Comitati di Partito


 
 

Comitato di Partito Ribelli della Montagna

Abbiamo letto con trepidazione l’ultimo Comunicato della CP a proposito dell’avvenuta evasione da parte dei compagni della Commissione Preparatoria Maj e Czeppel dalle condizioni di confinati che i giudici al soldo del regime borghese italiano con la collaborazione dei soci servi francesi imponevano loro fin dal giorno del loro arresto nel 2003. Durante questo periodo di confino i compagni della CP sono riusciti con metodo a creare intorno al nuovo PCI una rete di solidarietà importante. Molte infatti sono state le iniziative sia in Francia che in Italia tramite le quali molti compagni hanno apertamente espresso solidarietà alla CP, già organo costituito del (n)PCI. Questo oggi ci fa affermare che la CP ed il nuovo PCI, che proprio durante questo periodo si è ufficialmente costituito, ha superato rafforzandosi il colpo repressivo subito. Questo dato di fatto ci ricorda che, anche se la repressione da parte della borghesia è scontata, scontato non è il suo effetto deleterio per il nostro movimento. Dal giorno del loro arresto infatti i compagni sono riusciti a denunciare in maniera efficace l’opera di persecuzione nei loro confronti. Oggi la CP gode di maggior solidarietà e quindi di maggiore agibilità politica grazie al metodo di resistenza e di lotta intrapreso dai compagni. Nelle città italiane e francesi si sono organizzate feste popolari dove i lavoratori, i pensionati, i ragazzini, hanno espresso concretamente solidarietà al nuovo PCI tramite sottoscrizioni ed iniziative varie. Questo deve fare riflettere su quella che può essere l’agibilità del (n)PCI, anche se clandestino Il nuovo PCI, nonostante la condizione di clandestinità, è riuscito a ricevere il sostegno di molti compagni e viceversa ha potuto con le sue linee e parole d’ordine arrivare alle masse per incominciare a svolgere la sua opera di direzione. Dare solidarietà alla CP è stata anche una scuola di comunismo per molti compagni che hanno potuto partecipare ad una lotta di resistenza che molti insegnamenti ha dato e che ha reso molto più chiaro il quadro attuale dell’opera di controrivoluzione preventiva che la borghesia usa attuare sistematicamente contro chi lotta per ricostruire un vero partito comunista.

Riteniamo che la scelta dei compagni Bepi e Giuseppe di evadere dai confini imposti sia stata una scelta coerente con quanto proposto dalla CP nelle proprie tesi. L’attività della CP doveva gioco forza liberarsi dalle imposizioni della borghesia. Il lavoro svolto nel periodo di confino è stato utilissimo, ma non era certo possibile per i compagni portare avanti il progetto di preparazione del congresso di fondazione del nuovo PCI nelle condizioni di confinati.

Per questo motivo riteniamo che il ritorno alla clandestinità dei compagni Czeppel e Maj si possa soltanto interpretare come una conquista da parte del (n) PCI verso la strada che porterà all’instaurazione del socialismo nel nostro paese, una speranza per la vittoria della classe operaia sugli sfruttatori assassini borghesi.

Mandiamo ai compagni un abbraccio fraterno e rivolgiamo a loro un saluto a pugno chiuso pieno di speranza e di fedeltà alla nostra classe.

 

Ribellarsi è giusto! W il nuovo PCI!
W i compagni
Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel!

 

20 dicembre 2004