AZIENDA PER AZIENDA...

Rapporti Sociali n. 16 (inverno 1994-1995) - (versione Open Office / (versione Word)

“Fare della difesa di ogni posto di lavoro un problema di ordine pubblico”, cioè un problema politico, un problema di tutta la società. Gli operai dell’Enichem di Crotone, della Seleco di Pordenone, i minatori sardi, hanno indicato questa strada.

L’istinto di classe ha portato alla scoperta di elementari verità dell’economia moderna che nessun professore borghese riesce a capire: il problema di un’azienda non si risolve nell’azienda!

Ogni azienda è connessa alle altre e al resto della società da un legame vitale, formando con esse un unico sistema. Il capitalismo ha reso collettive le forze produttive e l’attività economica della società che quindi non possono più essere gestite come unità separate, pena la crisi come quella che stiamo subendo.

La “salute” di un’azienda è una cosa, l’efficienza della sua organizzazione e la produttività del lavoro un’altra. Se l’Unione Europea ha deciso che la produzione di acciaio in Italia deve calare di 5 milioni di tonnellate, non c’è produttività del lavoro che tenga, alcune acciaierie devono chiudere.

Se il consumo di auto e calato, non c’è “modello giapponese” che tenga: alcune fabbriche devono chiudere. Tutto si riduce a quale chiudere!

Nel bilancio di un’azienda capitalistica entrano tante voci che possono farlo passare dal rosso al nero e viceversa: ammortamenti, contributi sociali, costo del denaro, tasse, imposte, ecc. Se poi si allarga un po’ l’orizzonte e si tiene conto dei costi reali di un’azienda, il suo bilancio diventa ancora più arbitrario: quanto deve essere messo in bilancio della singola azienda dei costi “sociali” in termini di reti di comunicazione, di consumo di risorse naturali (aria, acqua, suolo), di interferenza su altre attività, di salute dei lavoratori e degli abitanti, di formazione della forza-lavoro, di utilizzo dei pubblici servizi?

È ovvio che il singolo capitalista decide della vita della sua azienda in base al ragionamento semplicistico se gli rende o no, stante i costi che per legge o per abitudine ha in conto. Questo é i1 suo ragionamento, legato alla proprietà privata dell’azienda. Il capitalista stesso che possiede più aziende non applica questo criterio ad ognuna separatamente, perché sa che un’azienda in rosso può essere quella che fa fare buoni affari a un’altra. I lavoratori che fanno della difesa del posto di lavoro un problema di ordine pubblico hanno istintivamente capito quello che i professori borghesi non capiscono.

Altro che lavoratori esasperati, disperati, incazzati o corporativi!

Per capire le cose bisogna aver bisogno di capirle

(da Resistenza, ottobre ’94).