Imparare dall’esperienza del movimento NO TAV per una resistenza efficace agli effetti del programma comune della borghesia imperialista!

     

Comunicato n.3 del Comitato di Partito “Antonio Gramsci” del (nuovo)Partito Comunista Italiano

31.12.2020


Lo scorso 15 dicembre la stampa di regime ha dato ampio spazio alle dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli (la sostenitrice degli interessi dei Benetton nella questione revoca concessioni autotostrade) che ha comunicato l’ennesimo rinvio dei termini di conclusione dell’inutile, costoso e dannoso tunnel del TAV (Treno Alta Velocità) da Torino a Lione. De Micheli ha annunciato che i lavori non termineranno nel 2030 bensì nel 2032. Quindi si allunga il mangia mangia di affaristi e criminali del TAV ma si protraggono i tempi per la conclusione dell’opera. Questa è solo l’ultima delle numerose dimostrazioni della giusta linea seguita dal movimento NO TAV nella sua trentennale resistenza e che bisogna finirla con questa opera inutile e costosa.

 

A livello nazionale ma in misura maggiore in Piemonte la realizzazione del TAV è diventata la bandiera dei capitalisti, delle organizzazioni criminali e degli speculatori di ogni sorta. Si sprecano le collusioni tra ‘ndrangheta, sistema politico delle larghe intese (con in testa il PD), padroni e padrini delle associazioni padronali, uniti per banchettare sulla devastazione della Val Susa.

 

Sul fronte opposto, la lunga e articolata lotta contro il TAV è diventata una bandiera di riscossa delle masse popolari contro il programma comune della borghesia imperialista attuato negli ultimi 40 anni: eliminazione conquiste e diritti dei lavoratori e delle masse popolari, devastazione dell’ambiente e dei territori, distruzione dell’apparato produttivo, smantellamento di sanità e scuola pubbliche, partecipazione alle missioni di guerra degli USA e NATO, degrado morale e culturale, ecc.

 

Attraverso la sua esistenza il movimento NO TAV ha accumulato un notevole bagaglio di esperienze. Dai metodi e dalle forme di lotta che esso ha sperimentato nella sua storia possono e devono attingere tutti gli organismi attivi nel promuovere il movimento di resistenza della classe operaia e delle masse popolari. A distanza di 30 anni dalla sua nascita, il movimento NO TAV non è più soltanto un esempio di lotta popolare degli abitanti di un territorio circoscritto ma un simbolo di riscossa popolare di valenza nazionale. Come è riuscito a diventarlo? Agli abitanti della Val Susa e ai numerosi solidali che la lotta ha attratto non sono mancati eroismo e coraggio, tuttavia il movimento NO TAV è arrivato ad assumere questo ruolo politico anzitutto perché nel corso della sua storia ha seguito una linea principalmente giusta, adeguata alle caratteristiche della fase in cui è entrato il mondo con l’esaurimento della prima ondata delle rivoluzioni proletarie (1917-1976) e alla conseguente debolezza del movimento comunista. È la storia mondiale degli ultimi 40 anni, i cui tratti salienti sono stati:

 - lo sviluppo della seconda crisi generale del capitalismo (iniziata nel 1975 ed entrata nel 2008 nella sua fase acuta e terminale, per via dell’inizio della crisi finanziaria permanente e dell’aggravamento della devastazione ambientale e sociale) e il conseguente sviluppo del movimento di resistenza delle masse popolari che la crisi ha suscitato nel nostro paese e ovunque nel mondo,

- la ripresa in mano della direzione del corso delle cose da parte della borghesia imperialista nella forma dell’attuazione del suo programma comune e l’inizio della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato in un contesto di sbandamento del movimento politico della classe operaia e delle masse popolari provocato dalla sconfitta subita dal movimento comunista cosciente e organizzato per opera, prima dei revisionisti moderni (il PCI di Togliatti e Berlinguer) e poi dalla sinistra borghese di Bertinotti &C;

- la rinascita del movimento comunista che è in corso, in cui si inserisce l’opera trentennale dei comunisti della Carovana del (n)PCI.

 

Come contributo al rafforzamento del movimento delle organizzazioni operaie e popolari attive nella regione e nel paese riassumiamo quelli che a nostro avviso sono gli 8 principali metodi di lotta alla base dei successi e dell’efficacia della lotta NO TAV.

 

1. Protagonismo popolare. Il movimento NO TAV, fin dalle sue origini, fonda la sua azione sul protagonismo e sulla partecipazione organizzata degli elementi delle masse popolari che sono suoi militanti e sostenitori. Il movimento NO TAV è un movimento spontaneo sorto per realizzare una rivendicazione da senso comune come è appunto la cessazione del progetto dell’inutile e costoso tunnel Torino-Lione, la difesa dell’ambiente e dei territori. Il movimento NO TAV è un movimento organizzato: la sua azione poggia sulle organizzazioni popolari cui ha dato vita (i vari comitati territoriali NO TAV, i coordinamenti tra comitati, ecc.), sulle reti di relazioni che ha generato, sul calendario di eventi e attività ordinarie che porta avanti che negli anni hanno permesso alla lotta NO TAV di trasformare la solidarietà e la partecipazione spontanea alle sacrosante ragioni della lotta in una forza capace di protrarsi negli anni e nei decenni. Da questo ingrediente fondamentale della lotta NO TAV ricaviamo l’insegnamento che il primo passo perché le lotte di resistenza abbiano un sano e positivo sviluppo è lavorare per costruire organismi operai e popolari. Dalle fabbriche ai quartieri, dalle scuole alle università, dagli ospedali al resto dei servizi, il primo passo è costituire organismi che riuniscano e valorizzino la partecipazione di tutti coloro che, situazione per situazione, incarnano spontaneamente la tendenza ad organizzarsi, coordinarsi e mobilitarsi per raggiungere uno specifico obiettivo.

 

2. Promotori e dirigenti determinati a vincere. Perché un movimento di lotta possa crescere e svilupparsi esso deve esprimere dei promotori decisi a vincere e capaci di infondere fiducia e determinazione nei partecipanti alla lotta. Dei promotori in grado di orientare il movimento su una linea giusta, che porti allo sviluppo e al successo della lotta e alla risoluzione delle difficoltà e dei problemi che essa incontra in corso d’opera, perché adotta una tattica flessibile mantenendo la fermezza strategica (il TAV non si deve fare) e non teme le intimidazioni e la repressione della borghesia e dei suoi apparati polizieschi e giudiziari (che agiscono per conto del sistema TAV). È questa la meritoria opera che nella storia del movimento NO TAV hanno svolto figure note come Nicoletta Dosio e Alberto Perino e altre meno note provenienti da un insieme variegato di aree politiche: dagli anarchici ai centri sociali ai gruppi reduci degli anni ’70 (Autonomia, Organizzazioni Comuniste Combattenti ecc.), dagli ambientalisti ai cattolici di base, dalla vecchia sinistra borghese del PRC alla nuova sinistra borghese del M5S, ecc. Un insieme di esponenti provenienti da aree politiche molto diverse tra loro ma che, al netto delle differenze, hanno realizzato una solida unità d’azione nel promuovere la lotta NO TAV e nell’animare i numerosi organismi su cui poggia l’attività del movimento. L’esperienza del movimento NO TAV insegna ai compagni con la bandiera rossa nel cuore variamente collocati e a chi è attivo in organismi che si  occupano della lotta contro il catastrofico corso delle cose che per costituire “molte Val di Susa” nel resto della regione e nel paese è necessario rompere con il settarismo e concepire l’importanza dell’unità d’azione contro il nemico comune. Per farlo occorre prendere ispirazione dall’unità d’azione messa in campo dai vari esponenti e gruppi che negli anni hanno promosso e diretto il movimento NO TAV: unirsi per portare sostegno alle lotte di resistenza, unirsi per fornire strumenti e metodi perché queste possano svilupparsi, unirsi per fomentare e promuovere la costituzione di organismi operai e popolari. Questa è la giusta concezione dell’unità d’azione ricavabile dall’esperienza del movimento NO TAV.

 

3. Agire da Nuova Autorità Pubblica. Nella sua storia il movimento NO TAV ha costantemente combinato la lotta per rivendicare la cessazione del progetto TAV con la mobilitazione di tecnici per lo studio del progetto, con lo svolgimento di iniziative autorganizzate per ostacolare la prosecuzione dei cantieri ed imporre gli interessi delle masse popolari al di là della volontà delle istituzioni (colluse con il sistema TAV). È questo un esempio di metodo d’agire da Nuova Autorità Pubblica. Il movimento NO TAV deve alla combinazione di questi tre aspetti nella sua azione la ragione principale dei risultati ottenuti in termini di rallentamento del progetto TAV e forza politica acquisita. La sua esperienza insegna ad ogni organismo operaio e popolare che per resistere efficacemente non basta rivendicare con determinazione che questa o quella ingiustizia non abbia compimento. Occorre organizzarsi per contrapporre al potere dello Stato e dei capitalisti il potere delle masse popolari organizzate che con la propria mobilitazione intraprendono ogni iniziativa e misura utile al successo della lotta (senza mai limitarsi a fare la “tifoseria” di uno schieramento politico o sindacale né aspettarsi soluzioni dalle forze politiche che sono espressione degli interessi dei grandi capitalisti).

 

4. È legittimo ciò che è conforme agli interessi della lotta NO TAV. Il movimento NO TAV ha abbastanza sistematicamente fatto valere come proprio principio d’azione che è legittimo ogni atto, forma e metodo di lotta che alimenta la mobilitazione contro il TAV anche se è illegale. Le ricorrenti manifestazioni che il movimento organizza nei luoghi vietati nei dintorni del cantiere TAV, le violazioni dei fogli di via che gli apparati repressivi comminano ai militanti del movimento, le azioni militanti contro le forze dell’ordine schierate a presidio del cantiere, ecc. sono alcune delle iniziative con cui il movimento NO TAV attua questo principio d’azione. Esso ha avuto una funzione fondamentale nel protrarsi della vita del movimento: la lotta NO TAV si sarebbe infatti estinta se si fosse fatta legare le mani dall’occupazione militare del territorio, dai divieti, dalle minacce e dagli ostacoli vari frapposti dal nemico. Questo quarto metodo di lotta del movimento NO TAV insegna a tutto il movimento delle organizzazioni operaie e popolari che non c’è divieto che tenga se chi promuove e anima la lotta è determinato a perseguire i propri obiettivi. È un insegnamento particolarmente importante nel quadro del crescente inasprimento della repressione che colpisce i movimenti di lotta.

 

5. Promuovere il coordinamento dei movimenti e degli organismi di lotta contro la crisi ambientale. Un ulteriore storico punto di forza del movimento NO TAV è l’attivismo con cui nel corso della sua storia ha sempre promosso il coordinamento con gli altri movimenti e organismi attivi nella lotta contro le devastazioni ambientali. È questa la base su cui il movimento NO TAV ha costruito il suo peso politico nazionale, esportando i propri insegnamenti per la moltiplicazione dei focolai di resistenza alle devastazioni ambientali, portando solidarietà concreta alle altre lotte in corso ed estendendo la solidarietà per la lotta in corso in Val Susa. È questo un quinto caposaldo dell’azione del movimento NO TAV da cui ogni organismo operaio e popolare può trarre ispirazione per rafforzare la propria lotta. Insegnamento particolarmente utile per esempio per le numerose lotte contro chiusure e delocalizzazioni di aziende che scontano la gestione corporativa e azienda per azienda di queste lotte messa in atto dai sindacati di regime.

  

6. Mobilitare il più vasto fronte di solidarietà e sostegno alla lotta. Il movimento NO TAV nel corso della sua storia si è sistematicamente avvalso di esponenti autorevoli del movimento delle masse popolari (tecnici, intellettuali, sindacalisti, politici, amministratori) che associando la loro immagine alla lotta NO TAV hanno contribuito ad allargarne il suo seguito e la sua autorevolezza. Negli anni leader della vecchia sinistra borghese (PRC) e della nuova sinistra borghese (M5S), del movimento sindacale e della società civile hanno prestato la propria immagine a sostegno del movimento NO TAV che mantenendo ferma la sua indipendenza e autonomia se ne è servito per ingrossare le file del suo seguito popolare. Questo è un altro insegnamento reso dalla lotta NO TAV a tutto il movimento di resistenza delle masse popolari al procedere della crisi: sviluppare la lotta su due gambe, mettendo al centro la mobilitazione popolare (prima gamba) ma incrementandola ed alimentandola con lo schieramento di esponenti autorevoli dalla parte delle ragioni della lotta (seconda gamba).

 

7. Intervenire nelle contraddizioni del campo nemico. Nella sua storia il movimento NO TAV ha praticato a più riprese una linea di condotta senza esclusione di colpi combinando lo sviluppo della mobilitazione popolare con l’intervento nelle contraddizioni del campo nemico. Per campo nemico intendiamo i gruppi d’interesse fautori del TAV (capitalisti, organizzazioni criminali, ecc.), il sistema dei partiti delle larghe intese (polo PD e satelliti, polo Berlusconi e satelliti), le istituzioni para statali collegate all’opera (TELT), gli apparati repressivi (magistraura, forze dell’ordine, ecc.) e infine il sistema delle Amministrazioni Locali (Regione, Comuni, ecc.). Sono due le principali modalità di manovra adottate:

- creare uno schieramento dichiaratamente NO TAV nell’anello debole del campo nemico, gli amministratori locali dei Comuni della Val Susa, l’articolazione del potere statale più vicina alle masse popolari e proprio per questo più facilmente condizionabile dalla lotta NO TAV,

- isolare e colpire, con azioni di boicottaggio e sabotaggio, forze e gruppi d’interesse aperti fautori della costruzione del TAV: dalle aziende capitaliste che lucrano sullo sviluppo del cantiere alle forze dell’ordine impiegate come forza d’occupazione della valle.

Nell’esperienza del movimento NO TAV questo metodo di lotta ha contribuito ampiamente a rendere ingestibile la situazione nel campo istituzionale. Lo schieramento NO TAV di numerose Amministrazioni Locali e le numerose e creative iniziative da queste intraprese per contribuire alla lotta hanno ripetutamente e con successo ostacolato l’avanzamento del cantiere. Analogamente le iniziative di boicottaggio e sabotaggio, combinate all’insieme delle attività messe in campo dal movimento per allargare la mobilitazione, hanno rappresentato un ottimo strumento di lotta per fiaccare le forze del campo nemico e promuovere il disfattismo nelle sue file.

Questo è un settimo metodo di lotta che il movimento NO TAV insegna al resto del movimento delle organizzazioni operaie e popolari. Una lotta di resistenza per svilupparsi può e deve anche giovarsi delle contraddizioni che suscita nel campo nemico ed utilizzarle per conseguire il successo della lotta.

 

8. Resistenza alla repressione. Concepire la resistenza alla repressione come terreno d’azione per il rafforzamento della lotta al TAV, per accrescere lo schieramento solidale con le ragioni del movimento e rendere ingestibile la situazione ai fautori del TAV. È esemplare la campagna condotta dal movimento NO TAV nel 2019 contro l’arresto e la traduzione in carcere della compagna Nicoletta Dosio. L’atto di disobbedienza della compagna Dosio ai dispositivi che le imponevano gli arresti domiciliari mandò in tilt la catena di comando della repressione. Portò alla ribalta la repressione contro il movimento NO TAV e mostrò all’opinione pubblica la giustizia di classe vigente nel nostro paese, che dispiegava ingenti forze per arrestare una militante NO TAV mentre consentiva di farla franca ad ogni genere di criminale affiliati ai centri del potere reale del nostro paese (Mafia, Vaticano, Confindustria, ecc.).

 Con questo ottavo metodo di lotta il movimento NO TAV insegna al movimento delle organizzazioni operaie e popolari che la repressione statale non è una scure invincibile, che è possibile resistere alla repressione e ritorcere gli attacchi repressivi contro chi li sferra.

 

Questi 8 punti sono apporti che l’esperienza del movimento NO TAV mette a disposizione di tutto il movimento delle organizzazioni operaie e popolare ma sono prima di tutto apporti utili all’elevazione dell’azione della parte più cosciente, determinata e avanzata del movimento NO TAV stesso. Affinchè esso si appropri degli insegnamenti della sua esperienza e li utilizzi sistematicamente per elevare e rendere più incisiva la sua azione. Sono le basi attorno a cui costruire il futuro della resistenza al TAV e perché questa prosegua con successo. Il loro impiego sistematico nella lotta in corso è la condizione minima perché la resistenza si sviluppi. È la soluzione alla sfiducia, latente in molti generosi militanti NO TAV, secondo cui “è stato fatto tutto il possibile” ma “la costruzione del TAV va avanti”. L’esperienza insegna che è possibile resistere “ad oltranza” (come esclamato da Alberto Perino nel suo discorso dell’8 dicembre a Venaus). Per farlo occorre combinare in maniera creativa, senza sosta e senza tregua, tutti i metodi di lotta sperimentati in decenni di mobilitazione NO TAV, approfittando della crisi politica in corso nel sistema di potere della borghesia. Ciò non basta per vincere contro i fautori del TAV e delle altre grandi opere inutile, dannose e costose ma è il primo passo per costruire le condizioni per vincere. Queste sono inseparabili dalla lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, obiettivo per il quale è oggi possibile lottare creando le condizioni per imporre un governo di emergenza popolare, per opera delle (e al servizio delle) organizzazioni operaie e popolari. L’unico governo in grado di prendere le misure più urgenti ed elementari per affermare gli interessi delle masse popolari e passare sopra il dominio di classe dei capitalisti, l’unico in grado di chiudere con il TAV e le altre mille opere e produzioni inutili e dannose.

Il distacco tra masse popolari e sistema politico borghese cresce senza posa, pone condizioni oggettive molto favorevoli all’affermazione di questa via. Dalla breccia aperta nel sistema politico con le elezioni del 4 marzo 2018, alla variegata resistenza contro la gestione capitalista dell’emergenza sanitaria, al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre scorso, numerose sono le dimostrazioni dell’insubordinazione montante delle masse popolari.

Il movimento NO TAV può e deve alimentare questo distacco osando violare restrizioni e gli appelli “a stare a casa” e rafforzando la resistenza all’avanzamento del cantiere. Il movimento NO TAV può e deve contribuire a far sorgere e aumentare di numero la rete delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari che con la loro mobilitazione costringeranno i vertici della Repubblica Pontificia ad ingoiare l’instaurazione di un governo di emergenza popolare. Il movimento NO TAV può e deve sostenere e spingere gli eletti M5S che non vogliono rendersi complici del PD, di Conte e dei poteri forti ad intraprendere una serrata attività di denuncia e sabotaggio di ognuno degli iter parlamentari riguardanti il TAV. Che sia l’azione di questi eletti M5S a rendere traballante il governo Conte II e non i ricatti di Renzi e delle fazioni dei poteri forti di cui è espressione. Anche questo è agire nelle contraddizioni del campo nemico per favorire il successo della lotta NO TAV.

 

Assimilare gli insegnamenti della lotta NO TAV per vincere la borghesia imperialista e farla finita con il suo sistema di potere!

Avanti verso un governo d’emergenza che dia forza di legge alle azioni di resistenza e di organizzazione della classe operaia e delle masse popolari: il Governo di Blocco Popolare!

La riscossa delle masse popolari è possibile e necessaria! Ciascuno può e deve dare il suo contributo!

Unitevi al (nuovo)Partito Comunista Italiano per consolidare e rafforzare lo stato maggiore della costruzione della rivoluzione socialista in Italia!

 Organizzarsi clandestinamente in Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, università, zona di abitazione!

Avanti con la rivoluzione che instaurerà il socialismo!

 

Per mettersi in contatto con il CdP “Antonio Gramsci” potete scrivere alla casella cdp-gramsci-npci@riseup.net

seguendo le istruzioni per la corrispondenza protetta tramite TOR e il sistema di criptazione PGP che trovate sul sito www.nuovopci.it

 

NO TAV FINO ALLA VITTORIA!

 

LA MAFIA DEL TAV SIEDE IN PREFETTURA, QUESTURA E TRIBUNALE: SMASCHERIAMO I MEMBRI DELLA CUPOLA! ACCUSIAMO GLI ACCUSATORI!

 

Stampare, riprodurre e affiggere con le dovute cautele la locandina riportata qui sotto