Campagna 3/1999 dei CARC
Giovani delle masse popolari: lotte di difesa e ricostruzione del partito comunista

Rapporti Sociali n. 25 - giugno 2000 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Il lavoro di questa campagna (autunno 1999) è stato accompagnato e influenzato dall’attacco repressivo diretto contro la nostra organizzazione, contro il lavoro di ricostruzione del partito comunista in atto nel nostro paese. Questo attacco è stato avviato il 19 ottobre, due giorni dopo la DNS (Direzione Nazionale Straordinaria), con perquisizioni di Digos e Carabinieri in tutta Italia, nelle case e nei luoghi di lavoro di 60 compagni e collaboratori dei CARC e di altri organismi (Movimento Proletario Anticapitalista, Panetteria Occupata, CDL Rosso 16, Circolo Pietro Secchia, Coop. edile 25 Aprile), con accompagnamenti in questura e sequestri di materiali e con la successiva campagna dei mass-media di intimidazione, falsificazione e intossicazione. (Vedi Rapporti Sociali n. 23-24).

Nella circolare di avvio della campagna (settembre 1999), denunciando la campagna stampa di criminalizzazione dei CARC partita a giugno, avevamo scritto: “Il lavoro di questa campagna viene avviato dopo due tentativi di ostacolare la ricostruzione del partito comunista, uno interno, teso a resistere al processo che i comitati hanno avviato con l’elaborazione e la pubblicazione ad opera della SN del Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano (PMP); l’altro esterno, con l’operazione di criminalizzazione dei comitati da parte della stampa borghese e degli apparati dello stato. Il lavoro della borghesia, prima che in azioni repressive, si esprime in molte operazioni di deviazioni e diversione, con l’obiettivo di ostacolare il lavoro di ricostruzione del partito.

L’interesse supremo della borghesia è, in questa fase, impedire la ricostruzione del partito comunista e ciò non poteva non riflettersi in qualche modo nelle nostre fila. Quindi i compagni che vogliono ricostruire il partito comunista devono valutare queste difficoltà, sulla base dell’esperienza attuale e del patrimonio storico del movimento comunista, per mettersi in condizione di capire per tempo trabocchetti e deviazioni”.

Il tentativo della borghesia imperialista è dunque quello di ostacolare e rallentare il lavoro che i CARC, da quando sono nati, nel 1992, svolgono tra operai avanzati, lavoratori e masse popolari per creare le condizioni della ricostruzione del partito comunista nel nostro paese. La borghesia imperialista ha paura che il progetto di costruzione del nuovo PCI raccolga adesioni e possa aver successo e reagisce con la controrivoluzione preventiva (perquisizioni e procedimenti giudiziari, intimidazioni, campagne stampa di confusione e intossicazione, arresti, ecc.), cerca di seminare paura e di isolare le avanguardie della classe operaia. Con l’operazione in corso, cerca inoltre, di rinnegare ai CARC il lavoro sin qui svolto. A questi tentativi i CARC rispondono lavorando con più determinazione e decisione, continuando ad appoggiare tutti coloro che lavorano alla costruzione del nuovo pci, costruzione di “un partito adeguato ai compiti che la seconda crisi generale del capitalismo e la conseguente situazione rivoluzionaria pongono di fronte ad esso, un partito che tenga pienamente conto degli insegnamenti della prima rivoluzione proletaria”, rivendicando pubblicamente l’interesse e il sostegno al lavoro di convocazione del congresso del nuovo partito avviato dalla CP. I passi avanti fatti in questi ultimi 2 anni verso la costruzione del partito (dalla pubblicazione del Progetto di Manifesto Programma alla costituzione della CP) e la reazione della borghesia sono una dimostrazione che lo scontro tra la borghesia imperialista e la classe operaia del nostro paese in questa fase è incentrato sulla ricostruzione del partito.

Questa situazione pone i CARC e quanti si dichiarano e lavorano coerentemente alla ricostruzione del partito come principale obiettivo delle operazioni di controrivoluzione preventiva. Dobbiamo tener presente che siamo entrati in una  fase in cui saremo al centro dell’attenzione sia della borghesia imperialista (che tenterà di attaccarci con azioni repressive di vario genere) che dei lavoratori avanzati, delle FSRS, degli elementi avanzati delle masse popolari che resistono e cercano una via di uscita dalla situazione di miseria e abbrutimento che la crisi generale della società capitalista genera.

