Sulle scritte del (n)PCI a Livorno

   

30.01.2020 - Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano - Comunicato n. 14

 

Sulle scritte del (n)PCI a Livorno.

Il compagno Lenny Bottai dice che siamo fuori dal mondo perché siamo clandestini... ma è davvero così?

 

Il compagno Lenny Bottai dirige la sezione di Livorno del Partito comunista di cui è segretario Marco Rizzo. Il 19 gennaio il compagno Bottai ha trovato scritte che inneggiavano a Gramsci e al (nuovo)Partito comunista italiano in uno dei quartieri popolari di Livorno. Le scritte erano su un muretto che, a detta del compagno Bottai, tempo addietro è stato pulito dagli abitanti del quartiere e le nostre scritte metterebbero in difficoltà i comunisti che vivono il quartiere come lui: lo obbligano, tra le altre cose, a dire che il partito comunista di cui lui è membro non ne è autore, ma lo è un altro partito comunista e cioè il (n)PCI. Da questi e altri commenti del compagno Bottai è sortito un battibecco su Facebook durato un paio di giorni riguardo a cui non interveniamo. Riportiamo solo alcune critiche del compagno Bottai perché preziose per il dibattito che oggi chiunque si dichiara di essere comunista deve promuovere. Lo facciamo con scienza e coscienza. Quanto alle scritte farle è stato giusto e anzi parecchie altre bisognerà farne con sempre maggiore conoscenza del territorio in cui operiamo: già solo il fatto che hanno scatenato il dibattito sul ruolo dei comunisti e sul rapporto tra comunisti e masse è segno che sono scritte giuste.

Il compagno Bottai dice: “Il (nuovo)Pci è un partito clandestino, perciò fuori dal mondo, slegato dalle masse popolari tanto da essere obbligato a farsi pubblicità con scritte murali alla coda di manifestazioni come quella promossa del 18 gennaio”, manifestazione di cui questo Comitato di Partito ha parlato nel suo Comunicato 13 (vedi www.nuovopci.it/comdipar/a2020/CdP_Aurora_13/CdP_Aurora_13_99esimo_fondazione_PCI.html).

Noi insistiamo continuamente sulla questione della clandestinità del partito e del perché è possibile e necessaria, perché è una cosa nuova e quindi richiede di essere analizzata e sperimentata, anche da noi, anche entro il Partito. Grazie quindi al compagno Bottai che ci dà occasione di tornare sull’argomento.

L’obiezione del compagno Bottai, infatti, serve per capire meglio cosa significa la clandestinità di un partito comunista in un paese imperialista come l’Italia. La storia ce lo fa capire: i partiti comunisti che hanno fatto le cose più grandi al mondo erano partiti clandestini. Era clandestino il partito che ha conquistato il potere in Russia con la Grande Rivoluzione d’Ottobre del 1917, era clandestino il Partito comunista cinese che ha preso il potere in Cina nel 1949, era clandestino il Partito comunista italiano che ha condotto la guerra di Resistenza contro i nazifascisti. Qualcuno può dirci che quei partiti erano clandestini per forza, perché obbligati a esserlo da regimi reazionari o fascisti. Dovremmo quindi aspettare che sia il nemico a metterci fuorilegge per intraprendere il percorso verso le vittorie più grandi e decisive? Perché non essere clandestini per scelta, anziché per forza? Perché non anticipare le mosse del nemico?

È sempre la storia a insegnarci che dove il partito non si è costruito nella clandestinità abbiamo perso dirigenti preziosi, uccisi dal nemico di classe. È successo, tra i tanti, a Rosa Luxemburg e ad Antonio Gramsci. Ma poi, è possibile che la borghesia imperialista consenta a un partito comunista di crescere nel suo seno fino al punto di farlo diventare un esercito capace di toglierle il potere? È possibile che in Italia la classe dominante lo consenta? Sappiamo che è una classe che non esita a darsi le proprie organizzazioni clandestine come Gladio, associazione armata anticomunista costituita in accordo con gli imperialisti Usa subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, per non parlare della Massoneria, delle Organizzazioni Criminali e di tutto quanto di segreto e criminale c’è in Italia. Sappiamo che questi membri della borghesia imperialista si ammazzano anche tra di loro, come è stato nel caso di Sindona e Calvi, per dirne solo due. In questa classe gli uni decidono di uccidere gli altri quando minacciano i loro interessi privati, e quindi se emerge un singolo o un partito che minaccia l’intera classe, sicuramente la borghesia imperialista metterà in campo ogni  risorsa per eliminarlo, in modo segreto o aperto, con massimo dispendio di uomini e mezzi e con continuità, così come ha fatto, senza successo, con la Carovana del (n)Pci per quattro decenni.

Chi intende mettersi all’opera per la costruzione della rivoluzione socialista è bersaglio della repressione ancora prima che inizi a farlo. Anzi, la repressione della borghesia imperialista contro noi comunisti è un segnale che siamo sulla strada giusta: la borghesia imperialista non spreca risorse contro soggetti che si dichiarano comunisti e magari rivoluzionari ma che lei sa essere, in definitiva, innocui. La borghesia imperialista ha rinchiuso Gramsci e lo ha fatto uscire solo quando era in fin di vita, ma ha lasciato libero Amadeo Bordiga, che pure con Gramsci era stato fondatore del primo Pci. Perché? Perché Gramsci era il dirigente che poteva condurre il partito alla vittoria mentre Bordiga con la sua linea mai sarebbe stato capace di costruire un partito comunista in grado di sconfiggere il fascismo e di portare avanti la costruzione della rivoluzione socialista in Italia, cosa che il Congresso del primo Pci a Lione dichiarò possibile e necessaria, quello stesso Congresso in cui Bordiga fu giustamente messo in minoranza e infine messo da parte.

 

Un partito clandestino è fuori dal mondo?

Quale mondo? All’inizio di questo secolo ci sono stati movimenti delle masse popolari convinti che un altro mondo è possibile, e subito aggiungemmo insieme a tanti altri che non solo è possibile, ma è necessario. Oggi diciamo che non solo è possibile e necessario, ma che c’è: è il mondo che prende forma nelle organizzazioni operaie e popolari e nell’opera del (nuovo)Partito comunista italiano per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. I mondi quindi sono due. Operare nella clandestinità significa operare fuori dal mondo governato dalla borghesia imperialista e progressivamente lasciarsi alle spalle il modo di pensare e di agire secondo i criteri e le regole che la borghesia imperialista impone. Il (nuovo)Partito comunista italiano nella clandestinità costruisce un nuovo mondo dove le cose sono opposte rispetto al mondo vecchio.

Il mondo nuovo è costruzione della rivoluzione socialista. Innanzitutto è nuovo pensare che la rivoluzione socialista si costruisce come una casa, come un viadotto, come una strada, come una relazione di lavoro, d’amore o d’altro genere tra persone, come qualsiasi cosa gli uomini fanno partendo da un progetto che hanno in testa. È vecchio e sbagliato, è fallimentare e perdente pensare che la rivoluzione socialista scoppia come un lampo, un temporale, una tempesta, ecc. Chi sa che la rivoluzione si costruisce si mette all’opera, chi crede che la rivoluzione scoppia si mette in attesa. Nel migliore dei casi agisce secondo regole e leggi imposte dall'attuale classe dominante e volte a soffocare la lotta di classe.

Sono nuovi i sentimenti che accompagnano noi che coltiviamo questo pensiero e siamo all’opera: vediamo la rivoluzione socialista che cresce, qui e ora, grazie al nostro lavoro, ci sentiamo attivi e in noi cresce l’esultanza! Vediamo e mettiamo ordine dove chi pensa al vecchio modo vede solo caos e vediamo rinascita dove lui vede solo decadenza. Crescono in noi la fiducia, la curiosità per il nuovo, la passione per il lavoro. Nel mondo vecchio crescono sfiducia e depressione, la nostalgia del passato, la pigrizia intellettuale e morale. Cominciamo a muoverci e a muovere singoli e collettivi di operai, studenti, disoccupati nella direzione della costruzione del nuovo potere e del nuovo mondo! Siamo felici di essere all’opera per costruire il mondo nuovo, opposto al mondo vecchio che è in fase di putrefazione crescente. Nel mondo vecchio un operaio è un esubero, e i padroni ti espellono dalle fabbriche in forma subdola, lenta, o in forma brutale, immediata. Nel mondo nuovo gli operai sono la forza strutturale e vitale del nuovo potere, le sue ossa e il suo sangue. Sono i protagonisti di una nuova epoca nella storia dell’umanità che inizia proprio qui nella loro fabbrica, nel loro quartiere e nel loro paese, nelle loro case.

Nel mondo vecchio un giovane è un esubero, uno per cui nella società non c’è posto: la crisi inarrestabile incrementa la disoccupazione tra i giovani che infatti emigrano. Nel mondo nuovo ogni giovane è un fiore raro di cui avere massima cura e a cui assicurare l’avvenire: questo il Partito scrive nel Comunicato del 21 gennaio del suo Comitato Centrale  (http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2020/com02-20/Com.CC_02-2020_Ai_giovani.html). Nel mondo nuovo i giovani sono preziosi: “a loro diciamo che la vera scienza sociale e la vera arte è quella che trasforma la società e che la trasformazione della società è sintesi di scienza e arte, la sintesi più alta, che il nemico nè può capire nè può impedire, arma che non sa usare e che non ci può togliere”.(1) Diciamo loro che per affermare le migliori idee e sentimenti non devono mettersi in concorrenza con chi è al loro fianco, come è nella società borghese, ma all’opposto devono lavorare insieme perché la scoperta scientifica e l’opera d’arte sono frutto di lavoro d’insieme, di lavoro collettivo.

1.Una teoria è appunto rivoluzionaria nella misura in cui è elemento di separazione e distinzione consapevole in due campi, in quanto è un vertice inaccessibile al campo avversario.” (A. Gramsci, Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana, Torino, Einaudi, 2001, vol II, p. 1434).

 

Nel mondo vecchio un anziano è un residuo da abbandonare o da usare come cliente per l’azienda sanitaria o l’industria

farmaceutica. Non interessano la sua memoria, il suo patrimonio spirituale, la sua esperienza. Interessano invece molto

al (n)Pci per costruire il mondo nuovo: il partito si costruisce sul bilancio dell’esperienza ed è essenziale la

testimonianza diretta tua, di te che hai vissuto gli eventi del secolo passato.

Nel mondo vecchio la donna delle masse popolari subisce tutti gli effetti della crisi più di ogni altro. È la prima a perdere il lavoro e l’ultima a conquistarlo. Su di lei pesa la cura di bambini e anziani. Lei è vittima della violenza cieca e assassina nel chiuso delle famiglie. Nella costruzione del mondo nuovo la donna delle masse popolari, porta tutta la sua forza. Senza le donne delle masse popolari il mondo nuovo non si costruisce.

 

Un partito clandestino è slegato dalle masse?

Il mondo nuovo è reale quanto e più del mondo vecchio. Reale è il lavoro del (nuovo)Pci con i suoi Comitati. È iniziale ma non è inesistente: ogni cosa nasce piccola. Reali sono le idee, le aspirazioni e i sentimenti delle masse popolari.

Sono ignorati e schiacciati ma questo non vuol dire che non esistono: quanto più sono repressi tanto più acquistano forza dirompente. Il (nuovo)Pci studia, seleziona, sistema le idee delle masse popolari in un tutto organico e lo riporta a loro come guida per l’azione, come strumento e arma, mentre è a loro fianco in tutti i loro fronti di lotta.

Contemporaneamente studia, seleziona, sistema in un tutto organico ciò che le masse popolari sentono, e lo riporta a loro trasmettendo loro fiducia nella loro forza. Alle masse popolari e prima di tutti agli operai diciamo: “Siate orgogliosi della storia passata del nostro paese di cui voi siete stati artefici! Siate ancora più orgogliosi della storia futura del nostro paese, di cui siete artefici a partire da ora! Unitevi alla costruzione della rivoluzione socialista! Nessuno vi può arrestare e nessuno vi può distruggere! La storia che state facendo cambierà il mondo intero!” Queste parole per chi è governato dai pensieri e sentimenti del mondo vecchio sono un delirio. Nel mondo nuovo, nel nuovo laboratorio della rivoluzione socialista, sono scienza. Questa scienza è principio per la trasformazione della società cui le masse popolari ambiscono. Fornire questa scienza, fornire la coscienza che accompagna l’opera di trasformazione, fornire una volontà ferrea e determinata e sentimenti di fiducia e serenità, significa essere slegati dalle masse popolari? No. Significa l’opposto.

Il nostro partito cresce legandosi sempre più alle masse. In questa fase il nostro obiettivo è questo: non siamo ancora quello che saremo ma ci siamo dati i mezzi per poter diventare il partito che diventa guida, Stato Maggiore della classe operaia. È questo il legame che vogliamo creare con le masse. Non si tratta di consenso elettorale, non si tratta di essere avanguardia di lotta, non si tratta di assecondare le arretratezze delle masse. Si tratta di dirigere una guerra: fare la rivoluzione socialista significa condurre una guerra, una guerra speciale, la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata.(2)

2. A tal proposito vedi La Voce 31 “Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata e Governo di Blocco Popolare

 

 La repressione

Il (nuovo)Partito comunista italiano adottando la misura di organizzarsi clandestinamente si pone anche nella migliore posizione per affrontare la repressione e vincerla, e lo dimostra il fatto che il nostro Partito esiste e resiste nonostante sia stato oggetto di una azione repressiva che ha voluto impedirne la nascita a partire da quando sono partiti i primi compagni uniti nella carovana di forze che è stata capace di costruirlo. La repressione contro la Carovana del (nuovo)Pci è iniziata negli anni ’80, quindi 40 anni fa, e non è riuscita a impedirci di costruire il partito né una volta che è stato costituito è stata capace di scalfirne la forza.

La lotta contro la repressione è una delle azioni che unisce il partito alla classe operaia, perché la classe operaia ha esperienza della lotta contro la repressione non appena tenta di reagire allo sfruttamento, e quindi subito, nella sua storia, come due secoli fa, quando la prima bandiera rossa fu la bandiera bianca tinta dal sangue dei minatori del Galles che sventolandola pensavano avrebbero fermato le truppe assassine al servizio dei padroni. Un partito che sa affrontare la repressione senza arretrare, come è il (n)PCI, ha il rispetto della classe operaia e già solo per questo motivo si crea tra partito e classe operaia un legame indissolubile.

 

In conclusione

Ogni cosa che diciamo è solo una sua descrizione e per sperimentare se ciò che diciamo è vero bisogna provare. Uno dei più grandi dirigenti del movimento comunista, Federico Engels, ha detto che chi vuol conoscere il gusto del budino deve mangiarlo. Questo vale soprattutto per qualcosa che nessuno ha mai sperimentato prima, come è un partito comunista di un paese imperialista costituito e operante nella clandestinità. Per sapere cosa il (nuovo)PCI è bisogna iniziare a entrarci in relazione. Farlo significa cominciare ad addentrarsi nel nuovo, usando i metodi raccomandati anche da esperti come Julian Assange per la comunicazione libera, il metodo PGP di criptazione dei documenti e il metodo TOR di trasmissione. Le istruzioni per l’uso sono in www.nuovopci.it/contatti/infocont.html.

Bisogna sognare, come ha detto Lenin: “Il contrasto tra sogno e realtà non è affatto dannoso se chi sogna crede fortemente al suo sogno, se osserva attentamente la vita, se confronta le sue osservazioni con le sue fantasticherie, se, in una parola, lavora coscienziosamente all’attuazione del suo sogno. Quando vi è contatto tra sogno e vita, tutto è per il meglio.” (Che fare, 1902). Da questi pensieri è nata la Rivoluzione d’Ottobre che ha cambiato il mondo. Il (nuovo)PCI segue questa linea nella sua opera per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Viva il (nuovo)PCI

Operai, lavoratori, studenti, uomini e donne, giovani, adulti e anziani, immigrati italiani, arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano! Il primo movimento comunista italiano con il suo partito ha trasformato il paese e ci ha lasciato un patrimonio che nessuno potrà cancellare. Usiamolo come fondamento per costruire la rivoluzione socialista, per sognare, per pensare, per vedere oltre l’orizzonte della società borghese, con la libertà che la condizione clandestina consente al partito della classe operaia e che spiana il cammino verso la vittoria!

 

Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it , dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP). Comunicazioni con il CdP Aurora al recapito theaurors@netcourrier.com.