Ritorna all'indice degli Avvisi ai naviganti
(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

   Comitato Centrale
                        Sito: www.nuovopci.it
                        e.mail: nuovopci@riseup.net

    Delegazione
    BP3  4, rue Lénine   93451 L'Île St Denis (Francia)
                        e.mail: delegazione.npci@riseup.net

    Facebook: Nuovo - Partito comunista italiano

Leggi La Voce 75 del (nuovo)PCI


Avviso ai naviganti 138 - 4 aprile 2024

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

Avanti nella rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato

Buon lavoro ai promotori e ai partecipanti dell’assemblea nazionale di Resistenza Popolare!


Resistenza Popolare si è costituita a seguito della “scissione di maggioranza” dichiarata da 40 delegati di compagni di 8 federazioni regionali (Lombardia, Piemonte, Toscana, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) e che ha portato alla fuoriuscita dal PC diretto da Alberto Lombardo di tre quarti dei militanti. Cause immediate della fuoriuscita dei compagni oggi aderenti a Resistenza Popolare sono state l’aggravamento della deriva elettoralista già seguita da anni da Marco Rizzo e la messa in liquidazione di fatto (attraverso la costituzione del partito elettorale Democrazia Sovrana e Popolare) dell’obiettivo di costruire il partito comunista di cui Rizzo si è dichiarato promotore fin dal 2009.

Nel breve manifesto di fondazione pubblicato il 26 febbraio i promotori di RP

1. dichiarano che RP nasce con l’obiettivo di costruire un partito all’altezza del compito di instaurare il socialismo e capace di superare “i limiti del ‘900”;

2. pur usando l’infelice espressione di “programma minimo”, corrente tra i trotzkisti e più in generale tra quanti ritengono sbagliato porsi l’obiettivo di instaurare il socialismo, indicano un programma di misure da Governo di Blocco Popolare, cioè attuabili nell’ambito dell’azione di un governo del paese emanazione e al servizio delle masse popolari organizzate: un buon presupposto per lo sviluppo da parte di RP di un intervento teso a dare uno sbocco politico alla resistenza spontanea della classe operaia e delle masse popolari;

3. si propongono di agire in modo da alimentare la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) e rapporti di unità d’azione tra i suoi vari organismi, a superamento degli steccati settari e in concorrenza che inquinano i rapporti nel MCCO: un terzo aspetto positivo dell’attività che RP si propone di svolgere e lo sarà tanto più quanto più RP assocerà alla promozione dell’unità d’azione anche la promozione di dibattito franco e aperto e relazioni di solidarietà tra organismi del MCCO.


Il (n)PCI augura ai promotori e ai militanti di RP di svolgere un lavoro fruttuoso per la causa della rivoluzione socialista, obiettivo comune al MCCO del nostro paese. Il buon esito del loro lavoro, più che dagli auguri e gli auspici, dipende dalla misura in cui i promotori di RP sapranno distinguersi sul piano ideologico e politico dalla loro “casa madre”, cioè dagli errori di fondo insiti nella concezione del mondo, linea e modello organizzativo del PC di Rizzo, oggi platealmente smascherati dalla deriva liquidatoria che Rizzo promuove nella speranza di ritornare nelle assemblee elettive. Infatti, più importante della separazione organizzativa da Rizzo è separarsene ideologicamente e politicamente: superare i “limiti del ‘900”, cioè cimentarsi in un serio e approfondito bilancio dell’esperienza del MCCO italiano e degli altri paesi imperialisti. In questi paesi la partecipazione alle elezioni e alle assemblee elettive e le rivendicazioni sindacali e politiche di migliori condizioni di vita e di lavoro hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo del movimento comunista di massa. Ma da quando sono maturate le condizioni della rivoluzione proletaria (di cui il movimento politico della classe operaia era l’aspetto soggettivo e il passaggio della società borghese nell’epoca imperialista quello oggettivo) la riduzione dell’attività dei comunisti a queste due attività ha dato luogo a due deviazioni (elettoralismo ed economicismo) ed è diventata l’ostacolo che ha impedito ai partiti comunisti di adempiere al loro compito storico. Superare i “limiti del ‘900” significa, per i comunisti dei paesi imperialisti, fare i conti con queste due deviazioni. Per questo nelle due Appendici riportiamo una ricostruzione della storia della “filiera” che dal vecchio PCI ha portato al PRC e poi alle varie organizzazioni nate per scissione (tra cui il PC e il FGC) e una sintetica ricostruzione della storia del PC. Queste ricostruzioni, pur sintetiche, confermano

- che non fare i conti con le due deviazioni storiche del movimento comunista dei paesi imperialisti conduce a rigirarsi nel pantano dell’elettoralismo, come ben illustra Marco Morra nell’articolo La sinistra nel pantano dell’elettoralismo pubblicato da L’AntiDiplomatico il 26 marzo 2024, a oscillare tra elettoralismo e astensionismo di principio, a passare dalla padella dell’elettoralismo alla brace dell’economicismo,

- che per superare “i limiti del ‘900” non basta voler “ristabilire i principi del marxismo-leninismo”, ma serve rispondere a quattro quesiti decisivi.

1. Siamo nel pieno della seconda crisi generale del capitalismo causata da sovrapproduzione assoluta di capitale, una crisi che, come la precedente verificatasi nella prima metà del secolo XX, può avere soluzione solo nell’ambito di un rivolgimento politico e dunque con una nuova ondata di rivoluzioni proletarie (o la guerra provoca la rivoluzione o la rivoluzione precede la guerra come già indicarono Engels e Lenin), oppure questo è un sogno da “pazzi o poliziotti” (per usare un’espressione cara a Rizzo)? L’epoca imperialista è l’epoca delle rivoluzioni proletarie o ancora non esistono le condizioni oggettive per instaurare il socialismo come proclamano individui arresi e rassegnati?

2. siamo in un regime di “moderno fascismo” oppure di scontro più aperto tra mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria perché l’avanzare della crisi generale del capitalismo intacca (come ben illustrato nell’articolo Il governo Meloni e la mobilitazione reazionaria di La Voce 75) il regime di controrivoluzione preventiva che la borghesia ha instaurato nei paesi imperialisti, già all’inizio del secolo scorso negli USA e in Gran Bretagna e nel secondo dopoguerra in quelli dell’Europa?

3. La rivoluzione socialista è un’insurrezione che esplode improvvisa e il compito dei comunisti consiste nel preparare le masse all’ora x con l’intervento nelle assemblee elettive e/o con lo sviluppo delle lotte rivendicative o con azioni armate, oppure la rivoluzione socialista ha vinto là dove ci sono partiti comunisti che l’hanno costruita ponendosi alla testa della mobilitazione in senso rivoluzionario delle masse popolari, perseguendo il loro obiettivo strategico con una successione di operazioni tattiche, promuovendo e dirigendo quella che Mao (apportando uno dei suoi contributi di valore universale alla scienza dei comunisti) ha chiamato guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata?

4. Cosa insegna la prima ondata della rivoluzioni proletaria (1917-1976), comprese la biografie di Antonio Gramsci, Ernst Thälmann, Nikos Zachariadis e dello stesso Álvaro Cunhal (capi di partiti che hanno operato in paesi imperialisti, ciascuno incarcerato a causa dei limiti legalitari del partito che dirigeva), a proposito delle caratteristiche del partito comunista? È questo l’apparecchio da campagna elettorale e il promotore di lotte rivendicative conforme al ruolo che nei paesi imperialisti i revisionisti moderni gli hanno dato e “il partito dalle pareti di vetro”, secondo l’accezione di Álvaro Cunhal, che promuove al suo interno una vita comunitaria che sia anticipazione dei rapporti sociali del comunismo, oppure in ogni circostanza in cui i comunisti sono riusciti ad infliggere dure sconfitte al nemico di classe è stato il corpo scelto degli uomini e delle donne disposti ad assimilare e applicare la concezione comunista del mondo e a far parte dello Stato Maggiore che mobilita, organizza e dirige la classe operaia e il resto delle masse popolari a costruire la rivoluzione socialista, quindi un’organizzazione che per i propri obiettivi rivoluzionari e stante la natura del regime politico della borghesia in epoca imperialista non può che essere strategicamente clandestina?

I membri di RP affronteranno queste quattro questioni con tanto maggior profitto e con tanto minor rischio di superficialità quanto più si svilupperanno (nel gruppo promotore e nel corpo militante) il dibattito e la connessa lotta tra linee nel bilancio della loro esperienza nel PC di Rizzo. Il manifesto di fondazione di RP mostra che questo dibattito esiste già nei fatti, ma per ora sembra prevalere una linea arretrata: la linea della fuoriuscita dal PC di Rizzo per proseguire, fuori dal PC di Rizzo, secondo i dettami ideologici, politici e organizzativi sanciti con il IV Congresso Nazionale del PC del 25 e 26 marzo 2023. La linea di ricostruire il PC di Rizzo senza Marco Rizzo (come se il problema fosse l’emergere di tratti individuali particolarmente deteriori di Marco Rizzo spuntati come una macchia in un vestito immacolato) non permette di superare “i limiti del ‘900”: impedisce di vedere gli errori di concezione del mondo e di linea politica che hanno portato alle recenti macchie di cui Rizzo si è insozzato, tra le quali la collaborazione con scimmiottatori del fascismo come Gianni Alemanno è solo la più repellente e porta a ribadire principi e linee che hanno generato la deriva di Rizzo.

È con l’auspicio di una netta rottura con gli errori del passato e la spinta alla lotta senza tregua per attuare gli obiettivi che dichiara nel suo documento di fondazione che il (n)PCI saluta la fondazione di Resistenza Popolare.

***

Appendice 1. PARTITI E ORGANISMI CHE SI SONO FORMATI PER SCISSIONE DAL PRC

- 1991: nel febbraio 1991 si tiene il XX Congresso del PCI che sancisce lo scioglimento del PCI e la nascita del Partito Democratico di Sinistra (PDS); dal congresso emerge una corrente di sinistra, contraria allo scioglimento del PCI (i suoi principali esponenti furono Cossutta, Garavini, Libertini e altri) che dà vita al Movimento per la Rifondazione Comunista (MRC), nel quale nei mesi successivi confluiscono Democrazia Proletaria di Russo Spena, l’area Castellina-Magri del giornale il manifesto (gli ex PDUP Castellina e Magri) e altri piccoli gruppi.

- 1992: il 19 gennaio i delegati del MRC si riuniscono in congresso e fondano il PRC (segretario Garavini e Cossutta presidente del partito).

- 1993: Garavini propone l’unità di azione con il PDS che viene bocciata dalla Direzione Nazionale. Garavini è costretto alle dimissioni e viene convocato un nuovo congresso. Fausto Bertinotti, già capo della corrente Essere Sindacato della CGIL, lascia il PDS e aderisce al PRC, di cui diventa segretario.

- 1994: prima scissione da sinistra nel PRC: l’avvento della direzione di Bertinotti che proviene dal PDS provoca la scissione del gruppo Iniziativa Comunista diretto da Norberto Natali.

- 1994: Bertinotti guida il PRC ad aderire all’Alleanza dei Progressisti (diretta dal PDS) che si presenterà alle elezioni politiche di marzo, ottenendo il 6% dei voti.(1)


1. In entrambe le Appendici si tratta sempre di percentuali non degli aventi diritto al voto, ma di percentuali dei voti validi: scompare quindi che l’astensione dal voto, che cresce nel periodo, riduce il numero a cui si riferiscono le percentuali.


- 1995: avviene una seconda scissione, questa volta da destra: 14 parlamentari del PRC votano la finanziaria del governo Dini non rispettando la decisione contraria del Partito; 19 parlamentari (tra i quali Garavini e Crucianelli) escono e formano il Movimento Comunisti Unitari che tre anni dopo confluirà nel PDS.

- 1995: Prodi fonda il cartello elettorale L’Ulivo per le elezioni politiche del 1996 a cui il PRC non aderisce ma con cui si accorda per un “patto di desistenza”: il PRC ottiene 45 collegi sicuri in cui eleggere propri rappresentanti in cambio della mancata presentazione del simbolo del PRC in altri collegi, in modo da favorire una maggiore raccolta di consensi a favore di L’Ulivo.

- 1996: il PRC vota la fiducia al governo Prodi e si impegna a fornire appoggio esterno, sostenendo caso per caso le deliberazioni del governo senza impegnarsi direttamente nel governo con ministri e altri incarichi.

- 1997: nell’autunno 1997 il PRC vota la legge finanziaria del governo Prodi; ciò porta all’espulsione della parlamentare Mara Malavenda (che si oppone all’appoggio alla finanziaria del governo Prodi). La confluenza di Malavenda con altri dirigenti locali del PRC dissenzienti provoca la terza scissione e la costituzione agli inizi del 1998 della Confederazione Comunisti/e Autorganizzati (CCA).

- 1998: nel corso dell’anno si sviluppa la divergenza in seno al PRC tra seguaci di Cossutta (filo governo Prodi) e seguaci di Bertinotti (contrari alla prosecuzione dell’appoggio esterno). Gli organi dirigenti del PRC decidono a maggioranza per la fine dell’appoggio esterno al governo ma l’ala Cossutta vota ugualmente la fiducia sulla legge finanziaria del governo Prodi dell’ottobre 1998. Il governo Prodi non ottiene voti di fiducia sufficienti e cade. Avviene la quarta scissione che porta alla costituzione (ottobre 1998) del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) in cui confluiscono i seguaci di Cossutta. Il PdCI entra a far parte del governo D’Alema e il PRC passa all’opposizione.

- 1999: il governo D’Alema (di cui il PdCI fa parte con numerosi ministri e sottosegretari, tra cui Oliviero Diliberto nel ruolo di Ministro di Grazia e Giustizia) fornisce appoggio ai bombardamenti NATO contro la Jugoslavia, in fragrante violazione persino della Costituzione.

- 2001: alle elezioni politiche del maggio 2001 (vinte dalla banda Berlusconi) sia il PdCI che il PRC concorrono in appoggio per L’Ulivo, concludendo accordi con i DS che permettono a entrambi di ottenere alcuni parlamentari. Bertinotti alla guida del PRC promuove una linea alla coda delle tendenze del movimento anti-globalizzazione del periodo e di abbandono del legame con il movimento comunista. A seguito della repressione delle mobilitazioni contro il G8 di Genova (uccisione di Carlo Giuliani del 21 luglio 2001) Bertinotti dirotta la protesta di massa verso l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta.

- 2002: si tiene il V Congresso del PRC che approfondisce la deriva movimentista già intrapresa: Bertinotti promuove e partecipa alle mobilitazioni contro la guerra e di pari passo si scaglia “contro gli errori e orrori del comunismo novecentesco”, vota assieme ai Democratici di Sinistra (DS) mozioni di condanna contro Cuba e Fidel Castro, vara future intese elettorali con L’Ulivo.

- 2003: la Direzione Nazionale del PRC si divide sull’adesione al Partito della Sinistra Europea (PSE): 21 a favore e 17 contrari.

- 2004: i partiti dell’Ulivo fondano la Grande Alleanza Democratica (GAD) con dentro il PRC, per le elezioni primarie. Bertinotti impone al resto della GAD la candidatura di Nichi Vendola come candidato GAD alle regionali della Puglia del 2005.

- 2005: dalla GAD nasce la coalizione de L’Unione, Vendola del PRC viene eletto presidente in Puglia, si tiene il VI Congresso del PRC con 5 documenti alternativi, uno per ogni corrente. La corrente Bertinotti vince il Congresso e viene così consolidata la linea di confluenza nel centro-sinistra per le future elezioni politiche del 2006.

- 2006: L’Unione ottiene una vittoria di misura e il PRC ottiene un grande successo al Senato (7,4%). Bertinotti viene eletto presidente della Camera e Giordano gli succede nel ruolo di segretario del PRC. Il PRC entra nel governo Prodi bis con un ministro (Ferrero) e alcuni sottosegretari. L’entrata del PRC nel nuovo governo Prodi provoca tre scissioni:

a) l’uscita della parte della corrente trozkista Progetto Comunista capeggiata da Francesco Ricci (quinta scissione), che fonda l’organizzazione Progetto Comunista - Rifondare l’Opposizione dei Lavoratori che diventerà poi il Partito di Alternativa Comunista,

b) l’uscita della parte della corrente trozkista Progetto Comunista capeggiata da Marco Ferrando (sesta scissione), che fonda l’organizzazione Partito Comunista dei Lavoratori,

c) l’uscita del gruppo Progetto Comunista - Area Programmatica, capeggiato da Luigi Izzo (settima scissione).

- 2007: PRC e PdCI votano tutti i provvedimenti del governo Prodi comprese leggi finanziarie e rinnovo dei crediti di guerra per la partecipazione dell’Italia alla “guerra contro il terrorismo” promossa dagli imperialisti USA. Per iniziativa del parlamentare PRC Franco Turigliatto, che nel febbraio 2007 non partecipa al voto sulle missioni militari all’estero, a dicembre 2007 si costituisce l’organizzazione Sinistra Critica (ottava scissione). Entra in crisi il governo Prodi. Nel dicembre 2007 il PRC, il PdCI, Sinistra Democratica (scissione di sinistra dei DS) e i Verdi si mettono assieme per costituire il cartello elettorale La Sinistra Arcobaleno.

