Opere di Mao Tse-tung

Sulla contraddizione

Volume n. 5
lunedì 22 ottobre 2007.
 

(agosto 1937)

* Questo saggio filosofico fu scritto dal compagno Mao Tse-tung dopo quello Sulla pratica e con lo stesso intento di confutare i gravi errori di carattere dogmatico esistenti nel Partito comunista cinese. Presentato in un primo tempo in forma di conferenza all’Università militare e politica antigiapponese di Yenan, questo scritto è stato riveduto dall’autore prima di essere incluso nelle sue Opere scelte .

  

La legge della contraddizione inerente alle cose, ossia la legge dell’unità degli opposti, è la legge fondamentale della dialettica materialista. Lenin ha detto: “La dialettica, in senso stretto, è lo studio delle contraddizioni nell’essenza stessa degli oggetti. [...]” (1) . Lenin ha affermato più volte che questa legge è l’essenza della dialettica; ha anche detto che essa costituisce il nocciolo della dialettica (2) . Perciò, studiando questa legge, non possiamo non toccare una vasta cerchia di temi, un vasto numero di questioni filosofiche. Se riusciremo a chiarirli tutti, arriveremo a comprendere la sostanza della dialettica materialista. I temi sono i seguenti:

1. le due concezioni del mondo,

2. la contraddizione è universale,

3. la contraddizione è particolare,

4. la contraddizione principale e l’aspetto principale della contraddizione,

5. l’identità e la lotta degli aspetti della contraddizione,

6. il ruolo dell’antagonismo nella contraddizione.

La critica dell’idealismo della scuola di Deborin (3) , sviluppatasi in questi ultimi anni negli ambienti filosofici sovietici, ha suscitato da noi un enorme interesse. L’idealismo di Deborin ha avuto un’influenza molto dannosa in seno al Partito comunista cinese e bisogna riconoscere che le concezioni dogmatiche manifestatesi in seno al nostro partito sono legate alle concezioni di quella scuola. Perciò il nostro studio della filosofia, in questo momento, deve avere come obiettivo principale la liquidazione delle concezioni dogmatiche.

LE DUE CONCEZIONI DEL MONDO

Lungo tutta la storia della conoscenza umana sono sempre esistite due concezioni dello sviluppo del mondo: la concezione metafisica dello sviluppo e la concezione dialettica dello sviluppo; esse sono due concezioni del mondo opposte fra loro. Lenin ha detto: “Le due concezioni fondamentali (o le due possibili? O le due osservate nella storia?) dello sviluppo (evoluzione) sono: da una parte lo sviluppo come diminuzione e aumento, come ripetizione, dall’altra lo sviluppo come unità degli opposti (sdoppiamento di ciò che è una cosa sola in opposti che si escludono reciprocamente e loro rapporto reciproco)” (4) . Lenin si riferisce qui appunto a queste due diverse concezioni del mondo.

La concezione metafisica dello sviluppo

In Cina la metafisica si chiama anche hsuan-hsueh . In Cina come in Europa, per un lungo periodo storico, la metafisica è stata una parte della concezione idealista del mondo e ha avuto un ruolo importante nel pensiero degli uomini (5) . Nel periodo iniziale di esistenza della borghesia in Europa, anche il materialismo è stato metafisico. La concezione del mondo marxista, materialista-dialettica, è nata in seguito al fatto che l’economia sociale di numerosi paesi europei è arrivata alla fase del capitalismo evoluto, che le forze produttive, la lotta di classe e la scienza hanno raggiunto un livello di sviluppo senza precedenti nella storia e che il proletariato industriale è diventato la principale forza motrice dello sviluppo della società. Da allora nel campo della borghesia, accanto all’idealismo reazionario dichiarato e aperto, contro la dialettica materialista ha fatto la sua comparsa anche l’evoluzionismo volgare.

La concezione metafisica, o evoluzionista volgare, del mondo consiste nel considerare tutte le cose del mondo come cose isolate e statiche e nel considerarle in modo unilaterale. Secondo questa concezione del mondo tutte le cose, le loro forme e le loro specie, sono eternamente distinte le une dalle altre ed eternamente immutabili. Le modificazioni sono soltanto aumento o diminuzione quantitativi o semplice spostamento. Le cause di questo aumento, diminuzione o spostamento non sono nelle cose stesse, ma fuori di esse, ossia nell’azione di forze esterne. Secondo i metafisici le diverse cose, le loro diverse proprietà e i loro caratteri specifici sono rimasti immutati dal momento in cui hanno cominciato a esistere. Le loro successive modificazioni sono soltanto espansioni o contrazioni. Ogni cosa non può che essere ripetutamente riprodotta sempre uguale a se stessa, non può trasformarsi in un’altra cosa, in una cosa diversa. Secondo i metafisici lo sfruttamento capitalista, la concorrenza capitalista, la morale individualista che troviamo nella società capitalista, ecc. si ritrovano pari pari anche nell’antica società schiavista, anzi perfino nella società primitiva ed esisteranno eternamente e immutabilmente (6) . Essi attribuiscono lo sviluppo della società a condizioni esterne ad essa come l’ambiente geografico, il clima, ecc. Semplicisticamente cercano le cause dello sviluppo fuori delle cose stesse e negano la tesi della dialettica materialista secondo cui lo sviluppo delle cose è determinato dalle loro contraddizioni interne.

È per questo che essi non sono in grado di spiegare né come fanno a esistere più cose qualitativamente diverse né il fenomeno della trasformazione di una qualità in un’altra.

In Europa questo modo di pensare trovò nei secoli XVII e XVIII la sua espressione nel materialismo meccanicista (7) e, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, nell’evoluzionismo volgare. In Cina il modo di pensare metafisico, che si esprime nelle parole “il cielo è immutabile e immutabile è anche il Tao (8) , fu per un lungo periodo di tempo difeso dalle classi feudali dominanti, nel periodo della loro decadenza. Il materialismo meccanicista e l’evoluzionismo volgare, importati dall’Europa negli ultimi cento anni, hanno trovato in Cina i loro sostenitori nella borghesia.

La concezione materialista dialettica dello sviluppo

Al contrario della concezione metafisica del mondo, la concezione materialista dialettica esige che nello studio dello sviluppo di una cosa si parta dal suo contenuto interno e dal nesso in cui una cosa si trova con le altre; ossia che si consideri lo sviluppo delle cose come loro automovimento interno e necessario e si consideri ogni cosa nel suo movimento e le altre cose che la circondano come collegate e interagenti tra loro. La causa principale dello sviluppo di una cosa non si trova fuori di essa ma dentro di essa, nelle sue contraddizioni interne. Il movimento e lo sviluppo delle cose avvengono perché in esse esistono queste contraddizioni. La contraddizione insita in una cosa è la causa principale del suo sviluppo, mentre la relazione della cosa con altre cose (il legame e l’interazione) è solo la causa secondaria di esso.

Quindi la dialettica materialista si oppone energicamente alla teoria delle cause esterne, o dell’impulso esterno, propria sia del materialismo meccanicista metafisico sia dell’evoluzionismo volgare metafisico. È evidente che le cause puramente esterne possono solo provocare il movimento meccanico delle cose e cambiamenti di volume e di quantità, mentre non possono spiegare come mai esiste un’infinita varietà di cose qualitativamente diverse e come mai le cose si trasformano in cose qualitativamente diverse. In realtà anche il movimento meccanico, provocato da un impulso esterno, si attua attraverso le contraddizioni interne delle cose. Anche la semplice nascita delle piante e degli animali e la loro crescita quantitativa sono provocati principalmente dalle contraddizioni interne. Analogamente anche lo sviluppo della società è determinato principalmente non da cause esterne, ma da cause interne. Paesi che si trovano in condizioni geografiche e climatiche quasi identiche, si sviluppano in modo estremamente differente e ineguale. In un paese si verificano enormi trasformazioni sociali senza che vi sia alcuna modificazione del suo ambiente geografico e climatico. La Russia imperialista si è trasformata nell’Unione Sovietica socialista e il Giappone feudale e chiuso in se stesso si è trasformato nel Giappone imperialista, benché la geografia e il clima di questi paesi non siano mutati. Nella Cina dominata per lungo tempo da un regime feudale, negli ultimi cento anni sono avvenute grandi trasformazioni e oggi essa sta trasformandosi in una Cina nuova, emancipata e libera: tuttavia la geografia e il clima del paese non sono cambiati. È vero, anche la geografia e il clima dell’intero globo terrestre e delle sue singole parti cambiano, ma queste modificazioni, rispetto alle trasformazioni della società, sono insignificanti: per le prime, i cambiamenti diventano sensibili dopo decine di migliaia o milioni di anni mentre per le società i cambiamenti si manifestano anche solo dopo migliaia, centinaia e decine di anni e perfino in alcuni anni o in alcuni mesi (come per esempio in periodi di rivoluzione).

Secondo la concezione della dialettica materialista, le trasformazioni che avvengono in natura sono dovute principalmente allo sviluppo delle contraddizioni interne alla natura. Le trasformazioni che avvengono nella società sono dovute principalmente allo sviluppo delle contraddizioni interne alla società, ossia alle contraddizioni tra le forze produttive e i rapporti di produzione, alle contraddizioni tra le classi, alle contraddizioni tra il vecchio e il nuovo. È lo sviluppo di queste contraddizioni che costringe la società ad andare avanti, che conduce alla sostituzione della vecchia società con una nuova.

Esclude la dialettica materialista le cause esterne? No, non le esclude. Secondo la dialettica materialista, le cause esterne sono la condizione della trasformazione, le cause interne sono la base della trasformazione e le cause esterne operano attraverso le cause interne. A una temperatura adatta un uovo si trasforma in un pulcino, ma non c’è temperatura che possa trasformare una pietra in un pulcino, perché le basi dell’uovo e della pietra sono diverse. Nell’epoca del capitalismo, e in particolare nell’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie, l’interazione e la spinta che i diversi paesi esercitano gli uni sugli altri in campo politico, economico e culturale sono enormi. La Rivoluzione socialista d’Ottobre ha dischiuso una nuova era non solo nella storia della Russia, ma nella storia di tutto il mondo; essa ha influito sulle trasformazioni interne dei diversi paesi e anche, con particolare intensità, sulle trasformazioni interne della Cina. Tuttavia le trasformazioni di questi paesi e della Cina sono sorte da una loro interna necessità. Quando due eserciti si combattono, uno finisce col vincere e l’altro con l’essere sconfitto; sia la vittoria sia la sconfitta sono determinate da cause interne. La vittoria è il risultato della potenza dell’esercito o della competenza del suo comando e la sconfitta è il risultato della debolezza dell’esercito o degli errori commessi dal suo comando: le cause esterne operano attraverso quelle interne. Nel 1927, in Cina, la grande borghesia ha sconfitto il proletariato grazie all’opportunismo esistente in seno allo stesso proletariato cinese (all’interno del Partito comunista cinese). Quando riuscimmo a liberarci da questo opportunismo, la rivoluzione cinese riprese ad avanzare. Successivamente la rivoluzione cinese subì di nuovo grandi rovesci ad opera del nemico, grazie all’avventurismo che si era affermato nel nostro partito. Quando riuscimmo a liquidare questo avventurismo, la nostra causa riprese nuovamente a fare progressi. Questo dimostra che per condurre la rivoluzione alla vittoria, un partito politico deve fare affidamento sulla giustezza della sua linea politica e sulla solidità della sua organizzazione. La concezione dialettica del mondo è sorta sia in Cina sia in Europa già nell’antichità. Tuttavia la dialettica degli antichi aveva qualcosa di ingenuo e di primitivo; dato che ovviamente si basava sulle condizioni sociali e storiche di allora, essa non potè dare luogo a un sistema teorico adeguato, quindi non potè fornire una spiegazione onnicomprensiva del mondo e successivamente venne sostituita dalla metafisica. Il celebre filosofo tedesco Hegel (9) , vissuto tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, ha dato un grande contributo alla dialettica, ma la sua dialettica era idealista. Solo quando i grandi protagonisti del movimento proletario, Marx ed Engels, sintetizzarono le conquiste raggiunte dall’umanità nel corso dello sviluppo della conoscenza e, in particolare, assimilarono criticamente gli elementi razionali della dialettica hegeliana (10) e crearono la grande teoria del materialismo dialettico e del materialismo storico, solo allora si verificò nella storia della conoscenza umana una rivoluzione senza precedenti. In seguito questa grande teoria fu ulteriormente sviluppata da Lenin e da Stalin (11) . Da quando ha posto piede in Cina, essa ha provocato enormi modificazioni nel pensiero cinese. La concezione dialettica del mondo ci insegna anzitutto a osservare e ad analizzare nelle diverse cose il movimento degli aspetti opposti e a trovare, sulla base di quest’analisi, i metodi appropriati per risolvere le contraddizioni. È per questo che la comprensione concreta della legge della contraddizione inerente alle cose è per noi di eccezionale importanza (12) , (13) .

LA CONTRADDIZIONE È UNIVERSALE

Per comodità di esposizione tratterò prima del carattere universale della contraddizione e poi del suo carattere particolare. Questo perché per spiegare il carattere universale della contraddizione basteranno poche parole, essendo ormai esso riconosciuto da molti dopo che i grandi fondatori e continuatori del marxismo (Marx, Engels, Lenin e Stalin) hanno esposto la concezione materialista dialettica del mondo e applicato con grande successo la dialettica materialista nell’analisi di molti aspetti della storia dell’umanità e della storia della natura, di molti aspetti della trasformazione della società e della natura (per esempio nell’Unione Sovietica). Il problema del carattere particolare della contraddizione, invece, non è stato ancora compreso da molti compagni, specialmente dai dogmatici. Essi non capiscono che l’universale della contraddizione esiste nel particolare della contraddizione. Essi non comprendono neppure quale enorme importanza, per dirigere il corso della nostra pratica rivoluzionaria, ha lo studio del carattere particolare della contraddizione inerente alle cose concrete che ci troviamo a dover affrontare. Per questo il problema del carattere particolare della contraddizione richiede uno studio particolarmente attento e all’esame di esso deve essere dedicato uno spazio adeguato. Per questo motivo, analizzando la legge della contraddizione inerente alle cose, tratteremo prima il problema dell’universalità della contraddizione, in seguito esamineremo con particolare attenzione la questione del suo carattere particolare, per tornare poi di nuovo al problema dell’universalità.

Il carattere universale o assoluto della contraddizione ha due aspetti: in primo luogo, la contraddizione esiste nel processo di sviluppo di ogni cosa; in secondo luogo, nel processo di sviluppo di ogni cosa un movimento di opposti esiste dall’inizio alla fine del processo.

La contraddizione esiste nel processo di sviluppo di ogni cosa

Engels ha detto: “Lo stesso movimento è una contraddizione” (14) . Lenin ha definito la legge dell’unità degli opposti come “il riconoscimento (la scoperta) di tendenze contraddittorie, opposte, che si escludono reciprocamente, in tutti i fenomeni e processi della natura (mente e società inclusi)” (15) . Sono giuste queste affermazioni? Sì, sono giuste. L’interdipendenza e la lotta degli aspetti contraddittori insiti in una cosa determinano la vita della cosa e determinano il suo sviluppo. Non esistono cose che non contengano contraddizioni; senza contraddizioni, non vi sarebbe l’universo (16) .

La contraddizione è la base delle forme più semplici di movimento (per esempio, del movimento meccanico) e, a maggior ragione, la base delle forme complesse di movimento.

Engels illustra nel modo seguente il carattere universale della contraddizione: “Se già il semplice movimento meccanico, il cambiamento di posizione, contiene in sé una contraddizione, questo vale a maggior ragione per le forme più elevate di movimento della materia e, in modo assolutamente particolare, per la vita organica e il suo sviluppo. [...] La vita consiste anzitutto precisamente nel fatto che un essere, in ogni istante, è se stesso ed è già anche un altro. Quindi la vita è del pari una contraddizione presente nelle cose e nei fenomeni stessi, contraddizione che continuamente si pone e continuamente si risolve; non appena la contraddizione cessa, cessa anche la vita e sopraggiunge la morte. Abbiamo visto parimenti che anche nel campo del pensiero non possiamo sfuggire alle contraddizioni e che, per esempio, la contraddizione tra il potere conoscitivo umano per sua natura illimitato e la sua sussistenza reale in uomini limitati dalle loro condizioni esterne e limitati anche nelle loro facoltà mentali, trova la sua soluzione in ciò che, almeno per noi, è una successione senza fine delle generazioni, in un progresso all’infinito. [...] una delle basi fondamentali della matematica superiore è la contraddizione. [...] Ma anche la matematica inferiore brulica già di contraddizioni” (17) .

Lenin ha spiegato l’universalità della contraddizione in modo analogo: “Nella matematica più e meno. Differenziale e integrale. Nella meccanica: azione e reazione. Nella fisica: elettricità positiva e negativa. Nella chimica: combinazione e dissociazione degli atomi. Nella scienza sociale: lotta di classe” (18) .

Nella guerra, l’attacco e la difesa, l’avanzata e la ritirata, la vittoria e la sconfitta sono tutti aspetti contraddittori. Senza l’uno non può esistere l’altro. Questi due aspetti lottano tra loro così come si uniscono tra loro, costituendo il tutto unico che è la guerra, dando impulso al suo sviluppo e risolvendo i problemi della guerra. Ogni divergenza nelle concezioni umane deve essere considerata come riflesso di contraddizioni oggettive. Le contraddizioni oggettive si riflettono nel pensiero soggettivo, dando luogo al movimento degli opposti di pensiero, stimolando lo sviluppo del pensiero, risolvendo continuamente i problemi che sorgono nel pensiero umano.

Nel partito si hanno sempre contrapposizione e lotta tra idee diverse: ciò è il riflesso nel partito delle contraddizioni di classe e delle contraddizioni tra il nuovo e il vecchio esistenti nella società. Se nel partito non ci fossero né contraddizioni né lotte ideologiche per risolverle, la vita del partito cesserebbe.

Quindi il primo aspetto del carattere universale della contraddizione è oramai chiaro: la contraddizione esiste dappertutto, in tutti i processi, tanto nelle forme semplici quanto nelle forme complesse di movimento, tanto nei fenomeni oggettivi quanto nei fenomeni del pensiero. Ma la contraddizione esiste anche già nello stadio iniziale di ogni processo? Vi è un movimento di opposti dall’inizio alla fine del processo di sviluppo di ogni cosa?

Nel processo di sviluppo di ogni cosa un movimento di opposti esiste dall’inizio alla fine del processo

Come risulta dagli articoli in cui i filosofi sovietici hanno criticato la scuola di Deborin, questa scuola sostiene che la contraddizione non appare fin dall’inizio di un processo, ma soltanto a un determinato stadio dello sviluppo di esso. Quindi, fino a quel momento, lo sviluppo del processo non è dovuto a cause interne, ma a cause esterne. Così Deborin ritorna alla teoria metafisica delle cause esterne e del meccanicismo. Applicando questa concezione all’analisi di problemi concreti, la scuola di Deborin giunge alla conclusione che, nelle condizioni dell’Unione Sovietica, tra kulak (contadini ricchi) e contadini in generale esistono soltanto differenze e non contraddizioni, trovandosi così completamente d’accordo con Bukharin. Nell’analisi della Rivoluzione francese essa sostiene che prima della rivoluzione, in seno al Terzo stato composto da operai, contadini e borghesi, esistevano soltanto differenze e non contraddizioni. Queste concezioni della scuola di Deborin sono antimarxiste. Essa non comprende che in ogni differenza che esiste al mondo è insita una contraddizione, che la differenza implica esattamente una contraddizione. La contraddizione fra lavoro e capitale è nata da quando hanno incominciato a esserci lavoro e capitale, anche se all’inizio la contraddizione non era ancora acuta. Anche nelle condizioni sociali dell’Unione Sovietica, tra gli operai e i contadini esiste una differenza e questa differenza è una contraddizione, anche se, a differenza della contraddizione tra lavoro e capitale, non si acutizzerà fino a diventare antagonismo e assumere la forma di lotta tra classi; nel corso della costruzione del socialismo gli operai e i contadini hanno stabilito fra loro una solida alleanza e risolveranno gradualmente questa contraddizione nel processo di transizione dal socialismo al comunismo. Si tratta di differenza nel carattere delle contraddizioni, non della presenza o assenza di contraddizioni. La contraddizione è universale, assoluta; essa esiste in tutti i processi di sviluppo delle cose e percorre tutti i processi dal principio alla fine. Cosa significa l’apparizione di un nuovo processo? Significa che la vecchia unità e gli opposti che la costituivano lasciano il posto a una nuova unità e ai nuovi opposti che costituiscono questa; il vecchio processo è completato e inizia un nuovo processo. Dato che il nuovo processo contiene una nuova contraddizione, ha inizio la storia dello sviluppo di questa sua propria contraddizione.

Lenin ha mostrato che Marx ha dato ne Il capitale un modello di analisi del movimento di opposti che percorre tutto il processo di sviluppo delle cose dal principio alla fine. È questo il metodo che bisogna seguire nello studio del processo di sviluppo di ogni cosa. Lo stesso Lenin ha applicato correttamente questo metodo e si è attenuto ad esso in tutti i suoi scritti.

“Marx ne Il capitale analizza dapprima il rapporto più semplice, abituale, fondamentale, il più diffuso, il più comune, che s’incontra miliardi di volte nella società borghese (mercantile): lo scambio delle merci. L’analisi rivela in questo fenomeno semplicissimo (in questa ‘cellula’ della società borghese) tutte le contraddizioni (ossia l’embrione di tutte le contraddizioni) della società contemporanea. Il seguito dell’esposizione ci mostra lo sviluppo (sia l’emergere sia il movimento) di queste contraddizioni e di questa società nella somma delle sue singole parti, dal suo inizio alla sua fine”.

Dopo questo Lenin aggiunge: “Tale pure deve essere il metodo di esposizione (o di studio) della dialettica in generale” (19) .

I comunisti cinesi devono padroneggiare questo metodo; solo così potranno analizzare giustamente la storia e la situazione attuale della rivoluzione cinese e dedurne le prospettive.

LA CONTRADDIZIONE È PARTICOLARE

La contraddizione esiste nel processo di sviluppo di ogni cosa; essa percorre il processo di sviluppo di ogni cosa dal principio alla fine. È questo il carattere universale e assoluto della contraddizione, di cui abbiamo parlato in precedenza. Ci soffermeremo ora sul carattere particolare e relativo della contraddizione. Questa questione deve essere esaminata da diversi punti di vista.

In ogni forma di movimento della materia la contraddizione ha un suo aspetto particolare

Anzitutto in ogni forma di movimento della materia (20) la contraddizione ha un suo aspetto particolare. La conoscenza della materia da parte dell’uomo è conoscenza delle forme di movimento della materia, perché nel mondo non esiste altro che materia in movimento e il movimento della materia assume forme determinate. Considerando ogni singola forma di movimento della materia, occorre considerare gli elementi che essa ha in comune con le altre forme di movimento. Ma è ancora più importante (ed è questo il fondamento della nostra conoscenza delle cose) considerare gli elementi particolari propri di ogni forma di movimento, vale a dire tener conto della sua differenza qualitativa rispetto alle altre forme di movimento. Solo in questo modo possiamo distinguere una cosa da un’altra. Ogni forma di movimento contiene in sé la sua propria contraddizione particolare. Questa contraddizione particolare costituisce la qualità particolare che distingue una cosa dalle altre. In questo consiste la causa interna o, come noi diciamo, la base delle migliaia di caratteri per cui le cose si distinguono l’una dall’altra.

In natura vi sono numerose forme di movimento: il movimento meccanico, il suono, la luce, il calore, l’elettricità, la dissociazione, la combinazione, ecc. Tutte queste forme di movimento sono interdipendenti e nello stesso tempo si differenziano qualitativamente l’una dall’altra. La qualità particolare di ogni forma di movimento è determinata dalla sua particolare contraddizione interna. Questo vale non solo in natura, ma anche nella società e nel pensiero. Ogni forma di società, ogni forma di pensiero ha la sua contraddizione particolare e la sua qualità particolare.

La classificazione delle diverse scienze si basa appunto sulla contraddizione particolare insita nei loro rispettivi oggetti di studio. Perciò un certo genere di contraddizione specifico di un certo insieme di fenomeni costituisce l’oggetto di studio di un determinato ramo della scienza. Per esempio, i numeri positivi e negativi per la matematica; l’azione e la reazione per la meccanica; l’elettricità positiva e negativa per la fisica; la combinazione e la dissociazione per la chimica; le forze produttive e i rapporti di produzione, le classi e la lotta di classe per la scienza sociale; l’attacco e la difesa per la scienza militare; l’idealismo e il materialismo, la concezione metafisica e la concezione dialettica per la filosofia; ecc.: ognuna di queste cose è oggetto di studio di scienze diverse proprio perché ognuna di esse ha una contraddizione particolare e una qualità particolare.

Certo, se non partiamo dal carattere universale della contraddizione è impossibile scoprire la causa universale o la base universale del movimento, dello sviluppo delle cose; ma se non studiamo il carattere particolare della contraddizione è impossibile determinare la qualità particolare per cui una cosa è distinta dalle altre, scoprire la causa o la base particolare del movimento, dello sviluppo delle cose, distinguere una cosa dall’altra e delimitare i campi della ricerca scientifica. Se si considera l’ordine seguito dal movimento della conoscenza umana, si osserva che esso si estende sempre gradualmente dalla conoscenza dell’individuale alla conoscenza del generale. Gli uomini conoscono dapprima le qualità individuali di ognuna di molte cose diverse e solo in seguito possono passare alla generalizzazione e alla conoscenza delle qualità comuni delle cose. Dopo che sono giunti alla conoscenza di queste qualità comuni, essi se ne servono come guida e procedono nello studio di varie cose concrete che non sono ancora state studiate o che non sono state studiate a fondo fino a scoprire la qualità particolare di ognuna di esse; solo così possono completare, arricchire e sviluppare la loro conoscenza delle qualità comuni evitando che questa conoscenza si trasformi in qualcosa di arido e fossilizzato (21) . Questi sono i due processi della conoscenza: il primo, dal particolare al generale; il secondo, dal generale al particolare. La conoscenza umana procede sempre secondo questo movimento ciclico, ripetitivo e a ogni ciclo (purché ci si attenga rigorosamente al metodo scientifico) la conoscenza progredisce e diviene sempre più profonda.

I nostri dogmatici sbagliano: da una parte perché non capiscono che dobbiamo studiare l’aspetto particolare della contraddizione e conoscere le qualità particolari delle cose individuali prima di poter conoscere adeguatamente il carattere universale della contraddizione e le qualità comuni a varie cose; dall’altra parte perché non capiscono che, una volta conosciute le qualità comuni a date cose, dobbiamo procedere a studiare quelle cose concrete che non sono state ancora studiate a fondo o che si sono presentate per la prima volta. I nostri dogmatici sono degli scansafatiche; rifiutando di applicarsi a ogni studio meticoloso di cose concrete, considerano le verità generali come cosa caduta dal cielo, le trasformano in formule puramente astratte che la gente non può afferrare e, così facendo, negano completamente e addirittura capovolgono l’ordine normale attraverso cui l’uomo giunge alla conoscenza della verità. Essi non comprendono nemmeno il nesso reciproco tra i due processi della conoscenza umana: dal particolare al generale e dal generale al particolare; essi non capiscono nulla della teoria marxista della conoscenza.

La contraddizione particolare di ogni forma di movimento della materia in ogni fase del lungo processo di sviluppo di una cosa

Non solo è necessario studiare la contraddizione particolare specifica di ogni grande insieme di forme di movimento della materia e la qualità determinata da tale contraddizione; è necessario studiare anche la contraddizione particolare e la qualità di ogni forma di movimento della materia in ogni fase del suo lungo percorso di sviluppo. In tutte le forme di movimento ogni processo di sviluppo che sia reale e non immaginario è qualitativamente diverso. Nel nostro studio dobbiamo rivolgere particolare attenzione a questo e da questo dobbiamo cominciare.

Contraddizioni qualitativamente diverse possono essere risolte solo con metodi qualitativamente diversi. Per esempio, la contraddizione fra il proletariato e la borghesia è risolta con il metodo della rivoluzione socialista; la contraddizione fra le grandi masse popolari e il sistema feudale è risolta con il metodo della rivoluzione democratica; la contraddizione fra le colonie e l’imperialismo è risolta con il metodo della guerra rivoluzionaria nazionale; la contraddizione fra la classe operaia e i contadini nella società socialista è risolta con il metodo della collettivizzazione e della meccanizzazione dell’agricoltura; la contraddizione in seno al partito comunista è risolta con il metodo della critica e dell’autocritica; la contraddizione fra la società e la natura è risolta con il metodo dello sviluppo delle forze produttive. I processi cambiano, i vecchi processi e le vecchie contraddizioni spariscono, sorgono nuovi processi e nuove contraddizioni; in corrispondenza a ciò mutano anche i metodi per risolvere le contraddizioni. Tra le contraddizioni risolte dalla Rivoluzione di febbraio e quelle risolte dalla Rivoluzione d’Ottobre in Russia vi è una differenza fondamentale e così anche tra i metodi impiegati per risolverle. Risolvere contraddizioni differenti con metodi differenti è un principio che i marxisti-leninisti devono rigorosamente osservare. I dogmatici non osservano questo principio, non capiscono le differenze tra le varie situazioni rivoluzionarie e non comprendono quindi che contraddizioni differenti debbono essere risolte con metodi differenti. Al contrario essi adottano uniformemente una formula che immaginano immutabile e l’applicano rigidamente dappertutto; questo può soltanto provocare gravi danni alla rivoluzione o compromettere ciò che avrebbe potuto essere condotto a buon fine.

Il carattere particolare di ogni aspetto della contraddizione principale di un processo

Per scoprire il carattere particolare delle contraddizioni nel loro insieme così come nel loro nesso reciproco nel processo di sviluppo delle cose, ossia per scoprire la qualità del processo di sviluppo delle cose, è necessario scoprire il carattere particolare di ogni aspetto della contraddizione di quel processo; altrimenti sarà impossibile scoprire la qualità del processo. Nel nostro studio dobbiamo dedicare molta attenzione anche a questo.

Nel processo di sviluppo di un fenomeno importante, vi è tutta una serie di contraddizioni. Per esempio, nel processo della rivoluzione democratica borghese in Cina esiste la contraddizione fra le diverse classi oppresse della società cinese e l’imperialismo, la contraddizione fra le grandi masse popolari e il regime feudale, la contraddizione fra il proletariato e la borghesia, la contraddizione fra i contadini e la piccola borghesia urbana da una parte e la borghesia dall’altra, le contraddizioni fra i diversi gruppi reazionari della classe dominante, ecc. La situazione è estremamente complessa. Non solo ognuna di queste contraddizioni ha il suo carattere particolare e quindi esse non possono essere trattate nello stesso modo, ma ognuno dei due aspetti di ciascuna contraddizione ha un suo carattere particolare ed essi non possono quindi essere trattati nello stesso modo. Noi che lavoriamo per la rivoluzione cinese non solo dobbiamo comprendere il carattere particolare di ognuna delle contraddizioni alla luce della loro totalità, ossia del loro nesso reciproco, ma inoltre possiamo comprendere la totalità delle contraddizioni solo studiando i due aspetti di ciascuna di esse. Comprendere i due aspetti di una contraddizione significa comprendere la posizione specifica che occupa ciascun aspetto, la forma concreta in cui esso è legato da un nesso di interdipendenza all’aspetto opposto e nello stesso tempo lotta contro di esso e i metodi concreti con cui esso lotta contro il suo opposto sia quando i due aspetti sono interdipendenti e nello stesso tempo in contraddizione sia quando il rapporto di interdipendenza si spezza. Lo studio di questi problemi ha una grande importanza. A questo si riferiva Lenin quando affermava che la sostanza stessa, l’anima vivente del marxismo è l’analisi concreta della situazione concreta (22) . I nostri dogmatici violano l’insegnamento di Lenin: non affaticano mai il loro cervello con l’analisi concreta di una qualsiasi cosa, nei loro articoli e discorsi essi fanno sempre risuonare la stessa musica e così hanno creato nel nostro partito un pessimo stile di lavoro.

Evitare di essere soggettivisti, unilaterali e superficiali

Nello studio di qualsiasi problema bisogna evitare di essere soggettivisti, unilaterali e superficiali. Essere soggettivisti significa non saper considerare i problemi oggettivamente, ossia non saper considerare il problema secondo la concezione del materialismo.

Di questo ho già parlato nel mio intervento Sulla pratica (23) .

Essere unilaterali significa non saper considerare un problema come un tutto. Per esempio: considerare solo la Cina e non il Giappone; considerare solo il Partito comunista cinese e non il Kuomintang; considerare solo il proletariato e non la borghesia; considerare solo i contadini e non i proprietari terrieri; considerare solo le situazioni favorevoli e non quelle sfavorevoli; considerare solo il passato e non il futuro; considerare solo l’aspetto singolo e non l’insieme; considerare solo i difetti e non i successi; considerare solo l’accusatore e non l’accusato; considerare solo il lavoro rivoluzionario clandestino e non quello legale; ecc. Riassumendo: essere unilaterali significa non comprendere le caratteristiche di ognuno degli aspetti di una contraddizione. Questo modo di procedere è chiamato considerare unilateralmente un problema. Lo si indica anche con altre espressioni: vedere la parte e non il tutto, gli alberi e non la foresta.

In questo modo è impossibile scoprire i metodi adatti per risolvere le contraddizioni, è impossibile portare a termine i compiti rivoluzionari, eseguire bene il lavoro affidatoci, sviluppare correttamente la lotta ideologica in seno al partito. Quando Sun Tzu, discutendo di scienza militare, diceva: “Conosci il nemico e conosci te stesso e potrai combattere cento battaglie senza pericolo di sconfitte” (24) , egli si riferiva alle due parti in lotta. Wei Cheng, della dinastia Tang, ha detto: “Ascolta le due parti e vedrai la luce, credi a una sola e resterai nelle tenebre” (25) . Anch’egli comprendeva che l’unilateralità è un errore. Ma i nostri compagni trattano spesso le questioni in modo unilaterale e per questo sbattono la testa contro il muro (26) . Nel romanzo La storia delle spiagge (27) Sung Chiang attacca per tre volte il villaggio di Chu, ma subisce due sconfitte perché non conosce le condizioni locali e applica un metodo sbagliato. In seguito cambia metodo: prima studia la situazione e viene quindi a conoscenza del complicato intrecciarsi di strade, poi spezza l’alleanza tra i villaggi di Li, Hu e Chu e introduce soldati travestiti nel campo nemico con uno stratagemma simile a quello di cui narra la leggenda straniera del cavallo di Troia. Così il suo terzo attacco è coronato dal successo. Ne La storia delle spiagge ci sono tanti esempi di applicazione della dialettica materialista, tra cui quello dei tre attacchi contro il villaggio di Chu è uno dei migliori. Lenin ha detto: “Per conoscere effettivamente un oggetto occorre abbracciare, studiare tutti i suoi lati, tutti i nessi e le ‘mediazioni’. Noi non raggiungeremo mai ciò pienamente, ma l’esigenza della multilateralità ci premunirà dagli errori e dallo schematismo” (28) . Dobbiamo ricordare queste sue parole.

La superficialità è il comportamento di una persona che non tiene conto né delle caratteristiche della contraddizione nel suo insieme né delle caratteristiche di ciascuno dei suoi aspetti, nega che bisogna andare a fondo in una cosa ed esaminare dettagliatamente le caratteristiche della contraddizione, si limita a uno sguardo a distanza e, colte approssimativamente alcune manifestazioni della contraddizione, cerca immediatamente di risolverla (rispondere a una questione, dirimere una controversia, eseguire un lavoro, dirigere un’operazione militare). Questo modo di agire ha sempre tristi conseguenze.

I nostri compagni ammalati di dogmatismo e di empirismo commettono errori proprio perché esaminano le cose in modo soggettivista, unilaterale e superficiale. Unilateralità e superficialità sono al tempo stesso anche soggettivismo e implicano un metodo soggettivista, perché tutte le cose esistenti oggettivamente sono nella realtà connesse tra loro e ognuna è governata da leggi interne mentre alcuni non considerano queste cose per quello che esse sono realmente, ma le esaminano in modo unilaterale o superficiale, senza conoscerne né il nesso reciproco né le leggi interne; un tale metodo è dunque soggettivista.

La particolarità della contraddizione in ogni fase del processo di sviluppo di una cosa

Nel movimento di opposti che percorre tutto il processo dello sviluppo di una cosa, noi dobbiamo prestare attenzione non solo alle particolarità delle interconnessioni e delle condizioni dei suoi vari aspetti, ma anche alle particolarità proprie di ogni fase del processo di sviluppo.

Nel processo di sviluppo di una cosa, la contraddizione fondamentale del processo e la qualità del processo determinata da questa contraddizione fondamentale non scompaiono mai finché il processo non è arrivato al suo compimento; tuttavia nel lungo processo di sviluppo di una cosa normalmente le condizioni in una fase sono differenti dalle condizioni in un’altra fase. Questo avviene perché, sebbene nel lungo processo di sviluppo di una cosa la contraddizione fondamentale e la qualità di tale processo rimangano immutate, tuttavia nelle diverse fasi del lungo processo di sviluppo la contraddizione fondamentale assume forme sempre più acute. Inoltre, tra le numerose contraddizioni, grandi e piccole, determinate dalla contraddizione fondamentale o influenzate da essa, alcune divengono acute, altre si risolvono in parte o temporaneamente oppure si attenuano e, infine, altre nuove ne compaiono. Appunto per questo il processo si distingue da se stesso in diverse fasi. Chi non tiene conto delle fasi del processo di sviluppo di una cosa, non è in grado di risolvere in modo giusto le contraddizioni a essa inerenti (29) .

Per esempio, quando il capitalismo dell’epoca della libera concorrenza si trasformò in imperialismo, non cambiò né la natura delle due classi tra cui esiste la contraddizione fondamentale (il proletariato e la borghesia) né la natura capitalista della società; tuttavia la contraddizione fra queste due classi diventò più acuta, sorse la nuova contraddizione fra il capitale monopolistico e quello non monopolistico (30) , si acuì la contraddizione fra i paesi della metropoli e le colonie, la contraddizione fra paesi capitalisti (ossia la contraddizione generata dallo sviluppo ineguale dei diversi paesi) si manifestò con particolare acutezza; nacque così uno stadio particolare del capitalismo, lo stadio dell’imperialismo. Il leninismo è diventato il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria proprio perché Lenin e Stalin hanno spiegato in modo giusto queste contraddizioni e hanno elaborato in modo giusto la teoria e la tattica della rivoluzione proletaria per risolverle.

Se si considera il processo della rivoluzione democratica borghese in Cina, iniziatosi con la Rivoluzione del 1911, si osservano anche in esso diverse fasi specifiche. In particolare, il periodo in cui alla testa della rivoluzione si trovava la borghesia e il periodo in cui alla testa della rivoluzione si è posto il proletariato si distinguono nettamente l’uno dall’altro come due fasi storiche ampiamente diverse. In altri termini, la direzione del proletariato ha cambiato in modo fondamentale il volto della rivoluzione, ha condotto a un nuovo assestamento dei rapporti fra le classi, ha portato a un ampio sviluppo della rivoluzione contadina, ha dato alla rivoluzione diretta contro l’imperialismo e il feudalesimo un carattere coerente, ha creato la possibilità del passaggio dalla rivoluzione democratica a quella socialista, ecc. Tutto ciò sarebbe stato impossibile nel periodo in cui la direzione della rivoluzione era nelle mani della borghesia. Sebbene la natura della contraddizione fondamentale di questo processo preso nel suo insieme, ossia il suo carattere di rivoluzione democratica, antimperialista e antifeudale (il suo opposto è il carattere semicoloniale e semifeudale del paese), non sia affatto mutata, tuttavia il processo ha attraversato più fasi di sviluppo nel corso di circa vent’anni durante i quali hanno avuto luogo molti grandi avvenimenti, quali la sconfitta della Rivoluzione del 1911 e l’instaurazione del dominio dei signori della guerra del nord, la creazione del primo fronte unito nazionale e la Rivoluzione del 1924-1927, la rottura del fronte unito e il passaggio della borghesia nel campo della controrivoluzione, le guerre fra i nuovi signori della guerra, la Guerra rivoluzionaria agraria, la creazione del secondo fronte unito nazionale e la Guerra di resistenza contro il Giappone. Queste fasi presentano condizioni specifiche come: l’acutizzazione di certe contraddizioni (ad esempio, la Guerra rivoluzionaria agraria e l’invasione giapponese delle quattro province del nord-est), la soluzione parziale o temporanea di altre contraddizioni (per esempio, la liquidazione dei signori della guerra del nord, la confisca da parte nostra delle terre dei proprietari terrieri), la recente comparsa di altre contraddizioni (per esempio, la lotta fra i nuovi signori della guerra, la ripresa da parte dei proprietari terrieri delle loro terre dopo che noi abbiamo perso le basi d’appoggio rivoluzionarie del sud).

Il carattere particolare di ciascun aspetto della contraddizione in ogni fase dello sviluppo di una cosa

Quando si studiano le particolarità delle contraddizioni nelle diverse fasi del processo di sviluppo di una cosa, occorre non solo esaminarle nel loro nesso reciproco, nel loro complesso, ma anche analizzare in ogni fase del suo sviluppo ciascun aspetto delle contraddizioni.

Prendiamo per esempio il Kuomintang e il Partito comunista cinese. Nel periodo del primo fronte unito, il Kuomintang seguì le tre politiche fondamentali di Sun Yatsen (alleanza con la Russia, alleanza con il Partito comunista cinese e appoggio agli operai e ai contadini); perciò fu rivoluzionario e vigoroso e rappresentò l’alleanza di varie classi nella rivoluzione democratica. Dopo il 1927 il Kuomintang prese una direzione opposta e divenne il blocco reazionario dei proprietari terrieri e della grande borghesia. Dopo l’Incidente di Sian del dicembre 1936, il Kuomintang compì un’altra svolta e incominciò a orientarsi verso la cessazione della guerra civile e l’alleanza con il Partito comunista cinese per lottare uniti contro l’imperialismo giapponese. Queste sono le caratteristiche del Kuomintang in queste tre fasi. La comparsa di queste caratteristiche è dovuta, naturalmente, a varie cause.

Quanto al Partito comunista cinese, nel periodo del primo fronte unito esso era ancora nella fase della sua infanzia e partecipò eroicamente alla Rivoluzione del 1924-1927; tuttavia si rivelò immaturo quanto alla comprensione della natura, dei compiti e dei metodi della rivoluzione e per questo il chentuhsiuismo (31) , sorto nell’ultimo periodo di quella rivoluzione, ebbe la possibilità di esercitare la sua influenza e portò la rivoluzione alla sconfitta. Dopo il 1927 il Partito comunista cinese diresse eroicamente la Guerra rivoluzionaria agraria, creò un esercito rivoluzionario e basi d’appoggio rivoluzionarie; tuttavia commise errori di carattere avventurista, in seguito ai quali l’Esercito rosso e le basi d’appoggio subirono gravi perdite. A partire dal 1935, esso ha corretto questi errori e si è posto a capo del nuovo fronte unito per la resistenza al Giappone: oggi questa grande lotta è in pieno sviluppo. Nella fase attuale il Partito comunista cinese è un partito che ha già superato la prova di due rivoluzioni e ha acquisito una ricca esperienza. Tali sono le caratteristiche del Partito comunista cinese nelle tre fasi. Anche la comparsa di queste caratteristiche è dovuta ugualmente a varie cause.

Senza lo studio di tutte queste caratteristiche è impossibile comprendere le relazioni specifiche tra il Kuomintang e il Partito comunista cinese nelle diverse fasi del loro sviluppo: creazione del fronte unito, rottura del fronte unito, creazione di un nuovo fronte unito. Ma per studiare le diverse caratteristiche dei due partiti dobbiamo studiare le basi di classe dei due partiti (e questo è ancor più fondamentale) e le contraddizioni che su tali basi sono sorte nei diversi periodi tra il Kuomintang, il Partito comunista cinese e altre forze. Per esempio, nel periodo della prima alleanza con il Partito comunista cinese il Kuomintang da un lato si trovava in contraddizione con l’imperialismo straniero e di conseguenza lottava contro l’imperialismo; dall’altro lato si trovava in contraddizione con le grandi masse popolari all’interno del paese e, benché a parole promettesse ai lavoratori mari e monti, in realtà dava loro pochissimo o letteralmente nulla. Nel periodo in cui condusse la guerra anticomunista, il Kuomintang collaborò con l’imperialismo e il feudalesimo contro le grandi masse popolari, cancellò con un tratto di penna tutte le conquiste che esse avevano strappato durante la rivoluzione, acuendo in tal modo le contraddizioni tra sé e le masse popolari. Oggi nel periodo della resistenza al Giappone, il Kuomintang, poiché si trova in contraddizione con l’imperialismo giapponese, da una parte ha bisogno di allearsi con il Partito comunista cinese, ma dall’altra non attenua affatto né la sua lotta contro il Partito comunista cinese e il popolo né l’oppressione che esercita su di essi.

Quanto al Partito comunista cinese, esso è sempre stato in tutti questi periodi a fianco delle masse popolari per lottare contro l’imperialismo e il feudalesimo; tuttavia nel periodo attuale di resistenza al Giappone, dal momento che il Kuomintang si è pronunciato a favore della resistenza al Giappone, esso ha adottato verso il Kuomintang e le forze feudali del paese una politica moderata. Queste circostanze fanno sì che tra i due partiti ora si stabilisca un’alleanza, ora riprenda la lotta; inoltre fanno sì che anche nei periodi di alleanza si crei una situazione complessa in cui esistono contemporaneamente sia l’alleanza sia la lotta.

Se non studiamo le caratteristiche di questi aspetti delle contraddizioni non solo non comprendiamo i rapporti di ciascuno di questi due partiti con le altre forze, ma nemmeno i rapporti reciproci tra di essi.

Conclusioni

Da quanto fin qui detto deriva che, nello studio del carattere particolare di qualsiasi contraddizione (la contraddizione in ogni forma di movimento della materia, la contraddizione in ognuna delle forme di movimento di ogni processo di sviluppo, ognuno degli aspetti della contraddizione in ogni processo di sviluppo, la contraddizione in ognuna delle fasi di ogni processo di sviluppo, ognuno degli aspetti della contraddizione nelle varie fasi di sviluppo), nello studio del carattere particolare di tutte queste contraddizioni dobbiamo essere liberi da ogni forma di arbitrio soggettivista e al contrario dobbiamo fare un’analisi concreta di esse. Senza analisi concreta è impossibile conoscere il carattere particolare di qualsiasi contraddizione. Dobbiamo sempre ricordare le parole di Lenin: analisi concreta delle condizioni concrete.

Marx ed Engels sono stati i primi a darci magnifici esempi di questo genere di

analisi concreta.

Quando Marx ed Engels applicarono la legge della contraddizione inerente alle cose nello studio del processo della storia della società, essi scoprirono la contraddizione fra le forze produttive e i rapporti di produzione; essi scoprirono la contraddizione fra la classe degli sfruttatori e la classe degli sfruttati e la contraddizione che da essa scaturiva, la contraddizione fra la base economica e la sua sovrastruttura (politica, ideologia, ecc.); essi scoprirono inoltre che queste contraddizioni generano inevitabilmente nelle diverse società divise in classi rivoluzioni sociali di carattere diverso.

Quando Marx applicò la legge della contraddizione inerente alle cose allo studio della struttura economica della società capitalista, egli scoprì che la contraddizione fondamentale di questa società è la contraddizione fra il carattere sociale della produzione e il carattere privato della proprietà. Questa contraddizione si manifesta nella contraddizione fra il carattere organizzato della produzione nelle singole imprese e il carattere disorganizzato della produzione a livello dell’intera società. Nei rapporti di classe, questa contraddizione si manifesta nella contraddizione fra la borghesia e il proletariato.

A causa dell’enorme varietà delle cose e dell’infinità del loro sviluppo, ciò che in un determinato caso è universale può in un altro caso diventare particolare. Viceversa ciò che in un caso determinato è particolare può in un altro diventare universale. La contraddizione, propria del sistema capitalista, fra il carattere sociale della produzione e la proprietà privata dei mezzi di produzione, è comune a tutti i paesi in cui esiste e si sviluppa il capitalismo; per il capitalismo ciò costituisce il carattere universale della contraddizione. Ma questa contraddizione propria del capitalismo appartiene soltanto a una determinata fase storica dello sviluppo della società divisa in classi in generale; per la contraddizione fra le forze produttive e i rapporti di produzione nella società divisa in classi in generale, essa costituisce il carattere particolare della contraddizione. Tuttavia mettendo in luce la natura particolare di ogni contraddizione della società capitalista, Marx illustrò in modo ancor più approfondito, più esauriente e più completo l’universalità della contraddizione fra le forze produttive e i rapporti di produzione nella società divisa in classi in generale.

Dato che il particolare è legato all’universale, dato che a ogni cosa è internamente pertinente non solo il carattere particolare della contraddizione, ma anche il carattere universale e dato che l’universalità esiste nella particolarità, nello studio di una data cosa occorre individuare ambedue questi aspetti e il loro nesso reciproco, individuare sia il carattere particolare sia il carattere universale che sono internamente pertinenti a una data cosa e il loro nesso reciproco, scoprire il legame reciproco fra la cosa e le numerose altre cose fuori di essa. Quando Stalin, nella sua famosa opera Principi del leninismo , spiega le radici storiche del leninismo, egli analizza la situazione internazionale in cui il leninismo è nato, assieme alle varie contraddizioni del capitalismo che avevano raggiunto il loro massimo sviluppo nella fase dell’imperialismo e mostra come queste contraddizioni abbiano fatto sì che la rivoluzione proletaria sia divenuta una questione di pratica immediata e come abbiano creato le condizioni favorevoli per un attacco diretto contro il capitalismo. Inoltre egli analizza le ragioni per cui la Russia è divenuta la culla dei leninismo, le ragioni per cui la Russia zarista costituiva il punto cruciale di tutte le contraddizioni dell’imperialismo e le ragioni per cui il proletariato russo potè diventare l’avanguardia del proletariato rivoluzionario internazionale. In questo modo Stalin analizza il carattere universale della contraddizione inerente all’imperialismo mostrando che il leninismo è il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria e analizza il carattere particolare dell’imperialismo della Russia zarista nell’ambito della contraddizione dell’imperialismo in generale, spiegando come la Russia sia diventata la patria della teoria e della tattica della rivoluzione proletaria e come questa particolarità racchiuda in sé l’universalità della contraddizione. Questa analisi di Stalin ci serve come modello per comprendere la particolarità e l’universalità della contraddizione e il loro nesso reciproco.

Trattando dell’applicazione della dialettica allo studio dei fenomeni oggettivi, Marx ed Engels, e anche Lenin e Stalin, hanno sempre insegnato che bisogna guardarsi da ogni forma di arbitrio soggettivista e che occorre invece scoprire nelle condizioni concrete inerenti ai movimenti reali oggettivi le contraddizioni concrete presenti in questi fenomeni, il ruolo concreto di ogni aspetto della contraddizione, nonché il concreto rapporto reciproco delle contraddizioni. I nostri dogmatici non riescono mai a farsi un’idea giusta di una cosa, appunto perché nello studio non adottano un simile atteggiamento. Noi dobbiamo imparare dal fallimento dei dogmatici e imporci questo atteggiamento, perché non esiste un altro metodo di studio.

Il rapporto fra universalità e particolarità della contraddizione è il rapporto fra il carattere generale e il carattere individuale della contraddizione. Il carattere generale sta nel fatto che la contraddizione esiste in tutti i processi e li percorre dal principio alla fine; movimento, cose, processi, pensiero: tutto è contraddizione. Negare la contraddizione nelle cose significa negare tutto. Questa è una verità universale, valida per tutti i tempi e per tutti i paesi, senza eccezioni. Da qui il carattere generale e assoluto. Tuttavia questo carattere generale esiste in tutti i caratteri individuali; senza il carattere individuale non può esservi carattere generale. Può forse esistere il generale se si escludono tutti i caratteri individuali? I caratteri individuali nascono dal fatto che ogni contraddizione è particolare. Tutti i caratteri individuali hanno esistenza condizionata e temporanea, quindi relativa (32) .

Questa verità concernente il generale e l’individuale, l’assoluto e il relativo è la quintessenza del problema delle contraddizioni inerenti alle cose; non comprendere tale verità significa rinunciare alla dialettica.

LA CONTRADDIZIONE PRINCIPALE E L’ASPETTO PRINCIPALE DELLA CONTRADDIZIONE

Nella questione del carattere particolare della contraddizione vi sono altri due problemi che è necessario analizzare a parte: la contraddizione principale e l’aspetto principale della contraddizione.

La contraddizione principale

Nel processo di sviluppo di una cosa complessa esistono numerose contraddizioni; tra di esse vi è necessariamente una contraddizione principale la cui esistenza e il cui sviluppo determinano o influenzano l’esistenza e lo sviluppo

delle altre contraddizioni.

Per esempio, nella società capitalista le due forze in lotta, il proletariato e la borghesia, formano la contraddizione principale. Le altre contraddizioni (quali per esempio la contraddizione fra la residua classe feudale e la borghesia, la contraddizione fra la piccola borghesia contadina e la borghesia, la contraddizione fra il proletariato e la piccola borghesia contadina, la contraddizione fra la borghesia non monopolistica e la borghesia monopolistica, la contraddizione fra la democrazia borghese e il fascismo borghese, la contraddizione fra i paesi capitalisti, la contraddizione fra l’imperialismo e le colonie, ecc.), sono tutte governate e influenzate da questa contraddizione principale.

Nei paesi semicoloniali, come la Cina, la relazione fra la contraddizione principale e le contraddizioni secondarie è complicata (33) .

Quando l’imperialismo aggredisce un paese di questo tipo, le diverse classi del paese, eccetto un pugno di traditori, possono temporaneamente unirsi per condurre una guerra nazionale contro l’imperialismo. In una circostanza del genere la contraddizione fra l’imperialismo e quel paese diventa la contraddizione principale, mentre tutte le contraddizioni fra le diverse classi del paese (compresa la contraddizione principale, ossia quella fra il regime feudale e le grandi masse popolari) sono relegate temporaneamente in secondo piano e assumono una posizione subordinata. Così accadde in Cina durante la Guerra dell’oppio del 1840, durante la Guerra cino-giapponese del 1894, durante la Guerra dello Yi Ho Tuan nel 1900 e così accade oggi nella guerra cino-giapponese (34) .

Tuttavia cambiando la situazione le contraddizioni cambiano posizione.

Quando l’imperialismo non ricorre alla guerra, ma impone la propria oppressione con metodi relativamente più moderati (politici, economici, culturali, ecc.), le classi dominanti di un paese semicoloniale capitolano davanti all’imperialismo; fra i due si stringe un’alleanza per opprimere insieme le grandi masse popolari. In queste condizioni spesso le grandi masse popolari ricorrono alla guerra civile per lottare contro l’alleanza formata dagli imperialisti e dalla classe feudale, mentre l’imperialismo, invece di ricorrere a un’azione diretta, usa di frequente metodi indiretti per aiutare i reazionari del paese semicoloniale a opprimere il popolo: in questi casi le contraddizioni interne diventano particolarmente acute. Così accadde in Cina (35) durante la Guerra rivoluzionaria del 1911, durante la Guerra rivoluzionaria del 1924-1927 e nei dieci anni della Guerra rivoluzionaria agraria iniziata nel 1927 (36) . Una situazione analoga si ha anche durante le guerre intestine fra i diversi gruppi reazionari dominanti nei paesi semicoloniali, per esempio le guerre tra i signori della guerra in Cina.

Ma allorché una guerra civile rivoluzionaria assume in un paese proporzioni tali da minacciare l’esistenza stessa dell’imperialismo e dei suoi lacchè, cioè dei reazionari locali, allora l’imperialismo, per mantenere il suo dominio, fa spesso ricorso ad altri metodi: o cerca di dividere il fronte rivoluzionario dall’interno o invia direttamente le sue truppe in aiuto ai reazionari locali (37) . In questi casi gli imperialisti stranieri e i reazionari locali si pongono in modo assolutamente aperto a un polo, mentre le grandi masse popolari si pongono all’altro polo, costituendo così la contraddizione principale che governa o influenza lo sviluppo delle altre contraddizioni. L’aiuto dato da vari paesi capitalisti ai reazionari russi dopo la Rivoluzione d’Ottobre è un esempio di intervento armato. Il tradimento di Chiang Kai-shek nel 1927 è un esempio di divisione del fronte rivoluzionario. In ogni caso tuttavia è assolutamente certo che in ciascuna delle diverse fasi del processo di sviluppo esiste solo una contraddizione principale che svolge la funzione dirigente.

Da ciò consegue che se in un processo esistono numerose contraddizioni, solo una di esse è la contraddizione principale, che ha una funzione dirigente e decisiva, mentre le altre hanno una posizione secondaria e subordinata. Quindi nello studio di un processo, se si tratta di un processo complesso che contiene più di due contraddizioni, dobbiamo fare ogni sforzo per trovare qual è la contraddizione principale. Una volta trovata questa contraddizione principale, è facile risolvere tutti i problemi. È questo il metodo che c’insegna Marx nel suo studio della società capitalista. Questo stesso metodo ci è indicato da Lenin e Stalin, nel loro studio dell’imperialismo e della crisi generale del capitalismo e nel loro studio dell’economia sovietica. Ma migliaia di studiosi e di uomini d’azione non comprendono questo metodo; perciò essi si muovono letteralmente alla cieca, non riescono ad afferrare il nocciolo della questione e non possono quindi trovare il metodo per risolvere le contraddizioni.

L’aspetto principale della contraddizione

Abbiamo appena detto che non bisogna trattare tutte le contraddizioni di un processo come uguali, che occorre distinguere la contraddizione principale e quelle secondarie e stare attenti soprattutto ad afferrare la contraddizione principale. Ma in ogni contraddizione, sia essa principale o secondaria, i due aspetti contraddittori si possono trattare come fossero uguali? No, neanche questo è possibile. In ogni contraddizione gli aspetti contraddittori si sviluppano in modo ineguale. Talvolta sembra che le forze siano in equilibrio, ma non si tratta che di una situazione temporanea e relativa; la condizione fondamentale è lo sviluppo ineguale. Dei due aspetti contraddittori, uno è necessariamente principale, l’altro secondario. Principale è quello che nella contraddizione svolge il ruolo dirigente. Il carattere di una cosa è determinato soprattutto dall’aspetto principale della contraddizione, il quale occupa la posizione dominante.

Ma questa situazione non è statica: gli aspetti di una contraddizione, quello principale e quello secondario, si trasformano l’uno nell’altro e in conseguenza il carattere della cosa cambia. In un determinato processo o in una determinata fase di sviluppo della contraddizione l’aspetto principale è A e quello secondario B; in un’altra fase di sviluppo o in un altro processo di sviluppo la posizione rispettiva di questi aspetti si capovolge. Il cambiamento avviene in funzione del grado di aumento o di diminuzione della forza con cui ognuno dei due aspetti lotta contro l’altro nel processo di sviluppo della cosa (38) .

Noi parliamo spesso di “sostituzione del vecchio da parte del nuovo”. La sostituzione del vecchio da parte del nuovo è una legge universale ed eterna dell’universo. Una cosa si trasforma in un’altra secondo la sua natura e le condizioni in cui si trova e mediante un salto; questo è il processo di sostituzione del vecchio da parte del nuovo. In ogni cosa è insita la contraddizione fra il suo vecchio aspetto e il suo nuovo aspetto e ciò genera una serie di lotte intricate. Per mezzo di queste lotte il nuovo sorge, cresce e diventa predominante; il vecchio invece decresce e gradualmente si avvicina alla morte. Non appena il nuovo aspetto strappa al vecchio aspetto la posizione principale, la qualità della vecchia cosa si trasforma nella qualità della cosa nuova. Quindi la qualità di una cosa è determinata soprattutto dall’aspetto principale della contraddizione principale. Quando l’aspetto principale della contraddizione, ossia quello che occupa la posizione predominante, subisce una modificazione, muta in conseguenza anche la qualità della cosa.

Il capitalismo, che nella vecchia società feudale aveva una posizione subordinata, si trasforma nella società capitalista in forza dominante; di conseguenza muta anche la natura della società che si trasforma da feudale in capitalista. Le forze feudali invece, nella nuova società capitalista, si trasformano da forze predominanti quali erano in passato in forze subalterne e quindi gradualmente scompaiono. È quanto è avvenuto, per esempio, in Inghilterra e in Francia (39) .

Con lo sviluppo delle forze produttive la borghesia da classe nuova che svolgeva una funzione progressiva diventa una classe vecchia, che svolge una funzione reazionaria e infine viene rovesciata dal proletariato e trasformata in una classe che, espropriata dei mezzi di produzione e privata del potere, a sua volta va verso l’estinzione. Il proletariato, che numericamente è molto superiore alla borghesia e si sviluppa contemporaneamente ad essa, ma che si trova sotto il suo dominio, costituisce la forza nuova; da una posizione iniziale di subordinazione alla borghesia, esso diventa via via più forte e diventa una classe autonoma e assume un ruolo dirigente nella storia finché conquista il potere e diventa classe dominante. A quel punto la natura della società cambia da quella della vecchia società capitalista in quella della nuova società socialista. Questo è il cammino che l’Unione Sovietica ha già seguito e che inevitabilmente seguiranno tutti gli altri paesi.

Prendiamo per esempio la Cina. Nella contraddizione che fa della Cina una semicolonia, l’imperialismo occupa la posizione principale e opprime il popolo cinese, mentre la Cina da paese indipendente diviene una semicolonia. Ma questa situazione inevitabilmente cambierà: nella lotta fra le due parti, le forze del popolo cinese, che si accrescono di continuo sotto la direzione del proletariato, trasformeranno inevitabilmente la Cina da semicolonia in paese indipendente, mentre l’imperialismo sarà rovesciato e la vecchia Cina sarà inevitabilmente trasformata in una Cina nuova. La trasformazione della vecchia Cina in una Cina nuova implica anche una trasformazione nel rapporto fra le vecchie forze feudali cinesi e le nuove forze popolari cinesi. La vecchia classe feudale dei proprietari terrieri sarà rovesciata; da classe dominante diventerà classe dominata e quindi progressivamente si estinguerà. Il popolo attualmente dominato perverrà, sotto la guida del proletariato, a una posizione dominante. Contemporaneamente muterà anche la natura della società cinese: la vecchia società semicoloniale e semifeudale lascerà il posto a una società nuova, democratica.

Simili trasformazioni si ebbero già in passato. La dinastia mancese dei Ching, che aveva regnato in Cina per quasi trecento anni, fu rovesciata durante la Rivoluzione del 1911 mentre la Lega rivoluzionaria, sotto la guida di Sun Yat-sen, a un dato momento riportò la vittoria. Nella Guerra rivoluzionaria del 1924-1927, le forze rivoluzionarie del sud che rappresentavano l’alleanza tra il Kuomintang e il Partito comunista cinese, all’inizio deboli, divennero via via potenti e conquistarono la vittoria nella Spedizione al nord mentre i signori della guerra del nord, un tempo padroni del paese, furono rovesciati. Nel 1927 le forze popolari guidate dal Partito comunista cinese si indebolirono notevolmente sotto i colpi della reazione del Kuomintang, ma, dopo aver liquidato nelle proprie file l’opportunismo, a poco a poco ripresero a crescere. Nelle basi d’appoggio rivoluzionarie dirette dal Partito comunista cinese, i contadini da servi diventarono padroni, mentre i proprietari terrieri subirono una trasformazione inversa. In questo modo nel mondo il nuovo sostituisce sempre il vecchio, il nuovo subentra al vecchio, il vecchio viene eliminato per far posto al nuovo, il nuovo emerge dal vecchio.

In certi momenti della lotta rivoluzionaria, le difficoltà prevalgono sulle condizioni favorevoli; in questo caso le difficoltà costituiscono l’aspetto principale della contraddizione e le condizioni favorevoli quello secondario. Tuttavia mediante gli sforzi compiuti dai rivoluzionari le difficoltà sono gradualmente superate, viene creata una nuova situazione vantaggiosa e la situazione sfavorevole cede il posto a quella favorevole. È quanto è accaduto in Cina dopo la sconfitta della rivoluzione nel 1927 e durante la Lunga Marcia dell’Esercito rosso. Nell’attuale guerra cino-giapponese la Cina si trova di nuovo in una situazione difficile, ma noi possiamo modificare l’attuale situazione e determinare una trasformazione fondamentale sia della condizione della Cina sia della condizione del Giappone. Al contrario, le condizioni favorevoli possono trasformarsi in sfavorevoli se i rivoluzionari commettono errori. La vittoria della rivoluzione del 1924-1927 si trasformò in sconfitta. Le basi d’appoggio rivoluzionarie create dopo il 1927 nelle province della Cina meridionale conobbero tutte la sconfitta nel 1934. Nello studio, quando si passa dalla non-conoscenza alla conoscenza, si ha la stessa contraddizione. All’inizio, quando ci accostiamo allo studio del marxismo, c’è una contraddizione fra la nostra ignoranza o la nostra limitata conoscenza del marxismo e la conoscenza del marxismo. Tuttavia, studiando con assiduità, possiamo trasformare l’ignoranza in conoscenza, la conoscenza limitata in conoscenza profonda, l’applicazione alla cieca del marxismo in un’applicazione magistrale (40) .

Alcuni pensano che per certe contraddizioni le cose non vadano così. Secondo loro, per esempio, nella contraddizione fra le forze produttive e i rapporti di produzione, le forze produttive sono l’aspetto principale; nella contraddizione fra la teoria e la pratica, l’aspetto principale è la pratica; nella contraddizione fra la base economica e la sovrastruttura, l’aspetto principale è la base economica; secondo loro le posizioni rispettive degli aspetti non si convertono l’una nell’altra. Questa concezione è propria del materialismo meccanicista e non del materialismo dialettico. È evidente che le forze produttive, la pratica e la base economica svolgono in generale la funzione principale, decisiva e chi lo nega non è un materialista. Ma in determinate condizioni i rapporti di produzione, la teoria e la sovrastruttura assumono, a loro volta, la funzione principale, decisiva. Bisogna riconoscerlo.

Quando senza una modificazione dei rapporti di produzione le forze produttive non possono più svilupparsi, la modificazione dei rapporti di produzione svolge la funzione principale, decisiva. Nei momenti in cui, come ha detto Lenin, “senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario” (41) , la creazione e la diffusione della teoria rivoluzionaria svolgono la funzione principale, decisiva. Quando si deve svolgere un compito (non importa quale), ma non esistono ancora né un orientamento, né un metodo, né un piano, né una politica per svolgerlo, allora l’elaborazione dell’orientamento, del metodo, del piano e della politica diventa fondamentale, decisiva. Quando la sovrastruttura (politica, cultura, ecc.) ostacola lo sviluppo della base economica, le trasformazioni politiche e culturali diventano fondamentali, decisive. Dicendo questo assumiamo una posizione contraria al materialismo? No. Noi riconosciamo infatti che nel corso generale dello sviluppo storico il fattore materiale determina quello spirituale e l’essere sociale determina la coscienza sociale, ma in pari tempo riconosciamo, e dobbiamo riconoscere, la reazione del fattore spirituale su quello materiale, della coscienza sociale sull’essere sociale, della sovrastruttura sulla base economica. Così facendo non andiamo contro il materialismo, ma al contrario evitiamo di cadere nel materialismo meccanicista e difendiamo il materialismo dialettico.

Conclusione

Se, studiando il carattere particolare della contraddizione, si rinuncia all’esame di questi due problemi (la contraddizione principale e le contraddizioni secondarie di un processo, l’aspetto principale e quello secondario nella contraddizione), ossia si rinuncia all’esame del carattere distintivo di questi due problemi propri della contraddizione, allora si cade nell’astrazione, non si riesce a comprendere concretamente le condizioni di sviluppo di una contraddizione e di conseguenza non si riesce a trovare il metodo giusto per risolverla. Il carattere distintivo o la particolarità di questi due problemi propri della contraddizione rispecchia l’ineguaglianza delle forze presenti nella contraddizione. Nulla al mondo si sviluppa in modo assolutamente equilibrato e noi dobbiamo combattere la teoria dello sviluppo uguale o teoria dell’equilibrio. Inoltre le condizioni concrete di una contraddizione e le modificazioni cui sono soggetti l’aspetto principale e quello secondario della contraddizione nel processo di sviluppo mostrano proprio la forza del nuovo che sostituisce il vecchio. Lo studio dei diversi stati di squilibrio nelle contraddizioni, lo studio della contraddizione principale e delle contraddizioni secondarie, dell’aspetto principale e di quello secondario di una contraddizione è uno dei metodi essenziali grazie al quale un partito rivoluzionario determina correttamente le sue direttive politiche e militari, strategiche e tattiche. Questo metodo deve essere oggetto di attenzione da parte di tutti i comunisti.

L’IDENTITÀ E LA LOTTA DEGLI ASPETTI DELLA CONTRADDIZIONE

Dopo aver chiarito il problema del carattere universale e del carattere particolare della contraddizione, dobbiamo passare allo studio del problema dell’identità e della lotta degli aspetti (dei poli) della contraddizione.

L’identità dei due aspetti della contraddizione

Identità, unità, coincidenza, compenetrazione, permeazione reciproca, interdipendenza (o esistenza interdipendente), interconnessione, cooperazione: tutte queste espressioni diverse hanno lo stesso significato e si riferiscono ai due punti seguenti. In primo luogo, ciascuno dei due aspetti di ogni contraddizione nel processo di sviluppo delle cose trova il presupposto della sua esistenza nell’altro aspetto ed entrambi coesistono in una entità unica; in secondo luogo, ciascuno dei due aspetti contraddittori, in determinate condizioni, si trasforma nel suo opposto. Questo è ciò che si chiama identità.

Lenin ha detto: “La dialettica è la teoria che studia come gli opposti possono essere identici e come essi diventano identici (come essi cambiano e diventano identici); a quali condizioni essi si trasformano l’uno nell’altro e diventano identici; perché la mente dell’uomo non deve considerare questi opposti come cose morte, pietrificate, ma come cose vive, condizionate, mobili, convertibili l’uno nell’altro” (42) .

Cosa significa questo passo di Lenin?

In ogni processo gli aspetti contraddittori si escludono a vicenda, sono in lotta tra loro, si oppongono l’uno all’altro. Aspetti contraddittori di questo genere sono sempre presenti sia nei processi delle cose sia nei processi dei pensieri umani. Un processo semplice racchiude solo una coppia di opposti, mentre un processo complesso ne contiene più di una. Queste coppie di opposti, a loro volta, entrano in contraddizione fra loro. È così che si formano tutte le cose del mondo oggettivo e tutti i pensieri umani; è così che essi sono costretti a trasformarsi.

Ma se così è, vi è un’assoluta mancanza di identità o unità. Perché, allora, parliamo di identità o unità?

Perché nessuno dei due aspetti della contraddizione può esistere senza l’altro.

Senza l’altro aspetto che si oppone ad esso, vengono meno le condizioni di esistenza di ogni aspetto di una contraddizione. Riflettete: può uno dei due aspetti contraddittori di una cosa o di un concetto del pensiero umano esistere indipendentemente dall’altro? Senza vita non c’è morte; senza morte non c’è vita. Senza alto non c’è basso; senza basso non c’è alto. Senza infelicità non esiste felicità; senza felicità non esiste infelicità. Senza il facile non esiste il difficile; senza il difficile non esiste il facile. Senza il proprietario terriero non esiste il fittavolo; senza il fittavolo non esiste il proprietario terriero. Senza borghesia non vi è proletariato; senza proletariato non vi è borghesia. Senza oppressione nazionale imperialista non esisterebbero colonie e semicolonie; senza colonie e semicolonie non esisterebbe oppressione nazionale imperialista. Così accade per tutti gli opposti. In determinate condizioni essi da una parte sono opposti fra loro e dall’altra sono reciprocamente connessi, si compenetrano, si permeano reciprocamente, sono interdipendenti: questo è ciò che si chiama identità. In determinate condizioni a tutti gli aspetti contraddittori è inerente la non-identità e perciò essi si chiamano opposti. Ma allo stesso tempo fra loro esiste anche identità e per questo sono reciprocamente connessi. Appunto a ciò si riferisce Lenin, laddove afferma che la dialettica studia “come gli opposti possono essere e come essi possono diventare identici”. Come possono esserlo? In ragione del fatto che la loro esistenza è reciprocamente condizionata. Questo è il primo significato dell’identità.

Ma è sufficiente affermare solamente che l’esistenza di entrambi gli aspetti della contraddizione è reciprocamente condizionata, ossia che tra di essi esiste un’identità e pertanto essi coesistono in una sola entità? No, non è sufficiente. La questione non si limita al fatto che i due aspetti della contraddizione condizionano reciprocamente l’esistenza l’uno dell’altro. Ancor più importante è il fatto che gli opposti si convertono l’uno nell’altro. In altre parole, in determinate condizioni ciascuno dei due aspetti contraddittori inerenti a una cosa si trasforma nel suo opposto, passa nella posizione occupata in precedenza dal suo opposto. Questo è il secondo significato dell’identità degli opposti.

Perché c’è anche identità (43) ? Voi vedete che mediante la rivoluzione il proletariato da classe dominata si trasforma in classe dominante e la borghesia, che aveva fino allora dominato, si trasforma in classe dominata, passa nella posizione occupata in precedenza dal suo opposto. Nell’Unione Sovietica ciò è già avvenuto e così accadrà in tutto il mondo. Io chiedo: come potrebbe verificarsi un simile mutamento, se fra gli opposti non esistesse, in determinate condizioni, un nesso e un’identità?

Il Kuomintang, che in una determinata fase della storia moderna della Cina ha svolto una certa funzione positiva, si è trasformato, dopo il 1927, in un partito controrivoluzionario a causa della natura di classe che gli era propria e delle lusinghe dell’imperialismo (queste sono le condizioni); ma, in seguito all’inasprirsi delle contraddizioni cino-giapponesi e grazie alla politica di fronte unito praticata dal Partito comunista (queste sono le condizioni), esso è stato costretto a pronunciarsi per la resistenza al Giappone. Cose tra loro contraddittorie si trasformano l’una nell’altra: esiste dunque una determinata identità tra esse. La rivoluzione agraria condotta da noi è e sarà un processo del tipo per cui la classe dei proprietari terrieri, che possiede la terra, si trasforma in una classe privata della terra mentre i contadini, un tempo privi della terra, diventano piccoli proprietari di terra. Avere e non avere, guadagno e perdita in determinate condizioni sono reciprocamente connesse: fra di esse esiste identità. Nelle condizioni del socialismo, la proprietà privata dei contadini si trasforma a sua volta nella proprietà collettiva dell’agricoltura socialista; questo si è già verificato nell’Unione Sovietica e avverrà ugualmente in tutto il mondo. Fra la proprietà privata e quella collettiva c’è un ponte che porta dall’una all’altra. In filosofia questo si chiama identità, reciproca trasformazione o penetrazione reciproca (44) .

Consolidare la dittatura del proletariato o la dittatura del popolo significa preparare le condizioni per mettere fine a questa dittatura e passare a uno stadio superiore in cui non esisterà più alcun tipo di Stato. Creare e sviluppare il Partito comunista significa esattamente preparare le condizioni per la scomparsa del Partito comunista e di tutti i partiti politici. Creare un esercito rivoluzionario diretto dal Partito comunista e condurre la guerra rivoluzionaria significa esattamente preparare le condizioni per eliminare per sempre la guerra. Abbiamo qui tutta una serie di opposti che in pari tempo si condizionano a vicenda (45) .

La guerra e la pace, come tutti sanno, si trasformano l’una nell’altra. La guerra diventa pace. Per esempio, la Prima guerra mondiale si trasformò nella pace del dopoguerra; attualmente la guerra civile in Cina è cessata e nel paese si è ristabilita la pace. La pace si trasforma in guerra. Per esempio, nel 1927 la cooperazione fra il Kuomintang e il Partito comunista cinese si trasformò in guerra; è possibile che anche l’attuale situazione internazionale di pace si trasformi in una Seconda guerra mondiale. Perché ciò accade? Perché nella società divisa in classi, fra cose contraddittorie, come la guerra e la pace, in determinate condizioni esiste un’identità. Tutti gli opposti sono legati da un nesso reciproco; essi non solo in determinate condizioni coesistono in un’entità unica, ma in determinate condizioni si trasformano l’uno nell’altro: è questo il significato dell’identità degli opposti nella sua piena accezione. Questo è appunto quel che vuol dire Lenin quando afferma: “[...] come possono diventare (come si trasformano e diventano identici); in quali condizioni essi si trasformano l’uno nell’altro e diventano identici [...]”.

Perché “[...] la mente dell’uomo non deve considerare questi opposti come morti, pietrificati, ma come vivi, condizionati, mobili, convertibili l’uno nell’altro”?

Perché tali sono in effetti le cose oggettivamente esistenti. L’unità o identità degli aspetti contraddittori di una cosa che esiste oggettivamente non è mai morta, pietrificata, ma viva, condizionata, mobile, transitoria, relativa; ogni aspetto contraddittorio si trasforma, in condizioni determinate, nel suo opposto. Il riflesso di questo stato reale delle cose nel pensiero umano costituisce la concezione marxista, materialista dialettica, del mondo. Solo le classi dominanti reazionarie di ieri e di oggi e i metafisici che sono al loro servizio considerano gli opposti non come vivi, condizionati, mobili, convertibili l’uno nell’altro, ma come cose morte e pietrificate e diffondono dappertutto questa concezione falsa per disorientare le masse popolari e prolungare così il proprio dominio. I comunisti devono denunciare queste idee erronee dei reazionari e dei metafisici, far conoscere la dialettica inerente alle cose, accelerare la trasformazione delle cose, al fine di raggiungere gli obiettivi della rivoluzione.

Quando affermiamo che gli opposti diventano identici solo in determinate condizioni, noi ci riferiamo a opposti reali e concreti e a trasformazioni ugualmente reali e concrete dell’uno nell’altro. Se si considerano le innumerevoli metamorfosi della mitologia, come per esempio la caccia al sole di Kua Fu nel Libro dei monti e dei mari (46) , la distruzione dei nove soli compiuta con l’arco da Yi in Huai Nan Tzu (47) , le settantadue metamorfosi di Sun Wu-kung nel Pellegrinaggio in Occidente (48) e le numerose metamorfosi degli spiriti e delle volpi in esseri umani nei Racconti meravigliosi dello studio Liao (49) , ecc., si vede che le trasformazioni reciproche degli opposti in questi miti non sono trasformazioni concrete che riflettono contraddizioni concrete, ma trasformazioni ingenue, fantastiche, frutto dell’immaginazione soggettiva dell’uomo, ispirate dalle innumerevoli trasformazioni di opposti reali e complessi. Marx ha detto: “Ogni mitologia vince, domina e plasma le forze della natura nell’immaginazione e mediante l’immaginazione; essa svanisce quindi quando si giunge al dominio effettivo su quelle forze” (50) . Sebbene i racconti delle innumerevoli metamorfosi che figurano in questi miti (e nelle fiabe) possano recare piacere all’uomo, poiché rappresentano in modo fantasioso il superamento delle forze della natura da parte dell’uomo, ecc. e perché i migliori tra questi miti possiedono un “fascino eterno”(Marx), tuttavia i miti non sono basati su contraddizioni concrete esistenti in condizioni determinate e perciò non sono il riflesso scientifico della realtà. In altre parole, nei miti e nelle fiabe gli aspetti che formano una contraddizione hanno un’identità immaginaria, non un’identità reale. La dialettica marxista invece riflette scientificamente l’identità che esiste nelle trasformazioni reali.

Perché solo l’uovo può trasformarsi in pulcino e non lo può la pietra? Perché esiste un’identità fra la guerra e la pace e non fra la guerra e una pietra? Perché un uomo può generare solo un uomo e non qualcosa d’altro? La ragione di ciò è semplicemente che l’identità degli opposti è possibile soltanto in condizioni determinate e necessarie. Senza determinate e necessarie condizioni, non può esservi alcuna identità.

Perché la rivoluzione democratica borghese del febbraio del 1917 in Russia fu direttamente connessa con la Rivoluzione socialista proletaria d’Ottobre, mentre la rivoluzione borghese in Francia non fu direttamente connessa con una rivoluzione socialista e la Comune di Parigi del 1871 ha finito col soccombere? Perché il sistema nomade della Mongolia e dell’Asia centrale fu direttamente connesso con il socialismo? Perché infine la rivoluzione cinese può evitare la via capitalista e passare direttamente al socialismo, senza seguire il vecchio cammino storico dei paesi occidentali, senza attraversare la fase della dittatura borghese (51) ?

La ragione di ciò sta unicamente nelle condizioni concrete dell’epoca. Quando esistono determinate necessarie condizioni, nel processo di sviluppo di una cosa sorgono determinate contraddizioni e queste contraddizioni e tutte le contraddizioni di questo tipo dipendono l’una dall’altra per la loro esistenza e si trasformano l’una nell’altra. In caso contrario niente di ciò è possibile.

La lotta dei due aspetti della contraddizione

Questo è il problema dell’identità. Ma cos’è allora la lotta? Che rapporto esiste fra l’identità e la lotta?

Lenin ha detto: “L’unità (coincidenza, identità, equipollenza) degli opposti è condizionata, provvisoria, transitoria, relativa. La lotta degli opposti che si escludono reciprocamente è assoluta, come sono assoluti lo sviluppo, il movimento” (52) .

Che cosa significa questo passo di Lenin?

Tutti i processi hanno un inizio e una fine; tutti i processi si trasformano nel loro opposto. La stabilità di tutti i processi è relativa mentre invece la mutabilità che si esprime nella trasformazione di un processo in un altro è assoluta (53) .

Il movimento di ogni cosa presenta due stati: uno stato di riposo relativo e uno di cambiamento evidente. Ambedue questi stati del movimento sono dovuti alla lotta reciproca dei due elementi contraddittori contenuti nella cosa stessa. Quando il movimento di una cosa si trova nel primo stato, essa subisce soltanto modificazioni quantitative e non qualitative e perciò sembra essere in uno stato di riposo. Quando invece il movimento di una cosa si trova nel secondo stato, essa ha già raggiunto un dato livello massimo di modificazioni quantitative nel primo stato, si verifica la dissoluzione della cosa come entità, avviene un cambiamento qualitativo e di conseguenza la cosa appare in stato di cambiamento evidente. L’unità, la coesione, l’unione, l’armonia, l’equipollenza, la stabilità, la stagnazione, il riposo, la continuità, l’equilibrio, la condensazione, l’attrazione, ecc., che noi osserviamo nella vita quotidiana, sono tutte manifestazioni delle cose che si trovano nello stato di modificazioni quantitative. Al contrario la dissoluzione dell’unità, la distruzione dello stato di coesione, di unione, di armonia, di equipollenza, di stabilità, di stagnazione, di riposo, di continuità, d’equilibrio, di condensazione, d’attrazione, ecc. e il loro passaggio allo stato opposto sono tutte manifestazioni delle cose che si trovano nello stato delle modificazioni qualitative, mentre avviene la trasformazione di un processo in un altro. Le cose mutano continuamente passando dal primo al secondo stato, mentre la lotta degli opposti esiste in entrambi gli stati, ma trova la sua soluzione durante il secondo stato. Ecco perché diciamo quindi che l’unità degli opposti è condizionata, temporanea, relativa, mentre la lotta degli opposti che si escludono reciprocamente è assoluta. Abbiamo già detto sopra che gli opposti possono coesistere in un’entità unica e che possono anche trasformarsi l’uno nell’altro perché tra due opposti vi è identità; così dicendo noi ci riferivamo al fatto che in determinate condizioni cose opposte possono essere unite e anche trasformarsi l’una nell’altra, mentre in mancanza di quelle condizioni esse non possono opporsi tra di loro, non possono coesistere e non possono trasformarsi l’una nell’altra. L’identità degli opposti si verifica soltanto in condizioni determinate e perciò diciamo che essa è condizionata e relativa. Ora aggiungiamo che la lotta degli opposti percorre tutto un processo dal principio alla fine e fa sì che un processo si trasformi in un altro e, dato che la lotta degli opposti esiste dappertutto, diciamo che la lotta degli opposti è incondizionata, assoluta.

L’identità condizionata e relativa combinata con la lotta incondizionata e assoluta costituisce il movimento contraddittorio di tutte le cose (54) .

Noi cinesi diciamo spesso: “Le cose fra loro opposte sono reciprocamente complementari” (55) . Ciò equivale a dire che fra gli opposti esiste identità. In questa espressione è racchiusa la dialettica; essa è in contrasto con la metafisica. “Cose fra loro opposte” indica la reciproca esclusione o lotta degli opposti. “Sono reciprocamente complementari” indica che in determinate condizioni i due aspetti contraddittori si uniscono e diventano identici. La lotta sta proprio nell’identità; senza lotta non ci può essere identità.

Nell’identità vi è la lotta, nel particolare vi è l’universale, nel carattere individuale vi è il carattere generale. Per usare le parole di Lenin, “vi è un assoluto anche nel relativo” (56) .

IL RUOLO DELL’ANTAGONISMO NELLA CONTRADDIZIONE

“Che cos’è l’antagonismo?” Tale questione sorge dal problema della lotta degli opposti. Noi rispondiamo: l’antagonismo è una delle forme della lotta degli opposti, ma non la sua forma unica e universale.

Nella storia dell’umanità l’antagonismo fra le classi costituisce una manifestazione particolare della lotta degli opposti. Consideriamo la contraddizione fra la classe degli sfruttatori e quella degli sfruttati: queste due classi in contraddizione coesistono a lungo nella medesima società (sia nella società schiavista, sia nella società feudale, sia nella società capitalista) e lottano l’una contro l’altra. Ma solo quando lo sviluppo della contraddizione tra di esse raggiunge un determinato stadio, questa lotta assume la forma di un antagonismo aperto e si sviluppa in rivoluzione. In modo analogo avviene nella società divisa in classi la trasformazione della pace nella guerra (57) .

Una bomba, prima dell’esplosione, è un’entità in cui, in forza di determinate condizioni, coesistono cose opposte. L’esplosione si produce solo quando si presenta una nuova condizione (l’accensione). Una situazione analoga si ritrova in tutti i fenomeni della natura, quando alla fine essi entrano nello stato dell’antagonismo aperto per risolvere vecchie contraddizioni e produrre cose nuove. Comprendere questa realtà è estremamente importante. Essa ci aiuta a comprendere che, nella società divisa in classi, le rivoluzioni e le guerre rivoluzionarie sono inevitabili, che senza di esse è impossibile compiere un salto nello sviluppo della società, che senza di esse è impossibile rovesciare le classi dominanti reazionarie e quindi che senza di esse il popolo non può prendere il potere. I comunisti devono denunciare la propaganda menzognera dei reazionari, i quali affermano che la rivoluzione sociale non è necessaria, che la rivoluzione sociale non è possibile, ecc.; i comunisti devono attenersi fermamente alla teoria marxista-leninista della rivoluzione sociale per aiutare il popolo a comprendere che la rivoluzione sociale non solo è assolutamente necessaria ma anche pienamente possibile e che tutta la storia dell’umanità e la vittoria ottenuta nell’Unione Sovietica confermano questa verità scientifica.

Noi però dobbiamo studiare in modo concreto le condizioni dei vari tipi di lotta degli opposti ed evitare di applicare, fuori di proposito, a tutte le cose la formula suddetta. La contraddizione e la lotta sono universali, assolute, ma i metodi per risolvere le contraddizioni, ossia le forme della lotta, sono diversi a seconda del diverso carattere delle contraddizioni. Alcune contraddizioni sono caratterizzate da un aperto antagonismo, altre no. In conformità con lo sviluppo concreto delle cose, alcune contraddizioni, inizialmente non antagoniste, si sviluppano e diventano contraddizioni antagoniste, mentre altre, inizialmente antagoniste, si sviluppano e diventano contraddizioni non antagoniste.

Come abbiamo detto sopra, finché esistono le classi, le contraddizioni fra le idee giuste e quelle errate in seno al partito comunista sono il riflesso nel partito delle contraddizioni di classe. Nel periodo iniziale, o su singole questioni, queste contraddizioni non sempre si manifestano immediatamente come antagoniste; ma con lo sviluppo della lotta di classe anch’esse si sviluppano e possono diventare antagoniste. La storia del Partito comunista dell’URSS ci dimostra che le contraddizioni fra le concezioni giuste di Lenin e di Stalin e le concezioni errate di Trotski, di Bukharin e di altri nel periodo iniziale non si manifestarono in forma antagonista, ma in seguito diventarono antagoniste. Una cosa analoga è successa nella storia del Partito comunista cinese. Le contraddizioni fra le giuste concezioni di numerosi compagni del nostro partito e le concezioni errate di Chen Tu-hsiu, di Chang Kuo-tao (58) e di altri all’inizio non assunsero forma antagonista, ma in seguito divennero antagoniste. Attualmente nel nostro partito le contraddizioni fra le concezioni giuste e quelle errate non presentano forma antagonista e, se i compagni che hanno commesso degli errori sapranno correggerli, queste contraddizioni non diverranno antagoniste. Perciò il partito deve, da un lato, condurre una lotta serrata contro le concezioni errate e, dall’altro, dare ai compagni che hanno commesso degli errori la piena possibilità di prenderne coscienza. In queste circostanze, una lotta spinta all’eccesso certamente non è appropriata. Ma se coloro che hanno commesso degli errori vi persisteranno e li aggraveranno, allora queste contraddizioni potranno diventare antagoniste. Sul piano economico sia nella società capitalista (dove la città, controllata dalla borghesia, depreda spietatamente la campagna) sia in Cina nelle regioni dominate dal Kuomintang (dove la città, controllata dall’imperialismo straniero e dalla grande borghesia dei compradores , saccheggia la campagna con una ferocia inaudita) la contraddizione fra città e campagna è estremamente antagonista. Ma in un paese socialista e nelle nostre basi rivoluzionarie questa contraddizione antagonista diventa non antagonista; essa sparirà nella società comunista.

Lenin dice: “L’antagonismo e la contraddizione non sono affatto la stessa cosa. Nel socialismo il primo sparirà mentre la seconda sussisterà” (59) . Questo significa che l’antagonismo è soltanto una delle forme della lotta degli opposti e non la sua unica forma; noi quindi non possiamo applicare dappertutto la formula dell’antagonismo.

