(nuovo)Partito comunista italiano
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Giornata Internazionale delle Donne

Comunicato dell’8 marzo 2008
sabato 8 marzo 2008.
 

(PNG) Compagna proletaria, compagna delle masse popolari, osa ribellarti!

Arruolati nel Partito comunista!

Il Partito comunista e la rinascita del movimento comunista ti offrono la possibilità di realizzare le tue migliori aspirazioni e di porre fine all’umiliazione e alla miseria che rendono meschina, difficile e amara la tua vita e il mondo che ti circonda!

 

Che centinaia, migliaia di donne si mobilitino per la rinascita del movimento comunista!

Che le donne più avanzate si arruolino nel Partito comunista e si mettano alla testa delle loro compagne e del resto delle masse popolari per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo!

 

 

La lotta delle donne per la loro emancipazione dallo sfruttamento, dall’oppressione borghese, dall’oppressione clericale e dall’oppressione patriarcale, è una forza potente per la trasformazione della società!

 

La borghesia imperialista, direttamente e tramite la Chiesa Cattolica, fomenta la divisione tra le masse popolari, in particolare la divisione tra uomini e donne, per mantenere le donne ancora più sfruttate e sottomesse degli uomini!

 

Che la resistenza delle donne delle masse popolari al procedere della crisi del capitalismo si trasformi in una forza cosciente e organizzata per abbattere il regime borghese e per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Grazie allo sviluppo generale che l’umanità ha compiuto negli ultimi secoli e alla prima ondata della rivoluzione proletaria, “la lotta delle donne per la loro emancipazione e per assumere un ruolo paritario nella vita sociale è diventata una componente più importante e più consapevole del movimento comunista. Con lo sviluppo che l’umanità ha avuto nell’ambito del modo di produzione capitalista, sono state oramai definitivamente eliminate tutte le condizioni oggettive su cui per millenni si è basato l’asservimento delle donne agli uomini: la procreazione come opera essenziale alla conservazione della specie, la forza muscolare come componente essenziale della forza-lavoro e dell’attitudine al combattimento, ecc. La discriminazione delle donne, come la discriminazione razziale, la religiosità e altri aspetti arretrati della società, sopravvive solo perché è utile alla borghesia per prolungare la sopravvivenza del suo ordinamento sociale. La borghesia ostacola l’emancipazione delle donne, perché fa leva su ogni divisione tra le masse popolari, perché ha arruolato a proprio sostegno tutte le forze sopravvissute dal passato (in particolare la Chiesa Cattolica) e perché la mobilitazione delle donne ad assumere nella vita sociale un ruolo paritario con gli uomini contrasta con la necessità che ha la borghesia di mantenere il complesso delle masse popolari in uno stato di soggezione. Al contrario la lotta contro il capitalismo richiede la mobilitazione delle operaie e delle casalinghe delle famiglie operaie, la lotta per l’instaurazione del socialismo richiede la mobilitazione delle donne delle masse popolari, la marcia verso la società comunista richiede l’eliminazione delle disuguaglianze tra uomini e donne: tre fattori che rendono necessaria l’assunzione da parte del movimento comunista dell’emancipazione delle donne come suo obiettivo e aprono la via alla mobilitazione delle donne per la loro emancipazione. La lotta delle donne per la propria emancipazione è diventata una componente del movimento comunista e allarga il campo delle forze motrici della nuova ondata della rivoluzione proletaria.” (dal Manifesto Programma del (nuovo) Partito comunista italiano, pag. 102).

 

Quanta strada abbiamo fatto durante la prima ondata della rivoluzione proletaria e grazie alla fondazione dei primi paesi socialisti, rispetto a quando, cento anni fa, ci fu la prima Conferenza Internazionale Socialista delle Donne e per la prima volta fu celebrata la Giornata Internazionale delle Donne!

