Comunicato n.10 del Comitato di Partito “Antonio Gramsci”

 

23.09.2022

 

Abbasso l’Agenda Draghi, programma di guerra, carovita, disastro ambientale e morte contro le masse popolari! Abbasso i novelli Goebbels del gruppo editoriali GEDI, voce dei criminali di guerra USA-NATO, degli strozzini UE, dei ladroni del Vaticano alla Becciu e dei padroni di Confindustria!


All’avanguardia dell’apparato mass-mediatico che oggi sponsorizza l’Agenda Draghi spicca il gruppo GEDI della famiglia Agnelli-Elkann che con esso prosegue le tradizioni di famiglia nella promozione della disinformazione e intossicazione delle menti e dei cuori delle masse popolari.

È dai giornali del gruppo GEDI come Repubblica e La Stampa, dai suoi numerosi portali online, dalle sue radio che viene quotidianamente diffusa la propaganda di guerra pro-NATO volta a giustificare la guerra per procura scatenata dagli USA contro la Federazione Russa e a creare consenso per la “resistenza ucraina” e i suoi battaglioni di nazisti. La stessa vigliacca propaganda di guerra che in questi giorni copre la sfrenata speculazione finanziaria su gas e altre materie prime (per lo più alimentata da gruppi multinazionali europei e americani), scarica le responsabilità sulla Federazione Russa che dopo molte esitazioni si è mossa contro l’aggressione che USA-NATO e UE hanno lanciato nel 2014 e cerca di alimentare sentimenti anti-russi nella popolazione italiana.

Ed è sempre il gruppo GEDI il megafono principale dell’Agenda Draghi, lo stesso trito e ritrito programma comune della borghesia imperialista in corso d’attuazione da più di 40 anni nel nostro paese, che oggi tentano di rifilare alle masse popolari con l’effige di Mario Draghi, un boia e nemico giurato delle masse popolari italiane e di tutta Europa. Provvede il gruppo GEDI (come Draghi servo di due padroni: gli imperialisti USA-NATO e UE) a preparare per Draghi la veste di “nonno al servizio delle istituzioni” e provare così ad intossicare l’opinione delle masse popolari e costringerle ad ingerire la pillola.

Sono i Goebbels del nostro tempo (“ripetete una bugia dieci, cento, mille, un milione di volte e diventerà la verità”) che la classe operaia torinese, nella sua lunga storia, ha ben conosciuto. La Stampa nel sentire comune del proletariato torinese è sempre stata “la bugiarda”. Come sono bugiardi e mercenari ultra-pagati i direttori assoldati negli anni dalla famiglia Agnelli-Elkann, per dirigere il proprio impero editoriale in espansione, da ultimo Massimo Giannini a La Stampa, ritoccatore di foto di guerra a beneficio della propaganda di guerra USA-NATO e zerbino del “sistema Torino”.

È anche con gli uffici del gruppo GEDI che la banda Draghi-Mattarella ha indetto le elezioni politiche del 25 settembre, con l’obiettivo di mettere sotto controllo il Parlamento nazionale per i prossimi 5 anni.

La borghesia e il clero del nostro paese hanno bisogno di una camera di ratifica delle decisioni prese altrove dai caporioni della borghesia imperialista, più agile, sottomessa e servizievole di quanto non lo sia stato il Parlamento eletto il 4 marzo 2018.

Se vogliono un Parlamento prono ai loro interessi, facciamo in modo di non darglielo: eleggiamo un Parlamento di esponenti ostili all’Agenda Draghi!

Quanto al gruppo GEDI, agli Agnelli-Elkann suoi impresari, ai Giannini, Molinari, ecc. loro soldatini, rilanciamo il sempreverde appello diffuso da Antonio Gramsci nel 1916 dalle pagine di Avanti!, che nella sua chiosa finale lancia un chiaro appello: “boicottateli, boicottateli, boicottateli!”.

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I giornali e gli operai

di Antonio Gramsci, Avanti!, ediz. Piemontese, 22 dicembre 1916


Sono i giorni della réclame per gli abbonamenti. I direttori e gli amministratori dei giornali borghesi rassettano la loro vetrina, passano una mano di vernice sulla loro insegna e richiamano l'attenzione del passante (cioè del lettore) sulla loro merce. La merce è quel foglio a quattro o sei pagine che va ogni mattino od ogni sera a iniettare nello spirito del lettore le maniere di sentire e di giudicare i fatti dell'attuale politica, che convengono ai produttori e venditori di carta stampata.

Vogliamo tentare di discorrere, con gli operai specialmente, dell'importanza e della gravità di quell'atto apparentemente così innocente, che consiste nel scegliere il giornale cui si vuole abbonarsi. E' una scelta piena di insidie e di pericoli che dovrebbe essere fatta con coscienza, con criterio e dopo maturata riflessione.

Anzitutto l'operaio deve negare recisamente qualsiasi solidarietà col giornale borghese. Egli dovrebbe ricordarsi sempre, sempre, sempre, che il giornale borghese (qualunque sia la sua tinta) è uno strumento di lotta mosso da idee e da interessi che sono in contrasto coi suoi. Tutto ciò che stampa è costantemente influenzato da un'idea: servire la classe dominante, che si traduce ineluttabilmente in un fatto: combattere la classe lavoratrice. E difatti, dalla prima all'ultima riga, il giornale borghese sente e rivela questa preoccupazione.

Ma il bello, cioè il brutto, sta in ciò: che invece di domandare quattrini alla classe borghese per essere sostenuto nell'opera di difesa spietata in suo favore, il giornale borghese riesce a farsi pagare... dalla stessa classe lavoratrice che egli combatte sempre. E la classe lavoratrice paga, puntualmente, generosamente.

Centinaia di migliaia di operai, danno regolarmente ogni giorno il loro soldino al giornale borghese, concorrendo così a creare la sua potenza. Perché? Se lo domandate al primo operaio che vedete nel tram o per la via con un foglio borghese spiegato dinanzi, voi vi sentite rispondere: “Perché ho bisogno di sapere cosa c'è di nuovo”. E non gli passa neanche per la mente che le notizie e gli ingredienti coi quali sono cucinate possono essere esposti con un'arte che diriga il suo pensiero e influisca sul suo spirito in un determinato senso. Eppure egli sa che il tal giornale è codino, che il tal altro è palancaio, che il terzo, il quarto, il quinto, sono legati a gruppi politici che hanno interessi diametralmente opposti ai suoi.

Tutti i giorni poi, capita a questo stesso operaio di poter constatare personalmente che i giornali borghesi raccontano i fatti anche più semplici in modo di favorire la classe borghese e la politica borghese a danno della politica e della classe proletaria. Scoppia uno sciopero? Per il giornale borghese gli operai hanno sempre torto. Avviene una dimostrazione? I dimostranti, sol perché siano operai, sono sempre dei turbolenti, dei faziosi, dei teppisti. Il governo emana una legge? E' sempre buona, utile e giusta, anche se è... viceversa. Si svolge una lotta elettorale, politica od amministrativa? I candidati e i programmi migliori sono sempre quelli dei partiti borghesi.

E non parliamo di tutti i fatti che il giornale borghese o tace, o travisa, o falsifica, per ingannare, illudere, e mantenere nell'ignoranza il pubblico dei lavoratori. Malgrado ciò, l'acquiescenza colpevole dell'operaio verso il giornale borghese è senza limiti. Bisogna reagire contro di essa e richiamare l'operaio all'esatta valutazione della realtà. Bisogna dire e ripetere che quel soldino buttato là distrattamente nella mano dello strillone è un proiettile consegnato al giornale borghese che lo scaglierà poi, al momento opportuno, contro la massa operaia.

Se gli operai si persuadessero di questa elementarissima verità, imparerebbero a boicottare la stampa borghese con quella stessa compattezza e disciplina con cui la borghesia boicotta i giornali degli operai, cioè la stampa socialista. Non date aiuti di danaro alla stampa borghese che è vostra avversaria: ecco quale deve essere il nostro grido di guerra in questo momento che è caratterizzato dalla campagna per gli abbonamenti fatta da tutti i giornali borghesi. Boicottateli, boicottateli, boicottateli!

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Di seguito una foto dell’azione di propaganda murale svolta dal nostro Comitato nei pressi della sede del gruppo GEDI a Torino, i novelli Goebbels del nostro tempo.