Ancora un massacro di prigionieri/e rivoluzionari nelle carceri dello stato fascista della Turchia

Rapporti Sociali n. 26/27 - gennaio 2001 (versione Open Office / versione MSWord )

 

40 prigionieri uccisi e altre centinaia feriti dalle forze speciali militari del governo criminale di Bulet Ecevit.

 

Dopo 61 giorni di lotta e di sciopero della fame di oltre mille rivoluzionari/e prigionieri/e appartenenti a varie organizzazioni comuniste e rivoluzionarie turche e curde, come il Dhkc (Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo), il Tkp-ml (Partito comunista turco marxista Leninista), il Tikp (Partito Comunista dei lavoratori) e il Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), il governo fascista della Turchia di Bulet Ecevit, ordina alle forze speciali militari di intervenire in 20 carceri (Burga, Izmir, Canakkale, Usak, Bayrampasa, Umranye, Malatya, ecc.) per fermare l’eroica lotta dei prigionieri contro il programma di istituzione delle carceri speciali di tipo F, con celle singole dette «le bare», in cui isolare i prigionieri politici ed annientarli in silenzio. L’irruzione nelle carceri delle forze armate speciali del governo di Ecevit ha prodotto la morte di circa 40 compagni e centinaia di feriti, ma gli aguzzini hanno trovato la resistenza eroica dei rivoluzionari prigionieri che ha causato anche due morti e centinaia di feriti nel loro campo.

I militari aguzzini di Ecevit che hanno fatto utilizzo di ogni tipo di arma (elicotteri, bombe, mitra, gas, buldozer, carri blindati) si sono abbandonati al pestaggio dei prigionieri, che catturati venivano trascinati via e trasferiti in altre prigioni.

Il governo criminale di Ecevit, alleato dei governi imperialisti, maestri della politica di annientamento dei prigionieri e del massacro, statunitense, israeliano e non ultimo del governo della borghesia italiana (che intrattiene floridi rapporti economici, politici e militari), non ha potuto soffocare nel silenzio la lotta dei prigionieri, non solo per la resistenza che questi hanno opposto alla brutalità dell’intervento militare, ma anche per la solidarietà che si è sviluppata in queste settimane attorno ad essi. In primo luogo la solidarietà attiva da parte delle masse popolari turche, dei parenti e dei loro compagni di lotta che presidiavano da giorni le carceri in rivolta e che hanno resistito nelle strade alle cariche della polizia e agli arresti di massa (circa 700). Il muro di silenzio che lo stato fascista turco e la stampa borghese estera hanno cercato di alzare non ha retto alla solidarietà che si è sviluppata, anche a livello internazionale, grazie all’adesione allo sciopero della fame proclamato nelle carceri turche, dei prigionieri spagnoli, belgi, italiani ecc. che aderiscono alla Piattaforma 19 giugno 1999, e alla denuncia degli organismi internazionali che sostengono e difendono i rivoluzionari prigionieri.

 

Onore ai rivoluzionari prigionieri caduti nell’eroica resistenza al regime sanguinario e fascista turco.

Solidarietà a tutti i prigionieri/e rivoluzionari/e e al movimento popolare di resistenza della Turchia!

 

Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)

Via Acate 51/c - Napoli, Italia

E-mail: aspilbollettino@virgilio.it

 

Napoli, dicembre 2000

 

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