Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Giovedì 5 agosto 2021

Saluto del compagno Ulisse segretario generale del CC del (nuovo)PCI al dibattito “Il mondo dei padroni è in fiamme”


Cari compagni,

ringrazio il compagno Paolo Babini e tutta la Commissione incaricata del dibattito di oggi che hanno dato al (nuovo)PCI la possibilità di portarvi il suo saluto e il suo contributo.

Il nuovo Partito comunista italiano condivide pienamente l’affermazione che è al centro del dibattito di oggi.

Il mondo dei padroni è in fiamme e lo è nel senso preciso che in ogni paese imperialista il sistema politico della borghesia è sempre più precario e nel sistema di relazioni internazionali si moltiplicano le guerre e le minacce di guerra. La presidenza 2017-2020 di Donald Trump negli USA è stata l’espressione più clamorosa di questa realtà e l’ha imposta all’attenzione di tutti quelli che si occupano della materia. In Francia la presidenza Macron è contestata in alto da alti ufficiali delle FFAA e in basso da dimostrazioni di strada e da un’astensione elettorale dell’ordine del 65%. In Italia tre anni fa il successo elettorale del M5S ha messo in crisi il sistema delle Larghe Intese. Crescono in ogni paese imperialista il malcontento, l’insofferenza e la ribellione della massa della popolazione a fronte degli effetti del corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista impone. Si acuiscono i contrasti tra i gruppi imperialisti e tra i loro Stati: ogni capitalista per valorizzare il suo capitale oltre a spremere i lavoratori deve trovare nuovi campi di investimento e ne trova solo togliendoli ad altri capitalisti.

Perché il mondo dei padroni è in fiamme?

La causa basilare del disordine sta nella sovrapproduzione assoluta di capitale. Considerata nel suo insieme la borghesia ha accumulato più capitale di quanto riesce a investirne con profitto nella produzione di merci. Marx aveva indicato che prima o poi ci saremmo trovati in questa situazione se il proletariato non toglieva in tempo la direzione della società alla borghesia. L’esaurimento della prima ondata mondiale delle rivoluzione proletaria (1917-1976) senza l’instaurazione del socialismo in alcun paese imperialista ha portato alla situazione attuale. Per porre fine all’attuale corso delle cose vi è un solo modo: eliminare la direzione della borghesia, instaurare il socialismo.

Bisogna quindi che i comunisti facciano fronte con successo al sistema di controrivoluzione preventiva con cui la borghesia imperialista e il suo clero distolgono le masse popolari dalla rivoluzione socialista. I comunisti devono prendere la direzione della resistenza spontanea che le masse popolari oppongono al corso delle cose facendo leva sul loro malcontento, la loro insofferenza e la loro ribellione, elevare il livello della loro resistenza e farla confluire nella rivoluzione che instaurerà il socialismo: potere nelle mani delle masse popolari organizzate, gestione pubblica pianificata dell’attività economica, promozione della partecipazione crescente delle masse popolari alla gestione della società e alle altre attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti hanno da sempre escluso il grosso della popolazione.

In ogni paese i comunisti devono realizzare questo compito e far confluire il proprio paese in un nuovo sistema di relazioni internazionali basato sulla solidarietà, la collaborazione e lo scambio. Realizzare questo compito è possibile: l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin lo ha mostrato e proprio l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria oggi fornisce gli insegnamenti necessari per evitare la sconfitta che essa ha subito.

In ogni paese imperialista il compito dei comunisti è costituire un partito che faccia tesoro degli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria.

Per noi comunisti italiani si tratta di rompere con le trappole con cui la borghesia frena la nostra attività e superare i limiti che hanno reso impotente il vecchio PCI dominato dai revisionisti moderni: l’elettoralismo, l’economicismo e il militarismo. Si tratta di riformarci intellettualmente e moralmente e diventare capaci di promuovere la costruzione del sistema di potere delle masse popolari organizzate: che si rafforzi fino a far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia il governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, quello che chiamiamo Governo di Blocco Popolare.

Tutto questo certamente a chi non lo pratica sembra molto astratto dalla realtà con cui quotidianamente fa i conti. Chi non sa coltivare un campo, non vede che è fertile. Ma tutto questo per chi si mette a praticarlo deciso ad imparare, diviene via via semplice e pratico, si traduce in compiti precisi, gli permette di vedere nella realtà quello che non vedeva e di giovarsene per trasformare la resistenza che le masse popolari oppongono al corso delle cose in un affluente che alimenta il fiume della rivoluzione socialista, di cogliere le occasioni che il corso delle cose presenta. Riuscirà il collettivo operaio della GKN a mobilitare le masse popolari al punto da costringere il governo Draghi a dimettersi? È l’unica soluzione che permetterà alla GKN e a centinaia di altre aziende di continuare ad esistere. È un esempio particolare di cosa significa che il mondo dei padroni è in fiamme e della possibilità che questo comporta per creare un nuovo mondo.

Compagni, per conoscere il gusto della mela bisogna mangiarla. Questo vale anche per la rivoluzione socialista. Per farla, bisogna incominciare. Questo è l’augurio e la possibilità che il (nuovo)PCI offre a ognuno di voi.

Compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.