La Voce 6

Le manchette

sabato 4 novembre 2000.
 

La Voce 6

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno II -

novembre 2000



Indice delle manchette:

Le masse popolari

La guerra popolare rivoluzionaria si compone in generale di tre fasi.

Il piano in due punti per la costituzione del partito proposto dalla CP

Volantini, locandine, scritte murali

I nostri lettori possono ...

Fai conoscere, riproduci, diffondi questa rivista ...

Come iniziare, simultaneamente, da più parti, la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

Il numero precedente di La Voce ...



le masse popolari, e solo loro,

possono attuare la politica rivoluzionaria

che porrà fine alla

seconda crisi generale del capitalismo

e al capitalismo stesso


La guerra popolare

rivoluzionaria si compone in generale di tre fasi.

Una prima fase di difensiva

strategica: durante questa fase il compito principale è la raccolta, la formazione e

l’accumulazione delle forze rivoluzionarie.

Una seconda fase di equilibrio strategico tra le forze

rivoluzionarie e le forze della borghesia imperialista.

Una terza fase di offensiva strategica: in questa fase

il compito principale delle forze rivoluzionarie è l’eliminazione delle forze della borghesia

imperialista fino alla conquista completa del potere.


Il piano in due punti per la costituzione

del partito proposto dalla CP

 

1. Elaborare il Manifesto Programma a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria nazionale dei CARC.

2. Costituire comitati clandestini del partito che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma del partito e il suo statuto ed eleggerà il suo Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i comitati di partito.

L’elaborazione del Manifesto Programma è un aspetto molto importante del nostro processo di costruzione. Essa crea tra i membri delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS), tra i lavoratori avanzati e tra i rivoluzionari prigionieri che vi partecipano una “opinione pubblica di partito” e l’abitudine alla discussione responsabile, franca e pubblica su cui si fonda l’unità organizzativa. In sostanza saranno membri del partito quei compagni che 1. parteciperanno alla preparazione del Manifesto Programma del partito, 2. entreranno a far parte dei comitati clandestini del partito,

3. sosterranno la preparazione del congresso di fondazione.

Il carattere clandestino del partito è una discriminante, noi la chiamiamo la “settima discriminante” ( La Voce n. 1 pag. 17 e segg.). La clandestnità è condizione essenziale per l’autonomia ideologica, politica e organizzativa del partito dalla borghesia, benché il partito intenda sfruttare ai fini dell’accumulazione delle forze rivoluzionarie tutte le possibilità offerte dal lavoro aperto tra le masse, svolto da proprie organizzazioni e dalle FSRS. Il carattere clandestino del partito è un insegnamento tratto dalla esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria e dall’analisi del movimento politico delle società imperialiste.

Questo è il piano di costruzione che secondo noi va realizzato. Finora nessuno ha contrapposto un altro piano di costruzione del partito né ha fatto una critica aperta e articolata di questo piano. Gli errori e i limiti in un’attività di questo genere sono inevitabili. Siamo grati a chi ce li indica e li correggeremo man mano che vengono alla luce: ciò rafforza il lavoro di costruzione.

La ricostruzione del partito è un cantiere dove si svolgono molte attività differenti. Esse mirano a raccogliere e a mobilitare tutte le forze oggi disponibili e a far confluire la loro attività alla realizzazione dei due obiettivi.


Volantini, locandine, scritte murali

 

Riprodurre, diffondere e affiggere i volantini della CP è un ottimo modo di collaborare al nostro lavoro. Ogni volantino affisso è un messaggio di speranza e di fiducia. È un incoraggiamento a lottare. È un colpo contro l’isolamento che la borghesia cerca di creare attorno ai comunisti e alla loro opera per la ricostruzione del partito. Un colpo alla sensazione di isolamento e alla demoralizzazione che la borghesia imperialista cerca di alimentare tra i comunisti, i lavoratori avanzati e le masse popolari. Migliora le condizioni generali di lotta e di resistenza delle masse popolari. Prepara il terreno per il lavoro organizzativo, di contatto, di collegamento e di raccolta delle forze, di costituzione delle organizzazioni di partito.

Anche le scritte murali che inneggiano al (n)PCI, a La Voce , al congresso di fondazione del (n)PCI sono un buono strumento di collaborazione.

Approfittiamo delle campagne condotte dalla borghesia. Oggi spesso la borghesia dà grande risalto alla nostra propaganda. Ci è stato segnalato che in giugno a Mantova La Gazzetta ha dedicato un grande spazio a un volantino della CP affisso su una cassetta delle poste. La Gazzetta ha fatto il possibile per intimidire comunisti e lavoratori avanzati e per fomentare la confusione tra la CP, La Voce e il (n)PCI da una parte e le FSRS dall’altra. Ma, per fare questo, ha fatto conoscere a molti lavoratori della zona la nostra esistenza e qualcosa della nostra attività.


I nostri lettori possono mandare commenti, suggerimenti, segnalazioni, proposte, critiche e contributi alla redazione di La Voce e alla CP all’indirizzo di posta elettronica:

 

lavocenpci40@yahoo.com

 

Ricordiamo ai nostri lettori che per il nostro paese l’espressione e la propaganda delle proprie idee e la riservatezza della corrispondenza sono diritti conquistati per tutta la popolazione, anche per i comunisti, con la Resistenza e difesi dalle masse popolari sotto la direzione dei comunisti e che la difesa di questi diritti la si fa anche praticandoli. Ricordiamo tuttavia anche che la borghesia ha mantenuto e rafforzato, nell’armamentario giuridico della repressione, i reati di associazione sovversiva, concorso morale, incitamento alla lotta di classe.

Ricordiamo anche che, in violazione delle leggi ufficialmente vigenti, la borghesia controlla, scheda e a volte infastidisce in vario modo chi svolge un ruolo distinto nella lotta delle masse popolari contro di essa. I mezzi della borghesia, però, non sono illimitati, possono essere neutralizzati ed è possibile eludere il suo controllo. Essa è in grado di conoscere, entro un certo tempo, da quale calcolatore qualcuno ha spedito posta elettronica al nostro indirizzo, ma non sempre di conoscere chi l’ha spedita.


Fai conoscere, riproduci, diffondi questa rivista, studiala e organizza gruppi di studio, raccogli le opinioni e le proposte dei compagni che la leggono per trasmetterle alla redazione appena se ne creerà la possibilità o per posta elettronica a

 

lavocenpci40@yahoo.com


Come iniziare, simultaneamente, da più parti,

la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

 

Preparare il congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano vuole dire in sostanza due cose: 1. definire il Programma (e lo Statuto) del partito; 2. creare le organizzazioni del partito, i cui delegati terranno il congresso che approverà il Programma e lo Statuto ed eleggerà il comitato centrale del partito. Le FSRS e i lavoratori avanzati che condividono questo progetto devono costituire organizzazioni clandestine e iniziare il lavoro seguendo le indicazioni date nel n. 1 di La Voce e le altre che la CP darà sulla base dell’esperienza che via via raccoglierà. Non aspettare di stabilire il rapporto con la CP per iniziare il lavoro. Il rapporto si stabilirà successivamente, col tempo e nei modi opportuni, sulla base del lavoro che ogni organizzazione locale avrà iniziato a svolgere.


Il numero precedente di La Voce è stato in gran parte dedicato alla critica del dogmatismo. Cioè alla critica delle concezioni di quei compagni che sostengono che “quello che c’era da dire sull’imperialismo in sostanza è stato già detto da Lenin”, per cui noi non avremmo che da applicare e nulla di nuovo da imparare dalla nostra pratica e dalla storia del movimento comunista successiva a Lenin; alla critica delle concezioni di quei compagni che liquidano il maoismo con il ragionamento scolastico, quasi un sillogismo, che avendo Lenin elaborato la teoria dell’imperialismo ed essendo noi ancora nella fase imperialista del capitalismo, non vi può essere una terza superiore tappa del pensiero comunista dopo il marxismo-leninismo.

 

Data l’imminente campagna elettorale questo numero di La Voce è invece in gran parte dedicato alla critica delle concezioni di quei compagni che, nell’analizzare la situazione attuale e nell’elaborare dall’esperienza presente la linea da seguire, prescindono dall’esperienza di 150 anni del movimento comunista e dal suo patrimonio teorico; alla critica delle concezioni di quei compagni che rinnegano l’autonomia dalla borghesia in campo teorico già raggiunta dal movimento comunista nel corso dei 150 anni della sua storia e, nonostante le loro migliori intenzioni, ricadono, nel campo della teoria, sostanzialmente sotto l’egemonia della borghesia con i rovinosi effetti, nel campo pratico, inevitabili perché senza teoria rivoluzionaria il movimento rivoluzionario non può andare oltre un livello iniziale ed elementare.