Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

Sito: http://www.nuovopci.it

e.mail: nuovopci@riseup.net


Delegazione:

BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)

e.mail: delegazione.npci@riseup.net


Scarica il testo in formato Open Office o Word


18 giugno 2021

Saluto alla GIRP - FRP Federazione Lombardia del P.CARC

 

Cari compagni,

a nome del nuovo Partito comunista italiano ringrazio la Segreteria Federale che ci ha invitato a intervenire a questa iniziativa. Siamo contenti di dare il nostro contributo a iniziative del P.CARC, partito fratello nella lotta per creare le condizioni necessarie alla costituzione del Governo di Blocco Popolare e a questa in particolare.

La solidarietà con i rivoluzionari prigionieri della borghesia e dei suoi manutengoli è un aspetto della lotta di classe che ha caratterizzato la Carovana del nostro Partito fin dalle sue origini negli anni ’80 e ’90. Forse anche alcuni dei presenti ricordano il Coordinamento Nazionale del Comitati contro la Repressione e il suo Bollettino. Resistere alla repressione ossia non cedere al nemico, mobilitare le masse popolari contro le attività repressive legalizzate e no della borghesia, mobilitare le masse popolari a essere solidali con gli elementi delle masse popolari bersaglio della repressione e con i rivoluzionari prigionieri fanno parte del nostro Piano di Lavoro scritto nel nostro Manifesto Programma. Questo per noi vale a livello internazionale ma vale anche a livello nazionale, perché la nostra lotta è nazionale, mira a fare dell’Italia un nuovo paese socialista e fa parte della lotta internazionale per porre fine al modo di produzione capitalista e al sistema imperialista mondiale.

Approfitto dell’occasione per richiamare l’attenzione di ognuno di voi su due aspetti della lotta contro la repressione nel quadro della lotta nazionale.

I vertici della Repubblica Pontificia hanno da pochi mesi reinstallato un governo delle Larghe Intese, dal Partito Democratico a Berlusconi e alla Lega, i partiti che da alcuni decenni alternandosi e combinandosi compongono i governi che devastano il nostro paese. I governi del M5S non hanno saputo aprirsi la strada nonostante il successo elettorale avuto nel marzo 2018, ma ci lasciano un’esperienza di cui faremo tesoro per proseguire con successo la nostra lotta, contro il governo Draghi e oltre. Il programma del governo Draghi è il completamento senza freni dell’eliminazione delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia quando il movimento comunista era forte nel mondo, nel corso dell’ondata di rivoluzioni sollevata dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre sotto la direzione di Lenin e di Stalin e prolungatasi nella costituzione della Repubblica Popolare Cinese sotto la direzione di Mao Tse-tung. I capitalisti hanno bisogno di eliminare quello che resta di quelle conquiste e di distruggere con delocalizzazioni e altre misure il sistema produttivo del nostro paese che di quelle conquiste porta le tracce. Anche da qui il moltiplicarsi degli interventi repressivi contro i lavoratori e in generale le masse popolari da parte dei corpi ufficiali della repressione e di guardie private. Quello che è avvenuto pochi giorni fa a Tavazzano è esemplare. Bisogna contrastare con ogni mezzo questo corso delle cose. Bisogna trarre da ogni atto di repressione di questo genere come da ogni incidente sul lavoro lo spunto per allargare ed elevare la mobilitazione delle masse popolari contro lo Stato borghese. Il governo Draghi è anche il governo della repressione.

Il secondo aspetto su cui voglio richiamare la vostra attenzione sono i prigionieri delle Organizzazioni Comuniste Combattenti (OCC), in particolare delle Brigate Rosse. In proposito bisogna da una parte allargare la denuncia contro la loro prigionia. Non c’è ragione che tenga per la loro prigionia. Viviamo in un paese dove assassini e mandanti di assassini sono ai vertici dello Stato, dove ai ricchi è assicurata l’impunità. La detenzione dei prigionieri delle OCC è vendetta della classe dominante per aver osato levare le armi contro il suo Stato e monito contro la ribellione di classe. Ogni forma di solidarietà verso i prigionieri delle OCC è un’arma e va promossa. Non entro qui in merito al ruolo che le OCC hanno avuto nella lotta di classe nel nostro paese e nel mondo. Il bilancio del contributo che hanno dato alla storia della lotta di classe e dei limiti per i quali la borghesia le ha sconfitte, il (n)PCI lo ha fatto e diffuso nell’opuscolo Cristoforo Colombo e ripreso nel suo Manifesto Programma. Le ragioni della solidarietà con i membri delle OCC ancora prigionieri fanno parte della lotta di classe.

Qui voglio mettere invece l’accento anche sul contributo che i prigionieri possono dare loro alla lotta di classe, un contributo che è anche un’arma contro la borghesia che li tiene prigionieri: far valere il prestigio di cui godono e l’affetto che riscuotono presso tanta parte delle masse popolari che nelle OCC vedono un’espressione esemplare della rivolta che cresce e di cui le masse popolari hanno bisogno. Che ogni canale di comunicazione tra i prigionieri delle OCC e l’esterno sia usato per far giungere a ogni prigioniero delle OCC non solo manifestazioni di solidarietà, ma anche l’appello a dare il loro contributo alla lotta di classe. Essi non sono isolati, essi non sono dei vinti: hanno perso una battaglia ma la guerra di cui si fecero protagonisti continua e continuerà fino alla vittoria delle masse popolari e all’instaurazione del socialismo, in Italia e nel mondo.

Ogni espressione di solidarietà è un’arma. Rafforza chi la riceve, rafforza chi la esprime perché dà un’espressione concreta al suo ruolo nella lotta di classe. Rafforza tutti noi perché ogni elemento delle masse popolari constata che non è e non sarà solo contro il nemico. Ogni espressione di solidarietà indebolisce gli oppressori, perché spunta una loro arma, mostra la debolezza del loro potere e il disprezzo e l’odio di cui sono circondati, smorza la loro presunzione.

Avanti quindi, compagni! Il (n)PCI è a fianco di ogni proletario che lotta. Possiamo vincere! Vinceremo!

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI