Per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e per fare dell'Italia un nuovo paese socialista: impariamo dagli insegnamenti e dagli errori dell'esperienza delle Brigate Rosse!

     

14.05.2022 - Comitato di Partito Fratelli Cervi - Comunicato n.12


La Festa dell'Unità Comunista, il 1° maggio presso il circolo ARCI Tunnel di Reggio Emilia, è parte del dibattito politico pubblico (che sfocia nella "cronaca" e nella "polemica") regionale e non solo ormai da più di una settimana: un'iniziativa che ha alimentato (e in parte concretizzato) il percorso di rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) sul territorio e che ha avuto come momento cardine un dibattito sull'analisi di fase e sul che fare tra Partito Comunista, Partito dei CARC, Federazione della Gioventù Comunista, Cumpanis, Spread-It e Patria Socialista.

Al dibattito è poi seguito il concerto del gruppo trap P38 La Gang (con il loro album "Nuove BR").

L'evento musicale è presto diventato, su input di un gruppo fascista reggiano - Reggio Emilia Identitaria, occasione per un attacco repressivo ai danni del presidente del circolo ospitante, Marco Vicini, e dei membri del gruppo musicale: sono indagati per "istigazione a delinquere" sia per i contenuti dei testi delle canzoni del gruppo P38 La Gang (che si rifanno apertamente agli anni '70) che per la presenza, come scenografia, sul palco di una bandiera delle Brigate Rosse (BR).

Con questo nostro comunicato vogliamo esprimere la nostra solidarietà a Marco Vicini, al circolo ARCI Tunnel e al gruppo P38 La Gang e ne approfittiamo per chiamare tutte e tutti ad esprimerla e a farla vivere.

Non solo, ma vogliamo anche rimarcare lo scopo ultimo di quest'operazione repressiva in corso: minare il percorso di unità d'azione e di dibattito franco e aperto avviato con la Festa dell'Unità Comunista.

È questo che, al netto dell'intossicazione magistralmente montata sia sul fronte mediatico che quello giudiziario, si "nasconde" dietro le accuse di "istigazione a delinquere". Ma la miglior risposta all'attacco repressivo stesso è stata l'articolata e diffusa solidarietà che è arrivata (e sta arrivando) a Marco Vicini, all'ARCI Tunnel e alla P38 La Gang in regione e oltre.

Infatti, le tante attestazioni di vicinanza, il cui tratto comune è la messa in luce dell'"assurdità" nella fase attuale di guerra e carovita di un attacco del genere "per un concerto", dimostrano che c'è fame di libertà di espressione e che la voglia di conoscere e difendere la storia della lotta di classe, per quanto la borghesia imperialista si prodighi nel suo oscurantismo, nel nostro paese è viva ed è sentita anche dalle nuove generazioni.

I tanti post e i commenti di solidarietà a titolo individuale sui social (come su Facebook e Instagram), le prese di posizione di realtà locali (a Reggio Emilia) di Partito Comunista, Partito dei CARC, Patria Socialista e anche di Reggio Emilia in Comune e il successo della raccolta fondi lanciata dalla P38 La Gang sul sito produzionidalbasso, ne sono una conferma.

Qui sta la chiave per scardinare l'impianto repressivo e farne così occasione di ulteriore stimolo per la rinascita del MCCO a partire da un bilancio serio e scientifico dell'opera delle BR (e per esteso delle Organizzazioni Comuniste Combattenti - OCC) e del MCCO degli anni '70 del secolo scorso nel nostro paese.

Questo è ancora più importante in una regione come l'Emilia Romagna, al contempo "feudo" del revisionismo moderno (e le sue degenerazioni attuali quale il sistema poliziesco, clientelare e mafioso del Partito Democratico) e luogo dei natali del secondo tentativo negli anni '70 di ricostruzione di un Partito Comunista all'altezza dei suoi compiti (si veda capitolo 2.1.3. del Manifesto Programma), le Brigate Rosse (fondate sull'Appennino reggiano nell'agosto del 1970 e presto arrivate a radicarsi nelle principali fabbriche della regione, prima fra tutte la Ducati di Borgo Panigale, Bologna).

A chi quindi oggi governa questo territorio, a partire da Reggio Emilia, lo spettro di quell'opera toglie ancora il sonno e la rinascita del MCCO è il "nemico pubblico numero uno" da combattere con ogni mezzo necessario.

Al bavaglio del PD e delle Questure, rispondiamo con la chiarezza del bilancio di quest'opera: il (nuovo) Partito Comunista Italiano ha raccolto il testimone dell'opera intrapresa dal MCCO del nostro paese (compresa l'esperienza delle OCC e delle BR) a partire dalla lotta per la ricostruzione di un Partito Comunista all'altezza dei suoi compiti.

 

Imparare dall'esperienza e dagli errori del MCCO e della lotta di classe degli anni '70 è una misura concreta per avanzare nella nostra opera, e cioè fare dell'Italia un nuovo paese socialista.

I fatti hanno la testa dura: negli anni '70, nei paesi imperialisti, la lotta armata fu una delle risposte che il proletariato diede spontaneamente (e cioè non mediata dal marxismo) alla repressione che la borghesia imperialista promuoveva tramite le sue strutture armate nel contesto di passaggio dal "capitalismo dal volto umano" alla nuova crisi generale di sovrapproduzione assoluta di capitale.

In Italia, all'Autunno Caldo la classe dominante nostrana rispose con la "strategia della tensione" che promosse attraverso le bombe nelle piazze, con la Loggia P2 e la struttura di Gladio, con l'assassinio dell'anarchico Pinelli, ecc. In questo contesto, le BR approfittarono della popolarità della lotta armata tra le masse e arrivarono, nel giro di pochi anni, a conquistare e ad integrare nelle loro file il fior fiore della parte più avanzata della classe operaia raccolta nelle principali aziende capitaliste del paese.

Il "successo" delle BR fu quindi dovuto al fatto che, tra le varie OCC, incarnarono più genuinamente l'aspirazione della classe operaia alla conquista del potere, distinguendosi dal resto delle OCC per il porre esplicitamente la costruzione del Partito comunista (tramite la propaganda armata). Si distinsero quindi perché misero concretamente all'ordine del giorno la questione dell'instaurazione del socialismo nel nostro paese.

Questo obiettivo venne meno per via della deviazione militarista: le BR ridussero la loro azione e opera ad attacchi militari a rappresentanti della classe dominante (emblematica fu la parola d'ordine "colpire uno per educarne cento!", come se lo scopo della lotta di classe fosse quello di educare i capitalisti). Non solo, il militarismo, che è sopravvalutazione del ruolo della violenza e dell'importanza delle armi nella lotta di classe, è una forma di spontaneismo (dell'intellettuale indignato) e di sfiducia nelle capacità rivoluzionaria della classe operaia. Quindi, in estrema sintesi, la causa della sconfitta delle BR non è da ricercare nella forza del nemico, la borghesia imperialista e i suoi sgherri come il Generale Dalla Chiesa, ma nella debole assimilazione della Concezione Comunista del Mondo da parte delle stesse BR.

Quel che è certo è che nonostante la coltre di intossicazione gettata su quest'esperienza dalla classe dominante, le BR (per quel che hanno rappresentato) hanno sedimentato nella classe operaia e nelle masse popolari un certo sentimento di ammirazione e di nostalgia.

Quanto successo il 1° maggio a Reggio Emilia è quindi un'opportunità per conoscere e comprendere l'opera delle BR e e soprattutto il perché del loro fallimento: per questo indichiamo la lettura del Cristoforo Colombo di Pippo Assan, cioè il bilancio delle BR pubblicato nel 1988 e oggi reperibile sul sito www.nuovopci.it e richiedibile alle Edizioni Rapporti Sociali (www.carc.it). Ne consigliamo la lettura e lo studio e vi invitiamo a inviarci commenti e riflessioni!

La nostra opera è una guerra, una Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (si veda capitolo 3.3 del Manifesto Programma), e pertanto è fondamentale che il suo Stato Maggiore (il Partito Comunista) sia clandestino: lavoratori, disoccupati, studenti organizzatevi nelle file del (nuovo) PCI, contribuite a completare l'opera intrapresa dal MCCO del secolo scorso!

Nell'immediato dobbiamo cacciare Draghi e il suo governo di guerrafondai e servi della NATO ma osiamo sognare: per fare dell'Italia un nuovo paese socialista abbiamo bisogno della rinascita del MCCO e per questo che 10, 100, 1000 Feste dell'Unità Comunista e simili vengano promosse!

Abbiamo bisogno di futuro: il (nuovo) PCI è embrione di questo futuro!

 

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