Dichiarazione di fondazione del (n)PCI

lunedì 1 novembre 2004.
 

(nuovo)Partito comunista italiano

 

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

 

e.mail: <lavocedelnpci@yahoo.com>

pagina web: www.lavoce.freehomepage.com

 

 01. 11. 04

Dichiarazione di fondazione del (n)PCI

 

Ai comunisti, alle avanguardie della classe operaia e delle masse popolari

Viva il (nuovo)Partito comunista italiano

Conclusa la prima fase della ricostruzione, iniziamo la fase del consolidamento e del rafforzamento del partito

 

Nel gennaio 1999 abbiamo costituito la Commissione Preparatoria (CP) del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano. Abbiamo così avviato una nuova fase nella lotta per dare un nuovo e vero partito comunista alla classe operaia del nostro paese, quindi una nuova fase della lotta della classe operaia contro la borghesia imperialista e per il socialismo. Allora abbiamo detto che “con la costituzione della CP si apriva una fase il cui il nuovo partito per un aspetto esiste già (esistono organizzazioni che operano in suo nome ed elaborano metodi e regole del suo funzionamento) e per un aspetto non esiste ancora”.

La storia dei sei anni trascorsi ha confermato che la decisione presa allora era giusta. Ha dimostrato nella pratica che l’esistenza di un organismo (la CP) che per conto e in nome del partito comunista opera con una linea giusta,

cioè che sviluppa un’attività teorica e pratica; che sa resistere e far fronte alla repressione (e la CP ha assicurato sostanzialmente la continuità politica e organizzativa nonostante il duro colpo subito con gli arresti del 23 giugno 2003), che dà indicazioni alle FSRS, ai lavoratori avanzati e alle masse popolari; che promuove la costituzione degli organismi periferici del partito (i Comitati di Partito) a partire simultaneamente da più punti,

sposta in avanti la lotta della classe operaia per la costruzione della sua organizzazione autonoma ideologicamente, politicamente e organizzativamente dalla borghesia imperialista: il nuovo e vero partito comunista. Il “piano in due punti” ha indicato e sintetizzato il complesso lavoro di ricostruzione svolto nei quasi sei anni trascorsi.

L’esperienza fatta in questi anni, nei suoi aspetti postivi che sono numerosi e nei suoi limiti ed errori, ha mostrato che l’esistenza anche solo di un embrione di partito comunista costituisce un duro colpo per la borghesia imperialista, per i riformisti e per i revisionisti e di contro costituisce un punto di riferimento, di orientamento e di forza, piccolo ma solido, per le masse popolari, per i lavoratori avanzati e per le FSRS, anche per quelle che non hanno lavorato consapevolemente per attuare il piano di lavoro proposto dalla CP. L’esistenza di un organismo che per conto e in nome del partito comunista opera con una linea giusta valorizza, dà un senso e un ruolo nuovi a ogni attività: perfino a quelle che sono fatte senza alcuna intenzione e volontà di giovare alla nostra causa. Incanala nella direzione giusta anche attività che non vengono svolte intenzionalmente per questo e volge a favore della causa del comunismo anche le operazioni dei nemici del comunismo, come tra le altre la repressione. L’esistenza di un organismo che per conto e in nome del partito comunista opera con una linea giusta alimenta in centinaia di lavoratori, giovani e donne la fiducia nella causa del comunismo, li sprona a partecipare con più convinzione alla lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, offre una strada di mobilitazione e di organizzazione.

Nel mese di settembre si è svolta la seconda riunione della CP allargata. Essa ha fatto il bilancio del lavoro compiuto e l’analisi della situazione attuale e delle prospettive per il prossimo futuro e, dopo ampia consultazione, ha raggiunto la decisione di dichiarare conclusa la prima fase della costruzione del partito sintetizzata nel “piano in due punti” e aperta una nuova fase, quella delconsolidamento e rafforzamento del (n)PCI. Abbiamo preso atto che il (n)PCI esiste già, che esiste quanto di partito le attuale condizioni oggettive e soggettive consentono. Forte dell’esperienza e degli insegnamenti di questi anni e tenendo conto delle caratteristiche assunte dalla situazione politica del nostro paese e internazionale, la CP allargata ha deciso di proclamare la costituzione del (nuovo)Partito comunista italiano, il secondo partito comunista nella storia della classe operaia italiana, dopo quello fondato da Antonio Gramsci su indicazione della prima Internazionale Comunista.

Abbiamo preso questa importante decisione perché l’esistenza del partito comunista è un fatto concreto e pratico, prima che formale. Il fatto che non siamo riusciti a determinare le condizioni necessarie per tenere il congresso di fondazione come avevamo previsto, costituisce certamente un limite: lavoreremo quindi con forza per creare quanto prima le condizioni necessarie per il primo congresso del (n)PCI. Abbiamo però preso atto che il (n)PCI esiste già nel cuore e nella testa di centinaia di comunisti del nostro paese. Ha saputo conquistarsi e meritarsi la fiducia di una parte importante del movimento comunista italiano e internazionale. Ha saputo svolgere un ruolo di avanguardia nella comprensione della situazione concreta della lotta di classe del nostro paese e a livello internazionale. Ha saputo in diverse occasioni interpretare e tradurre in linea di azione politica le aspirazioni e le tendenze della parte più avanzata e più sana della masse popolari, della sinistra esistente in ogni ambito popolare, come ad esempio con le indicazioni date nella lotta contro la banda Berlusconi e con la promozione di una politica da fronte per le FSRS. Ha saputo indicare un percorso concreto e una strada percorribile per la “carovana” che da quasi quarant’anni lotta per la ricostruzione del partito comunista che i revisionisti moderni avevano corrotto, corroso e disgregato. Ha saputo riconoscere i propri limiti ed errori e contrastare la tendenza diffusa nel campo della FSRS di imbrogliare se stesse e le masse.

Di conseguenza abbiamo deciso lo scioglimento della Commissione Preparatoria e la costituzione di un nuovo organismo centrale del (n)PCI, la Commissione Provvisoria. Fino alla riunione del primo congresso del partito, essa svolgerà nel modo migliore possibile i compiti di Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano.

Alla Commissione Provvisoria viene affidato l’incarico di:

1. dirigere, in conformità al Piano generale di lavoro approvato, fino al suo primo congresso il lavoro centrale del partito finora diretto dalla Commissione Preparatoria,

2. pubblicare il Manifesto Programma e lo Statuto del partito, che noi adotteremo, fatto salvo il potere del primo congresso del partito di cambiarli,

3. sviluppare il legame con le organizzazioni locali e periferiche del partito già esistenti e con quelle che si formeranno, esercitando su di esse la direzione che nelle condizioni attuali riuscirà ad esercitare grazie alla sua autorevolezza, in conformità al Piano generale di lavoro approvato,

4. preparare e convocare al più presto possibile il primo congresso del partito a cui rimetterà tutti i suoi poteri.

Dichiarando la fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano, affidiamo il suo consolidamento e rafforzamento non solo alla nostra ferma determinazione a combattere fino alla vittoria, ma alla necessità cui obbedisce l’azione della classe operaia di far fronte alla crisi generale del sistema imperialista mondiale e di tirare se stessa e con sé tutta l’umanità fuori dal marasma e dal fango in cui la borghesia imperialista l’ha immersa e ogni giorno più la sprofonda per prolungare la vita del suo ordinamento sociale.

Il (nuovo)Partito comunista italiano nasce per completare l’opera che il primo PCI lasciò interrotta: fare dell’Italia un paese socialista e contribuire così alla rivoluzione proletaria mondiale.

A tutte le FSRS che hanno contribuito a creare le condizioni favorevoli e necessarie alla costruzione del partito, chiediamo di prendere atto della nuova situazione e di contribuire a consolidare e rafforzare il partito. In concreto chiediamo che ognuna assuma il posto che più si confà alla sua natura nel Piano generale di lavoro del partito. Ogni FSRS svolge di fatto già oggi il suo lavoro principale in uno dei quattro fronti in cui si articola il Piano generale di lavoro del partito. Infatti questo piano è l’elaborazione e la sintesi dell’esperienza della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari che sta sviluppandosi nel nostro paese. Quanto più lavora consapevolmente e in collegamento cosciente col partito e il suo Piano generale di lavoro, tanto più ogni FSRS è consapevole “del significato, delle circostanze e delle prospettive” ( Manifesto del partito comunista , 1848, cap. 2) del lavoro che sta svolgendo, tanto più efficace sarà quindi il suo lavoro specifico, tanto minori le divagazioni e i tentennamenti, tanto maggiori lo slancio e la forza che riceverà dai risultati dell’attuazione complessiva del Piano generale di lavoro. A ogni lavoratore avanzato e a ogni comunista chiediamo di contribuire personalmente con maggiore dedizione e consapevolezza al consolidamento e rafforzamento del (n)PCI. A ogni CdP intermedio e a ogni CdP di base chiediamo di sviluppare con maggiore forza, consapevolezza e lungimiranza il lavoro che sta svolgendo, adeguandolo alle circostanze e alle sue forze e di lavorare con determinazione e consapevolezza maggiori per creare le condizioni ideologiche, politiche, organizzative e finanziarie necessarie per tenere il primo congresso del partito.

Da oggi la nostra parola d’ordine, la parola d’ordine della nuova fase, è “concentrare tutte le forze nel consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano che attua il Piano generale di lavoro, strumento determinante per rendere la mobilitazione delle masse popolari più autonoma dalla borghesia e quindi permettere il suo ampliamento”.

Viva la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari!

Viva il consolidamento e il rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano!

3 ottobre 2004

 

La Linea Generale del (nuovo)Partito comunista italiano

Unirsi strettamente e senza riserve alla resistenza che le masse popolari oppongono ed opporranno al procedere della crisi generale del capitalismo; comprendere ed applicare le leggi secondo cui questa resistenza si sviluppa; appoggiarla, promuoverla, organizzarla e far prevalere in essa la direzione della classe operaia fino a trasformarla così in lotta per il socialismo, adottando la linea di massa come metodo principale di lavoro e di direzione.

 

Piano generale di lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano

Compito del (nuovo)Partito comunista italiano è guidare la classe operaia a fare dell’Italia un nuovo paese socialista attuando le Dieci Misure Immediate (DMI) e a dirigere, a partire da questo risultato, il resto delle masse popolari nella transizione dal capitalismo al comunismo. Il (n)PCI svolge questo compito contribuendo così alla rivoluzione proletaria mondiale.

Nel prossimo futuro il partito svolgerà la sua attività contemporanemente su quattro fronti.

- Primo fronte: la resistenza del partito alla repressione. Il partito deve mettersi in condizioni di continuare, quali che siano gli sforzi della borghesia per distruggerlo o limitarne l’attività, ad esistere, a moltiplicare il numero e migliorare la qualità delle sue organizzazioni e della loro attività, di unire le masse, mobilitarle e organizzarle, di costruire, consolidare e rafforzare organizzazioni di massa, di prendere la direzione, con le proprie organizzazioni e tramite la linea di massa, delle organizzazioni di massa già esistenti, in particolare degli attuali sindacati di regime, facendo principalmente leva sugli interessi e le aspirazioni della massa dei loro membri. Il partito deve mettersi in condizione di continuare, quali che siano gli sforzi della borghesia per distruggerlo o limitarne l’attività, a raccogliere l’esperienza, le idee e gli stati d’animo delle masse, elaborarle con crescente maestria alla luce del marxismo-leninismo-maoismo e tradurle in linee, parole d’ordine, direttive, metodi che porta alle masse affinché li assimilino e li attuino, di continuare a svolgere la più larga attività di orientamento, organizzazione e direzione delle masse popolari.

- Secondo fronte: la mobilitazione delle masse popolari a intervenire nella lotta politica borghese, con l’obiettivo principale di favorire l’accumulazione di forze rivoluzionarie e in secondo luogo con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari ed estendere i loro diritti, di acuire e sfruttare le contraddizioni tra i gruppi e le forze della borghesia imperialista.

- Terzo fronte : la mobilitazione delle masse popolari nelle lotte rivendicative, nella difesa senza riserve delle conquiste strappate alla borghesia nell’ambito della prima ondata della rivoluzione proletaria, nelle lotte per l’ampliamento dei diritti e per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Il principale principio guida del lavoro su questo fronte è “fare di ogni lotta una scuola di comunismo”.

- Quarto fronte: la mobilitazione delle masse popolari a costruire gli strumenti e gli organismi autonomi dalla borghesia (case del popolo, centri sociali, cooperative, circoli culturali, casse di mutuo soccorso, associazioni sportive e ricreative, ecc.) utili per soddisfare direttamente, senza dipendere dal mercato della borghesia imperialista e dalla sua amministrazione pubblica, i propri bisogni e ad estendere la propria partecipazione al godimento e allo sviluppo del patrimonio culturale della società. Il principale principio guida del lavoro su questo fronte è “fare di ogni iniziativa una scuola di comunismo”.