Elezioni Comunali a Napoli
Quella che serve è un’Amministrazione Comunale di Emergenza Popolare!

     

Comitato “Babuskin” del (nuovo)PCI - 16 luglio 2021


Operai, lavoratori, disoccupati,

l’esperienza di De Magistris sta arrivando all’epilogo, almeno nella forma in cui l’abbiamo conosciuta fino a oggi. Il sindaco di DemA è rimasto schiacciato dalla sua stessa idea di governo della città, nei reiterati tentativi di tenere insieme “lotta e governo”, “rivoluzione arancione e tatticismi elettorali”, “scontro col governo centrale ma nel rispetto di patti e vincoli”, “dare potere al popolo ma da servitore dello Stato”, ecc. Questi anni di gestione della città hanno mostrato e confermato che non si possono tenere insieme capre e cavoli, “rivoluzione” e politicantismo, rottura e compatibilità.

Mentre tra i vari aggregati elettorali si dibatte di programmi, alleanze e liste, in città avanzano e si sviluppano le lotte degli operai Whirlpool contro la chiusura della loro azienda; del Comitato Vele di Scampia nel portare avanti la lotta di abbattimento delle vele e riassegnazione degli alloggi; del Comitato No alla chiusura dell’ospedale San Gennaro per la riapertura dell’ospedale nel quartiere popolare del Rione Sanità; della Consulta Popolare Sanità e Salute di Napoli per imporre una sanità pubblica, territoriale, universale e di qualità; dei Disoccupati 7 novembre e del Comitato Disoccupati Cantiere 167 di Scampia per il diritto a un lavoro utile e dignitoso per tutti; oltre alle altre decine di lotte particolari e diffuse portate avanti dagli operai del porto di Napoli, dei lavoratori delle società partecipate e della manutenzione stradale (ex Bros) per imporre un polo unico ambientale, dei lavoratori di aziende ospedaliere come quelli dell’ospedale Cardarelli e a quelle dei commercianti e partite IVA per fronteggiare gli effetti della pandemia.


In questo contesto l’aspetto decisivo è quello di sfruttare l’attenzione generale e la fitta rete di lotte e mobilitazioni per organizzarsi e coordinarsi di più e meglio in ogni luogo di lavoro e quartiere. Ovunque collocati gli operai, i lavoratori e i disoccupati devono organizzarsi in gruppi, comitati, collettivi e associazioni, pubblici o segreti che siano, in cui confrontarsi, aggregarsi e promuovere la lotta.

L’organizzazione e il coordinamento sono il principale antidoto per far valere la propria forza e non bersi le promesse elettorali ma incalzare sin da subito, spingere e imporre ai candidati la partecipazione, il sostegno e la promozione di azioni di lotta e iniziative che rafforzano il movimento dei comitati, delle associazioni e delle organizzazioni popolari. Bisogna fare in modo che ciascun candidato faccia sin da subito quello che promette di fare una volta eletto, mettendosi senza riserve al servizio delle masse popolari organizzate. Bisogna ribaltare il rapporto tra eletto ed elettore, rompere con la delega o con la variante di sinistra di tale delega, quella del candidato che “rappresenta” le lotte.

Che i candidati si presentino sui luoghi di lotta e facciano prese di posizione a loro sostegno è cosa da valorizzare e rendere pubblica: più ci mettono la faccia, più si espongono, più si compromettono rispetto alle masse popolari. Questo però non basta. Gli operai, i lavoratori e i disoccupati devono pretendere di più, devono pretendere azioni concrete e pratiche, devono testare e sperimentare fino in fondo quanto i candidati alle belle parole facciano seguire i fatti. Le parole agitatorie e simil rivoluzionarie alla De Magistris le abbiamo già sperimentate, ora è tempo di alzare la testa, costringere a fare, prendere in mano l’iniziativa. Questo il criterio principale attraverso il quale valutare il candidato da sostenere.


Cosa bisogna fare, quindi, qui ed ora per usare le comunali in funzione degli interessi delle masse popolari? Con quali azioni concrete? Con quali parole d’ordine?

1. Nessun lavoratore deve essere licenziato!

Gli operai e i lavoratori del territorio organizzino manifestazioni, occupazioni e picchetti contro chiusure, delocalizzazioni delle aziende e lo sblocco dei licenziamenti del governo Draghi. Alimentino l’organizzazione delle tende del lavoro e chiamino tutti gli altri lavoratori, disoccupati e comitati di lotta a unirsi a loro e imporre il sostegno, la partecipazione e la messa al servizio delle lotte dei candidati. Questo devono fare i lavoratori della Whirlpool di Napoli, del porto, della logistica e di tutte le aziende sotto attacco.

2. Libertà di espressione, denuncia e di critica per tutti i lavoratori!

I lavoratori della sanità pubblica, delle aziende partecipate e della manutenzione stradale devono sin da subito organizzare e chiamare gli eletti a partecipare a ispezioni nelle aziende per verificare le condizioni di lavoro e i dispositivi di sicurezza (ci sono tre morti al giorno sui luoghi di lavoro!). I candidati e gli amministratori partecipino, ci mettano la faccia, mobilitino altri a sostenere queste battaglie e finanzino i ricorsi contro le rappresaglie che colpiscono chi denuncia le condizioni insostenibili di lavoro. Dagli ospedali alle fabbriche, dalle aziende partecipate alle scuole, ogni luogo di lavoro diventi un focolaio di lotta!

3. Il diritto alla salute non si tocca!

Il Comitato No alla chiusura dell’ospedale San Gennaro, la Consulta Popolare Sanità e Salute di Napoli e tutte le organizzazioni popolari che si mobilitano per la sanità pubblica, il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente organizzino sin da subito conferenze, mobilitazioni e irruzioni nei comizi elettorali per propagandare le proprie lotte e le misure necessarie a fronteggiare l’emergenza in corso. Organizzino tende della salute, azioni di lotta e giornate di mobilitazione per denunciare lo stato in cui si trova la sanità pubblica e auto-organizzare servizi di solidarietà come tamponi, informazione sanitaria, ispezioni negli ospedali e simili. I candidati devono sostenere, propagandare, partecipare e promuovere decine di azioni e iniziative simili!

4. 10, 100, 1000 nuove occupazioni e picchetti anti sfratto!

Il Comitato Vele di Scampia, la campagna Magnamece ‘o Pesone e tutte le organizzazioni popolari in lotta per il diritto alla casa promuovano picchetti contro gli sfratti voluti dal governo Draghi, facciano irruzione in tutti i comizi elettorali dei candidati per smascherare le belle dichiarazioni e pretendere misure immediate, efficaci e in linea con gli interessi degli occupanti e degli assegnatari ancora senza casa. Un esempio? Rendano pubblico l’elenco degli immobili pubblici sfitti e in disuso della città.

5. La lotta per un lavoro utile e dignitoso per tutti diventi tema centrale della campagna elettorale!

I movimenti dei disoccupati cittadini organizzino scioperi alla rovescia contro il degrado urbano e gli altri mille problemi delle città e diano battaglia per il pagamento di queste giornate di lavoro in tutte le forme possibili (imponendolo all’amministrazione o municipalità locale, attraverso gli espropri proletari, l’erogazione di buoni pasto, l’esenzione imposte e tributi, ecc.), i candidati devono partecipare agli scioperi e alle azioni di lotta, devono industriarsi e usare il proprio ruolo sociale per il pagamento delle giornate di lavoro.

6. Smascherare episodi di vile violenza come quelli accaduti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere!

I familiari dei detenuti, le associazioni di settore e i garanti dei detenuti devono organizzare e chiamare gli eletti a fare ispezioni nelle carceri con la parola d’ordine “dignità e giustizia per la popolazione carceraria, amnistia a tutti i detenuti per reati comuni”.

7. 10, 100, 1000 nuove occupazioni di spazi e centri sociali!

Gli attivisti e i compagni di importanti occupazioni come ex OPG, Villa Medusa, Mensa Occupata, Galleri@rt Mezzocannone Occupato, Cantiere 167, Santa Fede Liberata e tutte le altre realtà occupate promuovano e sostengano nuove occupazioni. Non bisogna aspettare per capire chi sarà il nuovo sindaco, bisogna dare sin da ora battaglia per difendere e conquistare nuovi spazi di lotta, di organizzazione e agibilità politica per le masse popolari.


Lavoratori! Il tamtam di queste settimane dimostra che la campagna elettorale è in corso. La battaglia è già cominciata. Fate di ogni fabbrica, di ogni ufficio, scuola, officina e luogo di lavoro un focolaio di lotta. Costituite comitati di lavoratori, stabilite collegamenti con altri, unitevi al movimento comunista che rinasce nel nostro paese, dichiarate guerra al governo Draghi e impedite che attui le misure lacrime e sangue antipopolari al servizio dei vertici della Repubblica Pontificia. Prendete in mano il vostro futuro. Tanto più la vostra rabbia si trasformerà in organizzazione e forza, tanto più la città e il paese saranno ingovernabili per i nostri veri nemici!

La parola d’ordine generale deve essere: “tutto quello che afferma gli interessi delle masse popolari è legittimo anche se è illegale”. È attraverso il sostegno concreto ad azioni del genere che è possibile comprendere da quale parte il candidato decide di schierarsi, non per una lista, un candidato sindaco o uno schieramento, per le masse popolari. Il punto non è credere alle belle parole, i candidati vanno misurati, prima e dopo le elezioni, in base alla pratica e di questa devono dare conto.

Non si tratta di nomi. Così come sono Bassolino, Clemente, Manfredi, D’Angelo e tutti gli altri, a parte blaterare bene o male dei lavoratori e delle masse popolari, fanno poco o nulla per risolvere quei problemi, per adottare le misure necessarie e schierarsi apertamente dalla parte dei lavoratori, degli operai e dei disoccupati.

Non lasciatevi abbindolare dalle promesse e dal canto delle sirene della borghesia che cerca di salvare il palazzo marcio del suo potere che crolla, né da quelle di coloro che promettono amministrazioni comunali del cambiamento per le masse popolari senza darsi i mezzi per metterle in piedi.


Quella che oggi occorre è un’Amministrazione Comunale disposta a rendere misura operativa quanto deciso dagli organismi di base per i territori e che rifiuti vincoli, legacci e dettami antipopolari del Governo centrale e dell’UE, del Vaticano, degli USA e dei Sionisti, delle Organizzazioni Criminali. Un’Amministrazione Comunale che mobiliti e si mobiliti dentro e fuori Palazzo San Giacomo, che chiami a raccolta organismi operai e popolari per sviluppare le soluzioni concrete ai problemi concreti della nostra città con buona pace di Draghi, Bergoglio e dei loro cagnolini.

Quella che serve è un’amministrazione che prenda in mano la direzione della città e non si limiti a fare denuncia dei mali ma che, ad esempio, si occupi di censire i disoccupati dei vari quartieri, affidargli dei lavori socialmente utili e pagargli la giornata lavorativa. Di lavoro ce n’è tanto da fare e se necessario violare il patto di stabilità, questo va violato. Un’amministrazione del genere non saranno i singoli candidati a metterla in piedi, essa nascerà su spinta e costrizione dei lavoratori e del resto delle masse popolari della città già a partire dalla prossima campagna elettorale. Bene ha fatto il Comitato Vele di Scampia a fare irruzioni ai primi comizi elettorali nel quartiere e a occupare la sede centrale del PD a Napoli, che questa strada si estenda, moltiplichi e sviluppi nel resto della città!


Quella che serve è un’Amministrazione Comunale d’Emergenza!

Usiamo le prossime elezioni del Comune di Napoli per avanzare nella lotta!

Spingiamo in avanti l’organizzazione e costruzione del fronte per cacciare il boia Draghi!


Comitato “Babuskin” del (n)PCI