Presentazione

Rapporti Sociali n. 25 - giugno 2000 (versione Open Office / versione MSWord )

 

La crisi procede ed entro le leggi che regolano il suo movimento si sviluppa l’azione cosciente delle classi in contrapposizione, la classe operaia e la borghesia imperialista. In campo politico la classe operaia agisce nel processo di ricostruzione del partito comunista. L’agire politico della borghesia imperialista è regolato dagli interessi contrapposti delle frazioni in cui questa classe si divide e dalla politica di rapina che ogni frazione conduce nei confronti delle masse popolari. Il processo di ricostruzione del partito comunista è l’essenza del nostro lavoro politico, è la nostra prima necessità ed è un processo in atto. È all’inizio ed ha un futuro. Al contrario l’azione politica della borghesia imperialista non riesce a mascherare lo stato di putrefazione in cui versa il potere di questa classe. La nostra rivista considera l’azione cosciente della classe operaia nel suo sviluppo e quella della borghesia imperialista nella sua degenerazione con lo scopo non di descrivere, ma di costruire là dove è necessario e di distruggere là dove bisogna farlo. La coscienza della classe operaia infatti non è qualcosa che va descritto, ma è qualcosa che va costruito, e non si tratta di farlo andando per il mondo a predicare la verità alle masse popolari. La coscienza della classe operaia non è una somma di pensieri che circolano nella mente degli operai e delle operaie di questo mondo. La coscienza della classe operaia è il suo partito comunista, un soggetto concreto e vivente. Ciò che si propone questa rivista, quindi, non è il descrivere ma è il lavorare per la ricostruzione del partito comunista, e specificamente lavorare per la ricostruzione del partito comunista italiano.

Per questo motivo procediamo nella pubblicazione degli interventi a proposito del Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano elaborato a suo tempo dalla SN dei CARC. Questo è un lavoro essenziale, perché non c’è partito che non abbia un manifesto ed un programma.

Allo stesso modo procediamo nel dibattito con le altre forze soggettive in merito alle questioni in campo. Oggi il dibattito tra le forze soggettive della rivoluzione socialista (FSRS) ha come questione centrale la repressione. Il processo di ricostruzione del partito è un fatto, non è più soltanto un’esigenza. È pensabile che la borghesia assista allo sviluppo di questo fatto senza intervenire? Tra le mille repressioni che l’apparato borghese organizza un’attenzione speciale viene dedicata al processo di ricostruzione del partito. Un’attenzione particolare è stata ed è dedicata al lavoro della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del nuovo PCI con l’operazione scattata il 19 ottobre 1999. Sui caratteri di questa operazione si è acceso un dibattito molto vivace, ancora in corso, tra le varie FSRS. Riportiamo in questo numero la posizione espressa dai CARC, ed altre posizioni in cui ci si confronta con le FSRS italiane e con i loro movimenti a seguito delle operazioni repressive.

Fanno parte del dibattito con le FSRS altri articoli dove si entra nel merito di questioni particolari, quali il giudizio sulla classe operaia nei paesi imperialisti e l’importanza dell’analisi teorica per la pratica politica. Entrambe le questioni sono nodi fondamentali per lo sviluppo del movimento rivoluzionario italiano, e vanno sciolti.

Tutto questo riguarda il campo d’azione della classe operaia. Il lavoro di ricostruzione del partito comunista italiano è il

fatto nuovo, ed è l’elemento attorno al quale ci si schiera e ci si distingue. C’è da augurarsi che tale lavoro proceda nel modo più spedito, in modo tale che si riduca la confusione dove l’opportunismo cresce ed alimenta tutti i vizi diffusi da decenni tra coloro che si presentano come rivoluzionari, in modo tale che la trasparenza si estenda.

Il campo d’azione della borghesia imperialista è segnato dalla crisi del revisionismo. In particolare i revisionisti italiani stanno subendo sconfitte pesanti. Il credito di cui hanno goduto presso le masse popolari negli ultimi cinquant’anni si va riducendo sensibilmente. Di tale credito hanno fatto merce da vendere alla borghesia imperialista, e perdendolo rischiano l’uscita dal mercato. Una simile eventualità renderà più visibile l’aggressione, la repressione e la politica di  rapina su cui si regge il potere della borghesia imperialista. In tali casi i mezzi legali ed illegali con cui la borghesia contrasta il processo di ricostruzione del partito sono usati con maggiore ampiezza, ma l’inasprimento della repressione non si accompagna necessariamente ad una sua maggiore efficacia. Sia la caduta del revisionismo come l’inasprirsi del-l’attacco borghese sono fattori che possono alimentare il lavoro di ricostruzione del partito comunista italiano. Si tratta di usare il materialismo dialettico, il metodo attraverso cui i fattori negativi si rovesciano nel loro contrario. Smettiamo di strillare che la borghesia è cattiva, smettiamo di produrci nell’elenco infinito delle sue malefatte, smettiamo di svicolare di fronte ai nodi di fondo e di raggrupparci e rintanarci agli angoli come sporco raccattato dalla scopa. Il futuro è in mano nostra, il nostro è un compito alto, e noi stiamo diventando grandi.

 

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