- 2008: a gennaio cade il governo Prodi e alle elezioni politiche di aprile la lista La Sinistra Arcobaleno non supera la soglia di sbarramento del 4% e rimane fuori dal Parlamento. Nel luglio 2008 si tiene il VII Congresso del PRC che nei progetti dell’ala destra del partito è un congresso di liquidazione del PRC, invece vince la corrente Ferrero, promotrice del mantenimento dei simboli del PRC e della sua struttura organizzativa. La destra capeggiata da Vendola, Giordano e Migliore fuoriesce e si raggruppa nel cartello elettorale Sinistra e Libertà in vista delle elezioni europee dell’anno successivo (da qui nel 2009 nascerà Sinistra Ecologia e Libertà-SEL). È la nona scissione.

- 2009: in vista delle elezioni europee il PRC e il PdCI formano la Federazione della Sinistra; Marco Rizzo abbandona il PdCI e forma il gruppo Comunisti Sinistra Popolare-Partito Comunista, che dal 2014 diventerà Partito Comunista (PC). È la decima scissione.

- 2010: alle elezioni europee del 2010 viene formata la Lista Comunista e Anticapitalista (che raggruppa PRC, PdCI, Socialismo 2000 e Consumatori uniti), che non supera la soglia di sbarramento.

- 2011: la corrente del PRC de “L’Ernesto” fuoriesce dal PRC e confluisce nel PdCI (undicesima scissione).

- 2012: PRC e PdCI, unite nella Federazione della Sinistra, si dividono sul sostegno alle primarie nazionali del centrosinistra: il PdCI vi partecipa sostenendo la campagna Vendola e il ballottaggio Bersani, mentre il PRC non li sostiene. Il risultato è lo scioglimento della Federazione della Sinistra. Contemporaneamente l’Associazione ControCorrente per una Sinistra dei Lavoratori abbandona il PRC. È la dodicesima scissione.

- 2013: alle elezioni politiche del 2013 il PRC e PdCI promuovono il cartello elettorale Rivoluzione Civile con il magistrato Antonio Ingroia come candidato presidente del consiglio. Rivoluzione Civile non supera la soglia di sbarramento.

- 2014: sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria di Syriza in Grecia, intellettuali della sinistra borghese, PRC, SEL, Azione Civile di Ingroia e altri danno vita al cartello L’Altra Europa con Tsipras, che si presenta alle elezioni europee superando di poco la soglia del 4% ed eleggendo tre parlamentari europei, tra i quali la dirigente PRC Eleonora Forenza.

- 2015: il Comitato Politico Nazionale del PRC avvia il dialogo per una costituente della sinistra con SEL, Possibile di Civati e altri che hanno lasciato il PD (Cofferati, Fassina); alcuni esponenti lasciano il PRC e costituiscono il Fronte Popolare (FP), con a capo Alessio Arena, che trascina al suo seguito frammenti dell’organizzazione giovanile del PRC (Giovani Comunisti) di Milano e Torino. È la tredicesima scissione.

- 2016: la storica corrente trozkista Falce e Martello abbandona il PRC in dissenso con la linea di alleanza con i fuoriusciti del PD e si costituisce nell’organizzazione Sinistra Classe Rivoluzione (quattordicesima scissione); il PdCI si trasforma nel Partito Comunista Italiano (PCI) con segretario M. Alboresi.

- 2017: il X Congresso PRC elegge a segretario nazionale Maurizio Acerbo, che succede a Paolo Ferrero. Il PRC partecipa con altre forze al percorso costituente della lista Potere al Popolo (PaP) per le elezioni politiche del 2018.

- 2018: alle elezioni politiche di marzo 2018 PaP prende poco più dell’1% dei voti: a seguito del fiasco elettorale sia il PCI che il PRC lasciano l’aggregato.

- 2019: il PRC partecipa alle elezioni europee con il cartello elettorale La Sinistra in alleanza con Sinistra Italiana e residui della lista L’Altra Europa con Tsipras. La lista ottiene l’1,75% e non raggiunge l’obiettivo di confermare i seggi al Parlamento europeo ottenuti con le elezioni del 2014.

-2021: nel febbraio 2021 si tiene l’XI Congresso del PRC che conferma Maurizio Acerbo a segretario nazionale; a partire da questo congresso inizia a maturare una nuova divisione in correnti del PRC tra l’ala capeggiata da Acerbo e l’ala capeggiata dall’ex segretario nazionale Ferrero; la causa principale delle divergenze è la linea elettorale, con Acerbo fautore di alleanze con M5S, Sinistra Italiana e sinistra del PD e Ferrero fautore di uno schieramento anti Larghe Intese. Prende forma l’appello Ora l’unità. Per il Partito Comunista in Italia promosso da Fosco Giannini di Cumpanis e a cui aderisce il PC di Marco Rizzo: l’iniziativa di Giannini non provoca scissioni organizzate in seno al PRC, ma raccoglie seguito e aderenti tra i suoi iscritti così come tra gli iscritti del PCI di Alboresi.

-2022: il PRC in collaborazione con PaP costituisce in Parlamento il gruppo Manifesta-PRC-PaP, composto da alcuni parlamentari fuoriusciti dal M5S. La costituzione del gruppo parlamentare comune riavvicina il PRC a PaP e apre alla costruzione della coalizione elettorale Unione Popolare con De Magistris, che alle elezioni politiche del settembre 2022 otterrà l’1,4% dei voti (molto al di sotto della soglia di sbarramento del 3%).

- 2023: la tornata delle elezioni regionali del 2023 (Lazio e Lombardia) allarga nel PRC la spaccatura tra la linea Acerbo e la linea Ferrero: quest’ultima riesce a imporsi preservando la presentazione del PRC con liste Unione Popolare ed evitando l’accodamento del PRC al M5S oramai divenuto interno alle Larghe Intese. Tuttavia Unione Popolare peggiora i suoi risultati rispetto alle elezioni politiche dell’anno precedente. Si approfondisce la crisi del PRC tra corrente Acerbo e corrente Ferrero e di riflesso in seno alla coalizione Unione Popolare, di lì in poi divisa tra De Magistris e l’ala Acerbo del PRC da un lato, favorevoli allo scioglimento di Unione Popolare dentro cartelli elettorali più ampi (insieme a Sinistra Italiana, M5S, sinistra del PD) e l’ala Ferrero del PRC e PaP dall’altro, fautori della prosecuzione dell’esperienza elettorale di Unione Popolare.

-2024: De Magistris rassegna le dimissioni da portavoce di Unione Popolare, attualmente in crisi e in cui vanno esacerbandosi i contrasti di linea già esistenti. Nel PRC si impone la corrente Acerbo che decide per l’adesione al cartello elettorale Pace, terra, dignità promosso dal giornalista Michele Santoro (ex parlamentare europeo PD).

***

Appendice 2. AREA PC RIZZO E FGC-FC

- 2009: a seguito del fallimento della lista La Sinistra Arcobaleno alle elezioni politiche del 2008, Marco Rizzo abbandona il PdCI e a luglio annuncia la fondazione di Comunisti Sinistra Popolare (CSP). Fin dalla sua costituzione CSP inizia a prendere le distanze dall’orientamento ideologico del PdCI da cui proveniva e proclama il ristabilimento dei principi del marxismo-leninismo come linea guida del nuovo partito.

- 2010/2011: CSP svolge attività di propaganda e sviluppa collaborazione con il PC greco (KKE) organizzando numerose conferenze con ospiti esponenti del KKE. In parallelo CSP sviluppa il legame con il movimento studentesco Senza Tregua di Alessandro Mustillo.

- 2012: CSP tiene il suo I Congresso e assume la denominazione di Comunisti Sinistra Popolare - Partito Comunista. Il congresso conferma gli stretti legami internazionali con il KKE e nel paese con il movimento studentesco Senza Tregua che nel 2012 si costituisce nell’organizzazione nazionale Fronte della Gioventù Comunista (FGC). Rizzo alla guida di CSP assume l’obiettivo della ricostruzione del partito comunista e, a segnare la presa di distanza dall’elettoralismo di PRC-PdCI, non pianifica la partecipazione alle scadenze elettorali successive, per dare priorità alla ricostruzione del partito comunista.

- 2013: nel 2013 si tiene il I Congresso nazionale del FGC, che pur essendo formalmente autonomo da CSP-PC ne diviene di fatto una costola, controllata tramite dirigenti di CSP-PC (lo stesso fondatore del FGC, Alessandro Mustillo, ha ruoli di responsabilità nell’organizzazione romana di CSP-PC). Nell’ottobre 2013 CSP-PC aderisce al raggruppamento internazionale Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa promosso dal KKE.

- 2014: si tiene il II Congresso di CSP-PC, I Congresso di fondazione del Partito Comunista (PC) di Marco Rizzo, in cui confluisce la totalità di CSP-PC. A 5 anni dalla fuoriuscita dal PdCI, Rizzo proclama il raggiungimento dell’obiettivo della ricostruzione del partito. Il PC di Rizzo alla sua nascita esprime una concezione del mondo mutuata da quella del KKE: ristabilimento dei principi del marxismo-leninismo, difesa dell’eredità dei primi paesi socialisti e di Stalin, critica al revisionismo moderno e proclamazione della propria continuità con l’esperienza di Pietro Secchia e della sinistra emersa nel primo PCI dopo la vittoria della Resistenza e l’affermazione della direzione di Togliatti alla guida del PCI.

- 2015: il FGC stampa e diffonde il giornale Avanguardia, diventa membro della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY), che riunisce le organizzazioni giovanili che lottano per la pace, contro l’imperialismo e partecipa annualmente all’Incontro Europeo delle Organizzazioni della Gioventù Comunista (MECYO), entrambi raggruppamenti internazionali in cui il KKE ha ruolo egemone.

- 2016: PC partecipa con proprie liste alle elezioni amministrative di Torino e Roma. A Torino il candidato sindaco è Marco Rizzo che concorre con la lista PC e ottiene 3.300 voti pari allo 0,86%. A Roma il candidato sindaco è Alessandro Mustillo che concorre con lista PC e ottiene 10.371 voti pari allo 0.79%.

- 2017: si svolge il II Congresso nazionale del PC di Rizzo che conferma l’impianto ideologico del primo (affiliazione alle posizioni del KKE). Inoltre il II Congresso ratifica:

- il patto d’azione tra PC e FGC (che rimane un’organizzazione formalmente autonoma ma i cui dirigenti sono integrati nella direzione di PC),

- la partecipazione di PC alle elezioni con liste di partito.

Il II Congresso sancisce anche l’abbandono del progetto di costruzione del Fronte Unito dei Lavoratori. Secondo la linea del I Congresso, il Fronte Unito dei Lavoratori avrebbe dovuto operare come organismo di massa del PC in campo sindacale con la libertà d’iscrizione anche ai sindacati di regime per i membri di PC. In disaccordo con questa linea avviene la fuoriuscita di buona parte della Federazione campana e di una parte importante della Federazione toscana di PC (prima scissione).

- 2018: l’asse PC-FGC raggiunge un grande sviluppo organizzativo, con una funzione particolare del FGC nel raccogliere e mobilitare i giovani della base rossa (in particolare studenti medi). Alle elezioni politiche di marzo 2018 il PC si presenta con il proprio simbolo in 14 regioni (in 36 su 63 collegi per la Camera e in 19 su 32 collegi per il Senato, poco meno del 60% dei collegi totali), raccogliendo circa 106.816 mila voti, pari allo 0,33%.

- 2019: alle elezioni europee Marco Rizzo è capolista della lista PC in tutte le circoscrizioni: ottiene 233.000 voti pari allo 0,9%. A ottobre si svolgono le elezioni regionali in Umbria dove il PC si presenta con una propria lista e ottiene 4.100 voti pari all’1%. Le tornate elettorali del 2018-19 rivelano la linea elettoralista portata avanti da Rizzo: le campagne elettorali, inizialmente presentate come una linea tattica per far conoscere il partito e propagandare il comunismo, diventano il fine e il centro dell’attività del PC. A partire dalle elezioni regionali in Umbria si sviluppano contraddizioni tra FGC e PC sulla linea elettorale. Sul finire del 2019 Alessandro Mustillo si dimette dall’Ufficio Politico di PC.

- 2020: all’inizio dell’anno la frattura tra il FGC di Mustillo e il PC di Rizzo diventa insanabile e porta alla fuoriuscita da PC e alla successiva scissione (la seconda della storia di PC) della maggioranza degli iscritti del FGC che a novembre si costituiscono nella nuova organizzazione Fronte Comunista (FC) cui si associa il FGC che continuerà una sua azione autonoma come organizzazione giovanile del FC. FC-FGC avviano una stretta collaborazione con il sindacato di base SiCobas e con la Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria (TIR) di Pietro Basso.

Nell’autunno 2020 si tiene il III Congresso di PC che segna il cambio di linea nelle relazioni internazionali: allontanamento dal KKE sul terreno ideologico e politico e valutazione positiva del ruolo antimperialista della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese (paesi che il KKE considera imperialisti). Inoltre il III Congresso sancisce un cambio di linea nell’intervento elettorale, ammettendo la partecipazione di PC ad alleanze con altre forze comuniste. Sulla base di questa linea nell’autunno 2020 PC aderisce al cartello elettorale Comunista! (promosso dal PCI Alboresi) che partecipa alle elezioni regionali, ottenendo 10.381 voti pari all’1,41%.

- 2021: il cambio di linea nelle relazioni internazionali e in campo elettorale porta all’ingresso nel PC Rizzo di nuovi iscritti, attratti 1. dall’avvicinamento alla RPC che ha ottenuto grandi successi nel fronteggiare la pandemia da Covid-19 e 2. dal ruolo assunto da PC nel promuovere l’unità d’azione tra forze comuniste (Comitato NO Draghi e adesione alla costituente comunista promossa da Fosco Giannini di Cumpanis con l’appello Ora l’unità. Per il Partito Comunista in Italia). In parallelo, di fronte al dispiegarsi del movimento di massa contro il Green Pass, Rizzo assume una posizione di sostegno alle rivendicazioni di questo movimento. In tutte le elezioni amministrative cui partecipa PC peggiora nettamente i risultati raggiunti nel 2016: a Torino ottiene lo 0,66%, a Roma lo 0,34%, a Milano lo 0,27%.

- 2022: PC prosegue l’intervento nel movimento NO Green Pass e nell’aprile 2022 Rizzo pubblica un appello all’unità tra i comunisti e le variegate forze che si battono “contro i piani euro-atlantici di azzeramento del nostro Paese”. Con questo ribalta la linea di apertura al fronte elettorale solo con forze comuniste praticata fino allora. Il cambio di linea suscita la fuoriuscita della maggioranza della Federazione Lombardia del PC (quarta scissione) che si riorganizza nel collettivo Comunisti Milano e della maggioranza della Federazione Piemonte (quinta scissione) che si riorganizza nell’associazione Interstampa. Disdicendo ruolo e impegni assunti nella costituente comunista promossa da Fosco Giannini e combinandosi con una parte del Comitato NO Draghi (Patria Socialista) e una serie di forze anti Larghe Intese non comuniste (Ancora Italia, Riconquistare l’Italia, Azione Civile), il PC dà vita alla lista Italia Sovrana e Popolare (ISP). ISP concorre alle elezioni politiche del settembre 2022 ottenendo 348.831 voti pari all’1,24%. Dopo le elezioni politiche, in rotta con l’esito dell’esperienza di ISP, avviene la fuoriuscita da PC della maggioranza degli iscritti dell’Abruzzo, del Molise e dell’Emilia Romagna (sesta scissione) che si organizzano in Costituente Comunista.

- 2023: il 21 gennaio 2023 il CC del PC elegge come nuovo segretario Alberto Lombardo e Marco Rizzo diventa presidente onorario. Due giorni dopo PC insieme ad Azione Civile, Fronte per la Sovranità Popolare e Ancora Italia Sovrana e Popolare fonda Democrazia Sovrana e Popolare (DSP) per proseguire l’esperienza di ISP. La conferma della linea elettorale seguita in occasione delle elezioni politiche del 2022 e la subordinazione di PC a DSP portano altri militanti e iscritti ad allontanarsi da PC:

a) una parte si aggrega, insieme ad alcuni dei gruppi già fuoriusciti (una parte di Costituente Comunista e dell’Associazione Interstampa), alle iniziative di Fosco Giannini che a maggio costituisce il Centro Studi Domenico Losurdo (CSDL) e a novembre tiene l’assemblea fondativa del Movimento per la Rinascita Comunista (MpRC),

b) un’altra inizia a riorganizzarsi in Resistenza Popolare che si costituisce nell’ottobre 2023 ad opera dei fuoriusciti della Federazione umbra di PC.

- 2024: la riunione del CC che si tiene il 21 gennaio porta all’ennesima spaccatura sulle alleanze elettorali e sulla confluenza di PC in DSP. Dopo la riunione del CC 8 Federazioni escono da PC al seguito di Alessandro Pascale (già responsabile nazionale della formazione) e Salvatore Catello (ex vice Segretario Generale e responsabile nazionale dell’organizzazione), entrambi membri dell’Ufficio Politico. Nel febbraio 2024 i promotori della “scissione di maggioranza” si uniscono ai fuoriusciti umbri dell’ottobre 2023 e si riorganizzano in Resistenza Popolare.

----------------

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine borghese, una via consiste nell’usare TOR [vedere https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].