Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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12 marzo 2023

Saluto di Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI, al Congresso della Federazione Lombardia del P.CARC


Cari compagni,

anzitutto a nome del Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano ringrazio la Segreteria della Federazione Lombardia del P.CARC ci ha invitato a parlare ai compagni che partecipano alla seduta pubblica del Congresso.

Anche le elezioni regionali di un mese fa in Lombardia e nel Lazio hanno confermato che tra le masse popolari crescono il distacco dalle classi dominanti e l’insofferenza per il corso delle cose che i vertici della Repubblica Pontificia (Vaticano, gruppi imperialisti NATO e UE, clan della Criminalità Organizzata e Associazioni Padronali) impongono nel nostro paese. Molti esponenti e organismi del movimento comunista cosciente e organizzato e anche della sinistra borghese denunciano il catastrofico corso delle cose: ottima cosa, ma a fronte del catastrofico corso delle cose noi comunisti dobbiamo non solo promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari in proteste e rivendicazioni contro le classi dominanti, ma anche elevare il livello della resistenza, moltiplicare nelle aziende, nelle scuole e università, nelle zone d’abitazione il numero degli organismi operai e popolari che promuovono la resistenza, promuovere tra organismi operai e popolari il coordinamento a livello locale e nazionale, rafforzare in ognuno di essi l’indirizzo a costituire e imporre un proprio Governo d’Emergenza, costituito da persone di loro fiducia. La fiducia che la borghesia imperialista, i vertici della Repubblica Pontificia cambino il corso delle cose è un’illusione che le classi dominanti per prolungare l’esistenza del loro sistema sociale fomentano senza successo tra le masse popolari. Per sua natura la borghesia oramai non può che condurre l’umanità alla guerra, all’abbrutimento delle menti e dei cuori, all’inquinamento della Terra e alla distruzione della vita. Questo perché ogni capitalista deve valorizzare il suo capitale: se uno non lo fa viene sostituito da un concorrente.

Dobbiamo quindi promuovere ed estendere il Fronte Unito di tutti gli organismi e gli individui che promuovono la resistenza delle masse popolari. Ma dobbiamo anche promuovere l’unità dei comunisti: di tutti quelli che aspirano a instaurare il socialismo: cioè la “dittatura del proletariato”, la gestione pubblica pianificata delle attività economiche, l’accesso della massa della popolazione alle attività specificamente umane e alla gestione della vita sociale. Dobbiamo quindi elevare il livello di ogni organismo e gruppo del movimento comunista cosciente e organizzato: la sua comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta del proletariato e delle masse popolari contro la borghesia.

Oggi molti sono demoralizzati perché i comunisti sono divisi: ma siamo divisi perché abbiamo subito una grande sconfitta, fino all’eliminazione di molte delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia, allo scioglimento dei grandi partiti comunisti che avevamo costituito anche nei paesi imperialisti e fino alla dissoluzione del primo paese socialista della storia, l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin. Abbiamo subito questa sconfitta non perché la borghesia è forte: basta vedere il corso delle cose che essa impone per capire che non sa che pesci pigliare, che agisce alla cieca. Il governo Meloni sta facendo quello che prima di esso facevano i governi delle Larghe Intese e il governo Draghi. I governi Conte non hanno cambiato il corso delle cose perché non hanno fatto leva sulla mobilitazione delle masse popolari. Abbiamo subito la grande sconfitta a causa dei limiti di noi stessi nella comprensione del corso delle cose. Avevamo guidato le masse popolari a compiere imprese che hanno cambiato il corso delle cose, in alcuni dei primi paesi socialisti la nostra impresa continua. Ma nei paesi imperialisti noi comunisti abbiamo lasciato che i Togliatti e peggio ancora i Berlinguer dirigessero i partiti comunisti fino allo scioglimento e che Kruscev e i suoi successori dirigessero l’URSS fino alla sua dissoluzione. La lezione da trarre non è che la borghesia è forte, ma che noi comunisti dobbiamo comprendere più a fondo condizioni, forme e risultati della lotta che promuoviamo, della lotta che avevamo guidato le masse popolari a condurre. Quindi oggi non accontentiamoci di moltiplicare e rafforzare mobilitazioni e proteste. Dobbiamo e siamo in grado di creare le condizioni perché gli organismi operai e popolari costituiscano un proprio governo d’emergenza, lo impongano alla borghesia e al clero e a fronte della reazione della borghesia e del clero alle misure che con esso gli organismi operai e popolari prenderanno, lo difendano fino a instaurare il socialismo.

Il (n)PCI appoggia e guida ogni compagno deciso a seguire questa strada, ad elevare la propria comprensione del corso delle cose e a riformare la propria condotta in modo da essere in grado di contribuire a questa grande impresa.

Noi dobbiamo promuovere ed essere alla testa di ogni mobilitazione delle masse popolari, di ogni loro settore, contro il corso delle cose che la borghesia imperialista impone, di ognuna delle rivendicazioni delle masse popolari anche se contrastanti tra loro: l’incompatibilità di misure necessarie al progresso dell’umanità deriva dall’arretratezza del sistema sociale che la borghesia ancora impone. Ma l’unità d’azione contro il nemico non basta, non porta lontano. Bisogna che ci uniamo organizzativamente e anzitutto intellettualmente. Senza teoria rivoluzionaria il movimento rivoluzionario del proletariato contro la borghesia non si sviluppa. Ma possiamo unirci. Il ritmo a cui ci uniremo dipende da ognuno di noi e da ognuno di voi, da quanto ognuno di noi e di voi si impegna a trasformare la propria concezione del mondo e la propria condotta.

La borghesia e il clero non hanno futuro. La situazione è eccellente: noi comunisti possiamo vincere e vinceremo!

il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI