Prima parte / Seconda parte / Terza Parte

 

 

Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri

Reparto Anti Eversione

 

Roma, 27 novembre 2003

Nr. 362/163-2001 di prot.

OGGETTO: Procedimento penale in 32049/01/21.

 

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI

- Sost. Proc. dott.sa S. Castaldi - Sost. Proc. dott.sa B. Sargenti -

NAPOLI

 

e, per conoscenza:

ALLA SEZIONE ANTICRIMINE CARABINIERI NAPOLI

 

La presente informativa costituisce compendio delle attività di esame del solo materiale documentale, sequestrato nel corso delle perquisizioni effettuate il 23 giugno ed il successivo 18 luglio 2003, ad eccezione della documentazione rinvenuta in Svizzera, presso il domicilio e le pertinenze di A1.

 

Gli esiti dell'esame dei reperti in sequestro sono stati rapportati a codesta A.G. con singole informative riferite ad ognuno degli interessati.(1)

 

L'annotazione, nella quale sono analizzati i più significativi esiti dell'ultima attività di ricerca della prova, fa seguito alla precedente informativa nr. 362 /112-2001, datata 18 dicembre 2002, che si richiama integralmente, nella quale venivano riepilogate !e emergenza della complessiva attività di indagine.

 

Lo sviluppo del lavoro ha seguito un'articolazione logica che ha consentito di approfondire la natura dell'organizzazione, il percorso politico organizzativo ed i progetti eversivi della Commissione Preparatoria, riepilogare gli elementi raccolti in Francia, a seguito degli arresti di Giuseppe MAJ, Giuseppe CZEPPEL e NC7 ed analizzare i rapporti di interlocuzione con altre strutture eversive nazionali ed internazionali, ed, in particolare, con la Cellula per la costituzione del Partito Comunista Combattente.

 

 

INDICE 1° Parte

 

Gli arresti di Giuseppe MAJ, di Giuseppe CZEPPEL e di NC7

La Commissione preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano

Il rapporto CARC/Commissione Preparatoria

Note

 

 

 

GLI ARRESTI DI GIUSEPPE MAJ, DI GIUSEPPE CZEPPEL E DI NC7

 

II 23 giugno 2003, in Italia, in Francia ed in Svizzera, nell'ambito delle indagini condotte in direzione della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito Comunista Italiano (CP)(2), veniva data esecuzione ai decreti di perquisizione locale e personale, emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di 25 indagati per associazione eversiva.

 

L'operazione portava, tra l'altro, all'arresto in Parigi, di MAJ Giuseppe, nato a Schilpario (BG) il 20.7.1939 e di CZEPPEL Giuseppe, nato a Milano il 4.8.1960, responsabili del possesso di falsi documenti di identità italiani e spagnoli nonché di attrezzature idonee alla contraffazione. MAJ Giuseppe e CZEPPEL Giuseppe sono entrambi detenuti a Parigi, nel carcere de La Santé.

 

Nell'abitazione di Giuseppe MAJ, in Villejuif / Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, veniva rinvenuta, in particolare, una copertina rosa plastificata, classificata con l'annotazione manoscritta 'INVECCHIARE!', contenente:

- una carta d'identità spagnola (non valida per l'espatrio), vecchio modello, numero 18.835.527, con apposta la fotografia di Giuseppe MAJ, intestata a NC100 , di e Francisca, nato il 15.02.1936 a Burriana (Spagna), domiciliato in San Bartolomeo nr. 18, 3 Villarreal (Spagna), emessa il 23.05.1991 dalla squadra 64 C al numero di protocollo 0096686;

- una carta d'identità (non valida per l'espatrio) spagnola, numero 18835527-E, con apposta la fotografia di Giuseppe MAJ, intestata a NC100 , di e Francisca, nato il 15.02.1936 a Burriana (Spagna), domiciliato in San Bartolomeo nr. 18, 3 Villarreal (Spagna), rilasciata l'11.09.1995 dalla squadra nr. 86515E7D1;

-carta d'identità (non valida per l'espatrio) spagnola nr. 1.161.543

rilasciata il 25.06.1991 dalla squadra 1A al numero di protocollo 1218314, intestata a Ma NC101 , di Elias e Rosa Petra, nata il 10.11.1944 a Madrid (Spagna), residente in Madrid, via Rafari Herrero;

-carta d'identità (non valida per l'espatrio) spagnola nr. 1161543- C,

rilasciata l'8.11.1995 dalla squadra 28026L6D1, intestata a Ma

NC101 . di Elias e Possa- Petra, at i 1O.1I.144 a

Madrid (Spagna), residente in Madrid, via Rafari Herrero;

- fotocopia di due carte d'identità spagnole, vecchio modello, rilasciate alla persona di NC100 e Ma NC101 , con due etichette adesive apposte sullo spazio destinate, alla firma dei titolari del documento;

- quattro foto tessera di Giuseppe MAJ e quattro foto della stessa donna raffigurata sui due documenti di identità intestati alla citata Ma NC101.

 

Veniva sequestrata inoltre una busta bianca con all'interno:

- un passaporto italiano nr. 840917 K, intestato a NC98, nato a Lavello il 16.01.1945, emesso in data 09.08.1993 dalla Prefettura di Torino;(3)

-una patente di guida italiana nr. TO 3420710X, intestata a NC98, nato a Lavello il 16.01.1945, emessa in data 9 giugno

1993;(4)

-un codice fiscale formato tessera nr. NCCNTN31R14F839L, intestato ad NC65;(5)

- una busta bianca, recante l'annotazione manoscritta " A" contenente la fotocopia su 3 fogli 21 x 29,7, della carta d'identità italiana nr. AA9573 184, intestata ad NC3, nato ad Asti il 26.09.1939, domiciliato a Padova, rilasciata il 03.07.1996 dal comune di Padova;(6)

- una busta bianca, recante l'annotazione manoscritta "MARIA P. e MARIA C.", contenente la fotocopia, su due fogli, di una carta d'identità italiana nr. AC6754801, emessa il 26.08.1997, dal comune di Milano, intestata a NC26, nata il 15.09.1943 a Garbagnate.

Infine, in una bustina, in plastica lucida erano contenute una fotocopia di una patente belga; la fotocopia di una carta d'identità del Belgio, dal titolo "Carta d'identità del Belgio"; una fotocopia di una carta d'identità italiana, in bianco e senza foto; quattro foto tessera in bianco e nero e una a colori di Giuseppe MAJ; due foto tessera a colori sempre della stessa donna delle precedenti carte di identità ed una carta d'identità italiana nr. AC6754801, rilasciata il 26.08.1997 a Milano (MI), intestata a NC26 , nata il 15.09.1943 a Garbagnate

q (IT), recante sempre la sua fotografia.

 

Il rinvenimento della carta di identità della NC26 consentiva agli inquirenti francesi di identificare nella militante dei CARC e della Commissione Preparatoria, la donna raffigurata nelle foto apposte sugli altri documenti di identità spagnoli, intestati a Ma NC101 e rinvenuti nell'abitazione di Villejuif/Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52.

 

Nell'abitazione occupata da Giuseppe MAJ venivano inoltre rinvenute le copie dei numeri 2, 3, 4, 5, 6 e 7 de "La Voce del nuovo partito comunista italiano", nonché il fascicolo relativo al numero 14 del mese luglio 2003, la pubblicità del "Cyber Café Bleu Ciel" con gli indirizzi manoscritti a penna rossa di rue Monge nr. 21 e 93.

Nella stanza adibita a studio, oltre ad un fascicolo intitolato "Secours Rouge", veniva sequestrata una cartellina rossa, classificata con l'annotazione "Comunic. BR- PCC..." apposta su di una etichetta, contenente due copie del documento di rivendicazione delle BR-PCC, dell'omicidio del professor Marco BIAGI, perpetrato il 19 marzo 2003, in Bologna. I due documenti presentavano annotazioni e correzioni.

 

Nell'abitazione occupata da Giuseppe CZEPPEL, in rue Civiale nr. 9, Parigi (l0éme), oltre a materiale e sostanze chimiche, anche pericolose, utilizzate per la contraffazione di documenti, venivano rinvenuti due fotografie dell'interessato con tracce di timbri a secco del Comune di Padova, 27 documenti di identità in bianco, tre carte di identità italiane, rispettivamente:

- nr. AA9439567, intestata a nome NC65 , nato a Napoli il 14.10.1931;

- nr. 97295971, intestata a NC98, nato a Lavello il 16.01.1945;

- nr. AB8693041, intestata a NC14 , nato a Treviso il 07.11.1970. NC14 è un noto esponente dei Comitati Proletari per il Comunismo. organizzazione sorta a seguito di un scissione avvenuta nella primavera del 1999 all'interno dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo,(7) nonché le fotocopie dei seguenti documenti di identità italiani:

- carta di identità intesta a NC39, nato a Milano nel 1960, residente via Giambellino nr. 108, rilasciata il 25 settembre 1999 dal Comune di Milano, con apposta la fotografia di Giuseppe CZEPPEL;(8)

- carta di identità, intestata a NC17, nato a Padova il 25.02.1948, ivi residente via dei Fabbri nr. 9, rilasciata il 21.05.1997 dal Comune di Padova;

- carta di identità nr. AA9566213, intestata a NC86, nato a Padova il 15.02.1936, ivi residente corso Vittorio Emanuele nr. 20, rilasciata dal Comune di Padova il 13.09.1996;

- carta di identità nr. AA9573184, intestata ad NC3, nato ad Asti, il 26.09.1939, residente in Padova, via L. Barbo nr. 6, rilasciata dal Comune di Padova;

- carta di identità nr. AD1750588, intestata a NC69, nato a Milano il 28.03.1951, ivi residente via Treviso nr. 6, rilasciata dal Comune di Milano il 31.07.1998;

- carta di identità nr. AA9556371, intestata a NC46, nato a Copparo (FE) 1114.07.1949, residente in Padova, via Giardino nr. 19, rilasciata dal Comune di Padova il 22.06.1996;

- carta di identità nr. AB8398358, intestata a NC63 , nata a Milano il giorno 1.12.1965, ivi residente, viale Regina Giovanna nr. 28; rilasciata dal Comune di Milano il 03.04.1997;

- carta di identità nr. AA4235322, intestata a NC13 , nato a Padova il 05.01.1928, ivi residente via Chiampo nr. 1;

- carta di identità nr. 36692862, intestata a NC43 , nato a Torino il 30.04.1962, residente in Milano, viale Monza nr. 191, rilasciata dal Comune di Milano il 10.03.1994;

- carta di identità nr. AA9585616, intestata a NC64 , nato a Padova 1116.05.1954, ivi residente via IV Novembre nr. 18, rilasciata dal Comune di Padova il 27.05.1997.

 

Venivano, altresì, sequestrate le fotocopie della patente di guida della NC26 , della sua carta di identità nr. AC6754801, rilasciata dal comune di Garbagnate (MI) il 26.08.1997 e la fotocopia della carta d’identità italiana nr. AB4137098, intestata a NC80 , nata a Ravenna il 17.12.1944, residente a Milano in via Montegnani Lodovico nr. 11, rilasciata dal Comune di Milano il 04.09.1996.

 

Secondo quanto acquisito dal collaterale organo di polizia francese, il contratto di locazione dell'abitazione di Villejuif/Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, occupato da Giuseppe MAJ, era stato stipulato da NC26, riconosciuta in fotografia dal proprietario dell'appartamento, con le false generalità di NC80 . All'atto della negoziazione, la donna aveva anche esibito un documento di identità intestato a NC80 .

 

L'appartenenza alla CP di Giuseppe CZEPPEL, oltre dagli elementi di fatto acquisiti nel corso della perquisizione in Francia, viene ampiamente dimostrata dai reperti acquisiti nel corso delle perquisizioni operate in Italia, il 23 giugno ed il successivo 18 luglio 2003, ed in particolare dal contenuto delle lettere sequestrate nell'abitazione di Milano, domicilio della madre del clandestino NC20.

 

La scelta della clandestinità veniva comunicata da Giuseppe CZEPPEL ai propri familiari con una lettera del 23.01.2002, scelta che gli consentirà "di esprimere tutta quella voglia e tensione di cambiare le cose che ho accumulato in questi anni e che oggi finalmente acquistano, una forma concreta". Precisava che la sua "partenza così repentina e brutale" era dovuta alla necessità di "cautelare la mia persona nel modo migliore da possibili manovre che possano danneggiarmi".

Al fine di assicurare la propria clandestinità, Giuseppe CZEPPEL suggeriva alla sorella come giustificare l'assenza: "Quindi al tuo ragazzo e a tutti quanti dirai che sono andato a lavorare all'estero e a chiunque ti chieda il mio indirizzo o di mettersi in contatto con me dirai che attualmente non lo conosci, ma che appena mi incontrerai mi comunicherai il nome della persona che ha chiesto di contattarmi. Ribadisco che per tutti la mia assenza è dovuta a un lavoro all'estero."

(CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 2214 - allegato nr. 1)

 

In una busta intestata "Hotel Manin Milano", veniva rinvenuta una lettera datata "Milano 28.01.2002". L'autore, identificabile con certezza in NC11, comunicava a NC29 alcune precisioni in merito al rapporto di organizzazione esistente tra NC11 e Giuseppe CZEPPEL ("il nostro Cz"): "io e solo io sono il tramite e quindi responsabile di un eventuale danno al nostro, quindi nessun altro all'infuori di me conosce le cose! Questo significa che nessuno può dirti " ho parlato con lui e mi ha detto , ho una lettera da consegnarti, quando…” “ho notizie di ogni genere. In tal caso ti prego riferiscimelo tempestivamente."

Al fine di eludere eventuali attività tecniche di intercettazione o dinamiche nei loro confronti, NC11 suggeriva: "Terza indicazione, norme preventive per evitare eventuali intercettazioni, i telefoni come le auto, le abitazioni e le sedi, miei come quelli dei compagni possono essere "sotto controllo ", se non è vero meglio, ma in ogni caso dobbiamo evitare distrazioni, è quindi opportuno, se vuoi comunicarmi qualcosa, scrivere all'indirizzo Bjane Sorensen un paio di righe (es. "... Bjane puoi aiutarmi, perché il computer, non va ... ", oppure ingegnarti tu qualcosa che mi faccia capire" ecc.) e lasciarle nella cassetta del Filorosso con un mittente farlocco, che puoi cambiare quando vuoi. Fatto questo puoi telefonarmi sul lavoro usando un telefono non abituale dicendomi quel che vuoi senza entrare nei particolari al resto penso io!. Quarta indicazione, per eventuali incontri è meglio trovarci in un Bar, o in un posto da te facilmente raggiungibile, pensaci con tranquillità e ogni volta possiamo vederne un altro." (CZEPPEL Giuseppe.-,reperto nr 22/3 - allegato nr 2)

 

Nella lettera del 18.02.2002, Giuseppe CZEPPEL, riferendosi a pregressa corrispondenza intrattenuta con la sorella NC29, ribadiva la necessità della propria scelta di vita ed invitava la sorella a rivolgersi a "Dino & company" (NC11 n.d.r.), per procurarsi i testi per documentarsi. (Czeppel Giuseppe reperto nr. 22/4 - allegato nr. 1)

 

La consapevolezza della clandestinità di Giuseppe CZEPPEL da parte dei propri familiari emergeva in alcuni appunti della sorella NC29, in cui la donna riferiva di aver appreso da Dino (n.d.r. NC11) la città dove si trovava Giuseppe CZEPPEL ed esprimeva la propria, piena approvazione per la scelta del fratello: "il lavoro tuo e dei compagni che sono con te è davvero una grande speranza e mi da l'occasione di ripeterti che sono fiera del mio fratellone" (CZEPPEL Giuseppe - reperto nr 22/4 - allegato nr. 1)

 

In una lettera del 26 aprile 2002, Giuseppe CZEPPEL giustificava la propria riservatezza e cautela nella corrispondenza con la necessità di tutelare e salvaguardare il proprio lavoro ed i familiari:" [...] La discrezione è un modo per difendere la mia famigliola. In questa maniera, mantenendo la discrezione, ogni malintenzionato che volesse intralciare il mio lavoro da voi non potrebbe avere notizie utili per i suoi scopi e quindi in breve tempo egli sarebbe costretto a ritirarsi dai suoi intenti lasciandovi in pace." CZEPPEL conferma i suggerimenti forniti in precedenza, su come rispondere ad eventuali richieste di informazioni sul suo conto: "A tutti quelli che telefonano rispondi come ti ho indicato nelle lettere precedenti. Grazie per gli auguri che fai ai miei amici per il lavoro che stiamo conducendo, essi sono ammirati dal sostegno che mi dai, e ricambiano calorosamente i tuoi auguri e ti ammirano profondamente perché una persona come te ci da un appoggio incomparabile per continuare con serenità in nostro lavoro."

Le indicazioni originate da Giuseppe CZEPPEL erano oggetto di commento da parte della madre in un foglietto manoscritto, allegato alla lettera. Nel foglietto NC20 raccomandava alla figlia NC29: "Bambina mia se qualcuno chiede di Giuseppe (mettiamoci d'accordo) di rispondere come ci ha scritto, cioè di dire che è andato all'estero a lavorare. Non diciamo a Zurigo come ha detto Dino (NC11 n.d.r.), è più giusto non nominare nessuna città, seguiamo il consiglio di Giuseppe x il suo bene. Se qualcuno chiede l'indirizzo rispondiamo che non ci serve perché ci telefona lui." (CZEPPEL Giuseppe - reperto nr 21,-- allegato nr. 3)

 

In un'altra lettera del 26 aprile 2002, indirizzata a "NC29, via C. Baroni 103, 20142 Milano” e spedita da Milano il successivo 7 ottobre 2002, Giuseppe CZEPPEL:

- accennava al suo rapporto epistolare intrattenuto con la mamma, ribadendo la necessità che sia assolutamente assicurata la riservatezza e segretezza delle comunicazioni; analizzava la situazione attuale affermando: "Il miglioramento delle nostre condizioni è legato al passaggio dalla difesa all'attacco, ovvero abbattere il sistema capitalista e instaurare il socialismo";

- invitava la sorella a frequentare il Centro di Documentazione Filorosso, anche perché è "un buon luogo per incontrare Daniele", indicato come "il nostro amico che ti aiuta nell'invio della corrispondenza", identificato in NC11; riferiva di aver regalato a NC11, alias Daniele, il proprio telefono cellulare: "Scusa se nelle lettere precedenti mi sono scordato di dirti che il mio telefono lo regalato a Daniele, mi sembra un piccolo ed utile regalo in riconoscenza dell'aiuto che in questo momento ci sta dando."

(CZEPPEL Giuseppe:- reperto. nr. .22/2 - allegato nr. 4)

 

In una successiva lettera del 31.08.2002, Giuseppe CZEPPEL:

- si scusava per il ritardo nella corrispondenza dovuto "al sistema di sicurezza che adottiamo";

- riteneva che la lontananza e la nostalgia fossero sopportabili solo attraverso "il lavoro tenace e intenso per la giusta causa della presa del potere della classe operaia attraverso la formazione del suo nuovo partito comunista";

- indicava in Daniele, alias di NC11, l'elemento di collegamento con l'organizzazione ("questioni extra corrispondenza"): "Grazie per il materiale che mi hai mandato, tuttavia mi aspettavo che arrivasse in un modo differente poiché Daniele doveva ritirarlo. La sicurezza ci impone di seguire alcuni metodi e quello di fare riferimento a Daniele per tutto quello che esce dall'insieme della corrispondenza è un'indicazione da seguire. Quindi ti invito a spiegarmi come sono andate le cose e ribadisco che per le questioni extra corrispondenza devi assolutamente riferirti a lui."

(CZEPPEL Giuseppe- reperto nr. 22/2.- allegato nr. 4)

 

A settembre Giuseppe CZEPPEL si trasferiva in una nuova abitazione. Il trasferimento veniva comunicato alla famiglia con una lettera del 17.09.2002: “Come accenno alla mamma la mia nuova casa e la regolarità della posta daranno alla mio lavoro e sviluppo un andamento più disciplinato che contribuirà ha evitare gli inconvenienti fin qui avuti

(CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 22t2 - allegato nr. 4)

 

In una lettera del giorno 08.04.2003, a firma "Giuseppe", destinata alla mamma NC20, CZEPPEL Giuseppe preannunciava l'invio di alcune foto e precisava di essersi fatto crescere la barba per "non far conoscere troppo il mio aspetto abituale".

Nella lettera del giorno successivo, 09.04.2003, a firma "Giuseppe" e destinata alla sorella NC29, CZEPPEL Giuseppe comunicava, in particolare, l'allontanamento di "Daniele" (NC11 n.d.r.) e la sua sostituzione con una donna, identificabile nella nota NC26: "Purtroppo Daniele ha abbandonato il suo impegno politico per questioni familiari, [...] Prima o poi lui te ne parlerà e ti presenterà una compagna che però già conosci (chiamiamola Piera) che lo sostituirà nei rapporti."

(CZEPPEL Giuseppe - reperto No. 22/11 - allegato nr. 5)

 

A seguito delle perquisizioni del 23 giugno 2003, in Parigi, veniva tratta in arresto anche NC7, nata a Parigi il 10.09.1962, domiciliata in Parigi (l0°), rue Perdonnet nr. 6, responsabile del possesso di falsi documenti di identità e di attrezzature idonee alla contraffazione. Nel corso della perquisizione venivano, in particolare, sequestrati timbri tondi francesi, una carta di identità in bianco della provincia autonoma di Bolzano, documenti di identità svizzeri e spagnoli in bianco, un passaporto U.S.A., un documento di identità francese contraffatto, con apposta la foto della NC7, intestato a tale "RUDER" o "RUGER".

 

Nel corso della pregressa attività investigativa, l'utenza 0033142094376, intestata a NC7 era risultata in contatto con uno sconosciuto interlocutore italiano, a sua volta in rapporto con la nota NC12. (9)

 

Nel 1997, la "Direccion General de Informacion" spagnola aveva attirato l'attenzione dei Renseignements Généraux francesi sul conto di certa NC7, nata a Parigi il 10.09.1962, allora detenuta in Spagna dal 29.06.1994 nel carcere di Algesiras, per traffico di stupefacenti tra il Marocco e la Spagna.(10) La NC7, presentatasi come amica intima della NC12, aveva proposto informazioni sulle attività di questa ultima in cambio di un trattamento di favore.

Sentita dall'organo informativo spagnolo - in assenza del servizio francese - aveva riferito notizie generiche e passate sul conto della NC12 in merito alle sue attività militanti con Action Directe, ma anche con altre organizzazioni terroristiche internazionali quali le BR-PCC. In particolare, aveva riferito che la NC12 avrebbe a lei confessato il proprio coinvolgimento nel passaggio in clandestinità di certa "", militante delle BR-PCC, nonché generici aiuti ad altri militanti di quell'organizzazione.

Gli accertamenti svolti dall'RG consentivano di appurare che la NC7, delinquente comune politicizzatasi in carcere, a seguito di una precedente condanna per traffico di stupefacenti, era stata ristretta a Parigi dal 1987 al 1990, dove aveva conosciuto NC12, con la quale era effettivamente divenuta intima amica. Il rapporto creatosi durante la detenzione proseguiva anche dopo la scarcerazione della NC12, avvenuta nel 1993, al punto che questa veniva ospitata dalla NC7 nella sua abitazione parigina di rue Perdonnet nr. 6, dove tuttora risiede.

Come riferito nell'informativa nr. 362/32-1 datata '18 dicembre 2001, richiesta nell'ambito del presente procedimento penale con delega d'indagine del 10 dice 2001, effettivamente la NC12, da quanto potuto acquisire informalmente dalle Autorità francesi, avrebbe fornito la propria fattiva collaborazione per il passaggio alla clandestinità delle militanti BR-PCC NC44 e NC99. Come è noto, infatti, NC99 , rimessa in libertà in data 01.06.1994, con obbligo di risiedere nel comune di Saint Dié nella regione limitrofa con l'Alsazia, ad est della Francia, adempiva agli obblighi della firma settimanale fino al 12 luglio del 1994, data della sua scomparsa.

NC44 , scarcerata il 13 aprile 1995 con obbligo della residenza nel comune di Vire, in Normandia, presso l'Hotel des Voyageurs, si sottraeva definitivamente all'obbligo della firma il 15.7.1995. In particolare NC44, durante la sua permanenza in Normandia, riceveva, con periodicità mensile, la visita della NC12 che le consegnava imprecisate somme di denaro. Gli aiuti economici forniti dalla NC12 alle due latitanti venivano anche confermati da NC47, nel corso di un incontro avuto con funzionari di polizia italiani all’ 'indomani del delitto D 'ANTONA. Inoltre, il sostegno logistico alle due latitanti sarebbe stato assicurato anche da un'anarchica di Lione, non meglio identificata, i cui contatti con la NC12 e l'interessamento alla prima sistemazione delle latitanti emerse dal contenuto di un'intercettazione telefonica (in particolare da una frase convenzionale detta dalla NC12 che riferì che stava portando a Lione "due bamboline vere, straniere").

 

Dopo l'arresto di NC7, avvenuto il 23 giugno 2003, NC12 si rendeva irreperibile dopo aver spedito una lettera al quotidiano francese "Liberation", in cui discolpava l'amica e si assumeva la responsabilità della detenzione di tutto il materiale rinvenuto nell'abitazione di Parigi (10°), rue Perdonnet nr. 6. Il contenuto della lettera, datata "Martedì, 1° luglio 2003", veniva pubblicato sul citato quotidiano, il giorno seguente, 2 luglio 2003.

 

Dopo circa due mesi di clandestinità, il 5 settembre 2003, NC12 si presentava spontaneamente al magistrato dell'anti terrorismo francese Gilbert THIEL. Attualmente la donna risulta indagata e sottoposta a controllo giudiziario francese, per associazione per delinquere, con aggravante per terrorismo, falsificazione e contraffazione di documenti.

 

 

 

 

La Commissione preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano

 

L'anno 1999 era stato caratterizzato dai proporsi del dibattito per la definizione dei modi e dei principi intorno ai quali costituire il "Nuovo Partito Comunista Italiano"

 

Nel nr. 21 del febbraio 1999 della rivista "Rapporti Sociali" si era aperto un dibattito sulla ricostruzione dei partito comunista e sulle modalità con le quali doveva avvenire, Dai documenti apparsi su1 periodico si rilevavano alcuni elementi ideologici utili a comprendere le istanze e gli assunti che si vogliono porre alla base dello sviluppo delle formazioni legate ai C.A.R.C. Innanzitutto vengono definiti i fattori soggettivi ed i fattori oggettivi per i quali la costruzione del nuovo partito comunista sarebbe entrata in una nuova fase: i fattori oggettivi vengono sintetizzati nell'avanzamento della crisi generale che determinerebbe la necessità di instaurare un governo della classe operaia, mentre i fattori soggettivi vengono individuati nel riconoscimento, da parte di numerose Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS), della necessità della ricostruzione dei partito comunista e nella pubblicazione del "Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano", evento ritenuto in grado di far progredire il lavoro per definire la base dell'unità politica ed ideologica del futuro partito comunista.

 

L'opuscolo, finito di stampare nell'ottobre 1998 da Grafiche Vadacca srl San Pedrino Vignate (MI), delinea l'impianto ideologico e i fondamentali principi strategici dell'organizzazione, evidenziandone l'ispirazione vetero-marxista-leninista e l'impronta rivoluzionaria.

Dettato da un intento non solo propagandistico, ma anche didattico e formativo per la base militante, il documento, dopo aver ricostruito la storia dei 150 anni dei movimento comunista nella società dei capitalismo industriale, espone la teoria leninista del "partito - guida" quale fondamento e ragion d'essere dei CARC, che si sono proposti, sin dalla costituzione nei primi anni '90, come avanguardia cosciente della classe operaia in grado di dirigere le lotte rivendicative delle masse popolari contro la "borghesia imperialista".

Il testo indica ripetutamente nei sovvertimento dell'ordine sociale l'obiettivo primario del "partito comunista" ("Il primo passo della rivoluzione socialista è la distruzione dello Stato esistente e la creazione di un nuovo Stato. In ogni paese la borghesia imperialista oggi ha il suo Stato ed è quello che dobbiamo abbattere") e pone l'esperienza della lotta armata delle Brigate Rosse come referente storico privilegiato, pur sottolineando gli errori di metodo ritenuti alla base dell'insuccesso della prassi terroristica.

Le critiche mosse alle BR, cui i CARC addebitano, essenzialmente, un insufficiente rapporto con le masse popolari, vengono assunte dagli estensori come base concettuale per la proposta di una rinnovata metodologia operativa, tesa a perseguire un organico inserimento nel contesto sociale attraverso il sostegno e la guida delle rivendicazioni delle classi più deboli.

Nel disegno dei CARC, il nuovo partito comunista deve non solo estendere

le mobilitazioni di massa ad ogni aspetto della vita sociale ("il partito [...] deve appoggiare ogni gruppo di lavoratori che difende una sua conquista dalla borghesia imperialista che vuole eliminarla dalla libertà di sciopero, al posto di lavoro, alla sicurezza sul lavoro, alle pensioni, alla tutela dell'ambiente, alla casa, all'istruzione, alla sanità, ai servizi"), ma anche trasformarle "in un problema di ordine pubblico" ed indirizzarle in un alveo di conflittualità con le istituzioni politiche, in modo da strumentalizzare in funzione anti - sistema il malcontento diffuso in alcuni settori della popolazione.

 

In questo contesto vengono definite le 'Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista", vale a dire i singoli e gli organismi che pongono come obiettivo della loro attività l'instaurazione del socialismo. Esse devono essere distinte:

- dai comunisti, che sono quella parte delle forze soggettive rivoluzionarie che assumono come propria la concezione materialista dialettica del mondo e della società e l'esperienza storica e internazionale del movimento comunista, espressa dal marxismo-leninismo-maoismo;

- dai lavoratori avanzati che sono la sinistra del movimento delle masse, impersonano e sviluppano la tendenza positiva all'interno del movimento delle masse, la tendenza che attualmente è rappresentata dalla resistenza alla crisi del sistema capitalista.

La classe operaia, il proletariato e le masse popolari sono ritenute il serbatoio strategico di forze e di risorse per il nuovo partito comunista, serbatoio illimitato da cui il nuovo partito comunista potrà attingere tutte le risorse necessarie per il suo compito. E' da questo serbatoio che provengono e che sono alimentate tutte le FSRS, prodotto oggettivo del movimento comunista e distinte in due gruppi, quelle che svolgono principalmente o unicamente un lavoro legale, quelle che svolgono principalmente o unicamente un lavoro clandestino.

L'aspetto positivo comune a tutte le prime è che esse svolgono un'azione verso le masse: alcune solo di propaganda, altre anche di aggregazione, di organizzazione, di formazione e di sostegno alle lotte di difesa e in generale alle lotte rivendicative delle masse. Il limite comune a queste FSRS viene ritenuto quello che la loro attività sarebbe contenuta nei ristretti confini imposti dalla classe dominante, confini o accettati o evasi solo idealisticamente. Nei confronti di questo gruppo di FSRS il nuovo partito comunista definirà, nell'intento degli estensori, più concretamente il loro legame con l'aspetto offensivo della resistenza delle masse cioè il distacco e la rottura con l'attuale regime, la tendenza a sconvolgere l'attuale società, a combatterla e distruggerla; il partito, per tali FSRS, significherà, nell'immediato, partecipare alla preparazione del programma del partito e, soprattutto, contribuire alla costituzione delle organizzazioni del partito con uomini e risorse: un preciso rapporto con le organizzazioni del partito clandestino, considerato il centro dell'attività complessiva. Solo combinando il lavoro del partito clandestino con l'attività multiforme delle FSRS legali potranno, a parere degli autori, essere conseguiti risultati nella resistenza offensiva delle masse.

L'aspetto positivo delle FSRS che svolgono principalmente o unicamente un lavoro segreto è la comprensione del carattere antagonista della lotta tra la borghesia imperialista e le masse popolari e la sua realizzazione attuale. L'aspetto negativo viene indicato nella presunzione di poter portare avanti il proprio lavoro separati dalle masse. La costituzione delle prime organizzazioni del nuovo partito comunista offre a queste FSRS la possibilità di mettere la loro preziosa esperienza di lavoro clandestino al servizio dell'attuazione della linea generale del partito stesso, di uscire dalla parzialità e dalla relativa sterilità del lavoro della società segreta e di conferire alla costruzione del partito quanto è adatto al partito e di contribuire col resto oggi a creare le condizioni della ricostruzione e domani ad appoggiare il lavoro del partito.

 

Particolare attenzione viene posta allo sviluppo di iniziative unitarie ed alla definizione del partito comunista quale avanguardia organizzata della classe operaia che ha unità politica ed ideologica come base della sua unità organizzativa, è lo strumento della sua direzione sul resto del proletariato e delle masse popolari. Dato questo assunto viene affermato che i CARC sono nati con il proposito di ricostruire il partito comunista, fornendo ai militanti gli strumenti per trasformarsi in comunisti e creare le condizioni per la ricostruzione del partito comunista.

 

Il documento appare, quindi, emblematico per la comprensione degli orientamenti strategici dell'organizzazione, che in piena coerenza con i principi esposti, è risultata, negli ultimi tempi, particolarmente impegnata ad inserirsi in ogni situazione di attrito sociale, soprattutto nei settori studentesco e occupazionale, con una assidua propaganda tesa ad inasprire le tensioni.

La Commissione preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano si è costituita nel gennaio del 1999 ed è il frutto del lavoro per la ricostruzione del partito svolto dall'organizzazione negli anni passati.

La Commissione ha il compito di preparare il congresso di fondazione del partito. Questo compito comprende due aspetti distinti ma strettamente legati tra loro: "la preparazione del Programma e dello Statuto del futuro partito; la formazione di organizzazioni del futuro partito. La commissione farà quanto nelle sue forze per promuovere la più ampia partecipazione alla preparazione del Programma e dello Statuto che sarà sottoposto al futuro congresso di fondazione e per promuovere la costituzione di organizzazioni di partito, stabilire e rafforzare i rapporti con ognuna di esse in modo che ognuna contribuisca con tutte le sue forze alla preparazione del congresso e partecipi, con propri delegati, al congresso stesso. La Commissione fa proprio il patrimonio che le FSRS e in particolare i CARC hanno elaborato per il futuro partito comunista in termini di programma (il Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano pubblicato dalla SN dei CARC), metodo, analisi della fase, linea generale, linee particolari, criteri e metodi di lavoro, risorse di ogni genere. Parte da questa base, compie un salto di qualità e svilupperà questa base al nuovo livello e per il nuovo compito, rivolgendosi ai membri di tutte le FSRS del nostro Paese, agli operai avanzati e al resto della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari facendo appello alla loro partecipazione e alloro sostegno per portare a termine il proprio compito."

Con la costituzione della Commissione si apre una fase in cui il nuovo partito per un aspetto esiste già (esistono organizzazioni che operano in suo nome ed elaborano metodi e regole del suo funzionamento) e per un altro aspetto non esiste ancora (non esiste ancora la direzione eletta dal congresso del partito). Il lavoro in questa fase sarà caratterizzato da questa contraddizione.

Caratteristica essenziale del nuovo partito "per essere all'altezza del compito che il procedere della seconda crisi generale del capitalismo e la conseguente situazione rivoluzionaria pongono ad esso e per tenere pienamente conto dell'esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria, deve essere un partito clandestino. Questa è la condizione indispensabile perché il partito sia libero dal controllo della borghesia e capace di agire nel modo necessario per raccogliere le forze della rivoluzione socialista (inizio della transizione dal capitalismo al comunismo) e dirigere la loro lotta fino alla vittoria.

La costruzione di un partito clandestino implica nuove attività che le FSRS del nostro paese non sono abituate a compiere e uno stile di lavoro nuovo.

Sono cose che metteremo a punto, su cui faremo esperienza, di cui comprenderemo e definiremo un po' alla volta le leggi, raccogliendo l'esperienza del movimento comunista del passato e del movimento comunista presente, internazionale e del nostro paese, verificandola ed elaborandola alla luce della nostra situazione concreto a profitto di tutte le organizzazioni del partito che via, via si verranno costituendo.

La costruzione del (nuovo) Partito comunista italiano come partito clandestino procederà con successo e tanto più rapidamente quanto più esso avrà una linea giusta e una concezione e un metodo materialista dialettico, quanto più questo possa legarsi alla classe operaia, a tutto il proletariato e al resto delle masse popolari. Partito clandestino non vuoi dire partito slegato dalle masse: al contrario significa partito in condizione di legarsi strettamente alle masse popolari proprio perché libero dai vincoli e dai limiti che la borghesia imperialista impone all'attività di un partito comunista legale e quindi in grado di rappresentare efficacemente le aspirazioni e i bisogni più profondi e generali della classe operaia, di tutto il proletariato e del resto delle masse popolari."

 

Chiari elementi di riscontro alla realizzazione di strutture clandestine sono contenuti nella lettera di Giuseppe MAI sequestrata a NC62 , datata "Milano, 25.07.99" ed indirizzata a NC52 ed al marito NC51 , militante del PCE(r), ala politica della formazione terroristica spagnola GRAPO. Nella missiva il MAJ Giuseppe esprime le proprie riserve sulla posizione assunta e sui comportamenti tenuti dalla coppia a seguito della fuoriuscita della minoranza della Segreteria Nazionale dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo e dei comitati delle rispettive strutture territoriali dall'organizzazione nazionale dei C.A.R.C. di Padova, Vicenza e Foggia (copia del reperto è stata trasmessa con foglio nr. 362/105-1 del 30 ottobre 2002).(11)

 

Ancora più espliciti appaiono i contenuti di una successiva lettera sempre del MAJ diretta al NC62 . La lettera fa seguito ad una precedente missiva spedita dal NC62 al MAJ Giuseppe ed agli altri componenti della Commissione Preparatoria, attualmente in stato di clandestinità (copia del reperto è stata trasmessa con foglio nr. 362/105-1 dei 30 ottobre 2002).(12)

 

L'importanza dei documenti sequestrati il 19 ottobre 1999, a NC62 , veniva confermata dall'acquisizione in esame, ed in particolare dal sequestro presso l'abitazione di NC26 di un incartamento relativo all'azione di critica/autocritica posta in essere proprio da NC62 . In essa sono esposte le ragioni e le motivazioni all'origine della vicenda che ha portato all'allontanamento del dirigente dei CARC. Comune denominatore del contenuto di tutta la documentazione risulta essere la tossicodipendenza da eroina di NC62, causa o effetto dei suoi problemi con l'organizzazione.

La raccolta di documenti è preceduta da una lettera di trasmissione, di NC62, datata 8 maggio 2001, dal titolo "Documento di autocritica in merito al mio erroneo metodo di concezione, analisi e lavoro e di direzione e lavoro nel CARC - MI con la conseguente defezione dall'Organizzazione", indirizzata alla Segreteria Nazionale dei CARC.

 

L'allegato 11.b risulta di estremo interesse investigativo per le considerazioni che indirettamente NC62 esprime in merito alla natura del materiale sequestrato nella sua abitazione, il 19 ottobre 1999: "[...] ho fatto un'intervista a RP [verosimilmente Radio Popolare] nella quale per paura di aver detto troppo in un senso, sono andato a parlare del lavoro con gli handicappati [...] La costernazione che manifestavo in quei giorni era un'altra. Nonostante tutto il lavoro per non far trovare il materiale (La Voce e le lettere che mi aveva scritto Bepi) che era scientificamente sicuro, quei giorni avevo pensato di scrivere e per questo avevo in casa, in bella mostra sul tavolo, tutto, quel materiale. Inoltre la sera precedente, avevamo litigato ferocemente io e MC [ NC26 ndr] e siccome tra i due non si sa qual è il più matto, quando mi hanno suonato alla porta alle cinque, ho pensato fosse lei e ho aperto. Hai voglia a dirgli che di aspettare fuori che intanto chiamo l'avvocato.

 

Quando li ho visti istintivamente ho guardato sul tavolo e loro hanno mangiato al foglia, non hanno dovuto lavorare molto a casa mia. Si sono seduti al tavolo e hanno cominciato a scegliere. Grazie al casino (pezzi di computer sparsi per casa), alle altre lettere amorose mischiate con le lettere politiche, ecc, non hanno sequestrato tutto. Il mio dramma è stato non essere all'altezza dei compiti. Rendere impossibili gli imprevisti, la fiducia in me, non per punizione, diminuiva. La costernazione aumentava se pensavo che mi avevano sequestrato un documento in cui Bepi entrava in merito ad una discussione che avevamo avuto sugli spagnoli e che fossero in mano loro mi rodeva tremendamente.(13) Un altro motivo di dispiacere era anche (individualismo ed amor proprio) che ero l'unico a cui avevano sequestrato documenti compromettenti."

(NC26 - reperto nr. 8 - allegato nr. 6)

 

Nel corso del presente paragrafo verranno evidenziati ed esaminati gli ulteriori elementi di reità raccolti sull'organizzazione clandestina, in ordine al delitto associativo ipotizzato. (14)

 

11 23 giugno 2003, nell'abitazione di Luigi MAJ, sita in Parigi (F), rue Denfert Rochereau nr. 4, Saint Denis, venivano rinvenuti undici documenti, tutti originati dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano e costituenti altrettante "Risoluzioni del 30 Seminario", redatti dopo il 25 maggio 2001, come deducibile dall'allegato alla Risoluzione 11 (MAJ Luigi - reperto nr. B1/7/1/b: -vedasi allegato nr. 7)(15)

Il reperto è di estrema importanza perché consente di risalire ed evidenziare la struttura dell'organizzazione eversiva.

 

Al fine di definire in cosa consista il "Seminario", prima di procedere ad un'analisi dettagliata di tutte le risoluzioni, appare opportuno anticipare l'esame della "Risoluzione 2", nella quale viene sviluppata la "catena di comando" dell'organizzazione "che regola i rapporti esistenti tra le diverse istanze del seminario, la CP e i circoli.”(16)

Secondo quanto emerge dalla "Risoluzione 2 del 3° Seminario, dal titolo "Sul sistema di direzione del Seminario", quest'ultimo:

- costituisce "l'organismo dirigente di massimo livello di tutto il nostro lavoro per la ricostruzione del partito comunista";

- è composto da:

- una "Sezione Interna", composta dalla CP, che si avvale di un apparato e che ha il compito di direzione sui membri del Seminario nei periodi di intervallo tra le riunioni plenarie del Seminario - e sui Comitati di Partito (provvisori) che dirige con il metodo della linea di massa. La CP ha anche un diritto di veto sulle decisioni della "Sezione Esterna"; a loro volta i Comitati di Partito (Provvisori) dirigono l'attività dei circoli e di tutti gli organismi di cui fanno parte o su cui hanno un'influenza;

- una "Sezione Esterna",(17) composta dagli altri membri del Seminario, tra cui alcuni dirigenti dei "circoli": la "Sezione Esterna" ha il compito di dirigere per mezzo della linea di massa l'attività dei circoli attraverso l'influenza dei membri del Seminario che fanno parte dei loro organismi dirigenti". L’attività di coordinamento e direzione svolta dai membri del Seminario verrebbe quindi indirizzata verso i Comitati di Partito (provvisori) in prima istanza e, indirettamente, tramite quest'ultimi, verso i circoli.

 

Elementi di estremo interesse per l'individuazione dei componenti del "Seminario" sono contenuti in un documento del 22.03.2003, sequestrato a Manuela MAJ. Nella parte conclusiva della lettera, dedicata alla figlia Manuela e contenente consigli ed affettuose esortazioni riguardo agli impegni politica della donna, Giuseppe MAJ afferma: "Tu attualmente nella realtà sei la persona più indisciplinata del S." MAJ Manuela reperto nr. 6 (Bl) vedasi allegato nr 8)

 

Il legame tra CP ed istanze di base trova conferma nel punto 7 della

"Risoluzione i del 3° Seminario - Sullo stile di lavoro dei membri del Seminario", il quale stabilisce che ogni dirigente deve "centralizzare alla CP piani e diari insieme con i rapporti" e nel successivo punto 8, allorquando viene fatto riferimento ad una vera e propria "catena di comando: Sezione Interna e Sezione Esterna, organismi e apparato, CdP e circoli".(18)

 

Nella "Risoluzione 3 del 30 Seminario - Sui Comitati di Partito (provvisori)" il Seminario dichiara di approvare e fare proprio il piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla CP e l'indicazione data dalla CP per la costituzione di Comitati di Partito (provvisori) clandestini.(19)

Nella "Risoluzione 4 del 3° Seminario", dal titolo "Sul lavoro sul PMP per preparare la proposta di Manifesto Programma da sottoporre al Congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano", l'organizzazione dichiara di far propri il piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla CP (nel nr. 6 de La Voce, pag. 11) e l'integrazione del PMP pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC con le indicazioni -sulla natura dei nuovo partito commista e sulla via alla rivoluzione socialista nel nostro paese pubblicate dalla CP.(20)

 

Nella successiva risoluzione, "Risoluzione 5 del 3° Seminario - Sul piano

di lavoro per i prossimi mesi e il suo finanziamento", il Seminario, dopo un positivo bilancio del lavoro svolto ribadisce le due direttrici ed il piano da seguire nel lavoro futuro di costruzione del partito: "Fatto il bilancio del lavoro condono dai S e in particolare dalla (P nei due anni e mezzo trascorsi dalla fondazione della CP, il S. ritiene che complessivamente il lavoro è stato svolto seguendo una linea giusta e che ha condotto a risultati positivi e importanti. In particolare il S. approva a grandi linee il lavoro condotto dalla CP e l'orientamento da essa dato per la campagna elettorale condotta nel 2001. Il S. ha deciso di proseguire l'attuazione del piano in due punti per la costituzione del partito (formazione di CdP ed elaborazione dei MP) secondo le linee e i metodi già tracciati e ha in più approvato un piano di lavoro da attuare nei prossimi mesi articolato nei seguenti punti:

1. Intervento sulle FSRS [M.co - PSC]

2. Potenziamento delle strutture (funzionari, scuole quadri, organismi e organi di propaganda) [M.co - SRG]

3. Inchiesta C4 [PSC]

4. Campagna di dibattito pubblico sulla 7 discriminante [M. coi

5. Sostegno ai lavoratori delle grandi e medie aziende baluardo principale nella difesa delle conquiste dall'attacco che la bi ha rilanciato con rinnovato vigore sotto la guida del governo Berlusconi [SRG]

6. Lotta contro l'Operazione 19 Ottobre [RTL]

7. Rilancio condizione4 [SRG]

8. Grandi sottoscrittori [M.co - PSC]

9. Operazioni finanziarie [M.co]

 

Il contenuto della risoluzione consente l'individuazione, attraverso le iniziali o sigle, di quattro militanti della CP, "responsabili dell'attuazione di ognuno di questi punti che a loro volta saranno diretti dalla CP nei termini indicati nella Risoluzione 2, ha stabilito il finanziamento necessario per le sue attività nell'anno in corso e ha stabilito come provvedere ad esso. Il S. ha dato incarico a CP di dirigere l’attuazione del piano in due punti per la costituzione del partito e l'attuazione del piano di lavoro per i prossimi mesi sopra tracciato, prendendole misure che riterrà necessarie, nel rispetto delle Risoluzioni approvate dal S.":

- M.co;

- SRG;(21)

- RTL;

- PSC. In una lettera del 24.02.2003, sequestrata a Manuela MAJ e riconducibile, per i contenuti, al padre Giuseppe MAJ, quest'ultimo, prendendo spunto dalla vicenda dell'allontanamento dal comitato CARC di Milano di NC62, indicava solo con delle sigle alcuni militanti della CP: "Ti allego una lettera di per il CARC di MI, con un allegato che è il suo bilancio oggi dell'episodio A.M. [NC62 n.d.r.]. Passala al CARC perché leggano e discutano. Credo che farà bene al CARC, a te e anche a PSC che allora diresse l’operazione, credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa. [...] Attendo tuo parere e il tuo rapporto sull'effetto che hanno sul CARC e su PSC (anche SRG e TRS sarebbe bene che conoscessero i due scritti di F. [...] L'unica cosa da tutelare nella cerchia esterna a quelli che ne sono già al corrente (PSC sa chi sono), è la notizia che l'autore sta attualmente facendo il lavoro che sta facendo). Nella lettera, infine, MAJ preannunciava l'invio di una propria riflessione sulla vicenda "per la mia riflessione e autocritica sull'argomento, mi occorrono alcune settimane." (MAI Manuela - reperto nr 9 (B4) vedasi allegato nr. 9)

Proprio questa successiva lettera di Giuseppe MAJ, del 05.03.2003, consentiva di identificare i militanti della CP indicati dall'autore con il nome di "" (o "F.") e la sigla PSC. In particolare, MAJ riferiva: "A proposito della vicenda di NC62, lo scritto di Gcz {CZEPPEL Giuseppe N.d.R. è molto pertinente e importante" rivelando, incautamente, la vera identità di "" in quella di Giuseppe CZEPPEL (MAJ Manuela reperto nr. 10 (B5) vedasi allegato nr. 10).

Si ricorda che nell'abitazione di Giuseppe CZEPPEL, in rue Civiale nr. 9, Parigi (l0éme), veniva sequestrata la fotocopia di una carta di identità intestata a tale NC39, nato a Milano nel 1960, residente in via Giambellino nr. 108, rilasciata il 25 settembre 1999 dal Comune di Milano, con apposta proprio la fotografia di Giuseppe CZEPPEL.(22)

 

Inoltre, Maj Giuseppe faceva cenno al ruolo ricoperto nella vicenda NC62 da VANGELI Pietro "PV ha ripetutamente posto il problema del contrasto che si andava creando tra il rapporto personale tra e GM [Giuseppe MAJ n.d.r.] e i rapporti di organizzazione. [...] Credo che PV non avesse compreso il contesto e il significato generale del problema particolare contro cui urtava: la resistenza di alla sua direzione e il malessere del Carc di MI." Tale contenuto, collegato a quanto scritto nella lettera del 24/02/2003 ("Passala [la lettera di " ndr; perché la leggano e discutano. Credo che farà bene al Carc, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione. Credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa"), fa ragionevolmente ritenere che il soggetto indicato con la sigla PSC si identifichi proprio nel Segretario dei CARC Pietro VANGELI.

 

La "Risoluzione 6 del 3° Seminario - Sul lavoro da condurre nei prossimi mesi sulle FSRS" è dedicata al lavoro da svolgere sulle altre organizzazioni (FSRS), sia legali,(23) sia clandestine: "Nei confronti di ogni FSRS clandestina il nostro compito nei prossimi mesi consisterà nell'ottenere, tramite la mobilitazione della sinistra e la lotta contro la dx; che essa contribuisca alla ricostruzione del pc secondo quanto indicato in VO n. i pagg. 71 - 72.

Il terreno su cui dobbiamo puntare per mobilitare la sx e isolare la dx di una FSRS è, a secondo della natura della FSRS,

1. la ricostruzione del pc (il giusto modo di lavorare alla rpc: creare le quattro condizioni e attuare il piano in due punti) se si tratta di una FSRS che dichiara di voler lavorare per la rpc,

2. il giusto modo per mobilitare nella lotta contro la bi e per instaurare il socialismo le masse cui la FSRS rivolge il suo lavoro (analisi della situazione e linea: che non possiamo inventare né possediamo automaticamente, ma dobbiamo scoprire con l'inchiesta basata sul nostro giusto orientamento e sul patrimonio del movimento comunista) se si tratta di una FSRS che dichiara di voler mobilitare le mp contro la bi,

3. il giusto modo di combattere la bi se si tratta di una FSRS che dichiara di voler combattere la bi.

Per condurre efficacemente la lotta verso le FSRS occorre

- condurre per ogni FSRS una inchiesta accurata specifica che individui la sx, il cn e la dx; le caratteristiche principali di ognuno di queste sue parti, gli orientamenti, le tendenze, la composizione di classe, le attività, i maggiori esponenti della sx e della dx (profili);

- predisporre e attuare un piano mirato di intervento sulle contraddizioni interne alla FSRS, per mobilitare la sx e attaccare e isolare la dx.

- tirare le conclusioni (bilancio).

Per condurre questa operazione sulle FSRS il £ nomina il responsabile dell'intera operazione e lo incarica di nominare un responsabile (anche esterno al Seminario) per ogni FSRS verso cui lancia effettivamente l'operazione (inchiesta, intervento, bilancio) indicata.

Ogni membro dei S. e il S. nel suo complesso si impegna a lavorare con tutte le sue forze per attuare questa risoluzione nel giro di un anno.

Nel definire questo lavoro sulle FSRS, il S. . ritiene importante richiamare l'attenzione dei propri membri perché si astengano da atteggiamenti settari e presuntuosi. È nell'interesse della nostra causa che sorgano e certamente sorgeranno compagni capaci quanto e più di noi. Dobbiamo essere pronti ad accoglierli nelle nostre file, ridefinendo la nostra attuale organizzazione e restando disponibili a ogni soluzione che permetta di accrescere le forze comuniste, di accelerare l'accumulazione delle forze rivoluzionarie e di portare avanti meglio e più celermente la rpc."

 

Nella "Risoluzione 7 del 30 Seminario" dal titolo "Sul Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista (FP-rpc)",(24) l'organizzazione prende in esame il rapporto FP-rpc/FSRS, in funzione della ricostruzione del partito comunista.(25)

 

La risoluzione successiva - la 8 - dal titolo "Sul lavoro sui lavoratori avanzati", costituisce una dichiarazioni di intenti da parte dei membri del Seminario che "1. per creare contatti con operai avanzati ed esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari; 2. per attingere alla loro esperienza; 3. per orientare in maniera giusta e rendere più efficace il lavoro che essi svolgono verso i loro compagni; 4. per reclutare operai avanzati ed esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari nelle nostre organizzazioni legali e nelle strutture clandestine",(26) si impegnano a raggiungere tali obiettivi attraverso:

- la mobilitazione "a questo scopo specifico" degli "operai avanzati e gli esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari già membri o collaboratori delle nostre organizzazioni legali";

- la direzione di "tutti i membri delle nostre organizzazioni che lavorano in aziende di una qualche dimensione a svolgere sul posto di lavoro una attività politica consistente 1. nello svolgere sistematicamente tra i propri compagni di lavoro un'opera di propaganda e di orientamento su temi della vita politica del paese e internazionale onde creare un terreno più favorevole alla rpc, alla lotta per il comunismo, alla solidarietà verso i comunisti e i movimenti antimperialisti";

- la promozione della "mobilitazione (prese di posizioni, mozioni, comunicati, dimostrazioni, dimostrazioni di solidarietà, ecc.) dei propri compagni di lavoro contro il governo, contro lo Stato, contro la direzione che la bi imprime al nostro paese in questo o quel campo, contro la repressione dei comunisti, contro l'oppressione dei lavoratori immigrati e degli altri immigrati poveri, contro l'andamento impresso alla società mondiale dalla bi e a favore dei popoli, delle classi e delle forze politiche che lottano per il comunismo o anche solo contro l'imperialismo, a favore dei rivoluzionari prigionieri, ecc.; 3. nel dare un giusto orientamento alla lotta sindacale e rivendicativa dei propri compagni di lavoro (partecipando alla lotta sindacale, facendo prevalere giuste parole d'ordine e giusti metodi nella lotta sindacale, guidando i propri compagni di lavoro ad esigere dalle proprie organizzazioni sindacali una difesa efficace dei propri diritti individuali e collettivi); 4. nell'individuare i compagni più capaci e disponibili e gli altri lavoratori avanzati e nel favorire la loro formazione e maturazione fino a reclutarli nelle nostre organizzazioni";

- la direzione di "ogni nostra organizzazione perché sostenga il lavoro dei propri membri sul posto di lavoro facendolo oggetto del lavoro dell'organizzazione, dirigendolo, destinando ad esso le risorse necessarie perché diventi fruttuoso. In questo modo tutto il nostro lavoro verso i lavoratori avanzati verrà portato ad un livello superiore e darà i suoi frutti sia nel nostro lavoro sulle FSRS, sia nel migliorare lo stile di lavoro e l'orientamento comunista delle nostre organizzazioni."

 

Il lavoro da svolgere nell’immediato futuro, tutto incentrato sulla ricostruzione del partito comunista, alla definizione del suo Manifesto Programma e su di una vasta ed incessante opera di propaganda e di "agitazione" contro l'attuale esecutivo, sono oggetto della successiva risoluzione del 30 Seminario, la 9, dal titolo "Sui compiti fondamentali da attuare nei prossimi mesi":

"Il S., impegna tutti i propri membri a far in modo che tutte le forze che essi riescono a dirigere (direttamente o indirettamente) operino in modo da realizzare i seguenti sei compiti fondamentali (Comunicato CP del 20 maggio 01 Dopo le elezioni del 13 maggio, VO n. 8 pag. 7 e segg.).

1. Costituire ad ogni livello organizzazioni pubbliche che abbiano il compito dichiarato di creare le condizioni necessarie alla ricostruzione del partito comunista, alla definizione del suo Manifesto Programma a partire dal Progetto di Manifesto Programma pubblicato nel 1998 e alla riunione del congresso di fondazione e aggregarle nel Fronte Popolare per la ricostruzione dei partito comunista.

2. Svolgere, tramite le organizzazioni facenti parte del Fronte Popolare, in ogni classe delle masse popolari, ma in primo luogo tra gli operai delle medie e grandi aziende, una vasta opera di propaganda di agitazione contro il governo Berlusconi e l'azione di rapina che esso promuove per conto di tutta la borghesia imperialista. Combinare la lotta contro ogni aspetto particolare di essa con la lotta contro il governo Berlusconi e contro la borghesia imperialista che lo ha portato e lo mantiene al potere (quindi in particolare propagandare le Dieci Misure Immediate).

3. Promuovere, tramite le organizzazioni facenti parte del Fronte Popolare, a ogni livello la più ampia unità dei lavoratori contro il governo Berlusconi e la sua azione di rapina. Unire i lavoratori facendo leva sugli interessi reali specifici di ogni gruppo di lavoratori che contrappongono tutti i lavoratori ai padroni e mettere in secondo piano le idee e le fantasie discordanti sotto cui ogni gruppo di lavoratori oggi presenta i suoi interessi, sicuri che queste saranno superate gradualmente, ma tanto più rapidamente quanto più le masse si impegneranno direttamente in una lotta vittoriosa contro i padroni, il loro Stato e i loro ordinamenti sociali. Nonostante i limiti imposti al diritto di sciopero e di associazione e il ricatto della delocalizzazione degli impianti, del licenziamento, della disoccupazione, dell'esternalizzazione e dell'immigrazione, la conflittualità sul posto di lavoro resta per i lavoratori un'arma potente: per fare profitti, i padroni hanno bisogno della pace sociale. Fare di ogni lotta rivendicativa e di difesa dei propri diritti, condotta anche solo da una piccola parte delle masse popolari, una scuola di comunismo (linea di massa).

4. Difendere dal governo Berlusconi e dai padroni le organizzazioni di massa dei lavoratori, i . n particolare i sindacati riconosciuti dalla massa dei lavoratori, anche se esse sono da tempo ampiamente controllate dalla borghesia. Imporre ad ogni livello la volontà e gli interessi dei lavoratori in modo da farle funzionare nella misura maggiore possibile come centri di raccolta e di organizzazione delle masse e di promozione della loro resistenza contro i padroni.

5. Dimostrare pazientemente a ogni lavoratore che i governi di centro-sinistra, la borghesia di sinistra, i riformisti e i revisionisti hanno aperto la strada a Berlusconi, illustrare i vari aspetti del lavoro che hanno condotto in questo senso e mostrare sulla base dell'esperienza che la borghesia di sinistra, i riformisti e i revisionisti non sono capaci di promuovere realmente e di dirigere efficacemente la lotta contro il governo Berlusconi perché sono legati da mille fili ad esso e al sistema che lo ha generato e che lo sostiene.

6. I compagni più avanzati devono ovunque costituire comitati clandestini del partito e partecipare direttamente alla preparazione del congresso di fondazione dei nuovo Partito comunista italiano (definizione del Manifesto Programma e costruzione dell'organizzazione). Solo rafforzando la struttura clandestina del nuovo Partito comunista e marciando velocemente verso la sua fondazione, la lotta contro il governo Berlusconi potrà dispiegarsi su larga scala e diventare il movimento concreto della lotta per instaurare il socialismo."

 

La "Risoluzione 10 del 30 Seminario" dal titolo "Principi e indicazioni per l'eventualità di azioni repressive (arresti e perquisizioni) nell'ambito dell'Operazione 19 Ottobre" riporta una serie di interessanti indicazioni che l'organizzazione approva come guida del comportamento dei propri membri e dell'orientamento che essi cercheranno di far valere in ogni organismo che direttamente o indirettamente dirigono:

1. La struttura clandestina è formata unicamente da compagni volontari e scelti dall'organizzazione. I compagni che non sono entrati nella struttura clandestina per decisione dell'organizzazione e propria, non possono esservi ammessi perché in fuga da arresto (il criterio contrario espone la struttura clandestina a infiltrazioni e provocazione).

2. Ogni dirigente di strutture legali deve predisporre le cose (successione di dirigenti di riserva in ordine gerarchico, mezzi per diffusione di comunicati) in modo tale che di fronte a retate vi sia, chiunque sia arrestato, una immediata risposta pubblica dell'organizzazione (con comunicati, volantini, interviste, ecc.) che renda chiaro che 1. la rpc è la sola causa dell'accanimento della bi e del suo Stato contro di noi, 2. l'organizzazione continua ad esistere e che continua il proprio lavoro per la rpc, 3. l’organizzazione chiama FSRS, lavoratori avanzati e altri esponenti avanzati delle mp a protestare e promuovere la protesta delle mp contro il governo e a solidarizzare per la rpc.

3. Ogni dirigente deve predisporre le cose in maniera tale che di fronte a possibili perquisizioni e sequestri, l'organizzazione possa comunque continuare il suo lavoro (copie di riserva di indirizzari, calcolatori e telefoni d'emergenza, ecc.) e che le forze dell'ordine borghese si impadroniscano solo di quello che per svolgere la nostra attività (legale) dobbiamo per forza di cose tenere correntemente nelle nostre sedi o nelle nostre case.

4. I compagni il cui posto di combattimento è in prima linea (cioè nelle organizzazioni legali) devono abbandonare il proprio posto solo quando sono certi che vi è un mandato di cattura già emesso a loro carico e previa consultazione di altri membri dell'organizzazione, possibilmente dei propri dirigenti (il criterio contrario sfalderebbe l'organizzazione e distruggerebbe il prestigio dei dirigenti, dei comunisti e dell'organizzazione).

5. Di fronte ad allarmi e avvisaglie di possibili arresti e fermi, non rientrare a casa (in particolare dormire fuori casa in luogo ignoto a chi resta in casa e prendere accordi per potersi tempestivamente informare di eventuali incursioni della polizia), consultarsi con altri membri dell'organizzazione(possibilmente con i propri dirigenti), mantenere i contatti e la continuità del lavoro e trovare una sistemazione provvisoria in attesa di capire cosa succede e decidere in seguito.

6. I compagni di strutture legali che riescono a sottrarsi all'arresto, devono riparare in qualche rifugio sicuro, eventualmente espatriare in un paese da cui l'estradizione è difficile. In seguito devono 1. trovare un modo per sopravvivere, 2. cercare di stabilire contatti con l'organizzazione, 3. attendere che l'organizzazione li contatti e li reinserisca nel lavoro.

7. I compagni già inseriti nella struttura clandestina si devono recare appena possibile all'appuntamento d'emergenza in modo da essere raccolti dai compagni addetti, secondo le modalità stabilite.

8. I compagni fermati, arrestati o in altro modo caduti in mano al nemico, devono comportarsi con dignità in modo che il loro comportamento rafforzi il processo di rpc. Essi devono dichiarare che l'unico reale motivo dell'accanimento della bi contro di loro è il loro lavoro per la rpc e attenersi Consigli ai compagni indicati in VO n. 4pag. 17 e segg.

L'organizzazione promuoverà la solidarietà nei loro confronti, li assisterà in tutti i modi e prenderà contatto con loro appena possibile per reinserirli nel lavoro a partire dalla nuova collocazione in cui la borghesia li ha messi."

 

L'ultima risoluzione del reperto , precisamente l'undicesima (Risoluzione 11 dei 3° Seminario - Espulsione di Lucio), riguarda l'espulsione dall'organizzazione del militante "Lucio", ritenuto responsabile di gravi violazioni disciplinari "Lucio è venuto ripetutamente meno ai suoi impegni e con ripetute violazioni della disciplina e delle direttive ricevute ha danneggiato l'organizzazione. Richiamato all'ordine ha apertamente e formalmente rifiutato di correggere le sue deviazioni e di seguire le indicazioni dell'organizzazione relative alla sua nuova collocazione (vedi Risoluzione del 25 maggio 01, allegata). Da ultimo a metà luglio si è allontanato di sua iniziativa e ha fatto ritorno alla città d'origine, in circostanze e con modalità non comunicate all'organizzazione e tanto meno da questa approvate e ha iniziato un'attività di denigrazione e provocatoria. Per questo suo comportamento viene espulso dall'organizzazione."

Come indicato, alla risoluzione è allegata la "Mozione del 25 maggio 01", nella quale emergono chiaramente i timori dell'organizzazione clandestina per la propria sicurezza: "Nell'eseguire i lavori affidatigli, Lucio ha ripetutamente violato le direttive ricevute e per questo ha messo in pericolo la sicurezza dell'organizzazione. Da alcuni mesi per di più ha preso a rifiutare nei fatti e poi anche esplicitamente di collettivizzare la sua esperienza e il bilancio di essa e di rendere conto della sua vita. Stante questo atteggiamento non ci possiamo aspettare che migliori il suo stile di lavoro e la sua disciplina. . Il giudizio complessivo su di lui è individualismo e presunzione che lo portano a violare la disciplina e al rifiuto della direzione.

Quindi Lucio non può più continuare a lavorare nella posizione attuale. L'organizzazione offre a Lucio due percorsi di uscita, ognuno dei quali salvaguarda la sicurezza dell'organizzazione e quella di Lucio, ha una durata che va da sei mesi a un anno e permetterà a Lucio, se lo vorrà, di continuare a dare il suo contributo alla ricostruzione del pc in una posizione diversa dall'attuale. L'organizzazione chiede a Lucio di dire nel giro di una settimana per quale dei due percorsi opta. Se Lucio ha una proposta diversa, può avanzarla e sarà esaminata.

I dettagli del percorso saranno concordati quando Lucio avrà scelto.

E inteso che Lucio deve osservare la disciplina dell'organizzazione, almeno al livello in cui l'ha fatto finora, fino alla fine dei percorso di uscita. L'organizzazione lo dirigerà e sosterrà con le proprie risorse fino alla fine del percorso di uscita."

 

Il militante "Lucio" si identifica in NC35, effettivamente rientrato dalla clandestinità il 14 luglio 2001.

NC35, con l'alias di Alberto, redigeva due giorni dopo la "Mozione del 25 maggio 01", un documento datato appunto 27.05.2001, indirizzato "Alle Organizzazioni Comuniste, ai membri dei Comitati Clandestini per la costruzione del (n)PC, alle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista" (NC50 - reperto nr. 13 vedasi allegato No. 11). Nell'elaborato, a circolazione interna e presumibilmente successivo ad analogo documento a diffusione ancora più limitata,(27) l'autore:

- si definisce "membro della Commissione Preparatoria", in relazione alla sua militanza nell'organizzazione e chiarisce il proprio "punto di vista" in merito al "provvedimento che mi sospende da questa Organizzazione" evidenziando un atteggiamento di censura e mancanza di confronto da parte degli altri membri dell'organizzazione;

-data la propria sospensione in un periodo compreso tra il 21.04.2001 (il provvedimento è scattato (e non è un caso, direi) a distanza di un mese, dopo che avevo consegnato alcune note critiche (datate 21/04/01) ad un comunicato (28) emesso dalla CP, il giorno 11/04/ a seguito dell'azione militare dei NIPR (Roma 10/04)") ed il 25/05/01, data di stesura del documento in analisi.

- individua le ragioni del provvedimento di sospensione nelle critiche rivolte all'Organizzazione in merito al contenuto di due comunicati sulle Organizzazioni Comuniste Combattenti: "Con questo comunicato ["emesso dalla CP il giorno 11,04 a seguito dell'azione militare dei NIPR n.d.r.]. E con un articolo apparso già qualche tempo prima su Resistenza Foglio dei CARC, ho iniziato a chiedermi e voglio chiedere a voi tutti: non si avverte che in questi scritti c'è una buona dose di prevenzione?”

- denuncia una sorta di censura nei suoi confronti: "mi accorgo che "improvvisamente" stavo facendo i conti con una specie di censore" in quanto non gli veniva più fornito materiale documentale che in precedenza riceveva ("non mi era stata consegnata una rivista prodotta da una O. (materiale documentale che normalmente mi si riforniva)) e veniva a conoscenza "indirettamente" di documenti a sigla CP" ... che la CP, in 2 o 3 occasioni, aveva firmato documenti di riflessione e di dibattito, diretti ad un'altra O.";

- lamenta il fatto di "essere stato sospeso dalla CP, senza una riunione specifica, non mi è stato consegnato alcun documento e ancora più grave, non mi è stata data la possibilità di esporre e far conoscere il mio punto di vista ai restanti membri dell'O.", addebitando alla stessa organizzazione un accentramento di poteri: "è possibile che un'O. nata per arrivare a costruire il partito, è tutta affidata e centralizzata nelle mani di qualche dirigente?";

- nel ribadire la necessità della clandestinità (settima discriminante), ritiene che questa debba vivere "in dialettica ed in funzione" di altri due elementi ritenuti strategici: "l'elevamento della classe sul piano dello scontro per il potere" e "l'attacco come modo risolutivo di rapportarsi alla borghesia imperialista, al suo governo e ai suoi partiti."

Ritenendo che l'esperienza delle organizzazioni combattenti degli anni '70 e '80 hanno insegnato che "è possibile accumulare le FR [Forze Rivoluzionarie n.d.r.], sviluppando la lotta armata per il comunismo", l'estensore evidenzia come tale accumulo sia possibile anche nell'attuale situazione rivoluzionaria in sviluppo: "dotarsi della strategia della guerra popolare di lunga durata e sviluppando una tattica conseguente, permette alla classe operaia, al proletariato e alle masse popolari, anche dei paesi imperialisti, di accumulare FR in funzione della presa del potere."

 

In merito all'espulsione dalla CP di NC35, si ricordano le emergenze acquisite nel corso dell'attività investigativa, circa gli incontri tra quest'ultimo e CANCELLO Giovanni Battista, avvenuti a Milano ed Roma, nei mesi di gennaio, marzo ed aprile 2001, e la conversazione telefonica durante la quale il citato CANCELLO aveva riferito sui reali motivi del rientro dalla clandestinità di NC35: "[AMORE Massimo] mi ha chiesto se mi ha contattato Eddy [NC35 n.d.r.] mi ha detto di fare attenzione ... dice che lui ha preso una posizione pubblica, diciamo…, perché quando è venuto qua ha detto a parecchie persone... lui [AMORE Massimo n.d.r.] non lo ha visto, ma ad alcuni che... insomma si trova d'accordo con i militaristi.

 

Come si avrà modo di approfondire nel paragrafo relativo a NC35 , nell'abitazione di NC81 venivano sequestrati due documenti riconducibili alla Commissione Preparatoria e riconducibili alla militanza del citato NC35:

- una lettera del 10 aprile 2000, indirizzata alla redazione di "Front Social", in risposta ai contenuti dell'articolo dal titolo "Apprendere dalla fondazione del (nuovo) Partito Comunista Italiano (Apprendre de la fondation du (nouveau) parti Comuniste Italien)", pubblicato sul nr. 15 della rivista "Fronte Social";

-un documento datato 13.12.1999, dal titolo "Promemoria", costituente un'analisi sintetica e funzionale alla redazione di un successivo più approfondito documento complessivo sull'organizzazione Commissione Preparatoria.

In merito ai reperti, NC81 dichiarava al personale operante della DNAT francese di non essere assolutamente a conoscenza della documentazione sequestrata.

 

Ritornando al materiale sequestrato a Luigi MAJ, si ritiene opportuno soffermare l'attenzione su ulteriori documenti originati dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano e presenti all'interno dell'abitazione di rue Denfert Rochereau nr. 4 a Saint Denis.

 

Veniva, in particolare, sequestrato un documento dal titolo: "Promemoria per la redazione di VO", databile estate 2001 per i numerosi riferimenti al numero 8 de "La Voce" - luglio 2001 O IM reperto nr. B /17/1/a - vedasi allegato n. 13)

Il reperto contiene valutazioni e l'indicazione sintetica di argomenti ed approfondimenti ritenuti utili dall'autore per migliorare la rivista "La Voce del (nuovo) Partito comunista italiano”.(29)

Oltre a generiche modifiche stilistiche, l'estensore affronta in modo esplicito il tema della clandestinità, auspicandone una maggiore divulgazione alle masse attraverso la rivista: "illustrare ripetutamente cosa significa partito clandestino, che non si riduce al solo aspetto cospirativo. E un sistema di raccolta delle opinioni e dell'esperienza delle masse e di ritorno in termini di influenza, orientamento, direzione: il tutto per canali che la borghesia non controlla e non conosce." In questo paragrafo viene fatto riferimento all'articolo sulla "critica alla Cellula", su La Voce n. 3.

L'autore si sofferma sulla necessità di illustrare chiaramente i vantaggi della clandestinità, educare alla clandestinità, parlare del contributo economico del partito, indicare i compiti nella lotta contro la polizia politica:

"[2] E utile che VO desse ai lettori un quadro più definito della situazione dei movimento comunista internazionale e insistesse di più sulla storia del movimento comunista.

Bisogna curare meglio la divisione dei compiti tra fascicolo e rivista. Alcuni lettori auspicano un'uscita più frequente di VO.

[3] VO deve però essere più esplicito, approfittando di più della libertà di parola di cui gode, sulla vigilanza rivoluzionaria (tecniche, criteri, ecc. della controrivoluzione preventiva), indicare chiaramente i vantaggi della clandestinità, educare alla clandestinità, parlare del contributo economico al partito, indicare i compiti nella lotta contro la polizia politica. Buono l'articolo sulla vita dei clandestini in VO n. 8.

E utile anche una storia della clandestinità nel movimento comunista internazionale.

[4] C suggerisce di mettere la falce e il martello sulla facciata di VO. VO deve stimolare la collaborazione alla rubrica con le lettere dei collaboratori che destano curiosità."

Nel punto successivo, il numero 5, emergono due militanti della CP, indicati con le iniziali "M" e "P", ed un suggerimento editoriale dell'autore per il numero successivo del periodico clandestino: "M suggerisce che P faccia un articolo per VO in cui il CdP Stella Rossa, che firmerà l'articolo, parla della sua attività entrando nel merito delle tecniche di intercettazione e di controllo e di come evitarle nell'attività di propaganda, per gli incontri, per i contatti, ecc. Il prossimo uscirà a novembre, quindi va inviato entro ottobre, oppure a marzo quindi entro febbraio. In generale fare articoli dei CdP firmati CdP nome del (n)Partito Comunista Italiano."

Effettivamente, sul numero 9 - novembre 2001 - de "La Voce", veniva

pubblicato l'intervento dal titolo: "L'attività di affissione del Comitato Stella Rossa", nel quale vengono fornite dettagliate indicazioni sulle modalità che occorre seguire praticamente per la diffusione efficace di strumenti e mezzi di propaganda.

Nella parte conclusiva del "promemoria", emergono ulteriori indicazioni e valutazioni sulla produzione editoriale e su di una riunione straordinaria della CP che avrebbe visto anche la partecipazione di militanti che lavorano alla costruzione di alcuni Comitati di partito:

"[6] Illustrare su VO l'esperienza del movimento comunista circa la creazione dì funzionari (rivoluzionari di professione) [Teresa Noce] - Fare il parallelo con dirigenti, partito, Stato (lotta contro l'anarchismo). Lenin e Estremismo, malattia infantile del comunismo (i giornalisti).

[7] Lettera a VO: ma che relazione vi è tra (P e Fp-rpc? autocritica sulle espressioni tipo "noi con il Fp-rpc: abbiamo... ".

La CP è favorevole, (reputa giusta...), la CP appoggia, la CP non fa parte del FP

[8] Pubblicare su VO un'informazione La CP ha tenuto nei mesi passati una riunione straordinaria, allargata ad alcuni fiduciari che lavorano alla costruzione di alcuni CdP La riunione ha fatto il punto e il bilancio ... La riunione ha definito linee e iniziative...

La riunione approva e la sua l'indicazione dei sei compiti indicati a pag. 11 e 12 di VO n. 8. V.(30)

 

In un documento della CP della primavera del 2000, destinato ad una donna e dal titolo "Aggiungo due riflessioni che possono inquadrare meglio il problema", viene ribadita la necessità della ricostruzione del Partito comunista. Il raggiungimento ditale obiettivo, secondo l'autore, richiede preliminarmente la scelta tra due principi tattici: costituire un ampio schieramento ("per contagiare più gente"), attraverso il coinvolgimento di più FSRS oppure concentrare forze omogenee per esaltare la loro efficacia nella lotte. Nella fase attuale, l'autore ritiene maggiormente previdente optale per il primo punto, lasciando però che i Comitati conservino autonomia organizzativa e ideologica in modo da poter creare intorno a sé "una vasta nebulosa protettiva" MAJ Luigi reperto nr. B/15/3 Vedasi allegato nr. 14).

 

In un documento del secondo semestre del 2001, dal titolo "A proposito di FS nr. 19 - l'Italie in Rouge et Noir (pages. 15 - 21)", la Commissione Preparatoria rispondeva alle critiche contenute in un articolo di analisi e commento del nr. 8 - luglio 2001 de La Voce, dal titolo "L 'Italie in Rouge et Noir", apparso sul numero 19 della rivista in lingua francese "Front Social (FS)",(31) "FS fa partire la storia oggetto del suo articolo (la critica della CP agli attentati del 2001) dall'appello (LA VOCE nr. 6 novembre 2000) della CP a partecipare alle elezioni del 2001. Secondo FS le critiche della CP agli attentati deriverebbero dal fatto che questi in prossimità delle elezioni permettono alla reazione di segnare punti a suo vantaggio (e cita ETA e Euskal Herritarrok nelle recenti elezioni basche). Indipendentemente dalle sue intenzioni, FS sbaglia nel fissare l'inizio della storia e falsa la storia della ns critica al militarismo. In realtà la storia della critica della CP agli attentati del 2001 fa parte della storia della critica della CP al militarismo (non della storia della ns campagna elettorale): la critica degli attentati del 2001 può essere capita giustamente solo se la considera come parte della nostra critica del militarismo. Questa parte dalla pubblicazione del PMP e costituzione della CP (fine '98). A questo avvenimento segue il proclama della ripresa della lotta armata o fine della ritirata strategica o rilancio dell'iniziativa combattente (maggio '99, D'Antona). Il proclama è lanciato dai NCC che prendono il nome di BR-PCC. La borghesia avvalora il proclama, benché esso non corrisponda ai fatti (vi è stato un solo attentato isolato) e contrasti con il buon senso (la situazione politica è tale che non vi è una tendenza di massa verso azioni armate e i militaristi quindi non hanno possibilità di applicare su grande scala la loro linea. Indichiamo e dimostriamo ciò in Martin Lutero (ottobre '99). Gli avvenimenti successivi hanno confermato che era un proclama senza seguito reale: i NCC sono rientrati nell'ombra da cui erano usciti, da allora ad oggi non si sono fatti più vivi, altro che ripresa della lotta armata! Ma il proclama non era privo di effetti politici: l'effetto politico era reale ma non consisteva nella "ripresa della lotta armata”, ma nella ripresa della strategia della tensione, una nuova versione di strategia della tensione. In cosa consiste la nuova versione della strategia della tensione? La borghesia imperialista compie attentati, favorisce attentati, sfrutta attentati commessi da gruppi militaristi per fare confusione tra ricostruzione del partito comunista e ripresa degli attentati, tra il comunismo e militarismo. Cioè per ostacolare La ricostruzione del partito comunista. I militaristi sfruttano il chiasso fatto dalla borghesia attorno agli attentati per distogliere FSRS e lavoratori avanzati dalla ricostruzione del partito comunista. La CP sfrutta il chiasso fatto dalla borghesi imperialista sugli attentati per regolare i conti (teoricamente) con i militaristi, per chiarire la differenza tra comunismo e militarismo, per denunciare chi sono i militaristi e come lottano contro i comunisti, per smascherare la nuova strategia della tensione (LA VOCE n. 2 e Martin Lutero). Quando nel 2001 vengono compiuti attentati alcuni altri attentati (essi sono rivendicati altri gruppi militaristi, NTA e NIPR, in contrasto con i NCC), lievi come danni ma ingigantiti ancora una volta dalla borghesia imperialista, la CP approfitta ancora del chiasso con gli stessi obiettivi. Come vedete, ciò non ha nulla a che fare con le elezioni del 2001. Avremmo denunciato i militaristi anche se non c'erano le elezioni. Noi abbiamo tracciato una discriminante contro il militarismo e contro l'economicismo per costruire un vero partito comunista, basato sul marxismo - leninismo - maoismo, non per raccogliere qualche voto in più elezioni."

Subito dopo l'autore espone le tesi della CP, che non escludono l'intervento militare: "Noi respingiamo la tesi che non bisogna fare attentati in vicinanza delle elezioni perché portano voti alla reazione. E’ una tesi falsa. Non è vero che gli attentati portano sempre voti alla reazione. Quando gli attentati sono strumento efficace per sostenere la lotta delle masse, quando alimentano il loro entusiasmo, ecc. gli attentati favoriscono la rivoluzione, scoraggiano le forze reazionarie e diminuiscono la loro influenza tra le masse. Non è vero che le masse sono sempre e comunque contro la guerra rivoluzionaria e la violenza rivoluzionaria. Sostenere che le masse sono sempre e comunque contro la violenza rivoluzionaria e la guerra rivoluzionaria e propaganda controrivoluzionaria: i comunisti imporrebbero la rivoluzione alle masse. Noi respingiamo la tesi che gli attentati provocano la repressione della borghesia imperialista contro il movimento rivoluzionario. Noi sosteniamo che in questa fase in Italia la borghesia imperialista fa grandi sforzi per impedire la ricostruzione di un vero partito comunista e che essa, a questo scopo, oltre alla repressione (intimidazione), usa la confusione tra comunismo e militarismo. A questo scopo compie attentati, favorisce attentati e sfrutta gli attentati fatti dai militaristi, come arma nella lotta per impedire la ricostruzione del pc" (MAJ Luigi - reperto nr. B/16/1 - vedasi allegato nr. 16)

 

Con il numero 8 - luglio 2001 - de "La Voce"(32) e, precisamente, con l'articolo dal titolo "Dieci punti per lottare contro la confusione tra ricostruzione del partito comunista e terrorismo, tra comunismo e militarismo, a firma di “Ernesto V.”, la CP aveva provato a chiarire, dal suo punto di vista i dubbi ancora esistenti sulla differenza sostanziale tra comunismo e "militarismo", tra il nuovo partito comunista, clandestino, ed un gruppo "militarista", anche se si dichiara organizzazione comunista combattente. A questo contesto, si aggiunge, secondo l'autore, il tentativo della "borghesia imperialista" di presentare la ricostruzione del partito comunista come ripresa del terrorismo, sfruttando gli attentati compiuti dai "gruppi militaristi" con la creazione di artificiosa assimilazione a questi ultimi di tutte le FSRS (forze soggettive della rivoluzione socialista).(33)

Significativo appariva inoltre il richiamo dell'autore alle argomentazioni già proposte in "Martin Lutero" e, soprattutto, agli sforzi compiuti dall'organizzazione verso quelle componenti "sensibili al compito della ricostruzione del partito comunista, verso quei compagni che nutrivano una qualche fiducia nella mobilitazione della classe operaia" delle "FSRS armate" affinché si separassero dalla struttura rigidamente militarista.(34)

Nell'articolo che verrà ripreso ed approfondito nel paragrafo dedicato ai rapporti tra CP e Cellula, l'autore:

- accusa i "militaristi" di sfruttare gli attentati per allontanare dalla ricostruzione del partito quei lavoratori che o non hanno ancora chiara la distinzione tra comunismo e "militarismo", o che ritengono i gruppi armati comunque in grado di "guidare una generale rinascita del movimento rivoluzionario";(35)

- prendendo ad esempio l'azione del 10 aprile 2001 contro la sede dell'I.A.I. di Roma, rivendicata dal Nucleo di Iniziativa Proletaria Rivoluzionaria, sottolinea come gli effetti politici di un attentato non dipendano dall'identità dell'autore o dai contenuti delle rivendicazioni, interessanti solo in seconda istanza, ma scaturiscano esclusivamente dalle circostanze politiche nelle quali l'attentato viene compiuto e dall'uso che ne fanno le forze politiche al suo compimento.(36)

Partendo da tali presupposti politici, vengono di seguito espresse le linee programmatiche dalla CP, dirette non ad escludere l’ipotesi di un azione armata, ma a ricondurle nel giusto alveo della ricostruzione dei partito comunista: "Ogni azione, armata e non armata, deve essere funzionale alla ricostruzione del partito comunista. Le azioni armate dei militaristi sono invece dirette contro la ricostruzione del partito comunista. Per questo si confondono con quelle compiute dalla borghesia imperialista e per questo la borghesia imperialista può sfruttare a suo vantaggio anche le azioni armate dei gruppi militaristi."

L'indeterminatezza e l'apparente ambiguità presenti nelle affermazioni dell'autore trovano giustificazione interpretativa nell'impostazione ideologica dell'organizzazione clandestina.

La CP fa propria, infatti, la teoria maoista della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata,(37) caratterizzata da tre differenti fasi: "la fase della difensiva strategica" in cui le forze della borghesia sono preponderanti e le forze rivoluzionarie deboli; il compito del partito è quello di raccogliere, addestrare e organizzare forze impiegandole nella lotta. In questa fase la borghesia cercherà lo scontro frontale e risolutivo che dovrà essere evitato dalle forze rivoluzionarie, mantenendo l'iniziativa sul piano tattico, per preservare e accumulare le sue forze. Nel successivo periodo della "fase dell'equilibrio strategico", le forze rivoluzionarie raggiungono le forze della borghesia imperialista.

L'ultima fase, la cosiddetta "fase dell'offensiva strategica", è caratterizzata dalla superiorità delle forze rivoluzionarie rispetto alle forze della borghesia; il compito del partito è quello di lanciare le forze rivoluzionarie all'attacco per eliminare definitivamente le forze della borghesia e prendere il potere.

Il periodo attuale è riconducibile alla prima fase della guerra popolare rivoluzionaria, quella della difensiva strategica, 38 in cui "le azioni armate, come tutto il complesso della nostra attività, non hanno come obiettivo principale l'eliminazione delle forze nemiche" ma la raccolta, la formazione e l'accumulazione delle forze rivoluzionarie.(39)

Da parte dell'autore c'è, comunque la consapevolezza che per ogni espressione negativa nei confronti del "militarismo" formulata dalla Commissione, ci sarà il rischio che tale posizione venga strumentalizzata, attribuendole unicamente una valenza contro le azioni illegali.(40)

 

Partendo da questa impostazione ideologica, risulta quindi:

- "sbagliato confondere le Brigate Rosse e la lotta armata degli anni '70 con le azioni armate che le organizzazioni dei militaristi conducono attualmente", in quanto diverso era il contesto entro il quale si collocava la lotta armata in quel periodo, diverse erano la situazione internazionale e quella interna; peraltro anche in quel periodo la lotta armata aveva avuto un'evoluzione, fino a quando le " Brigate Rosse naufragano definitivamente nel militarismo".,-

- "sbagliato confondere l'attività militare delle organizzazioni segrete militariste (che noi combattiamo) con le azioni armate spontanee delle masse (da cui noi traiamo insegnamento e a cui applichiamo la linea di massa)." A fronte di questa affermazione vi è la constatazione che attualmente nella classe operaia non vi è alcuna tendenza rilevante ad impegnarsi in azioni armate, in quanto "l'unica forma di lotta politica "non legale" di una certa ampiezza già esistente è condotta da gruppi sociali di altre classi: i Centri Sociali e i gruppi ecologisti da una parte e i gruppi fascisti dall'altra, entrambi in una certa misura sotto la tutela dello Stato."

 

La cosiddetta deriva militarista era oggetto di ulteriori documenti della CP, sequestrati a Luigi MAJ.

 

In un documento incompleto, privo di data, la Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano espone i motivi a sostegno del proprio dissenso sia rispetto ai fautori del militarismo, sia rispetto ai gruppi "riformisti" ed "economicisti": "Il nostro dissenso principale dai fautori del militarismo consiste nel fatto che essi ritengono che la borghesia imperialista stia facendo agli operai concessioni sui loro interessi diretti e immediati per distoglierli dalla politica rivoluzionaria e che con la controrivoluzione preventiva la borghesia renda impossibile anche in prospettiva una politica rivoluzionaria di massa. Secondo loro i rivoluzionari dovrebbero procedere da soli colpendo la borghesia con quegli attentati che anche piccoli gruppi di rivoluzionari possono compiere. Di conseguenza essi non tracciano e tanto meno attuano alcun piano concreto per la ricostruzione del partito comunista. Questa concezione è assolutamente contraria all'esperienza e alla concezione del movimento comunista ed è clamorosamente smentita dai fatti. Forse che non fanno una politica rivoluzionaria le masse popolari palestinesi? Forse che le masse popolari del nostro paese negli anni '70 non hanno partecipato alla politica rivoluzionaria? I fautori del militarismo disperdono le forze rivoluzionarie in iniziative e complotti senza capo né coda. Essi sopravvalutano la forza della borghesia e sottovalutano quella delle masse.

Il nostro dissenso principale dai gruppi riformisti ed economicisti consiste nel fatto che essi non considerano affatto. l’attività della controrivoluzione preventiva condotta sistematicamente dalla borghesia per bloccare l'opera dei rivoluzionari e per dividere le masse e distoglierle dalle soluzioni concrete dei problemi reali. Essi non prendono in considerazione la ricostruzione del partito comunista o la considerano come qualcosa di cui occuparsi quando le masse avranno sviluppato un forte movimento rivendicativo (lo chiamano anche formazione di un blocco sociale antagonista o ricomposizione di classe). Di conseguenza anch'essi non tracciano e tanto meno attuano alcun piano concreto per la ricostruzione del partito comunista. Questa concezione è assolutamente sbagliata. E in contrasto con l'esperienza e la concezione del movimento comunista e disperde forze in tentativi fallimentari. È una concezione conciliante nei confronti della borghesia. I suoi fautori sottovalutano l'ostilità della borghesia. I militaristi da una parte e gli economicismi dall'altra costituiscono due modi diversi di eludere il compito chiave di questo periodo, quello che condiziona ogni ulteriore sviluppo favorevole alle masse popolari: la ricostruzione del partito comunista da parte delle attuali Forze Soggettive della rivoluzione Socialista e dei lavoratori avanzati già oggi disponibili a partecipare a questa grande impresa. Qual’è la forma più favorevole per le FSRS di sinistra di approfittare delle elezioni indette dalla borghesia? Noi crediamo che esse devono unire le forze in un "Fronte per la ricostruzione del partito comunista" e condurre ovunque insieme una campagna elettorale all'insegna della parola d'ordine "ricostruire il partito comunista". In particolare, in tutte le circoscrizioni in cui ci sono le forze sufficienti, esse devono presentare proprie liste elettorali. Chiedere il voto per la nostra lista infatti consente una campagna più efficace per la raccolta dei consensi, collaborazioni, sottoscrizioni e risorse per la ricostruzione del partito comunista." (MAJ Luigi - reperto nr. B/16/5/r - vedasi allegato nr. 17).

 

La Commissione Preparatoria chiariva ulteriormente il proprio ruolo all'interno dell'attuale fase di scontro e la propria concezione della lotta armata come strumento finalizzato alla costruzione dei Partito comunista, in un elaborato dal titolo "A proposito del comunicato emesso in data 11.04.2001", di approfondimento dei contenuti espressi nel precedente comunicato dell'11.04.2001, pubblicato all’indomani dell'attentato dinamitardo perpetrato in Roma ai danni della sede dell'Istituto per gli Affari Internazionali e del Consiglio per le relazioni Italia - Usa e rivendicato dai N.I.P.R..(41)

La prima parte del documento affronta alcune discriminanti che, secondo l'autore, diffeNC83erebbero la CP da qualsiasi altra forza rivoluzionaria. Il fatto cioè di avere posto a fondamento del proprio agire la costruzione del Partito comunista, in ciò discostandosi in modo esplicito da qualsiasi forma di "militarismo", inteso nell'accezione che le Organizzazioni Comuniste Combattenti danno a tale termine.

In questo senso, la condanna dell'attentato del 10 aprile trova la propria collocazione, secondo l'autore, nel fatto che questo genere di eventi, qualora non siano direttamente promossi o tollerati dalla classe al potere, verrebbero sempre e comunque strumentalizzati da quest'ultima a danno delle FSRS, allontanando il supporto delle masse proprio in un momento di crisi così acuta del movimento rivoluzionario.

L'autore prosegue con un'analisi della situazione attuale delle FSRS, le quali avrebbero fatto un salto di qualità avvicinandosi in modo inequivocabile alla discriminante della necessità di costruire un nuovo Partito comunista clandestino.

 

Nella seconda parte del documento l’estensore, nel timore che la comunicazione dell'li aprile possa essere utilizzata in modo strumentale da altre FSRS concorrenti, attribuendo alla CP il rifiuto a priori della lotta armata, intende chiarire in modo esplicito la posizione della CP al riguardo, suddividendo il tema in nove punti, definiti "Nove questioni particolari":

1. Il nostro compito oggi è quello di orientare e aggregare tutti quelli che sono per la ricostruzione del partito comunista e di portarli a rompere ogni esitazione e a superare ogni dubbio che li frena dal mettersi al lavoro. Il nostro compito oggi non è quello di assorbire in nostre formazioni armate tutti quelli che sono disposti ad imbracciare le armi, ma non sono ancora disposti a farlo per il partito comunista. E' inutile spiegarci che le nostre iniziative non raggiungono uno scopo che non ci proponiamo perché lo riteniamo velleitario

2. E sbagliato confrontare la nostra attività con quella del PCE(r) senza tener conto della differenza delle situazioni in cui si trovano le due organizzazioni. E sbagliato confondere il modo in cui noi oggi, mentre siamo nella fase di costituzione del partito comunista, dobbiamo combattere il militarismo, col modo in cui lo combatteremo quando il partito dirigerà la lotta armata in quanto aspetto della promozione e organizzazione della resistenza delle masse popolari al procedere della crisi, come aspetto della guerra popolare rivoluzionaria. Il partito comunista promuove e dirige la lotta armata come una componente della resistenza organizzata delle masse popolari al procedere della seconda crisi generale del capitalismo. Ciò lo distingue nettamente, in ogni caso, da ogni 0CC militarista. Man mano che il partito si rafforza e la sua attività si dispiega, aumentano anche gli strumenti con cui esso combatterà il militarismo e valorizzerà l'attività delle persone che vogliono impugnare le armi e non sono pregiudizialmente antipartito. Il partito avrà anche altri mezzi di convinzione, i demagoghi non potranno più giocare su quello su cui oggi giocano: insinuare il dubbio sulla volontà rivoluzionaria della CP. A questo proposito noi non chiediamo atti di fede. Noi diffondiamo e diffonderemo tra i nostri compagni, tra le FSRS e tra i lavoratori avanzati dei criteri di giudizio basati sul materialismo dialettico. La garanzia che il nostro lavoro andrà a buon fine non è data dalla volontà e dalle intenzioni degli attuali membri o dirigenti della CP (su di esse alcuni possono nutrire dubbi, esse possono cambiare, il nemico può costruire manovre, diffondere calunnie e fare manipolazioni [non ha manipolato anche il presidente del PCP?], ecc.: quindi un simile criterio paralizza l'attività rivoluzionaria).La garanzia del successo dell'attività rivoluzionaria e il motivo della fiducia che ogni compagno e ogni lavoratore devono avere nel successo della propria causa stanno nella giustezza della linea che oggi proponiamo e che attuiamo. La giustezza della nostra linea di oggi ogni compagno, ogni FSRS, ogni lavoratore avanzato ha la possibilità di valutarla egli stesso in base alla sua esperienza, al materialismo dialettico e al patrimonio del movimento comunista, ha la possibilità di verificarla nella sua pratica rivoluzionaria. La giustezza della linea nel futuro, ogni compagno, ogni FSRS, ogni lavoratore avanzato ha la possibilità di difenderla lui stesso. Gli individui possono cambiare, ma ciò che essi hanno costruito dì positivo viene preso in mano e continuato da altri: la storia di Plekhanov, di Chen Thu-shiu, di Bordiga, ecc. insegna esattamente questo.

3. E’ sbagliato ridurre l'attacco, componente della resistenza delle masse popolari al procedere della seconda crisi generale del capitalismo, alle azioni armate. Oggi la sintesi dell'attacco è la ricostruzione del partito comunista. Ogni azione, armata e non armata, deve essere funzionale alla ricostruzione del partito comunista. Le azioni armate dei militaristi sono invece dirette contro la ricostruzione del partito comunista. Per questo si confondono con quelle compiute dalla borghesia imperialista e per questo la borghesia imperialista può sfruttare a suo vantaggio anche le azioni armate dei gruppi militaristi.

4. Le azioni armate in questa fase devono avere come effetto il rafforzamento del lavoro di ricostruzione del partito comunista e, una volta costituito il partito, devono avere come effetto la raccolta, la formazione e l'accumulazione delle forze rivoluzionarie. Oggi e finché saremo nella fase di difensiva strategica, le azioni armate, come tutto il complesso della nostra attività non hanno come obiettivo principale l'eliminazione delle forze nemiche. Per quanto ogni indebolimento delle forze nemiche e ogni colpo portato ad esse possa farci piacere, quello su cui dobbiamo misurare e valutare ogni azione, è il suo effetto ai fini della raccolta, formazione e accumulazione delle forze rivoluzionarie. I colpi portati alle forze nemiche che indeboliscono anche le forze rivoluzionarie sono sbagliati e noi dobbiamo opporci. Noi oggi non miriamo alla destabilizzazione del regime della borghesia imperialista, se non nella misura in cui rafforza le nostre forze. Una destabilizzazione dell'attuale regime che rafforzasse la mobilitazione reazionaria delle masse, per noi è negativa, non la perseguiamo. E' la crisi generale del capitalismo che destabilizza tutti gli attuali regimi politici della borghesia imperialista. Tanto meno il nostro obiettivo oggi è uno degli obiettivi di tipo rivendicativo che i militaristi assegnano alla loro attività: colpire il cuore dello Stato, colpirne uno per educarne Cento, far saltare il progetto neocorporativo, ecc. Noi siamo inoltre convinti che attentati sconnessi da un più vasto piano di lavoro politico, e in primo luogo dalla ricostruzione del partito comunista, non abbiano l'effetto di infondere fiducia nei lavoratori, neanche se colpiscono a morte alcuni esponenti del regime.

5. E sbagliato confondere le Brigate Rosse e la lotta armata degli anni '70 con le azioni armate che le organizzazioni segrete dei militaristi conducono attualmente. La lotta armata degli anni '70 si collocava in un contesto diverso: diversa la situazione internazionale (c'era ancora il campo socialista ed era forte la fiducia della classe operaia nella sua capacità di instaurare il socialismo, diversa la situazione nazionale (c'era ancora un forte partito revisionista contro cui bisognava combattere, non erano ancora iniziate la seconda crisi generale e l'eliminazione delle conquiste).

E sbagliato confondere in un tutto unico le Brigate Rosse del periodo 1970-1975 con le Brigate Rosse del periodo successivo. Le prime lottavano con la propaganda armata per ricostruire il partito comunista. Le seconde usavano le iniziative militari per obiettivi riformisti (colpire il cuore dello Stato, destabilizzare lo Stato, colpirne uno per educarne cento, ecc.) e avevano abbandonato la ricostruzione del partito comunista. Le Brigate Rosse a partire circa dalla seconda metà degli anni '70 diventano un 'organizzazione militarista analoga alle altre 0CC. In questo modo dilapidano le forze accumulate e vanno incontro alla sconfitta. Questo bilancio è già stato illustrato nel Cristoforo Colombo e nel PMP. E' secondario che in gran parte siano gli stessi uomini a comporre le BR nel primo e nel secondo periodo: ciò è successo anche nei paesi socialisti al passaggio dalla prima alla seconda fase (y. Rapporti Sociali n. 11 Sull'esperienza storica dei paesi socialisti e PMP) e nei partili comunisti caduti sotto la direzione dei revisionisti moderni.

 

Nei punti nr. 6, 7 e 8 l'autore prosegue l'esame delle cosiddette "società segrete militariste", sottolineando:

- l'errore nel confondere l'attività militare delle "società segrete militariste" con la spontaneità delle masse;

- la collusione obiettiva ed evidente tra borghesia imperialista e "società segrete militariste";

- i tre campi di lavoro dell'organizzazione: "Bisogna distinguere la lotta, giusta e inevitabile, contro la strategia della tensione come aspetto della controrivoluzione preventiva, la lotta contro il militarismo, la mobilitazione e trasformazione della ammirazione e della soddisfazione delle masse per ogni colpo portato alla borghesia, all'ordinamento sociale borghese e alle forze che lo tutelano."

 

La "questione" nr. 9 ("Il maoismo e la guerra popolare rivoluzionaria") è dedicata anch'essa al tema della lotta armata, ritenuta indispensabile strumento di lotta rivoluzionaria, a patto che i futuri dirigenti di Partito in primo luogo, e le masse poi, abbiano preso coscienza dell'esperienza maoista della guerra popolare rivoluzionaria quale strategia universale della rivoluzione proletaria: "La lotta armata promossa e diretta dal partito comunista è un aspetto della guerra popolare rivoluzionaria: è sbagliato confonderla con le azioni armate condotte dalle società segrete dei militaristi. Noi non impariamo l'uso della lotta armata dalle 0CC degli anni '70, ma dal maoismo e da tutta l'esperienza, in positivo e in negativo, del movimento comunista internazionale e nazionale. La strategia della guerra popolare rivoluzionaria è la strategia universale della rivoluzione proletaria (La Voce n. 1), corrispondente alle condizioni oggettive della rivoluzione proletaria, fin da quando siamo entrati nella fase storica dell'imperialismo, cioè della decadenza del capitalismo e della rivoluzione socialista. Non è una strategia che è diventata necessaria e corrispondente alle necessità oggettive della lotta di classe solo negli anni '70 (come sostennero a modo loro negli anni '70 in Italia i promotori della lotta armata), o solo qualche anno prima (in base a qualche cambiamento radicale e non meglio specificato della situazione). Noi siamo ancora nella fase dell'imperialismo le cui caratteristiche economiche sono state sostanzialmente descritte da Lenin. Ciò che Lenin non ha chiaramente descritto e fatto risaltare (la crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale, le Forme Antitetiche dell'Unità Sociale, il passaggio generale al regime della controrivoluzione preventiva) era comunque già presente all'epoca di Lenin. La guerra popolare rivoluzionaria era già allora la giusta strategia della rivoluzione proletaria. L'esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria ha mostrato che essa è la strategia adeguata alla rivoluzione proletaria (sia alla rivoluzione socialista sia alla rivoluzione di nuova democrazia). Mao Tse-tung ha teorizzato questa strategia e questo è uno dei contributi dati al pensiero comunista dal maoismo, uno di quei contributi che fanno del maoismo la terza superiore tappa dei pensiero comunista.

Prima della teorizzazione fattane da Mao, il partito bolscevico di Lenin e i partiti della Internazionale Comunista che hanno guidato rivoluzioni hanno condotto guerre popolari rivoluzionarie come ogni persona parla in prosa anche senza aver studiato la grammatica e la sintassi, come ogni classe conduce la lotta di classe anche senza avere una teoria della lotta di classe. Cioè con una coscienza minore e quindi con gli inconvenienti che derivano dal non avere una coscienza adeguata al lavoro che si sta facendo. Lenin ha costantemente difeso le esperienze armate inquadrate nella lotta politica diretta dalla classe operaia tramiti il suo partito, ha diretto senza esitazione la guerra civile a cui la borghesia russa e internazionale hanno costretto la classe operaia russa, perché guidato da un legame profondo con la causa della rivoluzione proletaria, convinto che la pratica è sempre più ricca della teoria e pronto a imparare all'esperienza pratica delle masse. Che Lenin non avesse elaborato una concezione organica della guerra popolare rivoluzionaria come strategia universale della rivoluzione proletaria è dimostrato dalle concessioni fatte nel 1917 agli ufficiali zaristi che si erano opposti al potere sovietico, dalla sua sorpresa di fronte alla irriducibile lotta condotta dalla borghesia e dalle altre classi sfruttatrici contro la rivoluzione proletaria, dalle sue oscillazioni sulla dottrina militare dell'Armata Rossa (tra Trotzki che sosteneva che l'arte militare è al di sopra delle classi e Stalin che in termini pratici sosteneva che la classe operaia e le masse popolari devono condurre la guerra alla loro maniera). E Mao Tse-tung che ha dotato il proletariato di una propria dottrina militare."

Tale consapevolezza ideologica appare all'autore necessaria al fine di evitare di incappare negli stessi errori commessi dal PCE spagnolo, il quale, non facendo propria la dottrina militare di Mao Tse-tung sulla guerra popolare, non riuscì a riconoscere l'assenza di quei fattori di cambiamento nella situazione oggettiva della lotta di classe, senza i quali non sarebbe ipotizzabile alcuna forma di lotta armata diffusa: "Gli autori della Aproximacion a la historia del PCE in sostanza sostengono che la insufficiente comprensione della dottrina militare del proletariato e della strategia della guerra popolare rivoluzionaria sono state causa della sconfitta della rivoluzione nella Guerra civile spagnola (1936-1939), ma non riconoscono questo come uno degli apporti fondamentali del maoismo. Lo ha già fatto notare l'autore della Presentazione della traduzione italiana della Aproximacion (vedasi La guerra di Spagna, il PCE e l'Internazionale Comunista). La non comprensione della strategia della guerra popolare rivoluzionaria non ha solo facilitato la sconfitta del PCE, ma ha facilitato la sconfitta di tutti i partiti comunisti della IC dell'Europa occidentale. I compagni del PCE(r) da una parte sostengono la necessità della lotta armata e dall'altra non connettono questa necessità alla fase imperialista del capitalismo: essi non hanno mai voluto spiegare quale cambiamento nella situazione oggettiva della lotta di classe avrebbe reso necessaria la lotta armata né quando tale cambiamento sarebbe sopravvenuto. Da qui a mio parere provengono sia le oscillazioni politiche sul ruolo della lotta armata manifestate dal PCE(r) nel corso della sua storia (programma in cinque punti, trattative ecc.) sia la debolezza del suo contributo internazionalista (le oscillazioni sul carattere nazionale o universale dei motivi che farebbero della lotta armata una strategia di lotta: oscillazioni già indicate dall'autore della Presentazione della traduzione italiana della Aproximacion;i sopra citata,)."

(Maj Luigi - reperto pr. B/17/2, vedasi allegato nr. 18).

 

Sempre sul medesimo tema dell'iniziativa militarista, la Commissione Preparatoria redigeva un ennesimo documento, datato 15.04.2001, dal titolo "Note e riflessioni sugli attentati del 10 aprile e quelli eventuali dei prossimi mesi".(42) Il testo costituisce materiale da utilizzare nella redazione del periodico mensile Resistenza, organo ufficiale dei CARC.

Nel complesso, l'elaborato fornisce un'analisi della situazione nazionale dello scontro di classe nel quale vengono presi in esame i due nodi (e di conseguenza un duplice terreno di scontro all'interno del quale la CP innanzitutto, e qualsiasi FSRS che si consideri tale, si debbono muovere per raggiungere il proprio obiettivo) ritenuti i principali impedimenti alla costruzione di un nuovo Partito comunista:

- l'offensiva della borghesia imperialista;

- le iniziative delle varie OCC (i militaristi) dall'altro, responsabili di fornire ai primi utili strumenti di propaganda controrivoluzionaria.

L'uso della violenza non viene quindi rifiutato dagli autori in sé, ma, a differenza dei "militaristi", collocato in una dimensione che costituisca esclusivamente contributo alla ricostruzione del partito: "Dobbiamo usare ogni mezzo e ogni risorsa per rafforzare e accelerare la ricostruzione del partito comunista. Ogni iniziativa pubblica e clandestina, pacifica e combattente deve contribuire alla ricostruzione del partito."

 

Significativo, in termini di conferma del ruolo di "guida e direzione" svolto dalla CP nel rapporto organismo clandestino/organizzazioni pubbliche (CP/CARC-ASP), il passaggio in cui l'estensore indica all'ASP le modalità ed i contenuti delle informazioni da fornire "ad ogni membro della Commissione del SRI tradotte in francese" per denunciare nel modo più visibile possibile le misure governative dell'aprile 2001, con cui si è introdotta la proroga segreta dei termini delle indagini preliminari e l'ipotesi di concorso esterno per i reati di partecipazione ad associazione sovversiva e di banda armata. (MAJ Luigi - reperto ili. B/17/3 - vedasi allegato. pr. 19).

 

In un ulteriore documento sequestrato a Luigi MAJ, datato aprile 2001, dal titolo: "Campagna di dibattito pubblico sulla 7a discriminante", diretta ai membri del "Seminario - Sezione Esterna", la Commissione Preparatoria si sofferma sulla necessità di organizzare un dibattito pubblico circa la questione della clandestinità del partito. A tal proposito, vengono definite le linee del progetto, il quale dovrebbe concretizzarsi, tra l'altro, nell'individuazione, fra i personaggi più influenti dell'area "legale" comunista, nella mobilitazione e reclutamento di persone affidabili e con esperienza di lotta, anche partigiana, da impiegare in un'azione di sensibilizzazione delle masse e di massima divulgazione delle tesi della CP. Nei testo viene riportato, come esempio, tale CASSINERA, recentemente scomparso.(43)

Al documento è allegata una lettera, datata 25.02.2001, indicata nel documento di trasmissione come "lettera al compagno xy (depurata della parte personale)" e presentata come materiale di riferimento.

Il documento indirizzato al "compagno xy" espone nel dettaglio il progetto di cui sopra. L'autore illustra una strategia d'azione a medio-lungo termine secondo la quale la CP imporrebbe alle FSRS (forze legali) un mutamento dei propri obiettivi: l'abbandono progressivo di lavoro sulla "rpc" (compito proprio ed esclusivo della CP) a favore di un impegno da indirizzare esclusivamente verso il "Fronte": "insomma in quanto tali le FSRS legali faranno parte del Fronte ma non del partito ."

In quest'ottica l'opera non clandestina svolta dalle FSRS, nella diffusione delle tesi della CP, in particolare della 70 discriminante, verrebbe implementata dal lavoro capillare "sul campo" di questi soggetti con esperienza partigiana e di lotta di classe negli anni '40 e '50, la cui attività, come per qualsiasi altra forza rivoluzionaria aderente agli obiettivi della CP, verrebbe monitorata e diretta dal più alto organo "legale" di questa struttura: la "Sezione Esterna".

Il ruolo di collegamento svolto in questo modo dalla SE trova conferma esplicita all'interno del documento, allorquando l'autore parlando dell'apporto di questi soggetti afferma: "essi potrebbero, individualmente o a piccoli gruppi e con un collegamento solo ideale con la CP, svolgere questo importante ruolo nel preparare e creare un terreno favorevole alla ricostruzione del partito, in specifico sulla settima discriminante”.(44)

La CP diverrebbe punto di riferimento costante per tutte le FSRS che abbiano sposato la tesi della centralità della ricostruzione del Partito comunista nel panorama di lotta.(45)

 

L'aspetto più innovativo di questo documento, oltre a rappresentare la prima ed esplicita forma di progetto di propaganda pubblica della 7a discriminante, appare l'apertura effettuata dall'autore ad una innovativa area di militanti: i pensionati. Questi, oltre a fornire un eventuale bacino di utenza di una certa consistenza, garantirebbero alla CP un apporto strategico di documentata affidabilità e, tatticamente, come rimarcato dallo stesso autore, un rischio minimo in termini di eventuali azioni repressive nei loro confronti, in quanto "in forza di questa militanza [partigiana ndr] hanno un prestigio sociale tale per cui sarebbe controproducente per la borghesia imperialista attaccarli pubblicamente"(46) (MAJ Luigi reperto nr. B/17/8 - vedasi allegato nr. 20).

  

La Commissione Preparatoria prende in esame anche il problema connesso alla conoscenza ed alla gestione delle informazioni.

Il documento "Inchiesta sulle FSRS - Fare inchiesta più dettagliata della FSRS", di aprile 2001, contiene una serie di indicazioni che gli organi incaricati dalla CP devono seguire durante l'attività di inchiesta sulle FSRS. Il punto più interessante consiste nella "centralizzazione" alla CP dei dati informativi relativi ai profili dei singoli militanti appartenenti alle FSRS analizzate: "Informarsi attivamente (non registrare quello che si viene a sapere ma fare i passi necessari per raccogliere informazioni: andare, mandare, stabilire relazioni personali, raccogliere, ecc.) e relazionare su ogni argomento e avvenimento che interessa relativamente alla rpc, FSRS e lavoratori avanzati. Conoscere bene avvenimenti, individui, organismo, concezioni, progetti, ecc. Vedi come esempio positivo relazione D. assemblea 3 marzo a FI.

Si tratta di individuare e cercare di mobilitare in ogni FSRS - la sinistra.

Per questo occorre:

1. conoscere bene il dibattito (le tendenze politiche o ideologiche e le divergenze) presenti in ogni FSPS (utile partecipare alle sue assemblee pubbliche): caratterizzare bene tendenze e divergenze (non dire solo che ci sono divergenze, ecc.). Non considerare solo i temi di cui in una FSRS si parla, ma anche quali sono i temi realmente di attualità (desumerli da nostro dibattito) di cui nella FSRS non si parla (ma che la esperienza pratica pone a ogni suo membro): v. Scintilla (la verità è sempre concreta, mentre loro restano sul generale e quindi non affrontano discriminanti oggi attuali per chi vuole precedere, can cui si scontreranno inevitabilmente man mano che procedono)

2. conoscere bene di ogni FSRS l'attività che compie (utili volantini,, comunicati, avvisi, e. mail ),

3. conoscere e fissare (e centralizzare a CP) il profilo sommario di ognuno degli esponenti più interessanti della sx e della dx:

 3.1. classe della famiglia di origine (secondo PMP, ma dettagliare di più)

 3.2. classe del compagno (può essere diversa se il compagno ha una certa età)

 3.3. età e stato familiare (vive solo, convive, sposato, figli, ecc.) 3.4. mestiere (come campa lui e famiglia)

 3.5. esperienza politica

 3.6. opinione delle masse sul soggetto (se ha un certo rilievo)

Inviare sistematicamente la stampa della FSRS senza buchi e doppioni. Fare quadro prospettico e segnare ogni spedizione.

Fare inchiesta sull'effetto della campagna elettorale del FP.

A partire da VO 7: fare inchiesta soprattutto sulla posizione della FSRS sulla questione "unire i lavoratori avanzati sul processo di rpc" e contro l'unità proposta da chi si occupa di unire in coordinamenti ciò che emerge dalle lotte rivendicative e non di lavorare sulla rpc, sul lavoro sulle 4 CRPC. Illustrare il carattere effimero di queste iniziative (coordinamento di lavoratori avanzati per farli occupare solo delle rivendicazioni economiche dei loro compagni di lavoro).

Le FSRS che dichiarano di voler ricostruire il pc sono di sx. A noi è utile fare questa distinzione perché il lavoro che si deve sviluppare con queste è in parte diverso da quello che si può impostare con le altre che nemmeno lo dichiarano..

 

La seconda parte del testo, dal titolo "Elementi di inchiesta su singole FSRS (work in progress)", entra nel dettaglio delle singole realtà esplorate dall'attività di inchiesta della CP, fornendo nominativi dei militanti ed informazioni di dettaglio sulle organizzazione attenzionate, indicazioni sulle attività da svolgere ed aspetti da approfondire:

- Rossoperaio: "RO - NC71 e NC58 (ex PC m-l). Sono con l'MRI dall'84 (fondazione) [MRI è nato dal Partito comunista rivoluzionario degli USA poi esteso al PC Perù, al PC Nepal, al PC Turco]. A proposito di RO, vedi scritto su vo 7 e supplemento 1 a VO n. 7 (e loro risposta che hanno diffuso via e.mail a varie FSRS <"Tesi" e perdigiorno >). Il supplemento è stato diffuso via e.mail a varie FSRS ed è reperibile su pagina web della CP. Nel criticare RO bisogna tener conto del MRJ (y. lettera diffusa da CP in cui denunciala truffa di RO alle spalle di MRJ attorno al Partito maoista italiano). Il PCR-USA ha pubblicato recentemente un progetto di nuovo programma. Contiene un buon lavoro di critica della attuale società USA. CP punterà a pubblicare la traduzione del Programma del Partito Rivoluzionario degli USA e commenterà l'opuscolo amichevolmente. Molte contraddizioni negli USA sono più avanzate che da noi quindi questo Programma contiene molti insegnamenti per noi.

Il PCR-USA è il principale promotore dell'MRJ, questo lavoro ci avvantaggerà verso RO. Probabilmente dalla nostra attenzione per il PCR-USA nascerà un problema con i peruviani (El Diario Internacional), ma lo gestiremo per altre vie";

- l'Associazione Lavoratori Organizzati;(47)

- il collettivo Antinebbia Valdarno;(48)

- il Comitato Comunista Prenestino;

- il Laboratorio Marxista di Viareggio;(49)

- il Centro sociale Scintilla di Roma;(50)

- Aginform di Roma: "Sono entristi (nel PRC) e quindi non porranno la rottura con l'entrismo. Al momento non ci si può ricavare gran ché, ma sono tra gli organizzatori delle assemblee di TO e FI. Intervenire su loro anche solo per dire che per fare un partito ci vuole un piano, bisogna definire le condizioni. Vedi note di Umberto. Loro NU il 17 e 18/11/00 hanno fatto una riunione a TO preparatoria dell'assemblea di FI del 3/3 (vedi relazione D.). Il Comitato Politico di NU (non il comitato redazionale) ha convocato per l'8/4 a RM un incontro delle 4 FRSR che si erano trovate d'accordo a FI sul Fronte per la rpc. Quali sono queste 4 FSRS? NU, LM, LR, Scintilla? Cosa hanno concluso? Aginform non è d'accordo e nel suo foglio n°19 spiega perché. Non vuole una struttura organizzata e probabilmente il conflitto esiste soprattutto verso NU e il suo CP."

- la rivista "Critica e Conflitto" di Parma: "Rivista sorta nel 1997. Producono cose discrete ma non hanno un obiettivo. Sulla loro inchiesta operaia (rientra nel novero della letteratura disfattista, anche se riporta dati interessanti), vedi nota di Umberto. Continuare l'inchiesta tramite F."

- Inchiesta Operaia di Torino;(51)

- le pubblicazioni "Il Futuro", "Assalto al Cielo" ed il CIP Alessandrino di Roma;

- la rivista Nuova Unità: "Chi sono i membri della redazione Nuova Unità di Pisa (v. NU 10/00 pag. 10)? C'entra NC48 o si tratta del "giovane" NC36 (nel '98 avevo inutilmente cercato di incontrarlo)?";

- il Comitato marxista-leninista d'Italia di Teramo: "Ennio Antonimi: tel/fax 0861856454 e.mail cmarxistaIeninistadita1ia@superava.it. In estate tengono Convegno internazionale sul revisionismo (data da chiedere al recapito indicato). Partecipare con un inviato. Tenere discorso (potrebbe essere articolo di RS 11 raccontato a braccio). Scopo: capire chi riuniscono e se ci possiamo cavare qualcosa (ex partigiani, ex Nuova Unità tipo Cassinera, ecc.). Vedere loro proposta per la ricostruzione del partito in La via del comunismo n. 13 (aprile 01)

- Coordinamento Comunista: "(vari: vedi VO 07) - Proporre lo scambio di pubblicazioni. Provare a chiedere a NC85 dei riferimenti più precisi: persone, attività, dove sono presenti, sedi, organi di stampa, ecc. ",

- la Casa del popolo Andrea del Sarto, via Manara 4 Firenze:

"Bollettino (in giugno 01 è uscito il n. 4) del "Corso di formazione dei comunisti". Sembra seguire la linea del 'Comitato Lenin" di A. NC92: formare quadri unicamente con lo studio (y. discriminante 2, RS 19 pag. 8).Tra i promotori giani di Empoli. Collaboratori al Corso: Aldo NC92, NC75 ",

- l'Organizzazione Comunista Internazionalista: "0Cl: a NA ha ereditato il CIM (Centro di Iniziativa Marxista). Tra i dirigenti ci dovrebbe essere anche NC93, NC76 (dirigente disoccupati di NA), NC6 (docente univ. a VE). Se ne occuperà Umberto."

 

Nella parte conclusiva del documento in esame sono riportate ulteriori disposizioni di dettaglio in materia, emanate dalla dirigenza della Commissione Preparatoria: "Dire a Paolo di chiedere a NC92 cosa sa del PMLI (NC91).

Pavia (Cassinera) - contattare figlia e prendere appuntamento.(52)

Inviare a CP indirizzo di NC15 (Collettivo Che Guevara, zona del Canavese). tel. 0125581457 (dato come riferimento per Gazzetta Operaia n. 611).Ha fatto un buon intervento (NU n. 2.2001 pag. 9) al Convegno di TO organizzato da NU e Aginform (18-19 nov. 00). Fa parte del Collettivo Comunista Alto Canavese Che Guevara (un intervento del Collettivo compare in NU 10.00 pag. 15): chi sono? Si può telefonargli e chiedergli se sono usciti altri numeri di Gazzetta Operaia (il suo telefono era dato nel n. 6 uscito nel dic. 99).

Partire dall'invio di compagni per contattare e fare inchiesta. Iniziare da AsLO, LM, Scintilla, NU, C m-l d'I, RO.

Vedere le note di Umberto per le singole FSRS. Giovarsene nei contatti."

(MAJ Luigi - reperto nr. B/17/9 - vedasi allegato nr. 21).

 

Particolare attenzione viene prestata dalla Commissione Preparatoria al problema della "sicurezza dell'organizzazione".

Nel documento, privo di data e sigla, dal titolo "Risoluzione sulla vigilanza rivoluzionaria", sequestrato a LEVONI Enrico, l'autore fornisce una definizione del concetto di "vigilanza rivoluzionaria", requisito essenziale per un'organizzazione rivoluzionaria, illustrando nei contempo le misure da adottare per sviluppare una efficace "vigilanza rivoluzionaria": "Nell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni la contro rivoluzione preventiva è costantemente all'opera e utilizza mezzi legali e illegali (apparati legislativo e repressivo, infiltrazioni, provocazioni. tortura uccisioni, stragi, ecc.) contro il movimento rivoluzionario. La borghesia imperialista deve difendere con le unghie il suo decadente sistema e deve soprattutto impedire il rafforzamento dei movimento rivoluzionario e del suo legame con i lavoratori e le masse popolari; deve occultare e mistificare la realtà, fatta di miseria, barbarie e morte per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

I comunisti e i rivoluzionari devono combattere la borghesia imperialista e l'influenza che esercita al nostro interno. La concezione del mondo e il metodo di lavoro sono le armi principali per formare le nostre forze e combattere l'influenza della borghesia imperialista. Oltre a curare di avere una giusta concezione dei mondo e un buon metodo di lavoro, ogni organizzazione rivoluzionaria deve praticare, imparare a praticare e insegnare a praticare la vigilanza rivoluzionaria.

Un'organizzazione che non pratica la vigilanza rivoluzionaria non è rivoluzionaria, per quanto si chiami rivoluzionaria e gridi di esserlo.

Perché non può né raccogliere e tanto meno formare (educare) forze ad una lotta conseguente e vittoriosa contro la borghesia imperialista. Per costruire organizzazioni rivoluzionarie, bisogna educare ogni suo membro e ogni sua parte alla vigilanza rivoluzionaria.

La vigilanza rivoluzionaria, naturalmente non garantisce dalle infiltrazioni e dalle provocazioni, ma permette di limitare i danni e soprattutto, costringe in qualche modo a "far lavorare per la nostra causa" gli agenti che la borghesia infiltra al nostro interno.

Vigilanza rivoluzionaria vuol dire:

1. impedire che nelle proprie fila si sviluppino deviazioni che portano alla collaborazione con la borghesia;

2. trattare con metodi appropriati le contraddizioni interne all'organizzazione rivoluzionaria, le contraddizioni tra le organizzazioni rivoluzionarie e le contraddizioni interne alle masse popolari (in una parola le "contraddizioni in seno al popolo ") onde impedire che diventino antagoniste;

3. combattere l'impiego, nel, trattare contraddizioni in seno al popolo di metodi appropriati a trattare le contraddizioni antagoniste;

4. combattere le infiltrazioni, le provocazioni, lo spionaggio e le aggressioni della borghesia a danno delle organizzazioni rivoluzionarie e delle masse popolari.

Un'adeguata vigilanza rivoluzionaria si può sviluppare se si adottano le seguenti misure.

1) Bisogna distinguere chiaramente le divergenze politiche e anche ideologiche, dal tradimento, dalla collaborazione con la borghesia e dall'uso di metodi banditeschi. Benché nelle nostre fila molti errori sorgano a causa della contraddizione tra il nuovo e il vecchio e della contraddizione tra il vero e il falso, è vero che sorgono molti errori anche a causa della contraddizione di classe, vale a dire a causa dell'influenza che la borghesia imperialista ha nelle nostre fila e dei riflesso nelle nostra fila della lotta di classe che si svolge nella società i comunisti vengono dalla classe operaia, dal proletariato, dalle masse popolari e risentono in una certa misura delle arretratezze che vi sono nelle masse. Tuttavia bisogna distinguere chiaramente la collaborazione oggettiva con la borghesia (l'oggettivo indebolimento delle forze rivoluzionarie insito in ogni errore), dalla collaborazione consapevole e organizzata con la borghesia. Perché diverso è il modo in cui vanno trattate le due cose (errori che sorgono dalla contraddizione di classe e collaborazione consapevole e organizzata).

2) Ogni organizzazione rivoluzionaria deve, in particolare, denunciare pubblicamente infiltrati, provocatori, spie e banditi. Ogni compagno e ogni organismo deve avere una concezione chiara della responsabilità che con tale denuncia si assume verso l'intero movimento rivoluzionario. La confusione tra le contraddizioni e le denunce sbagliate indeboliscono la nostra lotta contro il tradimento, le infiltrazioni e i metodi banditeschi.

3) Ogni denuncia deve essere accompagnata da prove (nella misura e nelle forme per noi opportune, ma in misura sufficiente a dissipare ogni

equivoco): anche in questo modo ci educhiamo alla vigilanza rivoluzionaria.

4) Nessuna organizzazione rivoluzionaria deve stabilire rapporti organizzativi (e ogni organizzazione rivoluzionaria deve rompere ogni rapporto organizzativo) con organismi che tollerano alloro interno, provocatori, spie e banditi dopo che è stata resa nota la loro attività. Non possono esistere rapporti seri con organizzazioni che tollerano al loro interno o che sono dirette da persone di tal specie.

5) Per risolvere particolari contrasti che sorgono tra singoli compagni e/o organizzazioni bisogna promuovere la costituzione di "tribunali di compagni" di provata esperienza, che esaminano le questioni ed emettono decisioni motivate alla quali le parti devono attenersi.

 

Praticata sistematicamente e con un metodo materialista dialettico, in conformità con l'esperienza e l'insegnamento del movimento comunista, senza settarismo e dogmatismo ma anche senza liberalismo, la vigilanza rivoluzionaria diventerà un potente strumento di rafforzamento delle nostre organizzazioni, dei movimento rivoluzionario della classe operaia, del proletariato e della ;nasse popolari e dell'internazionalismo proletario." (LEVONI Enrico - reperto nr. 13/3/46 - vedasi allegato nr. 22).

 

Di estremo interesse ed importanza risulta, a tal proposito. il sequestro a NC11 di un documento redatto con sistema di videoscrittura, privo di data, a firma "E", rinvenuto nelle pertinenze dell'indagato, all'interno dell'Hotel Manin di Milano.

Si tratta di una lettera di Enrico LEVONI, destinata a NC11 , redatta a seguito dell'ingresso in clandestinità di CZEPPEL Giuseppe. La lettera contiene una richiesta rivolta a NC11 di sostenere la scelta militante, collaborando concretamente all'attività clandestina dell'organizzazione.(53)

In primo luogo, Enrico LEVONI pianifica un incontro urgente, in un luogo sicuro, durante il quale riferire al NC11 tutte le istruzioni e le disposizioni necessarie affinché il lavoro dell'organizzazione ed il passaggio in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL avvenga nel migliore dei modi possibile: "Da quello che ho avuto modo di capire qui c'è in bel casino! A me e a te spetta il compito di sistemare le cose al meglio e fare di tutto affinché il passo compiuto possa consolidarsi. Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci all'opera!

Innanzitutto dobbiamo vederci con calma, ma urgentemente. Con calma nel senso che dobbiamo incontrarci in condizioni di poter parlare liberamente e di poter prendere appunti: quindi a tavolino in un luogo tranquillo. Urgentemente perché è importante fare di tutto affinché la situazione si sistemi al meglio.

Ho cercato di incontrarti sabato sera ma non ti ho trovato. Tenterò domenica mattina, ma se non funziona faremo per lunedì. Verrò a MI, ti cercherò parlandoti delle opere di Stalin e ci accorderemo per vederci al CN, poi ci sposteremo.

Intanto ti anticipo alcune cose. In parte forse non sono più attuabili, ma servono comunque ad inquadrare il lavoro.

Bisogna evitare il più possibile di coinvolgere i circoli in questa faccenda, bisogna fare in modo che le acque restino più calme possibile. E’ una questione di sicurezza e serve alla riuscita di tutto il lavoro."

Uno dei principali aspetti legati alla clandestinità di Giuseppe CZEPPEL è il suo rapporto con la famiglia di origine. A NC11 l'organizzazione chiede di rapportarsi con i familiari del militante della CP in clandestinità, assicurando il collegamento e verificando l'effettiva conoscenza all'esterno delle reali ragioni a monte dell'allontanamento di Giuseppe CZEPPEL: "A te viene chiesto di rapportarti con la famiglia e di lavorare per fare andare le cose al meglio e per risolvere i problemi dell'ambiente attorno a te sulla questione. Questo è un contributo concreto e preciso che l'organizzazione ti chiede.

Alla famiglia devi chiedere di collaborare in ragione della sicurezza di G e dei circoli. La ragione per cui G è partito improvvisamente è questa.

Insieme dobbiamo vedere attentamente quanti sono al corrente della cosa.

Verificare la posizione di MC [LEVONI fa riferimento ai rapporti esistenti tra la famiglia di Giuseppe CZEPPEL e NC26] e il suo intervento con la famiglia. Gestire l'ambiente al meglio delle nostre possibilità."

Si tratta di un incarico esclusivo per NC11 che dovrà essere l'unico referente della famiglia di origine del militante in clandestinità. In questo paragrafo, inoltre, emerge chiaramente la conoscenza dei fatti anche da parte di VANGELI Pietro, indicato con l'iniziale del nome "P" ed il rapporto diretto CP - LEVONJ Enrico: "Verso l'esterno, cioè verso qualunque compagno oltre a me e P., tu sei l'unico che deve restare esposto. Nel senso che ormai è chiaro che la famiglia sa che tu in qualche modo sei a conoscenza di alcune cose che riguardano il nostro amico: bisogna che sia la famiglia che chiunque altro continui a pensare che sei solo tu che le sai. Forse anche qualcun altro è coinvolto come te, vedremo. Io ti consegno tre lettere del nostro amico. Una per te, e due per la famiglia. Alla famiglia tu dirai che le hai ricevute in hotel solo oggi, per questo non le hai potute consegnare prima."

 

Nell'ultima parte della lettera Enrico LEVONI prende in esame tre aspetti del lavoro da svolgere per la salvaguardia della clandestinità e compartimentazione dell'organizzazione:

- "il lavoro sui compagni sicuri e sulle persone intime", articolato su un'azione diretta e sincera verso alcuni militanti, come NC26 ed NC57, riservata e mendace nei confronti di altri appartenenti alla struttura politica palese: "Ad alcuni non possiamo nascondere la verità, anche se naturalmente staremo sul generico.

Ai membri del circolo tuo e ai membri dei circoli che frequentano il CN dovrai parlare ad uno ad uno, a quattr'occhi, per evitare che gli incontri vengano confermati da più parti.

A questi dovrai dire che G è partito per lavorare per la CP. La partenza improvvisa e senza saluti è funzionale alla sicurezza.

G ha detto che si scusa con i compagni e chiede loro di scusarlo e di sostenerlo, favorendo l'instaurazione del clima migliore possibile sulla questione e fornendo all'esterno la versione che G è andato a Zurigo per lavoro nello stesso ramo in cui operava prima. Era cosa in ballo da tempo, anche se ne parlava poco e malvolentieri. Era incerto, probabilmente. L'organizzazione ha approvato la partenza: anche là ci sono compagni e quindi continuerà l'attività politica.

Non dare per scontato che non tornerà ma rendere la cosa più normale possibile. Si tratta di un periodo di prova, se funziona si stabilirà. A chi chiede di poterlo contattare dire "non ho l'indirizzo e il telefono, ma appena lo sento gli farò sapere che lo cerchi ". Non entrare in dettagli. Imparare ad eludere le domande eccessive o inopportune";

- il "lavoro su quelli insicuri", basato sulla massima riservatezza e

copertura della realtà: 'Ad altri dobbiamo dare spiegazioni di copertura. Cercheremo di capire insieme quali sono quelli che è meglio averli con noi come complici che contro di noi come allarmisti e tratteremo le cose di conseguenza";

- il trasferimento dei bagagli di Giuseppe CZEPPEL, attività che vede il diretto coinvolgimento di Manuela MAJ, indicata con le sole iniziali: "Sono già d'accordo con MM che consegnerai la valigia a lei. Accordatevi senza usare il telefono, non dobbiamo fare più casino di quanto è già stato fatto. Cercate di concludere entro martedì. Per il resto del materiale siamo già a posto."

 

Al documento di LEVONI Enrico è annessa una lettera manoscritta a penna, a firma "Giuseppe", (Giuseppe CZEPPEL), datata 23 gennaio 2001, con la quale l'autore incarica NC11 di consegnare le due lettere allegate alla missiva manoscritta. Di seguito, si ritiene opportuno riportare la trascrizione della lettera di Giuseppe CZEPPEL:

"23/gennaio/2001

Un abbraccio caro Dino e per non farti stare in panciolle, scusa il tono scherzoso, ti chiedo di consegnare al più presto le due lettere che ti mando. Grazie per le incombenze che ti appioppo, presto ti scriverò di come sto più estesamente. Per adesso ancora un caro ABBRACCIO e un bacione* Sulla bocca. Giuseppe". (NC11 - reperto nr. 26 - allegato nr. 23)

 

Di estremo interesse appare anche il contenuto di due lettere di Giuseppe CZEPPEL, indirizzate ai propri familiari, datate rispettivamente 26 aprile 2002 e 31 agosto 2002.

L'autore, già in clandestinità:

- accenna al suo rapporto epistolare intrattenuto con la mamma, ribadendo la necessità che sia assolutamente assicurata la riservatezza e segretezza delle comunicazioni;

- analizza l'attuale situazione affermando: "Il miglioramento delle nostre condizioni è legato al passaggio dalla difesa all'attacco, ovvero abbattere il sistema capitalista e instaurare il socialismo";

- ritiene che la lontananza e la nostalgia siano sopportabili solo attraverso "il lavoro tenace e intenso per la giusta causa della presa del potere della classe operaia attraverso la formazione del suo nuovo partito comunista";

- invita la sorella a frequentare il Centro di Documentazione Filorosso, anche perché è 'un buon luogo per incontrare Daniele", indicato come "il nostro amico che ti aiuta nell'invio della corrispondenza".

"Daniele" si identifica in NC11, l'elemento di collegamento con i militanti dell'organizzazione in clandestinità: "Grazie per il materiale che mi hai mandato, tuttavia mi aspettavo che arrivasse in un modo differente poiché Daniele doveva ritirarlo. La sicurezza ci impone di seguire alcuni metodi e quello di fare riferimento a Daniele per tutto quello che esce dall'insieme della corrispondenza è un'indicazione da seguire. Quindi ti invito a spiegarmi come sono andate le cose e ribadisco che per le questioni extra corrispondenza devi assolutamente riferirti a lui."

(CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 22/2- allegato nr. 4)

 

Nel corso della perquisizione effettuata all'interno dell'abitazione di CANCELLO Giovanni Battista, veniva infine sequestrato un foglio di block notes a quadretti sul quale erano riportate annotazioni manoscritte a penna blu, relative al confezionamento di ordigni esplosivi artigianali:

1) Mescolando PESTICIDA (composto acido) + FERTILIZZANTE (composto azotico). Instabile, può esplodere se lasciato cadere o scosso ma molto potente.

2) "NICOTRONE" (da fare in casa - vasca da bagno).

Cotone grezzo puro, imbevuto dolcemente di Acido Nitrico, dolcemente molto lentamente se mescolato troppo velocemente il nicotrone può esplodere proprio nella vasca.

DETONATORI SEMPLICE.

Con delle polv. da sparo (una pallottola). Poi si prende una lampadina di una torcia elettrica, si rompe il vetro, si mette la polvere da sparo intorno al filamento e si chiude la lampadina con della cera, quando arriva elettricità alla lampadina: Boom."

Interessata per un primo esame del reperto, l'Aliquota Artificieri Antisabotaggio del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli riteneva le istruzioni manoscritte idonee e sufficienti per il confezionamento di un ordigno esplosivo artigianale (CANCELLO Giovanni Battista -reperto nr. 3 - allegato nr. 24).

 

 

Il rapporto CARC/Commissione Preparatoria

 

Nella nota informativa nr. 362/112-2001, datata 18 dicembre 2002, veniva evidenziato come i CARC(54) in realtà altro non siano che la scaturigine della Commissione Preparatoria, e si è avuto, soprattutto, modo di dimostrare come la teorizzazione della struttura di questa organizzazione clandestina, basata sulla coesistenza di due livelli (legale ed illegale; palese e clandestino) sia frutto di un percorso ideologico che affonda le sue radici in quell'area della "Seconda Posizione" delle Brigate Rosse ed in particolare nel documento "Cristoforo Colombo, ossia di come con vinti di navigare verso le Indie approdammo in America", redatto sul finire degli anni '80 proprio da Giuseppe MM, promotore ed organizzatore della CP.(55)

 

Tali aspetti programmatici sono stati sottolineati dalla Cellula nel documento "Ottobre 2000" quando rimproverano alla CP di non pronunciarsi sull'utilizzo della lotta armata a fini politici a fronte di precedenti prese di posizioni: "Non riusciamo a capire il non pronunciamento della Commissione Preparatoria a questo proposito.

Gli unici accenni risalgono a molto tempo fa nella pubblicazione "Cristoforo Colombo", veniva indicata una tesi da "braccio armato" cioè di struttura parallela che si occuperebbe indifferentemente di azioni politiche come di azioni di rappresaglia, punitive o di attacco a particolari strutture statali.

Veniva proposto un elenco di possibilità che finiva per annacquare e confondere l’elemento essenziale che fonda l'unita del politico-militare. E corrispondenti a ciò, sul piano organizzativo, veniva avanzato un modello da Partito/braccio armato, un po’ sul tipo PCE(r)/GRAPO.(56)

 

La contestuale continuità soggettiva ed oggettiva con il "C. NC26" viene ribadita con la pubblicazione di interi passi del documento sui numeri i e 2 de "La Voce", organo ufficiale della CP, ed avvalorata dalle forti affinità concettuali che intercorrono fra il "Cristoforo Colombo", da una parte, il "Martin Lutero" e le tesi espresse nella rivista "La Voce" dall'altro.

 

Ulteriore sostegno all'ipotesi formulata viene fornito dall'importante sequestro, nell'abitazione di NC37, della rielaborazione da parte di Enrico LEVONI delle parti salienti della pubblicazione "Cristoforo Colombo”(57) il quale, come espressamente riferito nella "Premessa" si è avvalso per la realizzazione del testo di una lunga discussione proprio con l'autore del "C. NC26": "Per fare ciò mi sono dovuto avvalere, oltre che della lunga discussione con B {n.d.r. Bepi, diminutivo di Giuseppe MAJ], anche di testi da cui trarre informazioni. È stato un lavoro lungo e faticoso (anche se interessante) e naturalmente, come segretario del comitato, mi assumo la responsabilità politica di aver dedicato ad esso quasi due mesi di tempo e di sottoporre tutti voi all'impegno di leggerlo e di analizzano attentamente."

 

L’attuazione del "doppio livello" teorizzato da Giuseppe MAJ trova, infine, incidentale legittimazione nei contenuti di alcune conversazioni intercorse presso l'apposita sala colloquio della Casa Circondariale di Latina Femminile, tra la detenuta BR-PCC NC23, e NC9,(58) intercettate nell'ambito del procedimento penale nr. 26422/00N R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.(59)

 

Il materiale documentale sequestrato nel corso delle perquisizioni eseguite il 23 giugno ed il successivo 18 luglio 2003 consente l'esatta connotazione della natura dei rapporti politici interni alla Commissione Preparatoria, utile a delineare il livello di compartimentazione e l'individuazione della sua presunta composizione organica, articolata su di una componente pubblica ancora inquadrata nei CARC, e su di una struttura clandestina, in linea con il doppio livello teorizzato dal MAJ nei suoi scritti: "[le organizzazioni di partito n.d.r.] sono composte 1. Da compagni che svolgono già un lavoro politico in FSRS, 2. Da compagni che vivono e lavorano in clandestinità, 3. Da compagni che vivono normalmente a casa loro senza svolgere alcun lavoro politico pubblico. Alcune sono composte solo da compagni di una di queste categorie, altre sono miste."

 

Uno dei reperti di maggiore importanza è costituito da un documento rinvenuto a NC11, privo di data ed a firma "E", iniziale di Enrico LEVONI come dimostrato dal sequestro di diversa documentazione riconducibile al militante di Modena e siglata allo stesso modo. Si tratta di una lettera effettivamente destinata a NC11, originata dall'ingresso in clandestinità di CZEPPEL Giuseppe(60) e dalla conseguente richiesta rivolta a NC11 di sostenerne la scelta, collaborando concretamente all'attività clandestina dell'organizzazione: "Carissimo, ho saputo che le incombenze che ti sono state lasciate si sono rivelate più pesanti di quanto ci aspettavamo. Mi dispiace di questo e sono rammaricato anche perché in pare 1 responsabilità è mia. Ti spiegherò.

I passi avanti, come sempre, sono anche una lacerazione, alcuni lo sono a tutti gli effetti. Le lacerazioni sono dolorose e complesse da affrontare, ma prima o poi il dolore passa e ciò che è difficile diventa semplice. A noi spetta il compito di trasformare le cose nella direzione giusta. nello direzione che favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo: la ricostruzione del partito comunista.

Per svolgere al meglio questo compito dobbiamo essere convinti che esso è necessario e che ciò che stiamo facendo è quanto di più importante si possa fare stanti le nostre capacità e limiti. In tutto ciò la volontà ha un grande peso, Ci rendiamo conto che il peso che tocca a te sopportare è significativo.., ma le tue spalle sono buone e larghe! Al nostro amico è stato chiesto di cambiare vita radicalmente. Lui ha accettato consapevole, in una certa misura, che non sarebbe stato facile. E non ha ancora affrontato tutte le difficoltà, ci vorrà ancora un po' di tempo per capire il vero peso della scelta. Anche per lui contiamo che riesca a superare tutti gli ostacoli.

A te chiediamo di sostenere al meglio delle tue possibilità questo passo. E molto importante che tu sia disposto ad affrontare questo compito, in definitiva molto dipende da te.

Il compito principale e specifico che dobbiamo svolgere oggi è rafforzare la clandestinità. Tutto passa di qui: è il collo di bottiglia del nostro futuro e del futuro del partito. Quindi la richiesta che l'organizzazione fa a te è una richiesta importante quanto quella fatta al nostro compagno.

Spesso ho pensato che tu avresti voluto essere al suo posto. Anch'io lo desidero da tempo, nonostante gli affetti che mi toccherebbe lasciare. Eppure noi, per ora, dobbiamo svolgere compiti e raggiungere obiettivi senza i quali il lavoro clandestino non potrebbe svilupparsi.

Dobbiamo mettere tutto il nostro, spirito rivoluzionario nel nostro lavoro, in ogni momento, per ogni compito che ci viene richiesto. Non possiamo essere noi stessi a prendere le decisioni per l'organizzazione, non possiamo fare come ha fatto AM [riferimento ad NC62], che si è messo a fare i cazzi suoi pretendendo poi di giustificarli politicamente. L'organizzazione è più forte, più completa, più in grado di vedere strategicamente di ognuno di noi preso singolarmente. Quindi ci vuole spirito di corpo e abnegazione, fiducia nella causa e nei compagni ... e anche fiducia nelle proprie singole forze, che come vedi sono molto importanti. Coraggio dunque, siamo facendo la storia!"

La prima richiesta espressa da Enrico LEVONI riguarda un incontro urgente, in un luogo sicuro, durante il quale riferire al NC11 tutte le istruzioni e le disposizioni necessarie affinché il lavoro dell'organizzazione ed il passaggio in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL avvenga nel migliore dei modi possibile: "Da quello che ho avuto modo di capire qui c'è un bel casino! A me e te spetta il compito di sistemare le cose al meglio e fare di tutto affinché il passo compiuto possa consolidarsi. Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci all'opera!

Innanzitutto dobbiamo vederci con calma, ma urgentemente. Con calma nel senso che dobbiamo incontrarci in condizioni di poter parlare liberamente e di poter prendere appunti: quindi a tavolino in un luogo tranquillo. Urgentemente perché è importante fare di tutto affinché la situazione si sistemi al meglio.

Ho cercato di incontrarti sabato sera ma non ti ho trovato. Tenterò domenica mattina, ma se non funziona faremo per lunedì. Verrò a MI, ti cercherò parlandoti delle opere di Stalin e ci accorderemo per vederci al CN, poi ci sposteremo.

Intanto ti anticipo alcune cose. In parte forse non sono più attuabili, ma servono comunque ad inquadrare il lavoro.

Bisogna evitare il più possibile di coinvolgere i circoli in questa faccenda, bisogna fare in modo che le acque restino più calme possibile- E' una questione di sicurezza e serve alla riuscita di tutto il lavoro."

Uno dei principali aspetti legati alla clandestinità di Giuseppe CZEPPEL è il suo rapporto con la famiglia di origine. A NC11 l'organizzazione chiede di rapportarsi con i familiari del militante della CP in clandestinità, assicurando il collegamento e verificando l'effettiva conoscenza all'esterno delle reali ragioni a monte dell'allontanamento di Giuseppe CZEPPEL: "A te viene chiesto di rapportarti con la famiglia e di lavorare per fare andare le cose al meglio e per risolvere i problemi dell'ambiente attorno a te sulla questione. Questo è un contributo concreto e preciso che l'organizzazione ti chiede.

Alla famiglia devi chiedere di collaborare in ragione della sicurezza di G e dei circoli. La ragione per cui G è partito improvvisamente è questa.

Insieme dobbiamo vedere attentamente quanti sono al corrente della cosa.

Verificare la posizione di MC [LEVONI fa riferimento ai rapporti esistenti tra la famiglia di Giuseppe CZEPPEL e NC26] e il suo intervento con la famiglia. Gestire l'ambiente al meglio delle nostre possibilità."

 

Si tratta di un incarico esclusivo per NC11 che dovrà essere l'unico referente della famiglia di origine del militante in clandestinità. In questo paragrafo, inoltre, emerge chiaramente la conoscenza dei fatti anche da parte di VANGELI Pietro, indicato con l'iniziale del nome "P" ed il rapporto diretto CP - LEVONI Enrico: "Verso l'esterno, cioè verso qualunque compagno oltre a me e P., tu sei l’unico che deve restare esposto. Nel senso che ormai e chiaro che la famiglia sa che tu in qualche modo sei a conoscenza di alcune cose che riguardano il nostro amico: bisogna che sia la famiglia che chiunque altro continui a pensare che sei solo tu che le sai. Forse anche qualcun altro è coinvolto come te, vedremo. lo ti consegno tre lettere dei nostro amico. Una per te, e due per la famiglia. Alla famiglia tu dirai che le hai ricevute in hotel solo oggi, per questo non le hai potute consegnare prima."

 

Nell'ultima parte della lettera Enrico LEVONI prende in esame tre aspetti del lavoro da svolgere per la salvaguardia della clandestinità e compartimentazione dell'organizzazione:

- "il lavoro sui compagni sicuri e sulle persone intime", articolato su un'azione diretta e sincera verso alcuni militanti, come NC26 (MC) ed NC57 (A(BG)), riservata e mendace nei confronti di altri appartenenti alla struttura politica palese: "Ad alcuni non possiamo nascondere la verità, anche se naturalmente staremo sul generico.

Ai membri del circolo tuo e ai membri dei circoli che frequentano il CN (MC, A(BG)) dovrai parlare ad uno ad uno, a quattr'occhi, per evitare che gli incontri vengano confermati da più parti.

A questi dovrai dire che G è partito per lavorare per la CP. La partenza improvvisa e senza saluti è funzionale alla sicurezza.

G ha detto che si scusa con i compagni e chiede loro di scusarlo e di sostenerlo, favorendo l'instaurazione del clima migliore possibile sulla questione e fornendo all'esterno la versione che "G è andato a Zurigo per lavoro nello stesso ramo in cui operava prima. Era cosa in ballo da tempo, anche se ne parlava poco e malvolentieri. Era incerto, probabilmente. L'organizzazione ha approvato la partenza: anche là ci sono compagni e quindi continuerà l'attività politica.

Non dare per scontato che non tornerà ma rendere la cosa più normale possibile. Si tratta di un periodo di prova, se funziona si stabilirà. A chi chiede di poterlo contattare dire "non ho l'indirizzo e il telefono, ma appena lo sento gli farò sapere che lo cerchi ". Non entrare in dettagli. Imparare ad eludere le domande eccessive o inopportune";

- il "lavoro su quelli insicuri", basato sulla massima riservatezza e copertura della realtà: "Ad altri dobbiamo dare spiegazioni di copertura. Cercheremo di capire insieme quali sono quelli che è meglio averli con noi come complici che contro di noi come allarmisti e tratteremo le cose di conseguenza";

- il trasferimento dei bagagli di Giuseppe CZEPPEL, attività che vede il diretto coinvolgimento di Manuela MAJ, indicata con le sole iniziali: "Sono già d'accordo con MM che consegnerai la valigia a lei. Accordatevi senza usare il telefono, non dobbiamo fare più casino di quanto è già stato fatto. Cercate di concludere entro martedì. Per il resto del materiale siamo già a posto."

Al documento di LEVONI Enrico è annessa una lettera manoscritta penna, a firma "Giuseppe", (Giuseppe CZEPPEL), datata 23 gennaio 2001, con la quale l'autore incarica NC11 di consegnare le due lettere allegate alla missiva manoscritta. Di seguito si ritiene opportuno riportare la trascrizione della lettera di Giuseppe CZEPPEL:

"23/gennaio/2003

Un abbraccio caro Dino e per non farti stare in panciolle, scusa il tono scherzoso, ti chiedo di consegnare al più presto le due lettere che ti mando. Grazie per le incombenze che ti appioppo, presto ti scriverò di come sto più estesamente. Per adesso ancora un caro ABBRACCIO e un bacione* Sulla bocca. Giuseppe"

(NC11 - reperto nr. 26 allegato nr. 23)

 

Di estremo interesse risultano inoltre le lettere di Giuseppe MAJ, indirizzate alla figlia Manuela e rinvenute all'interno dell'abitazione di Milano, via Stamira D'Ancona nr. 24.

 

Nella lettera del 06.04.2003, Giuseppe MAJ alterna consigli ed insegnamenti politici, esprimendo il proprio pensiero sull'attuale impostazione del lavoro dell'organizzazione: "Non dobbiamo mai ridurre la formazione (costruzione) del partito alla modellazione degli individui. Si aprirebbe la strada all'arbitrio e alla fantasia soggettivisti. Può essere che il concentramento dell'attenzione sul lavoro organizzativo (finalmente!) e il contatto con MLPD (e il suo "modo di pensare"!) portino alcuni a deviare verso il trattamento unilaterale del personale, cosa che ho già conosciuto nel PC(m-l)I (anni '70). Sarebbe una deviazione da combattere. L'organizzazione del partito da elemento di forza si trasformerebbe in una gabbia di costrizione da cui ogni compagno cercherebbe di sfuggire o con imbrogli e ipocrisia o andandosene."

Il documento, infine, oltre ad evidenziare il giudizio politico estremamente positivo del padre nei confronti della figlia ("Tu ricordati sempre che, nonostante i tuoi stati d'animo contraddittori e oscillanti, le tue paure e i tuoi vuoti, sei pur sempre quella tra tutti che padroneggia meglio l'insieme di analisi e linee che sono il contributo storico principale dei CARC alla nascita del movimento comunista"), conferma l'attuale e costante impegno di Giuseppe MAJ nell'attività dei CARC e nelle iniziative editoriali dei comitati, quali il foglio "Resistenza": "Vengo ora REO5. Tieni conto che non ho ancora letto RE04 e quindi può darsi che alcune cose che io suggerisco per RE05 ci siano già in RE04 e che alcune cose che avevo suggerito per RE04 non siano entrate nei foglio e quindi vadano riprese e semplicemente trasferite a RE05. Questo sta a te vederlo. Il materiale di RE l'ho messo in file a parte." (MAJ Manuela - reperto nr. 8 (B3) allegato nr. 26)

 

Altro documento, datato 06.12.02, destinato a MAJ Manuela e riconducibile, per i contenuti espressi, al padre Giuseppe MAJ, confermano il reale rapporto esistente tra la struttura clandestina e quella legale individuata nella direzione dei CARC. L'autore, prendendo spunto da dubbi ed incertezze presumibilmente palesate dalla figlia e da altri militanti, riguardo al lavoro politico in atto, coglie l'occasione per sottolineare e ribadire i punti salienti dell'impianto programmatico dell'organizzazione. Consapevole delle difficoltà e dei limiti,(61) l'autore esorta la figlia e gli altri responsabili a fare meglio la propria parte, ad accumulare esperienza nella certezza di una maturazione ed una crescita futura, stigmatizzando la comune tendenza dei compagni a denigrare ed a "scaricare" la responsabilità sugli altri. La critica è rivolta principalmente a LEVONI Enrico e GIAFAGLIONE Lia,(62) nei cui confronti Giuseppe MAJ, peraltro, esprime serie riserve sulla loro capacità di direzione ed ammaestramento politico.

Per uscire dalla crisi che coinvolge i CARC , l'autore chiede uno sforzo individuale e coordinato dei dirigenti dei comitati ed un profondo lavoro di analisi delle problematiche proprie di ciascun comitato, indicando tre regole da seguire: un adeguamento del ritmo di lavoro, il sostenere solo posizioni politiche e ideologiche che si è in grado di argomentare e rendere "influenti" tra le masse: "Sulla clandestinità e sull'appoggio alla CP forse vi sbilanciate troppo nella propaganda. Dovete imparare a rispondere alle domande sviluppando la coscienza e il ragionamento di chi le pone e del pubblico che assiste, sulla base delle circostanze e dell'esperienza storica e del patrimonio del movimento comunista, non dando le risposte che la CP ha già dato per sé e che essa propaganda per raccogliere tutti quelli che sono oggi capaci di costituire Comitati di Partito e spingerli a farlo."); infine, lo svolgere un lavoro vero e proprio da partito, in concreto, il lavoro dei "Comitati di Partito": funzionamento, formazione e, soprattutto, orientamento del lavoro pubblico, in primo luogo delle FSRS e degli elementi avanzati ("direzione indiretta"), in secondo luogo delle masse.

In diversi punti del testo, l'autore, anche se indirettamente, fornisce particolari estremamente interessanti della natura della CP e dei Comitati di Partito. Ad esempio il rapporto sinergico esistente tra l'organizzazione clandestina ed il livello politico e palese rappresentato dai CARC e dal FP-rpc ("Alla ricostruzione di un vero partito comunista concorrono anzitutto quelli che stanno ricostruendolo (CP e CdP), in secondo luogo quelli che lavorano consapevolmente per creare le 4 condizioni della ricostruzione (i CARC e le altre FSRS del FP-rpc), in terzo luogo quelli che propagandano il comunismo e in un modo o nell'altro incitano le masse a lottare per il comunismo..."); la struttura gerarchica che la caratterizza ("Quando nella conversazione telefonica dicevo del rapporto tra voi capi e in particolare indicavo il rapporto tra te e gli altri compagni dirigenti (e no)..."); l'estrema compartimentazione ("Quanto alla vigilanza rivoluzionaria, le misure da mettere in opera sono varie, ma quella da introdurre sistematicamente da subito è la seguente. Ogni compagno deve rendere conto della sua via (reddito, situazione familiare, tenore di vita, compagnie, impiego del suo tempo libero, ecc.) al suo dirigente immediato (non al suo "pari grado", né ai compagni che egli dirige). Se un compagno ha dei dubbi sulla lealtà e correttezza di un compagno suo "pari grado" o di livello superiore al proprio o comunque relativi a un compagno che non è sottoposto alla sua direzione, deve esporre i suoi dubbi al dirigente di livello immediatamente superiore al compagno su cui ha dei dubbi [...] Con una misura di questo genere introdotta sistematicamente, credo che creeremo uno sbarramento notevole (non assoluto, ovviamente, ma notevole) a ogni infiltrazione, corruzione e ricatto e promuoveremo la formazione nelle nostre fila di un clima di fiducia reciproca e di sicurezza.").

Infine, nel documento, in merito alla fondatezza della tesi della seconda crisi generale del capitalismo per sovrapproduzione assoluta di capitale, crisi del sistema ormai irreversibile che a parere dell'autore determinerà inevitabilmente un processo autodistruttivo che le classi subalterne devono solo agevolare, a fronte degli assenti "colpi portati dalla borghesia imperialista" contro le masse popolari, Giuseppe MAJ richiama quanto riportato a tal proposito nel "Martin Lutero", in contrapposizione a quanto sostenuto dagli NCC: "nel Martin Lutero ad es. si mette ben in luce l'infondatezza della tesi contraria sostenuta dai NCC"

(MAJ Manuela reperto nr. 9 (B4) - allegato nr. 9).

 

Nel documento datato 05.03.2003 ed articolato su sette capitoli, Giuseppe MAJ, traendo spunto dalla vicenda relativa all'espulsione di NC62 e al successivo allontanamento di NC11, redige ed invia un contributo al "vs processo di critica - autocritica trasformazione. L'ho scritto pensando di inviarlo per tutta la SN. Ma per ora lo invio solo a te e a SRG ("i vecchi" e "compagni di vent'anni"). Vorrei avere il vostro parere (potete parlarne tra voi), prima di decidere di inviano a tutta la SN [Segreteria Nazionale n.d.r.]".

L'autore esprime anche un'autocritica, evidenziando l'incapacità dell'organizzazione di combattere la tendenza negativa di NC62 e nel gestire il rapporto tra quest'ultimo ed il CARC di Milano, errore "di idealismo" originato dalla "sopravvalutazione del ruolo della teoria rivoluzionaria e sottovalutazione del ruolo dell'organizzazione."

In particolare, la tendenza a sopravvalutare il ruolo della teoria rivoluzionaria e più precisamente nel concepire spontaneisticamente il ruolo della teoria rivoluzionaria nel processo rivoluzionario e la contemporanea sottovalutazione dell'autonomia dei lavoro organizzativo sono oggetto di un'ulteriore approfondimento del MAJ, riportato nel quarto capitolo del documento, dal titolo "La mia autocritica", dove con forza viene ribadita la necessità di costruire, a fianco dello sviluppo di una teoria rivoluzionaria, un'organizzazione rivoluzionaria, ossia "unire i comunisti a formare un collettivo che compia il lavoro rivoluzionario (il primo stadio del nostro lavoro complessivo) ed unirli in modo che il collettivo che ne risulta sia adeguato a compiere il successivo lavoro (il secondo stadio del nostro lavoro complessivo che ci porterà a diventare l'avanguardia organizzata della classe operaia): sia cioè un collettivo conforme alle condizioni dei proletari rivoluzionari, conforme alla concezione del mondo del proletariato rivoluzionario. In questo campo noi siamo molto arretrati e dobbiamo fare un salto in avanti. Noi abbiamo curato poco l'organizzazione. Questo è diventato ad un certo punto il collo di bottiglia del nostro sviluppo. E ancora non abbiamo risolto il problema. [...] La teoria deve diventare orientamento, concezione, parole d'ordine, metodo di lavoro, metodo di analisi di una organizzazione.

Ma l'organizzazione non si costruisce solo con la teoria rivoluzionaria. È una cosa a se stante. E un'aggregazione retta da principi, regole di funzionamento, statuti, che unisce gli individui e li trasforma per renderli atti a costituire un collettivo che opera come un nuovo soggetto, capace di svolgere i compiti che con la teoria rivoluzionaria ha individuato e individua. Dobbiamo ora vagliare la nostra esperienza in questo campo, assimilare più possibile dell'esperienza del vecchio movimento comunista, imparare criticamente dai partiti e organismi comunisti contemporanei, sperimentare con coraggio, provando e riprovando.

L'organizzazione deve dirigere, nelle forme opportune e specifiche, tutta l'attività di ogni suo membro. Ai compagni si chiede di accettare questo principio. La sua applicazione nella pratica (principi, linee, metodi, regole) li definiremo via, via. E un patrimonio di esperienza che l'organizzazione accumula e che diventa una sua arma per trasformare il mondo." (Maj Manuela - reperto nr. 10 (B5) - allegato nr. 10)

 

In una precedente lettera del 03.03.2003, inviata alla figlia Manuela, Giuseppe MM si sofferma sull'impegno legato alla propaganda dell'organizzazione ed, in particolare, sui contenuti delle produzioni editoriali funzionali a tale compito. Lo scritto si presenta suddiviso in paragrafi, in ognuno dei quali viene trattato uno specifico argomento:

- l'aristocrazia operaia;

- l'interesse di classe;

- la delinquenza come lotta intestina, come contrasto interno alle masse popolari, conseguenza dell'operato della borghesia imperialista;

- l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori ed il concetto di "giusta causa";

- la politica di classe nella propaganda;

- propaganda propositiva;

- la linea di massa;

- l'unità dei comunisti;

- le "dieci misure immediate";

- la renitenza alla leva e la lotta contro la guerra intesa come protesta contro l'esecutivo e la borghesia;

- il rapporto ricchezza - politica nella società capitalista;

- la formazione, la pratica e l'esempio politico come strumenti per elevare la coscienza politica;

- cura del patrimonio del movimento comunista;

- definizione degli obiettivi principali della fase;

- critica dei tentativi di rivalutazione dell'esperienza fascista.

Il documento riporta, in seguito, valutazioni proprie del MAJ sul "piano di lavoro per Rapporti Sociali (bozza)" del vice-responsabile del lavoro di propaganda, datato 11 dicembre 2001. Sono annotazioni incentrate sulla necessità di ribadire con forza la natura di rivista di propaganda e non di elaborazione, del periodico "Rapporti Sociali", destinate all'estensore della bozza del piano di lavoro, per "aiutarlo ad avanzare, senza mortificarne ma anzi stimolandone l'iniziativa" (MAJ Manuela - reperto nr. 17 (C2) allegato nr. 27)

 

La costante azione di guida e direzione degli organismi direttivi dei CARC da parte di Giuseppe MAJ veniva confermata da un'ulteriore lettera del militante in clandestinità alla figlia Manuela, datata 06.09.2002.

Nella parte della lettera dedicata all'organizzazione, Giuseppe MAJ forniva alla figlia alcuni consigli su come responsabilizzare i componenti dei CARC come NC2, indicato come in grado di "dedicarsi (tenuto conto del lavoro che svolge anche nel Circolo locale) al lavoro di RE (andare come inviato a manifestazioni, assemblee, agitazioni, ecc. e stendere articoli per RE) e al lavoro internazionale (relazioni con Partiti e organismi comunisti e rivoluzionari)'. In merito a quest'ultimo aspetto, il MAJ proponeva il napoletano NC50 , alias Daniele, come membro della Commissione incaricato di intrattenere rapporti di partito: "Dopo che Massimo {n.d.r. AMORE Massimo] ha parlato con Daniele, devi vedere tu Daniele per l'orientamento e il contenuto del lavoro della Commissione [...] Devi riunire la Commissione (non ti sarà difficile se solo Daniele ha impegni lavorativi continuativi) e stabilire orientamento, compiti, e divisione del lavoro, realisticamente, in dettaglio: l'orientamento generale, una traccia del lavoro [...]. Tieni presente che Daniele è anche membro del CN ASP. Siccome tra gli otto, ci sono Turchi (HDKC-P, TKP(ML) e TAYAD) e Palestinesi (FPLP, ecc) con cui i rapporti "di partito" vanno costruiti tramite ASP, se non ci sono obiezioni di altro genere, sarebbe bene che nella Commissione incaricato di stabilire rapporti di partito con loro fosse Daniele stesso."

(MAJ Manue1a - reperto tir. 12(B7) - allegato nr. 28)

 

I problemi organizzativi dei Comitati CARC e degli organismi dirigenti della struttura venivano affrontati dal MAJ in diverse lettere indirizzate a Lia GIAFAGLIONE e sequestrate nell'abitazione di Enrico LEVONI, convivente della donna. Veniva sequestrato, in particolare:

- una lettera, datata Milano, 07.09.02, a firma Bepi(63) (LEVONI Enrico reperto nr. 3 - allegato nr. 29);

- un documento datato 28.01.03, privo di firma ma riconducibile con certezza a Giuseppe MAJ, nel quale l'autore esprime il proprio compiacimento per i contenuti delle direttive impartite dalla GIAFAGLIONE per sanare una situazione, originata verosimilmente da dissidi personali, che investe il comitato CARC di Torino; si congratula per la diffusione della circolare sul lavoro organizzativo "LO 003 4°s", considerata la base su cui poter costruire "un sistema di critica e di autocritica e un processo di valutazione delle concezioni e dei criteri sulla base dei risultati (dei fatti e non delle fantasie e delle millanterie).Così si sviluppa anche l'emulazione socialista: i più avanzati insegnano ai più arretrati e i più arretrati imparano dai più avanzati" e promuovere la "creazione dei collettivi": esprime ma propria considerazione sull'opportunità di evitare la divulgazione dei dati organizzativi della struttura: "Ciò che non è protetto dalla clandestinità, la polizia lo conosce e quindi è sciocco e controproducente che i compagni invece non lo conoscano" (LEVONI Enrico - reperto nr. 4 allegato nr. 30);

- lettera datata 11.12.2002, priva di firma. La prima parte del documento è dedicata alla cosiddetta "crisi di crescita" dell'organizzazione, situazione critica da cui, a parere dell'autore, si potrà uscire solo con uno sforzo coordinato da parte di tutti i militanti, realizzabile individualmente attraverso una concentrazione sul lavoro del proprio settore da parte di ogni singolo dirigente, i quali dovranno adottare tre regole: 1' impegno adeguato alle proprie capacità; 2A non sostenere posizioni politiche e ideologiche che non si è in grado di sostenere, argomentare e rendere "influenti nel vs pubblico [...] Sulla clandestinità e sull'appoggio alla CP i CARC si sbilanciano troppo nella propaganda. Anche se appoggiano la CP, non devono diventare i propagandisti della CP"; 3 A svolgere ogni dirigente un lavoro vero e proprio di partito, con i metodi del partito: "La stanchezza e le defezioni si sentono più fortemente proprio nei circoli dove non vi è un lavoro di partito, dove non esistono o non funzionano i Comitati di Partito, il cui principale compito esterno (cioè oltre al funzionamento e alla formazione) è l'orientamento del lavoro pubblico, in primo luogo del lavoro delle FSRS e degli elementi avanzati. (quello che chiamiamo

"direzione indiretta "), in secondo luogo delle masse."

La seconda parte è dedicata all'esame del lavoro del settore organizzazione, dove, a parere dell'autore, i dirigenti dell'organizzazione sono particolarmente carenti. Vengono nel dettaglio elencati i criteri generali dell'organizzazione al fine di svilupparne concettualmente il lavoro organizzativo: definire gli organismi e stabilirne i compiti; il reclutamento ed inquadramento; provvedere agli strumenti ed ai fondi necessari al funzionamento degli organismi ed all'assolvimento dei compiti(64) (LEVONI Enrico - reperto nr. 5. allegato nr. 31).

 

Il 18 luglio 2003, nell'abitazione di NC26, venivano sequestrati una serie di documenti, tutti riconducibili all'azione di critica-autocritica posta in essere da NC62 , a seguito dell'azione disciplinare interna all'organizzazione e che porterà all'allontanamento dell'ex segretario del CARC di Milano.

Ciò che in questo particolare contesto interessa è il contenuto dell'allegato 11, costituito da una lettera del segretario nazionale dei CARC, VANGELI Pietro, datata 7 gennaio 2002, nella quale l'autore contesta al NC62:

- i comportamenti e gli atteggiamenti tenuti nel suo rapporto sentimentale con NC26, all'origine delle incomprensioni e degli attriti sorti tra la militante e la sua organizzazione di appartenenza;

- la responsabilità dei problemi sorti nel CARC di Milano, in merito alla gestione del lavoro ordinario per il comitato e straordinario a favore della Commissione Preparatoria; in merito, l'autore scrive "Sul rapporto CARC/CP penso che i documenti vari, le discussioni, le circolari, mostrano bene e mettono in evidenza la differenza qualitativa delle due organizzazioni. Guai se portiamo i CARC a fare cose che fa la CP perché così non solo sminuiamo il ruolo della CP ma praticamente dimostreremo che i compagni che si sono fatti promotori del passo, hanno fatto una scelta sbagliata, tanto potevano fare lo stesso restando nei CARC;

- l'atteggiamento assunto a seguito delle perquisizione del 19 ottobre del 1999: "la critica principale che ti muovo sulla questione è che, nonostante avessi avuto indicazioni sul ruolo da assumere nelle interviste, tu hai preferito fare di testa tua e spesso, senza neanche espormi i problemi che incontravi. Io capivo che non rispettavi le indicazioni, ma non sono intervenuto fino a quando non ho ascoltato, per caso, la cassetta con l'intervista a Repubblica. La cassetta andava ben oltre l'intervista apparsa sul giornale.(65) A questo punto ho avuto chiaro che tendevi a vedere la situazione come se sapessero già tutto, tutto era perduto... e quindi non era grave se si davano esplicite conferme (sui giornalisti bisogna aggiungere oltre al denaro, carriera anche che alcuni sono veri e propri agenti travestiti da giornalisti".

 

In risposta ai rilievi del VANGELI, NC62 riprendeva i contenuti di una intervista radiofonica, verosimilmente a Radio Popolare, rilasciata da Pietro VANGELI: "In quella trasmissione, che come aveva premesso l'intervistatore era incentrata sui fatti successi in quei giorni (volantini dopo le bombe) e sul "terrorismo ", non è uscito chiaramente la differenza tra noi e la CP ma, soprattutto, la differenza tra il progetto della CP e i progetti delle organizzazioni soggettiviste. E qui il gran casino. Infatti, se la differenza tra noi e la CP e il nostro rapporto con lei, visto che lavoriamo in un ambito non ben definito legalmente (negli ambiti di agibilità politica conquistati...) è difficile da definire perché è dinamico e prende forma a seconda dei rapporti di forza della classe operaia/bi. Tra la CP e gli altri gruppi soggettivisti, la differenza è chiara. Bisogna dire che la CP non è una setta. Si sconoscono alcuni suoi membri, la sua visione del mondo, i suoi progetti e il suo metodo (alla definizione dei quali auspica partecipino i lavoratori,). Poi ti parleranno di lotta armata. Non basta rispondere che un partito comunista andrà al potere attraverso la presa violenta di esso. Perché in questo modo non ti diffeNC83 dai metodi dei soggettivisti ai quali il giornalista ha intenzione di accomunarti. Bisogna dire che il partito comunista conquisterà il potere con la forma necessaria alla fasi, guidando la potenza delle masse a prendersi il potere. Le masse popolari hanno paura di gruppi che con presunzione usano la violenza per fini ultimi, per il bene del popolo, in nome di qualcosa di perfetto (che sia un, dio o chi per essi) ma se gli si dice che un partito ha l'obiettivo di guidarle nella direzione della soddisfazione dei loro bisogni e che il partito avrà il potente strumento della direzione e orientamento ma che, esse e non altri, avranno il mano lo strumento che inciderà nella pratica è diverso. Ricapitolando:

La CP è in clandestinità :

La CP sul numero i de La Voce dice che: dall'esperienza del Partito comunista italiano sotto il fascismo ecc. per avere l'opportunità di dire quello che si vuole anche contro i potenti che oggi hanno paura di noi, bisogna rendersi irreperibili. (si può fare l'esempio di Bepi che per dare voce ai rivoluzionari prigionieri (cosa legale) è stato arrestato e si è fatto la galera e poi con quattro soldi che gli hanno detto scusi e arrivederci. Possiamo chiederci perché questo compagno abbia scelto di rendersi irreperibile per poter dire la sua senza correre rischi?). La CP non è una setta. Si sconoscono alcuni suoi membri e li stimiamo molto. Si conosce la sua visione del mondo, le analisi, gli obiettivi e il metodo per ottenerli. La CP auspica che il numero maggiore possibile dei lavoratori e delle masse popolari partecipi a definire questi concetti, metodi e programmi.

E’ una vergogna che dei compagni che lavorano per costruire le condizioni per migliorare la vita delle masse popolari siano costretti ad entrare in clandestinità. E che oggi, per il solo fatto di parlare di queste cose si rischia di essere indagati, demonizzati dai giornali e ricattati dai servizi segreti e sette varie.

[...] 2. Sulla lotta armata:

I metodi di lotta sono definiti dalla fase storica.

Il nuovo partito comunista, che la CP vuole contribuire a costruire, non ha l'obiettivo di imbracciare esso stesso il fucile, ma di guidare le masse popolari, che sole possono farlo, alla presa del potere e di conseguenza alla soddisfazione dei loro bisogni e alla soluzione dei loro problemi più grandi. Nel caso concreto di questa trasmissione era opportuno segnalare i due documenti della CP (caso D 'Antona e bombaroli) con due parole di sintesi che sottolineassero che la CP li ha condannati non prendendo le distanze spostandosi a destra verso i pennivendoli e il resto della bi ma a sinistra verso le masse dicendo che quelli non sono strumenti utilizzati dal movimento comunista ma spesso sono usati dalla bi per fare casino".

(NC26. reperto nr. 8- allegato nr. 6).

 

Reperti interessanti venivano rinvenuti anche nell'abitazione di Eraldo ALIBONI. Si fa riferimento, in particolare, alla Circolare Settore Lavoro Organizzativo 010 3°s/25.09.01”, dal titolo Guida allo sviluppo della campagna sulla 4° condizione per la ricostruzione del partito comunista", datata 25.09.2001, a firma del responsabile nazionale del lavoro organizzativo, identificabile in LEVONI Enrico. La prima parte del documento traccia una linea di massima d seguire nel corso dei vari incontri che i responsabili dei vari Comitati avranno il compito di effettuare nel corso dei mesi successivi.

Particolare attenzione viene data agli elenchi di alcuni contatti, suddivisi per zona, già predisposti dal CARC Milano. Questi devono "essere trattati con cura: devono essere a disposizione del segretario e del responsabile della campagna, non devono circolare in altre mani e soprattutto non devono finire nelle mani degli organi della controrivoluzione preventiva e della repressione borghese".

Il documento affronta, infine, le modalità e le tecniche da utilizzare nell'intervista, durante l'incontro. Fra i vari aspetti il relatore impone agli intervistatori la capacità di sapere esporre all'intervistato tutte le attività dei CARC, tra le quali inserisce "i rapporti con la CP". (NC2 reperto nr. 2/w - allegato nr. 32).

Tra la documentazione classificata come "reperto 2/uu", si evidenzia il testo dattiloscritto, intestato "CARC BG", dal titolo "Rapporto su "Resistenza" n. 1 gennaio 2000". Si tratta di una relazione del CARC di Bergamo, nella quale emerge chiaramente l'appoggio alla linea di clandestinità suggerita dalla CP, al fine di evitare nuove esposizioni ad iniziative dell'Autorità Giudiziaria: "e dunque risulta chiara la scelta dei CARC di sostenere l'obiettivo della CP con le modalità che essa si è data" (NC2 repertO nr. 2/uu - allegato nr:33).

 

IL 26.06.2003, Eraldo ALIBONI inviava dall'ufficio di Modena Centro un telegramma di solidarietà con Giuseppe MAJ e Giuseppe CZEPPEL, tratti in arresto il precedente 23 giugno, in Parigi: "Solidarietà con il compagno Giuseppe Maj solidarietà con Giuseppe Czeppel saluti a pugno chiuso Eraldo" (NC2 reperto nr. 12 - allegato nr. 34).

 

Significativo appare, infine, il documento datato 15.04.2001, dal titolo

"Note e riflessioni sugli attentati del 10 aprile e quelli eventuali dei prossimi mesi", sequestrato il 23 giugno, nell'abitazione di Luigi MAJ, in Saint Denis, rue Denfert Rochereau nr. 4. Il reperto, attribuibile alla CP, costituisce materiale da utilizzare nella redazione del periodico mensile Resistenza, organo ufficiale dei CARC.

Nel complesso, l'elaborato fornisce un'analisi della situazione nazionale dello scontro di classe, nel quale vengono presi in esame i due nodi (e di conseguenza un duplice terreno di scontro all'interno del quale la CP innanzitutto, e qualsiasi FSRS che si consideri tale, si debbono muovere per raggiungere il proprio obiettivo) ritenuti i principali impedimenti alla costruzione di un nuovo Partito comunista:

- l'offensiva della borghesia imperialista;

- le iniziative delle varie OCC (i militaristi) dall'altro, responsabili di fornire ai primi utili strumenti di propaganda controrivoluzionaria.

L'uso della violenza non viene quindi rifiutato dagli autori in sé, ma, a differenza dei "militaristi", collocato in una dimensione che costituisca esclusivamente contributo alla ricostruzione del partito: "Dobbiamo usare ogni mezzo e ogni risorsa per rafforzare e accelerare la ricostruzione del partito comunista. Ogni iniziativa pubblica e clandestina, pacifica e combattente deve contribuire alla ricostruzione del partito."

Significativo, in termini di conferma del ruolo di "guida e direzione" svolto dalla CP nel rapporto organismo clandestino/organizzazioni pubbliche (CP/CARC-ASP), il passaggio in cui l'estensore indica all'ASP le modalità ed i contenuti delle informazioni da fornire "ad ogni membro della Commissione del SRI tradotte in francese" per denunciare nel modo più visibile possibile le misure governative dell'aprile 2001, con cui si è introdotta la proroga segreta dei termini delle indagini preliminari e l'ipotesi di concorso esterno per i reati di partecipazione ad associazione sovversiva e di banda armata (MAJ Luigi-reperto nr.B/17/3 - allegato nr. 19).

 

Altri contributi significativi provengono dall'acquisizione dei reperti relativi al lavoro di Giuseppe MAJ su ' 'I primi paesi socialisti".(66)

 

In particolare, nell'abitazione di Manuela MAJ, veniva sequestrata una lettera di Giuseppe MAJ, del 24.02.2003, con cui veniva trasmesso il testo di una articolo dal titolo "I primi paesi socialisti", indicato dall'autore come "il mio miglior scritto di questi ultimi tempi", destinato ad essere pubblicato su una delle riviste dell'organizzazione CARC, ad ulteriore dimostrazione dell'esistenza di rapporti diretti tra la struttura clandestina facente capo al MAJ Giuseppe e quella legale individuata nella direzione dei CARC. Nello specifico, MAJ Giuseppe chiedeva alla figlia di studiar-lo--, farlo studiare inviando un accurato rapporto "[...] Vorrei che tu lo studiassi e che lo facessi studiare dai compagni a cui puoi arrivare. Se con iniziative formali o informali, vedilo tu con quelli del CD. In ogni caso vorrei che tu chiedessi a ogni compagno che fa uno studio dell'articolo e a ogni compagna che dirige gruppi di studio e che tiene relazioni, di stendere un rapporto più accurato possibile delle obiezioni, domande di chiarimento, critiche e discussioni proprie o di altri compagni a proposito di questo scritto. Quando le riceverò, penso di studiarle con cura e con quanto ne ricaverò migliorare questo scritto e farne prima o poi un opuscolo [...].A te ora. Buon lavoro. Purtroppo è venuto di circa 120.000 battute. Ci starebbe bene verso la fine (al punto 8) anche una manchette sui tre aspetti dei rapporti di produzione (dubito che la maggior parte dei lettori li conosca), messi in luce da MAO (ed esposti in VO 12 punto r e in RS 22 [n.d.r. Rapporti Sociali] nell'articolo contro le corbellerie di Garabombo {n.d.r. NC53 , già membro della Segreteria Nazionale dei CARC, attuale leader dei Comitati Proletari per il Comunismo]. Non ho osato metterla, ma se tu osi."

(MAI Manuela - reperto nr. 9 (B4) a11ega n. 9).

 

Nel primo capitolo del documento datato 05.03.2003, dal titolo "Aggiunte per I primi paesi socialisti", inviato da Giuseppe MAJ alla figlia Manuela, l'autore elencava tutte le correzioni da apportare al testo dell'opuscolo dal titolo "I primi paesi socialisti". Giuseppe MAJ dava anche indicazioni precise sulla firma dell'autore: "Lo scritto deve essere firmato Marco Martinengo", a conferma del fatto che il nome altro non è che uno pseudonimo del reale autore, Giuseppe MAJ, al pari dei vari "Pippo Assan", "Umberto Campi", ecc..

(MAJ Manuela - reperto nr. 10 (B5) allegato nr. 10).

 

Un opuscolo interamente in lingua spagnola, dal titolo "Los primeros paises socialistas", nr. 1 maggio 2003, traduzione in spagnolo di "I primi paesi socialisti", a firma "Marco Martinengo", veniva acquisito recentemente dal Reparto Anti Eversione. L'elaborato, come emerge dal prologo e dal comunicato pubblicato in copertina, entrambi a sigla Fraccion Octubre del PCE(r), si presenta come un testo per il dibattito all'interno del movimento comunista internazionale (vedasi allegato nr. 35).

 

Il dato informativo risulta di estremo interesse poiché fornisce un ulteriore, concreto elemento di riscontro agli stretti rapporti esistenti tra Giuseppe MAJ e l'organizzazione spagnola facente capo al noto latitante NC82.

 

 

VANGELI Pietro (MAJ Manuela - Reperto nr. 10 (B5) - allegato nr. 10).

 

 


 

NOTE

 

1 Cfr. informativa nr. 362/162-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata ad NC2; informativa nr. 362/162-1-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a AMORE Massimo; informativa nr. 362/162-2-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a BABINI Paolo; informativa nr. 362/162-3-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC11; informativa nr. 362/162-4-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC12 ; informativa Nr. 362/162-52001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a CANCELLO Giovanni Battista; informativa nr. 362/162-6-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC26 ; informativa nr. 362/162-7-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC28; informativa nr. 362/162-8-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a CZEPPEL Giuseppe; informativa nr. 362/162-9-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC31 ; informativa nr. 362/162-10-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC33 ; informativa nr. 362/16211-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC35; informativa nr. 362/162-12-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC45; informativa nr. 362/162-13-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC49; informativa nr. 362/162-14-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC50 ; informativa nr. 362/162-15-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a LEVONI Enrico; informativa nr. 362/162-16-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a MAI Luigi; informativa nr. 362/162-17-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a MAI Manuela; informativa nr. 362,/16218-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC61 ; informativa nr. 362/162-19-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC62 ; informativa nr. 362/162-20-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC70 ; informativa nr. 3621162-21-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC78 ; informativa rit. 362/162-22-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a NC81; informativa nr. 3621162-23-2001 del 22.11.2003, relativa alla documentazione sequestrata a VANGELI Pietro.

 

2 Costituita nel gennaio 1999 da MAJ Giuseppe - sino ad allora segretario nazionale dei CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) - la CP è un'organizzazione clandestina e compartimentata, composta anche da appartenenti ai CARC, la cui attività è finalizzata alla preparazione del Congresso di fondazione del (nuovo) Partito Comunista Italiano, partito clandestino che si prefigge il sovvertimento dell'attuale ordinamento economico e sociale dello Stato italiano.

 

3 NC98 nato a Lavello (PZ) il 16.01.1945, ultima residenza conosciuta Torino Corso Sempione 252/B. A suo carico risultano diverse condanne penali per furto, reati inerenti gli stupefacenti, porto e. detenzione di armi, oltraggio e resistenza, falsi in genere. Soprannominato "Denny", ha fatto uso dell’ 'alias NC42 . Non risulta nessuna segnalazione riguardo il passaporto.

 

4 La patente di guida sequestrata a MAJ Giuseppe risulta essere stata rilasciata a NC98 in data 24.04.1991 e non 9 giugno 1993. La stessa è stata sostituita da "duplicato per smarrimento" nr. T03619009/J Categ. B emessa dalla Prefettura di Torino il 31.12.1993. Non sono state rilevate segnalazioni sulla patente sequestrata in Francia.

 

5 Il codice fiscale nella sua composizione risulta essere esatto e relativo ai dati anagrafici di NC65 , nato a Napoli 1114.10.1931, ivi residente Via Santa Maria del Pianto 156 sul conto del quale nulla risulta in banca dati.

 

6 NC3, nato ad Asti il 26.09.1939 residente a Padova via Barbo 6 insegnante. Coniugato con Mingardo Micaela nata a Rovigo il 07.11.1940 convivente. L'originale della carta d'identità, scaduto di validità quinquennale, risulta giacente presso il servizio anagrafe del comune di Padova, ed essere stato sostituito con analogo documento nr. AH6695089 rilasciato il 07.03.2003. In data 18.01.2001, risulta aver denunciato presso la Stazione Carabinieri Padova Prato della Valle lo smarrimento della propria patente di guida.

 

7 Nel giugno 1999, viene diffusa la lettera aperta "Perché ci siamo staccati dall'organizzazione dei "CARC" ", datata 03/06/99, a firma "Le compagne e i compagni della minoranza della Segreteria Nazionale dei "CARC" e dei comitati di Vicenza Padova e Foggia», con la quale viene ufficializzato il nuovo sodalizio. Agli inizi del successivo ottobre si registrava un ulteriore consolidamento della compagine antagonista, veniva acquisito infatti il numero speciale, ottobre 1999, del foglio "Rivoluzione", organo di informazione e propaganda, sul quale veniva pubblicato, tra gli altri, un articolo con il quale i redattori indicavano, nella ricostruzione del Partito Comunista, nello sviluppo di un ampio fronte popolare e nell'esercito proletario, gli strumenti per far avanzare la rivoluzione.

 

8 Nell'abitazione venivano rinvenuti un formulano di iscrizione all'associazione "Montparnasse Rencontres" di Parigi, 92 bis, boulevard du Montparnasse, del settembre 2002, relativo a NC39, domiciliato in Parigi, rue Pyrénées nr. 155 bis e due lettere, una in italiano ed una in francese, dell'Università degli Studi di Milano, datate 1.06.2002 ed indirizzate a NC39 .

 

9 L'esame del traffico telefonico pregresso sull'utenza francese 0033144627968 in uso a NC12 permetteva di individuare tra le chiamate provenienti dall'Italia, diverse telefonate, tutte concentrate il giorno 20 luglio 2001 ad eccezione di una chiamata risalente al giorno i agosto 2001, effettuate dall'utenza 0639742373 intestata ed in uso a NC19, nonché più telefonate originate da telefoni pubblici della città di Roma. Il successivo esame del tabulato, acquisito con decreto di esibizione e consegna nr. 32049/01 RGNR del 7.5.2002, delle schede telefoniche prepagate utilizzate consentiva di accertare che le stesse schede erano state utilizzate solo per chiamare l'utenza della NC12 ad eccezione di una telefonata effettuata il 21.11.2001, alle ore 20:50, verso l'utenza francese 0033142094376.

L'analisi del tabulato del traffico telefonico in uscita da utenze italiane della rete fissa e mobile verso l'utenza telefonica francese 0033142094376 consentiva di risalire a diversi contatti, tutti originati da telefoni pubblici della capitale.

 

10 All'atto dell'arresto la NC7 era stata trovata in possesso di kg. 1,5 di hascisc.

 

11 In particolare l'estensore rileva come sia "distruttiva sul piano delle relazioni personali e sbagliato sul piano del metodo politico che abbiate come cancellato gli insegnamenti e il bilancio dei fatti di periodi così lunghi e intensi di relazione tra voi e me (in realtà i CARC) di fronte alle calunnie portate da gente che conoscete da così poco tempo e così poco, per plausibili che fossero nella forma in cui vi sono state presentate e contraddittori i fatti [...] a vostra effettiva conoscenza. Reputo che, posti di fronte a calunnie, insinuazioni e fatti contraddittori, in nome dei farti del passato e delle relazioni politiche esistenti tra voi e i CARC e tra AFAPP-PCE(r) e i CARC (io non ero che un esponente dei CARC) avreste dovuto entrambi, congiuntamente o separatamente, chiedere chiarimenti e spiegazioni alla Segreteria Nazionale dei CARC, prima di prendere una posizione ostile a noi e favorevole agli scissionisti che cercano di sabotare i passi da noi compiuti verso al ricostruzione del partito [...] (se il segretario nazionale non era raggiungibile, la Segreteria Nazionale lo era nella persona del suo vice - segretario). Credo che siate consapevoli che le vostre azioni non coinvolgono solo voi e le vostre relazioni personali. Che voi andiate a Milano a tenere una relazione alla GIRP presso l'ASP e il C. Doc. Filorosso e poi, disprezzando l'ospitalità offertavi dai compagni del CARC, andiate a casa di Garabombo (n.d.r. si identifica in NC53 , leader della componente minoritaria staccatasi dai CARC), è offensivo oltre che politicamente sbagliato. Che andiate a parlare indifferentemente alla GIRP organizzata dall'ASP e alla iniziativa di Padova con cui gli scissionisti cercano di guadagnarsi e mantenere simpatie per meglio sabotare l'iniziativa dei CARC e della Commissione Preparatoria e meglio nascondere la loro rottura con la ricostruzione del PC, è prendere una posizione sbagliata nello scontro in atto tra le FSRS sulla ricostruzione del partito. Questo anche a prescindere dai comportamenti banditeschi, fatti di minacce, furti e vandalismi, furti di denaro, di documenti e di files sui computer del CN dei CARC, minacce profferite contro membri dei CARC f.. .1 Proprio l'azione frazionista e anti CARC (contatti e propaganda) compiuta anche presso di voi da persone che erano ancora membri dei CARC vi doveva mettere in allarme."

II MAI, inoltre, individua nella propaganda a favore delle "attività militanti" nel corso delle manifestazioni di massa e in generale della lotta contro l'aggressione USA-NATO alla Jugoslavia, il motivo della presa di posizione della coppia a favore della componente minoritaria. In merito l'autore illustra alcune proprie considerazioni, prima di ribadire la natura dei CARC, "laboratorio per la creazione delle quattro condizioni della ricostruzione del partito":

- in Italia le attività militanti e addirittura le "attività militari", seppur abbondanti, non sono mai state sufficienti per ricostruire il partito comunista, e non hanno arrecato danni alla borghesia: "hanno sempre portato alla sconfitta delle forze proletarie (alle "discontinuità" come dicono gli autori dell'attentato di Roma) e alla demonizzazione";

- nella fazione scissionista non esiste alcun legame tra il favore per le "attività militanti" e il sabotaggio del lavoro della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del pc e del lavoro sul programma del pc. Le ragioni della decisione frazionista risalgono al settembre 1998 quando la segreteria nazionale prese la decisione di respingere la proposta di "Garabombo" di autocandidarsi alla carica di vice segretario dei CARC;

- nella terza ed ultima considerazione, il MAI chiede polemicamente alla coppia perché non sostenere, se la questione principale è quella del compimento di "attività militanti", le BR-PCC che il 20 maggio, con l'omicidio del prof. Massimo D'Antona, hanno mostrato di essere più radicali di Garabombo nella concezione della "priorità delle attività militanti".

La lettera del MAI risulta di estrema importanza soprattutto per i riferimenti ed i riscontri espliciti alla realizzazione di strutture clandestine. Come teorizzato, il partito comunista viene costruito nella clandestinità e dalla clandestinità muove la sua azione; deve essere un partito strategicamente clandestino: " [...] reputo tutto sommato preferibile un colloqui a tre, visto anche che, data la clandestinità in cui da gennaio vivo e lavoro e che mi impedisce di avere rapporti diretti con voi, non sono in grado di distinguere i contributi individuali agli avvenimenti di cui parlerò [...] Non solo il corso generale delle cose lo comporta, ma i grossi passi avanti compiuti dalla crisi generale del capitalismo con il dispiegarsi della guerra imperialista in Europa rendono ancora più importante che tutte le forze comuniste e di "partito" collaborino e si sostengano nella lotta contro le forze ancora oggi preponderanti della borghesia che si riflettono nelle tendenze antipartito presenti tra le FSRS in tutta l'Europa. La recente costituzione della CP col passaggio di alcuni compagni in clandestinità renderebbe per noi preziosa l'effettiva collaborazione col PCE(r) sulla base dell'internazionalismo proletario. Lo scopo di questa mia franca spiegazione, per quanto mi riguarda è salvaguardare sia il "rapporto" sia la "collaborazione"."

In riferimento al PCE(r), ala politica della formazione terroristica spagnola GRAPO, viene chiarita nel corso della lettera. NC51 risulta essere, infatti, un militante del PCE(r): "Non è accettabile che , invitato a parlare ai compagni italiani dell'esperienza dei rivoluzionari prigionieri spagnoli e dell'attività e delle concezioni del suo partito, critichi pubblicamente i CARC per "non disponibilità all'autocritica ". Questioni di opportunità consigliano che il membro di un partito estero non interferisca con critiche pubbliche ai CARC nello scontro tra FSRS italiane attorno alla ricostruzione de/pc (niente ovviamente impediva ad di far invece presente le sue impressioni e critiche ai dirigenti dei CARC). [...] non deve farsene portavoce, per di più pubblicamente: compromette anche il suo partito."

I rapporti con il PŒ(r) vengono ulteriormente approfonditi dal MAI Giuseppe, traendo spunto da una lettera del partito comunista spagnolo diretta ai CARC e agli scissionisti nella quale viene riconosciuta pubblicamente la giustezza del lavoro svolto dalla Commissione Preparatoria e delle posizioni di "La Voce", contrapposti ai silenzi della componente minoritaria. Alle espressioni di gratitudine nei confronti del PCE(r), il MAJ contrappone le proprie riserve rilevando come il partito spagnolo ponga erroneamente sullo stesso piano "["sia da una parte che dall'altra"] i CARC ed il gruppo degli scissionisti antipartito e di banditi anarchici, dimenticando come negli anni passati i CARC si siano adoperati per sostenere le concezioni e l'attività del PCE(r) e diffonderle tra le "FSRS e le masse popolari italiane [...] il PCE(r) conosce direttamente da anni le posizioni e l'attività dei CARC (che non mi risulta abbia consultato sull'opportunità e sulla natura dell'intervento che gli scissionisti avevano sollecitato); cosa conosce della banda Garabombo per elevarla alla dignità di suoi "compagni"? prego di far conoscere al suo partito queste critiche mie (come segretario nazionale dei CARC e membro della PC) alla lettera del suo partito."

 

12 Di estremo rilievo appaiono anche gli allegati 001, 002, 003, 004 e 005, tutti datati gennaio 1999, sequestrati a NC70 ad Abbadia San (SI) il 19 ottobre 1999, nel corso di

perquisizione locale effettuata nell'ambito del procedimento penale nr. 13624/99R P.M. della Procura della Repubblica di Roma. I documenti, acquisiti dalla Polizia di Stato, riportano dettagliate istruzioni dirette ad eludere eventuali attività e controlli di polizia nei confronti dei militanti.

 

13 NC62 fa riferimento alla lettera di Giuseppe MAS, datata "Milano, 25.07.99" ed indirizzata a NC52 via degli Equi 8, 00185 Roma, sequestrata nella sua abitazione il 19 ottobre 1999. La lettera è diretta sia alla destinataria sia al marito NC51 . Nella missiva il MAJ Giuseppe esprime le proprie riserve sulla posizione assunta e sui comportamenti tenuti dalla coppia a seguito della fuoriuscita della minoranza della Segreteria Nazionale dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo e dei comitati delle rispettive strutture territoriali dall'organizzazione nazionale dei C.A.R.C. di Padova, Vicenza e Foggia.

 

14 Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati i seguenti comunicati riconducibili alla CP:

- NC2: reperti nnrr. 2/e; 2/y; 2/bb; 2/gg; 2/il; 2/11; 2/mm; 2/rr; 10; 15/i; 15/p.

- AMORE Massimo: reperti nnrr. 62/4; 62/10; 62/13; 65/21.

- NC11: reperti nnrr. 9; 13; 16; 17; 23/a; 3; 17; 24; A3; A18; A19; A20/1.

- CANCELLO Giovanni Battista: reperti nnrr. 13; 14; 15; 16; 17.

- NC26 : reperti nnrr. 7/B; 15.

- NC33 : reperto nr. D16/1.

- NC49: reperti nnrr. H/2; H/3; H/4; H/5.

- NC50 : reperti nnrr. 8; 12; 13.

- LEVONI Enrico: reperti nnrr. 2; 13/3/47; 13/3/67; 14/6; 14/13; 14/14; 14/15.

- MAJ Manuela Malgosia: reperti nnrr. 6 (Bl); 27 (C12); 28 (C13); 33 (C18).

- NC62 : reperto nr. 2/A.

- NC70 : reperto nr. 3/A.

- NC81: reperti nnrr. 1; 2.

- VANGELI Pietro: reperti nnrr. 27; 33.

 

15 Nell'abitazione di Giuseppe MAI, in Villejuif/Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, veniva rinvenuta una cartella "Force 8 bleu", classificata con l'annotazione manoscritta "SEMINARIO", due classificatori denominati rispettivamente "PSCI" e "PSC2", nonché copertine di colore giallo, classificate con le annotazioni "3BG", "4. MO ", "FI", "MASSA ", "VIAREGGIO ", "ROMA», "NA", "LAV.AV", «1. TO", 2

MI", "SRG” "RTL" E " ".

 

16 "Risoluzione 2 del 3° Seminario

 Sul sistema di direzione del Seminario

Perseguendo l'obiettivo di compiere ulteriori passi nell'avanzamento del processo di ricostruzione del partito comunista, il Seminario decide di adottare uno stile di lavoro meglio adeguato al ruolo che di fatto oggi svolge la CP e al movimento che la lotta per la ricostruzione assume nella situazione concreta. Tale lotta esige anche che siano compiuti ulteriori passi per superare lo stile artigianale che ancora caratterizza l'attività del Seminario e dei suoi membri A questo scopo è necessario definire più chiaramente la "catena di comando" che regola i rapporti esistenti tra le diverse istanze del Seminario, la CP e i circoli.

L'adozione di questo nuovo stile di lavoro è corrispondente anche alla necessità di sperimentare e mettere in campo rapporti sempre più corrispondenti allo stile di lavoro del futuro partito.

Il Seminario pertanto decide che:

1 Il Seminario è l'organismo dirigente di massimo livello di tutto il nostro lavoro per la rpc.

2. Il Seminario è composto da una Sezione Interna e una Sezione Esterna.

3. La Sezione Interna è composta dalla CP. Essa si avvale di un apparato che essa dirige e di una sua rete di collaboratori

4. Data la posizione ed il ruolo strategico svolto dalla CP nel processo di ricostruzione del partito comunista e data la necessità di disporre di un organismo in grado di assumere tempestivamente una giusta posizione sulle questioni fondamentali di questo processo, la Sezione Interna, ovvero la CP, nell'intervallo tra le riunioni plenarie del Seminario, dirige i membri del Seminario e ha diritto di veto sulle decisioni della Sezione Esterna in merito a questioni generali, nel rispetto delle direttive generali e delle risoluzioni approvate dal Seminario stesso.

5. La CP dirige coi metodo della linea di massa (è una direzione di orientamento e convinzione, di fatto ma non gerarchica) i Comitati di Partito (provvisori)

6. La Sezione Esterna dirige per mezzo della linea di massa l'attività dei circoli attraverso l'influenza dei membri del Seminario che fanno parte dei loro organismi dirigenti Pertanto i membri della Sezione Esterna del Seminario che fanno parte degli organismi

dirigenti dei circoli devono applicare le decisioni del Seminario stesso e della CP e lavorare con entusiasmo, creatività e disciplina affinché gli organismi dirigenti dei circoli assumano un orientamento il più possibile corrispondente all'orientamento deciso dal Seminario e dalla CP.

7. 1 membri dei Comitati di Partito (provvisori) dirigono con il metodo della linea di massa l'attività dei circoli e di tutti gli organismi di cui fanno parte o su cui hanno un'influenza.

 

17 Sempre a Luigi MAJ (reperto B/1714) veniva sequestrato un documento datato 20.04.2001, dal titolo "La questione del PCE(r) - Promemoria per sez. Esterna", n testo che verrà approfondito in seguito, presenta alcune correzioni, sintattico-stilistiche e non di sostanza, fatte a penna e costituisce una bozza diretta alla Sezione Esterna dell'organizzazione, dell'articolo del maggio 2001, dal titolo "La questione del PCE(r). Articolo di Umberto C. (membro della redazione di La voce del (nuovo) Partito comunista italiano)", a firma, appunto, "Umberto C.", pseudonimo di Giuseppe MAJ,

 

18 pubblicato come supplemento a 'la voce".

"Risoluzione I del 30 Seminario.

Sullo stile di lavoro dei membri del Seminario. Bisogna che i membri dei Seminario facciano un salto avanti nello stile di lavoro e di direzione.

Correggere il proprio stile di lavoro adeguandolo ai seguenti dieci punti

1. Tradurre ogni nuova acquisizione teorica (che compare su foglio, rivista, fascicolo, circolare o in riunioni) in: cosa significa, cosa comporta nel mio campo di lavoro? E' una verifica dell'acquisizione, uno strumento di lotta contro l'idealismo. Combattere la tendenza a fare buona teoria e a non usarla, a dimenticarla; a lanciare idee e parole d'ordine e poi lasciarle cadere,a non tirare dalle posizioni teoriche le conseguenze pratiche, adeguate alle situazioni concrete.

2. Migliorare i bilanci qualitativi. Non, basta dire “ci sono le divergenze”; bisogna indicare nella forma più precisa di cui si è capaci in cosa consistono le divergenze. Non basta dire "se partivamo prima saremmo riusciti a raccogliere le firme necessarie per presentare le liste "; bisogna indicare perché non siamo partiti prima, perché non si sono presi permessi, ferie, aspettative per fare il lavoro, perché non si sono adottate forme creative di propaganda, ecc. Non basta dire "hanno fatto alcune critiche"; occorre indicare chiaramente quali critiche, come si è reagito, ecc. Non basta dire "si è verificato questo e quello"; occorre anche chiedersi il perché ed esporlo. Non basta dire "bisogna fare questo o quello che finora non si è fatto "; occorre indicare anche quali iniziative si intende prendere perché quello che finora non è stato fatto venga fatto. Chi stende un rapporto deve dare a chi riceve il rapporto gli elementi per poter intervenire a sua volta.

3. Combinare i bilanci quantitativi ai bilanci qualitativi. Ad ogni avvenimento sono associati aspetti quantitativi che indicano il grado di sviluppo dell'avvenimento (ad una diffusione è associato il numero delle copie, a un'assemblea il n.° dei presenti e il ricavato delle vendite, ad un banchetto il n.° dei volantini e l'entità delle sottoscrizioni, ecc.). Nei resoconti; rapporti, diari, ecc. dare sempre anche i dati quantitativi e nell'elaborazione valutare anche le variazioni quantitative. Non fare bilanci generici.

4. Nella divisione del lavoro, i compiti non delegati ad altri (e comunque di fatto non assunti da altri) sono di competenza del segretario. Egli li svolge dando ad ognuno di essi l'estensione e lo sviluppo che la forze disponibili e le circostanze gli consentono. Chi dirige deve educare e formare ogni compagno a svolgere i compiti assegnati. Se non vi è ancora un responsabile all'altezza del compito dare meno autonomia al responsabile e seguirlo da vicino. Fare un piano di formazione dei responsabile, seguire da vicino il suo lavoro e verificare l'evoluzione e le capacità. Revocare gli incarichi e cambiare la divisione dei compiti se non si riesce a farla

funzionare. Assumere direttamente l'incarico e nominare un vice che si cerca di formare perché diventi il responsabile.

5. Evitare assolutamente l'esistenza di organismi che di fatto non riusciamo a far funzionare e di incarichi che di fatto non vengono esercitati. Creano un clima malsano e alimentano l'abitudine alla irresponsabilità. Rettificare la precedente direttiva di nominare il responsabile di un attività o di un settore anche se l'attività non veniva svolta e il settore non veniva creato, come spinta a sviluppare la cosa nel futuro.

6. Ogni dirigente deve formulare per iscritto valutazioni; ipotesi e piani di sviluppo ragionati per ogni organismo, situazione e compagno che dirige, in base alla conoscenza del compagno e della situazione. Verificare la realizzazione, adattare e modificare se necessario. Fare piani di intervento su FSRS, su aziende, su collaboratori; su dirigenti; ecc. definendo sempre i responsabili dell'attuazione e assegnando dei tempi; anche se in via ipotetica.

7. Ogni dirigente deve periodicamente elaborare, sulla base degli obiettivi indicati e delle linee tracciate dall'organizzazione,un piano

periodo nel punto giusto, su un ruolo più importante del fattore soggettivo, ecc.).

di lavoro a lungo termine per se stesso, tradurlo in un calendario di sue iniziative, con priorità e scadenze, elaborare piani settimanali delle sue attività, verificare l'adempimento e compilare un diario con note di valutazione quantitativa e qualitativa in forma a lui comprensibile (contro lo spontaneismo e il pressappochismo). Centralizzare alla CP piani e diari insieme con i rapporti

8. La nostra "catena di comando ": Sezione Interna e Sezione Esterna, organismi e apparato, CdP e circoli. Su questo punto si rimanda alla Risoluzione 2 del 30 Seminario.

9. Non accettare passivamente e silenziosamente direttive che non si eseguono, non si possono eseguire, sembrano sbagliate. Far presente le obiezioni, presentare l'esperienza, i casi concreti. Non confondere disciplina con accettazione passiva (es. comitati dei FP-rpc o organismi aderenti al FP-rpc).

10. Distinguere strategia e tattica (y. Opere di Stalin, vol. 5 pag. 213). Spesso definiamo una strategia, ma poi non definiamo operazioni tattiche per realizzarla (es. denuncia della controrivoluzione nei particolari; "Incursioni" nelle FSRS per identificare e mobilitare la sinistra, ecc.), oppure trattiamo le operazioni tattiche con i criteri della strategia (la strategia ha tempi più lunghi; fa assegnamento sulla evoluzione della situazione e sullo sviluppo delle contraddizioni; sul fattore "oggettivo"; mentre la tattica si basa sulle circostanze attuali, sulle forze già in campo oggi, sulla tempestività nell'azione, sul concentramento di forze per un breve

 

19 "Risoluzione 3 del 30 Seminario

 Sui Comitati di Partito (provvisori)

Il S. approva e fa suoi il piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla CP (VO n. 6 pag. 11) e l'indicazione data dalla CP per la costituzione di Comitati di Partito (provvisori) clandestini (VO n. 1 pag. 9).