CONCLUSIONE

Possiamo a questo punto concludere brevemente.

La legge della contraddizione inerente alle cose, cioè la legge dell’unità degli opposti, è la legge fondamentale della natura e della società e quindi anche del pensiero. Essa è l’opposto della concezione metafisica del mondo. La sua scoperta ha costituito una grande rivoluzione nella storia della conoscenza umana. Secondo il materialismo dialettico, la contraddizione esiste in tutti i processi che si verificano nelle cose oggettive e nel pensiero soggettivo, essa percorre tutti i processi dal principio alla fine: in questo consiste il carattere universale e assoluto della contraddizione.

Ogni contraddizione e ciascuno dei suoi aspetti hanno le loro proprie caratteristiche: in questo consiste il carattere particolare e relativo della contraddizione. In determinate condizioni gli opposti sono caratterizzati dall’identità e quindi possono coesistere in un’entità unica e trasformarsi ciascuno nell’altro: questo è ancora il carattere particolare e relativo della contraddizione. Ma la lotta degli opposti è ininterrotta; essa continua sia quando gli opposti coesistono sia quando stanno trasformandosi l’uno nell’altro: questo è ancora il carattere universale e assoluto della contraddizione.

Quando studiamo il carattere particolare e relativo della contraddizione, dobbiamo tener presente sia la differenza fra la contraddizione principale e quelle secondarie sia la differenza fra l’aspetto principale e quello secondario della contraddizione; quando studiamo il carattere universale della contraddizione e la lotta degli opposti, dobbiamo tener presente le differenze fra le varie forme di lotta; altrimenti gli errori sono inevitabili.

Se, alla fine del nostro studio, avremo un’idea chiara delle tesi essenziali sopra esposte, potremo battere in breccia le concezioni dogmatiche che si oppongono ai principi fondamentali del marxismo-leninismo e nuocciono alla nostra causa rivoluzionaria; potremo anche aiutare i compagni ricchi d’esperienza a elevare a sistema questa loro esperienza, a elevarla a principio e a evitare così la ripetizione degli errori tipici dell’empirismo.

Queste sono alcune semplici conclusioni che scaturiscono dal nostro studio della legge della contraddizione.



NOTE

 

1. V.I. Lenin, Riassunto delle “Lezioni sulla storia della filosofia” di Hegel , in Opere , vol. 38.

2. V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38: “Lo sdoppiamento dell’uno e la conoscenza delle sue parti contraddittorie (cfr. la citazione presa da Filone su Eraclito all’inizio della parte 3, “Della conoscenza”, dell’ Eraclito di Lassalle) rappresenta l’essenza (uno degli “essenziali”, una delle particolarità o caratteristiche fondamentali, se non la fondamentale) della dialettica”.

V.I. Lenin, Riassunto della “Scienza della logica” di Hegel , in Opere , vol. 38: “In breve la dialettica si può definire come la dottrina dell’unità degli opposti. Con ciò si abbraccia il nocciolo della dialettica, ma la cosa richiede spiegazioni e sviluppo”.

3. A proposito di A. Deborin, v. nota 15, pag. 164 (leggi la nota) .

4 . V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38.

5. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“La metafisica conteneva un’esposizione di argomenti che si supponeva estranei all’esperienza, ossia una teoria degli assoluti, delle essenze, ecc. Nella filosofia moderna la parte denominata metafisica è un metodo di pensiero che considera le cose da un punto di vista statico e che suppone che tutte le differenti specie di cose che esistono al mondo e tutte le loro caratteristiche sono rimaste immutate nel tempo. In Europa questo modo di pensare era ancora prevalente nei secoli XVII e XVIII. Nell’era contemporanea, ossia nei secoli XIX e XX, grazie allo sviluppo della lotta di classe e allo sviluppo della scienza, il pensiero dialettico ha fatto passi da gigante nel mondo. Tuttavia la metafisica, nella veste dell’evoluzionismo (volgare, ossia superficiale, semplicistico), ha conteso ostinatamente la strada alla dialettica.

In sintesi, la concezione dello sviluppo propria della metafisica e dell’evoluzionismo volgare consiste nelle affermazioni che lo sviluppo è aumento o diminuzione quantitativa, che la forza motrice dello sviluppo è esterna alla cosa che si trasforma, che lo sviluppo consiste nel cambiamento di posizione nello spazio, che anche la riflessione delle cose nel pensiero umano è immutabile, che le caratteristiche specifiche di una cosa esistono in essa da sempre e restano uguali a se stesse da quando la cosa incomincia ad esistere su su fino a quando essa ha raggiunto il massimo del proprio sviluppo. I metafisici attribuiscono lo sviluppo delle società alla crescita e alla riproduzione di determinati caratteri, la cui natura resta immutata”.

6. I preti e i loro seguaci correntemente ancora oggi affermano che questi caratteri sono parte costitutiva della “natura umana” che, secondo loro, è una cosa immobile e originaria, tale e quale oggi come “dio l’ha creata” nel tempo dei tempi.

7. Il materialismo meccanicista si sviluppò ampiamente in Europa occidentale nei secoli XVI e XVII come riflesso dell’avanzata della borghesia e del grande sviluppo delle scienze matematiche e fisiche. Il maggiore centro di sviluppo del materialismo meccanicista fu in Francia: in proposito v. nota 12, pag. 163 (leggi la nota) .

8. * Durante la dinastia Han, il celebre rappresentante della scuola confuciana Tung Chung-shu (179-104 a.C.) ebbe a dire all’imperatore Wu-ti: “Il Tao viene dal cielo. Il cielo è immutabile e immutabile è anche il Tao ”. La parola Tao era molto usata dagli antichi filosofi cinesi; significa “via”, “principio”, come anche “legge” o “ regola”.

9. A proposito di Hegel v. nota 11, pag. 162 (leggi la nota) .

10. Marx ha illustrato esplicitamente il rapporto tra il suo metodo dialettico e quello di Hegel ne Il capitale , libro 1, poscritto alla seconda edizione (1873).

11. Per un’esposizione sistematica delle concezioni filosofiche di Marx ed Engels vedansi i riferimenti dati in nota 10, pag. 162. (leggi la nota)

I principali scritti di Lenin dedicati a temi filosofici sono: Materialismo ed empiriocriticismo (1908), in Opere, vol. 14; gli appunti sparsi riuniti dagli editori sotto il titolo Quaderni filosofici (1895-1915), in Opere , vol. 38; Ancora una volta sui sindacati, sulla situazione attuale e sugli errori di Trotski e di Bukharin (1920), in Opere , vol. 32. Stalin ha esposto sistematicamente le sue concezioni filosofiche in Materialismo dialettico e materialismo storico (1938).

12. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“In Cina la perdita della Manciuria e la crisi della Cina settentrionale sono dovute principalmente alla debolezza della Cina (a seguito della sconfitta della rivoluzione nel 1927, il popolo ha perso il potere politico e questo diede luogo alla guerra civile e a un sistema dittatoriale). L’imperialismo giapponese ha approfittato di questa situazione e ci ha invaso. Per buttar fuori dal paese i predoni giapponesi noi dobbiamo far leva soprattutto sul fronte unito nazionale per condurre una decisa guerra rivoluzionaria. ‘Solo dopo che una cosa è diventata marcia vi possono crescere i vermi; solo dopo che un uomo ha incominciato a dubitare, in lui può aver acquistare credito la maldicenza’. Questa è una massima di Su Tung-po (1036-1101 a.C.). ‘Quando a un esame interno non risulta niente di sbagliato, che motivo c’è di essere in ansia, che cosa si deve temere?’. Questa è una massima di Confucio. Se un individuo in gioventù si è rafforzato, è difficile che prenda il raffreddore. L’Unione Sovietica a tutt’oggi non è stata aggredita dal Giappone e questo solo grazie alla sua forza. Gli avvenimenti che succedono sotto il cielo dipendono solo dalla propria forza, quindi non è il caso di prendersela con il cielo o con altri. L’uomo è padrone del suo destino, ogni difficoltà può essere superata e le condizioni esterne possono essere trasformate. Questa è la nostra filosofia.

Noi siamo contro la concezione metafisica dello sviluppo e condividiamo invece la concezione dialettica dello sviluppo. Noi condividiamo la teoria della trasformazione e siamo contro la teoria dell’immutabilità. Noi condividiamo la teoria della causa interna e siamo contro la teoria della causa esterna”.

13. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto seguiva il capitolo “La legge di identità della logica formale e la legge di contraddizione della logica dialettica” che in questo volume delle Opere di Mao Tse-tung compare come testo a sé stante a pag. 231.

14. F. Engels, Anti-Dühring , parte 1, cap. 12.

15. V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38.

16. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Perché diciamo che la contraddizione è movimento? Non hanno alcuni contestato questa affermazione di Engels? Ciò è avvenuto perché la teoria della contraddizione elaborata da Marx, Engels e Lenin è diventata la più importante base teorica della rivoluzione proletaria. Questo ha scatenato ogni genere di attacchi da parte dei portavoce della borghesia nel campo della teoria: essi sperano sempre di sbaragliare l’affermazione di Engels ‘la contraddizione è movimento’. Essi hanno fatto un gran chiasso, ma in sostanza le obiezioni che hanno avanzato sono queste: il movimento delle cose del mondo reale si svolge in istanti diversi del tempo e attraverso posizioni diverse dello spazio; quando una cosa si trova in una data posizione, essa occupa quel punto dello spazio e quando passa in un’altra posizione, essa occupa un altro punto dello spazio. In questo modo il movimento delle cose nel tempo e nello spazio è suddiviso in molti tratti; non c’è alcuna contraddizione in ciò, perché se vi fossero contraddizioni non ci sarebbe movimento.

Lenin ha messo in luce l’assurdità di questo ragionamento. Egli ha osservato infatti che questo ragionamento equivale a negare il movimento, trasformando il movimento continuo in tanti punti del tempo e dello spazio e in tanti stati statici. I sostenitori di questa teoria non tengono conto che quando una cosa occupa una nuova posizione, ciò avviene perché la cosa si è mossa nello spazio da un punto a un altro, ossia in forza del movimento. Senza la contraddizione di ciò che chiamiamo movimento in forza della quale una cosa occupa un punto e nello stesso tempo non occupa un punto dello spazio, senza questa continua e ininterrotta unità, senza l’unità di movimento e di quiete, di azione e inazione, non ci può essere alcun movimento.

Ogni movimento in natura, nella società e nel pensiero è questo movimento dell’unità di opposti.

La contraddizione è senza eccezione la base delle forme semplici di movimento (per esempio, del movimento meccanico analizzato sopra) e anche delle forme complesse di movimento.

C’è un nesso indissolubile tra il processo della vita e l’opposto processo della morte, questo sia nelle varie forme della vita organica sia nella vita di ogni cellula di un organismo. La sostituzione del vecchio col nuovo, la successione di vita e di morte, insomma questo movimento dell’unità di opposti è la condizione necessaria di ogni vita organica e di ogni sviluppo. È impossibile immaginare il fenomeno della vita senza questa contraddizione.

In meccanica, ogni azione è internamente contraddittoria e genera una reazione; senza reazione non si potrebbe immaginare alcuna azione.

In matematica, ogni numero è internamente contraddittorio e può diventare un numero positivo o negativo, un numero intero o un numero frazionario. Positivo e negativo, numero intero e frazione costituiscono il movimento degli opposti in matematica. La legge dell’unità di opposti nelle dissociazioni e nelle combinazioni chimiche costituisce il movimento senza limiti delle trasformazioni chimiche: senza queste contraddizioni non potrebbero esistere fenomeni chimici.

Nella vita sociale ogni fenomeno contiene contraddizioni di classe. La compravendita di forza-lavoro, l’organizzazione dello Stato e il contenuto di una teoria filosofica contengono tutti contraddizioni di classe. La legge fondamentale della società divisa in classi è la lotta di classe”.

17. F. Engels, Anti-Dühring , parte 1, cap. 12.

18. V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38.

19. V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38.

20. Sulle forme di movimento della materia si veda la sezione “Sul movimento” del testo Il materialismo dialettico nel volume 5 delle Opere di Mao Tse-tung .

21. Riferito all’attività politica, ciò significa che sulle molte esperienze particolari si costruisce la teoria generale e che con la teoria generale si comprende in modo più profondo ognuna delle molte esperienze particolari.

22. V.I. Lenin, Kommunismus (12 giugno 1920), in Opere , vol. 31. Vedasi anche nota 11 a Problemi strategici della guerra rivoluzionaria in Cina , nelle Opere di Mao Tse-tung , vol. 4, pag. 251.

23. Vedasi volume 5 delle Opere di Mao Tse-tung , pag. 169.

24. Sun Wu Tzu, o Sun Wu, è un famoso teorico di arte militare vissuto nel V secolo a.C., autore del trattato Sun Tzu in 13 capitoli. La citazione è tratta dal cap. 3, “La strategia dell’attacco”.

25. Wei Cheng (580-643) è uno storico e uomo politico vissuto nel primo periodo della dinastia Tang. La citazione è presa dagli annali Tze Chieh , vol. 192.

26. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“In campagna se tra due famiglie o tra due clan vi è un conflitto, il mediatore deve considerare le ragioni di entrambe le parti, il nocciolo del contenzioso, la situazione attuale, le richieste, ecc. Solo a questo punto può riuscire a trovare un metodo per risolvere il conflitto. Nei villaggi ci sono persone particolarmente abili come mediatori e quando sorge una lite sono sempre chiamati a dirimerla. Queste persone comprendono praticamente la dialettica di cui stiamo parlando, la necessità di comprendere le caratteristiche particolari dei vari aspetti di una contraddizione”.

27. La storia delle spiagge è un famoso romanzo del XIV secolo che descrive una guerra contadina svoltasi negli ultimi anni della dinastia Sung del nord. Sung Chiang è l’eroe principale del romanzo. Il villaggio di Chu si trovava non lontano da Liangshanpo che era la base della guerra contadina. Il villaggio era governato da Chu Chao-feng, un dispotico latifondista.

28. V.I. Lenin, Ancora una volta sui sindacati, sulla situazione attuale e sugli errori di Trotski e di Bukharin , in Opere , vol. 32.

29. Ciò è particolarmente importante per lo studio del processo della rivoluzione proletaria nel periodo imperialista che si estende oramai su un periodo di cento anni.

Alcuni si rifiutano di considerare le diverse fasi attraverso cui questo processo è passato che a grandi linee sono: il formarsi dell’imperialismo e delle forze soggettive della rivoluzione socialista (1870-1910), la prima crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale e le prime rivoluzioni socialiste e rivoluzioni di nuova democrazia (1910-1945), il periodo di ripresa e sviluppo del sistema capitalista mondiale e il revisionismo moderno (1945-1975), la seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale e la nuova situazione rivoluzionaria (dal 1975 e tuttora in corso). Ovviamente ognuna di queste grandi fase a sua volta si suddivide concretamente in fasi minori. Altri proclamano a ogni momento che “la situazione è completamente cambiata” e rifiutano di vedere che i tratti fondamentali dell’imperialismo continuano a sussistere e sussisteranno finché la rivoluzione proletaria non avrà trionfato su larga scala. Considerare le fasi che un processo attraversa in forza del movimento concreto delle varie contraddizioni che in esso agiscono è indispensabile per dirigere la lotta del proletariato alla vittoria.

30. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“[...] sorse la contraddizione tra le varie cricche monopoliste, sorse la contraddizione tra l’esportazione di capitale e l’esportazione di merci, [...]”.

31. * Chen Tu-hsiu , professore all’Università di Pechino, divenne noto come redattore della rivista Gioventù nuova . Fu uno dei fondatori del Partito comunista cinese. Grazie alla celebrità avuta all’epoca del Movimento del 4 maggio e data l’immaturità del Partito comunista cinese nel suo periodo iniziale, divenne segretario generale del partito. Nell’ultimo periodo della Rivoluzione del 1924-1927 il deviazionismo di destra rappresentato da Chen Tu-hsiu nel partito sfociò in una linea capitolazionista. A quell’epoca “i capitolazionisti dell’organo dirigente del nostro partito rinunciarono deliberatamente alla direzione sulle masse contadine, sulla piccola borghesia urbana e sulla media borghesia e, in particolare, alla direzione sulle forze armate, causando così la sconfitta della rivoluzione” (Mao Tse-tung, La situazione attuale e i nostri compiti ). Dopo il fallimento della rivoluzione nel 1927, Chen Tu-hsiu e un gruppetto di altri capitolazionisti caddero preda del pessimismo, persero ogni fiducia nelle prospettive della rivoluzione e divennero dei liquidazionisti. Assunsero quindi la posizione reazionaria dei trotskisti e con essi crearono un piccolo gruppo antipartito. Fu questa la causa dell’espulsione di Chen Tu-hsiu dal partito nel novembre del 1929.

Egli morì nel 1942.

32. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Proprio perché ogni contraddizione è particolare, nell’universo non ci sono due cose uguali e l’esistenza è temporanea e quindi relativa. Tung-po ha detto: ‘Se si considerano le cose come immutabili, tutte le cose e anch’io dovremmo durare in eterno’. Questa massima si riferisce all’universalità della contraddizione, al suo carattere assoluto. Questa verità concernente il carattere generale e il carattere individuale, il carattere assoluto e il carattere relativo è la quintessenza della teoria della contraddizione. Se si capisce questo, possiamo padroneggiare ogni cosa: quello che i vecchi chiamavano ‘essere in intimità con il Tao ’, visto nella nostra prospettiva attuale suona ‘essere in intimità con il Tao della contraddizione’”.

33. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Finché una semicolonia non è sotto l’oppressione imperialista diretta, la sua contraddizione principale è la contraddizione tra il sistema feudale o semifeudale e le larghe masse popolari. Tutte le altre contraddizioni sono governate da questa contraddizione principale. Dopo che una società del genere è caduta sotto l’oppressione imperialista diretta, la contraddizione principale interna temporaneamente si trasforma in una contraddizione non più principale e la contraddizione principale diventa quella tra l’imperialismo e tutta, o quasi tutta, la società semicoloniale e questa governa lo sviluppo di tutte le altre contraddizioni. Il carattere di contraddizione principale o non principale cambia in questo caso secondo la gravità dell’aggressione imperialista e l’ampiezza della rivoluzione popolare nella semicolonia”.

34. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Apparentemente la guerra di indipendenza americana, la guerra tra l’Inghilterra e il Sudafrica e la guerra tra la Spagna e le Filippine sono state guerre di questo genere”.

35. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era l’espressione seguente. “[...] la guerra dei Taiping [...]”.

36. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“In apparenza vi sono state le rivoluzioni di Febbraio e d’Ottobre in Russia (anche la Russia aveva molte caratteristiche semicoloniali), le caratteristiche rivoluzionarie di molte guerre civili in America centrale e meridionale, ecc. Anche le guerre tra i vari gruppi dirigenti nelle singole semicolonie testimoniano l’intensificazione delle contraddizioni interne: in Cina, in America centrale e in America meridionale vi sono stati molti casi di questo genere”.

37. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“[...] a questo genere appartengono l’ultimo periodo della guerra civile in Unione Sovietica e l’attuale guerra civile in Spagna. In questo caso l’imperialismo, le classi feudali indigene e anche la borghesia si collocano a un polo mentre le masse popolari si collocano al polo opposto. In questo caso è evidente che la contraddizione principale tra l’imperialismo e la semicolonia e la principale contraddizione interna tra le forze feudali e le larghe masse popolari si fondono praticamente a formare un’unica contraddizione principale che governa lo sviluppo e il ruolo delle altre contraddizioni”.

38. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“[...] per esempio per un lungo periodo la borghesia ha occupato la posizione principale nei paesi capitalisti, svolgendo il ruolo principale mentre il proletariato restava subordinato ad essa. Ma immediatamente prima e dopo la rivoluzione il proletariato occupa la posizione principale e assume il ruolo dirigente, mentre la borghesia compie il cammino contrario. L’Unione Sovietica alla vigilia della rivoluzione d’Ottobre si trovava in una situazione del genere”.

39. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Ma come spiegare il caso del Giappone e della Russia prerivoluzionaria? In questi casi le forze feudali avevano ancora la superiorità e il capitalismo non aveva ancora raggiunto la forza necessaria per poter decidere di ogni cosa. Questo perché gli aspetti contraddittori di questi paesi non avevano ancora completato la loro trasformazione fondamentale. Data la fase in cui oramai era entrato il mondo, la trasformazione non poteva più svolgersi secondo il percorso seguito negli altri casi, era una trasformazione che si realizzava in circostanze storiche diverse, ossia in circostanze in cui la classe dei proprietari terrieri e quella della borghesia erano interamente passate nella condizione di dominate e il proletariato e i contadini erano saliti a occupare la posizione dominante. Attualmente tutti i paesi (come la Cina) che non hanno ancora compiuto la loro trasformazione in paesi capitalisti, seguiranno questa nuova strada: essi non salteranno lo stadio della rivoluzione democratica, ma questa rivoluzione sarà diretta e portata avanti dal proletariato.

Nella contraddizione tra l’imperialismo e la società cinese nel suo complesso, il primo occupa la posizione principale e ha la superiorità nella lotta tra i due aspetti della contraddizione. Ma stante la reciproca opposizione, questo stato delle cose è in via di trasformazione: da una parte la Cina sta cambiando da paese oppresso a paese libero e indipendente, mentre l’imperialismo è avviato verso la sua disfatta.

In Cina sta cambiando anche il contrasto antagonista interno tra le forze feudali e le larghe masse popolari. Il popolo farà leva sulla lotta rivoluzionaria per trasformarsi nella forza dirigente e dominante. Abbiamo già avuto esempi di ciò nel passato. Le forze rivoluzionarie del sud passarono dalla posizione subordinata alla posizione principale, mentre i signori della guerra del nord fecero il cammino inverso; una cosa analoga avvenne nelle zone sovietiche, dove i contadini passarono da dominati a dominanti e i proprietari terrieri fecero il cammino inverso.

In Cina nella relazione tra il proletariato e la borghesia, la borghesia occupa ancora la posizione dominante, perché ha ancora in mano i mezzi di produzione e il potere politico. Tuttavia quanto alla direzione della rivoluzione antimperialista e antifeudale, è il proletariato che occupa la posizione principale stante l’alto livello della sua coscienza e della sua determinazione nella rivoluzione a fronte delle oscillazioni della borghesia. Questo fatto influenzerà il futuro della rivoluzione cinese. Solo se si alleerà con i contadini e con la piccola borghesia il proletariato riuscirà a occupare la posizione dominante sia politicamente sia materialmente. Se così succederà, il proletariato svolgerà il ruolo dirigente determinante nella rivoluzione.

Quanto alla contraddizione tra i contadini e gli operai, gli operai sono passati dalla posizione subordinata che un tempo occupavano all’attuale posizione dirigente, mentre i contadini hanno fatto il cammino inverso. Lo stesso tipo di cambiamento è avvenuto nelle contraddizioni tra gli operai e gli artigiani, tra operai qualificati e operai generici, tra città e campagna, tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, tra materialismo e idealismo”.

40. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“[...] molti nostri compagni si muovono in questa direzione. Lo stesso vale per la direzione opposta: se uno rifiuta di avanzare dopo aver fatto metà della strada o prende una direzione sbagliata, allora la sua conoscenza può trasformarsi in ignoranza. Kautsky, Plekhanov, Chen Tu-hsiu e altri hanno percorso questa strada. Alcuni individui presuntuosi che sono oggi nelle nostre fila corrono il pericolo di fare la stessa fine, se non cambiano atteggiamento”.

41. V.I. Lenin, Che fare? , cap. 1, par. 4, in Opere , vol. 5.

42. V.I. Lenin, Riassunto della “Scienza della logica” di Hegel , in Opere , vol. 38.

43. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Voi vedete che nella relazione tra la vita e la morte, sia in un organismo sia nella cellula di un organismo, la vita si trasforma in morte; la vita non può mai durare in eterno e, in determinate condizioni, essa si muove verso il suo opposto e si trasforma in morte. La morte? In determinate condizioni anche la morte può produrre nuova vita e la morte si trasforma così in vita: non c’è alcuna cosa che finisca con la morte. Ci si potrebbe chiedere: se tra la vita e la morte con ci fosse alcun nesso, alcuna connessione reciproca o relazione, ossia se non ci fosse identità, come potrebbe accadere che i due opposti, la vita e la morte, possono trasformarsi uno nell’altro?

Il proletariato oppresso e sfruttato muove verso la dittatura del proletariato, ossia si trasforma in una classe non più oppressa né sfruttata; a sua volta la borghesia, con la sconfitta della sua classe, cambia al punto da finire sotto la direzione dello Stato del proletariato. Ciò ha già avuto luogo in Unione Sovietica e avverrà in tutti i paesi del mondo. Se in date condizioni non ci fosse interconnessione e identità degli opposti, come potrebbe verificarsi un cambiamento del genere?

Né l’oppressione imperialista né il destino di sofferenza delle colonie sotto l’oppressione imperialista possono durare per sempre. Gli imperialisti saranno rovesciati dalla lotta rivoluzionaria dei popoli dei loro stessi paesi e dei popoli delle colonie e finiranno sotto il dominio del popolo. E quanto ai popoli delle colonie e dei paesi imperialisti? Arriverà sicuramente un giorno in cui l’oppressione sarà eliminata e vi sarà libertà e indipendenza (l’aspetto opposto all’oppressione).

La guerra regolare della Rivoluzione del 1924-1927 si trasformò nella guerra di guerriglia delle zone sovietiche; ciò diede inizio al periodo della guerra sovietica di guerriglia che successivamente si trasformò a sua volta in guerra regolare. Ora si sta nuovamente trasformando da guerra sovietica in guerra nazionale antigiapponese. In questi periodi e in determinate condizioni vi è stata interpenetrazione, reciproca permeazione e unità tra le due cose opposte”.

44. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle O pere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Democrazia borghese e democrazia proletaria sono opposti tra loro, ma la prima inevitabilmente si trasforma nella seconda; in certe condizioni cose opposte presentano elementi di complementarità.

Sviluppare la cultura nazionale equivale, per esempio, a preparare le condizioni per trasformarla in una cultura internazionale; lottare per una repubblica democratica equivale a preparare le condizioni per abolire la repubblica democratica e trasformarla in un nuovo sistema statale”.

45. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Alcuni dicono che il partito comunista è internazionalista e quindi non può essere un partito patriottico. Noi invece affermiamo che noi siamo internazionalisti, ma che nello stesso tempo, dato che siamo un partito politico di una colonia (la condizione), noi combattiamo per la difesa della nostra madrepatria e contro l’aggressione imperialista. Solo quando ci saremo liberati dall’oppressione imperialista noi potremo prendere parte a una società mondiale comunista: è questo che permette che le due cose formino un’unità. In determinate condizioni, patriottismo e internazionalismo sono sia opposti sia complementari. Perché i partiti comunisti dei paesi imperialisti si oppongono risolutamente al patriottismo? Perché in quel contesto il patriottismo forma un’unità solo con l’interesse della borghesia ed è radicalmente in contrasto con gli interessi del proletariato.

Alcuni dicono che il partito comunista non può essere comunista e nello stesso tempo credere nei Tre principi popolari. Noi invece affermiamo che, finché non ci sarà un movimento comunista, noi, pur restando fedeli al programma del partito comunista, non possiamo fare altro che condurre la rivoluzione democratica nazionale antimperialista e antifeudale (questa è la condizione). Per questo noi non solo non ci opponiamo ai Tre principi popolari, ma già prima ci siamo conformati al genuino programma dei Tre principi popolari (il nazionalismo antimperialista, il principio democratico dei soviet di operai e contadini, il principio del benessere popolare attraverso la rivoluzione agraria). Nel passato decennio il Partito comunista cinese si è anzi trovato solo a sostenere la tradizione dei veri Tre principi popolari. Fatta eccezione di pochi personaggi, come Sung Ching-ling, Ho Hsiang-ning, Li Yang-chiu, ecc. il Kuomintang aveva ripudiato quella tradizione. Il programma politico del Partito comunista cinese per la rivoluzione democratica non è in contrasto con i veri Tre principi popolari, con i retti e progressisti Tre principi popolari. Quando avremo completato la fase democratica, allora andremo verso il comunismo. I Tre principi popolari e il comunismo non sono la stessa cosa e sono in contraddizione: ora e nel futuro i due non sono la stessa cosa e sono in contraddizione. Tuttavia essi sono sia complementari sia opposti: in determinate condizioni possono costituire un’unità.

Possiamo parlare anche di qualcosa che sta succedendo proprio adesso. Guerra e pace sono opposte, ma sono anche connesse l’una all’altra. La guerra si trasforma in pace (per esempio la Prima guerra mondiale si è trasformata nel Trattato di Versailles; la guerra civile in Cina si è trasformata nella pace civile a seguito dell’Incidente di Sian). Anche la pace si trasforma in guerra (l’attuale pace mondiale è temporanea e si trasformerà nella Seconda guerra mondiale; la pace seguita all’invasione giapponese delle quattro province settentrionali della Cina è stata temporanea e ora ha incominciato a trasformarsi in una guerra continentale). Perché succede questo? Perché in determinate condizioni guerra e pace costituiscono un’unità.

Il proletariato e la borghesia cinesi si sono trovati d’accordo a formare un fronte unito antigiapponese: questo è un aspetto della contraddizione. Il proletariato deve elevare la sua coscienza politica e stare molto attento, al fine di garantire l’indipendenza del suo partito e della sua classe, alle oscillazioni politiche della borghesia e alla corruzione e all’influenza distruttrice che essa può esercitare sul Partito comunista cinese: questo è l’altro aspetto della contraddizione. Un fronte unito dei vari partiti politici e l’indipendenza di questi partiti sono i due aspetti della contraddizione che costituisce l’attuale movimento politico. Se uno di questi due aspetti, il diritto di ogni partito a stabilire le sue politiche, fosse eliminato, non ci potrebbe essere fronte unito.

Noi diamo libertà al popolo: questo è un aspetto. Noi eliminiamo i traditori e i sabotatori cinesi: questo è l’altro aspetto. In determinate condizioni quindi le due cose (libertà e costrizione) sono connesse e nessuna di esse può esistere senza l’altra: questa è l’unità o identità di opposti.

La linea organizzativa del Partito comunista cinese e dei governi sovietici, così come la linea organizzativa del governo antigiapponese che noi auspichiamo, è la linea del centralismo democratico: essi sono democratici ma anche centralisti. Le due cose sono opposte e unite perché, in determinate condizioni, vi è identità. La dittatura democratica proletaria dell’Unione Sovietica e la dittatura democratica degli operai e dei contadini che noi abbiamo avuto nell’ultimo decennio nelle zone sovietiche sono democratiche verso le classi rivoluzionarie, ma sono anche dittatoriali (dispotiche) verso le classi controrivoluzionarie. Vi è identità tra questi opposti.

Il riposo e l’addestramento delle truppe è una condizione indispensabile per la vittoria in battaglia: ‘addestrare le truppe per mille giorni’ per ‘usarle in battaglia un mattino’. Dividersi e avanzare è anche la condizione necessaria per compiere un attacco congiunto (avanzare divisi per attaccare uniti). Ritirarsi e difendersi è una condizione necessaria per contrattaccare e prendere l’iniziativa dell’offensiva (ritirarsi per avanzare, difendersi per attaccare). Non c’è altro motivo per prendere vie traverse se non quello di annientare il nemico (deviare per colpire direttamente); per raggiungere la vittoria a occidente, fare una finta deviazione a oriente (far chiasso a oriente e colpire a occidente). Disperdere i soldati per persuadere le masse, onde rendere più facile concentrarli per annientare il nemico; concentrare i soldati per annientare il nemico onde rendere più facile la dispersione dei soldati per persuadere le masse. Per attuare con forza e con fermezza gli ordini bisogna lasciare libertà di movimento nell’ambito di un piano unitario. Per raggiungere una ferma disciplina bisogna sviluppare l’iniziativa cosciente. Bisogna lasciare spazio per l’interesse individuale, ma l’ultima parola deve essere al gruppo. Lavorare al fronte è importante, ma non bisogna trascurare o ignorare il lavoro nelle retrovie. Se la salute è debole bisogna pensare alla convalescenza, ma in situazioni di emergenza bisogna fare ricorso al sacrificio. Ogni persona vuole avere la vita facile, ma quando sorgono difficoltà economiche bisogna saper soffrire. L’addestramento militare è importante e senza di esso noi non potremmo vincere il nemico, ma anche il lavoro politico è importante e senza di esso saremmo sconfitti. La grande esperienza dei vecchi soldati e dei vecchi quadri è di grande importanza, ma se non affluiscono nuovi soldati e nuovi quadri la nostra guerra e il nostro lavoro non possono continuare. Il coraggio è una cosa importante, ma occorre anche l’astuzia. Chang Fei era buono, ma in definitiva era meno buono di Chao Tsulung. La parte del lavoro che noi facciamo è importante, ma la parte fatta da altri e il lavoro nel suo assieme sono anch’essi importanti se non più importanti. La mentalità da piccolo gruppo è sbagliata e quando l’opinione di un individuo e quella del gruppo o delle autorità superiori sono in contrasto, l’opinione dell’individuo può e deve essere ascoltata; tuttavia non si può permettere che egli diffonda liberamente la sua opinione tra gli altri finché il gruppo o le autorità superiori non hanno dato la loro approvazione e ancora meno si può permettere che istighi i subordinati a opporsi alle autorità superiori. La disciplina della minoranza che si sottomette alla maggioranza e degli organismi di livello inferiore che si sottomettono agli organismi di livello superiore è la base della disciplina del Partito comunista cinese e dell’Esercito rosso. ‘La buona medicina è amara al gusto ma benefica alla salute’. ‘Un consiglio sincero non è bello a sentirsi, ma benefico alla condotta’. ‘Nella sventura si fa strada la fortuna, nella fortuna si acquatta la sventura’. ‘Amare e conoscere già i suoi difetti, odiare e conoscere già i suoi pregi’. ‘Guardare avanti e non dietro è ciò che fa un balordo, conoscere una cosa ma non conoscerne due è non essere ancora un uomo saggio’”.

46. Il Libro dei monti e dei mari è un’opera risalente all’Epoca dei Regni combattenti (403- 221 a.C.). Kua Fu è un essere divino descritto in quest’opera. In essa si dice: “Kua Fu stava dando la caccia al sole. Verso il tramonto, ebbe sete e bevve ai due fiumi Huang e Wei. L’acqua di questi fiumi non gli bastò e si diresse verso settentrione per dissetarsi nel Gran Mare. Ma non riuscì a giungervi e morì di sete a metà strada. Il bastone da lui abbandonato si trasformò nella foresta Teng”.

47. Yi è l’eroe di un’antica leggenda cinese. In questo celebre mito della distruzione dei nove soli si parla della sua abilità di arciere. Nel libro Huai Nan Tzu scritto da Liu An (esponente della nobiltà della dinastia Han nel II secolo a.C.) è detto: “Ai tempi in cui regnava l’imperatore Yao, sorsero contemporaneamente dieci soli, tutti i cereali furono arsi, tutte le piante perirono e il popolo non ebbe più di che nutrirsi. Bestie feroci causavano al popolo calamità d’ogni sorta. Yao ordinò a Yi di saettare i dieci soli nel cielo e i mostri sulla terra. [...] Tutto il popolo si rallegrò”. Lo scrittore Wang Yi, dell’epoca degli Han orientali (II secolo d.C.), nelle note al poema Enigma dell’antico poeta Chu Yuan, scrisse egualmente: “In Huai Nan è scritto che ai tempi di Yao dieci soli sorsero contemporaneamente e arsero tutte le piante. Yao diede ordine a Yi di saettare i dieci soli. Egli ne abbattè nove [...] e ne lasciò uno solo”.

48. Pellegrinaggio in Occidente è un romanzo fantastico scritto nel XVI secolo. L’eroe principale del libro è Sun Wu-kung, una scimmia divina. Essa possedeva il segreto di settantadue metamorfosi e poteva a suo piacimento trasformarsi in belva, uccello, pesce, insetto, erba, albero, vari oggetti, uomo, ecc.

49. Racconti meravigliosi dello studio Liao è una raccolta di racconti scritti da Pu Sung-ling nell’epoca della dinastia Ching (XVII secolo) sulla base di leggende popolari. La raccolta comprende 431 racconti per lo più di miracoli operati da esseri sovrannaturali, da fantasmi e da astute volpi.

