Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Saluto di Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI, all’iniziativa “Il ruolo della Repubblica Popolare Cinese nella seconda crisi generale del capitalismo” della Federazione Toscana del P.CARC

2 marzo 2024

Cari compagni,

a nome del (nuovo)Partito Comunista Italiano ringrazio Andrea Crescioli del presidio P.CARC di Arezzo che a nome della Federazione Toscana del P.CARC ha invitato il (n)PCI a questa iniziativa, ospitata dal circolo ARCI di Rovezzano, il quartiere di Firenze dove la NATO vuole installare uno dei suoi comandi.

Partecipare a iniziative come questa per il (n)PCI è importante. Il P.CARC è nostro partito fratello perché, oltre a sostenere al meglio delle sue capacità come altri organismi comunisti e progressisti la resistenza spontanea delle masse popolari ai crimini della borghesia e del clero, condivide con noi l’obiettivo di creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare (GBP), una tappa della rivoluzione socialista che il (n)PCI promuove e che sfocerà nell’instaurazione del socialismo, società di transizione dal capitalismo al comunismo.

Nell’epoca imperialista instaurare il socialismo è porre fine in modo positivo alla catastrofica crisi generale che la borghesia imperialista impone all’umanità. È un’opera mondiale in cui ogni paese deve e può svolgere un suo ruolo, dettato dalle sue particolari condizioni. L’Italia è uno dei paesi imperialisti e la nostra lotta volta a fare dell’Italia un nuovo paese socialista tramite la costituzione del Governo di Blocco Popolare contribuisce alla rivoluzione socialista nei paesi imperialisti. Questa è complementare alla rivoluzione che i comunisti promuovono nei primi paesi socialisti e nei paesi coloniali e semicoloniali che si sono liberati o si stanno liberando dall’oppressione della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti, europei e complici. La Repubblica Popolare Cinese è oggi alla testa della rivoluzione in questi paesi.

Nel 2012 con il suo XVIII Congresso il Partito Comunista Cinese diretto da Xi Jinping ha aperto una nuova era nella storia della Repubblica Popolare Cinese. Dopo l’instaurazione del socialismo nel 1949, il PCC diretto da Mao Zedong ha dapprima cercato di costruire il socialismo usando le lezioni che ricavava dai grandi successi raggiunti dai popoli sovietici diretti dal PCUS prima con Lenin e poi con Stalin. Quando l’URSS dopo il 1956 ha preso la via imposta dai revisioni moderni (Kruscev, Breznev, complici ed eredi) che nonostante la resistenza dei popoli sovietici in quasi 35 anni l’avrebbe portata nel 1991 alla dissoluzione, il PCC ha condotto la RPC a proseguire lo sviluppo delle forze produttive e in generale dei rapporti e dei servizi sociali. La RPC ha sperimentato varie vie per uscire dall’arretratezza che ereditava dall’Impero Cinese, dalla colonizzazione europea iniziata nel 1840 e dalla guerra che aveva dovuto condurre contro gli imperialisti prima europei, poi giapponesi e infine USA. Grandi sono stati i risultati, ma neanche la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria (1966-1976) ha portato a una soluzione conclusiva. Ciò ha permesso alla destra del PCC capeggiata da Deng Xiaoping di prendere la direzione del paese e portare la RPC a puntare per il proprio sviluppo sull’apertura ai gruppi imperialisti che a loro volta, a fronte della ripresa della sovrapproduzione assoluta di capitale, avevano bisogno di nuovi campi per valorizzare i loro capitali. L’apertura però arrivò al punto che questi gruppi imperialisti in aprile-giugno 1989 (“incidenti di Piazza Tienanmen”) tentarono di instaurare in Cina la direzione di esponenti politici borghesi, rovesciare il PCC e riportare la Cina sotto il loro dominio. Tuttavia neanche la destra del PCC si adattò a simile prospettiva e, capeggiata dallo stesso Deng, stroncò il tentativo dei gruppi imperialisti esteri e dei loro seguaci. Tienanmen aveva però mostrato anche alla destra del PCC che la via promossa da Deng comportava limiti persino per l’indipendenza politica della RPC. Questo ha dato forza alla sinistra nel PCC. L’elezione di Xi Jinping nel 2012 a segretario generale segna il ritorno della sinistra alla direzione del PCC e l’inaugurazione della via che comporta in Cina lo sviluppo dei tre pilastri del socialismo e una trattazione conseguente sulle altre contraddizioni aventi carattere di classe. Essa si traduce anche nel mondo 1. nell’uso dell’attuale forza raggiunta dalla RPC a favore dei gruppi e Stati che si ribellano o almeno resistono al corso delle cose imposto dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti, europei e complici (un aspetto è lo sviluppo dei BRICS) e 2. nel rafforzamento delle relazioni con quanti operano per la rinascita del MCCO. Questo da una parte avviene con i limiti connessi alla lotta tra le due linee in corso nel PCC, al ruolo che la borghesia nazionale cinese e i gruppi imperialisti esteri hanno avuto e hanno nello sviluppo della RPC nell’epoca di Deng, allo stato del movimento comunista internazionale; dall’altra si giova e sta anche a noi fare in modo che si giovi dalla resistenza che il corso di nera reazione suscita nei paesi imperialisti a partire dagli USA e anche nei paesi ex sovietici (tra i quali la Federazione Russa) ed ex socialisti.

Non si tratta quindi di diventare più o meno fanatici sinologi o seguaci di Xi Jinping, ma di proseguire con la massima energia di cui siamo capaci nel lavoro in corso: promuovere e condurre la rivoluzione socialista nel nostro paese fino alla vittoria.

Con la richiesta di partecipare a quest’opera mando auguri di ampio successo alla vostra iniziativa.

Osare pensare, osare lottare! Vincere è possibile!

compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI