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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Avviso ai naviganti 100

30 marzo 2020

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Ai comunisti, agli operai e lavoratori avanzati, a tutte le persone decise a far fronte all'emergenza!

Allegato a questo Avviso ai naviganti inoltriamo il n. 64 di La Voce, la rivista del (n)PCI. Lo distribuiamo via Internet perché la Posta funziona a qualche maniera. Chi non è in grado di scaricarlo, può rivolgersi a singoli e a organismi che normalmente riproducono e vendono La Voce, come il P.CARC e altri: il numero è disponibile sul sito del (n)PCI.

Il numero 64 di La Voce è dedicato ai compiti del momento

La pandemia del Covid-19 ha fatto deflagrare la crisi del sistema politico, economico e sociale capeggiato dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti. Che nessuno si illuda che la crisi generale finisca e si reinstalli il sistema politico, economico e sociale di prima.

Il governo Conte 2 (M5S-PD) a guida PD e fiancheggiato dal Polo Berlusconi (Lega di Matteo Salvini, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Forza Italia di Antonio Tajani, satelliti), non è in grado di portarci fuori dalla crisi perché è succube del sistema finanziario dell’UE, di Confindustria e del Vaticano, della NATO e del complesso militare e finanziario USA.

A mesi dall’inizio dell’epidemia il sistema sanitario fa ancora acqua da tutte le parti. Ovunque c’è qualche risultato in termini di chiusura di aziende che non fanno produzioni nell’immediato indispensabili, di sanificazione degli ambienti di lavoro, di produzione e adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI), di versamento dei salari ai lavoratori, è stato frutto delle proteste, dei presidi e degli scioperi partiti spontaneamente dai lavoratori che hanno messo in moto i sindacati alternativi e di base (SI Cobas, CUB, ADL Cobas, USB, Confederazione Cobas, ecc.) e questo, a sua volta, ha spinto anche i sindacati confederali (CGIL, CISL, UIL, ecc.) a muoversi e hanno contrattato con Giuseppe Conte accordi vaghi e misure inconcludenti. È poco quanto ottenuto? Sì, perché i lavoratori sono ancora poco organizzati, poco coordinati, si muovono ancora in ordine sparso. Proprio per questo bisogna moltiplicare gli organismi di operai e di lavoratori nelle aziende capitaliste e pubbliche, che si coordinino a supporto di un governo d’emergenza: sopperiscano con Internet dove mancano ancora DPI e le altre condizioni per riunirsi!


Dobbiamo sfruttare a fondo Internet e osservare le norme anti-contagio nei contatti personali, ma non aderire alla direttiva di chiudersi in casa e aspettare la soluzione. La soluzione da chi? Da un governo che non ha ancora messo in atto misure pratiche per far avere a tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati né assicura ancora in misura sufficiente cure e terapia intensiva agli ammalati e assistenza agli anziani reclusi in casa? Da un governo succube del sistema delle Larghe Intese, il sistema politico della borghesia imperialista che ha fatto mancare la ricerca nei campi indispensabili, privatizzato e smantellato l’industria farmaceutica, ridotto e privatizzato il sistema sanitario, delocalizzato l’apparato (agricolo e industriale) produttivo di beni essenziali e recalcitra a dare a ogni lavoratore (dipendente o autonomo) e disoccupato un reddito dignitoso senza farlo lavorare in aziende la cui produzione nell’immediato non è indispensabile?


I mezzi per fare fronte all’emergenza che sconvolge il nostro paese in Italia ci sono tutti. Persino le autorità attuali devono arrendersi al fatto che oggi il denaro non è che un titolo di diritto a disporre di proprietà e lavoro altrui conferito a individui e istituzioni da un’autorità che ha la forza di farlo osservare (corso forzoso del denaro). Nell’immediato le priorità sono due: curare i malati e prevenire i contagi, garantire l’approvvigionamento di alimenti e servizi necessari alla popolazione per vivere, quindi in primo luogo il sistema alimentare, acqua, energia elettrica, luce, riscaldamento, Internet e mezzi di comunicazione.

Ogni attività pubblica e privata va finalizzata a questo: altro che appellarsi alle donazioni private! I provvedimenti da prendere nell’immediato sono chiari e tutti rapidamente realizzabili.

1. Assunzione immediata e con procedura d’emergenza dei medici, infermieri e operatori sanitari necessari alla cura dei contagiati e degli altri malati, a somministrare i tamponi e verificarne l’esito, a garantire cure e prevenzione ad anziani, disabili, immunodepressi e altre categorie a rischio e che necessitano comunque di assistenza particolare, stabilizzazione di tutto il personale precario che lavora negli ospedali pubblici e privati, integrazione del personale di Emergency, di Medici Senza Frontiere e di altre organizzazioni simili operanti nel nostro paese: anche prima dell’epidemia da coronavirus gli ospedali pubblici erano sotto organico, per avere rapidamente l’assistenza sanitaria chi aveva i soldi si rivolgeva ai privati, le cure ad anziani, disabili e immunodepressi erano carenti, molte case di riposo per anziani erano dei lager, poco meglio delle prigioni e dei campi di concentramento per immigrati.

2. Requisizione senza indennizzo degli ospedali privati, impiego degli ospedali e di tutte le risorse sanitarie delle Forze Armate, riapertura dei presidi ospedalieri chiusi, uso degli edifici vuoti a disposizione dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e di altri enti pubblici e requisizione senza indennizzo di quelli di proprietà delle grandi immobiliari, del Vaticano, delle Congregazioni e Ordini religiosi e dei ricchi per allestire in tempi rapidi reparti di terapia intensiva per curare i contagiati con sintomi gravi e i posti letto necessari a curare i contagiati con sintomi lievi e gli altri malati: vanno garantite le cure a tutti i contagiati e anche a tutti gli altri malati. No a scegliere quali contagiati curare e quali no perché mancano posti in terapia intensiva. No a privare delle cure chi è malato di altre patologie perché gli ospedali sono pieni di contagiati!

3. Conversione di tutte le aziende che possono facilmente produrre quello che serve alla cura dei malati e alla protezione del personale sanitario negli ospedali, alla prevenzione dei contagi nelle aziende che devono continuare a funzionare e nelle zone d’abitazione: non servono abiti di alta moda, profumi e auto di lusso, F35 e altre armi! Servono mascherine, disinfettanti, guanti e tute protettive, respiratori! Armani, Dior e simili si sono messi a fare mascherine e disinfettanti? Bene, era ora! Che Bergoglio mostri nella pratica la buona volontà che proclama e di avere sul clero, sulle Congregazioni e gli Ordini religiosi e sui suoi fedeli il potere che a suo dire Dio gli ha conferito. Ma siamo nel pieno di un’emergenza: la conversione a produzioni utili all’emergenza e la loro distribuzione vanno organizzate su scala nazionale e con una visione d’insieme, non in ordine sparso e lasciate alla libera iniziativa (benevola o interessata che sia), alle donazioni e alla speculazione.

4. Sanificazione degli ospedali, delle aziende che devono continuare a funzionare, di supermercati, farmacie e altri centri di distribuzione di beni e servizi essenziali, delle strutture residenziali per anziani, disabili, ecc., delle carceri, dei campi di concentramento degli immigrati e di tutte le strutture e luoghi d’abitazione e lavoro, delle strade e dei mezzi di trasporto, con frequenza decisa in base al rischio di esposizione al contagio: la prevenzione del contagio non va lasciata alla disponibilità di soldi o alla buona volontà, ma organizzata dalle autorità pubbliche ordinarie o d’emergenza.

5. Distribuzione alla popolazione di mascherine, disinfettanti e altri dispositivi di protezione individuale (DPI) e comunque fissazione amministrativa dei prezzi a cui vengono venduti nelle farmacie, nei supermercati e online.

6. Garanzia di un salario dignitoso e condizioni di lavoro sicure a chi continua a lavorare per produrre beni e servizi necessari alla cura dei malati, alla prevenzione dei contagi e all’approvvigionamento di quanto necessario alla popolazione per vivere, blocco dei licenziamenti, stabilizzazione dei precari e nuove assunzioni per garantire la produzione dei beni e servizi necessari senza danno per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

7. Chiusura temporanea delle aziende finché la loro produzione non diventa indispensabile per la popolazione, con garanzia di salario pieno ai lavoratori per tutto il tempo in cui le aziende restano ferme, blocco dei licenziamenti e prolungamento dei contratti precari.

8. Integrazione delle produzioni essenziali svolte da lavoratori autonomi e assegnazione di un reddito dignitoso e sospensione di tasse, mutui, ecc. per i lavoratori autonomi che non svolgono attività essenziali.

9. Mobilitazione dei disoccupati con assegnazione di un salario e, su base volontaria, dei lavoratori delle aziende temporaneamente chiuse, degli studenti che hanno superato la maggior età e dei pensionati in buona salute, per svolgere le attività necessarie alla lotta all’epidemia.

10. Indulto per i detenuti sociali e loro assegnazione a lavori utili per far fronte all’epidemia, con assegnazione di un salario e di un’abitazione a chi ne è privo; lo stesso per i migranti attualmente reclusi in centri comunque denominati.

11. Sospensione degli sfratti a tempo indeterminato, assegnazione di un’abitazione dignitosa a chi ne è privo o vive in abitazioni insalubri e che non garantiscono dal contagio.

12. Mobilitazione delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate ai controlli negli ospedali e nelle aziende, a impedire speculazioni e usura, a lavori utili a far fronte all’epidemia, integrazione con Brigate di Solidarietà Attiva.


A più di un mese dall’inizio dichiarato dell’epidemia il governo e le altre autorità non hanno ancora preso questi semplici provvedimenti di buon senso. Non li hanno presi perché il governo Conte 2, Mattarella e le altre autorità pubbliche non osano subordinare alla lotta per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica gli interessi dei padroni di Confindustria, dei banchieri dell’ABI, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali, dell’UE, degli imperialisti USA. Non osano fare appello alla popolazione per fare rispettare e applicare questi provvedimenti indispensabili par venire a capo dell’epidemia, eppure solo con la mobilitazione della massa della popolazione è possibile attuarli. I mezzi di comunicazione di massa, a partire dalla TV, li dedicano a distrarre dalla realtà e a vuote declamazioni (“si sta facendo tutto il possibile”, “si farà al più presto possibile” e banalità simili: chi direbbe il contrario? Fatti, date e cifre ci vogliono da un’autorità in carica, non dichiarazioni banali: quante mascherine abbiamo distribuito finora e a chi, non “il massimo possibile”. Quale pubblica autorità direbbe che è un sabotatore un alto funzionario che essa mantiene in carica?). Lasciano produrre ed esportare armi e continuano le spedizioni militari agli ordini della NATO e dell’UE in giro per il mondo (dall’Afghanistan all’Africa) invece di impiegare tutte le risorse delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine per far fronte all’emergenza. Le forze NATO continuano a scorazzare per il nostro paese. Il governo Conte 2 ha escluso tutti i ministri del Conte 1 che si erano mostrati intransigenti su questioni di interesse civile: Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli sono i casi più clamorosi, gli alti funzionari che recalcitrano a fare quello che occorre e abbondano in dichiarazioni generiche sono ancora in carica!

Per far fronte all’emergenza occorre un governo deciso e capace di attuare tutti i provvedimenti indicati!


Ai comunisti, a tutti quelli che aspirano a instaurare il socialismo!

La crisi non finirà con la fine dell’epidemia. L’epidemia ha fatto scoppiare mille emergenze e mille problemi che esistevano anche prima. Compagni, chi si dice comunista ma lascia fare al governo Conte in attesa di riprendere il suo lavoro da “buon comunista” e intanto si limita a denunciare o a predicare che “passata l’emergenza sarà il caso di chiedere conto ai sindacati e alla politica del loro operato”, ripete oggi quello che nei paesi imperialisti i partiti socialdemocratici della II Internazionale fecero durante la Prima Guerra Mondiale. Anche se lo fa in nome dell’emergenza sanitaria anziché della “difesa della patria”, il risultato non cambia: promuove la “santa alleanza” tra sfruttatori e sfruttati patrocinata ieri da Sergio Marchionne e oggi da Conte a braccetto con Mattarella e Bergoglio. In una parola: abdica ai suoi compiti di comunista! Nella situazione di emergenza in cui versa il nostro paese, ogni comunista degno di questo nome è chiamato ad assolvere a compiti ben precisi.

1. Moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari in ogni azienda capitalista e pubblica, in ogni ospedale, in ogni zona di abitazione, rafforzarle e coordinarle: Internet sopperisce dove non ci sono le condizioni e i DPI per fare riunioni.

2. Promuovere ogni attività, legale o illegale, per far fronte all’emergenza sanitaria, economica, sociale e politica in cui versa il paese: proteste e scioperi, occupazioni di case, scioperi al contrario, iniziative di solidarietà, Brigate di Solidarietà Attiva, espropri e altre forme di appropriazione organizzata di beni e servizi a cui il governo non assicura l’accesso, rifiuto organizzato di pagare imposte, ticket e mutui, azioni autonome dal governo centrale da parte delle amministrazioni locali.

3. Indirizzare l’attività di ogni organizzazione operaia e popolare, di ogni organizzazione politica e sindacale in qualche misura legata alle masse popolari, di ogni circolo e associazione, di ogni personaggio che ha qualche seguito e influenza tra le masse verso la costituzione di un governo d’emergenza deciso e capace di attuare i provvedimenti necessari a far fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale.


I comunisti devono sviluppare un dibattito franco e aperto sulla concezione comunista del mondo e sull’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) che l’ha verificata e arricchita, sul corso delle cose, sulla strategia e la tattica della rivoluzione socialista, per unirsi nel Partito che promuove la Guerra Popolare Rivoluzionaria contro gli irriducibili fautori del capitalismo e le loro istituzioni e lotta per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, nelle condizioni concrete del nostro paese primo passo verso l’instaurazione del socialismo.

La pandemia fa risaltare Cuba e la Repubblica Popolare Cinese. Cuba e la Repubblica Popolare Cinese possono svolgere il ruolo che svolgono, al di là delle intenzioni e delle teorie dei rispettivi dirigenti, perché mantengono una parte importante delle conquiste dei primi paesi socialisti: apparato produttivo, servizio sanitario e ricerca scientifica gestiti dalle pubbliche autorità secondo un piano mirato agli interessi della popolazione e un sistema di mobilitazione e partecipazione della parte avanzata della popolazione alle attività pubbliche, politiche e culturali del paese. Sono di esempio a tutto il mondo. Non è principalmente questione di intelligenza, idee e sentimenti dei singoli dirigenti: anche se non guastano, errori, deficienze morali e deviazioni sono sempre possibili. La questione principale è che la proprietà e la gestione prevalentemente pubblica del sistema produttivo permette a chi è dedito al benessere generale di dedicarvisi e alle idee e sentimenti migliori di prevalere e di promuovere una crescente partecipazione della massa della popolazione alle attività specificamente umane, mentre dove la produzione di beni e servizi è nella mani di individui e di gruppi ognuno dei quali deve aumentare il suo capitale, anche chi ha buoni sentimenti e idee può solo nel migliore dei casi tappare buchi e salvare le apparenze: togliere a secchiate l’acqua dal mare!

Avanti verso un governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!

Avanti nella rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato!

Avanti verso l’instaurazione del socialismo!

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