50. K. Marx, Introduzione a “Per la critica dell’economia politica” (1859).

51. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Perché la rivoluzione cinese può evitare un futuro capitalista e legarsi direttamente col socialismo, evitando la strada percorsa dall’Inghilterra, dall’America, dalla Francia, ecc.? Perché la rivoluzione russa del 1905 e le rivoluzioni cinesi del 1911 e del 1927 non si risolsero in vittorie rivoluzionarie ma in sconfitte della rivoluzione? Perché lungo tutta la sua vita la maggior parte delle guerre condotte da Napoleone si conclusero con vittorie, mentre bastò la sola battaglia di Waterloo perché esso fosse sconfitto, il suo esercito battuto e lui stesso preso prigioniero? Perché è possibile costruire una strada che porta fino a Hsinchiang mentre è impossibile costruire una strada che porta fino alla luna? Perché le relazioni amichevoli tra la Germania e l’Unione Sovietica si sono trasformate in ostilità e perché l’ostilità tra la Francia e l’Unione sovietica si è temporaneamente trasformata in relazioni amichevoli?

La risposta a tutte queste domande sta solo nelle condizioni concrete del periodo. Quando si danno determinate condizioni concrete, nei processi sorgono contraddizioni e gli opposti sono interdipendenti e si trasformano l’uno nell’altro. Se non fosse così, niente di ciò sarebbe possibile.

È per questa ragione che nessuna delle seguenti cose può diventare un’identità di opposti o una contraddizione concreta e possono solo servire a fornire materiale per infastidire e divertire gli uomini: la portentosa battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento, il salto di Sun Wu-kung 108 mila li sopra le nuvole, il viaggio di Alice nel Paese delle meraviglie, il vagabondaggio di Robinson nella sua isola solitaria, la vittoria morale di Ah-Q, la dominazione mondiale di Hitler, lo spirito assoluto di Hegel, la teoria dell’equilibrio di Bukharin, la rivoluzione permanente di Trotski, l’unità ideologica dei consiglieri dell’imperatore, l’opportunismo di Chen Tu-hsiu, la teoria della frazione filogiapponese secondo la quale sono le armi che decidono di tutto e, infine, le vecchie leggende cinesi del tipo ‘l’uomo di Chi che teme che il cielo possa cadere’, ‘la corsa di Kua Fu con la luna’, ecc.”.

52. V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38.

53. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“L’unità, l’identità, la compatibilità, la persistenza e l’unione degli opposti sono interne alla lotta degli opposti, sono un aspetto della lotta degli opposti. Questo è il significato dell’affermazione di Lenin.

Ciò equivale a dire che non basta riconoscere che la contraddizione porta al movimento; occorre anche conoscere in quali condizioni la contraddizione porta al movimento.

La prima condizione dell’unità (identità) per cui una contraddizione dà luogo al movimento è uno stato particolare del movimento. Si tratta di ciò che nel linguaggio di ogni giorno si chiama riposo, mancanza di cambiamento, immobilismo, morte, equilibrio, punto morto, stallo, pace, bonaccia, bilancio, armonia, compromesso, unione, ecc. Tutti questi stati sono relativi, temporanei e condizionati. Bisogna però considerare anche la seconda condizione dell’unità per cui una contraddizione dà luogo al movimento. Essa è la rottura dell’unità, la lotta, la vita, il movimento, la mobilità, la vitalità, il cambiamento, l’inquietudine, lo squilibrio, la disarmonia, l’intransigenza e infine il conflitto, l’antagonismo, la guerra. Tutti questi stati sono assoluti. La condizione relativa della contraddizione (l’unità, l’identità, il riposo, la morte, ecc.) è contenuta nella condizione assoluta della contraddizione, nella lotta. Dato che la lotta percorre un processo dal suo inizio alla sua fine, dato che percorre tutti i processi, essa è ciò che è assoluto in tutti i processi. Non capire questo principio è metafisico e meccanicista, è rifiutare di fatto la dialettica.

I trattati internazionali di pace sono relativi, mentre ciò che è assoluto è la lotta internazionale. Un fronte unito tra le classi è relativo, ciò che è assoluto è la lotta tra le classi. L’unanimità nei contrasti ideologici interni al partito è relativa, ciò che è assoluto è la lotta ideologica all’interno del partito. Nei fenomeni naturali l’equilibrio, la solidità, l’attrazione, l’associazione, ecc. sono relativi, mentre lo squilibrio, la liquidità, la repulsione, la dissociazione, ecc. sono assoluti. Quando un processo si trova allo stato di trattato di pace, fronte unito, unità, solidarietà, equilibrio, solidità, attrazione, associazione, ecc. la contraddizione e la lotta esistono lo stesso, ma non hanno una forma acuta. Sicuramente non si tratta del fatto che non esistano contraddizioni o che la lotta sia sparita. La lotta incessantemente distrugge uno stato relativo e lo trasforma in un altro stato relativo, cancella un processo e lo trasforma in un altro e questa esistenza onnipresente della lotta è il carattere assoluto della contraddizione”.

54. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle O pere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“Per esporre chiaramente questo punto useremo ancora come esempi le relazioni tra la vita e la morte e tra lavoro e capitale.

In un organismo la morte delle vecchie cellule è il presupposto indispensabile della produzione di nuove cellule ed è il presupposto indispensabile del processo della vita. I due aspetti contraddittori vita e morte sono compresenti in ogni organismo e anche si trasformano l’uno nell’altro: cellule vive diventano cellule morte e cellule morte si trasformano in cellule vive (le cellule vive sono generate grazie alle cellule morte). Ma questa unità di vita e di morte e la loro coesistenza in un organismo sono condizionate, temporanee e relative. Invece l’incompatibilità di vita e di morte, la reciproca repulsione, la lotta, la negazione e la trasformazione sono incondizionati, eterni e assoluti. Il carattere assoluto della lotta è messo in luce dal fatto che gli elementi vivi in un organismo trionfano incessantemente sugli elementi morti e inoltre controllano gli elementi morti. In determinate condizioni la vita si trasforma in morte e la morte in vita. Queste condizioni rendono possibile l’identità di vita e di morte e la trasformazione dell’una nell’altra. Data la reciproca lotta di queste due entità contraddittorie, vita e morte, la vita è inevitabilmente trasformata in morte e la morte è inevitabilmente trasformata in vita. Questa inevitabilità è assoluta e incondizionata. Da ciò si può capire che nella trasformazione ci deve essere, a un certo stadio dello sviluppo, una data condizione di temperatura, di ambiente, ecc. adatta a che la vita e la morte si trasformino l’una nell’altra e ci sia identità tra le due. Questo è un problema. Le ragioni del carattere temporaneo e relativo della vita e della morte, ossia dello stato in cui le condizioni non cambiano e non sono adatte a prolungare la vita o la morte, devono essere trovate nella lotta, nella negazione, nella reciproca repulsione delle due. Questa condizione è eterna e assoluta. Questo è l’altro problema.

Il proletariato produce plusvalore per la borghesia e la borghesia sfrutta la forza-lavoro del proletariato. Questo è il processo unitario che determina la vita del capitale. Lavoro e capitale sono uno la condizione d’esistenza dell’altro. Tuttavia questa condizione ha un limite dato e lo sviluppo del capitalismo deve mantenersi entro questo limite. Se il limite viene oltrepassato, si hanno rotture nel processo unitario e si ha una rivoluzione socialista. Queste rotture avvengono all’improvviso, ma avvengono anche gradualmente in quanto la preparazione del loro accadimento comincia già il giorno in cui le due classi incominciano a esistere. La lotta è continua dalle due parti ed è questa la base del brusco cambiamento. Da qui si vede che la coesistenza delle due classi si conserva solo come risultato di determinate condizioni. Questa coesistenza in condizioni determinate produce unità o identità delle due classi. In determinate condizioni le due classi si trasformano anche l’una nell’altra, gli sfruttatori si trasformano negli sfruttati e gli sfruttati si trasformano negli sfruttatori e la società capitalista si trasforma nella società socialista. Le due entità contraddittorie in certe condizioni sono un’identità. Questo è un problema. Le due parti sono in lotta costante. C’è lotta in un’entità e in particolare c’è lotta rivoluzionaria. Questa inevitabile condizione è incondizionata, assoluta e inevitabile. Questo è l’altro problema.

Nell’identità c’è lotta. Per dirla con Lenin ‘[...] c’è un assoluto nel relativo’. A causa di ciò l’identità degli opposti è anch’essa una manifestazione o un elemento della lotta di opposti. Questa è la nostra conclusione su questo problema.

Conformemente a questa conclusione risulta chiaro che le cosiddette teorie dell’armonia tra le classi e dell’unità ideologica non hanno alcun fondamento. A livello internazionale la teoria dell’armonia tra le classi diventa l’opportunismo del movimento operaio in ogni paese e non ha altro ruolo che quello di servire la borghesia. Anche la Cina ha la sua teoria dell’armonia tra le classi, ma da noi non è che la musica suonata dal riformismo borghese.

Non ha altro scopo che quello di truffare il proletariato perché resti per sempre schiavo della borghesia. Le immagini senza senso della cosiddetta teoria dell’unità ideologica derivano direttamente o indirettamente dalle frasi senza senso vomitate dai circoli ufficiali e chiamate ‘opinione colta dei saggi’. Il loro scopo non è altro che nascondere la verità e ostacolare il progresso della rivoluzione. Vera legge scientifica è la legge dell’unità di opposti della dialettica materialista, non queste melodie”.

55. Questa frase s’incontra per la prima volta nella cronaca Chien Han Shu , redatta dal celebre storico cinese del I secolo d.C., Pan Ku. In seguito essa venne usata correntemente.

56. V.I. Lenin, A proposito della dialettica , in Opere , vol. 38.

57. Nella versione del testo pubblicata prima della revisione effettuata da Mao Tse-tung in vista della pubblicazione, nel 1951, dello stesso testo nelle Opere scelte , a questo punto vi era il brano seguente.

“L’esplosione di una bomba, l’uscita di un pulcino dal suo guscio, la generazione di un animale sono tutti esempi di cose contraddittorie coesistenti in una singola entità che, a un momento dato, assumono la forma del conflitto, dell’esplosione, della rottura. Nella coesistenza pacifica dei paesi, compresa la coesistenza pacifica tra paesi capitalisti e paesi socialisti, esiste in continuazione contraddizione e lotta. Solo a un certo punto dello sviluppo ciò diventa guerra.

Nell’Unione Sovietica la Nuova politica economica (NEP) ha permesso un considerevole sviluppo di elementi capitalisti. Lenin aveva valutato che nelle circostanze di allora vi era la possibilità di usare il capitalismo di Stato sotto la dittatura del proletariato, ossia di usare certi elementi borghesi per sviluppare le forze produttive, controllandoli con le leggi sovietiche, in base alle quali essi potevano essere limitati e soppressi. In quell’epoca nella società socialista i due opposti del capitalismo e del comunismo coesistevano in reciproca lotta e interconnessione. Solo quando fu posto l’obiettivo di eliminare i contadini ricchi e i residui del capitalismo la coesistenza dei due elementi divenne impossibile e si ebbe una lotta a morte in forma apertamente antagonista. Anche il primo fronte unito tra il Kuomintang e il Partito comunista cinese fu una cosa del genere.

Tuttavia in molti processi, fenomeni e cose le contraddizioni non diventano antagoniste. Per esempio la contraddizione tra le idee giuste e le idee sbagliate nel partito comunista, le contraddizioni tra l’avanzato e l’arretrato nel campo della cultura, tra città e campagna in campo economico, tra produzione e consumo, tra valore di scambio e valore d’uso, tra le varie divisioni tecniche del lavoro, tra operai e contadini nel campo dei rapporti di classe, tra la vita e la morte in natura, tra l’ereditarietà e la mutazione, tra il freddo e il caldo, tra il giorno e la notte: sono tutte contraddizioni che non assumono forma antagonista.

Bukharin sosteneva che contraddizione e antagonismo sono la stessa cosa. Da qui deduceva che in una società socialista non v’erano né antagonismo né contraddizioni. Lenin ha detto: ‘Questo è assolutamente sbagliato, antagonismo e contraddizione non sono affatto la stessa cosa. Nella società socialista l’antagonismo scompare mentre le contraddizioni restano’. Bukharin è un sostenitore della teoria dell’equilibrio che rifiuta di riconoscere che lo sviluppo di una cosa è dovuto al movimento delle contraddizioni interne e che afferma che la società continuerà a svilupparsi anche se nel socialismo non ci sono contraddizioni.

Trotski si colloca all’altro estremo, ma anch’egli sostiene che antagonismo e contraddizione sono la stessa cosa. Egli sostiene che nella società socialista tra operai e contadini non solo vi è contraddizione, ma che questa si svilupperà in forma antagonista come la contraddizione tra lavoro e capitale, antagonismo che può essere risolto solo con metodi rivoluzionari. In realtà l’Unione Sovietica ha risolto la contraddizione tra operai e contadini con il metodo della socializzazione dell’agricoltura e per di più nelle condizioni del socialismo in un paese solo, senza dover aspettare la rivoluzione internazionale come sostenevano i trotskisti.

Bukharin ha ridotto la contraddizione fino a farla sparire, mentre i trotskisti hanno ingigantito la contraddizione fino a trasformarla in antagonismo: nessuna delle due ali, destra e sinistra, capisce il problema della contraddizione”.

58. * Chang Kuo-tao fu un traditore della rivoluzione cinese. In gioventù, speculando sulla rivoluzione, si infiltrò nel Partito comunista cinese. Nel partito commise innumerevoli errori che furono causa di gravi crimini. Il più noto fu quello del 1935 allorché, mosso da spirito disfattista e liquidazionista, si pronunciò contro la marcia al nord dell’Esercito rosso e a favore di una ritirata nelle zone abitate da minoranze nazionali tra il Szechwan e il Sikang; svolse inoltre opera aperta di tradimento contro il Partito comunista cinese e il suo Comitato centrale, formò uno pseudo-comitato centrale e minò l’unità del Partito comunista cinese e dell’Esercito rosso, cose che provocarono gravi danni all’armata del 4° fronte. Tuttavia, grazie al paziente lavoro educativo svolto dal compagno Mao Tse-tung e dal Comitato centrale, l’armata del 4° fronte dell’Esercito rosso e i suoi numerosi quadri tornarono presto sotto la giusta direzione del Comitato centrale ed ebbero una grande funzione nelle lotte successive. Chang Kuo-tao, invece, si dimostrò incorreggibile. Nella primavera del 1938 fuggì dalla regione Shensi-Kansu-Ningsia ed entrò nel servizio segreto del Kuomintang.

59. V.I. Lenin, Osservazioni sul libro di Bukharin “L’economia del periodo di transizione” . Scritti filosofici - Sulla contraddizione



Riferimenti a note ad altri testi dello stesso volume

 

10. (pag. 162) L’esposizione più sistematica del materialismo dialettico elaborato da Marx ed Engels è contenuta nelle due opere di F. Engels Anti-Dühring (1878) e Dialettica della natura (raccolta di scritti stesi tra il 1858 e il 1885 pubblicata per la prima volta in Unione Sovietica nel 1925).

11. (pag. 162) G.W.F. Hegel (1770-1831), di professione filosofo e professore nelle scuole e nelle università del Regno di Prussia nel periodo delle Guerre napoleoniche e della Restaurazione, elaborò un sistema filosofico completo che comprende sia una concezione del mondo (l’idealismo oggettivo) sia un metodo (la dialettica). Egli elaborò una concezione sistematica della trasformazione ininterrotta delle forze produttive, dell’ambiente, delle condizioni di vita, delle relazioni sociali e delle idee che la borghesia era venuta compiendo a partire dal secolo XV e che proprio nel periodo della vita di Hegel raggiungeva il massimo del suo fulgore. Al centro del pensiero di Hegel vi è quindi il movimento con le sue varie forme e le condizioni in cui ogni singola forma di movimento si svolge. Egli elaborò quindi una descrizione sistematicamente dialettica della natura, della società e del pensiero.

Il suo pensiero riflette non solo il contributo progressista della borghesia nella storia umana, ma anche i limiti storici di questa classe che, come ogni classe dominante,ritiene che essa “fa vivere” i lavoratori di contro al fatto che, innanzitutto, sono i lavoratori a mantenere la classe dominante. Infatti la concezione del mondo di Hegel è idealista: il mondo è un derivato del pensiero, il movimento del pensiero determina, a sua immagine, il movimento del mondo.

Nel pensiero di Hegel vi sono anche tracce vistose del carattere arretrato della società prussiana: la sua filosofia è ancora intrisa di religione, il suo linguaggio è ancora teologico, il pensiero creatore del mondo compare nella sua filosofia ancora confuso, seppur nebulosamente, con il dio creatore del mondo che compare nella religione (sebbene nel pensiero di Hegel la creazione sia ininterrotta e il soggetto creatore crei ininterrottamente a sua immagine il mondo, sia insomma assai più a immagine della borghesia moderna che del dio delle religioni).

L’importanza che il lavoro filosofico di Hegel ha avuto e ha per il movimento proletario è sinteticamente espressa da questa annotazione fatta da Lenin nel 1915: “Non si può comprendere a pieno Il capitale di Marx, e in particolare il suo primo capitolo, se non si è studiata attentamente e capita tutta la logica di Hegel. Di conseguenza, dopo mezzo secolo, nessun marxista ha capito Marx!” (da Riassunto della “Scienza della logica” di Hegel , in Opere , vol. 38).

12. (pag. 163) Il materialismo francese è l’insieme delle concezioni sviluppate da vari pensatori nei secoli XVII e XVIII sulla base del movimento di affermazione economica che la borghesia veniva compiendo e delle scoperte scientifiche che lo accompagnavano. Esso culminò nell’Illuminismo (C.L. Montesquieu, F.M. Voltaire, J.J. Rousseau) e nell’Enciclopedia (1751-1772) curata da D. Diderot, J. Le Rond D’Alembert, C.A. Helvetius, J.L. Lagrange e altri.

15. (pag. 164) A. Deborin fu un filosofo russo (un suo articolo del 1909, Il materialismo dialettico , è annotato da Lenin nei Quaderni filosofici ) assai attivo nei dibattiti filosofici degli anni ’20 e ’30.