Anche se poi il movimento comunista, a causa di suoi errori e limiti, ha subito sconfitte da cui solo con difficoltà e lentamente sta ancora riprendendosi, molte delle conquiste di quel periodo sono rimaste impresse nei sentimenti, nella mentalità, nel costume e nelle abitudini di milioni di donne e uomini del popolo. Neanche la rivincita della borghesia, del clero e delle altre forze reazionarie è riuscita a cancellarle.

Il procedere della crisi del sistema capitalista rende sempre più gravi le condizioni di milioni e milioni di donne in ogni angolo del mondo. Ma le conquiste strappate nel secolo scorso dalle lotte di emancipazione delle donne hanno alimentato in tante donne e in tanti uomini una concezione più avanzata del ruolo della donna nella società, hanno generato una diffusa repulsione contro le condizioni di oppressione, di sfruttamento e di discriminazione che le donne subiscono da parte della borghesia, del clero e degli uomini arretrati e ancora più contro quelle che vorrebbero restaurare. Questa repulsione cozza quotidianamente e capillarmente, ogni giorno e in ogni angolo del mondo contro la crescita dello sfruttamento, dell’oppressione, della discriminazione e della precarietà nel lavoro e nella vita quotidiana, contro il dilagare del sadismo e della prostituzione che ogni giorno più colpiscono e coartano le donne delle masse popolari man mano che procede la crisi del sistema capitalista. I salari più bassi e i lavori più sporchi e modesti spettano alle donne e agli immigrati. Le donne e i giovani sono in misura crescente confinati a posti di lavoro precari o in nero. Donne ed emarginati sono le vittime preferite delle violenze vigliacche dei fascisti e di altri elementi arretrati. Le difficoltà della vita delle famiglie popolari, dall’assistenza sanitaria al sistema scolastico all’assistenza degli anziani, si riversano in larga misura sulle donne. Privatizzazione e riduzione dei servizi colpiscono le donne ancora più che gli uomini.

Anche spontaneamente la lotta delle donne per la propria emancipazione dalla borghesia, dal clero e dagli uomini diventa una parte sempre più importante della resistenza che le masse popolari oppongono al procedere della crisi generale del sistema capitalista, nel nostro paese come nel resto del mondo. La Conferenza Mondiale delle Donne che si sta preparando in tanti paesi e che si terrà nel 2011 in Venezuela ( www.weltfrauenkonferenz.de ) sarà il frutto e la testimonianza del ruolo delle donne nella resistenza e lo porterà a un livello superiore.

In particolare nel nostro paese, a seguito della crisi politica, la Corte Pontificia assume con la sua Chiesa un ruolo più diretto nella vita di tutti i giorni. Questo aggrava ulteriormente le condizioni delle donne delle masse popolari del nostro paese. Il Vaticano compie manovre di ogni genere per far fare passi indietro alla storia. In particolare per eliminare quello che negli anni passati le donne si sono conquistate con la lotta: dal diritto almeno legale al divorzio, all’assistenza sanitaria nell’aborto, al diritto ad avere rapporti sessuali senza restare incinte. Le gravi minacce fatte alla donna di Napoli che aveva abortito si combinano con i maltrattamenti inflitti all’operaia della Esselunga di Milano e con le violenze e gli stupri compiuti in famiglia: sono episodi della vasta serie di soprusi e violenze inflitte alle donne che si allunga ogni giorno. Ognuna delle mille rivolte contro ognuno di questi atti di barbarie capitalista e clericale deve confluire nella lotta per eliminare il sistema capitalista: i comunisti e gli elementi avanzati delle masse popolari la devono far diventare una scuola di comunismo.