Il S. approva e fa sue le indicazioni sull'attività che i Cd? devono svolgere e le motivazioni di esse esposte nell'articolo I comitati di partito della compagna Tonia N. (VO n. 8 pag. 13-16).

Il S. inoltre dà ad ogni Cd? interno a un organismo legale o collegato in qualche modo ad esso l'indicazione di dirigerlo in modo che la sua attività sia il più possibile proficua ai fini della ricostruzione dei partito comunista.

Il CdP interno ad un organismo legale o ad esso collegato deve 1. dirigere l'organismo con il metodo della linea di massa (raccogliere l'esperienza e gli stati d'animo, elaborare, portare orientamento e convincere) e 2. condurre nello stesso tempo anche un suo lavoro diretto verso le masse popolari, per rendere visibile il partito (propaganda, creazione di rette di collaboratori, reclutamento). E' sbagliato far passare tutto il lavoro di partito attraverso un organismo legale (I. sarebbe ridurre il lavoro di partito a quello che l'organismo legale può fare e fa, 2. sarebbe pericoloso per la sopravvivenza dell'organismo legale), ma è sbagliato anche considerare il lavoro di direzione dell'organismo legale (e quindi il lavoro dell'organismo legale) come non facente parte del lavoro dei partito. Anche nel nostro caso è valido quello che Lenin diceva per il POSDR nel 1912: il partito comunista è costituito dalle sue organizzazioni clandestine, ma ognuna di queste deve crearsi dei "punti di appoggio per il lavoro tra le masse" sotto forma di una rete più possibile estesa e articolata di svariate associazioni legali (Opere, vol.l8 pag. 372).

Concepire e condurre in questo modo l'attività dei Cd? permetterà al CdP di crescere. li compagno che dà 80 per il lavoro di organismi legali non è scontento perché dà solo il 20 per il lavoro diretto del Cd!', perché in realtà dà 100 per il partito. La divisione del suo impegno tra 80 agli organismi legali e 20 al lavoro autonomo del CdP, non è una sua decisione individuale, una concessione spontanea al suo legalitarismo, ma una decisione meditata e chiara dei Cd? L'attività dei compagni dei Cd? negli organismi legali è parte della loro attività per il Cd?. Quindi ogni Cd.!' deve riunirsi anche per decidere dell'attività di direzione sugli organismi legali, deve preoccuparsi che gli organismi legali lavorino efficacemente per la rpc, deve distribuire l'attività di ogni membro del Cd.!' tra i vari lavori che il Cd? compie.

Ogni membro del S. è vincolato ad applicare questa Risoluzione e a farla applicare dai Cd!' che egli può in qualche maniera influenzare."

 

20 "Il S. approva e fa suoi il piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla C? (VO n. 6 pag. 11) e l'integrazione del PMP pubblicato dalla SN dei CARC con le indicazioni sulla natura dei nuovo partito comunista e sulla della via alla rivoluzione socialista nel nostro paese pubblicate dalla CP (VO n. 1 pag. 23-52).

Il lavoro sul PMP condotto finora ha portato ad alcuni chiarimenti e sviluppi importanti: esclusione di un Programma Minimo sia come programma di una fase intermedia tra l'attuale regime e quello della dittatura del proletariato sia come programma di rivendicazioni da attuare nell'ambito dell'attuale sistema, introduzione delle Dieci Misure Immediate, chiarimenti sulla concezione comunista della tattica che si sono tradotti nella partecipazione alla campagna elettorale di quest'anno, superando le resistenze che erano presenti anche nelle nostre fila.

Il S. ritiene che VO abbia espresso contributi che permetteranno di migliorare sensibilmente il PMP in vari campi (ad es. nel bilancio della storia del movimento comunista).

Il S. impegna i propri membri a partecipare personalmente e a promuovere nelle organizzazioni che dirigono una maggiore partecipazione al lavoro sul PM? onde arrivare alla proposta definitiva di

Manifesto Programma che sarà sottoposta al Congresso di fondazione del (nuovo)Partito comuni . sta italiano. In particolare ritiene che vadano ulteriormente migliorate:l'analisi di classe della società italiana: L il campo della borghesia imperialista deve essere suddiviso nelle classi che lo compongono,

1.la classe operaia va ulteriormente analizzata tenendo conto delle importanti modificazioni introdotte dalla bi nella sussunzione nel capitale di nuove attività che hanno creato nuovi settori di classe operaia che differiscono dai vecchi settori principalmente per l'esperienza di lotta e la coscienza di sé, cioè per fattori sovrastrutturali ma politicamente importanti.

2. il bilancio dei movimento comunista del nostro paese e la definizione della particolarità della formazione economico-sociale italiana: in questo ambito va recuperato il lavoro positivo condotto da A. Gramsci separandolo dai residui idealisti e combattendola strumentalizzazione che la destra del vecchio PCI ne ha fatto.

Il S. da inoltre mandato alla C? perché elabori una proposta di Statuto per il futuro partito, sviluppando preliminarmente su VO un dibattito sul centralismo democratico e sugli apporti del maoismo in termini di natura dei partito (teoria della lotta tra le due linee nel partito)."

 

21 L'ultimo capitolo, dal titolo "Compiti di SRG nella SE del Seminario", della lettera di Giuseppe MAI, datata 05/03/2003, fornisce ulteriori elementi di conferma circa l'attuale struttura e composizione della C.?., articolata su un "Seminario", una Struttura Esterna (SE) ed una Struttura Interna (SI): "Questa risoluzione mira a organizzare il lavoro del seminario e rafforzare il suo funzionamento collettivo. La SE si riunisce con l'obiettivo particolare di sfruttare ai fini del lavoro del Seminario la conoscenza diretta acquistata dai suoi membri sul terreno e di rafforzare il funzionamento del Seminario.

Tema normale di riunione della SE:

1. Le decisioni adottate dalla plenaria: stiamo applicandole? Con quali risultati? Quali problemi emergono?

2. Bilancio dei risultati (nei circoli, nelle FSRS, sui lavoratori avanzati, all'estero) del lavoro di propaganda (fascicolo e comunicati) svolto dalla CP e proposte.

La SE nelle riunioni non tratta del lavoro dei fiduciari (è oggetto di compartimentazione). Di norma la SE fa una riunione intermedia tra le due plenarie.

E compito di SRG indire le riunioni della SE, fissare odg [n.d.r. ordine del giorno], presiedere le riunioni e stendere i relativi rapporti

PSC tiene logisticamente i collegamenti SI/SE e cura la logistica delle riunioni della SE.

La CP informerà anche SRG delle indicazioni date direttamente agli altri membri della SE, nella misura compatibile con la compartimentazione, ma tenendo conto della necessità che SRG abbia una visione complessiva del lavoro in corso (sia per svolgere il suo ruolo nella SE sia per svolgere il suo ruolo nei circoli).

I membri della SE che ricevono direttive dalla CP devono farle valere presso gli altri membri della SE come direttive ricevute dalla CP (a cui tutti sono vincolati stante le decisioni prese dal Seminario). Le eventuali obiezioni a queste direttive vanno dirette alla CP (es. manuale della propaganda - metodo). Solo la CP e il Seminario possono revocare direttive della CP. Funzionamento collettivo per i membri del Seminario vuol dire seguire la struttura di direzione definita, rafforzarla tenendo conto dei "prezzi" che paghiamo alla nostra particolare condizione (clan). Intensificare nella misura del possibile il sistema di discussione e consultazione via codec il cui canale è stato messo a punto, preparare con cura le riunioni plenarie e le riunioni della SE. Ogni membro della SE deve dare il ritmo necessario alla sua corrispondenza con la CP via codec. PSC ha tra i suoi compiti istituzionali la raccolta e l'inoltro dei messaggi tra la CP e SE quando non sono diretti (RTL) e la cura della sicurezza del codec."

Dal documento emergeva, infine, un'altra articolazione dell'organizzazione clandestina: il

"Collettivo dei Tre", con compiti di miglioramento del lavoro collettivo del Seminario: "Per rafforzare il funzionamento collettivo del Seminario, i tre membri della SE che lavorano nella stessa città costituiscono il "Collettivo dei tre". Obiettivo: approfittare della maggior facilità di riunirsi per rafforzare carattere collettivo del funzionamento del seminario. Oggetto dell'attività: 1. elaborare rapporto su ogni numero di VO e 2. fare bilancio (più assiduo di quello della SE) dei risultati dell'azione di propaganda (fascicolo e comunicati) svolto dalla VO e fare proposte. SRG promuove formazione del Collettivo e ne dirige il funzionamento.

I funzionari che lavorano per i circoli dipendono dalla CP per quanto concerne la loro assunzione, il loro eventuale ritorno in produzione, il livello della loro rimunerazione, il settore di lavoro a cui sono destinati Essi dipendono direttamente dalla normale struttura dirigente dei circoli per quanto concerne il lavoro che svolgono per i circoli (piani di lavoro, calendari, diari, rapporti di attività), la loro direzione ideologica la formazione e la valutazione del loro lavoro. Ciò a meno che siano incaricati di svolgere dei lavori direttamente per la CP. Sta a SRG relazionale regolarmente la CP sul lavoro che essi svolgono nei circoli (allegando il materiale necessario) e dare la sua valutazione su ognuno di essi In via sperimentale, SRG deve stendere periodicamente un rapporto alla CP sullo stato dei circoli e sulle condizioni e prospettive del loro lavoro. Scopo: alzare il livello della direzione di SRG nei circoli e rendere più collettivo il lavoro del Seminario. La periodicità di questi rapporti è da definirsi. In via sperimentale si assume un rapporto ogni 4 mesi (un rapporto ogni due riunioni dell'organo dirigente dei circoli, sul cui lavoro avrà presumibilmente un effetto benefico)." (MM Manuela - reperto nr. 10 (B5) vedasi allegato nr 10)

 

22 Nell'abitazione venivano rinvenuti un formulano di iscrizione all'associazione "Montparnasse Rencontres" di Parigi, 92 bis, boulevard du Montparnasse, del settembre 2002, relativo a NC39 , domiciliato in Parigi, rue Pyrénées nr. 155 bis e due lettere, una in italiano ed una in francese, dell'Università degli Studi di Milano, datate 1.06.2002 ed indirizzate sempre a NC39 .

 

23 "Considerato:

1. che, dal punto di vista della storia dei nostro paese, le FSRS sono in positivo il residuato della resistenza del vecchio movimento comunista al revisionismo, in negativo il prodotto dei guasti prodotti dal revisionismo nel vecchio movimento comunista e della sua dissoluzione ad opera dei revisionisti,

2. che nel nostro paese le FSRS sono quanto oggi esiste del movimento comunista come movimento consapevole e organizzato e che esse reclutano persone che vogliono fare qualcosa per instaurare il socialismo, anche se poi o vengono deviate dai limiti e dagli errori delle FSRS a cui si legano o le lasciano,

3. che, date le circostanze storiche in cui ci troviamo, il nuovo pc non si costituirà fin dall'inizio come avanguardia organizzata della co, cioè non nascerà come organizzazione di cellule costituite nelle aziende capitaliste, ma nascerà come partito dei comunisti che si uniscono perché condividono un Manifesto Programma e accettano un comune sistema organizzativo e che la sua trasformazione in avanguardia organizzata della classe operaia sarà compito dello stesso partito,

4. che il compito storico delle FSRS è ricostruire un vero partito comunista e che alla realizzazione di questo compito oggi si oppongono, dall'interno delle stesse FSRS, due linee dichiarate e rivendicate, cioè due deviazioni antipartito: l'economicismo e il militarismo,

il S. fa propria la tesi che la riserva principale ed inesauribile di reclutamento e di risorse per il nuovo partito comunista sono la classe operaia, il proletariato e le masse popolar4 ma che il terreno tatticamente principale in cui operare oggi per fondare il nuovo partito comunista è costituito dalle FSRS. Ne segue che il lavoro per legare alla ricostruzione del partito gli operai avanzati ed elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari è indispensabile anche in questa fase, ma in questa fase lo è in quanto strumento indispensabile a condurre in porto la lotta sul fronte delle FSRS e fondare il pc.

Quindi il S. decide di condurre a fondo nei prossimi mesi una lotta sul terreno delle FSRS, come premessa per la convocazione del Congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano.

Questa lotta va condotta all'insegna dell'unità dei comunisti che "oggi" partecipano alla realizzazione del "piano in due punti per la costituzione del partito" e che "domani" condivideranno il programma approvato dal Congresso del partito e faranno parte delle organizzazioni costitutive dei partito secondo lo Statuto approvato dallo stesso Congresso. Si tratta di un'unità non basata sul compromesso e sulla trattativa, ma sulla critica e l'autocritica e sulla lotta per far trionfare le posizioni giuste, secondo quanto ben indicato da Lenin nello scritto Due punti di vista sull'unificazione (Opere voi. 16, pagg. 196-199). Noi invitiamo tutti i compagni che vogliono concorrere alla costituzione del nuovo partito comunista a creare da subito Comitati di Partito e a partecipare su un piede di assoluta parità di diritti al Congresso di fondazione e alla sua preparazione. Questo è ciò che vogliamo ottenere nella lotta sul fronte delle FSRS.

Nei confronti di ogni FSRS legale il nostro compito nei prossimi mesi consisterà nel

1. mobilitare la sx a lavorare per la ricostruzione del pc (creare le quattro condizioni della ricostruzione, costituire CdP),

2. combattere energicamente la destra anti partito con l'obiettivo di eliminare l'attuale destra

antipartito,

3. far in modo che la FSRS aderisca al FP-rpc e lavori come indicato a grandi linee in VO n. 1 pagg. 56- 71."

 

24 Nella nota informativa nr. 362/112-2001 del 18 dicembre 2002, si era evidenziato come la maggiore consistenza politico-organizzativa assunta dal FP-rpc, identificabile sostanzialmente con gli stessi CARC, sembri confermare un'accelerazione dei tempi di costituzione del nuovo "partito comunista", alla cui realizzazione è preposta la "Commissione Preparatoria". Il "Fronte" sarebbe pertanto destinato a rappresentare uno dei componenti del versante legale e pubblico del costituendo "partito", mentre sul piano occulto opererebbero i "comitati clandestini", alcuni dei quali già in attività. In prospettiva, l'attività del "Fronte" appare destinata ad una intensificazione soprattutto in direzione degli ambienti operai di aziende in crisi, la cui situazione può favorire inserimenti strumentali ed una radicalizzazione delle eventuali proteste operaie.

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati i seguenti documenti relativi al FP-rpc:

- NC2: reperti nnrr. 11v; 2/b; 2/h; 2/i; 2/n; 2/ww; 15/c; 15/f; 157g; 17.

- AMORE Massimo: reperti nun. 60/8; 60/10; 60/14; 65/3; 65/10; 65/11.

- NC11: reperti nnrr. A20Ì2; A20/8; A35.

- CANCELLO Giovanni Battista: reperti nnrr. 1 10.

- NC26 : reperti nnrr. 7/A; 14.

- CZEPPEL Giuseppe: reperti nnrr.: 6/8; 10;

- NC49: reperti nnrr. G/8; G/12; G/14; G120/5; G/20/6.

- LEVONI Enrico: reperti nnrr. 12; 13/3/8; 13/3/22; 13/3/30; 13/3/49; 13/3/52; 13/3/53; 13/3/68; 13/4.

- MAJ Manuela Malgosia: reperto nr. 29 (C14).

- NC70 : reperti nnrr. 5/3; 5/4; 7.

- VANGELI Pietro: reperti nnrr. 20; 22; 26.

 

25 "il Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista (FP-rpc) in questa fase, precedente alla costituzione del partito, deve essere un ambito di cui facciano parte il numero maggiore possibile di FSRS legali che sono favorevoli alla ricostituzione del nuovo partito comunista e che accettano le sei discriminanti (RS n. 19 pagg. 8 e 9). Le FSRS che fanno parte del FP-rpc sostengono, ognuno a suo modo e in conformità alla sua natura, la ricostruzione di un vero partito comunista; partecipano a campagne e iniziative comun4 concordate, coordinate; partecipano a dibattiti relativi alla ricostruzione del partito comunista (programma, linea e natura dei partito comunista); praticano un rapporto reciproco basato sulla critica e l'autocritica; si prestano reciproca solidarietà contro la borghesia imperialista (repressione, vigilanza, ecc.).

Non è necessario che ogni FSRS partecipi a tutte le attività promosse nell'ambito del FP-rpc.

E indispensabile che i rapporti tra le FSRS che fanno parte del FP-rpc siano tali che l'avanzato possa sviluppare nel modo migliore la sua attività in modo da dirigere con l'esempio l'arretrato (no a un rapporto da intergruppo) e che l'arretrato non vincoli e blocchi l'avanzato.

Una volta costituito il pc, il FP-rpc si trasformerà nel FP che unirà tutte le organizzazioni che, ognuna nel suo ambito e a suo modo, lotteranno per instaurare il socialismo o appoggeranno la lotta per instaurare il socialismo.

Il S. e la CP non fanno parte del FP-rpc, ma lo dirigono con il metodo della linea di massa."

 

26 "Considerato 1. che il lavoro per legare gli operai avanzati ed esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari è un lavoro strategico per fare dei futuro partito comunista l'avanguardia organizzata della classe operaia, capace di dirigere tutte le classi delle masse popolari nella guerra contro la bi,

2. che, stante la situazione concreta storicamente determinatasi nel movimento comunista del nostro paese, il lavoro per unire gli operai avanzati ed esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari nel nuovo partito comunista richiede grandi risorse e darà risultati importanti solo dopo un periodo piuttosto lungo,

3. che in questa fase preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano, il lavoro per legare alla ricostruzione del pc gli operai avanzati ed esponenti avanzati delle altre classi delle masse popolari è uno strumento indispensabile e importante per condurre in porto la lotta per far dare alle FSRS quanto possono dare per costituire il nuovo pc,"

 

27 "Questo scritto viene reso pubblico a distanza di mesi, l'obiettivo prioritario era far conoscere ai membri dei Comitati clandestini quanto era avvenuto nella Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (n) PC, per poi sviluppare una discussione interna all'O. Non ricevendo segnali di disponibilità al confronto e non sapendo se vi è stata una sorte di censura, non resta che procedere ad una diffusione più ampia."

 

28 Copia del comunicato "A proposito degli attentati del 10 aprile" veniva sequestrata anche a Luigi MAJ (MAJ Luigi reperto nr. B/15/2 - vedasi allegato nr. 12) Di seguito si riporta la trascrizione completa del reperto: Comunicato della CP, 11 aprile 01.

A proposito degli attentati del 10 aprile

Che ogni lavoratore giudichi partendo dalla sua propria esperienza!

Gli avvenimenti confermano giorno dopo giorno sempre di più che il regime che domina e devasta l'Italia è il regime dei grandi gruppi imperialisti, della NATO, del vaticano e della Mafia. I fatti di ogni giorno, da qualunque parte ci guardiamo, confermano che è letteralmente un regime di criminali e di assassini; che è il regime dei complotti e della vigliaccheria, il regime del dominio

universale del denaro e dell'imbroglio elevato ad arte della lotta politica. Dal venerabile ministro veronesi che come un magnaccia prostituisce la scienza agli interessi del vaticano, alla tratta di donne e bambini, all'eliminazione di migliaia di aziende dei lavoratori autonomi, alla guerra contro i lavoratori e i pensionati, allo sfruttamento feroce dei lavoratori precari e immigrati. Non c'è nefandezza a cui un regime simile e i suoi esponenti e difensori non arrivino.

Con le prossime elezioni politiche ognuno dei due poli vorrebbe creare un governo più forte per fare meglio i suoi interessi e completare, a vantaggio di tutta la borghesia, l'eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari. Proprio perché il programma antipopolare è lo stesso, per strapparsi voti i due poli devono ricorrere agli imbrogli e ai complotti. Da P.za Fontana nel '69 all'attentato al Manifesto dello scorso 22 dicembre, è chiaro che la banda laico-vaticano-mafiosa che governa l'Italia non ha alcun ritegno a ricorrere ad ogni genere di attentati. Il terrorismo, come i soldi, le truffe e le menzogne, sono armi che i suoi boss impiegano normalmente e sistematicamente nella lotta politica per impadronirsi del potere e per rafforzare il controllo sulle masse popolari e impedire la ricostruzione del partito comunista.

E chiaro d'altra parte che questo regime suscita l'indignazione e l'odio di ogni persona onesta. In mancanza di un vero partito comunista che mobiliti, orienti e diriga tutte le forze attive delle masse popolari in una lotta efficace per eliminare questo immondo regime e instaurare il socialismo, l'indignazione può portare a disperare nella possibilità di mobilitare le masse popolari a condurre una politica rivoluzionaria e può far deviare in azioni individuali. Tutta la cultura del regime favorisce e incoraggia questa deviazione: la morte del comunismo è il suo luogo comune. La banda laico-vaticano-mafiosa gioca anche sulla disperazione che essa stessa genera. Essa usa ai suoi scopi sia gli attentati di regime sia gli attentati di persone che non hanno mai avuto o hanno perso ogni speranza che la classe operaia possa condurre una politica rivoluzionaria. L'attentato fascista del 22 dicembre al Manifesto lo ha chiaramente dimostrato: se l'attentatore non fosse rimasto preso nella sua stessa trappola, l'attentato sarebbe stato addebitato "agli anarchici", come P.za Fontana. L'intimidazione e la confusione sono le due armi su cui tutti i gruppi borghesi giocano per impedire la ricostruzione del partito comunista e la rinascita della politica rivoluzionaria delle masse popolari. Vi ricorrono perché in una certa misura sono armi efficaci.

Possiamo neutralizzare queste armi? Certo che sì. L'esperienza e la riflessione permettono a ogni comunista e a ogni lavoratore di farsi un'opinione sicura su quello che sta succedendo, sottraendosi alle campagne di intossicazione e di diversione montate dal regime. Questo regime ha fatto dell'attentato un'arma di lotta politica. Quindi non è importante chi l'ha fatto, ma che effetto ha sullo scontro politico. Questo ogni lavoratore lo può valutare. Gli attentati servono alla causa dei lavoratori?

Oggi la questione chiave della lotta politica per i lavoratori è la ricostruzione di un vero partito comunista. Questo è il passo decisivo e indispensabile non solo per mettere fine a questo regime e instaurare il socialismo, ma anche per sviluppare su larga scala una

difesa efficace delle residue conquiste dei lavoratori. E il compito principale di ogni lavoratore avanzato. Che ogni lavoratore avanzato e ogni comunista misuri allora gli effetti che gli attentati hanno sul suo lavoro a favore della mobilitazione dei suoi compagni di lavoro contro i capitalisti e a favore della ricostruzione di un vero partito comunista. Se il risultato principale degli attentati fosse quello di aiutare gli operai avanzati a unirsi e costituire un vero partito comunista, di favorire l'aggregazione dei lavoratori attorno agli operai avanzati, di infondere negli operai e nei lavoratori maggiore fiducia nelle proprie forze, noi comunisti saremmo a favore degli attentati e li promuoveremmo. Per assurdo, anche gli attentati compiuti, con altri obiettivi, dalla polizia e dai suoi aiutanti e addebitati ai comunisti, ci sarebbero utili. In definitiva contribuirebbero a muovere le cose nella giusta direzione per porre fine all'attuale insopportabile regime. Ma allora il regime si guarderebbe dal promuovere attentati.

La strategia della tensione è ancora in atto. Nella campagna elettorale in corso è probabile che le forze del regime vi ricorreranno. Sistematicamente ognuno dei due poli cercherà di trarre da ogni attentato, chiunque ne sia l'autore, il proprio vantaggio e di danneggiare la ricostruzione del partito comunista. La CP chiama invece tutti i comunisti e tutti i lavoratori avanzati a valutare gli avvenimenti partendo dalla propria esperienza, a denunciare le responsabilità del regime per lo stato di precarietà e di insicurezza in cui le masse popolari sono costrette a vivere e a fare ogni sforzo per approfittare anche delle elezioni politiche per raccogliere forze e risorse per la ricostruzione del partito comunista e per creare tra le masse popolari un terreno più favorevole alla ricostruzione del partito.

W il (nuovo) Partito comunista italiano!

 

29 Nel corso delle perquisizioni locali del 23 giugno e del successivo 18 luglio 2003, sono state complessivamente sequestrate le seguenti copie de "La Voce":

 - BABINI Paolo: reperti nnrr. A; B.

 - NC11: reperti nnrr. 17; A20/7.

 - NC12 : reperto nr. F/S.

 - NC26 : reperto nr. 17.

 - NC33 : reperto nr. D/6/3.

 - NC49: reperto nr. B.

 - LEVONI Enrico: reperto nr. 14/5.

 - NC62 : reperti nnrr. 2/B; 4.

 - NC70 : reperto nr. 5/2.

 

30 1. Costituire ad ogni livello organizzazioni pubbliche che abbiano il compito dichiarato di creare le condizioni necessarie alla ricostruzione del partito comunista, alla definizione del suo Manifesto Programma a partire dal Progetto di Manifesto Programma pubblicato nel 1998 e alla riunione del congresso di fondazione e aggregarle nel Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista.

 2. Svolgere, tramite le organizzazioni facenti parte del Fronte Popolare, in ogni classe delle masse popolari, ma in primo luogo tra gli operai delle medie e grandi aziende, una vasta opera di propaganda e di agitazione contro il governo Berlusconi e l'azione di rapina che esso promuove per conto di tutta la borghesia imperialista. Combinare la lotta contro ogni aspetto particolare di essa con la lotta contro il governo Berlusconi e contro la borghesia imperialista che lo ha portato e lo mantiene al potere (quindi in particolare propagandare le Dieci Misure Immediate).

 3. Promuovere, tramite le organizzazioni facenti parte del Fronte Popolare, a ogni livello la più ampia unità dei lavoratori contro il governo Berlusconi e la sua azione di rapina. Unire i lavoratori facendo leva sugli interessi reali specifici di ogni gruppo di lavoratori che contrappongono tutti i lavoratori ai padroni e mettere in secondo piano le idee e le fantasie discordanti sotto cui ogni gruppo di lavoratori oggi presenta i suoi interessi, sicuri che queste saranno superate gradualmente, ma tanto più rapidamente quanto più le masse si impegneranno direttamente in una lotta vittoriosa contro i padroni, il loro Stato e i loro ordinamenti sociali. Nonostante i limiti imposti al diritto di sciopero e di associazione e il ricatto della delocalizzazione degli impianti, del licenziamento, della disoccupazione, dell'esternalizzazione e dell'immigrazione, la conflittualità sul posto di lavoro resta per i lavoratori un'arma potente.' per fare profitti, i padroni hanno bisogno della pace sociale. Fare di ogni lotta rivendicativa e di difesa dei propri diritti, condotta anche solo da una piccola parte delle masse popolari, una scuola di comunismo (linea di massa).

 4. Difendere dal governo Berlusconi e dai padroni le organizzazioni di massa dei lavoratori, in particolare i sindacati riconosciuti dalla massa dei lavoratori, anche se esse sono da' tempo ampiamente controllate dalla borghesia. Imporre ad ogni livello la volontà e gli interessi dei lavoratori in modo da farle funzionare nella misura maggiore possibile come centri di raccolta e di organizzazione delle masse e di promozione della loro resistenza contro i padroni.

 5. Dimostrare pazientemente a ogni lavoratore che i governi di centro-sinistra, la borghesia di sinistra, i riformisti e i revisionisti hanno aperto la strada a Berlusconi, , illustrare i vari aspetti del lavoro che hanno condotto in questo senso e mostrare sulla base dell'esperienza che la borghesia di sinistra, i riformisti e i revisionisti non sono capaci di promuovere realmente e di dirigere efficacemente la lotta contro il governo Berlusconi perché sono legati da mille fili ad esso e al sistema che lo ha generato e che lo sostiene,

 6. 1 compagni più avanzati devono ovunque costituire comitati clandestini del partito e partecipare direttamente alla preparazione del congresso di fondazione del nuovo Partito comunista italiano (definizione del Manifesto Programma e costruzione dell'organizzazione). Solo rafforzando la struttura clandestina del nuovo Partito comunista e marciando velocemente verso la sua fondazione, la lotta contro il governo Berlusconi potrà dispiegarsi su larga scala e diventare il movimento concreto della lotta per instaurare il socialismo."

 

31 Copia della rivista veniva sequestrata a Luigi MAJ (Maj Luigi reperto nr. B/18- vedasi allegato nr. 15)

 

32 Sempre sul numero 8 de "La Voce" veniva pubblicato il testo, già diffuso via e-mail, del comunicato della CP di solidarietà con gli appartenenti all'organizzazione Iniziativa Comunista, arrestati il 3 maggio 2001, dal titolo "Contro le perquisizioni e gli arresti a carico di Iniziativa Comunista – I miasmi della putrefazione del regime DC".

 

33 "In questo periodo vi è una convergenza obiettiva dei militaristi e della borghesia nella lotta contro la ricostruzione di un vero partito comunista. Da sponde diverse certo, ma complementandosi e confondendosi: i militaristi per distrarre forze dalla ricostruzione del partito comunista contano sul polverone sollevato dalla borghesia imperialista attorno alle loro imprese (visibilità, clamore, ecc.) e la borghesia imperialista usa le azioni dei militaristi per sollevare il polverone di cui ha bisogno per alimentare la sua campagna di confusione e di intimidazione."

 

34 "Abbiamo fatto quanto era nelle nostre forze per mobilitare anche nelle FSRS armate la sinistra, cioè chi era sensibile al compito della ricostruzione del partito comunista, verso quei compagni che nutrivano una qualche fiducia nella mobilitazione della classe operaia perché si separassero da chi invece aveva perso completamente o era incapace di concepire alcuna fiducia nella possibilità di mobilitare la classe operaia e le masse popolari a condurre una politica rivoluzionaria. Abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il comunismo e il militarismo (blanquismo)."

 

35 "Ovviamente è sempre possibile compiere qualche attentato qua e là. Ma non esistono oggi le condizioni della seconda metà degli anni '70, quando i militaristi disponevano di grandi forze popolari e proletarie che dispersero in attentati senza capo né coda. Anche se le FSRS militariste dovessero raccogliere un po' di forze, nello scontro politico i loro attentati non possono avere altro ruolo che essere usati dalla borghesia imperialista per alimentare la confusione, una delle sue armi nella lotta contro il comunismo."

 

36 Copia della rivendicazione dei NIPR veniva rinvenuta il 23 giugno 2003, all'interno dell'abitazione di LEVONI Enrico, all'interno di una busta indirizzata al "Centro Documentazione "Filorosso", via Cardinal Morone 13, 41100 Modena" (LEVONI Enrico - reperto nr. 14/4).

 

37 "La lotta armata promossa e diretta dal partito comunista è un aspetto della guerra popolare rivoluzionaria: è sbagliato confonderla con le azioni armate condotte dai gruppi militaristi. Noi non impariamo l'uso della lotta armata dalle 0CC degli anni '70, ma da tutta I 'esperienza, in positivo e in negativo, del movimento comunista internazionale e nazionale. La teoria della nostra lotta è il maoismo. La strategia della guerra popolare rivoluzionaria è la strategia universale della rivoluzione proletaria, corrispondente alle condizioni oggettive della rivoluzione proletaria, fin da quando siamo entrati nella fase storica dell'imperialismo e della rivoluzione socialista."

 

38 "Tutte le nostre attività sono e devono essere tese a raccogliere, formare e accumulare forze rivoluzionarie, innanzitutto a ricostruire un vero partito comunista. In questa fase sono giuste solo le azioni armate che hanno come effetto il rafforzamento del lavoro di ricostruzione del partito comunista e, una volta costituito il partito, quelle che hanno come effetto la raccolta, la formazione e l'accumulazione delle forze rivoluzionarie."

 

39 "Noi siamo i promotori della guerra popolare rivoluzionaria. Proprio per questo dobbiamo combattere a nostra maniera. Solo così riusciremo a vincere. E sbagliato ridurre le azioni tattiche di attacco alle azioni armate. L'attacco è una componente della resistenza delle masse popolari al procedere della seconda crisi generale del capitalismo. Oggi la sintesi dell'attacco è la ricostruzione del partito comunista."

 

40 “I demagoghi insinuano dubbi sulla volontà rivoluzionaria della CP. A questo proposito noi non chiediamo atti di fede. Noi diffondiamo e diffonderemo tra i nostri compagni, tra le FSRS e tra i lavoratori avanzati dei criteri di giudizio basati sul materialismo dialettico. La garanzia che il nostro lavoro andrà a buon fine non è data dalla volontà e dalle intenzioni degli attuali membri o dirigenti della CP (su di esse alcuni possono nutrire dubbi, esse possono cambiare, il nemico può costruire manovre, diffondere

calunnie e fare manipolazioni [...] I danni che i demagoghi ci faranno con le loro calunnie e insinuazioni saranno in ogni caso inferiori a quelli di cui soffrirebbe la nostra causa se ci subordinassimo ai militaristi (e di conseguenza alla borghesia imperialista) e quindi abbandonassimo la nostra opera per la ricostruzione di un vero partito comunista. I demagoghi trarranno inizialmente in errore alcuni compagni, quindi le loro parole avranno una certa efficacia.

Essa sarà tanto minore quanto più chiaramente noi illustreremo la nostra via e quanto più efficacemente noi lavoreremo sulla nostra strada, combinando la propaganda e l'attività di costruzione del partito."

 

41 Il 10 aprile 2001, alle ore 04,45 circa, in Roma, ignoti facevano deflagrare un ordigno esplosivo collocato di fronte all'ingresso dello stabile sito in via Brunetti nr. 9, sede dell'Istituto per gli Affari Internazionali e del Consiglio per le relazioni Italia - Usa. L'esplosione provocava danni alle sole infrastrutture. Lo stesso giorno perveniva, per posta elettronica, alle redazioni de "La Stampa", de "La Repubblica" e del "Corriere della Sera», un documento di rivendicazione dell'attentato a firma "Nucleo di Iniziativa Proletaria Rivoluzionaria", al quale era allegata copia della rivendicazione diffusa dallo stesso Nucleo nel maggio 2000.

 

42 Il reperto presenta sulla prima pagina, in alto, l'annotazione: "inviato e. mail a RE e a PSICO il 17.04. 0-1 e avvis. RE il 18".

 

43 "Aprile la Campagna di dibattito pubblico sulla 7a discriminante

La CP prende misure per avviare il dibattito illustrando tutta la storia che contribuisce a chiarire e conferma la necessità della 70 discriminante. Tradizione della classe operaia nel nostro paese. Condurre e dirigere questo dibattito oculatamente. La CP insisterà su questo dibattito con i suoi organi (VO e comunicati). La gestione pubblica è importante. La Sezione Esterna deve dirigere adeguatamente i circoli su questo dibattito. I circoli stessi prima o poi dovranno dichiarare di rinunciare al lavoro di rpc e fare lavoro di Fronte.

Per discorsi pubblici sull'argomento, CP mobilita una categoria di persone che possono fare il discorso sulla 7° con rischi minimi e con buon risultato. All'inizio si era pensato a Cassinera. Queste persone possono essere pensionati, intoccabili sul piano del lavoro, che condividono la 70 discriminante, che hanno un ruolo influente. CP ha già scritto a 4 persone, tra cui xy.

Si tratta di provare a mobilitare ex partigiani, comunisti che hanno partecipato alla lotta di classe negli anni '40 e '50 acquistando prestigio, scrittori e pubblicisti dissidenti (alla Noam Chomsky se ce ne sono), per sviluppare un dibattito pubblico sulla necessità della 7° discriminante e sulla storia della 7° discriminante nel movimento comunista internazionale e italiano: tramite conferenze, lettere aperte, articoli, interventi su riviste e a radio, scritti di vario genere, comunicati che potrebbero allacciarsi all'inchiesta per associazione sovversiva, al decreto-legge del governo, alle posizioni dì Giovanni Pellegrino.

CP scriverà ad altri. I membri dei Sem. devono inviare indirizzi di persone a cui CP scriverà, con note per personalizzare la lettera.

Verifica dei risultati della lettera della CP: da decidere caso per caso. Materiale riferimento:

1. lettera al compagno xy (depurata della parte personale)."

  

44 "La convinzione della bontà delle proprie ragioni e della giustezza delle proprie azioni è un elemento morale di forza molto importante per il nostro movimento. Sbaglieremmo a sottovalutarlo. Ogni compagno e ogni lavoratore avanzato, anche colui che non se la sente di praticare oggi questa strada, deve aver chiaro che questa è la strada che l'esperienza storica e la comprensione del movimento presente indicano a quelli che si assumono il compito di promotori, organizzatori e dirigenti del movimento di trasformazione dello stato presente delle cose. Anche se non vi partecipa, deve approvare la scelta dei comunisti e riconoscere che essa è giusta e necessaria. Questo è l'obiettivo che poniamo a questa futura campagna. Non è un caso che la bi e i compagni succubi della sua mentalità associano, nella concezione che diffondono tra le masse, la clandestinità alla politica svolta principalmente (se non solamente) mediante attentati. Infatti l'iniziativa lanciata dalla CP porta la bi su un terreno su cui le è difficile muoversi, sia perle esistenti e crescenti contraddizioni tra i gruppi che la compongono e che diffidano l'uno dell'altro, sia per le esigenze connesse al suo rapporto con le masse popolari che non vuole essere di repressione e terrorismo indiscriminat4 sia per le particolari difficoltà della lotta contro un'organizzazione comunista clandestina.

Credo in conclusione che siano evidenti gli aspetti positivi di una propaganda pubblica sulla "settima discriminante", aspetti che non può avere la propaganda che sarà svolta dall'organizzazione clandestina stessa. Anche se i temi e gli argomenti per molti aspetti saranno gli stessi o almeno simili Parimenti credo che, se grandi sono i vantaggi che ne deriverebbero al nostro campo e gravi le difficoltà in cui una simile campagna metterebbe la bi, i rischi immediati per i compagni che, trovandosi personalmente nelle condizioni che ho sopra indicato, si dedicheranno a questa campagna, sono abbastanza ridotti da valere la pena di essere corsi. Non si tratta insomma di una operazione sia pure eroica ma suicida. Si tratterebbe, a me pare, di una iniziativa che rafforzerà il nostro campo con un dispendio di forze incomparabilmente minore di quelle che 45 conquisteremo. Che è la condizione che deve avere ogni campagna sensata che noi lanciamo."

 

45 "La scomparsa del compagno Cassinera ha privato l'iniziativa della c di un compagno che si accingeva a far leva sul suo prestigio e sulla sua posizione sociale per difendere con forza e pubblicamente la tesi della CP che il nuovo partito comunista italiano deve essere un partito clandestino (la "settima discriminante"), per tutti i motivi che la CP ha illustrato in La Voce e che non sto qui a ripetere (e che naturalmente possono essere e dovranno essere sempre meglio illustrati e argomentati, sulla base dell'esperienza storica e delle vicende correnti). La settima discriminante non basta da se sola a definire il nuovo partito, certamente. Ma è un aspetto essenziale, su cui occorre una decisione chiara e scientificamente fondata sull'esperienza del passato della rivoluzione proletaria e sulla comprensione del movimento presente nelle sue contraddizioni e nelle sue leggi di sviluppo. E' inoltre un aspetto che non deve essere spiegato solo a chi fa o farà parte del partito né compreso solo dai suoi membri Perché l'azione del partito possa dispiegarsi come deve e articolarsi in maniera giusta e proficua con tutti i livelli del movimento degli operai, dei proletari e delle masse popolari, questo aspetto dei partito, il suo carattere clandestino, deve essere spiegato, compreso, accettato e utilizzato da tutta la vasta schiera di compagni e lavoratori avanzati che non faranno parte del partito ma la cui azione sarò di fatto un aspetto dell'azione del partito e dal cui apporto il partito non dovrà mai prescindere. Insomma la

settima discriminante va argomentata, propagandata, dimostrata e difesa pubblicamente. Occorre una propaganda pubblica della necessità dell'azione clandestina del partito comunista.

Non so se tu personalmente condividi la tesi espressa nella settima discriminate. A me pare evidente che i comunisti, quando si sono fidati della legalità borghese, cioè per quanto riguarda l'Italia negli anni successivi alla costituzione del vecchio PCI (1921-1926), se ne sono dovuti pentire amaramente e sono riusciti a dare continuità al lavoro solo grazie al retroterra internazionale che allora il partito aveva: l’IC e l'URSS. Nel secondo dopoguerra, il PCI non ha fatto la stessa fine solo perché da una parte era emerso dalla Resistenza con una forza tale che la bi avrebbe potuto decapitarlo solo con una guerra civile dall'esito incerto e perché la direzione del partito, in mano della destra, garanti alla bi che avrebbe tollerato che la DC (con i suoi Gladio e le altre risorse della controrivoluzione preventiva) gli impedisse di prendere il potere legalmente e che non avrebbe cercato di prenderlo illegalmente. Mi pare che tutta l'esperienza storica della rivoluzione proletaria e la natura del regimi politici attuali nei paesi imperialisti concludano alla tesi che un partito comunista non può far fronte ai suoi compiti se non è clandestina. La clandestinità è una condizione necessaria (benché non sufficiente). Do comunque per scontato che tu condivida teoricamente la nostra tesi e che ti sia chiaro che l'esistenza clandestina del partito è condizione importante e una tutela forte per lo stesso lavoro pubblico svolto dalle FSRS legali. Infatti quanto più forte è il partito clandestino, tanto meno interessante è per la bi mettere fuori legge le FSRS legali.

Alla luce di questa concezione, è evidente l'importanza del lavoro che il compagno Cassinera si accingeva a svolgere. Prima o poi tutte le FSRS che persevereranno nell'obiettivo di ricostruire il partito dovranno, io credo, arrivare a condividere questa tesi della CP. Il che vuoi dire che le FSRS legali dovranno riconoscere di essere adatte ad appoggiare il processo di ricostruzione, ma di non essere come tali adatte a costituire il partito. Le FSRS legali dovranno quindi assumere il compito di svolgere quel grande lavoro pubblico di propaganda, di mobilitazione, di organizzazione delle masse e delle loro lotte rivendicativo e politiche che è un aspetto essenziale della mobilitazione delle forze rivoluzionarie, senza costituirne la direzione di ultima istanza che sarà del partito. La clandestinità di questi costituirà quel retroterra del lavoro pubblico che in altre circostanze fu costituito dall'Internazionale Comunista e dall'URSS stessa. Insomma in quanto tali le FSRS legali faranno parte dei Fronte ma non del partito. Si tratta comunque di un passaggio nuovo e certamente delicato che andrà studiato e calibrato man mano che l'esperienza porrà in luce le condizioni in cui è condotto e i

problemi che pone. Quindi è impossibile oggi definire nei dettagli ruoli, rapporti e condizioni. Basta stabilire l'indirizzo generale e tale è la settima discriminante.

Noi abbiamo promosso una campagna elettorale. Essa è utile e necessaria per raccogliere i lavoratoti avanzati già disponibili a legarsi al lavoro di ricostruzione del partito e per creare tra le masse popolari un terreno più favorevole al lavoro di ricostruzione. Con questa campagna abbiamo anche tolto un po' di credibilità ai fautori della confusione, cioè a quanti cercano di confondere noi promotori della costituzione dei pc con i promotori di una politica fatta principalmente (se non solamente) di attentati. Ma proprio perché abbiamo promosso una campagna elettorale, che speriamo sia condotta con forza e su vasta scala e che, se condotta bene, raggiungerà gli obiettivi che ad essa sono assegnati, dovremo subito dopo promuovere una vigorosa campagna di propaganda a favore della necessità che il nuovo partito comunista sia clandestino. Una simile campagna non può essere condotta vigorosamente e su grande scala dalle FSRS legali, neanche da quelle i cui membri condividessero in larga misura la tesi In questa futura campagna le FSRS legali possono avere solo un ruolo secondario, per così dire passivo, a cui adempiranno riconoscendo pubblicamente e spiegando pubblicamente che alla luce dell'esperienza storica e delle caratteristiche degli attuali regimi politici della bi (la seduta del

17 gennaio 2001 della Commissione Parlamentare Stragi ha ben sintetizzato la situazione) la classe operaia non può avere una direzione efficace della propria lotta per instaurare il socialismo che basi la propria esistenza e il proprio lavoro sulla legalità borghese. Quindi in questo senso dichiarandosi inadatte a costituire esse stesse il nuovo partito. Una campagna di propaganda come sopra indicavo (la settima discriminante, le sue ragioni, l'iniziativa della CP) deve essere condotta presso le FSRS e presso i lavoratori avanzati (e quindi presso l'opinione pubblica) in primo luogo dalla stessa organizzazione clandestina con le forze (poche) di cui oggi dispone, ma in secondo luogo essa può essere condotta pubblicamente da singoli compagni che approfittano della difficoltà che la bi ha oggi, nel nostro paese, a reprimere pubblicamente e apertamente un lavoro fatto solo di scritti e di discorsi e condotto da compagni che per la loro età e le loro condizioni non sono facilmente imputabili di partecipare sul piano organizzativo a un lavoro clandestino e che per il loro passato di militanti riconosciuti del movimento comunista godono di prestigio sociale. Tale era la condizione in cui si trovava il compagno Cassinera e che lui aveva ben chiaro. io credo che in condizione analoga siano un gran numero di militanti del vecchio PCI che hanno partecipato alla Resistenza e alla successiva lotta di classe negli anni '40 e '50 e che oggi sono pensionati."

 

46 "Io credo che i compagni che hanno un'esperienza di militanza nel vecchio PCI (nella Resistenza o nelle lotte degli anni '40 e '50) e che in forza di questa militanza hanno un prestigio sociale tale per cui sarebbe controproducente per la borghesia imperialista attaccarli pubblicamente, potrebbero con successo assumere un ruolo analogo a quello che il compagno cassinera intendeva assumere. Credo che per molti compagni potrebbe essere una felice continuazione della battaglia in cui si erano impegnati in gioventù e che il revisionismo moderno ha loro impedito di continuare. Questi compagni non solo non sono "esubero" e un "peso insostenibile per la pubbliche finanze ", come la bi presenta i pensionati, ma sono depositari di una tradizione e di un'esperienza che le masse popolari del nostro paese e soprattutto i giovani hanno bisogno venga loro trasmessa.

Vorrei che tu riflettessi su questa lunga lettera, che ne parlassi a compagni che a tuo giudizio sono nelle condizioni pratiche e ideologiche adatte per prendere in considerazione la proposta che qui ti avanzo in via del tutto preliminare, per una campagna che oggi è in una fase preparatoria."

 

47 "AsLO - Su RS 28 vi è una interessante polemica con compagno di AsLO. AsLO è abbastanza presente in fabbriche anche se su posizioni economiciste e bordighiste (non dichiarate).Ad un certo punto i circoli dovrebbero proporre un incontro con loro sulla rpc, rivolgendosi ad NC2, NC94, NC89. I fondatori dell'AsLO (NC94, NC2, NC89, ecc.) vengono dal PC(m-l)I, ma a metà anni '70 hanno subito un'influenza bordighista tramite NC40 e NC54 (la si vede bene se si confronta la loro impostazione attuale con quanto indicato su VO n. 8 circa il bordighismo). Si sono costituiti come Operai contro a metà degli anni 70 sempre sulla linea "operai e solo operai".

Fanno una rivista telematica Operai Contro.

Nel 2001 hanno raccolto l'adesione del CoCoPre di Roma e dei gruppo della Valdarno che aveva contatto con MPA e CARC.

AsLO avrebbe nel '99 pubblicato una piattaforma (di risposta a PMP): reperirla studiarla. E’ stato un errore da parte nostra non raccoglierla nel '99 e farla rientrare nel dibattito sul PMP."

 

48 "Valdarno - Alla Pirelli gli operai, per ovviare alle inchieste che i CC e direzione stavano compiendo su di loro, hanno costituito un Gruppo Operaio che ha fatto mobilitazione su questioni rivendicative agendo in modo clandestino. E' un segno importante perché conferma la necessità di quello che diciamo noi. Far notare a che non ha rilevato l'importanza di questo evento."

 

49 LM (Via) -Non fare sempre il lavoro solo su NC85 [n.d.r. NC85]. Andare alle iniziative e cercare di conoscere qualche altro (incursioni) e raccogliere nomi e informazioni. Aspetto politico. Il loro lavoro sui lavoratori è interessante (vedi inchiesta). Il difetto sta nel fatto che il lavoratore arretratosi mobilita e lotta solo attorno al lavoratore avanzato. Non serve a nulla che ci si ponga noi direttamente a fare i lavoratori avanzati di una situazione in cui non siamo interni. Il lavoratore avanzato può svolgere il ruolo di tradurre in cose concrete e individuabili immediatamente dai lavoratori arretrati la lotta contro il padrone o contro il governo. I lavoratori avanzati si possono aggregare solo sulla rpc, perché il lavoro sindacale già lo fanno e anche meglio dei vari coordinamenti lottando per la rpc imparano di più, fanno passi avanti: se anche la lotta va male chi lavora per il partito sa cosa trarne. Per unire i lavoratori avanzati sulla rpc occorre che le FSRS che intervengono sulle lotte lavorino per la rpc, che abbiano un piano e una attività per la rpc e che su questa mobilitino i lavoratori avanzati.

Le prese di posizione di LM sono un tentennamento continuo tra la posizione per il partito e l'economicismo.

Sulle loro 3 condizioni (vedi critiche di Umberto a "Controvento").

Di fatto continuano a non porre la rpc come loro lavoro principale, non attuano quello che dicono: non traducono il proposito dichiarato in un lavoro concreto, in un piano: le condizioni per la rpc.

Vedi quanto dice Nuova Unità a proposito del loro "Seminare per raccogliere 'Ç indicato quasi come il progetto di programma o comunque i/punto di partenza per la discussione del programma.

In data 8 aprile 01 LM ha tenuto una riunione (per l'unificazione, fronte per la rpc) a Roma con NU e altri (chi?), prosecuzione delle riunioni tenute a TO (novembre 00) e a FI (marzo 01, relazione D.). Aginform (copromotore con NU delle riunioni di TO e FI) ha duramente criticato (su/foglio) la riunione di Roma perché "forza i tempi" ne porre in termini organizzati vi la questione della rpc."

 

50 "Scintilla (RM) - Non tengono conto di quello che esiste, pongono un problema pratico (fare un giornale) e dicono che ci vuole la teoria ecc. ecc. Il giornale che vogliono è come RE. Chiedere a loro in che senso RE è diverso da quello che pensano loro. 120 punti che SCI aveva posto come irrinunciabili e discriminanti per l'unità, sono diventati 19 nel protocollo di intesa (Dichiarazione di febbraio) con il Circolo Lenin. Sono così generici che possono accettarli tutti.

Vedi note di Umberto. Mandare i romani in avanscoperta per sapere chi sono gli esponenti di SCI (vedere se per caso non c'entra NC32, ex Pietro Secchia o addirittura NC97 scappato dopo l'Operazione 19 Ottobre) e far loro fare un rapporto che poi si deve centralizzare alla CP.

SCI sta sviluppando collaborazione con Circolo Lenin di CT e con <redazione di 'Politica Comunista"> che non conosciamo."

 

51 "Compagni usciti da Lotta Comunista (vedi la loro "professione di fede". Conoscere chi sono, seguire la linea di lavoro indicata per Scintilla."

 

52 Vedi quanto riportato a proposito di CASSINERA all'interno del reperto n. B/17/8.

 

53 "Carissimo, ho saputo che le incombenze che ti sono state lasciate si sono rivelate più pesanti di quanto ci aspettavamo. Mi dispiace di questo e sono rammaricato anche perché in parte la responsabilità è mia. Ti spiegherò.

I passi avanti, come sempre, sono anche una lacerazione, alcuni lo sono a tutti gli effetti. Le lacerazioni sono dolorose e complesse da affrontare, ma prima o poi il dolore passa e ciò che è difficile diventa semplice. A noi spetta il compito di trasformare le cose nella direzione giusta, nella direzione che favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo: la ricostruzione del partito comunista.

Per svolgere al meglio questo compito dobbiamo essere convinti che esso è necessario e che ciò che stiamo facendo è quanto di più importante si possa fare stanti le nostre capacità e limiti. In tutto ciò la volontà ha un grande peso, Ci rendiamo conto che il peso che tocca a te sopportare è significativo.., ma le tue spalle sono buone e larghe!Al nostro amico è stato chiesto di cambiare vita radicalmente. Lui ha accettato consapevole, in una certa misura, che non sarebbe stato facile. E non ha ancora affrontato tutte le difficoltà, ci vorrà ancora un po' di tempo per capire il vero peso della scelta. Anche per lui contiamo che riesca a superare tutti gli ostacoli.

A te chiediamo di sostenere al meglio delle tue possibilità questo passo. E' molto importante che tu sia disposto ad affrontare questo compito, in definitiva molto dipende da te.

Il compito principale e specifico che dobbiamo svolgere oggi è rafforzare la clandestinità. Tutto passa di qui: è il collo di bottiglia del nostro futuro e del futuro del partito. Quindi la richiesta che l'organizzazione fa a te è una richiesta importante quanto quella fatta al nostro compagno.

Spesso ho pensato che tu avresti voluto essere al suo posto. Anch'io lo desidero da tempo, nonostante gli affetti che mi toccherebbe lasciare. Eppure noi, per ora, dobbiamo svolgere compiti e raggiungere obiettivi senza i quali il lavoro clandestino non potrebbe svilupparsi.

Dobbiamo mettere tutto il nostro spirito rivoluzionario nel nostro lavoro, in ogni momento, per ogni compito che ci viene richiesto. Non possiamo essere noi stessi a prendere le decisioni per l'organizzazione, non possiamo fare come ha fatto AM [riferimento ad NC62], che si è messo a fare i cazzi suoi pretendendo poi di giustificarli politicamente. L'organizzazione è più forte, più completa, più in grado di vedere strategicamente di ognuno di noi preso singolarmente. Quindi ci vuole spirito di corpo e abnegazione, fiducia nella causa e nei compagni ... e anche fiducia nelle proprie singole forze, che come vedi sono molto importanti. Coraggio dunque, stiamo facendo la storia!"

 

54 Nel corso delle perquisizioni locali del 23 giugno e del successivo 18 luglio 2003, è stata complessivamente sequestrata la seguente documentazione originata dai comitati locali e dagli organismi dirigenti dei CARC, costituita da circolari, relazioni, bilanci, comunicati, volantini ed altro:

 - NC2: reperti nnrr.: 1/i - j - k; i/l; 1/n; 1/o; l/p; 1/q; 1/v; 2/a; 2/b; 2/c; 2/d; 2/f; 2/g; 2/i; 2/k; 2/l; 2/s; 2/t; 2/v; 2/w; 2/z; 2/aa; 2/ee; 2/ff; 2/jj; 2/kk; 2/nn; 2/oo; 2/qq; 2/ss; 2/tt; 2/uu; 2/vv; 2/ww; 5; 6; 9; 14; 15/a; 15/b; 15/c; l5/d; 15/e; 15/f; 15/g; 15/h; 15/j; 15/k; 15/l; 15/m; 15/n; 15/o; 16; 17; 18; 19; 20.

 - AMORE Massimo: reperti nnrr.: 3/8; 3/16; 3/17-18-19-20-21-22; 57/1; 57/5; 58/12; 58/13; 58/15-16-17-18-19-20; 58/25; 60/1; 60/3; 60/11; 60/15; 60/16; 60/17; 60/18; 60 bis; 61/4; 61/9; 61/10; 61/13; 61/14; 62/2; 65/3; 65/5; 65/6; 65/8; 65/16; 65/20.

 - BABINI Paolo: reperti nnrr.: H; I; J; K/4; L; M; o; P; Q.

 - NC11 : reperti nnrr.: 14; 15; 23/a; 28; 32; 6; 14; 17; 22; 28; 32; 34; AS; A6/1; A6/2; A7; A9; A10; A11/1; A1l/14-15-16; A15; A16/1; A16/3; A16/4; A17; A20/3; A20/8; A20/9-10-1l-12-13-14; A23; A36; B4.

 - CANCELLO Giovanni Battista: reperto nr.: 8

 - NC26 : reperti nnrr.: 6/A; 6/B; 8; 16; 18; 19.

 - CZEPPEL Giuseppe: reperti nnrr.: 4/3; 6/2; 6/3; 6/13; 6/20; 6/22; 6/27; 6/28; 6/32; 6/33; 6/39; 6/48; 15; 17/2; 17/3; 19/1; 19/2; 19/3; 19/4; 19/20;

 - NC33: reperti nnrr.: D/8/17; D/8/20; D/8/22.

 - NC49: reperti nnrr.: G/14; G/17; G/20/3; G/20/4; G/20/5; G/20/6; G/20/7; I/2.

 - NC50 : reperti nnrr.: 2; 3; 8; 10; 11; 13; 15; 16; 20.

 - LEVONI Enrico: reperti nnrr.: 4; 5; 6; 9; 10; 12; 13/1; 13/2; 13/3/2; 13/3/3; 13/3/4; 13/3/5; 13/3/6; 13/3/7; 13/3/8; 13/3/9; 13/3/10; 13/3/11; 13/3/12; 13/3/13; 13/3/14, 13/3/16; 13/3/17; 13/3/18; 13/3/19; 13/3/20; 13/3/21; 13/3/22; 13/3/23; 13/3/24; 13/3/25; 13/3/26; 13/3/27; 13/3/28; 13/3/29; 13/3/30; 13/3/31; 13/3/32; 13/3/33; 13/3/34; 13/3/35; 13/3/37; 13/3/39; 13/3/40; 13/3/41; 13/3/42; 13/3/43; 13/3/44; 13/3/49; 13/3/52; 13/3/53; 13/3/54; 13/3/55; 13/3/57; 13/3/58; 13/3/59; 13/3/64; 13/3/65; 13/3/66; 13/3/67; 13/3/70; 13/4; 14/1; 14/5; 14/13.

 - MAJ Manuela Malgosia: reperti nnrr.: 3 (M); 10 (B5); 19 (C4); 20 (CS); 22 (C7); 23 (C8); 26 (Cil); 29 (C14); 33 (C18).

 - NC62 : reperti nnrr.: 1/B; 1/C; 1/1); 1/1; 1/N.

 - NC70 : reperti nnrr.: 4/1; 4/2; 4/7; 4/8; 4/9; 4/10; 4/11; 7.

 - VANGELI Pietro 20; 24; 27; 28; 29; 32; 34; 35; 36; 46; 48; 49; 50.

 

55 Copia dell'opuscolo "Cristoforo Colombo, ossia di come convinti di navigare verso le Indie approdammo in America (bilancio dell'impresa in vista del V centenario della scoperta dell'America)" a firma "Pippo Assan", pseudonimo di Giuseppe MM, Edizioni Nuove - Firenze, 1988, veniva sequestrato il 18 luglio 2003, nel corso della perquisizione locale eseguita nei confronti di NC11, nell'abitazione di Mergozzo (VB), via Leonardo da Vinci nr. 3/A. Il reperto presentava il timbro de "Il Bollettino del Coordinamento dei Comitati contro la Repressione - data 29.3.1990 prof. i 866", nonché alcune correzioni nella parte iniziale ed evidenziazioni in giallo (NC11 -. reperto A3).

 

56 Quest'ultima affermazione appare di estrema importanza se correlata a quanto emerso dall'analisi del documento del militante della RAP rinvenuto il 21.03.1987 in una base di "Action Directe" scoperta a Vitry-aux-Loges (Francia). Come si ricorderà, tra gli elementi sottolineati dal militante tedesco della RAF nella relazione relativa ai ripetuti incontri avuti in Milano con soggetti italiani, emergeva proprio l'esistenza all'epoca di due tendenze rivolte verso impostazioni strategiche ritenute tra loro incompatibili: una a favore della RAP ed una rivolta alla strutturazione spagnola (pagg. 43 e 44 del documento di Vitry-aux-Loges (Francia): "Loro stessi affermano che attualmente non dispongono di alcuna decisione concreta e che per loro tante questioni essenziali, come andare avanti, sono ancora irrisolte e che quindi le proprie riflessioni si allineano da un lato ai processi decisionali delle BR per cui, tuttavia, attualmente si tratta di un battersi o da un lato o dall'altro, e dall'altro si allineano ai processi in Europa occidentale. Per loro, noi e la Spagna dovremmo effettivamente rappresentare i due concetti strategici incompatibili e quindi anche le due tendenze vengono definite pro-spagnole e pro-RAF."

 

57 Al documento è allegata la seguente annotazione di presentazione: "Utilizzate questo scritto come materiale di studio per l'incontro che faremo appena saremo pronti. Utilizzatelo non al solo scopo di criticarlo o condividerlo ma come spunto per le vostre riflessioni e come base di partenza per il dibattito che ne seguirà all'interno del nostro comitato. Raccoglieremo tutti i ragionamenti che sapremo fare insieme e ne faremo una sintesi: spero che da ciò possa venirne un buon salto qualitativo per ognuno di noi e per la nostra organizzazione."

 

58 NC9, nata a San Pietro in Casale (BO) il 05.12.1947, residente in Bologna, nota agli atti per la sua pregressa militanza nell'ambito del "Comitato Carceri" di Bologna e poi di "Soccorso Rosso" e quale elemento di primo piano del "Coordinamento dei Comitati Contro la Repressione", che ha come organo di stampa il citato periodico "IL Bollettino". Nel 1978 venne arrestata e poi scarcerata per "associazione sovversiva". La NC9 è coniugata con NC68, nato a Castellaneta (TA) il 15.12.1938, condannato all'ergastolo per reati di terrorismo (B.R.). Si ha notizia di rapporti tra la NC9 e la NC23 sin dal 1978.

 

59 Copia dei verbali di trascrizione è stata trasmessa con foglio nr. 362/105-1 del 30 ottobre 2002. In particolare, nel corso del colloquio, avvenuto il 15.10.1999, tra NC9 e NC23, quest'ultima, riferendosi alla CP affermava:

 M: ho capito perché fanno le doppie co. . i famosi doppi livelli quindi

S. no, ma eh, si capito? Non era... anche come aggregazioni, cioè, eravamo le stesse persone, fra l'altro con una storia... capito? E quindi...

 

60 CZEPPEL Giuseppe risulta irreperibile dal gennaio 2002, come confermato dal testo di una lettera di auguri del 10 dicembre 2002, spedita a NC11, in cui il militante clandestino esordiva caro Dino siamo a quasi un anno dal momento in cui ci siamo divisi

(NC11 reperto nr. 5 - allegato nr. 25).

 

61 successo nostro come gruppo dirigente è certamente ancora molto limitato, praticamente nullo (cioè non abbiamo ancora acquisito una funzione dirigente nel nostro campo).' sia perché la ricomposizione del nostro campo secondo un ordine e una gerarchia di battaglia è per sua natura lenta [...] perché noi siamo, anche tenendo conto che siamo pochi, scarsamente capaci sul piano organizzativo (della divisione del lavoro, della definizione degli organismi in cui suddividere le nostre poche forze, della scelta e della formazione degli uomini) e in questo pesano anche, oltre alla mancanza di esperienza, le "complicazioni" psicologiche di cui sopra. Svolgiamo un'attività ancora decisamente inferiore alle potenzialità connesse alla nostra linea ed alla nostra concezione.".

 

62 "... mi riferisco ai due modenesi che sono tra i più insofferenti dell'attuale ristagno (e ciò è il loro lato positivo), ma anziché migliorare ognuno la propria opera si scagliano sugli altri: in forma aperta verso quelli di grado inferiore e in forma allusiva verso i "vecchi" (baffo [n.d.r. NC90 ], te, ecc."

 

63 Nella lettera, l'autore alterna argomenti personali ad insegnamenti ed esortazioni di natura politica, tutti convergenti verso la costituzione del partito comunista che, individualmente, non può non concretizzarsi con la disponibilità ad una propria "trasformazione" per diventare componente di una "truppa mobile e professionale della rivoluzione socialista": "Il che comporta non di "non fare errori", ma di "non nascondere gli errori che facciamo", non nascondere le esperienze che compiamo, ma al contrario comunicarle ai nostri. Noi tutti stiamo vivendo la trasformazione da gruppo di persone di buona volontà in pc. [...] Bisogna fase per fase e circostanza per circostanza trovare le giuste linee di demarcazione in modo da mettere nell'organizzazione più avanzata solo i compagni che hanno un livello di mobilitazione non inferiore a una certa misura, mettere quelli che hanno un livello di mobilitazione inferiore, diretta dalla prima e così via. Ogni organismo deve avere una certa omogeneità: solo così può funzionare realmente secondo il principio del centralismo democratico".

 

64 In merito alla mobilitazione ed alla formazione dei militanti, l'autore si sofferma sulla necessità di rendere sistematico l'uso di quattro differenti tipi di riunione: Assemblea, Conferenza, Seminario e Scuola Quadri.

Tali incontri differiscono per obiettivo, per la scelta dei partecipanti e per il ruolo di chi dirige.

Riguardo all'obiettivo, l'estensore classifica l'Assemblea e la Conferenza come iniziative di propaganda (quindi di competenza del settore propaganda); Seminario e Scuola Quadri come iniziative di formazione (quindi di competenza del settore organizzazione).

In merito al secondo punto, di norma i partecipanti non sono conosciuti da chi organizza un'Assemblea o una Conferenza; invece per il Seminario e per la Scuola Quadri chi organizza conosce a priori numero e tipo dei partecipanti, peraltro funzionali ad ottenere il risultato migliore.

Infine, riguardo al ruolo di chi dirige , tiene o presiede, l'autore ritiene che sia in minore nell'Assemblea e nel Seminario rispetto alla Conferenza ed alla Scuola Quadri: " Nella vita dei CARC, bisogna introdurre una chiara distinzione tra i vari tipi di riunioni. In modo che chi propone o è incaricato di organizzare un'assemblea sappia di cosa si tratta, chi propone o è incaricato di organizzare o invitato ad una SQ sappia di cosa si tratta e così via."

In merito alla compartimentazione dell'organizzazione, l'autore riprende il concetto di "vigilanza rivoluzionaria" da attuare attraverso due strumenti: lo stile di lavoro e la vigilanza rivoluzionaria. Per stile di lavoro, l'autore intende l'assegnazione, ad ogni persona inserita nell'organizzazione, di compiti che contribuiscano allo sviluppo del lavoro di organizzazione ed alla verifica dei suoi reali intendimenti: "Eseguendoli egli contribuisce allo sviluppo del nostro lavoro, anche se le sue intenzioni sono malvagie".

Riguardo alla "vigilanza rivoluzionaria", l'autore stabilisce un rigido controllo gerarchico, ed una contestuale "apertura" di ogni militante, circa il proprio reddito, situazione familiare, tenore di vita, compagnie, impiego del tempo libero, a favore del dirigente immediatamente superiore: "Con una misura di questo genere introdotta sistematicamente, credo si creerà uno sbarramento notevole (non assoluto, ovviamente, ma notevole) a ogni infiltrazione, corruzione e ricatto e promuoveremo la formazione nelle nostre fila di un clima di fiducia reciproca e di sicurezza."

Al termine, l'autore consigliava l'interlocutrice di redigere un bilancio scritto del lavoro di direzione svolto fino a quel momento come responsabile di rubrica della redazione di Resistenza.

Infine, all'elaborato è allegata un'appendice dal titolo "Formare dirigenti del nuovo movimento comunista" redatto per il nr. 1 del 2003 di Resistenza.

 

65 Il 2.11.1999, alcuni giorni dopo l'esecuzione delle perquisizioni nei confronti degli appartenenti ai CARC, veniva pubblicato a pagina 17 del quotidiano "Corriere della Sera", un articolo stampa dal titolo "Ci sono compagni in clandestinità". L'articolo riporta in maniera sintetica i contenuti di un'intervista con NC62 : "Dice che lui e i suoi lavorano solo "per la costituzione del Partito comunista" e che questo dà fastidio. Ammette che i dirigenti del gruppo, quelli "che guidano la lotta" sono entrati in clandestinità e neppure lui sa dove siano. Sostiene che in effetti "il potere si conquista con la forza ": purché però si tratti di "un'azione di massa" [...] NC62 accetta di parlare non soltanto dei CARC, ma anche e soprattutto dei "compagni che sono usciti dalla nostra esperienza per svilupparne un'altra, in clandestinità ". Personaggi come l'editore milanese Giuseppe Maj, irreperibile da quasi un anno e attualmente indagato, così come NC62, nell'inchiesta dei pm di Roma. "Maj ha annunciato con una lettera - racconta NC62 - il suo distacco dall'esperienza dei carc. I compagni che sono usciti hanno dato vita ad una "commissione preparatoria" in vista della creazione del Partito comunista. Non sappiamo dove sono, non abbiamo contatti con loro, se non attraverso la loro pubblicazione."

 

66 La produzione editoriale determinava una nuova iniziativa dei CARC: l'AREPPS (Associazione per la Raccolta dell'esperienza dei Primi Paesi Socialisti), una sorta di federazione di organismi per la raccolta di materiale, pubblicistica, video, documenti, memorie sui primi paesi socialisti. Nel corso delle perquisizioni è stata sequestrata la seguente documentazione riconducibile al lavoro di Giuseppe MAJ dal titolo ' 'I primi paesi socialisti":

- NC2: reperti nnrr. 1/b - c d - e – f -g - h.

- NC26 : reperto nr. 17.

- LEVONI Enrico: reperti nnrr. 13/3/38; 13/3/41.

- MAJ Manuela Malgosia: reperti nnrr. 9 (B4); 10 (B5); 11 (B6); 26 (C11).

- NC62 : reperto nr. 5.

- NC70 : reperto nr. 5/2.

- VANGELI Pietro: reperto nr. 35.