Comunicato del 5 maggio 2008

La resistenza alla repressione, la lotta contro la repressione e la solidarietà con gli organismi e i singoli colpiti dalla repressione sono componenti indispensabile del movimento per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Dilaga la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi generale del sistema capitalista
 
 

(PNG) Dilaga la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi generale del sistema capitalista.

La borghesia per reprimerla allarga e rafforza la repressione.

Mobilitiamo le masse popolari nella resistenza alla repressione, nella lotta contro la repressione, nella solidarietà verso gli organismi e i singoli colpiti dalla repressione!

 

La resistenza alla repressione, la lotta contro la repressione e la solidarietà con gli organismi e i singoli colpiti dalla repressione sono componenti indispensabile del movimento per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Che l’Udienza Preliminare del processo contro il (n)PCI sia l’occasione per far compiere un salto avanti alla resistenza delle masse popolari alla repressione!

 

Contrastiamo in ogni modo e su ampia scala le misure di controllo e schedatura messe in opera dalle forze della repressione!

Mobilitare su ampia scala contro la polizia politica con un’ampia campagna di denuncia!

Aggirare la rete di controllo che le polizie dei paesi imperialisti hanno steso su Internet!

 

La borghesia cerca di impedire la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato intensificando ed estendendo la repressione.

Facciamo della nostra resistenza alla repressione e della nostra lotta contro la repressione la punta di lancia e l’elemento promotore della resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del capitalismo!

 

Solidarietà con gli organismi e i compagni colpiti dalla repressione!

 

Il prossimo 13 maggio al Tribunale di Bologna la d.ssa Rita Zaccariello terrà l’Udienza Preliminare di un procedimento giudiziario contro dodici imputati. Gli imputati sono dodici individui, ma è una finzione. In realtà si tratta di un’operazione giudiziaria contro la rinascita del movimento comunista. Le Autorità padronali fingono a ragion veduta di processare dodici individui per reati specifici: per distogliere l’attenzione dal fatto che il loro obiettivo è impedire il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista, soffocare la rinascita del movimento comunista, intralciare la resistenza che le masse popolari oppongono al procedere della crisi generale del capitalismo e impedire che questa resistenza si trasformi in lotta per instaurare il socialismo.

Sarà l’Ottavo Procedimento Giudiziario che le Autorità della Repubblica Pontificia hanno intentato da 25 anni a questa parte contro il nuovo Partito comunista italiano e la sua carovana, cioè contro l’insieme di organismi e compagni che nel passato hanno in qualche modo contribuito alla costituzione del nuovo Partito comunista e che ora più o meno strettamente si ispirano alla sua concezione e alla sua linea e fanno proprie le sue indicazioni di lotta per difendere le conquiste delle masse popolari, far valere i diritti delle masse popolari contro la borghesia imperialista e la Corte Pontificia e creare le condizioni per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Il nuovo Partito comunista italiano chiama tutti i comunisti, gli elementi avanzati delle masse popolari e i sinceri democratici ad esprimere con manifestazioni, sottoscrizioni e in altre forme la loro solidarietà agli organismi e ai compagni perseguitati. La solidarietà è un aspetto importante della lotta contro la repressione e rafforza la resistenza delle masse popolari alla repressione.

Il (nuovo) Partito comunista italiano da parte sua ha fatto finora e farà nel seguito tutto quanto le sue forze consentono perché anche questo Ottavo Procedimento Giudiziario dia impulso alla rinascita del movimento comunista. Questa infatti riassume e rafforza tutte le risposte positive che vengono date al disastro sociale, politico, economico, culturale e ambientale in cui la borghesia imperialista e la Corte Pontificia affondano sempre più il nostro paese. Anche le recenti elezioni e la nuova acutizzazione della crisi politica, economica e culturale lo confermano.

In primo luogo il Partito approfitta di questo Procedimento Giudiziario a suo carico per chiamare tutti i comunisti e gli elementi più avanzati della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari nonché i sinceri democratici ad affrontare con serietà i problemi della rinascita del movimento comunista nel nostro paese, nel quadro della rinascita in corso a livello mondiale, di cui la recente vittoria del Partito Comunista del Nepal - maoista è un segnale.

La rinascita del movimento comunista non cade dal cielo. Non avviene neanche spontaneamente, come risultato dell’agitazione, della resistenza e dell’opera a cui l’insofferenza del presente spinge milioni di individui. Non è neanche l’opera di qualche individuo isolato. La rinascita del movimento comunista è possibile perché è ciò di cui milioni di individui hanno bisogno, corrisponde alle condizioni generali in cui si dibattono, l’attività a suo favore troverà quindi riscontro e risposta presso milioni di individui, li mobiliterà e organizzerà. Ma si realizzerà solo grazie all’iniziativa degli individui più avanzati che prenderanno ciascuno la decisione di impegnarsi in un lavoro collettivo, secondo una concezione, una linea e un piano corrispondenti alle comuni condizioni oggettive. Il Partito ha pubblicato nelle settimane scorse il proprio Manifesto Programma , l’elemento chiave per il consolidamento e il rafforzamento del Partito che è il motore della rinascita del movimento comunista. In esso il Partito espone il bilancio del movimento comunista del nostro paese e internazionale e il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria e dei primi paesi socialisti. Espone in dettaglio non solo le grandi conquiste raggiunte dal movimento comunista, ma anche i suoi limiti che nella seconda metà del secolo scorso hanno determinato la sua crisi e hanno consentito che la borghesia imperialista dispiegasse nuovamente in tutta libertà la sua natura nel mondo intero: e ne vediamo i risultati! Indica la via che i comunisti devono prendere per superare quei limiti e la strada da seguire per fare dell’Italia un nuovo paese socialista: l’unica via d’uscita al marasma in cui la borghesia ha gettato il nostro paese e il resto del mondo e il contributo che noi possiamo e dobbiamo dare alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. Queste sono questioni che non riguardano solo il nostro Partito e i nostri compagni. Riguardano tutti quelli che con buon senso e buona volontà cercano una via d’uscita alla situazione attuale e non si accontentano di sbattere la testa ora a destra ora a sinistra, sperando di trovare per azzardo prima o poi una soluzione. La soluzione di queste questioni è indispensabile per procedere. Che l’Ottavo Procedimento Giudiziario sia per molti l’occasione per impegnarsi personalmente a dare una risposta a queste questioni di cui con la pubblicazione del Manifesto Programma il Partito ha indicato la soluzione individuata con l’impegno di tutti i membri della sua carovana. Un impegno a cui corrisponde la persecuzione di cui da quasi tre decenni la borghesia e la Corte Pontificia fanno oggetto la carovana del (n)PCI.

Impediamo alle polizie di localizzarci e di conoscere le nostre identità quando navighiamo in internet


Per fare questo usiamo
TOR
(istruzioni aggiornate per Firefox 3.5 e Tor senza installazione)

fate click sulla scritta rossa TOR per scaricare le istruzioni

Una questione in particolare vogliamo chiarire in questa sede. L’Ottavo Procedimento Giudiziario si basa su una retata della polizia ai danni del Partito. Ogni volta che la polizia politica arresta uno di noi o infligge in altra maniera qualche colpo alla nostra organizzazione, ovviamente emergono la nostra ancora scarsa preparazione e i difetti della nostra organizzazione. Allora alcuni nostri avversari saltano su tutti lesti e orgogliosi e dicono: “Avete visto? Ve lo avevamo detto che non dovevate costruire il Partito a partire dalla clandestinità!”. Da veri sciocchi o opportunisti non capiscono che i fatti di cui parlano dimostrano esattamente il contrario. Riflettiamoci un momento. Oggi le forze dedicate al lavoro clandestino sono poca cosa e la nostra esperienza e le nostre conoscenze limitate. È così e non può che essere così stante la coscienza politica prevalente tra le masse popolari e anche tra gli operai, coscienza che solo il nostro lavoro d’avanguardia e l’esperienza modificheranno. Che le nostre forze siano poca cosa lo sappiamo noi, lo sanno la polizia politica e quindi più in generale la classe dominante: è bene che lo sappiano anche le masse popolari. Quindi non bluffiamo e non lo nascondiamo. Però, nonostante questo, ogni volta che la polizia politica ci ha inflitto un colpo, l’organizzazione clandestina, benché debole, è riuscita a continuare la propria attività. Perché i nostri compagni fanno fronte con determinazione ai loro compiti di comunisti e la concezione e la linea che li guidano sono per l’essenziale giuste. Perché nuove forze affluiscono sia pure lentamente e riceviamo contributi e appoggi anche da compagni che non sono tuttavia ancora disposti ad arruolarsi. Perché le forze della repressione sono ancora intralciate da quanto resta di prassi, abitudini, leggi e regolamenti che 60 anni fa la vittoria della Resistenza ha imposto al Vaticano e al resto della classe dominante. In più la situazione politica del paese, i contrasti interni alla classe dominante e le relazioni tra la classe dominante e le masse popolari sono tali che le forze della repressione non osano ancora darsi su grande scala all’attività illegale criminale, come hanno fatto e fanno saltuariamente (Napoli marzo 2001, Genova G8 luglio 2001, Abu Omar sequestrato e consegnato ai corpi specializzati in tortura, le ripetute operazioni da strategia della tensione, altri meno noti episodi simili rendono chiaro di cosa parliamo), come hanno fatto o fanno sistematicamente le forze della repressione di altri paesi simili politicamente all’Italia (i GAL in Spagna, il FBI negli USA, ecc.). Quindi nonostante la pochezza delle nostre forze e la nostra mancanza di esperienza, riusciamo a mantenere la continuità della nostra attività e ad accumulare esperienza e forze. Immaginate cosa succederebbe quando la repressione sarà più dura e spregiudicata, se non accumulassimo ora l’esperienza e le forze necessarie per allora, approfittando delle condizioni attuali. Nessuna persona di buon senso pensa che allora, di colpo, molti esperti rivoluzionari di professione nascerebbero dal nulla. Che potrebbero facilmente impostare e reggere un’attività clandestina dal nulla, senza alcuna esperienza, viste le difficoltà che l’attività clandestina comporta perfino nelle relativamente favorevoli condizioni attuali. Ebbene, alcuni nostri avversari si comportano oggi proprio come se invece lo credessero. E vorrebbero che anche noi facessimo come loro, per non essere loro disturbati e imbarazzati dal nostro esempio e dalla nostra propaganda che più o meno ampiamente e profondamente fa presa tra i loro seguaci. Bisogna intensificare e migliorare l’attività clandestina, onde accumulare quanto più possibile di esperienza e di forze ora che le condizioni sono ancora relativamente favorevoli per noi comunisti: questa è la lezione che persone moralmente non corrotte e di buon senso tirano dalle nostre odierne sconfitte, a meno che siano convinte che andiamo verso un periodo di sviluppo pacifico, che non andiamo verso un periodo di scontri di classe più acuti. Ma proprio questa ultima prospettiva è quella che anche i nostri avversari proclamano a ogni piè sospinto. Cosa ci resta da pensare: che facciano tali proclami di un duro avvenire senza crederci, solo per spaventare la gente e avere un po’ più di appoggio popolare oggi? O che non osino tirare le coerenti conclusioni per oggi dei proclami che fanno sul futuro?

Che l’Ottavo Procedimento Giudiziario induca molti a raggiungere convinzioni ferme su tutte queste questioni e a tradurle in pratica! La rinascita del movimento comunista è alimentata dai contributi più diversi e ogni persona di buona volontà può dare un contributo.

 

In secondo luogo il Partito approfitta di questo Procedimento Giudiziario per chiamare tutti i comunisti e gli elementi più avanzati della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari nonché i sinceri democratici a rafforzare su larga scala la resistenza alla repressione e la lotta contro la repressione. La repressione dilaga nel nostro paese e nel resto dei paesi europei, man mano che procedono la crisi generale del capitalismo, l’eliminazione delle conquiste, l’aggressione contro i paesi e i popoli oppressi che non accettano docilmente di essere saccheggiati e quindi si sviluppa la resistenza delle masse popolari. La lotta contro la repressione deve dilagare fino a sopravanzare il dilagare della repressione. Non bastano le proteste e la solidarietà: la lotta contro la repressione deve dispiegarsi anche in campi in cui i nostri ritardi rispetto alla pratica del vecchio movimento comunista sono evidenti e ancora grandi. Noi dobbiamo approfittare senza riserve degli spazi di agibilità politica che con la vittoria contro i nazisti, contro i fascisti e contro i loro padrini (la Corte Pontificia e quasi tutti i gruppi borghesi) ci siamo conquistati e che la borghesia e la Corte Pontificia non sono ancora riusciti a cancellare. Ma è sbagliato “adagiarsi nella legalità”, condurre la nostra attività come se la borghesia non si riarmasse attivamente, come se i De Gennaro e soci fossero una strana anomalia, come se la borghesia e la Corte Pontificia non arruolassero e formassero corpi addestrati a ogni tipo di repressione, come se non svolgessero già ora un’opera attiva e coordinata di influenza, infiltrazione, provocazione, controllo, schedatura e repressione. Valgano alcuni esempi.

La denuncia degli infiltrati e delle spie: nell’Ottavo Procedimento Giudiziario ne abbiamo smascherate e denunciate due, Giovanni Cancello di Napoli e Antonio Foglia di Modena, ma in modo del tutto insufficiente e con ritardi.

La lotta contro gli agenti pubblici e privati che schedano e controllano, la lotta contro la polizia politica: nel corso dell’Ottavo Procedimento Giudiziario non abbiamo attaccato come necessario e possibile nemmeno il funzionario della DIGOS di Bologna, Paolo Vicini, ladro protetto dai suoi superiori.

La mobilitazione contro il controllo che le Forze dell’Ordine estendono sulla corrispondenza, sulle comunicazioni telefoniche, su Internet: siamo lungi dall’aver mobilitato le risorse e le conoscenze di tanti che pure sono evidenti.

Contro le schedature e la sorveglianza con videocamere non abbiamo ancora sviluppata una seria campagna che mobiliti su larga scala l’iniziativa collettiva e in questo contesto incoraggi e organizzi l’iniziativa individuale.

Tutte queste e altre simili attività devono dilagare, rafforzarsi, saldarsi in un fronte unito contro la repressione, combinarsi con gli altri fronti della lotta di classe. La crescita quantitativa di tutti i generi di operazioni che compongono la lotta contro la repressione deve procedere finché, in combinazione con lo sviluppo della lotta di classe sugli altri fronti, si produrrà un salto qualitativo nell’ambito della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata ed entreremo in una fase più avanzata della lotta per instaurare il socialismo: cioè della lotta per porre fine alle sofferenze e alle infamie che il regime vaticano e l’ordinamento sociale infliggono alle masse popolari, della lotta per consentire finalmente a ogni esponente delle masse popolari di partecipare pienamente al patrimonio culturale e scientifico della società, di partecipare con tutte le sue doti alle attività che distinguono la specie umana dalle altre specie animali, libero finalmente dall’assillo e dalla precarietà che lo costringono a esaurire gran parte delle sue doti e risorse alla rincorsa affannosa di denaro per procurarsi cibo, vestiario, riscaldamento, abitazione, assistenza sanitaria, educazione dei figli, insomma le condizioni elementari di una vita dignitosa.

La lotta contro la repressione deve articolarsi in una vasta gamma di attività e mobilitare a largo raggio le masse. Il regime borghese è precario. Internet è un caso esemplare. Internet costituisce di per sé la base materiale per una unità a largo raggio tra gli uomini al di sopra di ogni frontiera e per la partecipazione di massa alle attività specificamente umane. Essa permette la diffusione senza limiti di tutte le idee più avanzate, di tutte le scoperte, di tutte le informazioni. Permette una larga collaborazione che farà progredire più velocemente in ogni campo, raccogliendo e stimolando il contributo di tutti. Il suo uso progressista è intralciato dalla proprietà privata, dall’oppressione politica, dallo sfruttamento borghese e dall’oscurantismo clericale. Oggi le polizie di tutto il mondo imperialista sono coalizzate per controllare, schedare e reprimere, per mantenere il più possibile l’uso di Internet limitato al fare soldi, per mantenere e rafforzare il dominio dei monopoli, per fare di Internet uno strumento adatto a inculcare concezioni reazionarie e a fomentare paure e vizi. Esse registrano chi corrisponde con chi, chi accede a siti rivoluzionari che per un motivo o l’altro non oscurano, chi usa Internet per promuovere l’attività democratica e rivoluzionaria. Queste rete poliziesca di controllo, registrazione e schedatura può essere elusa, bypassata. È uno dei modi per contrastare il controllo e la schedatura politica. Compagni e persone di buona volontà sono in grado di elaborare gli strumenti informatici per ostacolare o perfino impedire l’opera delle polizie, rompere le barriere del segreto di Stato, del segreto commerciale, industriale, finanziario e di ogni genere con cui la borghesia e le altre forze reazionarie (in primo luogo la Corte Pontificia e la sua Chiesa) circondano la loro attività e ci prendono in giro con le loro dichiarazioni sulla democrazia e i diritti umani.

Il Partito fa appello a chi ha le conoscenze e l’abilità necessarie, agli hacker democratici e progressisti perché sistemi di questo genere siano messi a punto, perché siano via via migliorati e ne sia propagandato l’uso su larga scala. In allegato a questo Comunicato diamo le Istruzioni per uno dei sistemi più sicuri tra quelli a nostra conoscenza per navigare e operare su Internet anonimamente, senza che la polizia riesca a scoprire l’identità di chi entra in Internet e a localizzarlo: il programma TOR. Che strumenti simili diventino di uso corrente. Che i compagni ne approfittino e ne diffondano l’uso, non solo quando trattano questioni delicate, ma il più frequentemente possibile, al limite sempre. In modo che sia impossibile agli spioni isolare i casi di loro particolare interesse.

Il tallone d’Achille del potere borghese sono le masse popolari. Noi comunisti dobbiamo in ogni campo mobilitare le masse popolari, che a loro volta hanno bisogno di un nuovo superiore ordinamento sociale e della nostra opera per instaurarlo. La borghesia è una classe sfruttatrice e il suo ordinamento sociale è sempre più penoso da sopportare per le masse popolari. Per imporlo e conservarlo la borghesia deve ricorrere a metodi sempre più barbarici e distruttivi.

Il Nuovo Potere è invece il potere delle masse popolari. Mette a profitto le concezioni, i sentimenti e le forze produttive più avanzate che l’umanità ha sviluppato e ne stimola l’ulteriore sviluppo. Il Nuovo Potere si articola sia in istituzioni sia in comportamenti di singoli e di massa tali da impedire alla borghesia di esercitare il suo infame e delittuoso potere, sempre più criminale e nocivo, e da permettere alle masse popolari di compiere su scala sempre più vasta le operazioni utili alla propria vita e al rafforzamento del loro Nuovo Potere. Nello stesso tempo la creazione del Nuovo Potere è anche il contesto che rende più efficaci le lotte rivendicative, la pressione delle masse popolari sul vecchio potere che ancora appesta l’aria con la sua putrefazione. È il contesto più favorevole per esercitare sulla borghesia e le alte autorità reazionarie una pressione che le obbliga a fare quello che per loro natura non farebbero, a fare il contrario di quello che farebbero per loro natura.

Il compito di noi comunisti è far giocare a fondo in ogni campo questo nostro vantaggio: il ruolo delle masse popolari. Sciogliere i lacci che impediscono la loro opera. Creare le condizioni perché le masse popolari, da insieme di individui dispersi e ognuno individualmente subordinato alla classe dominante, al clero o ad altri notabili del regime, passino alla condizione di masse popolari organizzate e coscienti della propria forza e dei propri obiettivi. La borghesia non è in grado di contrastare con efficacia le masse popolari organizzate che lottano per instaurare il socialismo. Non è in grado neanche di impedire a noi comunisti di svolgere il nostro ruolo: sta a noi superare le caratteristiche, le arretratezze, le paure che limitano il dispiegarsi della nostra lotta e che ci impediscono di coinvolgere masse più ampie nella lotta. Tra le contraddizioni che oggi dividono le masse popolari, non ve n’è nessuna che non possa avere soluzione con l’instaurazione del socialismo. Il futuro è nelle mani nostre e delle masse popolari.

 

A fronte della incriminazione individuale a cui la borghesia ricorre per soffocare la rinascita del movimento comunista, noi innalziamo la bandiera della responsabilità e dell’impegno collettivo e della mobilitazione delle vate masse popolari. A fronte delle nefandezze di cui i nostri persecutori sono i rappresentanti e continuatori, portavoce e tutori, noi affermiamo la nostra concezione, i nostri obiettivi e la nostra linea e facciamo appello alle masse popolari. Esse decidono del futuro.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

Unirsi a quanti in ogni angolo del mondo resistono con coraggio agli imperialisti e lottano per instaurare un nuovo più avanzato ordinamento sociale e un nuovo sistema di relazione internazionale.

 

Il ricorso per governare il paese a Berlusconi e alla sua banda di razzisti, fascisti, mafiosi, clericali, speculatori e criminali conferma che la borghesia imperialista e la Corte Pontificia sono agli sgoccioli.

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!