Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

Sito: http://www.nuovopci.it

e.mail: nuovopci@riseup.net


Delegazione:

BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)

e.mail: delegazione.npci@riseup.net

scarica il testo in formato Open Office o Word


19 febbraio 2023

VI congresso nazionale del P.CARC - Saluto del (n)PCI al congresso della sezione di Siena - Valdelsa del P.CARC


Cari compagni,

a nome del Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano ringrazio la compagna Chiara Pastacaldi che ci ha invitato a prendere la parola in questa iniziativa. Non entro in merito alla prossime elezioni a Siena, ma ritengo che i risultati confermeranno il segnale dato dall’esito delle elezioni nazionali dello scorso 25 settembre e dalle elezioni regionali di Lazio e Lombardia del 12 e 13 febbraio. Noi comunisti miriamo a mobilitare le masse popolari italiane a dare al corso delle cose una direzione diversa da quella imposta dalla borghesia e dal clero e il dato ai nostri fini più importante che emerge oramai ogni volta che il governo chiama le masse popolari a votare è che la loro fiducia nei partiti e negli esponenti politici della borghesia e del clero diminuisce sempre più. Sempre meno sono quelli che vanno a votarli. Non è quindi il prestigio della borghesia che distoglie le masse popolari dal mobilitarsi nella lotta per instaurare il socialismo. Le masse popolari sono anzi sempre più malcontente del corso delle cose imposto dalla borghesia. Noi comunisti dobbiamo quindi chiederci cosa è che ostacola la crescita del movimento comunista cosciente e organizzato. Un tempo nel nostro paese e in particolare nella vostra zona grande erano il seguito e il prestigio dei comunisti e noi comunisti eravamo numerosi e uniti nel vecchio PCI fondato nel 1921 su impulso dell’Internazionale Comunista e legato da mille fili all’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin. Esso aveva resistito alla messa fuorilegge e alla persecuzione dei fascisti di Mussolini, nonostante questi avessero perfino imprigionato e condotto a morte lenta il segretario generale del PCI. Nonostante l’errore commesso non costituendosi per tempo e di sua iniziativa in partito clandestino, il PCI era riuscito a resistere e aveva poi preso la testa della Resistenza fino a indurre le classi dominanti a chiedere che partecipasse al loro governo: cosa che avvenne con la svolta di Salerno del 1944 e in misura ancora più forte dopo la vittoria della Resistenza nel 1945.

Oggi le masse popolari sono in gran parte contro il corso delle cose che la borghesia impone nel paese, ma non hanno fiducia neanche in noi comunisti, il movimento comunista è frantumato in decine di organismi, gran parte di questi persistono nella linea seguita dal vecchio PCI dopo la vittoria della Resistenza: si limitano a promuovere proteste e rivendicazioni.

La sfiducia delle masse popolari in se stesse e in noi comunisti è la conseguenza della grande sconfitta alla quale noi comunisti abbiamo condotto le masse popolari. In Italia con la linea seguita dal vecchio PCI che nel 1947 si lasciò estromettere dal governo del paese e impersonata prima da Togliatti, poi da Berlinguer e infine da Occhetto e perfino peggiorata dal PRC di Cossutta e Bertinotti. In Unione Sovietica e nelle Democrazie Popolari dell’Europa orientale con la linea impersonata prima da Kruscev con il XX Congresso del PCUS nel 1956 e la rottura nel 1960 del sostegno economico alla Repubblica Popolare Cinese (RPC), poi da Breznev e infine da Gorbacev, il risultato della quale è stata la sottomissione dei paesi europei del campo socialista alla NATO e all’UE e la dissoluzione dell’URSS, il primo paese socialista. Restano nel mondo molte delle trasformazioni prodotte dalla prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) e grandi sono le forze che in molti paesi, con alla testa la RPC e altri dei primi paesi socialisti, si oppongono alla nera reazione imposta dalla borghesia imperialista capeggiata dai gruppi imperialisti USA/NATO e UE. Ma nei paesi imperialisti, dopo le grandi conquiste di civiltà e benessere strappate dalle masse popolari alla borghesia nel periodo del “capitalismo dal volto umano” (1945-1975), la borghesia e il clero impongono un catastrofico corso delle cose fatto di miseria economica per larga parte della popolazione, di inquinamento della Terra e di distruzione delle condizioni di esistenza della specie umana. Per prolungare l’esistenza del loro sistema sociale, per farlo subire alle masse popolari e distoglierle dalla rivoluzione socialista la borghesia e il clero abbrutiscono le menti e i cuori degli uomini e delle donne, diffondono informazioni false e promuovono comportamenti antisociali e criminali in modo che i proletari accettino di continuare a vendere la loro capacità lavorativa ai capitalisti, anziché fare a meno dei capitalisti, organizzarsi e gestire collettivamente sia la produzione e la distribuzione delle cose e dei servizi di cui hanno bisogno sia tutte le attività sociali e darsi alle attività specificamente umane della cultura, dell’arte, della vita associata, della ricerca per un maggiore dominio della natura (onde ad esempio evitare terremoti, inondazioni e le altre calamità).

La questione che noi del (nuovo)PCI ci siamo posti e che chiediamo a ogni organismo di comunisti e a ognuno di voi di porsi è cosa fare per diventare degni della fiducia dei lavoratori, riconquistare la loro fiducia e portare le masse popolari a partecipare alla rivoluzione socialista. Mao Tse-tung ha tirato a grandi linee il bilancio della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria, il (n)PCI e la sua Carovana di cui fa parte il nostro partito fratello, il P.CARC, lo hanno fatto proprio e tradotto in una linea politica sulla base delle condizioni particolari del nostro paese e della sua storia che hanno fatto di esso una repubblica in cui le associazioni padronali e le organizzazioni criminali governano sotto il protettorato USA e UE con il Vaticano come governo occulto di ultima istanza, quella che chiamiamo Repubblica Pontificia. La conclusione a cui siamo arrivati è che una larga parte di quelli che pure si dichiarano comunisti e aspirano a instaurare il socialismo soggiacciono anch’essi all’abbrutimento delle menti e dei cuori promosso dalla borghesia e dal clero e si limitano a mobilitare e organizzare le masse popolari in proteste e rivendicazioni nei confronti delle autorità della RP. In effetti la mobilitazione delle masse popolari in proteste e rivendicazioni è già oggi ampia. La loro organizzazione invece è poca e ancora peggiore è la situazione nel campo delle loro idee e dei loro sentimenti.

I comunisti devono fare oggi quello che instaurato il socialismo guideranno le masse popolari a compiere: trasformare la loro concezione del mondo e la loro condotta, acquisire una comprensione più avanzata della situazione e fare di ogni lotta e protesta una scuola di comunismo. È questo il compito che gli elementi più combattivi delle masse popolari devono assumere oggi.

Avanti compagni! Abbiate fiducia in voi stessi e nella rivoluzione socialista che continua nel mondo. La storia non è finita. Una nuova ondata della rivoluzione proletaria avanza nel mondo. Sta a noi, a ognuno di voi fare la sua parte. La borghesia e il clero non hanno futuro, non sono in grado di promuovere alcun futuro di progresso per l’umanità. Il futuro è nelle mani di ognuno di noi e di ognuno di voi. La situazione è eccellente: noi comunisti possiamo vincere e vinceremo!

il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI