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Leggi il Comunicato - Solidarietà con i compagni della Ronda proletaria antifascista e antirazzista di Massa!

 

A DFA

28.07.09

 

Invio come mio contributo a DFA il commento che ho inviato alla compagna Pina Inga e a qualcun altro ...

Gramsci sosteneva che in Italia una rivoluzione morale e intellettuale è aspetto e lato indispensabile della rivoluzione politica e sociale che il proletariato farà. Non è perché i revisionisti hanno preteso che la rivoluzione morale e intellettuale sostituisse la rivoluzione politica e sociale e strada facendo le hanno abbandonate tutte, che la tesi di Gramsci non è più vera.

 

 

·                     Messaggio inviato da: "pina" <pinaxxx@xxxxx.it>

·                     Messaggio inviato a: <nuovopci@gmail.com>

·                     Oggetto: Risposta al messaggio: [(n)PCI] Solidarietà con i compagni della Ronda proletaria antifascista e antirazzista di Massa!

·                     Data di invio: 27 Jul 2009

 

compagni ,

è "normale" che in Italia uno viene arrestato e non se ne sa niente per giorni. Perché avrebbero dovuto farvi lo sconto?

Comunque solidarietà

pina inga

 

 

 

·                     Messaggio inviato da: "Gaetano" <gaetanoxxxx@xxxxx.it>

·                     Messaggio inviato a: "pina" <pinaxxx@xxxxx.it>

·                     Oggetto: Commento a Risposta al messaggio: [(n)PCI] Solidarietà con i compagni della Ronda proletaria antifascista e antirazzista di Massa!

·                     Data di invio: 28 Jul 2009

 

compagna,

la differenza è che noi non ci siamo abituati e non ci abitueremo a questa “normalità” e non la lasciamo passare in silenzio quando si manifesta: che sia a Massa o per Abu Omar (vedi la campagna ASP “Giustizia per Abu Omar”) o per Maged Al Molky. Come non ci siamo assuefatti a licenziamenti, a chiusura di aziende, al degrado ambientale, al marasma in cui la borghesia e il clero ci hanno ridotto e ci costringono a vivere. I comunisti sono in grado di far leva non solo su ogni iniziativa dei lavoratori, ma persino su ogni mascalzonata dei padroni e dei preti (e dei loro servitorelli) per allargare e rafforzare la mobilitazione delle masse popolari contro lo stato delle cose, per “far montare la maionese” che porterà all’instaurazione del socialismo e a creare il mondo del futuro.

È negativo che nel nostro paese persino alcuni “compagni” si sono assuefatti all’attuale “normalità”. Alcuni trovano perfino strano che noi invece non ci siamo assuefatti e che li andiamo a “disturbare” perché anche loro si risveglino da tanta rassegnazione. Proprio non siamo come Treves, Turati e simili che, di fronte all’azione delle squadre fasciste negli anni ‘20 consigliavano ai lavoratori di sopportare con pazienza e rassegnazione in attesa che il mondo cambiasse! E non siamo soli. Quante aziende vengono chiuse nel mondo nella fase terminale della crisi generale del capitalismo? Eppure, guarda compagna, in appendice ti riporto una notizia: conferma che molti non si sono assuefatti e non hanno l’aria di volersi assuefare. Noi per ora siamo a sequestri di dirigenti e altre azioni analoghe. Comunque sempre poco assuefatti alla “normalità”.

Ottimo che ci hai inviato un pubblico messaggio di “comunque solidarietà”. Ma dicci anche cosa d’altro hai fatto o intendi fare per solidarietà?

1. Hai informato altri e li hai sollecitati a esprimere pubblicamente solidarietà? In che termini? Con quali risultati?

2. Hai telefonato in Questura a Massa per protestare?

3. Che conclusioni politiche o morali hai tratto dall’avvenimento? Ti stai dando da fare per costruire una ronda proletaria antifascista e antirazzista nella tua zona?

 

Fatti viva.

Gaetano

 

Non si sono assuefatti!

Cina, dopo l'omicidio del manager bloccata vendita della fabbrica (da sito Corsera, 27.07.09)

 

PECHINO - E' stato annullato l'acquisto dell'acciaieria cinese dove gli operai hanno ucciso il direttore, infuriati per una raffica di licenziamenti dovuti all'acquisto della fabbrica da parte di un'altra azienda del settore.

"Il governo provinciale di Jilin (la provincia dove si trova la fabbrica) ha deciso di bloccare la fusione - ha reso noto un responsabile -. La polizia ha aperto un'inchiesta sull'omicidio". L'agenzia di stampa Nuova Cina ha comunicato che l'acquisizione della fabbrica è stata annullata "per impedire alla situazione di aggravarsi".

L'episodio è avvenuto venerdì 24 luglio. Circa 30.000 lavoratori dell'acciaieria, che protestavano contro l'acquisizione, hanno picchiato a morte il manager e si sono scontrati con la polizia con un bilancio di un centinaio di feriti.

Secondo il Centro di informazione per i diritti umani e la democrazia di Hong Kong, la notizia che la Jianlong Steel Holding Company, una azienda di Pechino, stava rilevando la quota di maggioranza della Tonghua Iron e Steel Group, statale, ha scatenato le proteste nella provincia nordorientale di Jilin.

Chen Guojun, il direttore generale della Jianlong, è stato picchiato a morte dagli operai, infuriati dopo aver saputo che il manager lo scorso anno aveva guadagnato circa tre milioni di yuan (poco più di 300 mila euro), mentre gli operai della Tonghua che andranno a casa ne prenderanno 200 al mese. Gli operai, che hanno bloccato anche alcune strade e distrutto tre auto della polizia, non hanno lasciato passare l'ambulanza inviata per soccorrere il dirigente.

La Cina, il maggior produttore e consumatore di acciaio del mondo, sta cercando di razionalizzare il settore, ma questi progetti incontrano la forte resistenza dei lavoratori e dei governi locali, preoccupati dei contraccolpi economici in un periodo di crisi globale.