Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Presentazione del Manifesto Programma del (n)PCI

8 ottobre 2022

 

Cari compagni,

a nome del Comitato Centrale del (nuovo)Partito Comunista Italiano ringrazio la Segreteria Federale Campania del P. CARC che ci ha invitato a presentarvi il nostro Manifesto Programma sul quale nelle prossime settimane ha organizzato un corso. Noi abbiamo fondato il (n)PCI giusto 18 anni fa, il 3 ottobre 2004 e nel 2008 le Edizioni Rapporti Sociali hanno pubblicato il nostro Manifesto Programma. Ma già nel n. 1 della rivista La Voce (nel marzo 1999) scrivevamo che la rivista aveva due scopi: promuovere la formazione di organizzazioni del (n)PCI e promuovere la formulazione del programma. I redattori della rivista Rapporti Sociali (nata nel 1985) avevano preparato il terreno per l’elaborazione del Programma, ma si trattava di portare a compimento la formulazione combinando quest’opera con la costruzione delle organizzazioni del Partito.

I fondatori del movimento comunista cosciente e organizzato, Marx ed Engels, hanno insegnato già nel 1848, nel Manifesto del partito comunista, che i comunisti si distinguono dagli altri rivoluzionari in quanto hanno una comprensione più avanzata delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta del proletariato contro la borghesia e su questa base la spingono avanti. La storia del secolo scorso è stata caratterizzata dalla prima rivoluzione vittoriosa del proletariato, la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 alla cui testa vi era il Partito di Lenin e di Stalin. Questa vittoria ha creato l’Unione Sovietica (costituita esattamente cento anni fa nel dicembre del 1922) e ha sollevato nel mondo intero la prima ondata di rivoluzioni proletarie che diede luogo sia alla rivoluzione democratica in molte colonie e semicolonie, tra cui quella che oggi è la grande Repubblica Popolare Cinese, sia a vari paesi socialisti. Il Partito di Lenin e di Stalin prese il potere in Russia convinto di aprire la strada alla rivoluzione socialista del proletariato degli altri paesi europei. Ma noi ancora oggi siamo alle prese con il compito irrisolto di fare dell’Italia un paese socialista. La borghesia e il clero si avvalgono di questo nostro insuccesso per creare sfiducia, per distogliere dalla lotta di classe, per denigrare (esemplare il caso di Stalin) e per travisare (esemplare il caso di Gramsci) l’opera dei grandi dirigenti del movimento comunista. Molti che pur partecipano attivamente e generosamente alla resistenza contro il catastrofico corso delle cose e molti che addirittura si dicono comunisti sono oppressi e demoralizzati dal fatto che in nessuno dei paesi imperialisti la rivoluzione socialista ha vinto e che anche l’Unione Sovietica è stata dissolta. Bisogna capire il perché e imparare dalle sconfitte.

Compagni,

quelli che non si spiegano perché le masse popolari e la classe operaia dei paesi imperialisti non hanno instaurato il socialismo nel secolo scorso e perché è stata dissolta l’Unione Sovietica, il paese socialista creato in quello che all’inizio del secolo scorso era l’anello debole della catena dei paesi imperialisti, non sono in grado di promuovere e guidare la rivoluzione socialista di cui il nostro paese e tutto il mondo hanno bisogno oggi.

 Il Manifesto Programma del (n)PCI risponde a questa questione, spiega perché non abbiamo instaurato il socialismo e quindi indica anche la via che dobbiamo seguire per arrivare a instaurarlo. Ovviamente la indica in termini generali, pone le basi per capire cosa fare nelle situazioni particolari, nelle circostanze concrete in cui lottiamo. Ma il suo studio insegna a ragionare e trovare soluzioni, la via da seguire nei casi particolari in cui concretamente ci troviamo.

Per questo è importante che i compagni lo studino con fervore e con spirito critico. Non accontentatevi di risposte generiche. Il nostro Manifesto Programma illustra perché nonostante le eroiche lotte condotte da milioni di proletari e di altri esponenti delle classi sfruttate e oppresse, non abbiamo ancora instaurato il socialismo in nessuno dei paesi imperialisti. Lo illustra più in dettaglio per quanto riguarda il nostro paese. E indica la via da seguire.

La responsabilità delle sconfitte ricade interamente su noi comunisti. I migliori di noi si sono certo preoccupati di mobilitare e organizzare i lavoratori a resistere, in mille lotte rivendicative e nel contrastare le misure che i governi borghesi impongono. Si sono impegnati generosamente a far fronte ai soprusi dei padroni e dei loro manutengoli e portavoce, ma non si sono impegnati per capire abbastanza a fondo le leggi che dovevano applicare per vincere.

Al corso sul nostro Manifesto Programma chi partecipa deve chiedere queste risposte. Deve impegnare a fondo la propria intelligenza per capire e applicare quello che nel corso verrà detto, per rispondere in modo chiaro al bilancio della campagna elettorale che abbiamo appena concluso e per fare di ognuna delle lotte in corso una scuola di comunismo.

Compagni,

la vittoria è possibile, dobbiamo combattere e vincere dipende da noi. Ma dobbiamo studiare. La borghesia e il clero fanno di tutto per distoglierci dallo studio. Il Manifesto Programma smaschera le principali delle manovre che mettono in opera. Studiare è difficile e faticoso. Non a caso hanno trasformato le scuole da istituzioni dove insegnavano a ragionare in istituzioni dove nei casi migliori insegnano un mestiere. La Moratti, ex ministra dell’Istruzione Pubblica, si è lasciata scappare: “Perché insegnare filosofia a uno che farà lo spazzino?”. Quando le scuole superiori erano riservate ai figli dei ricchi e ai preti, insegnavano a ragionare, a ragionare su come opprimere. Da quando cinquanta, sessanta anni fa abbiamo imposto alla borghesia e al clero di aprire le scuole pubbliche a tutti, anche ai figli dei proletari e degli altri lavoratori, passo dopo passo hanno cambiato i programmi e hanno ridotto le scuole pubbliche a scuole di mestieri. Il corso sul nostro Manifesto Programma deve invece insegnare a ragionare, a capire le ragioni del catastrofico corso delle cose e cosa fare per porvi fine.

Che il corso sia questo per chi lo frequenterà con passione e impegno, con continuità, senza risparmiare domande e la ricerca delle risposte è l’augurio che vi faccio a nome del Comitato Centrale del Partito che è nato per promuovere la rivoluzione che sfocerà nell’instaurazione del socialismo nel nostro paese e contribuirà allo sviluppo della seconda ondata delle rivoluzioni proletarie nel mondo intero.

il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI