Presentazione

Rapporti Sociali n. 16 (inverno 1994-1995) - (versione Open Office / (versione Word)

 

Questo numero di Rapporti Sociali esce a circa un anno di distanza dal precedente (il numero 14/15). Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti, anche senza riferirsi all’alluvione che in novembre ha devastato Piemonte, Liguria, Toscana e Lombardia a dimostrazione di come la borghesia imperialista ha diretto il paese nei cinquant’anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale.

La seconda crisi generale del sistema capitalista mondiale sta dovunque trasformandosi in crisi politica, cioè in crisi dei regimi politici dei singoli paesi e in crisi del sistema di relazioni politiche internazionali. La guerra della Jugoslavia è lì a ricordarlo, ma non occorre: basta guardare a Roma. Con le elezioni del 27 marzo il disfacimento del regime DC ha fatto un passo in avanti. A causa degli insanabili contrasti d’interessi che contrappongono i gruppi imperialisti tra loro, la borghesia imperialista è sempre più una classe allo sbando, incapace di trovare l’unità su una soluzione politica; nel suo seno si affermano avventurieri e capitani di ventura. Non solo Berlusconi: i risultati delle elezioni USA dell’8 novembre ’94 lo stanno a provare. Non è ancora arrivata a tipi alla Mussolini o alla Hitler perché la crisi non è ancora arrivata cosi lontano e lo scontro tra mobilitazione rivoluzionaria delle masse e mobilitazione reazionaria delle masse non si è ancora approfondito e generalizzato abbastanza.

Crisi politica vuol dire anche situazione rivoluzionaria in sviluppo. Si stanno creando le condizioni politiche in cui la classe operaia potrà affermare la sua direzione nella società. Sarà la classe operaia all’altezza delle opportunità che la situazione presenterà? Ripeterà e moltiplicherà durante la seconda i successi che seppe strappare durante la prima crisi generale del sistema capitalista (1910-1945) con la Rivoluzione d’Ottobre, la fondazione dell’Internazionale Comunista, il sovvertimento del sistema coloniale, la fondazione della Repubblica Popolare Cinese e di altri paesi socialisti, la creazione di partiti comunisti in ogni angolo della terra? Non è un risultato che discende dal cielo. È un risultato che può essere costruito se le forze soggettive della rivoluzione socialista vi si dedicano con una linea giusta, con un metodo di lavoro giusto e con determinazione e tenacia, procedendo anzitutto alla ricostruzione del partito comunista.

Nel Corso del 1994 si sono costituiti un certo numero di Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC) e vari compagni hanno iniziato a trasformarsi: hanno adottato la linea di massa come metodo principale di lavoro e hanno applicato la linea di unirsi alla resistenza delle masse popolari al procedere della crisi, appoggiarla, promuoverla, organizzarla e far prevalere in essa la direzione della classe operaia trasformandola cosi in lotta per il socialismo.

I CARC hanno costituito una direzione nazionale, si sono dotati di un foglio mensile, Resistenza, che viene già diffuso in alcune migliaia di copie e hanno incominciato a condurre un’attività sistematica di sperimentazione. I Centri di Documentazione Filorosso e l’Associazione Solidarietà Proletaria hanno iniziato a mobilitare e raccogliere le forze nei rispettivi campi d’azione, lavorando per affermare la direzione della classe operaia tra le masse popolari. Le Edizioni Rapporti Sociali hanno completato la pubblicazione delle Opere di Mao Tse-tung, strumento importante della battaglia per l’affermazione del maoismo, terza superiore tappa del pensiero comunista. Insomma un’attività multiforme che è stata nutrita dalla resistenza che le masse popolari oppongono al procedere della crisi portata dal capitalismo e nello stesso tempo ha contribuito ad elevare il livello di questa resistenza.

E sulla base di questa esperienza compiuta che affrontiamo il nuovo anno, che sarà un anno importante dato il livello già raggiunto dalla crisi politica e data la svolta che vi è stata quest’anno tra le masse popolari del nostro paese. Proprio la vittoria di Berlusconi e la sconfitta del Polo progressista hanno creato le condizioni perché si sviluppasse una nuova ondata di attivismo e di organizzazione autonoma tra le masse in generale e in particolare nella classe operaia. Le lotte in corso, benché prevalentemente difensive, hanno riproposto con forza la direzione della classe operaia sul resto delle  masse popolari: dovunque una fabbrica o un reparto conduce con determinazione ed autonomia dai sindacati di regime una lotta difensiva di una certa durata, questa diventa centro di mobilitazione e di raccolta della protesta anche del resto delle masse popolari. Nella classe operaia ha iniziato a svilupparsi l’organizzazione autonoma: nel corso di una lotta alcuni lavoratori avanzati si uniscono in qualche modo e la dirigono, obbligando di fatto funzionari sindacali, politicanti, sindaci, vescovi e altre autorità a rendersi utili. Questo e il patrimonio con cui affrontiamo il nuovo anno.

Il 1995 è l’anno del 50° anniversario della Liberazione del nostro paese dal nazifascismo. La Resistenza ha segnato profondamente la classe operaia e le masse popolari del nostro paese. Niente è più stato come prima. Neanche l’occupazione angloamericana e la restaurazione borghese con il regime DC hanno più potuto cancellare la trasformazione che l’esperienza della guerra popolare e della vittoria aveva prodotto tra le masse.

Il 1995 è anche il primo centenario della morte di F. Engels, uno dei massimi dirigenti, con K. Marx, della classe operaia nel primo periodo della sua lotta per il potere; lotta che essa conduce da più di 150 anni e che, iniziata in Inghilterra, si è estesa prima all’Europa e all’America del Nord e poi ha investito tutto il mondo, imprimendo il suo segno all’epoca in cui viviamo.

Noi auguriamo che il 1995 sia anche l’anno della ricostituzione del partito comunista italiano o almeno di decisivi passi in quella direzione.

Gli articoli pubblicati in questo numero della rivista sono frutto di un’ampia raccolta di esperienze condotta tra compagni dei CARC, simpatizzanti e collaboratori, nel corso dell’estate e dell’autunno. I riferimenti al movimento politico contenuti in essi sono in generale limitati ai mesi precedenti l’ottobre. Quindi in particolare non sono espressamente citati gli insegnamenti delle grandi lotte condotte dalla classe operaia e dal resto delle masse popolari contro la Legge Finanziaria del governo Berlusconi. L’andamento di queste lotte e le condizioni che ne hanno determinato la forma (il contrasto politico interno alla classe dominante, il grande malcontento delle masse popolari e il sorgere di un significativo movimento di organizzazione autonoma tra gli operai) convalidano l’analisi espressa negli articoli. Confidiamo che essi contribuiranno quindi a migliorare l’orientamento e rafforzare la determinazione dei compagni che dedicano le loro energie allo sviluppo della resistenza delle masse popolari alla crisi e alla costruzione del nuovo partito comunista della classe operaia.

La redazione