21 ottobre 2022 - Saluto (n)PCI a incontro 21 ottobre 2022 Firenze SMS Peretola



Cari compagni, il CC del (n)PCI ringrazia la compagna Silvia Fruzzetti che a nome della Segreteria Federale della Toscana del P.CARC ci ha invitato a mandare il nostro saluto ai compagni che si incontrano oggi per fare il bilancio delle elezioni politiche del 25 settembre e discutere come valorizzare i risultati e l’esperienza della campagna elettorale ai fini del rafforzamento della lotta di classe nel nostro paese. Facciamo fronte alla richiesta mandandovi il saluto che l’organismo del nostro partito che opera nella regione Toscana, il Comitato di Partito Aurora, ha elaborato per l’occasione e auguriamo a ognuno dei presenti di trarre dall’incontro di oggi un risultato positivo per sé e per la sua organizzazione.
Il CC del (n)PCI


Saluto del Comitato di Partito Aurora del (n)PCI ai partecipanti all'incontro
tra organizzazioni comuniste del 21 ottobre a Firenze - SMS Peretola


Cari compagni,

abbiamo accettato di buon grado la richiesta della Segretaria della Federazione Toscana del Partito dei CARC, Silvia Fruzzetti, di mandare un saluto all’incontro che il P.CARC ha organizzato per venerdì 21 ottobre, per trattare dell’esito delle elezioni politiche del 25 settembre e delle opportunità che la fase politica attuale apre alla lotta delle masse popolari e dei comunisti nel nostro paese.

Nel suo Comunicato 27 del 26 settembre il CC del (n)PCI ha già esposto la sua analisi dell’esito delle elezioni e il bilancio dell’intervento della Carovana del (n)PCI nella campagna elettorale. Invitiamo a leggerlo a chi non lo ha ancora fatto.

I risultati delle elezioni del 25 settembre aggravano la crisi del sistema di potere della Repubblica Pontificia. Si sta acutizzando la lotta tra le forze che compongono il polo Berlusconi per la formazione del governo Meloni-Berlusconi-Salvini. Anche il polo PD è frammentato e diviso tra interessi contrapposti.

A questi sommovimenti nel campo nemico (cioè nel campo dei partiti delle Larghe Intese) si aggiunge (e si combina) il sommovimento che attraversa le piazze, le strade, le fabbriche, le scuole: è la resistenza delle masse popolari agli effetti della crisi generale del sistema capitalista. In questo contesto spicca quanto gli operai della GKN stanno facendo da ormai 14 mesi e in particolare l’azione di coordinamento e convergenza di organismi operai e popolari, collettivi studenteschi, organismi che lottano per la salvaguardia dell'ambiente, ecc.

L’azione del CdF della GKN traccia una via per il resto delle organizzazioni operaie e popolari e per le organizzazioni sindacali di base e mette in moto (inevitabilmente) anche i sindacati di regime: in primis la CGIL che a fronte del risultato elettorale è portata ad assumere una maggiore iniziativa sul terreno della mobilitazione di lavoratori e pensionati, come faceva ai tempi dei governi Berlusconi.

Se è vero che la situazione è straordinariamente grave, è altresì vero che sono straordinariamente ampi i nostri margini di azione e, potenzialmente, anche i risultati della nostra azione.

In particolare, l'azione del movimento comunista cosciente e organizzato decide l’orientamento e la direzione che assumerà il movimento spontaneo delle masse popolari: dobbiamo costruire un fronte unitario che lotta contro le politiche e i partiti delle Larghe Intese fino a cacciarli, che lotta contro i gruppi imperialisti americani, sionisti ed europei fino a emancipare il nostro paese dalla NATO e dall’Unione Europea (cioè uscire dalla NATO e dall’UE), che lotta per costruire l’unico orizzonte strategico atto a porre fine al disastro della crisi del sistema capitalista: il socialismo.

Oggi il movimento comunista cosciente e organizzato è indubbiamente debole, ma sta rinascendo. Questa debolezza impone a tutti i comunisti, ovunque collocati, di fare i conti con la realtà e di trovare la strada che tiene conto della situazione concreta per fare la rivoluzione socialista nel nostro paese.

La strada che indichiamo noi comunisti della Carovana del (n)PCI è quella della costruzione di un governo che sia espressione delle organizzazioni operaie e popolari, un governo imposto dalla mobilitazione di queste organizzazioni che grazie alla loro azione rendono il paese ingovernabile a un punto tale da costringere la classe dominante a ingoiare questa soluzione (noi la chiamiamo Governo d'Emergenza Popolare). Questo processo deve essere coscientemente perseguito non solo dai dirigenti delle organizzazioni operaie e popolari, ma anche da coloro che hanno seguito e credito tra le organizzazioni politiche e sindacali di massa del nostro paese. Chi non ne è convinto, dica perché e ne indichi un’altra.

L’intervento che la Carovana del (n)PCI ha elaborato per la campagna elettorale del 25 settembre rispondeva a questa prospettiva e teneva conto delle condizioni in cui agiamo per costruire la rivoluzione socialista nel nostro paese, che è un paese imperialista in cui la classe dominante ha bisogno che le masse popolari ratifichino il suo dominio e l’operato del suo governo tramite elezioni e il Parlamento che ne risulta.

Quando il governo Draghi si è trovato alle strette, i vertici della Repubblica Pontificia sono stati costretti a trovare una soluzione rapida al fallimento del “governo dei migliori”: dimissioni di Draghi il 21 luglio e indizione di nuove elezioni per il 25 settembre. Sono stati costretti a sottoporsi al giudizio delle masse popolari perseguendo (dovendo perseguire) l’obiettivo di garantirsi un Parlamento gestibile. Da qui la chiamata alle elezioni: repentina e tesa a ostracizzare la partecipazione delle forze anti Larghe Intese.

In questo contesto noi comunisti della Carovana del (n)PCI abbiamo indicato l’unica linea praticabile per costruire un fronte unitario tra tutte le liste anti Larghe Intese che usasse anche lo strumento elettorale per mandare a monte i piani di Draghi e Mattarella. Abbiamo chiesto di dare tutti l’indicazione di voto alla lista che a nostro avviso aveva maggiori possibilità di entrare in Parlamento (superando la soglia del 3%) e cioè Unione Popolare, chiamando le altre liste e forze politiche a far confluire i propri voti su essa. Di fronte alle resistenze dei capi politici a dare l’indicazione di votare Unione Popolare, abbiamo detto a quegli stessi capi politici di incontrarsi, mettersi d’accordo e decidere loro su quale lista far confluire il voto di chi si oppone all’agenda di Mario Draghi, compresi in particolare gli astenuti vecchi e nuovi.

Ora i risultati elettorali parlano chiaro: le liste anti Larghe Intese (anche nella condizione sopra descritta e cioè di una campagna elettorale condotta divisi e senza un particolare appello unitario agli astenuti - che sono cresciuti fino a più di 21.5 milioni), hanno tuttavia avuto più di 1.5 milioni di voti (il 5.2% dei voti validi). Le basi di partenza dunque per mandare in Parlamento una nutrita pattuglia di eletti anti Larghe Intese c’erano tutte.

Il punto è che nonostante il carattere straordinario della situazione, i capi e i promotori delle liste anti Larghe Intese (in particolare di Unione Popolare e di Italia Sovrana e Popolare) hanno condotto la campagna elettorale in concorrenza e in un’ottica principalmente elettoralista: non con l’obiettivo di un risultato che rafforzasse la mobilitazione popolare ma con l’obiettivo di fare eleggere i propri candidati.

Quello che invitiamo i capi politici, gli eletti e i militanti delle liste anti Larghe Intese a fare oggi, è un bilancio serio della campagna elettorale, teso a ricavare insegnamenti e a ripartire mettendo al centro gli interessi oggettivi delle masse popolari che la fase storica ci impone. La fase post-elezioni infatti presenta la medesima esigenza, cioè quella di costruire unità d’azione e un fronte unitario: ciò che non è stato fatto prima, va fatto oggi!

Le questioni di principio che dividono il fronte vanno affrontate apertamente e con serietà, come del resto avevamo già chiesto di fare ai capi politici durante la campagna elettorale.

Farlo non è in contraddizione con l’unità d’azione nella pratica per:

- condurre una campagna di lotta contro il carovita e il progressivo impoverimento delle masse popolari sviluppando un’azione unitaria nei coordinamenti già oggi esistenti come quello Noi non paghiamo,

- condurre un’azione unitaria contro la devastazione ambientale e sviluppando un’azione unitaria nei coordinamenti che raccolgono comitati e associazioni che si battono contro opere inutili e dannose come il rigassificatore di Piombino o le centrali geotermiche in Amiata,

- condurre un’azione unitaria contro lo smantellamento dell’apparato produttivo a partire dal sostegno alla lotta del CdF GKN che nella pratica significa alimentare la rete di solidarietà intorno a questa lotta a partire dalle altre fabbriche del territorio. Questo implica sviluppare un’azione congiunta e un intervento unitario fuori dai cancelli delle principali aziende del territorio fiorentino (e non solo) e nelle mobilitazioni che vedono protagonista la classe operaia (come è successo in modo esemplare alla manifestazione del 18 ottobre 2022 a Siena in solidarietà agli operai della Whirlpool dove i compagni del P.CARC, del PRC e del PC si sono presentati uniti in un unico spezzone e con un volantino congiunto!),

- condurre un’azione unitaria contro la guerra in Ucraina, contro l’invio di armi da parte del nostro paese, contro l’invio di soldati italiani in Bulgaria e in altri paesi limitrofi dell’Ucraina, contro l’asservimento alla NATO, per l’imposizione di soluzioni diplomatiche al conflitto e per esercitare una pressione sul prossimo governo affinché non si imbarchi in altre “avventure militariste” (come le manovre USA contro la Repubblica Popolare Cinese presagiscono),

- condurre un’azione unitaria contro il taglio dei servizi, lo smantellamento della sanità pubblica, per una gestione efficace della pandemia (cioè per il rafforzamento della medicina territoriale) e contro qualsivoglia misura repressiva tesa a terrorizzare e disciplinare la popolazione come lo è stata la misura del Green Pass. A questo deve unirsi un’azione coordinata di sviluppo della solidarietà di classe a tutti quegli attivisti e singoli che stanno ricevendo multe, decreti penali di condanna e denunce per la loro partecipazione alle manifestazioni contro la gestione criminale della pandemia.


Questi sono solo alcuni esempi concreti di cosa e come è possibile sviluppare l’unità ed è il nostro contributo alla discussione.


Rompete la concorrenza elettorale! Mettete al centro gli interessi delle masse popolari!


Per un governo di emergenza popolare!

Per fare dell'Italia un nuovo paese socialista!


Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it, dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP).


Comunicazioni con il CdP Aurora al recapito theaurors@netcourrier.com