerano il lavoro sindacale. In tutto quello che dicono ora sul lavoro sindacale, di positivo non aggiungono nulla a quello che hanno imparato nei CARC fino a 4 anni prima, ma anzi invertono le priorità.(16) Antepongono il “difendere condizioni di vita e di lavoro” al “trarre, da ogni singola esperienza, la conoscenza più profonda”. Infatti, in quattro anni, non hanno approfondito alcuna conoscenza.

 

14. RPC, pag. 42.

 

15. RPC, pag. 54.

 

16. RPC, pag. 30.

 

 

Da una parte LR dice di essere debole, confusa, isolata,(17) dall’altra dice di essere un “piccolo gruppo compatto”.(18) Da una parte dice: “stiamo percorrendo una strada determinata dal carattere del partito che vogliamo costruire”,(19) ma in nessuna parte dice qual è questo carattere. Hanno ragione quando dicono di essere confusi. Ma perché lo sono? Crediamo perché non vogliono essere precipitosi, ma avanzare adagio, adagio, quasi fermi. La confusione che regna nelle FSRS sarà superata solo da quelli che vogliono superarla, che sono decisi a compiere i passi in avanti necessari. L’opportunismo è rifiuto di riconoscere la realtà, rifiuto di compiere i passi che essa rende necessari, rifiuto di crescere. L’ottundimento mentale è una conseguenza inevitabile di tale rifiuto. La confusione che deriva dalla non conoscenza si supera invece in modo abbastanza semplice studiando quello che non si conosce, cosa facilitata dal dibattito con le altre FSRS.

 

17. RPC, pagg. 47 - 49.

 

18. RPC, pag. 58.

 

19. RPC, pag. 59.

 

A pag. 15 del documento di LR inizia il capitolo “Essere avanguardia: realizzare la nostra trasformazione in comunisti”. In questo capitolo si sostiene che i comunisti devono “stabilire stretti legami tra gli elementi avanzati e le larghe masse”. Si aggiunge che “questa è la catena che chi vuole trasformarsi in comunista deve afferrare”. Legare i lavoratori avanzati al processo di ricostruzione del partito è una tra le condizioni necessarie perché il processo si compia. Per quanto necessaria non è quindi “la catena”, ma una delle catene. Non si tratta di legare gli elementi avanzati e le larghe masse, ma di legare i lavoratori avanzati alla ricostruzione del partito. Gli elementi avanzati sono già legati alle masse popolari: essi sono soggetti che si pongono più avanti entro le masse perché hanno interessi di natura politica, perché hanno capacità di mobilitare le masse e i lavoratori, perché svolgono attività di organizzazione dei lavoratori, perché pensano che un partito comunista è necessario. Ognuno di loro ha molte relazioni con le masse, nel luogo di lavoro, in famiglia, nella vita sociale. Loro sono quelli che vanno coinvolti nel processo di ricostruzione del partito. Cosa intende invece LR? Chi sono gli elementi avanzati di cui parla? Sono forse quelli che stanno lavorando alla ricostruzione del partito, e s’intende che costoro devono legarsi alle larghe masse, intendendo con “larghe” una quantità enorme di persone? Se è così LR deve spiegare come pensa di arrivare all’obiettivo, attraverso quali passaggi coinvolgere come  minimo le decine di migliaia, stante il fatto che è la borghesia a non informare e a disinformare le “larghe masse” con una propaganda ostile al comunismo in generale e in particolare al processo di ricostruzione del partito. La propaganda borghese, e non la nostra, è quella capace di raggiungere le “larghe masse”. I sindacati di regime, e non le FSRS che svolgono attività sindacale, sono quelli che hanno la capacità di coinvolgere le “larghe masse”.

 

Il capitolo sul centralismo democratico tratta dell’espulsione dai CARC di coloro che formarono LR. Riemerge in questo caso un difetto dell’intero opuscolo, che consiste nel non trattare gli argomenti per ciò che sono ma per l’attinenza che hanno con un episodio specifico della propria storia, la Lotta Ideologica Attiva svoltasi entro i CARC nel ’97. Va detto che il centralismo democratico è uno strumento organizzativo. L’uso di questo strumento prevede che la minoranza segua le decisioni della maggioranza. Se la minoranza pensa che la maggioranza sia tale per spirito di servilismo e di cieca obbedienza, allora fa propria la concezione secondo cui le masse non seguono le proposte dei rivoluzionari perché sono asservite, ottuse o intimorite a fronte dell’autorità. All’epoca, la maggioranza dei CARC seguì una linea al posto di un’altra perché in ciò vide una via d’uscita ad una situazione che andava deteriorandosi, vide la possibilità di avanzare nella ricostruzione del partito. Entro quella maggioranza la Lotta Ideologica Attiva, con tutti i contrasti che portò, con tutte le difficoltà che creò e che perdurarono in certi casi per anni, tuttavia fu vissuta come una liberazione. Centralismo e democrazia sono elementi contraddittori: uno è l’opposto dell’altra. Ma la dialettica insegna, tra l’altro, l’identità degli opposti: in questo senso centralismo e democrazia sono la stessa cosa, disciplina e libertà sono la stessa cosa. Perciò quando la maggioranza scelse la disciplina verso una delle linee proposte sperimentò con ciò la libertà di avanzare nel processo di ricostruzione del partito. Questa tesi pone tra i poli della contraddizione (centralismo e democrazia, disciplina e libertà) un nesso dialettico (sono opposti e si identificano). Diversamente i compagni di LR dicono: c’è il centralismo, c’è la democrazia, uno sta di qua e l’altra di là, e non devono sconfinare l’uno nell’altra. Non si vede quale nesso c’è tra le due cose, e cose senza nesso stanno ciascuna per conto proprio, nel pantano e nella frantumazione che LR vuole combattere.

La questione del centralismo democratico torna anche nel capitolo successivo, dove si parla della linea di massa. Torna, perché si sostiene che la linea di massa “vale a tutti i livelli: nel rapporto di lavoro e di direzione tra compagni/e, negli organismi, verso le masse, perché deriva dalla concezione materialista dialettica del processo di conoscenza.”.(20) Dato che la linea di massa è indicata come “principale metodo di lavoro e di direzione dei comunisti”, se vale a tutti i livelli, non avanza alcun livello per l’applicazione del centralismo democratico. Infatti, detto in parole povere, la linea di massa si conclude nel convincere chi ci sta di fronte a fare ciò che ci proponiamo, mentre il centralismo democratico si conclude nel fare ciò che la maggioranza ha deciso, anche se non siamo convinti. Può esistere, secondo LR, un partito dove i membri hanno la libertà di seguire le direttive in base alla propria convinzione individuale?

 

20. RPC, pag. 27.

 

 

Per ciò che riguarda la critica all’iniziativa delle BR non comprendiamo per quali motivi LR considera la cosa un ostacolo per la ricostruzione del partito comunista. Si ripete un difetto che distingue l’opuscolo: si danno per scontate affermazioni che necessitano invece di una spiegazione. Altrimenti si finisce con il cadere nel difetto che qui si imputa ai CARC, dell’ammettere una cosa non perché è vera, ma perché è stata detta dal dirigente. Più avanti si critica la rivista La Voce, ma quella rivista ha per lo meno dedicato un lunghissimo opuscolo (21) a cercare di capire le ragioni delle BR, a tradurre il loro linguaggio in termini comprensibili ad una sfera più ampia di quattro addetti ai lavori, a criticarne l’impostazione.

 

21. Martin Lutero, ossia la trascrizione in volgare del Comunicato del 20 maggio ‘99, supplemento a La Voce n. 3, ott. ’99.

  

In realtà gli autori di questo documento non hanno intenzione di spiegare nulla sulle BR e sul militarismo. Trattano la faccenda pro forma come premessa a ciò che veramente intendono “spiegare”: ciò che vogliono spiegare a piene mani è l’astio contro gli autori della rivista La Voce. Mettendo a fianco BR e La Voce gli autori di questo documento favoriscono, come hanno fatto altre forze, l’azione repressiva borghese e la sua propaganda, che ha cercato di associare, senza riuscirci, due impostazioni politiche molto differenti tra loro, confondendo le acque. L’azione dei militaristi può non essere condivisa, e in tal caso va criticata. La pratica di chi lavora alla costruzione del nuovo Partito comunista italiano, di cui La Voce parla, può essere criticata, ed è bene farlo. Ma qui si fa il gioco della repressione borghese, non distinguendo tra le due cose, dimostrando un’ignoranza totale di quanto è stato scritto da Lenin sulla relazione tra lavoro legale ed illegale nei testi che sono l’ABC di ognuno che pretenda di essere comunista. Tutto ciò che viene detto in questo opuscolo sulla rivista La Voce è falso. Quindi, nel migliore dei casi, gli autori di questo opuscolo non hanno capito niente. Tutto il loro scritto non dice nulla contro il vero avversario, la borghesia imperialista, ogni tanto pro forma dichiara addirittura che “il nemico principale è l’opportunismo di destra” (è falso: il nemico principale è la borghesia imperialista), e poi si scatena contro l’“opportunismo di sinistra”, e nemmeno contro questa deviazione in generale, ma contro alcune sue singole espressioni, i CARC e chi pubblica La Voce. Se l’opportunismo di sinistra non è il principale avversario della classe operaia e delle masse popolari perché gli avete dedicato i tre quarti dei vostri discorsi?

 

In conclusione, invitiamo LR a una maggior serenità di giudizio. Nel primo documento a loro inviato paragonavamo quest’organismo a un animale imbalsamato. Ammettiamo che il paragone non risponde a verità. Restiamo convinti d’altra parte che LR più che avanzare gradualmente è ferma, e che guarda con ostilità ciò che le si muove attorno perché il movimento altrui testimonia la sua stasi. Resta anche il fatto che LR, per il fatto di porre chiaramente come principale la ricostruzione del partito, è in posizione avanzata rispetto a molte delle FSRS oggi in campo. Nonostante le divergenze, quindi, e al di là delle polemiche, oggettivamente si danno le condizioni per un confronto. Le condizioni oggettive per il confronto, noi pensiamo, stanno diventando condizioni necessarie per chi dichiara e per chi vuole procedere alla ricostruzione di un vero partito comunista.

 

 

*****Manchette

 

Costituiamo il Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista

 

APPELLO/PIATTAFORMA del FP-rpc

La situazione attuale e i compiti dei comunisti, dei lavoratori avanzati e degli altri elementi avanzati delle masse popolari

Settembre 2001 - 20 pagg. - 1 €

 

Sommario

1. L'imperialismo porta alla rovina

2."La ricostruzione del partito comunista è oggi il centro della lotta tra classe operaia e borghesia imperialista".

3. La sinistra borghese e i riformisti vecchi e nuovi fanno il gioco della borghesia imperialista, contribuiscono alla rovina dei lavoratori e delle masse popolari e aprono la strada alla destra e alla reazione

 4. Non è sufficiente dire "no all'imperialismo", occorre dire "sì al comunismo".

5. Il compito principale, soprattutto il compito dirigente dei comunisti oggi, il compito a cui tutto il resto deve essere subordinato perché altrimenti è diversione delle forze dal compito principale, è la ricostruzione del partito.

6. Perché il Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista (FP-rpc)?

7. Quali scopi ci proponiamo con il FP-rpc?

 

Per richiedere copia dell’opuscolo e per contatti:

Commissione Nazionale Provvisoria (CNP) del FP-rpc

c/o Ed. Rapporti Sociali, Via Tanaro 7 - 20128 Milano

e-mail: cnp-fprpc@virgilio.it

 

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