Ai lavoratori del Monte dei Paschi di Siena

   

6 ottobre 2021. Comunicato numero 27 del Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Ai lavoratori del Monte dei Paschi di Siena: seguite la via aperta dagli operai della GKN!


Finiamola con la linea fallimentare dei sindacati confederali e dei sindacalisti complici!

Sosteniamo l'unità del Collettivo di Fabbrica GKN con i lavoratori di tutte le aziende in lotta!

Cacciamo Draghi e imponiamo il Governo d'Emergenza Popolare!


Unicredit ha deciso di avviare trattative dirette con il Tesoro per l'acquisizione parziale del Monte dei Paschi di Siena (MPS).

La comunicazione di Unicredit è arrivata alla fine di luglio 2021, in contemporanea con la sua presentazione dei conti del primo semestre 2021. Secondo le prime indiscrezioni gli esuberi totali di MPS dopo la eventuale fusione con Unicredit potrebbero essere intorno alle 5000 unità. Si prospettano tagli nelle sedi dei grandi capoluoghi di provincia, nelle direzioni generali di Mantova, Padova e Lecce e fra i lavoratori delle direzioni delle aree territoriali e nei poli di consorzio. Infine circa 2.100 sarebbero i lavoratori in esubero della direzione generale centrale a Siena.

I lavoratori MPS sono all'oscuro di quanto sta accadendo e ignorano quale sarà il loro futuro.

I sindacati confederali (con alla testa la CGIL) dichiarano a più riprese che anche loro ignorano quanto sta avvenendo. Allo stesso tempo fanno finta di organizzare la mobilitazione dei lavoratori. Caso eclatante è stato quello dello scorso 24 settembre: in Toscana i sindacati confederali non hanno mosso un dito per promuovere la partecipazione dei lavoratori allo sciopero che loro stessi hanno indetto per quel giorno.

Dice bene l'Assemblea permanente dei lavoratori GKN riunitasi il 5 ottobre in un suo comunicato, parlando dei dirigenti CGIL: "forse più d'uno pensa che non ci sia altro da fare che cedere". Possiamo togliere senz'altro il "forse": siamo certi che il pensare ai lavoratori come eterni perdenti e il padrone come un dio onnipotente è religione che conta la maggioranza dei credenti nei vertici dei sindacati di regime.

Benissimo ha fatto, contro tutto questo, il gruppo di lavoratori MPS che si è organizzato da sé e si è riunito nella fabbrica occupata dai lavoratori GKN a Campi Bisenzio il giorno dello sciopero del 24 settembre. La strada che devono seguire i lavoratori MPS è proprio questa!

Seguire l'esempio dei lavoratori GKN significa raccogliere la parola d'ordine "Insorgiamo" che vuol dire in primo luogo organizzarsi, cioè formare comitati di lavoratori in ogni filiale MPS.

Bisogna portare l'esempio dei lavoratori GKN tra le decine di filiali MPS minacciate di riduzione e chiusura in Toscana: ciò che ha fatto la differenza alla GKN è che lì c'è un'Organizzazione Operaia attiva da più di un decennio (vedi al riguardo l'intervista a Matteo Moretti pubblicata sul foglio Resistenza di ottobre del Partito dei CARC, www.carc.it). E' il Collettivo di Fabbrica GKN, che ha esperienza di lotta e di intervento all'interno e all'esterno della fabbrica, e che nel corso del decennio ha guadagnato prestigio ed esercita influenza sulle masse popolari che sono sempre più malcontente e insofferenti a fronte di una situazione che peggiora sempre di più e che in più casi precipita, nella Piana di Firenze come del resto in Toscana e in tutto il paese.

Come è stato possibile organizzarsi in questo modo in GKN così è possibile, necessario e impellente farlo in ogni luogo di lavoro e quindi anche in ogni filiale MPS.

Il Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano nel Comunicato del 22 settembre 2021 descrive in modo preciso la linea fallimentare dei sindacati di regime: essa " consiste nel

1. non organizzare la mobilitazione già ai primi segnali premonitori di delocalizzazione o chiusura: subentro di fondi

finanziari nella proprietà dell'azienda; trasferimento dei brevetti, dei macchinari e delle capacità produttive (attraverso trasferte di operai dall'Italia verso sedi estere e viceversa); chiusura dei settori ricerca e progettazione dell'azienda; aumenti di produzione anomali, cioè non giustificati dall'andamento corrente dell'attività produttiva o da commesse straordinarie (quindi che servono a fare magazzino in modo da evadere le commesse in corso prima della chiusura e non perdere neanche un soldo);

2. condurre ogni lotta separatamente dalle altre in nome delle particolarità dell'azienda coinvolta (in nome cioè del fatto che ogni azienda ha una determinata proprietà, fa riferimento ad uno specifico settore produttivo, ha un proprio tavolo istituzionale, ecc.);

3. non lavorare all'unità delle lotte e al coordinamento degli operai coinvolti con la motivazione che "diminuirebbe la

visibilità della singola lotta e quindi minerebbe gli interessi degli operai";

4. limitare gli obiettivi della lotta all'ottenimento di ammortizzatori sociali perché "sono il massimo che è possibile ottenere in tempi di crisi";

5. nel caso in cui la lotta è diretta da gruppi di operai organizzati con capacità di azione indipendente dal sindacato, assecondare la loro lotta e far leva su questo per mantenerla "dentro" l'orizzonte dei tavoli istituzionali, per tirare per le lunghe, per depotenziare le spinte a forme di lotta radicali, ecc.

Farla finita con questa linea fallimentare dei sindacati di regime e dei sindacalisti complici è possibile, anche solo perché risponde alla necessità comune a ogni lavoratore di aziende minacciate di delocalizzazione e chiusura di difendere efficacemente il proprio posto di lavoro".

Il confronto tra i lavoratori MPS e GKN del 24 settembre è un primo passo. Il passo successivo è l'adesione e la partecipazione allo sciopero generale del'11 ottobre indetto dai sindacati di base. Passo dopo passo anche in MPS i lavoratori possono aprire una nuova strada che è quella dove i lavoratori decidono del loro futuro. Quando i lavoratori si organizzano e si coordinano seguendo un obiettivo chiaro non c'è sindacato complice o di regime che tenga! Nessuno li può fermare.

La lotta dei lavoratori MPS, quella dei lavoratori GKN, lo sciopero generale del'11 ottobre devono darsi l'obiettivo di

cacciare il governo Draghi, devono unirsi nella lotta per cacciarlo e con chiunque lotta per cacciarlo e devono imporre un governo che attua le misure di emergenza che servono alle masse popolari, a partire

1. dal vietare la vendita di aziende sia ai gruppi industriali esteri che per loro natura sfuggono all'autorità dello Stato Italiano, sia ai fondi di investimento che usano le aziende come carte nel gioco d'azzardo della speculazione finanziaria,

2. dall'impedire lo smembramento delle aziende, la riduzione del personale, la chiusura e la delocalizzazione,

3. dall'imporre a ogni azienda che opera in territorio italiano di sottoporre i propri piani industriali a un Ministero dello Sviluppo Economico vero, piani fatti per ottenere il benestare dal punto di vista della qualità dei prodotti, dell'occupazione e dell'impatto ambientale.

Senza queste misure basilari è inutile parlare di difesa dei posti di lavoro, di sviluppo economico del paese.

La riscossa delle masse popolari, come è cominciata alla GKN, può crescere, consolidarsi e vincere, fino alla formazione di un un Governo di Emergenza Popolare e poi ancora fino alla vittoria della rivoluzione socialista!


Operai e lavoratori, costruiamo la rivoluzione socialista!

Arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!

Impariamo a sognare, a pensare, a vedere oltre l'orizzonte della società borghese!

Costruiamo Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, istituzione pubblica e in ogni territorio!


Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it, dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP). Comunicazioni con il CdP Aurora al recapito theaurors@netcourrier.com

Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano