Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Sabato 6 novembre 2021

Saluto del compagno Ulisse segretario generale del CC del (nuovo)PCI alla FRP promossa dalla Sezione di Roma del P.CARC nei giorni 6 e 7 novembre.


Cari compagni,

ringrazio la compagna Ersilia Riccitelli e in generale i compagni del Partito dei CARC che hanno dato al (nuovo)PCI la possibilità di portarvi il suo saluto.

Questa Festa si svolge nell’ambito della mobilitazione crescente delle masse popolari in Italia e nel mondo a fronte del corso catastrofico delle cose imposto dalla borghesia imperialista, del quale la gestione criminale della pandemia e la devastazione dell’ambiente sono solo gli aspetti più clamorosi e universali: colpiscono tutti gli esseri umani. Anche limitandoci solo al nostro paese, molti sono i motivi e gli obiettivi di questa mobilitazione. Noi comunisti la promuoviamo, la sosteniamo, cerchiamo di metterci alla testa di ogni suo episodio per fare di esso una scuola di comunismo, in modo che ognuno concorra a mettere fine al corso catastrofico delle cose, quindi in definitiva all’instaurazione del socialismo. Proprio perché in definitiva il socialismo è la sola alternativa al corso catastrofico delle cose, in Italia nella mobilitazione generale in corso ha particolare importanza la lotta per difendere e migliorare l’apparato produttivo del nostro paese. In questa lotta sta svolgendo un ruolo di grande rilievo il Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi Bisenzio (Firenze). Alla sua attività giustamente i promotori della FRP a cui partecipate danno un rilievo particolare. La lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e di servizi è parte fondante della lotta per farla finita con il governo di Draghi il banchiere. Il governo Draghi, installato dall’Unione Europea e dai vertici della Repubblica Pontificia e sostento dai partiti della Larghe Intese, ha il compito di attuare il programma comune della borghesia imperialista, di liquidare quello che ancora resta delle conquiste di civiltà e benessere strappate alla borghesia dalle masse popolari nel periodo in cui il movimento comunista fu forte nel mondo (1917-1976). Esso in particolare favorisce lo smantellamento in Italia dell’apparato produttivo di beni e servizi, smantellamento che è nell’interesse dei gruppi imperialisti italiani e stranieri proprietari delle aziende che lo compongono: ognuno di essi può e vuole produrre merci in paesi dove i profitti che ne ricava sono maggiori che in Italia o trasformare il suo capitale in capitale finanziario e speculativo.

Possiamo e dobbiamo porre fine a questo corso delle cose. L’attività dei lavoratori della GKN è un esempio e uno stimolo per gli operai di ogni azienda. La lotta per mettere fine allo smantellamento dell’apparato produttivo pone gli operai alla testa della lotta generale delle masse popolari contro il catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista. Vincere è possibile, dipende principalmente da noi comunisti. Dipende anzitutto dalla convinzione che vincere è possibile, dalla convinzione con cui assimiliamo e applichiamo nella lotta delle masse popolari contro la borghesia e le sue autorità la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, il marxismo-leninismo-maoismo.

Da qui l’importanza di un altro dei temi di questa FRP: il ruolo dei primi paesi socialisti, quelli creati nel corso della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria. La borghesia imperialista e il suo clero gestiscono con la forza della disperazione, con enormi risorse e con scienza raffinata un sistema di disinformazione, di intossicazione delle menti e dei cuori delle masse popolari e di manipolazione di esse. Con esso o nascondono sotto un velo di silenzio il ruolo svolto dai primi paesi socialisti o li denigrano. La dissoluzione dell’Unione Sovietica è stata ed è ancora oggi una fonte di disfattismo e di rassegnazione. La lotta tra la via socialista e la via capitalista, tra i comunisti e la nuova borghesia in corso nella Repubblica Popolare Cinese e nei paesi socialisti sopravvissuti all’opera disgregatrice dei revisionisti moderni (da Kruscev, a Togliatti, a Breznev, a Deng Hsiaoping) è largamente usata per intossicare le menti e i cuori delle masse popolari.

È importante che noi comunisti abbiamo chiaro e propagandiamo che la dissoluzione dell’Unione Sovietica non è dovuta alla forza della borghesia imperialista, ma alla debolezza del movimento comunista, a errori che noi comunisti abbiamo compiuto e a limiti che non avevamo superato nella comprensione delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta di classe. Che non è stato per la forza della borghesia che la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) si è esaurita e l’Unione Sovietica si è dissolta, lo mostra chiaramente quello che la borghesia ha fatto e sta facendo da quando ha nuovamente ripreso la direzione del mondo. Che il movimento comunista ha commesso errori e non aveva superato limiti incompatibili con la prosecuzione dell’opera che aveva iniziato, lo mostrano chiaramente a chi studia il problema lo stato in cui si è trovato a partire dagli anni ’70 del secolo scorso e la lentezza e le difficoltà con cui ancora oggi procede la sua rinascita. Perfino l’opposizione al revisionismo moderno svolta a suo tempo dal Partito Comunista Cinese capeggiato da Mao Zedong fu indebolita e in definitiva neutralizzata a livello internazionale perché metteva l’accento sulla denuncia dell’opera nefasta della nuova borghesia sovietica più che chiamare alla riscossa i comunisti e le masse popolari sovietiche. A chi è disposto ad approfondire la comprensione della cosa indico l’articolo La restaurazione del modo di produzione capitalista in Unione Sovietica pubblicato nella rivista Rapporti Sociali n. 8 novembre 1990, la rivista che ha trattato dei limiti dei comunisti nella comprensione delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta del proletariato contro la borghesia, l’individuazione e il superamento dei quali è indispensabile per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato.

Avanti con coraggio, compagni! Le donne e gli uomini di tutto il mondo hanno bisogno del comunismo. La nostra opera è grande e la nostra vittoria dipende principalmente da noi. Il (n)PCI chiama ognuno di voi a partecipare a questa grande impresa e rende omaggio al Partito dei CARC che contribuisce ad essa.

Compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.