In questa situazione dobbiamo aver chiaro che il nostro lavoro ordinario e straordinario (come ad es. le campagne) potrà subire “scombussolamenti” dovuti alle manovre della borghesia imperialista e dei suoi apparati repressivi che possono ostacolare, sconvolgere i nostri piani di lavoro, i nostri programmi. Dobbiamo attrezzarci per resistere agli attacchi, per far sì che questi attacchi si ritorcano contro i promotori e si trasformino in passi avanti e in risorse per il lavoro sulle 4 condizioni e in condizioni favorevoli per la crescita e la formazione dei compagni e dei dirigenti. È una situazione nuova e via via troveremo strade e metodi per farvi fronte usando il materialismo dialettico (aspetti positivi e negativi delle contraddizioni che determinano) e attingendo dalla nostra esperienza e da quella del movimento comunista del nostro paese e di altri paesi che hanno vissuto e stanno vivendo le stesse esperienze. Nel campo della lotta contro la repressione abbiamo un ricco patrimonio da valorizzare che ci deriva dal lavoro che alcuni di noi hanno svolto per anni nei comitati contro la repressione e nell’ASP. Un patrimonio che ci aiuterà a fare fronte, nei migliore dei modi, alla nuova situazione. La campagna: “Giovani delle masse popolari e ricostruzione del nuovo partito comunista”, come abbiamo visto, si è svolta in un clima non favorevole a un suo “ordinario” sviluppo. La repressione e la criminalizzazione che hanno coinvolto la nostra organizzazione non l’hanno bloccata e i comitati hanno in una certa misura saputo far fronte alla nuova situazione, mantenendo gli impegni programmati e dando prova di attaccamento e disciplina.

Essa aveva come obiettivo: legare i giovani delle masse popolari al processo di ricostruzione del nuovo partito comunista. Come ogni campagna, anche questa era rivolta all’interno e all’esterno dei CARC.

Il lavoro interno riguarda i compagni dei CARC e i loro collaboratori; quello esterno riguarda le masse e il nostro rapporto con loro.

Nella campagna i comitati hanno lavorato con l’obiettivo di costruire un rapporto con i giovani, attraverso inchieste e contatti con alcuni centri sociali di Bergamo, Milano, Pavia, Firenze, lo sviluppo di iniziative specifiche, la partecipazione alle lotte studentesche dell’autunno, con iniziative per l’anniversario della Rivoluzione di Ottobre, di solidarietà con i compagni colpiti dalla repressione, ecc. In tutte le occasioni e in tutte le iniziative sono stati mandati messaggi di solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione, ai compagni che lottano concretamente per dare alla classe operaia la propria organizzazione: il nuovo partito comunista. Saluti particolari sono stati inviati al nostro ex segretario nazionale Giuseppe Maj e ai compagni della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (n)PCI.

Nella campagna è stato avviato un lavoro di studio sul ruolo dei giovani nel movimento comunista. Il Collettivo La Comune di Milano ha prodotto un opuscolo “I giovani alla fondazione del partito comunista italiano”, il CARC di Firenze ha elaborato un interessante documento di analisi sui centri sociali, a Napoli è stato fatto un seminario sul Progetto di Manifesto Programma.

A Napoli vi è stata inoltre la significativa partecipazione dei giovani compagni alle iniziative di lotta dei lavoratori dell’Alenia, e in particolare all’occupazione della tangenziale. I compagni, unendosi ai lavoratori, hanno avuto l’occasione di fare inchiesta e di dare la piena solidarietà alla lotta per la difesa del posto di lavoro dei lavoratori, rafforzando il loro legame con noi.

  

Dall’esperienza di questa campagna, che è la prima campagna in questo settore, possiamo trarre degli insegnamenti interessanti per la nostra organizzazione e per il lavoro del settore.

Ogni comitato ha applicato, secondo le proprie capacità, la linea di massa: fare inchiesta per capire i giovani e la loro pratica, cogliere con tempestività le loro inclinazioni, affidare compiti in base alle loro caratteristiche, creare momenti di confronto con altri organismi di giovani ecc. È un metodo di lavoro che stiamo imparando ad applicare. Saper applicare una linea particolare in una situazione è fondamentale per lavorare nel modo giusto sulle 4 condizioni per la ricostruzione del partito comunista.

Inoltre abbiamo imparato che i giovani, con la loro voglia “di cambiare il mondo”, in un primo momento sono orientati a darsi molto da fare nella pratica. È perciò fondamentale affidare loro dei compiti idonei alle loro potenzialità, guidarli con una giusta direzione e mobilitarli sul piano politico con un giusto metodo, cercando di far loro capire che è necessaria una teoria rivoluzionaria se si vuole sradicare la società borghese, dove i giovani (oggi col procedere della seconda crisi generale del capitalismo) non hanno futuro; dimostrando loro, attraverso la storia degli ultimi 150 anni del movimento comunista, che il loro futuro sta nel socialismo e che nella situazione attuale per raggiungere la nuova società è necessario lavorare con determinazione nel creare le condizioni per la ricostruzione del nuovo partito comunista.

In conclusione, è necessario mobilitare i giovani in modo che diano il loro contributo al lavoro per l’elaborazione del Manifesto Programma che riguarda anche i giovani come comunisti e come proletari; il loro impegno in questa direzione è importante per definire meglio gli obiettivi particolari e generali del futuro partito comunista, in modo che esso diventi un potente strumento per la mobilitazione dei giovani delle masse popolari nella lotta per il socialismo.

Nella gestione della campagna non si sono riscontrati particolari errori di orientamento e di gestione, mentre si sono riscontrati dei limiti soprattutto per quanto riguarda la nostra capacità di direzione centrale e locale del lavoro e la nostra capacità di fare bilanci accurati del lavoro svolto. Limiti che hanno sviluppato un dibattito all’interno dell’organizzazione su come affrontarli e superarli.

Il lavoro sviluppato dai compagni in questa campagna ha dato un contributo alla crescita dei giovani collaboratori e ha migliorato la comprensione del lavoro da svolgere per raccogliere e mobilitare i giovani delle masse popolari nella lotta per la ricostruzione del PC. Questo lavoro è continuato con la prima campagna del 2000 che riguarda le masse popolari di cui i giovani fanno parte.

Dal bilancio della campagna abbiamo inoltre tratto alcune indicazioni per lo sviluppo del lavoro del settore.

1) Promuovere gruppi di studio che riguardano l’approfondimento del PMP, con l’obiettivo di arricchire e approfondire il progetto, ponendo le basi per il lavoro di elaborazione del Manifesto-programma del nuovo partito comunista italiano e per portare avanti la lotta contro il movimentismo, che è una delle malattie giovanili alimentata dalla borghesia e dalle FSRS movimentiste e antipartito.

2) Sostenere e promuovere con più costanza le lotte di difesa dei giovani (Centri sociali, studenti, circoli giovanili, ecc.).

3) Promuovere la mobilitazione dei giovani in iniziative e organismi contro la repressione e la controrivoluzione preventiva, in solidarietà dei rivoluzionari prigionieri, ecc. Sviluppare la loro collaborazione con l’ASP e con i Comitati 19 ottobre (abbiamo diversi esempi dell’interesse dei giovani verso questa attività).

4) Promuovere la partecipazione dei giovani collaboratori e simpatizzanti alle nostre attività di propaganda e di  sostegno alle lotte di difesa, applicando il metodo della sperimentazione e dell’inchiesta per conoscere meglio le loro tensioni e il loro possibile legame e contributo al lavoro pratico e teorico, tenendo conto della condizione oggettiva (ambiente e stato delle masse popolari) in cui ogni comitato opera.

5) Promuovere riunioni periodiche nazionali e locali per ampliare il dibattito, scambiare esperienze, fare bilanci e conseguentemente definire meglio le linee di lavoro del settore.

 

W la mobilitazione dei giovani nella lotta per la ricostruzione del partito comunista!

