PRESENTAZIONE

Rapporti Sociali n. 3, marzo 1989  (versione Open Office / versione MSWord )

 

Con questo numero di Rapporti Sociali presentiamo ai nostri lettori la parte seconda di Rapporto di capitale (la parte prima è stata pubblicata su Rapporti Sociali n. 2), interventi su questioni travisate, controverse o dimenticate della teoria marxista del modo di produzione capitalista.

Questa seconda parte è composta di tre punti

2. Lo sviluppo delle forze produttive nell’ambito della produzione semplice di merci e il rapporto di capitale

3. Unità e contraddizione tra rapporto di valore e rapporto di capitale

4. Lo sviluppo delle forze produttive nell’ambito della produzione capitalista di merci.

Essa corrisponde ai punti 1.6, 1.7, 2.1, 2.2, 2.3, 2.5, 2.6 del Progetto di Ricerca perseguito dai redattori di Rapporti Sociali, riportato a p. 17 di questo numero. La terza ed ultima parte di Rapporto di capitale verrà pubblicata sul prossimo numero.

Pubblichiamo quindi in L’analisi delle classi in cui è divisa la società borghese alcuni criteri per l’analisi di classe del nostro paese.

Pubblichiamo infine uno scritto pressoché introvabile di J. V. Stalin, Osservazioni su questioni di economia relative alla discussione del novembre 1951, che riteniamo sarà utile ai nostri lettori per affrontare secondo il metodo materialista dialettico i problemi connessi con la formulazione del programma dei comunisti. Iniziamo con questo la pubblicazione di scritti importanti ai fini del nostro progetto editoriale e non facilmente reperibili.

Alcuni lettori ci hanno fatto notare la difficoltà dei temi trattati da Rapporti Sociali. Ce ne rendiamo ben conto e riteniamo che ciò sia dovuto soprattutto al fatto che trattiamo temi estranei ad una cultura orecchiata e facilona che fu il nutrimento di tanti di noi nel passato prossimo, con l’esito che conosciamo. Non pubblichiamo una rivista da scorrere tra una cosa e l’altra, ma materiale di studio per i comunisti che vogliono trovare la strada per la trasformazione della società.

Noi riteniamo che la “crisi del movimento rivoluzionario” di cui tanto si parla consista principalmente nella mancanza tra i rivoluzionari di orientamento ideologico e politico, di linea e di programma e che quindi i fattori determinanti del futuro prossimo del movimento proletario nel nostro paese sono il bilancio che i comunisti tireranno dal ricco patrimonio di lotte che abbiamo alle spalle e il programma che si daranno.

È questo il compito dell’avanguardia in questo momento e per questo sono diversioni tutte le iniziative che contrappongono a questo altri compiti e altre attività, per altri versi apprezzabili.

Nei periodi in cui le grandi masse sono in movimento e quindi si tratta di conquistare quante più posizioni è possibile (o addirittura di vincere la guerra), allora l’unità è essenziale: bisogna colpire uniti, poi si vedrà. Ma in un periodo di preparazione, di bilancio, di raccolta e accumulazione delle forze, come il presente, la giustezza dell’analisi a la giustezza della linea politica sono il fattore determinante del futuro e su queste non si può quindi transigere, a costo di rompere cento volte, anche con bravi compagni incapaci però di assumere a portare avanti controcorrente un compito d’avanguardia.

Chi attualmente, di fronte alle difficoltà poste dall’essere all’avanguardia, si rifugia nel movimento, non per indirizzare, orientare e organizzare, ma come rifugio alla mancanza di linea e orientamento, rinuncia al proprio specifico compito.

I comunisti non scelgono a loro piacimento il compito del momento, esso è posto ad essi dal corso degli avvenimenti.

 

La redazione