Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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8 luglio 2023

Saluto di Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI, alla FRP promossa dalla Federazione Emilia Romagna del P.CARC


Cari compagni,

a nome del nuovo Partito comunista italiano ringrazio la compagna Isabella Cerutti della sezione di Bologna del P.CARC che ci ha invitato a mandare un saluto a questa iniziativa. Vari sono i motivi per cui siamo particolarmente interessati a portare il nostro contributo.

Proprio nelle ultime settimane la Romagna ha mostrato che il corso delle cose imposto anche nel nostro paese dalla borghesia imperialista porta alla devastazione dell’ambiente e della società e ha nello stesso tempo mostrato lo slancio di solidarietà e di rivolta che le masse popolari sono capaci di esprimere, l’unità d’azione con cui sono in grado di operare. È uno slancio che il (n)PCI non solo appoggia ma promuove con tutte le sue ancora poche forze.

Le masse popolari dell’Emilia Romagna ereditano il ruolo particolare svolto nel movimento comunista del nostro paese, sia nella lotta contro il Fascismo di Mussolini, nella Resistenza e nella lotta contro gli scimmiottatori del Fascismo al modo di Giorgia Meloni (i morti di Reggio Emilia del 1960 sono storia di questa regione), sia nella lotta degli anni ‘50, ‘60 e ‘70 per strappare alla borghesia conquiste di civiltà e benessere.

Partecipare a iniziative promosse dal P.CARC è per noi particolarmente importante: il P.CARC è nostro partito fratello perché, oltre a sostenere al meglio delle sue capacità come altri organismi comunisti e progressisti la resistenza delle masse popolari ai crimini promossi dalla borghesia e dal clero, il P.CARC condivide con noi la linea di creare le condizioni per costituire il Governo di Blocco Popolare, una tappa della rivoluzione socialista che promuoviamo nel nostro paese.

Il governo Draghi ha coinvolto il nostro paese nella guerra con la quale i gruppi imperialisti USA cercano di estendere all’Ucraina, alla Bielorussia, alla Federazione Russa e oltre verso Oriente la NATO, cioè la rete di basi militari e di agenzie (palesi e occulte) di manipolazioni e manovre politiche con cui tengono sotto controllo un vasto numero di paesi. Il governo di Meloni e dei suoi complici prosegue l’opera del governo Draghi e dei governi delle Larghe Intese che lo avevano preceduto. Ora nel nostro paese le sofferenze prodotte dalla guerra e dal riarmo si aggiungono a quelle della pandemia e della seconda crisi generale del capitalismo generata dalla sovrapproduzione assoluta di capitale con il connesso smantellamento dell’apparato produttivo. Molti sono e ancora più saranno gli organismi e gli individui che daranno il loro contributo per porre fine a questa guerra, alle sofferenze prodotte dalla crisi generale del capitalismo e agli altri effetti della sopravvivenza del capitalismo. Noi comunisti sosteniamo tutte le forme di resistenza delle masse popolari, valorizziamo il contributo di ogni resistente. Ma l’opera di ognuno sarà tanto più efficace quanto più avanzata è la sua comprensione del corso delle cose in cui questa guerra è inserita e più forte la sua convinzione che l’instaurazione del socialismo è l’obiettivo al quale dobbiamo mirare.

In cosa consiste il socialismo che vogliamo instaurare? Da decenni, e in particolare dopo l’avvento nel secondo dopoguerra dei revisionisti moderni capeggiati da Kruscev, Togliatti e simili alla direzione del movimento comunista dell’Unione Sovietica e dei paesi imperialisti d’Europa e degli USA, socialismo è una parola usata con significati molto diversi. Tre sono le caratteristiche principali del socialismo che noi vogliamo instaurare: 1. gli organismi operai e popolari, cioè le masse popolari organizzate, hanno la direzione politica del paese; 2. la produzione di beni e servizi è un’attività pianificata pubblicamente per soddisfare i bisogni della popolazione e delle relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con altri paesi; 3. e principale tra le tre, tutte le risorse del paese sono dedicate ad accrescere la partecipazione della popolazione alle attività specificamente umane. Le classi dominanti hanno da sempre escluso la massa degli esseri umani e li escludono ancora oggi da esse benché l’alta produttività del lavoro renda possibile che l’intera popolazione dedichi al lavoro una parte trascurabile del proprio tempo e della propria energia, se l’attività economica non fosse ancora governata dai capitalisti.

Il socialismo è la fase della creazione di una umanità nuova, quale non è ancora mai esistita proprio perché la grande maggioranza degli esseri umani doveva dedicare tempo ed energie a produrre le condizioni materiali dell’esistenza e per di più i membri delle classi dominanti da sempre, come ancora oggi, si appropriavano di gran parte di quelle che i lavoratori producevano.

È da più di un secolo che l’instaurazione del socialismo è stata resa possibile dallo sviluppo delle forze produttive. Addirittura è resa necessaria dal dominio che gli uomini hanno raggiunto sulla natura e dalla catastrofe (dalle malattie alla crisi climatica) che proprio questo dominio, stante il perdurare del sistema capitalista, fa incombere sulla Terra e sull’umanità.

Grandi sono già state le lotte per realizzarla. Il principale motivo per cui le masse popolari non hanno instaurato il socialismo in Italia sta nel fatto che per instaurarlo hanno bisogno della direzione di un partito comunista deciso a instaurarlo. Al contrario Togliatti e i suoi complici dopo la Resistenza diressero il PCI a non contrastare con decisione le forze reazionarie nel governo di unità nazionale costituito nel 1944, a togliere all’Assemblea Costituente creata nel 1946 il compito di intervenire sull’indirizzo del governo e della Pubblica Amministrazione, a sciogliere le forze armate partigiane, a far rientrare i capitalisti nelle aziende che gli operai avevano preso in mano, ad accettare la supremazia del Vaticano creatura del Fascismo di Mussolini e la sottomissione all’imperialismo USA culminata con l’insediamento delle basi NATO. Essi hanno ridotto l’attività del PCI alla promozione delle lotte rivendicative e alla partecipazione al teatrino delle istituzioni politiche della democrazia borghese. Il (nuovo)PCI al contrario ha l’attuazione della rivoluzione socialista come linea direttrice di tutta la sua attività. Tracciare e mettere in opera la linea adeguata alle condizioni specifiche del nostro paese perché le masse popolari, e in primo luogo la classe operaia, instaurino il socialismo è il compito dirigente di tutta l’attività del Partito in ogni campo.

Partecipare allo svolgimento di questo compito è l’appello che rivolgo a nome del nuovo PCI a ognuno di voi che è deciso a cambiare il corso delle cose.

Avanti, compagni! Il (n)PCI è a fianco di ogni proletario che lotta. Possiamo vincere! Vinceremo!

Il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI