Agli operai sotto attacco del padrone e dello Stato diciamo "Riunirsi e organizzarsi segretamente!"
Sui risultati delle elezioni della RSU all'Hitachi Rail di Pistoia

   

Comitato Ho Chi Minh

del (nuovo) Partito comunista italiano

Comunicato n. 7

5.03.2020

Il 24 e il 25 febbraio si sono svolte le elezioni delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) all'Hitachi Rail di Pistoia. L'Unione Generale dei Lavoratori (UGL) ha raggiunto un ottimo risultato: si è affermata come primo sindacato tra gli operai riuscendo a eleggere 2 delegati nelle RSU e 1 RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza). Di questo risultato ci complimentiamo ed è giusto che UGL abbia esultato per il buon esito ottenuto nelle officine. Tra gli impiegati invece il risultato è stato tutt'altro, con una netta affermazione della FIM (la federazione dei metalmeccanici della CISL). Qual è il motivo di ciò? Quali insegnamenti i sindacalisti di UGL ne possono ricavare?

Il successo che UGL ha ottenuto tra gli operai attiene tra le altre cose al ruolo che ha assunto nel momento in cui si è messa alla testa della battaglia in difesa di Riccardo Colligiani (anche conosciuto come Regio) quando è stato messo alla porta dall'azienda per via dei suoi problemi di salute. In quell'occasione UGL ha organizzato i lavoratori che, in segno di protesta contro l'ennesimo atto di fascismo padronale, hanno bloccato la produzione determinando il reintegro dell'operaio.

Questo episodio conferma che nel momento in cui c'è un centro autorevole che si mette alla testa della mobilitazione; che risponde agli attacchi del padrone in modo convinto e compatto, la classe operaia è pronta a seguirlo, a riconoscerlo e a premiarlo. Questo è il motivo per cui UGL ha guadagnato consensi tra la classe operaia delle officine nelle elezioni del 24 e del 25 febbraio.

Lo stesso non è successo quando Antonio Vittoria è stato demansionato, cioè è stato spostato dagli uffici nelle officine perché non ha voluto piegarsi alla volontà dei padroni (mentre un altro operaio, delegato CISL, che a quella volontà si è piegato è passato dalle officine agli uffici): in quell'occasione, infatti, né UGL, né Vittoria stesso hanno risposto all'attacco dei vertici dell'azienda. Agli occhi dei lavoratori chi non difende se stesso non saprà nemmeno difendere gli altri. È per questo che non guadagna fiducia e autorevolezza e se ce l'ha la perde. I lavoratori degli uffici dunque hanno dato più voti a FIM perché non hanno trovato in UGL quel punto di riferimento quale invece è stato per i lavoratori delle officine nella mobilitazione in solidarietà al Regio.

 La lotta di classe si regola secondo leggi e sono leggi che non ammettono eccezioni: una è che quando il nemico attacca la risposta dev'essere pronta e più dura dell'attacco stesso. La linea del "stare calmi", del trattare al ribasso, del far calmare le acque, non paga non solo perché compromette la propria autorevolezza tra i lavoratori ma anche perché presta il fianco a nuovi e peggiori attacchi da parte del nemico. Sono modi di fare che lasciamo al clero, abituato alle trattative sottobanco, a livello personale, dove non a caso è normale che quanto promesso non viene mantenuto, dove regna l'ipocrisia più putrida, dove l'apparenza è il contrario della sostanza e dove la forma è vuota di contenuto. Sono modi di fare che lasciamo a tutti quei politici, sindacalisti e intellettuali che si spacciano come gente di sinistra, come difensori dei lavoratori, e magari addirittura come comunisti e che non perdono occasione per tradire la classe operaia, per denigrarla, per tentare di annichilirla. Il primo PCI, che aveva conquistato la fiducia della classe operaia con la Resistenza contro il nazifascismo, fu condotto a piegarsi al clero di Roma e alla sua ipocrisia subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, accettando di mettere in Costituzione il Concordato che il regime fascista aveva stipulato con la Chiesa di Roma. È in quegli anni lontani che comincia la lenta degenerazione del Partito comunista, fino al momento in cui cessa di vivere, sulle sue rovine crescono parassiti come Matteo Renzi e si spegne la volontà di lotta  anche in quei sindacati che sono cresciuti a fianco del primo PCI, come la CGIL e il suo sindacato dei metalmeccanici, la FIOM.

UGL è sorta dentro Hitachi appunto in alternativa alla FIOM che non seppe portare fino in fondo la battaglia degli operai della fabbrica avvelenati e poi uccisi dall'amianto, quelli che ancora oggi sono in lotta e che parleranno nell'assemblea pubblica del 7 marzo a Pistoia (a cui vi invitiamo a partecipare: è presso il Circolo Arci di Pontelungo, Via provinciale lucchese n. 85, dalle 17). UGL è cresciuta e si è rafforzata nel momento in cui si è posta come alternativa all'andazzo dei sindacati di regime e filo padronali e il consenso degli operai lo mantiene e lo accresce solo nella misura in cui continua a incarnare e a rappresentare con azioni concrete una politica differente da quella perpetrata dai sindacati di regime e filo padronali.

Operai, la situazione economica si aggrava, in particolare sul fronte dello smantellamento dell'apparato produttivo. Gli attacchi dei padroni nelle aziende si fanno più intensi (reparti confino, licenziamenti punitivi, demansionamenti, mobbing) perché più intensa si fa la resistenza che giorno dopo giorno cova e cresce come fuoco sotto la cenere in ogni reparto, in ogni officina, in ogni ufficio.

Di fronte alla repressione dell'azienda la risposta è in tre passi:

- il primo è resistere alla repressione, che vuole dire non arretrare di un passo davanti all'attacco nemico e denunciare pubblicamente l'attacco subito;

- il secondo è lottare contro la repressione, che vuole dire dare voce alla denuncia e mobilitare nella maniera più ampia e dispiegata possibile i lavoratori dentro e fuori dall'azienda;

- il terzo consiste nel costruire la rete di solidarietà fuori e dentro la fabbrica; alimentare il fronte di lotta alla repressione come hanno fatto, e continuano a fare, gli operai del Si COBAS di Prato che da mesi si stanno mobilitando contro le multe ricevute dopo aver organizzato presidi e picchetti davanti all'azienda che non li paga da otto mesi, così come prescritto dall'art. 23 del Decreto Sicurezza di Matteo Salvini.

 

Ribadiamo con forza e senza tregua l'appello a organizzarsi pubblicamente in organizzazioni operaie che si occupano dei problemi della fabbrica e che escono dalla fabbrica per legarsi strettamente al resto delle vertenze e delle battaglie presenti sul territorio. Allo stesso tempo formate strutture clandestine dentro la fabbrica, Comitati di Partito che grazie alla clandestinità hanno garanzia di continuità della propria esistenza e azione e che con questa azione rafforzano la struttura pubblica. Il padrone non è in grado di disgregare e nemmeno di censurare un Comitato di Partito, di imbavagliarlo con l'obbligo della fedeltà aziendale, di licenziare coloro che lo animano perché non conosce da chi esso è formato.

La clandestinità permette una libertà d'azione che è sconosciuta al nemico.

La clandestinità garantisce massima agibilità a chi è deciso a lottare ed è garanzia anche per chi si organizza pubblicamente perché il padrone vede che più attacca chi si espone pubblicamente, più spinge a organizzarsi clandestinamente.

La clandestinità crea una contraddizione insanabile nel campo nemico di cui ogni lavoratore deve giovarsi per portare avanti la propria battaglia contro le condizioni da campo di concentramento che sempre di più i padroni impongono sui posti di lavoro.

La fabbrica è degli operai, delle generazioni di operai che la hanno fatta vivere da cento anni e più a oggi!

I padroni stranieri e italiani non hanno alcun diritto di dettare legge e di decidere della vita degli operai o della loro morte, come quando li hanno avvelenati per l'amianto, nè hanno diritto di spremerli fino che sono in salute e sfruttare le loro migliori energie, nè hanno diritto di umiliarli e obbligarli a mettersi in ginocchio! Basta chinare la testa! Il futuro è  nostro, solo nostro!!!

 

Operai, lavoratori, arruolatevi nel (nuovo) Partito comunista italiano!

Osate sognare, osate pensare, osate guardare oltre l'orizzonte della società borghese, con la libertà che la condizione clandestina consente al partito della classe operaia.

Uniti nel Partito sarete invincibili!

 

Comitato Ho Chi Minh del (nuovo) Partito comunista italiano

 

Per informazioni , vedi il sito del (nuovo) Partito comunista italiano in www.nuovopci.it, dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP)