29 dicembre 2022. Comunicato numero 40 del Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano


Lettera aperta ai compagni toscani del Fronte della Gioventù Comunista

La lotta del Collettivo di Fabbrica GKN, il ruolo dei comunisti e la rivoluzione socialista


Cari compagni,

abbiamo letto la Risoluzione del Comitato Centrale del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) del 15.12.2022 reperibile su www.gioventucomunista.it.

Abbiamo deciso di scrivervi questa lettera aperta rivolgendoci in particolare ai compagni toscani del FGC, stante il ruolo che hanno svolto nell'ambito della lotta del Collettivo di Fabbrica (CdF) e degli operai della GKN. Questa esperienza è materia di una parte della vostra risoluzione (Parte III - La necessità del Partito come salto di qualità indispensabile e irrinunciabile, pag. 19-22) ed è quella che prenderemo in esame in questa nostra lettera.

La lotta del CdF e degli operai della GKN è importante perché ha aperto una strada alla classe operaia e al resto delle masse popolari del nostro paese. E' quindi importante perché è una leva, un appiglio per il lavoro che noi comunisti dobbiamo promuovere tra la classe operaia. È essenziale che i comunisti del nostro paese ne facciano una giusta analisi, comprendano il salto che questa lotta ha già rappresentato per il movimento operaio del nostro paese e quello che può ancora rappresentare se noi comunisti saremo capaci di valorizzarla.

Nella risoluzione avete indicato l'importanza di questa lotta per il ruolo che ha assunto nello spingere in avanti e nel rilanciare la mobilitazione delle masse popolari dell'ultimo anno, ma avete anche indicato quelli che secondo voi sono i limiti di questa esperienza dovuti a una perdita di "mordente" rispetto alla centralità della classe operaia in virtù di una convergenza essenzialmente piegata sull'intersezionalità delle lotte e dei movimenti.

Il pregio della vostra critica sta nel fatto che il vostro atteggiamento è giusto e sano: i comunisti devono analizzare il corso delle cose, devono mettere le mani in pasta rispetto all'analisi delle esperienze di lotta e di resistenza spontanea più significative del nostro paese, devono aspirare a indirizzare e organizzare le masse popolari e la classe operaia su una linea più avanzata. I comunisti devono anche promuovere il dibattito franco e aperto all'insegna della lotta alle posizioni sbagliate per l'affermazione di posizioni (e quindi pratiche) giuste cioè più conformi alle condizioni, alle forme e ai risultati della lotta di classe in corso per farla avanzare nella direzione della conquista del potere e della costruzione della rivoluzione socialista.

Detto questo, nella disamina dell'esperienza del CdF della GKN avete commesso un errore. L'errore sta nel trattare le posizioni, i limiti e le contraddizioni insite nell'esperienza di un gruppo di operai avanzati, come se vi steste confrontando con un altro gruppo di comunisti, o comunque con un'altra forza politica dotata di una concezione del mondo, di un'analisi e di una linea politica e con la "pretesa" che tali concezioni, analisi e linee possano corrispondere a quello che serve oggi allo sviluppo della lotta particolare (del CdF della GKN) e della lotta generale della classe operaia e del resto delle masse popolari del nostro paese.

Quanto fin qui fatto dal CdF GKN è prezioso per lo sviluppo della lotta di classe nel nostro paese. Diventerà "miccia in grado di incendiare la prateria" solo se noi comunisti saremo capaci di raccogliere questa esperienza, i suoi insegnamenti e di generalizzarli portandoli al resto della classe operaia (a partire dai suoi elementi più avanzati). Pretendere che ad occuparsene siano gli stessi operai della GKN significa non aver compreso:

1. la natura del movimento spontaneo delle masse popolari di cui, oggi, l'esperienza della GKN è la punta più avanzata;

2. il ruolo che i comunisti devono assumere sul e nel movimento di resistenza spontanea delle masse popolari.

Ne consegue che il piano delle vostre proposte rispetto a come invertire le deviazioni che indicate è debole e si limita a indicazioni generali.


I 17 mesi di lotta degli operai della GKN e di tutto quello che gli operai hanno messo in moto, tra cui le azioni della rete di solidali raccolti dentro Insorgiamo, hanno confermato alcune delle nostre tesi più importanti.

Innanzitutto che i comunisti hanno un ruolo decisivo ma non trasformano da soli il mondo. La nostra azione ha un impatto reale e positivo nella lotta di classe solo se produce delle trasformazioni qualitative nella classe operaia e nel resto delle masse popolari, elevandone la coscienza, l'orientamento e la mobilitazione, facendole diventare protagoniste della storia e del processo rivoluzionario. Sono le masse che fanno la storia, non i grandi o piccoli gruppi. Nessun cambiamento rivoluzionario è possibile se le masse popolari non scendono sul terreno della lotta per il socialismo. Allo stesso tempo, la concezione comunista del mondo non si sviluppa spontaneamente nella classe operaia, sono i comunisti che devono portarla alla classe operaia dall'esterno. Il ruolo dei comunisti è decisivo, insostituibile.

Ebbene, che ruolo possono e devono avere i comunisti in una lotta come quella lanciata dagli operai e dal CdF della GKN? Che valore ha questa lotta per la nostra causa? Come possiamo valorizzarla e spingerla in avanti per guadagnare posizioni nella costruzione di rapporti di forza più adeguati ad avanzare nel processo rivoluzionario?

Secondo noi l'azione del CdF della GKN e gli insegnamenti che sta dando (indipendentemente dall'esito della singola battaglia) sono già ingrediente essenziale per far avanzare il movimento spontaneo delle masse popolari del nostro paese.

Quali sono questi insegnamenti?

1. formare fin da subito in ogni posto di lavoro comitati che coalizzano i lavoratori combattivi indipendentemente dall'apparato sindacale;

2. non rassegnarsi a cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali ma fare di ogni azienda minacciata di chiusura, ristrutturazione o delocalizzazione un centro promotore della lotta contro lo smantellamento dell'apparato produttivo del paese;

3. tenere in mano l'iniziativa, non affidarsi alle promosse dei padroni e delle loro autorità;

4. sviluppare la mobilitazione e il coordinamento con altri lavoratori, con i disoccupati, studenti, pensionati, ecc. contro lo smantellamento dell'apparato produttivo e contro le misure imposte dalla borghesia imperialista nelle aziende e nelle scuole, contro la partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO per interposta persona in Ucraina, contro la distruzione del Servizio Sanitario Nazionale, contro le grandi opere inutili e dannose, ecc.;

5. usare ogni forma di lotta, l'unico criterio è che abbiamo la forza per attuarla e che sia efficace: è legittimo quello che serve ai lavoratori anche se illegale.

Ebbene, il compito che noi comunisti del (n)PCI ci siamo assunti e che chiamiamo tutti i comunisti ovunque collocati ad assumersi è quello di sostenere ed estendere la campagna lanciata dal CdF e dagli operai della GKN, diffondere le loro parole d'ordine e coinvolgere in questa campagna il più ampio numero possibile di lavoratori, promuoverne il coordinamento con ogni organismo e movimento popolare. In definitiva, si tratta di generalizzare questa esperienza per alimentare la costruzione e l'estensione della rete di nuovo potere delle organizzazioni operaie e popolari: queste sono nell'Italia di oggi, quello che i soviet furono nella Russia del secolo scorso.

A questo punto è legittimo chiedersi: che relazione c'è tra la lotta (particolare) del CdF GKN, la lotta del resto della classe operaia e delle masse popolari del nostro paese e la lotta per instaurare il socialismo? La relazione tra questi tre fattori la si evince alla luce della comprensione della natura della rivoluzione socialista, cioè della strategia che i comunisti devono adottare per dirigere la classe operaia e le masse popolari a conquistare il potere. La strategia che il (n)PCI segue per fare dell'Italia un nuovo paese socialista è la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, detta in altri termini, consiste nella mobilitazione e organizzazione delle masse popolari sotto la direzione del partito comunista contro la borghesia imperialista. La guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata è la sintesi dialettica del movimento spontaneo delle masse con l'azione cosciente dell'avanguardia del proletariato, il partito comunista. L'accumulazione di forze rivoluzionarie intorno al partito è il cuore di questa strategia che presuppone il concepire la rivoluzione come evento che si costruisce su iniziativa del partito comunista e valorizzando l'esperienza pratica di resistenza e lotta delle masse. Non è dunque evento che scoppia.

Dirigere le masse vuol dire organizzarle alla luce di una concezione, di una linea e di obiettivi, così come i bolscevichi sono stati in grado di fare con i soviet in Russia da cui venne fuori un governo socialista e contrariamente a quanto i comunisti del primo PCI non sono stati capaci di fare con i Consigli di Fabbrica degli anni '70. Anche questi al pari dei soviet erano organismi che combinavano rivendicazioni, denunce, proteste e rivolte: che cosa ha fatto la differenza? Quello che ha fatto la differenza è stata l'esistenza e l'azione di un partito comunista con una linea e un piano per fare delle organizzazioni operaie e popolari la nuova struttura del potere politico attraverso cui il proletariato esercita la sua dittatura.

Da quanto sin qui scritto la relazione tra la lotta particolare del CdF GKN, il movimento spontaneo delle masse popolari e i compiti di noi comunisti (in relazione al nostro obiettivo strategico: fare dell'Italia un nuovo paese socialista) è evidente. Il punto è che a noi non basta l'evidenza delle cose: quello che cerchiamo è lo sviluppo del dibattito franco e aperto con altri comunisti, a partire da quelli che sono oggetto di questa nostra lettera, a partire da voi!


Relativamente ai compiti dei comunisti nel movimento di resistenza spontaneo è bene porsi la seguente domanda: è giusto, è funzionale, sviluppare un'azione unitaria verso la resistenza spontanea delle masse popolari e della classe operaia? Portarle a organizzarsi meglio, con superiore efficacia e quindi in relazione a quanto l'esperienza del CdF GKN ha già dimostrato e insegnato? È giusto che i comunisti si uniscano nella pratica, per fare questo?

Relativamente allo sviluppo del dibattito di carattere teorico e ideologico è bene porsi le seguenti domande: in cosa consiste la rivoluzione socialista? È una guerra o non lo è? Se lo è che forma ha e che natura deve avere il suo Stato Maggiore, cioè il Partito? Quali compiti dobbiamo assolvere noi comunisti?

Queste domande sono per noi retoriche poiché abbiamo già ricavato dal bilancio dell'esperienza del primo movimento comunista le risposte che ci occorrono ma possedere queste risposte non ci basta.

Compagni, bisogna fare un serio e fecondo dibattito franco e aperto, basato sulla critica e l'autocritica, relativo all'analisi della situazione, al bilancio del movimento comunista, al programma, ai metodi di lavoro e alle linee generali e particolari. Da questo dibattito a dall'azione pratica che saremo in grado di sviluppare ne vanno le sorti delle masse popolari del nostro paese e non solo: la nostra opera è grande e preziosa e quello che riusciremo a compiere nel nostro paese avrà ricadute sul mondo intero.

Compagni, le difficoltà relative allo sviluppo di un dibattito franco e aperto sulla concezione del mondo, sul bilancio dell'esperienza, sul corso delle cose e sulla linea non sono di ostacolo all'unità nelle lotte rivendicative, nelle proteste e denunce, nelle lotte per rendere il paese ingovernabile dai vertici della Repubblica Pontificia. Questa unità, attenzione, non è un ripiego, anzi! È uno specifico e importante ambito di sviluppo del dibattito e della lotta ideologica poiché è nella pratica e nel suo bilancio che ricaveremo le conferme di una data linea, la giustezza di una data operazione, gli insegnamenti dell'applicazione di quel dato principio mutuato dall'esperienza storica dei comunisti che ci hanno preceduto. È nelle lotte rivendicative, nelle proteste e denunce, nelle lotte per rendere il paese ingovernabile dai vertici della Repubblica Pontificia condotte unitariamente che si espanderà il legame tra il partito e le masse popolari.


Lottare per l'unità dei comunisti è giusto e necessario!

Lottiamo, dunque, per conquistare la linea giusta per adempiere ai nostri compiti!

Combattere a modo nostro fino a fare la rivoluzione socialista in Italia!

Osare sognare! Osare lottare per realizzare il nostro sogno! Osare vincere!


Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

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