La Voce 4

L’Operazione del 19 Ottobre

mercoledì 8 marzo 2000.
 

Con l’Operazione del 19 Ottobre lo Stato della borghesia imperialista mira a fare terra bruciata attorno alla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)Partito Comunista Italiano. Non è in grado di colpire la CP perché è clandestina e i suoi membri irreperibili. Quindi ha colpito in primo luogo i CARC, finora l’unica FSRS che ha dichiarato pubblicamente simpatia per l’obiettivo della CP. La borghesia imperialista vuole costringere i CARC a rinnegare la loro dichiarazione. In secondo luogo ha colpito l’area delle altre FSRS e dei lavoratori avanzati che sono il terreno su cui si sta combattendo nell’immediato la battaglia per la costituzione del partito. La borghesia imperialista  vuole costringere quest’area a isolare i CARC e la CP. Tutta l’operazione rientra nell’ambito della lotta della borghesia imperialista per impedire che la classe operaia abbia nuovamente il suo partito comunista. Il centro dello scontro tra borghesia imperialista  e classe operaia in questa fase infatti è la ricostruzione del partito comunista. La ricostruzione del partito comunista per la classe operaia è la chiave indispensabile per ritornare ad esistere come protagonista della lotta politica, per rioccupare quella centralità (tra le masse popolari) che attualmente non ha, per ridare slancio e forza alla lotta sua e del resto delle masse popolari per la difesa delle conquiste e per soddisfare i bisogni particolari e immediati, per porre con i piedi per terra e dare prospettive di vittoria alla lotta di tutte le masse popolari per un nuovo superiore ordinamento della società. Non solo è la chiave indispensabile per tutto questo, ma è anche ciò che rende tutto questo possibile e sicuro; con difficoltà non da poco, col tempo che sarà necessario, con le lotte e i sacrifici che la lotta richiederà: certamente, ma possibile e sicuro.

La borghesia imperialista non ha alcuno scrupolo morale né rispetta alcun vincolo legale o abitudinario. Per impedire la ricostruzione del partito comunista farà tutto quello che le sarà possibile, che l’intelligenza e la fantasia dei suoi strateghi escogiteranno, che le sue immense risorse le consentiranno. (1) Ma la borghesia imperialista ha un limite sostanziale, da cui non può liberarsi. Non può smettere di opprimere e sfruttare la classe operaia e neanche il resto delle masse popolari. Non può evitare di formare e alimentare continuamente un terreno favorevole alla nostra attività. Dopo le dimostrazioni di sabato 29 gennaio contro i campi di concentramento in cui il governo D’Alema e il Vaticano rinchiudono gli immigrati poveri, Enzo Bianco, neo Ministro di Polizia del governo D’Alema, ha dichiarato che ci sono forze che “hanno legami molto tenui con i problemi dell’immigrazione “, ma che “sono pronte a scendere in piazza ovunque vi sia un momento di frizione”. Ben detto! E non vale solo per i campi di concentramento e per la persecuzione contro gli immigrati poveri, specialmente di colore. Vale per tutti gli strumenti e le istituzioni del sistema di sfruttamento e oppressione. Finché di esso esisterà traccia, noi saremo tra le masse popolari, fomenteremo, sobilleremo, organizzeremo, accenderemo speranza e volontà di lotta e di ribellione, semineremo amore per i propri compagni di classe e odio contro la borghesia, forniremo orientamento, strumenti e direzione. Questa è l’unica strada con cui si può veramente porre fine allo sfruttamento e all’oppressione: la lotta di classe. Perché, signor ministro, non elimina quelli che lei pudicamente chiama “momenti di frizione”? Perché il sistema di sfruttamento e oppressione è la sostanza del rapporto della borghesia imperialista con le masse popolari: senza libertà di licenziare, salari di merda, pensioni di fame, assistenza sanitaria e servizi sociali da “centro di accoglienza”, senza campi di concentramento e galere l’ordinamento sociale attuale non regge. Al massimo lei può spostare il campo di concentramento un po’ più in là, chiuderne uno e aprirne un altro. La borghesia imperialista conduce già oggi una guerra silenziosa ma sanguinosa contro le masse popolari e le masse popolari ora principalmente la subiscono ingoiando lacrime e sputando sangue. Il nostro compito consiste esattamente nel trasformarla in una guerra che le masse popolari combattono con coscienza, organizzazione, determinazione e forza crescenti fino alla vittoria. Ogni iniziativa che la borghesia imperialista prende contro di noi, è per la borghesia imperialista un’arma a doppio taglio. Ci fa male, riduce le nostre forze. Ma contemporaneamente ci addita essa stessa alle masse popolari, che hanno bisogno di un centro di raccolta e di una direzione, come il centro di raccolta e di direzione per tutti quelli che hanno bisogno di liberarsi dall’attuale ordinamento della società. Ci aiuta nella raccolta delle forze rivoluzionarie, alla sola condizione, e questo dipende interamente da noi, che noi perseveriamo nella nostra lotta attenendoci a una linea giusta. Questo è il limite principale alla libertà di repressione della borghesia imperialista. Per questo la più importante forma di lotta contro la repressione e di solidarietà con le organizzazioni e i compagni perseguitati dalla borghesia è la propaganda tra la classe operaia e le masse popolari. Lo Stato italiano, il Vaticano, la Mafia e tutti gli altri centri di potere palesi e occulti della borghesia imperialista italiana hanno a ragione paura di “svegliare il can che dorme” e in più sono indeboliti da crescenti lotte tra loro e con gli altri gruppi della borghesia imperialista (referendum, Kohl, Echelon, Vienna e la lista può continuare). Quanto più noi comunisti siamo ideologicamente e organizzativamente autonomi dalla borghesia imperialista, tanto più possiamo trarre vantaggio da questi ineliminabili fattori di debolezza della borghesia imperialista e raccogliere forze. Anche nella lotta specifica contro la polizia politica e contro la repressione in generale, dobbiamo sempre tener conto che il centro del lavoro di noi comunisti è “conquistare il cuore della classe operaia”, diventare veramente la sua avanguardia organizzata nella lotta per il comunismo. Allora anche la repressione potrà fare poco.

Il nostro problema principale in questa fase è quindi la nostra autonomia ideologica e organizzativa dalla borghesia imperialista e la perseveranza nella lotta. Cosa ha messo in luce l’Operazione del 19 Ottobre sotto questo aspetto? Alcune FSRS hanno resistito magnificamente e manovrato saggiamente, altre si sono sbandate al primo momento ma poi si sono riprese, altre si sono con mille contorcimenti schierate a favore della borghesia imperialista. Insomma si è delineata la sinistra, il centro e la destra. Uno schieramento che ha diviso le FSRS ma che ha anche diviso al suo interno quasi ogni FSRS.

Noi non abbiamo le informazioni necessarie per fare una analisi dettagliata dello schieramento che si è determinato in ogni FSRS di un certo rilievo e neanche della posizione in cui si è collocata ogni FSRS nel suo complesso a secondo del rapporto di forze tra sinistra e destra al suo interno. Ma chi vuole trarre vantaggio dall’Operazione del 19 Ottobre, che è ancora in corso con interrogatori e controlli (non sono esclusi nuovi sequestri, perquisizioni e arresti), deve fare un’accurata analisi degli schieramenti nella propria FSRS e nelle FSRS con cui ha rapporti. La collocazione degli individui e anche delle singole FSRS sono mobili, si possono trasformare: tanto più efficace è l’azione quanto maggiore è la conoscenza della situazione.

La sinistra è caratterizzata da un giusto atteggiamento contro il nemico (sopra abbiamo indicato quale secondo noi è il giusto atteggiamento), dalla solidarietà attiva verso i compagni perseguitati, dallo sforzo per fare di questa operazione della borghesia imperialista una scuola di comunismo per i compagni e le masse e dallo sforzo di isolare la destra e raccogliere il centro.

Cosa è che ha caratterizzato in questo caso la posizione della destra?

In primo luogo la destra ha espresso solidarietà con gli individui e le organizzazioni colpite dalla borghesia imperialista solo perché altrimenti si sarebbe isolata dal centro. Quindi non è particolarmente attiva nel promuovere, inventare e sostenere iniziative di solidarietà. Fa quello che non può evitare di fare. Dovunque le è possibile la sua solidarietà si limita a parole di circostanza, a fior di labbra e niente azioni. Niente sostegno morale, concorso nelle spese, propaganda e agitazione (appello alle masse, denuncia della borghesia presso le masse), organizzazione (aggregazione dei perseguitati, gestione collettiva di interrogatori e di azioni legali, creazione di relazioni tra perseguitati, compagni e masse), aiuti logistici (informazioni, avvocati, sostegno alle famiglie, ecc.).

In secondo luogo la destra diffonde apertamente o subdolamente a secondo delle circostanze e comunque pensa che “la repressione in atto è causata dalla CP o dai CARC, dalla sciagurata idea della CP di parlare di partito clandestino e dalla dichiarazione provocatoria dei CARC di appoggio all’obiettivo della CP”. La destra, che è antipartito, ha approfittato della repressione e anche delle sue velenose e stitiche dichiarazioni di solidarietà, per diffondere tra i compagni e tra le masse concezioni anticomuniste, (2) calunnie e insinuazioni. Ha scritto, dichiarato e insinuato che “bisogna agire alla luce del sole”, che “loro erano colpiti ingiustamente perché loro hanno sempre agito alla luce del sole”, ecc. La destra propaganda che i compagni devono agire sotto il controllo della borghesia imperialista (niente autonomia organizzativa dalla borghesia imperialista), alla luce delle fotocellule e sotto schedatura dei CC, della PS, di Gladio e degli altri corpi palesi o segreti, statali, vaticani, mafiosi o semplicemente padronali (FIAT, Telecom, FFS, ecc.) di controllo e di repressione. Quindi secondo la destra la borghesia imperialista giustamente colpisce la CP, chi ha simpatia per gli obiettivi della CP e quanti altri non agiscono sotto controllo della borghesia imperialista. Chi condivide veramente queste idee della destra, è poco lontano dalla delazione e dalla collaborazione e spionaggio a favore della borghesia imperialista. Se non pratica ancora, lo praticherà quando PS, CC o simili lo “spingeranno” un po’. In realtà molti esponenti della destra non pensano quello che dicono. Pensano che “alcune cose si fanno, ma non si dicono”. L’errore della CP o rispettivamente dei CARC è di averlo anche detto. Angiolo Gracci, presidente del CUNA, ha fatto il partigiano e quindi alcune cose non alla luce del sole nella sua vita, almeno molto tempo fa, deve pure averle fatte. Alcuni esponenti della destra sono troppo astuti per menar vanto del loro certificato di povertà (“faccio solo quello che il maresciallo conosce e consente”), se non pensassero che è una gran furbata. Non è palese che la borghesia imperialista non crede alle vostre parole e infatti vi spia, vi controlla, vi scheda e vi perseguita nonostante le vostre dichiarazioni? Nessuno chiede che voi passiate alla clandestinità, neppure che difendiate le buone ragioni di chi è passato alla clandestinità. Ma voi attaccate chi è passato nella clandestinità, fate leva sulla demagogia e sulla paura per fare terra bruciata e silenzio attorno a chi è passato alla clandestinità. Voi con le vostra propaganda contro la clandestinità non ingannate la borghesia imperialista, ingannate solo le masse. Cioè inculcate nelle masse e nei vostri seguaci quello che la borghesia imperialista stessa inculca. Quanto a voi, pensate di poter fare attività clandestine senza l’appoggio e il consenso delle masse, che voi stesse dissuadete dalla clandestinità. Vi meravigliate poi che la vostra azione resti sterile, che il vostro seguito sia ridotto e accusate le masse di essere arretrate. Voi stessi, per quel tanto o poco che vale la vostra propaganda, collaborate a mantenerle arretrate. Voi concepite la clandestinità dei rivoluzionari e dei comunisti alla stessa maniera in cui sono clandestini i corpi occulti della borghesia imperialista. Ma è una concezione sbagliata. Per vincere, noi dobbiamo fare la guerra a nostro modo, non al modo della borghesia. È la borghesia che deve scendere sul terreno, per lei perdente, dei rivoluzionari. Da alcuni decenni in qua la borghesia ha messo a punto l’arte della guerra rivoluzionaria, della guerra psicologica, della guerra di bassa intensità e della guerra sporca, l’azione di massa, la mobilitazione reazionaria delle masse, ecc. cercando di imparare dai comunisti sovietici, cinesi, vietnamiti. Loro corrono dietro a noi, nel disperato tentativo di poter adottare a loro vantaggio i nostri metodi che sono proficui solo a un partito e a un esercito rivoluzionari legati alle masse. I rivoluzionari che hanno inseguito loro la borghesia, che hanno cercato di imparare loro l’arte della guerra dalla borghesia, sono stati sconfitti. I metodi della borghesia vanno bene per la borghesia. Voi non avete autonomia ideologica dalla borghesia.

Nel considerare questo aspetto della destra, bisogna però fare attenzione perché alcune volte anche elementi del centro, di fronte al fatto che la borghesia imperialista spesso colpisce anche compagni che effettivamente non fanno alcuna attività né clandestina né illegale né d’altro genere, usano gli stessi argomenti della destra per ingenuità, per denunciare la borghesia e raccogliere appoggi presso le masse più arretrate, senza rendersi conto che così “per mangiare oggi si condannano alla carestia domani”. Quindi la classificazione richiede di considerare con attenzione tutti i vari aspetti della destra e il comportamento complessivo di ogni compagno.

In terzo luogo la destra semina terrore e confusione tra le masse. Spaventa le masse inventando che la borghesia vede tutto, sa tutto, controlla tutto, può reprimere tutto. Inventa che la borghesia imperialista schiaccerà tutti quelli che simpatizzano per la CP, che leggono, studiano e diffondono le sue pubblicazioni, che collaborano, nelle dovute forme, con la CP. Semina confusione inventando che la CP e i CARC sono la stessa cosa, che la CP è la stessa cosa delle BR e che ogni cosa vale l’altra. Approssimazione, pressappochismo, confusione: ecco cosa caratterizza la destra quando parla di organizzazioni e di linee. Insomma la destra ripete a sua maniera i metodi usati dalla borghesia imperialista.

Quanto a questa terza caratteristica della destra, bisogna però fare attenzione che in alcuni casi anche elementi del centro ripetono per ingenuità e arretratezza le tesi della destra e della borghesia. Quindi l’individuazione della destra richiede anche sotto questo aspetto molta attenzione: non fermarsi a un solo aspetto e non considerare solo una o poche azioni di un compagno.

Infine come hanno reagito le masse di fronte all’Operazione del 19 Ottobre? Noi parliamo solo in base alle poche informazioni che abbiamo. Ogni compagno deve accuratamente esaminare la situazione che lui conosce e pubblicare le conclusioni della sua analisi. Ogni compagno che pubblicasse risultati diversi da quelli a cui è realmente giunto, imbroglierebbe noi e i suoi compagni. Noi non abbiamo bisogno di mentire alle masse e tra noi. Al contrario, noi abbiamo bisogno di conoscere lo stato reale delle cose, dato che vogliamo trasformarlo. Noi non conosciamo la reazione di tutti e nemmeno di gran parte delle masse popolari. Probabilmente nonostante il clamore fatto dalla borghesia purtroppo la maggior parte delle masse popolari non hanno neanche avuto sentore dell’Operazione del 19 Ottobre e tanto meno si sono sentite coinvolte da essa. Lo stato di oppressione, di abbrutimento e di inerzia in cui la borghesia imperialista costringe le masse popolari rende ciò ovvio. Dobbiamo valutare l’effetto dell’Operazione in quella parte delle masse con cui siamo in qualche modo a contatto. I compagni di lavoro, i vicini di casa, i familiari, la gente a cui vendiamo il foglio o distribuiamo il volantino, ecc. ecc. Dobbiamo valutare come è cambiato, se è cambiato, il loro atteggiamento verso di noi dopo l’Operazione del 19 Ottobre: dalle loro parole, dai loro gesti, dai loro sguardi, da tutte le piccole e grandi cose che rivelano lo stato d’animo. Noi abbiamo l’impressione che vi sia dopo l’Operazione una maggiore disponibilità a collaborare, che si presti maggiore attenzione a quello che diciamo, che godiamo di un maggiore prestigio. Ma le nostre informazioni sono limitate e i nostri contatti anche. Facciamo appello a ogni compagno perché osservi e rifletta anche per noi e pubblichi nella forma opportuna le conclusioni delle sue osservazioni.

La repressione della borghesia imperialista è una verifica per le nostre forze, per le nostre linee e per i nostri metodi di lavoro. Noi abbiamo imparato cose importanti anche da questa prima operazione della borghesia imperialista  contro la CP e il suo lavoro per la preparazione del congresso di fondazione del (n)PCI. Sbagliano completamente quei compagni che facendo il “bilancio degli anni ‘70” hanno concluso che la borghesia imperialista ha vinto perché era forte, perché ha emanato leggi speciali e d’emergenza, perché non ha esitato ad andare oltre la sua stessa legalità, perché è ricorsa al controllo di massa, ai rastrellamenti, alle provocazioni, al terrorismo indiscriminato, alle esecuzioni dei prigionieri e alla tortura. La repressione della borghesia imperialista non ha mai vinto un movimento rivoluzionario che segue una linea giusta. La rivoluzione proletaria nel secolo appena terminato ha confermato questa verità ripetutamente e universalmente. Dove il movimento comunista ha subito delle sconfitte, le ha subite perché non seguiva una linea giusta, quindi o perché non era guidato da una concezione comunista del mondo o perché conduceva analisi superficiali della realtà o perché aveva un metodo di lavoro non comunista. Noi siamo appena agli inizi. È inevitabile che subiremo anche molti rovesci. Attraverso questi se persevereremo affineremo e rafforzeremo la nostra concezione comunista, miglioreremo il nostro metodo di conoscenza e miglioreremo il nostro metodo di lavoro. Il materialismo storico ci ha mostrato che il comunismo è il destino inevitabile dell’umanità. La borghesia imperialista non ha soluzioni adatte ai problemi che essa stessa ha creato. La vittoria in definitiva sarà nostra.

Anna M.

 



NOTE

 

1. Non si tratta delle caratteristiche morali individuali del borghese. Individualmente vi sono anche borghesi miti e di buon cuore. Ma quando si tratta degli interessi della loro classe o degli affari dimenticano i loro sentimenti con un atto di “grande eroismo”, come Abramo disposto a sacrificare suo figlio se Dio lo voleva. Per la salvezza della loro classe i borghesi hanno promosso le imprese più turpi. La borghesia europea e americana nella sua fase di decadenza ha nuovamente “assunto” il clero cristiano come guida spirituale delle sue istituzioni e questo ha una lunga tradizione storica di turpitudini e crudeltà compiute come “male minore”, di peccatori scorticati e uccisi per “la salvezza della loro anima”, di popolazioni infedeli battezzate e assicurate al paradiso passandole immediatamente a fil di spada. Non mancano insomma al borghese le giustificazioni morali per ogni eccesso, sufficienti a mettergli la coscienza in pace.

 

2. Abbiamo avuto notizia di una FSRS che si è premurata di inviare ai CARC un pezzo di Stalin che condannava gli attentati, implicitamente accogliendo la tesi, proclamata e contemporaneamente smentita dalla polizia, che i CARC sarebbero all’origine degli attentati agli esponenti del regime, tipo D’Antona. Vale la pena richiamare l’attenzione della FSRS, se mai capitasse di leggerci, che avrebbe potuto trovare brani di Stalin che illustravano il ruolo dell’attentato agli esponenti del regime nel corso di una guerra, cosa che costituiva del resto una delle principali attività dei GAP durante la Resistenza. Ciò non perché condividiamo la concezione che presiede a operazioni tipo quella contro D’Antona, ma solo per richiamare tutti i nostri lettori a tener sempre presente che “senza analisi concreta della situazione concreta” si dicono e si fanno dire delle stupidaggini.