La Voce 11

Lottare contro la repressione

domenica 28 luglio 2002.
 

Al di là dei giudizi sugli avvenimenti, la lettera del compagno mette bene in luce che l’ostacolo principale che limita l’azione repressiva della borghesia sono le masse popolari: la borghesia deve tener conto dell’effetto delle sua azioni sull’orientamento delle masse. Non si sottolineerà mai abbastanza l’effetto che hanno sugli elementi più avanzati delle masse popolari la propaganda dell’attività repressiva della borghesia e della resistenza dei compagni e dei lavoratori perseguitati e l’appello alla solidarietà. Anche quando questo effetto apparentemente è nullo o quasi.

 

25 aprile 2002

 

Cari compagni de La Voce ,

dopo l’attentato a Biagi molti sono dell’opinione che è prevedibile un altro giro di vite da parte degli organi della controrivoluzione preventiva. Non sono affatto d’accordo con questa visione delle cose. Gli avvenimenti che si sono sviluppati dal 19 ottobre 1999 (l’inchiesta contro le organizzazioni e i compagni che sostengono la costruzione di un nuovo partito comunista) dimostrano che chi si muove concretamente per la ricostruzione di un nuovo e vero partito comunista è sotto il tiro della controrivoluzione preventiva per quello che ha sempre fatto, indipendentemente dagli attentati. Ogni scusa è buona per colpire le organizzazioni che si impegnano in questo compito, ma non è scontato che ciò riesca a fermare il loro lavoro. I risultati dell’attacco alle organizzazioni comuniste non è scontato per due principali questioni:

1° Il modo di difendersi delle organizzazioni comuniste influenza in modo sensibile i risultati dell’azione repressiva.

2° La borghesia imperialista non si muove su un terreno per essa favorevole quando calpesta i diritti. Le masse popolari reagiscono rispetto ai continui tentavi di limitare la libertà. Un esempio di questa situazione sfavorevole alla borghesia imperialista è stata l’uccisione di Carlo Giuliani e la sicura impunità dei suoi esecutori. Tutto questo ha reso più evidente l’origine fascista e mafiosa del governo Berlusconi.

Contrapporsi all’azione della controrivoluzione preventiva e ottenere dei risultati positivi sul piano politico è possibile, ma bisogna sfruttare la contraddizione tra la riduzione della libertà per le masse e la libertà esclusivamente per i fascisti, i mafiosi, il Vaticano e i rappresentanti della borghesia imperialista di fare i loro porci comodi.

Le persone (le masse popolari) intorno a noi vedono le grandi ingiustizie che la borghesia imperialista vuole perpetrare per difendersi dalla crisi economica, culturale e morale che la sta squassando. Anche il tentativo di colpire le organizzazioni comuniste che lavorano per la ricostruzione del nuovo PCI evidenzia agli occhi delle masse di che pasta sono i governi che si definiscono "democratici" nei paesi imperialisti. Questo voler isolare i comunisti dalle masse indica che in realtà sono le masse che circondano la borghesia e non viceversa. Se quest’ultima non riuscirà ad impedire che si instauri un legame tra la classe operaia e il suo futuro partito e che le masse si organizzino autonomamente, questo circondare si trasformerà in assediare.

La pratica che i comunisti hanno sviluppato in questi ultimi anni ci permette di fare un bilancio e distinguere i risultati positivi e negativi. Dopo l’archiviazione dell’inchiesta “19 ottobre” ritengo che si possa trarre un bilancio della lotta dei comunisti in Italia di fronte alla controrivoluzione preventiva.

Le principali linee che le organizzazioni comuniste hanno tenuto di fronte all’attacco portato dalla borghesia imperialista sono riassunte nell’esperienza dei compagni di IC (Iniziativa Comunista) e dei CARC.

La linea di IC si è articola principalmente nei seguenti tre punti:

A) Priorità alla difesa legale. Se è principale la difesa legale è perché pensiamo di mostrare alla borghesia imperialista e alle masse che siamo innanzi tutto innocenti. Le FSRS legali stanno facendo passi concreti per la ricostruzione del nuovo PCI protette dai diritti che i comunisti e la classe operaia hanno conquistato nella loro lotta, non perché quello che dicono e fanno è innocuo o non ha alcun aspetto pratico nell’ambito della nostra società. IC e i CARC vengono colpite proprio perché fanno delle cose rilevanti nell’ambito della società per contrastare la borghesia imperialista. Non potremmo mai sostenere di fronte ai giudici della borghesia imperialista che non abbiamo danneggiato la borghesia. Possiamo solo muoverci difesi dai diritti che abbiamo e praticarli nel modo migliore. IC si è impegnata principalmente sul fronte della difesa legale, ma la sua condotta non si è affatto ispirata all’esperienza accumulata dal movimento comunista in questo settore. Il fatto che IC abbia reso una gran quantità di dichiarazioni ai PM (agenti della borghesia imperialista) negli interrogatori è l’indice dell’ignoranza dell’esperienza accumulata (1) . Lo scopo della borghesia imperialista e dei suoi giudici non è trovare la verità. Per loro siamo colpevoli comunque. Si tratta di intralciare il meglio possibile il nostro lavoro con le masse e ogni spiegazione che diamo serve solo a costruire una nuova azione repressiva o a tentare di isolarci dalle masse.

B) Avvalersi dell’aiuto della borghesia di sinistra. IC tra i vari settori a cui rivolgersi per un sostegno, ha privilegiato l’aiuto della borghesia di sinistra che ha portato la sua protesta tra gli scranni del parlamento italiano. Ora la questione è credere nel ruolo di questo parlamento e credere nel ruolo positivo della borghesia di sinistra come principali sostenitori della nostra lotta! Arruolare la borghesia di sinistra nelle fila di chi vuole ricostruire un nuovo e vero pc in Italia mi sembra del tutto campato in aria. Più triste è il risultato politico di questa linea di condotta, che insegna alle masse che bisogna avere sempre qualcuno in alto che ci protegge.

C) Riservatezza sui contenuti dell’inchiesta. Se IC è stata colpita, non è stato per gli attentati delle BR-PCC: questa è la scusa che la borghesia imperialista usa per giustificare il tentativo di intimidazione verso le FSRS e i comunisti che si applicano praticamente alla ricostruzione di un vero e nuovo pc in Italia. Non far conoscere i veri obiettivi di questa azione della borghesia imperialista significa gestire la questione come se fosse interna alle nostre organizzazioni, una questione tra amici, niente di interessante per le masse. Eppure gli obbiettivi che ci prefiggiamo sono talmente legati al futuro delle masse che se li nascondessimo non potremmo avere alcuna credibilità. Non facciamo come la borghesia imperialista che i suoi progetti li tiene ben nascosti. Essa lo fa a ragion veduta perché sono contro le masse mentre quelli dei comunisti e del futuro pc sono a favore delle masse. Perché nasconderli?

 

La linea dei CARC si è articolata principalmente nei seguenti punti:

A) I CARC hanno dato la priorità massima alla denuncia del contenuto dell’inchiesta. Dire esattamente come stanno le cose fa parte della cultura dei comunisti. Dire le bugie, o non dire è l’impronta tipica della borghesia imperialista. Combattere per affermare una cultura e una pratica comunista in contrapposizione alla pratica e alla cultura della borghesia imperialista è un obbiettivo politico prioritario. I CARC ne hanno fatto una bandiera. Segnalare ogni tentativo della borghesia di restringere la libertà innesca una reazione che porta sul piano politico dei buoni frutti. Combatte l’idea malsana che il regime della borghesia imperialista in Italia è democratico e difensore delle libertà.

 B) I CARC hanno cercato la solidarietà delle masse. Per questo hanno promosso la formazione dei comitati 19 ottobre col compito specifico di sostenere i compagni negli aspetti pratici della difesa, ma utilizzando l’esperienza accumulata dai comunisti nella lotta contro la repressione. Con il sostegno dell’ASP e con la sua esperienza, si è potuto attingere alla base culturale comunista per agire efficacemente nello sviluppo della solidarietà delle masse.

La solidarietà delle masse verso i comunisti colpiti dalla borghesia imperialista è un obbiettivo politico del movimento comunista. Insegna alle masse da che parte si sta, insegna alle masse che le organizzazioni comuniste non hanno segreti non sono sette. Semmai è il nemico (la borghesia imperialista) che crea sette e società segrete che hanno come scopo rendere la vita della gente insicura e soggetta ad ogni angheria.

C) La difesa legale. Questa difesa non si inventa e l’esperienza dei comunisti in questo campo è vasta. I CARC hanno attinto all’esperienza dei comunisti. Hanno senz’altro attinto all’esperienza positiva dei compagni del Bollettino che nel 1985 furono incarcerati per aver pubblicato dei documenti dei rivoluzionari prigionieri e che riuscirono infine anche a farsi rifondere i danni per quell’ingiusta carcerazione. Anche se la conclusione positiva della vicenda appariva come il fatto principale, in realtà il successo fu sul versante politico: difesero efficacemente il diritto di esprimere le proprie opinioni che il movimento comunista ha conquistato con la lotta a beneficio di tutti i lavoratori.

 

Sono due linee che non si confondono affatto e che sono agli antipodi. I CARC aperti verso l’esterno e IC chiusa su se stessa. Perciò si può dire che indipendentemente dal risultato positivo della liberazione o incarcerazione dei compagni, una sola di queste linee, quella dei CARC, raggiunge dei risultati positivi dal punto di vista politico.

I CARC hanno utilizzato l’inchiesta per propagandare gli obiettivi della loro organizzazione, sviluppare meglio possibile la solidarietà delle masse, far conoscere e imparare ad attingere a piene mani dall’esperienza del movimento comunista. I CARC hanno fatto un passo avanti nel legame con le masse invece di cercare la "pietà" dei poliziotti.

 IC non si è prefissa degli obbiettivi politici nella sua linea di condotta. Quindi, a fronte di una chiusura positiva della vicenda, non si potrebbe sul piano politico trarre che un bilancio negativo, perché il lavoro dei comunisti verso le masse è stato del tutto ignorato.

Le basi per una futura vittoria si costruiscono in ogni situazione che ci si presenta. Ogni volta che non affrontiamo le situazioni in questa prospettiva perdiamo tempo prezioso nella nostra lotta e dall’altra parte costringiamo uomini, donne, giovani e anziani delle masse popolari a subire per un tempo più lungo il decadimento economico, culturale e morale della società imperialista in Italia.

W il (n)PCI

Raffaele R. (Roma)

 

 

Note

 

(1) A questo proposito ricordo un opuscolo dell’ASP sul Soccorso Rosso Internazionale (una presentazione più un testo del 1921 del SRI che però mi sembrano molto attuali) e una lettera su come sostenere gli interrogatori apparsa su La Voce n. 4 nell’articolo intitolato Consigli ai compagni.