Comunicato della CP del CC del (n)PCI - 10 marzo 2007

50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria

martedì 10 aprile 2007.
 
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50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria
Il testo del comunicato il formato Open Office

(nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale
Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net

Email: lavocenpci40@yahoo.com
Delegazione: BP3 4, rue Lénine
93451 L’Île St Denis (Francia)

Intervento tenuto al Centre Internationale de Culture Populaire (Parigi) il 10 marzo 2007,

in occasione della celebrazione del 50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria

 

Compagni,

la Commissione Provvisoria del CC del (n)PCI mi ha incaricato di portare il suo contributo a questa assemblea indetta per celebrare la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria e il suo saluto e augurio agli organizzatori e a quanti partecipano a questa riunione.

Nella storia del movimento comunista internazionale la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria è una tappa molto importante. Possiamo compararla per importanza alla Comune di Parigi.

Da un lato essa ha fallito come la Comune di Parigi. Anche questa non ha instaurato il socialismo ed è stata schiacciata dalla reazione della borghesia. La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria non ha salvato la Repubblica Popolare Cinese dall’arrivo al potere dei revisionisti, di Teng Siao-ping e dei suoi complici. Non ha salvato il movimento comunista internazionale dalla disfatta a cui i revisionisti moderni lo stavano conducendo. Essa non ha impedito il passaggio dalla rapida espansione del campo dei paesi socialisti e dell’influenza dei partiti comunisti che avevamo avuto nella prima metà del XIX sec. al declino e al crollo che hanno connotato la seconda metà del XX sec.

Perché la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria ha fallito?

Le ragioni fondamentali sono le seguenti. Le relazioni sociali in Cina erano troppo arretrate, erano ancora enormemente marcate dalla dipendenza personale (patriarcato, schiavitù e feudalesimo). Il dogmatismo molto diffuso impediva ai comunisti sovietici e ad altri comunisti (Henver Hoxa, ne è un esempio) di vedere la rovina a cui i revisionisti stavano portando l’Unione Sovietica e il campo socialista. La parte rivoluzionaria, la sinistra, nel movimento comunista internazionale era molto debole: il maoismo non era ancora assimilato. I paesi imperialisti godevano ancora degli effetti del periodo iniziato alla fine della seconda guerra mondiale: un periodo caratterizzato dall’espansione delle attività economiche, dalla ripresa dell’accumulazione del capitale e dall’ampliamento delle conquiste sociali che le masse popolari strappavano alla borghesia. La seconda crisi generale per sovrapproduzione di capitale e la nuova situazione rivoluzionaria in sviluppo non erano ancora iniziate: sono iniziate solamente negli anni ’70.

Questo rendeva molto difficile che la Cina potesse giocare il ruolo di “base rossa mondiale” nel movimento comunista internazionale, come lo aveva svolto l’Unione Sovietica. Ciò rendeva difficile che la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria esercitasse un effetto decisivo sui rapporti di forza in gioco nella lotta di classe in corso in Unione Sovietica. Questi sono i motivi oggettivi del fallimento della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria al di là degli errori soggettivi dei dirigenti della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria che prima o poi i comunisti cinesi indicheranno analiticamente.

Perché malgrado il suo fallimento la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria ha comunque giocato e gioca un ruolo così importante nel movimento comunista internazionale?

1. Essa ha mostrato quanta energia la rivoluzione socialista può mobilitare nei paesi socialisti per continuare la rivoluzione e cosa fare per mobilitarla.

2. Essa ha chiarito i compiti e gli attori della lotta di classe nei paesi socialisti. Ha mostrato chiaramente dove si trova la borghesia nei paesi socialisti. La borghesia è costituita dai dirigenti del Partito, dello Stato, delle organizzazioni di massa e delle istituzioni sociali che di fase in fase si oppongono ai possibili progressi: 1. nella cancellazione della divisione della popolazione tra dirigenti e diretti, tra lavoratori intellettuali e lavoratori manuali, tra uomini e donne, tra città e campagna, tra paesi, regioni e settori arretrati e paesi e settori avanzati, 2. nella gestione collettiva delle forze produttive, 3. nella distribuzione secondo il principio “a ciascuno secondo i suoi bisogni”.

3. Essa ha rivelato ai comunisti di tutto il mondo il maoismo come terza superiore tappa del pensiero comunista. Non si può vincere contro il revisionismo moderno se non si dà una giusta risposta ai problemi posti dalla realtà, se non si superano i limiti che hanno impedito ai partiti comunisti della prima Internazionale Comunista d’instaurare il socialismo nei paesi imperialisti e di condurre al successo le rivoluzioni di nuova democrazia nei paesi oppressi. All’inizio del XX sec. molti compagni si sono opposti al revisionismo di Bernstein. Ma i comunisti hanno vinto il revisionismo di Bernstein solamente grazie al Leninismo che ha analizzato da un punto di vista rivoluzionario l’imperialismo e il ruolo del partito comunista. Noi vinceremo il revisionismo moderno e condurremo alla vittoria la seconda grande ondata della rivoluzione proletaria grazie al maoismo che ci ha permesso una comprensione rivoluzionaria della strategia della rivoluzione proletaria e della transizione dal capitalismo (e dai modi di produzione più arretrati del capitalismo) al comunismo.

Ecco perché a nostro avviso il miglior modo di celebrare l’anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria è la comprensione, la diffusione e l’assimilazione e la messa in pratica nelle rivoluzioni di ogni paese, e prima di tutto nei paesi imperialisti, degli apporti del maoismo al patrimonio del movimento comunista. Il nostro miglior contributo a questa celebrazione è l’articolo “L’ottava discriminante” che abbiamo tradotto in diverse lingue per metterlo a disposizione del maggior numero di compagni. Questo articolo mette a fuoco quello che a nostro parere sono i cinque principali apporti del maoismo. Principi che tutti i partiti marxisti-leninisti-maoisti devono assimilare e applicare.

 

Avanziamo insieme verso la rinascita del movimento comunista: con un dibattito fraterno e franco sul bilancio del movimento comunista e sulla sua strategia, collaborando nella lotta di classe, solidarizzando di fronte alla borghesia imperialista e contro l’ondata repressiva che si scatena in tutti i paesi imperialisti!

Sosteniamo in ogni paese e a livello internazionale la trasformazione della guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in angolo del mondo in guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata!

 

Viva la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che avanza in molti paesi, dal Perù al Nepal!

Viva la resistenza che i paesi arabi e musulmani, dall’Afghanistan alla Palestina, dall’Iraq al Libano, oppongono all’aggressione dei paesi imperialisti!

 

Viva la lotta degli operai dei paesi imperialisti contro l’eliminazione delle conquiste e per instaurare dei nuovi paesi socialisti!

 

Viva il marxismo-leninismo-maoismo!