(nuovo)Partito comunista italiano

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I teorici del “piano del capitale” sostengono che la borghesia è in grado di concepire e dirigere il corso generale delle cose secondo un piano in cui le contraddizioni tra i capitalisti ognuno per valorizzare il suo capitale e tra le classi sono trattate e risolte. Non esisterebbero quindi contraddizioni antagoniste. Il “piano del capitale” è una fantasia, propaganda per soffocare la lotta delle classi oppresse che dovrebbero riporre la loro speranza di emancipazione e di miglioramenti non nell’azione dell’esperienza pratica dell’oppressione sulla volontà e quindi sull’azione dei membri delle classi oppresse e sulle contraddizioni tra membri della classe dominante, ma nella buona volontà e nell’accordo delle idee e delle intenzioni. Non esiste né può esistere un “piano del capitale”, ma questo non vuol dire che i capitalisti non fanno piani, che non formano associazioni e istituzioni per cercare di attenuare i contrasti tra di loro, che i gruppi monopolistici non fanno piani per dirigere le loro aziende, che non tracciano piani e non formano associazioni (al modo del Club Bilderberg, ma è solo uno tra tanti) e istituzioni per soffocare la lotta delle classi oppresse, che non tracciano indirizzi culturali per formare il senso comune della massa della popolazione e distoglierla dalla lotta di classe. Il regime di controrivoluzione preventiva è una realtà che la borghesia ha sviluppato e sviluppa in tutti i paesi imperialisti a rinforzo delle vecchie chiese e religioni. Ma tutto questo  ha effetti limitati. Influisce sulle forme della lotta tra le classi e noi comunisti dobbiamo tenerne conto: ma se consideriamo il corso generale delle cose, i propositi e i tentativi della borghesia e delle sue autorità sono surclassati dai contrasti tra gruppi e tra classi e dall’anarchia insita nella natura della società borghese.

 
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