26 luglio 2005 : Anniversario dell’inizio della rivoluzione a Cuba

Scissione sindacale
Comunicato del 26 luglio 2005
 

Un nuovo segnale della crisi politica degli USA. Un’importante scissione è avvenuta nella centrale sindacale di regime degli USA, la AFL-CIO, lunedì 25 luglio, all’apertura a Chicago del congresso generale che AFL-CIO tiene ogni 4 anni. Il sindacato dei servizi, 1,8 milioni di iscritti, e quello dei camionisti, 1,4 milioni, si sono staccati e hanno creato una nuova centrale, Coalizione per Vincere. E’ quasi sicuro che oltre 5 grandi sindacati li seguiranno, in tutto quasi la metà dei 13 milioni di iscritti alla AFL-CIO. Tra noi comunisti in Italia spesso si liquidano i sindacati USA, e in particolare il corpo dei loro funzionari, come “una unica massa reazionaria”, neanche l’AFL-CIO fosse un’agenzia governativa come l’FBI o la CIA. Questo nostro atteggiamento è espressione del dogmatismo della sinistra del vecchio movimento comunista, quello che ha lasciato via libera al revisionismo che ci ha portato alla sconfitta di cui subiamo ancora le conseguenze. In realtà anche nei sindacati di regime americani, e perfino nella massa dei loro funzionari, si riflettono le vicende alterne della lotta di classe e la loro storia ci aiuta a capire come vanno le cose e cosa fare.

La precedente grande scissione del movimento sindacale USA risale al 1935, nel pieno della prima crisi generale del capitalismo. Allora la vecchia AFL, risultato del precoce sviluppo di un sistema di controrivoluzione preventiva, era ferma ai sindacati di mestiere. Questi si proponevano agli operai specializzati dello stesso settore e perfino della stessa azienda secondo il mestiere e non organizzavano gli operai non qualificati né quelli delle minoranze nazionali e razziali: come sempre più avviene, ora da noi, tra operai a tempo determinato e precari, appaltati, immigrati e a nero nella stessa azienda. La CIO aggregò per grandi settori produttivi di appartenenza gli operai qualificati e non qualificati, compresi quelli delle minoranze nazionali e razziali. Nella CIO si combinavano e scontravano lo sforzo della borghesia, che allora ebbe per vari anni alla sua testa F. D. Roosevelt, di estendere il controllo sui lavoratori e la lotta del movimento comunista per mobilitare su grande scale il proletariato USA. Infatti i comunisti arrivarono perfino a dirigere alcuni grandi sindacati di settore. CIO e AFL si riunirono nel 1955, come risultato della guerra fredda e della caccia ai comunisti. L’unificazione fu un successo della controrivoluzione preventiva, della tendenza della destra del movimento comunista, impersonata negli USA da Browder, che alzava la bandiera della convergenza dei due sistemi sociali e della “unità senza lotta”. Fu uno dei sintomi del fallimento del vecchio movimento comunista nel portare l’offensiva nei paesi imperialisti. Da allora inizia il declino del numero degli iscritti ai sindacati negli USA. Nel 1955 alla AFL-CIO era iscritto un terzo di tutti i proletari in attività, oggi lo sono solo il 12,5% - bisogna però tenere conto che negli USA quando la maggioranza dei lavoratori vota l’adesione a un sindacato, tutti i lavoratori di un’azienda vi sono iscritti d’ufficio-.

D’altra parte la nuova crisi generale del capitalismo negli ultimi 25 anni ha colpito pesantemente il proletariato USA e la degenerazione non accenna ad arrestarsi. Disoccupazione elevata (le basse cifre ufficiali sono un’operazione di intossicazione dell’opinione pubblica), precarietà dilagante, servizi pubblici (istruzione, igiene, trasporti, sicurezza, giustizia, energia, ecc.) trasformati in larga misura in merci, libertà dei padroni da contratti collettivi e da leggi ad un livello che sta ritornando a quello d’inizio novecento, repressione senza limiti. La nuova scissione risponde a questo degrado. In essa si scambiano e si scontrano spinte, tendenze, volontà e obiettivi contrastanti: la resistenza dei lavoratori al procedere della nuova crisi generale e lo sforzo della borghesia di controllare la resistenza. La nuova centrale pone ufficialmente come prioritario il compito di arruolare nuovi iscritti, investendo soprattutto i lavoratori dei servizi, dove solo l’8% è sindacalizzato. Anche questa volta ovviamente l’esito dello scontro in campo sindacale non dipenderà solo dalle operazioni condotte in ambito sindacale, ma dall’andamento generale della lotta di classe negli USA e nel mondo, di cui lo scontro nel movimento sindacale USA è una componente.

Gli USA sono il paese, primo fra tutti, dove il capitalismo ha trasformato in merci il numero più esteso di attività umane e dove esso ha dispiegato più liberamente ogni aspetto della sua natura. Da 150 anni a questa parte la borghesia imperialista USA ha fatto in ogni campo prima, in misura più grande e in modo più radicale quello che gli altri gruppi imperialisti hanno poi cercato di fare al suo seguito, sotto la pressione della lotta di classe e della concorrenza interimperialista. In particolare ha messo a punto prima, in maniera più sistematica e con maggiore successo un raffinato sistema di controrivoluzione preventiva. La lotta contro partiti, gruppi e singoli esponenti del movimento comunista per prevenire lo sviluppo della loro influenza sulle masse e l’asservimento delle organizzazioni di massa dalla borghesia, tramite le chiese, la polizia e le mafie, sono stati praticati con spregiudicatezza e cinismo, senza rifuggire dal crimine e senza riguardi per i diritti umani individuali e collettivi, senza risparmio di soldi, dedicandovi le migliori risorse intellettuali e facendo di essi la base per lo sviluppo di nuovi settori produttivi e di nuovi campi di redditizio investimento di capitali. I sindacati di polizia sono stati messi a contribuzione assieme allo sfruttamento illimitato dei popoli oppressi, delle minoranze e degli immigrati, all’uso politico delle divisioni nazionali e razziali, allo spregiudicato ricorso alla strategia della tensione, alla provocazione e alla guerra, al trattamento trinario (corruzione, intimidazione, repressione) di intellettuali e avanguardie. Ma quanti sforzi, quale sfoggio d’iniziativa e d’impegno, quante risorse e quante concessioni per contenere lo sviluppo del movimento comunista e allungare la vita all’ordinamento capitalista: dai movimenti patriottici del New Deal di Roosevelt negli anni ’30 alle misure previdenziali della Great Society di Johnson negli anni 60! L’andamento della lotta di classe negli USA è ora profondamente dipendente dall’evoluzione della situazione internazionale, dall’andamento della resistenza dei popoli oppressi e dalla lotta di classe degli altri paesi imperialisti.

Quasi tutto quello che avviene negli altri paesi è diventato effettivamente un “problema di sicurezza nazionale” per i gruppi imperialisti USA. E ciò proprio a causa della particolarità degli USA. La borghesia imperialista USA è in cima alla piramide del sistema imperialista mondiale e, finché questa regge, gode dei vantaggi della sua posizione. Ma d’altra parte risente più di chiunque altro dei cedimenti del corpo della piramide. Le possibilità di sviluppo e d’ iniziativa dei promotori della rinascita del movimento comunista sono numerose. Che sia per complicità o per inefficienza degli apparati della controrivoluzione preventiva, le vicende del terrorismo e della guerra al terrorismo mostrano che la “sicurezza nazionale” dei gruppi imperialisti è esposta all’iniziativa di uomini qualunque che si allenano nel cortile di casa e che usano come armi i prodotti acquistati nella drogheria dell’angolo o al supermercato. Quello che ancora manca è l’orientamento comunista della lotta e il ruolo dirigente della classe operaia.

Fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo!

Contribuire alla rinascita del movimento comunista e alla costruzione e rafforzamento di partiti comunisti basati sul marxismo-leninismo-maoismo!

Promuovere tra le masse popolari dei paesi imperialisti la solidarietà con i popoli oppressi che lottano contro l’imperialismo e il sionismo, in particolare con la Resistenza dell’Iraq, della Palestina e dell’Afghanistan!

Costituire in ogni azienda, zona d’abitazione, organizzazione di massa un comitato clandestino del (nuovo)Partito comunista italiano!