Progetto di Manifesto Programma - Capitolo IV

4.2 Struttura della società

martedì 11 luglio 2006.
 

indice del Progetto di Manifesto Programma


indice del Capitolo IV


Struttura della società

1. Distruzione della rete dei rapporti finanziari che, combinando i risparmi di milioni di persone con il capitale finanziario della borghesia imperialista, soffoca le attività economiche pratiche. Annullamento dei mutui, delle ipoteche e dei debiti verso le banche, lo Stato e la borghesia imperialista. Annullamento degli interessi sui debiti contratti tra membri delle masse popolari. Annullamento dei debiti e crediti esteri. Annullamento delle proprietà finanziarie della borghesia imperialista. Trasformazione dei patrimoni finanziari della media borghesia e dei lavoratori in risparmi non fruttiferi di interessi che i titolari possono usare come reddito aggiuntivo o differito, a potere d’acquisto costante. Protezione dei risparmi dei lavoratori, delle pensioni e di ogni altro mezzo di sussistenza e di garanzia costituito dai lavoratori. Cambio della moneta e affidamento della sua emissione e gestione ad una unica banca. Riduzione del danaro a mezzo di scambio e misura del consumo individuale. Nazionalizzazione di tutto il patrimonio artistico, delle ricchezze immobili e mobili, della terra, del sottosuolo e delle acque.

2. Eliminazione senza indennizzo della proprietà dei grandi capitalisti nell’industria, nell’agricoltura, nel commercio, nei trasporti, nella ricerca, ecc. ecc. Costituzione in ogni unità produttiva espropriata di una direzione che combini l’iniziativa dei lavoratori dell’unità con la direzione generale della classe operaia nel paese, il particolare col generale. Gestione delle aziende secondo un piano nazionale e piani locali che assegnino compiti e risorse e definiscano la destinazione dei prodotti.

3. Protezione della proprietà individuale dei lavoratori autonomi, sostegno all’applicazione delle tecnologie più avanzate, più sicure, più igieniche, meno inquinanti e più produttive. Commesse e forniture pianificate alle aziende individuali e assicurazione degli sbocchi. Trasformazione graduale e volontaria delle imprese economiche familiari e individuali e delle altre a carattere ancora scarsamente collettivo in imprese cooperative.

4. Pianificazione nazionale dell’impiego delle risorse, della cura e formazione delle risorse naturali, della produzione di ogni unità produttiva, della distribuzione dei prodotti e degli scambi con l’estero. Scambi economici con tutti i paesi sulla base del reciproco interesse e del rispetto dell’indipendenza nazionale. Mobilitazione delle masse contro l’inquinamento ambientale, lo spreco energetico e lo spreco delle risorse materiali e per migliorare la qualità igienica e funzionale dei prodotti.

5. Ogni persona deve svolgere un lavoro socialmente utile, salvo quelle riconosciute inabili al lavoro per età, malattia o invalidità. Il lavoro domestico deve essere trattato come un lavoro socialmente utile e reso il più possibile collettivo (mense, lavanderie, riparazioni domestiche, ecc.) onde combattere l’isolamento e l’emarginazione delle donne. Ogni persona riceve a titolo individuale un reddito, secondo misure definite in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, valutate dai collettivi di lavoro e dalle conferenze dei lavoratori a livello locale, regionale e nazionale. Alle persone che per motivi validi non svolgono un lavoro socialmente utile (bambini, studenti, anziani, invalidi, ecc.) è attribuito un reddito che deve costituire la base materiale per l’emancipazione delle donne dagli uomini, dei bambini e dei giovani dai genitori, ecc. Su questa base sarà semplice l’eliminazione, ad opera della popolazione stessa, di ogni attività criminale, speculazione, corruzione, complotto, ecc.

6. Limitazione della giornata lavorativa obbligatoria, attuando l’obbligo generale al lavoro. Oggi più della metà della capacità lavorativa della popolazione è sprecata: inutilizzata, utilizzata in attività socialmente non utili o sottoutilizzata. Interdizione del lavoro straordinario e del lavoro notturno salvo nei casi in cui è tecnicamente indispensabile. Limitazione del numero di anni in cui una persona può essere impiegata in lavori nocivi. Rotazione nei lavori nocivi, faticosi e penosi. Interdizione di rapporti di lavoro non pubblicamente dichiarati. Valorizzazione in ogni campo del lavoro volontario, sviluppando su grande scala quanto le masse hanno già iniziato a fare nella società borghese. Distinzione del lavoro volontario dal lavoro obbligatorio a cui tutti devono dare il loro contributo. Tendere man mano che la situazione concreta lo permette e la produzione cresce alla distribuzione “a ognuno secondo il suo bisogno”. Tendere a trasformare tutte le attività in lavoro volontario, libera espressione della creatività e dell’energia fisica e spirituale di ogni individuo nell’ambito dell’organizzazione sociale. Conseguente riduzione del lavoro obbligatorio, fino all’eliminazione.

7. Interdizione dell’impiego delle donne in condizioni dannose per l’organismo femminile. Congedo retribuito per maternità e cura dei bambini. Istituzione in ogni azienda, complesso di aziende e complesso edilizio di asili nido, scuole materne e quanto necessario alla vita e alla socialità dei bambini e degli adulti.

8. Il mantenimento, la cura e l’istruzione dei bambini non deve gravare economicamente sulle singole famiglie. Ad ogni bambino la società assegna un reddito. I genitori devono essere assistiti nel periodo in cui i bambini non sono autosufficienti.

9. Assicurazione a carico della società per tutti i casi di inabilità temporanea o permanente al lavoro.

10. Istituzione di ispettori del lavoro eletti e revocabili dai lavoratori, con l’autorità di disporre gli interventi e le misure necessarie per l’igiene e la sicurezza del lavoro e per la prevenzione dell’inquinamento.

11. Creazioni di uffici di collocamento incaricati di distribuire la manodopera razionalmente in tutti i lavori necessari e di assicurare il pieno impiego di tutta la popolazione. La capacità lavorativa è la risorsa più preziosa e deve essere costantemente migliorata e valorizzata. Nell’ambito dei programmi scolastici deve essere prevista la partecipazione alla produzione e gli anziani devono poter dare volontariamente tutto il contributo che le loro forze consentono.

12. Misure che facilitino la formazione professionale dei lavoratori e la collaborazione nelle aziende con l’obiettivo di ridurre la divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, lavoro esecutivo e lavoro direttivo, organizzativo, progettuale, di controllo. Conferenze dei collettivi di lavoro. Scambi di esperienze con collettivi di altre aziende.

13. Misure che facilitino la combinazione tra città e campagne, scambi, soggiorni, ecc. Industrializzazione e urbanizzazione delle campagne, diffusione delle città nelle campagne, onde rompere l’isolamento e lo spopolamento delle campagne e il sovraffollamento delle aree urbane.

F. Engels, La questione delle abitazioni (1872-1887).

14. Misure che assicurino la vita dignitosa degli anziani, la possibilità di mettere la loro esperienza al servizio della società nelle forme e nella misura consentita dalle loro forze. Promuovere l’utilizzo di quanto possono dare in modo che siano e si sentano utili e godano del prestigio e dell’affetto che loro spetta.