Irrompere nella campagna elettorale delle larghe intese torinesi!

     

Comunicato n. 6 del Comitato di Partito “Antonio Gramsci”


01.10.2021

Usiamo le battute finali della campagna elettorale e gli eventuali ballottaggi per smascherare gli uomini su cui punta il sistema delle larghe intese (PD, LeU, FI, FdI, Lega) per tornare ad amministrare la città. Alimentiamo il movimento generale contro il sistema delle larghe intese e per la cacciata del governo Draghi!

Il recupero dell’amministrazione comunale di Torino è parte integrante del tentativo in atto di risolvere la crisi politica in cui è sprofondato il sistema delle larghe intese. La costituzione del governo Draghi, resa possibile dai cedimenti del Movimento 5 Stelle, è stato l’atto di maggior successo di questo tentativo.

Con Stefano Lo Russo e Paolo Damilano (gli scudieri del sistema delle larghe intese a Torino) l’alta finanza, i ladri di apparato produttivo e la speculazione immobiliare puntano a piazzare al Comune uomini di provata affidabilità per quelli che sono i loro interessi. Stefano Lo Russo è un esponente del ramo accademico della mafia del TAV, professore al Politecnico e capogruppo del PD in Consiglio Comunale negli ultimi 5 anni. Paolo Damilano è un esponente della razza padrona piemontese, capitalista nella ristorazione e nella produzione e distribuzione di acque e vini.

Le mobilitazioni operaie e popolari che a più riprese hanno fatto irruzione in campagna elettorale dimostrano che al di là dei cedimenti del M5S il malcontento e l’insofferenza delle masse popolari continuano a crescere e aumentare. Lo dimostrano gli operai ex Embraco con le iniziative intraprese nel corso dell’estate per fare pressione ed esigere soluzioni rispetto alla loro vertenza. Lo dimostrano le partecipate mobilitazioni settimanali contro il discriminatorio Green Pass. Lo dimostrano anche le liste elettorali anti-larghe intese che in gran numero partecipano a queste amministrative facendosi portavoce degli interessi e delle rivendicazioni delle masse popolari.

Non diamogli tregua! Dalle elezioni del 3-4 ottobre ai ballottaggi, dallo sciopero generale dell’11 ottobre alle mobilitazioni NO Green Pass delle prossime settimane fino alle iniziative del movimento NO TAV, approfittiamo di ogni circostanza per costruire il fronte ampio per la cacciata del governo Draghi, per sviluppare la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori nelle aziende capitaliste, per alimentare il movimento generale per imporre un governo di emergenza popolare.

Alle elezioni del 3-4 ottobre e ai probabili successivi ballottaggi boicottiamo le larghe intese! Appoggiare i candidati delle liste anti-larghe intese che da subito si mobilitano e contribuiscono al movimento per la cacciata del governo Draghi e per mettere fine allo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi.

Proseguiamo l’irruzione nel teatrino! Irrompere per fare pressione e chiedere conto ai candidati delle larghe intese delle promesse elettorali che vanno distribuendo. Irrompere per contestare le misure lacrime e sangue che il governo Draghi promuove e attua. Irrompere per smascherare i reali interessi che il teatrino delle larghe intese serve e protegge.

In questi ultimi giorni prima del voto del 3 e 4 ottobre, mentre Lo Russo e Damilano inanellano promesse e slogan, si è verificato l’ennesimo giro di vite nella morte lenta degli stabilimenti ex FIAT. Alla MOPAR di Rivalta non sono stati

rinnovati i contratti di oltre 100 lavoratori interinali e per il mese di ottobre sono previste dalle due alle tre settimane di cassa-integrazione per 2165 operai tra addetti della Maserati di Grugliasco e dello stabilimento di Mirafiori.

Lo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi che da decenni interessa Torino non è un male oscuro e senza rimedi come viene rappresentato dai politicanti delle larghe intese, da Confindustria e dai sindacati di regime.

I capitalisti smantellano le produzioni nel nostro paese perché per i loro interessi è più conveniente che sia così. Perché possono produrre le stesse merci in paesi dove la forza lavoro costa meno, non esistono normative ambientali cui attenersi e tutele sindacali quali quelle che ancora esistono in Italia come lascito delle conquiste degli anni ’60 e ’70. Oppure perché, come insegnano gli Agnelli-Elkann, possono valorizzare meglio i loro capitali attraverso la pura speculazione finanziaria e senza doversi occupare della produzione di merci.

La soluzione a questi problemi non è stata indicato da alcuno dei candidati delle larghe intese: i Lo Russo e i Damilano sono i complici e i teatranti a libro paga dei ladri di apparato produttivo.

Il sentiero da percorrere lo stanno indicando gli operai GKN di Campi Bisenzio e con la manifestazione nazionale del 18 settembre a Firenze hanno dato un segnale di riscossa al paese intero. Un segnale che deve essere raccolto in primo luogo dagli operai combattivi e d’avanguardia all’interno dell’ex FIAT. A maggior ragione che il tentativo di chiusura della GKN prepara il terreno all’ulteriore smantellamento della produzione dell’ex FIAT come ammesso dagli stessi manager di Melrose (la finanziaria proprietaria della GKN) e come dimostrato dai 12000 esuberi annunciati da Tavares.

Dobbiamo diffondere e tradurre in pratica l’appello ad insorgere degli operai GKN.

Insorgere vuol dire in primo luogo organizzarsi, cioè formare comitati di lavoratori in ogni azienda. Come recita il comunicato del CC del (nuovo)PCI del 22 settembre “tra le centinaia di aziende minacciate di riduzione, chiusura, delocalizzazione, e in più quelle destinate ad essere minacciate nel prossimo futuro, che hanno già il fiato del padrone sul collo, quello che ha fatto la differenza alla GKN è che lì c’è un comitato operaio di vecchia data, che ha esperienza di lotta e di intervento all’interno e all’esterno della fabbrica, una certa influenza sulle masse popolari che sono malcontente e insofferenti”. Dunque insorgere con gli operai GKN vuol dire anzitutto promuovere la costituzione di organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste e di organizzazioni popolari nelle aziende pubbliche. Vuol dire contribuire alla rinascita di un nuovo movimento di Consigli di Fabbrica che recuperi e valorizzi l’esperienza di quelli esistiti negli anni ’70. Proprio come fatto dagli operai GKN!

Insorgere vuol dire coordinarsi, costruire un fronte ampio, operaio e popolare, contro il sistema delle larghe intese e per la cacciata del governo Draghi! Lo smantellamento dell’apparato produttivo così come ogni altra delle misure lacrime e sangue che il governo Draghi vanno combattute unendo le forze. A Torino significa promuovere la confluenza tra le lotte contro le delocalizzazioni, contro il discriminatorio Green Pass, contro il TAV e le altre speculazioni a danno dell’ambiente e del territorio. Il governo Draghi è il nemico comune di tutte le masse popolari e il vertice di ognuno degli attacchi in corso a condizioni di vita e di lavoro. La sua cacciata attraverso un movimento dal basso segnerà una battuta d’arresto di questi attacchi e creerà rapporti di forza più favorevoli per la classe operaia e le masse popolari. Cacciamolo!

Insorgere vuol dire imporre le misure d’emergenza necessarie anzitutto a porre fine allo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi. Senza difesa dell’apparato produttivo di beni e servizi non può esserci green economy, salvaguardia dell’ambiente dalle devastazioni, dall’alterazione climatica e dai disastri naturali, lotta alle discriminazioni di genere, razza e nazione ereditate dalla storia, salvaguardia dei sistemi sanitario, dell’istruzione e della ricerca pubblici, la difesa delle pensioni e degli altri diritti che i lavoratori hanno strappato alla borghesia quando il movimento comunista era forte nel mondo. Per difendere l’apparato produttivo occorre un governo che adotti queste misure:

1. vietare la vendita di aziende sia ai gruppi industriali esteri che per loro natura sfuggono all’autorità dello Stato italiano, sia ai fondi di investimento che usano le aziende come carte nel gioco d’azzardo della speculazione finanziaria,

2. impedire lo smembramento delle aziende, la riduzione del personale, la chiusura e la delocalizzazione,

3. imporre a ogni azienda che opera in territorio italiano di sottoporre a un vero Ministero dello Sviluppo Economico i propri piani industriali per ottenere il benestare dal punto di vista della qualità dei prodotti, dell’occupazione e dell’impatto ambientale.

Non è il governo capeggiato da Mario Draghi, il boia imposto dall’UE a capo del nostro paese, a poter realizzare queste misure d’emergenza. Ma la mobilitazione di massa da un capo all’altro del paese, la confluenza in un fronte comune delle mobilitazioni in corso contro le misure lacrime e sangue del governo Draghi, lo sviluppo dell’organizzazione degli operai e della parte più avanzata delle masse popolari possono portare alla formazione di un governo che ha come compito prioritario la salvaguardia dell’apparato produttivo e la sua riorganizzazione.


Insorgiamo seguendo l’esempio del Collettivo di Fabbrica GKN!

Lotta contro le delocalizzazioni, lotta contro il TAV, lotta contro il discriminatorio Green Pass, sciopero generale del sindacalismo di base dell’11 ottobre prossimo: unire le forze contro le larghe intese torinesi e nazionali, unire le forze per cacciare Draghi!


Avanti nella lotta per l’instaurazione di un governo d’emergenza popolare che prenda le misure d’emergenza necessarie a porre fine in primo luogo allo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi!

Il socialismo e il comunismo sono il futuro delle masse popolari, da Torino, all’Italia al mondo!

Per questo lotta il (nuovo)PCI.

Arruolarsi nel (nuovo)PCI!

Formare gruppi di studio del nostro Manifesto Programma e del n.68 della rivista “La Voce”!


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Per mettersi in contatto con il CdP “Antonio Gramsci” potete scrivere alla casella cdp-gramsci-npci@riseup.net seguendo le istruzioni per la corrispondenza tramite TOR e il sistema di criptazione PGP che trovate sul sito www.nuovopci.it


Lo Russo = TAV = Mafia


Damilano - Capitalista di merda - TAV e Delocalizzazioni


Di seguito alcune foto dell’azione di propaganda realizzata dal Comitato di Partito presso le sedi dei comitati elettorali di Lo Russo e Damilano. In queste settimane di campagna elettorale le masse popolari torinesi ne hanno ascoltate di ogni colore da questi due campioni del sistema Torino e autoproclamati paladini delle emergenze sociali della città. Con la nostra azione abbiamo voluto ribadire che il sistema delle larghe intese a Torino come nel resto d’Italia è il principale nemico delle masse popolari e il responsabile di ognuna delle misure lacrime e sangue che il governo Draghi sta promuovendo. Lo Russo e Damilano sono i suoi alfieri a Torino. In secondo luogo abbiamo voluto ribadire che unire le mobilitazioni operaie e popolari contro questo nemico comune a tutte le masse popolari è uno dei compiti decisivi della fase.