Che se ne vadano!
Picchiare il cane finché non è affogato!

venerdì 20 maggio 2005.
 

Comunicati della CP


(nuovo)Partito comunista italiano Commissione Provvisoria (CP) del Comitato Centrale

Comunicato del 20 maggio 2005

Che se ne vadano!

Picchiare il cane finché non è affogato!

 

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Picchiare il cane finché non è affogato!

Il testo del comunicato del 20 maggio 2008

in formato Open Office

La classe operaia e le masse popolari hanno messo la banda Berlusconi con le spalle al muro. Il circo Prodi contratta per succedere amichevolmente alla banda e prendere il suo posto nel dirigere la realizzazione del programma comune della borghesia imperialista contro le masse popolari e la classe operaia. La banda Berlusconi approfitta delle esitazioni del circo Prodi e cerca di restare al potere. Bisogna mandare all’aria le trattative tra il circo Prodi e la banda Berlusconi. Bisogna consolidare e rafforzare il partito comunista e il movimento rivendicativo delle masse popolari contro la borghesia imperialista. Le lotte degli operai, dei dipendenti pubblici, dei lavoratori autonomi, dei pensionati e di ogni settore e ceto delle masse popolari per il lavoro, per i salari, per i diritti democratici, per la difesa delle conquiste, per servizi pubblici per tutti, gratuiti e di buona qualità, contro il carovita, contro la speculazione dei petrolieri, dei re della finanza, dei signori delle banche e delle immobiliari, i movimenti contro la persecuzione degli immigrati, contro l’intervento militare in Iraq, contro il saccheggio dei paesi oppressi, contro le delocalizzazioni delle industrie nei paesi oppressi e negli ex paesi socialisti, contro la collaborazione con le bande di fascisti e di criminali al potere negli ex paesi socialisti, contro la soggezione ai gruppi imperialisti USA e alla loro politica di criminale violazione persino della legalità borghese, contro l’abolizione e la restrizione dei servizi pubblici, per il risanamento dell’ambiente, per la difesa della salute individuale e l’igiene pubblica, per l’occupazione e l’uso delle case sfitte e delle proprietà della borghesia imperialista: tutte queste lotte e questi movimenti non sono solo uno strumento di difesa e di sviluppo della vita materiale e spirituale delle masse popolari ma contribuiscono anche ad impedire che i caporioni della borghesia imperialista si accordino alle spalle delle masse popolari e rafforzano la rinascita del movimento comunista. Noi comunisti dobbiamo sostenerli, rafforzarli, allargarli e renderli sempre più resistenti alle influenze e alle manovre della borghesia imperialista. Dobbiamo sostenere energicamente le lotte sindacali e impedire le manovre antidemocratiche legate alla concertazione e alla compatibilità. Non c’è risanamento economico senza lo sviluppo del benessere delle masse popolari. Dobbiamo intervenire con iniziativa ed energia nella preparazione delle prossime elezioni politiche promuovendo la formazione di liste comuniste.

La banda di mafiosi, fascisti, razzisti, speculatori, clericali e avventurieri raccolta attorno a Berlusconi è giunta ad una svolta. Cinque anni fa tutta la borghesia le aveva affidato il governo del paese, convinta che avrebbe rapidamente e radicalmente realizzato con i suoi metodi spicci e criminali il programma comune della borghesia italiana: “eliminare le conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia durante la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e conquistare un posto di primo piano negli affari mondiali, nella spartizione internazionale del profitto estorto ai lavoratori dei paesi imperialisti e ai popoli oppressi, nel saccheggio dei paesi oppressi e degli ex paesi socialisti”. Ma grazie alle lotte che i lavoratori, i giovani, le casalinghe e i pensionati hanno condotto nelle aziende e nelle piazze, la banda Berlusconi non è riuscita a soddisfare la borghesia. Ha peggiorato le condizioni delle masse popolari, ha aggravato la rovina e la devastazione del nostro paese, ci ha macchiato di disonore e di vergogna mandando truppe italiane a fiancheggiare e servire le imprese criminali dei torturatori di Abu Ghraib e di Guantanamo, dei massacratori dell’Iraq, dei restauratori dell’oscurantismo barbarico in Afghanistan, dei colonizzatori sionisti in Palestina. Ma non è riuscita a soddisfare gli appetiti e le aspirazioni della borghesia italiana. Questa oggi volge gli occhi speranzosi verso il circo Prodi con il suo annesso specchietto per le allodole fatto di verdi, bertinottiani (PRC) e cossuttiani (PdCI) rotti a ogni complicità con la borghesia imperialista, col Vaticano, con i gruppi imperialisti USA, con i ricchi. La banda Berlusconi e il circo Prodi fanno a gara a proporre i loro servigi alla borghesia imperialista, al Vaticano, alla Mafia, alla Confindustria, ai gruppi imperialisti USA e ai gruppi imperialisti franco-tedeschi, alla criminalità finanziaria dei sionisti che insanguina la Palestina e inquina anche il nostro paese. A quali conclusioni arriveranno, dipende da molti fattori nazionali e internazionali. L’eroica resistenza del popolo iracheno, la crescente offensiva della rivoluzione democratica dei popoli arabi e musulmani che continua ad avanzare nonostante il ruolo che in essa hanno i clericali che gli imperialisti hanno cresciuto anni fa in funzione anticomunista, il fallimento dell’accordo Sharon-Abu Mazen, l’insofferenza e la rivolta che in varie forme e a vari livelli dilagano nel mondo dall’America Latina alla Cina, le stesse contraddizioni tra i gruppi imperialisti, le pretese e le prepotenze crescenti dei gruppi imperialisti USA che soffocano i loro alleati e concorrenti: sono tutti fattori che rendono difficile sia la sopravvivenza della banda Berlusconi sia il consolidamento del circo Prodi. Nonostante i soldi rapinati ieri col favore dei governi DC e del centro-sinistra e quelli che rastrella ancora oggi in Borsa e nei paradisi fiscali, Berlusconi non riesce a comperare tanti gruppi e individui quanti gliene occorrono per tenere assieme la sua banda. È ai ferri corti con Casini e Fini che non vogliono colare a picco con lui. Berlusconi ha comperato gran parte dei loro partiti, ma non basta per eliminare gli ostacoli: alla fin fine si trova solo con dei mercenari senza arte né parte. Deve riempirli di regali, ma ognuno di loro, una volta che si è fatto il suo malloppo, cerca come preservarselo dalla rovina di Berlusconi. Sgarbi è il miglior esemplare di questa razza bastarda. Per stare a galla ci vuole ben altro. Prodi si presenta come il capo attorno a cui dovrebbero coalizzarsi gli oppositori di Berlusconi. Ma il guaio è che non potrebbe fare che grossomodo quello che fa Berlusconi, senza disporre personalmente delle risorse finanziarie che Berlusconi ha rapinato nei decenni passati. Può solo promettere posti e privilegi a chi lo aiuterà a impadronirsi del governo e dei posti e privilegi che promette. L’unità del circo Prodi sta solo nella speranza che assieme riusciranno a vincere e nella paura di quello che succederà se la banda Berlusconi continuerà a governare, se le rapine Cirio, Parmalat e affini si moltiplicano, se Fazio e il Vaticano continuano nelle loro manovre spericolate. Hanno paura dell’insofferenza delle masse popolari ben più che delle manovre e dei crimini di Berlusconi e dei suoi accoliti.

 Ma hanno paura anche di quello che succederà se loro dovessero prenderne il posto e rispondere in prima persona della rovina e del marasma in cui si trova il paese. Sanno che la causa principale di questa rovina e di questo marasma non è la banda Berlusconi, ma l’ordinamento sociale capitalista ai cui effetti nefasti essi non possono porre rimedio, perché sono i suoi paladini. Non vogliono e nemmeno concepiscono altro mondo che non sia quello capitalista. Passare dall’infeudamento cieco ai gruppi imperialisti USA a una più equilibrata soggezione a questi e ai loro concorrenti franco-tedeschi cambierebbe la facciata, ma non la sostanza dei problemi. Tanto più che neanche i gruppi imperialisti franco-tedeschi sono ancora arrivati alla decisione di farla finita ad ogni costo con la soffocante tutela dei gruppi imperialisti USA e dei loro alleati sionisti che tramite lo Stato d’Israele condizionano ogni politica in Africa e in Asia.

Il centro-sinistra di Giuliano Amato ed Enzo Bianco aveva tentato di salvare la sua reputazione presso il grosso della borghesia con la prova di forza del 17 marzo 2001 a Napoli ed era naufragato. Il centro-destra di Silvio Berlusconi ha cercato di dimostrare al grosso della borghesia la sua ben superiore capacità con la prova di forza del 20 luglio 2001 a Genova: gli stessi sgherri cimentatisi a Napoli ma ora guidati da Fini uccisero Carlo Giuliani, il cui sacrificio nel quarto anniversario va celebrato tributandogli l’onore dovuto ai caduti nella lotta per l’emancipazione delle masse popolari dalla borghesia. Il delitto non ha salvato la banda Berlusconi. Proprio quello che doveva essere il punto di partenza fu invece la fine dell’avventura della banda Berlusconi perché le masse scesero in piazza a protestare più numerose e con più forza, anziché spaventarsi e ritirarsi a casa o in Parlamento, come allora propose Bertinotti con la sua ridicola (ora la cosa è tanto evidente che Bertinotti stesso evita di parlarne e fa finta di credere ai rinvii a giudizio degli esecutori di Napoli e di Genova!) Commissione parlamentare d’inchiesta su Genova.

La complicità nel proteggere gli sgherri che infierirono a Napoli e a Genova e soprattutto nel proteggere i loro comandanti e i loro mandanti politici è la manifestazione plateale dell’unità della banda Berlusconi e del circo Prodi nella comune infamia da criminali. Enzo Bianco è stato il candidato del centro-sinistra nelle elezioni comunali del 15 maggio a Catania!

Ora la banda Berlusconi cerca una via d’uscita al marasma in cui il paese sotto il suo governo è arrivato e il circo Prodi cerca un accordo per darle il cambio in modo indolore. Il rispetto e la tutela delle fortune accumulate e delle ricchezze senza fine dei gruppi monopolistici, del Vaticano e della Mafia, la protezione dei grandi profitti che gli speculatori stanno facendo costituiscono il denominatore comune dei gruppi e degli individui che concorrono a formare la banda Berlusconi e il circo Prodi. Non sono le risorse che mancano nel nostro paese. Il lusso e lo spreco che ne fanno i ricchi e il clero, tutti lo vedono.

Lo sperpero di pubbliche risorse a beneficio del Vaticano in occasione della morte di Papa Woityla e dell’elezione di Papa Ratzinger è solo l’ultima esibizione su grande scala. Le speculazioni dei petrolieri e dei re delle Borse, le speculazioni sulle case e la crescita dei prezzi sono lì ogni giorno a ricordare a chi dobbiamo le difficoltà che aumentano nella vita delle masse popolari. Villa Certosa e il Vaticano sono i monumenti dedicati ai valori cui veramente è dedita l’attuale classe dominante e a cui sacrifica le risorse del nostro paese. Il vero problema è che tutte le risorse devono essere nella libera disponibilità dei capitalisti, del Vaticano, dei gruppi mafiosi e dei loro padrini italiani e stranieri.

È questo che soffoca il nostro paese. È questo che rende sempre più difficile la vita dei lavoratori e del resto delle masse popolari. Per i loro bisogni, anche i più elementari, non esistono risorse. Ogni risorsa impiegata per loro è un costo di troppo per i ricchi, è un costo intollerabile per i magnati, diminuisce i profitti e la ricchezza dei ricchi. Berlusconi chiede che “tutti” (cioè tutti i lavoratori) si diano da fare per rimediare ai guai dell’ordinamento capitalista, aumentare i profitti dei capitalisti, diminuire anche quelle poche tasse che pagano.

Guai toccare le rendite dei ricchi! Chiedete che “sacrifici” fanno i ricchi, i Berlusconi, i Ciampi, i Prodi per salvare i profitti dell’”azienda Italia”! Quello che va nelle tasche dei ricchi è l’indice del benessere economico del paese, quello che va nelle tasche dei lavoratori è un costo che ostacola il benessere economico del paese. Questa è la loro legge. Bisogna infierire sui salari: ecco il reale piano di Berlusconi. Prodi cerca di trovare una forma onorevole per dare il suo contributo a indurre i lavoratori italiani ad accettare nuovi sacrifici che non porterebbero ai lavoratori alcun sollievo né oggi né domani. Ampliare la libertà dei capitalisti, dei ricchi e del clero di saccheggiare il paese e di fare profitti: a questo solo servirebbero nuovi sacrifici dei lavoratori, per ritrovarsi tra qualche anno di fronte alla richiesta di nuovi sacrifici.

L’interesse delle masse popolari in questa fase sta nell’impedire che i caporioni dei gruppi imperialisti trovino un accordo. Quindi bisogna essere intransigenti nelle richieste, nelle rivendicazioni, nelle occupazioni, nelle lotte sindacali e politiche. Qualsiasi accordo tra i caporioni della borghesia imperialista sarebbe un peso maggiore sulle spalle dei lavoratori. Chiunque oggi invita i lavoratori alla moderazione, cerca di favorire l’accordo tra i caporioni della borghesia imperialista. Altro che unirsi tutti insieme per trovare una via d’uscita ai capitalisti. Altro che rimboccarsi tutti i lavoratori le maniche per dar modo ai capitalisti di combinare i profitti che accumulano con le delocalizzazioni con i profitti che estorcono in Italia, i profitti che tirano dalle speculazioni finanziarie con quelli che tirano dalle aziende.

I capitalisti e il loro ordinamento sociale sono arrivati a un punto morto. Per quanti sacrifici impongano ai lavoratori, per quanti sacrifici i lavoratori facciano, il capitalismo non può uscire dalla sua crisi: è una crisi prodotta dal funzionamento stesso del capitalismo. La crisi del capitalismo per i lavoratori vuol dire comunque maggiori sofferenze: quello che invece sta ai lavoratori decidere è: ribellarsi o subire e andare di male in peggio?

Il Referendum del 12 giugno è una manifestazione esemplare del groviglio inestricabile di problemi che questo ordinamento sociale produce. Il vero scandalo e la fonte di ogni reale guaio per le masse popolari è che la ricerca scientifica, la scienza e la sua applicazione sanitaria dipendono dai profitti dei pescicani del capitalismo. Il Vaticano e il clero fanno leva sull’indignazione e la paura legittime e sacrosante che questa situazione suscita tra le masse popolari.

Gli eredi dei nazifascisti, i distruttori di Dresda e di Hiroshima, i torturatori e gli affamatori di mezzo mondo dispongono di mezzi sempre più raffinati per condizionare la nostra vita e la nostra salute. Il clero specula sulla paura delle masse popolari di fronte alle imprese dei pescicani della sanità. Gruppi e individui della banda Berlusconi e del circo Prodi sono lacerati tra la tutela dei profitti dei pescicani della sanità e la tutela dei loro voti che dipendono dal clero. L’unica via d’uscita positiva e costruttiva per le masse popolari da questo groviglio è l’eliminazione dei pescicani della sanità. Togliere dalla mani di questa classe dominante lorda di sangue e avida di profitti la ricerca e la sua applicazione. Rifare della sanità un diritto che l’intera società tutela e realizza a vantaggio di ogni individuo, nel campo della procreazione assistita come nel campo delle malattie curabili e in ogni altro campo. In breve, riprendere e completare l’opera iniziata dalla prima ondata della rivoluzione proletaria: la salute è un diritto che la società deve assicurare a ogni individuo.

Esiste infatti per le masse popolari una via d’uscita dal vicolo cieco in cui il capitalismo ha cacciato la società. È la via della lotta contro i capitalisti per costringerli a rispettare i diritti dei lavoratori, per strappare ad essi miglioramenti salariali, redditi per i lavoratori e i pensionati, per difendere ed ampliare le conquiste strappate dalle masse popolari durante la prima ondata della rivoluzione proletaria. Ma tutto questo è fattibile solo nell’ambito della lotta per creare un nuovo superiore ordinamento sociale, il comunismo e per instaurare la via per arrivarci, il socialismo. Chi lotta per instaurare il socialismo, lotta con convinzione, forza e generosità anche per ogni diritto e interesse delle masse popolari. Chi non vuole il socialismo, prima o poi abbandona anche la lotta per i diritti e gli interessi immediati delle masse popolari. “Fare dell’Italia un nuovo paese socialista” è la parola d’ordine che indica sia l’unica via per uscire definitivamente e più direttamente e rapidamente possibile dal marasma attuale, sia la via per dare da subito impulso su grande scala a tutte le lotte rivendicative per strappare diritti e salari. Il capitalismo è la negazione di ogni diritto umano e civile per la stragrande maggioranza della popolazione in ogni paese. Persino diritti e conquiste già acquisite, oggi la borghesia le cancella, sono per lei costi incompatibili con i suoi profitti.

Il fondamento, la base, la garanzia e lo strumento di questo nuovo percorso di salvezza per le masse popolari, che combina la difesa degli interessi diretti e immediati e la lotta per instaurare il socialismo, sta nel consolidamento e rafforzamento del partito comunista. Bisogna ricostruire un vero partito comunista, il partito della classe operaia che lotta per il socialismo. Bisogna che in ogni azienda, in ogni luogo d’abitazione, in ogni organizzazione di massa gli operai più avanzati e più generosi costituiscano un comitato clandestino del partito comunista che animi, promuova, indirizzi e diriga tutte le lotte degli operai e delle altre classi delle masse popolari contro la borghesia imperialista e le classi ad essa associate.

Noi possiamo vincere. Anzi la vittoria del comunismo in definitiva è sicura: l’umanità non ha altra via di sopravvivenza e di progresso. Il crescente malessere, malcontento, inquietudine e indignazione delle masse popolari per la situazione presente richiedono l’instaurazione di un nuovo ordinamento sociale e possono trovare uno sbocco positivo e costruttivo solo con l’instaurazione del socialismo. L’attuale crisi generale può essere l’ultima crisi del capitalismo, quella da cui l’umanità uscirà ponendo fine definitivamente al capitalismo almeno nei principali paesi imperialisti. Il primo passo di questa lunga e gloriosa marcia è il consolidamento e il rafforzamento del partito comunista. Il partito comunista deve diventare il punto di riferimento, il centro di aggregazione, di organizzazione e di direzione di tutto il malcontento che per i motivi più diversi l’attuale andazzo della società suscita in milioni e milioni di uomini e di donne. Il consolidamento e il rafforzamento del partito comunista è inseparabile dalla promozione su grande scala della lotta degli operai e delle altre classi delle masse popolari per strappare alla borghesia imperialista salari, diritti, reddito e una crescente partecipazione di tutta la popolazione al patrimonio culturale e materiale della società, per difendere ed ampliare le conquiste che le masse popolari le hanno strappato durante la prima ondata della rivoluzione proletaria.

 

Promuovere un orientamento comunista tra le FSRS, tra gli operai avanzati e tra gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari! Consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Costituire in ogni azienda, zona d’abitazione, organizzazione di massa un comitato clandestino del (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Realizzare il Piano generale di lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Propagandare l’esperienza del movimento comunista internazionale e italiano, dei paesi socialisti e della Resistenza!

 

Promuovere tra le masse popolari italiane la solidarietà con la Resistenza irachena, con la lotta del popolo palestinese contro la colonizzazione sionista, con le guerre popolari rivoluzionarie che si sviluppano in Nepal, nelle Filippine, in India, in Perù e altrove!

 

Viva la rinascita del movimento comunista!