 

Alcuni esempi storici sul ruolo dei giovani nel movimento comunista

 

La storia dei 150 anni del movimento comunista è ricca di esempi sul contributo che i giovani hanno dato al suo sviluppo; dobbiamo favorire lo studio e la ricerca per valorizzarla e svolgere meglio e con meno errori i compiti che abbiamo davanti.

Di seguito si riportano alcuni esempi che rappresentano con quale forza, entusiasmo e determinazione i giovani possono lavorare per la ricostruzione del partito comunista e per la costruzione di una società socialista.

Un primo esempio è quello relativo al ruolo svolto dai giovani rivoluzionari in Russia nel periodo prerivoluzionario, durante il quale il partito socialdemocratico russo dovette subire una potente repressione poliziesca, con torture, deportazione e carcere, e affrontare dure lotte politiche e ideologiche contro le varie tendenze, anarchiche, riformiste e piccolo borghesi, che erano presenti al suo interno. Grazie al ruolo svolto dalle sue organizzazioni costituite per la maggioranza da giovani, il POSDR riuscì a sradicare il sistema di oppressione zarista e a costruire una società nuova, una società senza i privilegi delle classi sfruttatrici. I giovani hanno sempre combattuto tenacemente offrendo, in molti casi, anche la vita per il socialismo. Questi giovani compagni, sotto la direzione del PC(b)R, raggiunsero grandi risultati nel campo scientifico e sociale.

Un secondo esempio riguarda il grande contributo che i giovani hanno dato durante la prima fase di costruzione del socialismo quando, durante il primo piano quinquennale, decine di migliaia di giovani si sono mobilitati nella costruzione della città di Magnitogorsk, sui pendii degli Urali, dove in un anno e mezzo fu costruita dal nulla una città di 180.000 abitanti, con ottocento km di ferrovia che collegava questa città con altri centri importanti della zona. Fu il più grande cantiere edile del mondo, nacque una città operaia tutta fatta di giovani, dove il 60% dei lavoratori aveva meno di 24 anni. I giovani comunisti e proletari dei paesi socialisti, sotto la direzione dei partiti comunisti, dell’Esercito rosso cinese, della gloriosa Armata Rossa sovietica sono un esempio per tutti i giovani che credono nella rivoluzione e intendono lavorare per essa. Essi hanno lasciato un ricco patrimonio per tutti i giovani, gli operai, i proletari e i comunisti che si incamminano sul terreno della rivoluzione socialista.

Un altro esempio, che ci riguarda da vicino, è il contributo che i giovani comunisti italiani hanno dato prima alla fondazione del Partito Comunista d’Italia (l’80% dei giovani hanno abbandonato il PSI e sono entrati nel PCI). Grazie alla direzione del PCI clandestino, dal 1943 al 1945, la classe operaia italiana composta da moltissimi giovani raggiunse, con la Resistenza, il punto più alto mai raggiunto nella lotta per la conquista del potere della sua storia. Basti ricordare che in diverse zone d’Italia i giovani operai avevano assunto il controllo diretto delle prefetture, delle caserme dei carabinieri e dell’esercito e che interi paesi furono controllati e amministrati direttamente dai giovani lavoratori. Il PCI, allora, non riuscì però a portare a compimento la rivoluzione socialista nel nostro paese, in quanto perse di vista gli obiettivi propri di quest’ultima e, guidato dall’ala revisionista e di destra, che in quell’occasione prese il sopravvento, si trasformò in una semplice appendice del fronte antifascista italiano (vedi opuscolo dei CARC sul 50° anniversario della  Resistenza).

Anche nella lotta avviata negli anni ’60-70 contro il revisionismo moderno e per la ricostruzione del partito comunista i giovani e le organizzazioni giovanili del PCI hanno svolto un ruolo di avanguardia (rottura con linea revisionista di Togliatti-Krusciov, appoggio alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, nascita di nuove organizzazioni comuniste, delle organizzazioni combattenti). Inoltre giovani operai e studenti sono stati i protagonisti dei movimenti di massa degli anni ’70, dei Consigli di fabbrica, del movimento studentesco, ecc. Sul bilancio dei primi tentativi di ricostruire il partito comunista nel nostro paese degli anni ’60-70 vedere il Progetto di Manifesto Programma pagg. 77-81 e Engels 10-100-1000 CARC, pagg. 17-26.

 

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