Far diventare la lotta degli operai FIAT un problema di ordine pubblico!

venerdì 18 ottobre 2002.
 

Commissione Preparatoria

del congresso di fondazione del

(nuovo)Partito Comunista Italiano

e.mail: <ekko_20012001@yahoo.com>

pagina web: www.lavoce.freehomepage.com

 

Partecipare all’attuazione del piano in due punti per costituire il partito comunista proposto dalla CP:

1. elaborare il Manifesto Programma del partito a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC nel 1998;

2. costituire Comitati di Partito clandestini provvisori che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma e lo Statuto del partito ed eleggerà il Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i Comitati di Partito.

 

18 ottobre 2002

Comunicato

 

Far diventare la lotta degli operai FIAT un problema di ordine pubblico!

 

Agnelli ha presentato ai lavoratori il conto del contratto che nel marzo 2000 ha fatto con la General Motors. È un altro passo nello smantellamento della FIAT: altri 8.100 posti di lavoro da tagliare, due stabilimenti (Termini Imerese e Arese) da chiudere del tutto, decine di migliaia di posti di lavoro dell’indotto da eliminare.

Agnelli nel 2000 ha venduto alla GM la quota FIAT di mercato dell’auto. L’accordo GM-Agnelli è eliminare la produzione auto della FIAT. La GM è già attrezzata per produrre auto in sovrabbondanza. A tempo vogliono eliminare tutti i 36.000 operai FIAT che ancora restano in Italia e altri nel mondo, più quelli dell’indotto. Agnelli ha messo la FIAT sulla strada dell’Olivetti, della Falk e di altre grandi industrie.

Governo, partiti, sindacati di regime, uomini politici, alti prelati e dirigenti dell’economia sapevano questo già due anni fa. Lo hanno tenuto nascosto. Ora cercano solo di liquidare senza che succedano disordini i posti di lavoro che Agnelli ha già venduto. Applicano la politica del carciofo: più operai riescono a eliminare oggi, meno, più divisi e più isolati saranno quelli che resisteranno alla prossima eliminazione. Oggi hanno ancora paura degli operai dei grandi stabilimenti FIAT. Se questi protestano, possono mobilitare anche i lavoratori dell’indotto FIAT, gli operai e i lavoratori degli altri settori, le casalinghe, i pensionati, gli studenti e tutte le masse popolari contro riduzione dei posti di lavoro negli altri settori, finanziaria, art. 18, TFR, pensioni, inflazione, scuola pubblica, sanità, taglio dei servizi sociali, precarietà, ecc. Se gli operai FIAT resistono, creeranno un problema di ordine pubblico e i padroni e il loro governo per il momento rinunceranno al colpo che hanno messo in cantiere. È la resistenza degli operai degli stabilimenti FIAT che decide l’esito immediato della partita.

Gli operai FIAT non devono accettare ammortizzatori sociali e riduzione dei posti di lavoro, quale che sia la veste sotto la quale governo, padroni e sindacati di regime li presentano.

Bisogna sostenere in ogni modo gli operai FIAT.

Strategicamente gli operai e le masse popolari italiane possono far fronte alla borghesia imperialista se contribuiscono con i lavoratori e le masse popolari degli altri paesi alla rinascita del movimento comunista.

Raccogliere forze e risorse per ricostruire un vero partito comunista!

Costituire comitati clandestini del (nuovo)Partito Comunista Italiano!