Il sistema capitalista si basa sullo sfruttamento e sulla divisione di classe. All’interno delle masse popolari ogni regime borghese alimenta contraddizioni e divisioni per evitare che strati più vasti delle masse popolari trovino la strada per unirsi e lottare contro i loro sfruttatori. La disuguaglianza sociale tra uomini e donne e l’oppressione delle donne esistevano certo anche prima del capitalismo, sono una delle vecchie piaghe della fase barbarica della storia dell’umanità. Ma il capitalismo ha approfittato di quello che ha trovato, lo ha trovato utile per sfruttare e fare profitti. Ha fatto propria la discriminazione delle donne e oggi la mantiene e la impone con tutti i mezzi di cui dispone. La borghesia e i suoi manutengoli e puntelli (il clero, i notabili, ecc.) si oppongono in ogni modo all’emancipazione e all’eguaglianza sociale delle donne: la lotta per realizzarle non è compatibile con la conservazione del loro potere sulle masse popolari e in particolare sugli operai.

La borghesia, per mantenere le attuali condizioni di sfruttamento e di oppressione delle donne delle masse popolari, deve tenerle il più lontane possibile dalle condizioni necessarie per decidere della propria vita, per partecipare attivamente alle decisioni sul funzionamento della società, le affoga in un mare di piccole occupazioni quotidiane, le costringe a dedicare gran parte delle loro energie e risorse fisiche e intellettuali ad arrabattarsi tra spesa, prezzi, bollette, affitti, ratei, scuola, servizi, ecc. ecc. Solo le donne che non contrastano, ma anzi sostengono l’attuale ordinamento sociale e collaborano all’oppressione delle altre donne, accedono qua e là ai posti di manovra. Sono in piccolo o in grande le Condoleeza Rice della situazione, l’equivalente dei collaborazionisti e dei politici fantoccio nei paesi occupati, l’equivalente dei sindacalisti e capipopolo corrotti.

Il regime borghese tiene a tutti i costi in piedi una società che nega alle masse popolari condizioni dignitose (salari, reddito, servizi, casa, ecc.) per crescere i figli, costringe già molte famiglie, e in primo luogo le madri e i figli, ad una vita di stenti: allo stesso tempo vorrebbe impedire di nuovo alle donne di abortire legalmente, vorrebbe costringerle nuovamente all’aborto clandestino.

I comunisti lottano per una società in cui fare figli sia una scelta consapevole e soprattutto possibile, in cui le donne che non vogliono avere figli non siano ridotte ad abortire, in cui le donne che decidono di abortire abbiano la migliore assistenza sanitaria e psicologica possibile. Noi comunisti siamo per una società in cui i bambini nascano desiderati e benvoluti; in cui la nascita, lo sviluppo, la formazione dei figli siano un compito dell’intera società e non solo delle singole famiglie e tanto meno solo delle donne. Siamo per una società in cui le condizioni materiali di una vita dignitosa siano garantite a tutti, come l’aria che si respira e quindi tutti, uomini e donne, possano dedicare le loro energie e risorse alle attività specificamente umane, quelle che distinguono gli uomini dalle altre specie animali. Oggi è materialmente possibile, basta cambiare l’ordinamento sociale, instaurare il socialismo. La partecipazione alla lotta per il socialismo educherà praticamente le donne e gli uomini alle nuove condizioni di una vita dignitosa, veramente umana. Le donne delle masse popolari hanno tutto l’interesse ad abbattere il regime borghese e a costruire il socialismo. L’effettiva partecipazione delle donne delle masse popolari alla lotta per instaurare il socialismo dipende quindi principalmente dalla capacità dei comunisti e degli elementi più avanzati di portarle nel movimento, di fare di ogni loro esperienza quotidiana una scuola di comunismo. Proprio qui è decisivo il ruolo delle comuniste e della altre donne avanzate.

È attraverso la lotta contro l’attuale ordinamento sociale, la lotta per il suo superamento e per la costruzione di un ordinamento sociale superiore, il socialismo, che la lotta delle donne per la loro emancipazione mobiliterà quindi strati via via più larghi di donne, si combinerà con la lotta di tutti gli sfruttati e oppressi e arriverà alla vittoria. La condizione in cui la società borghese costringe gli operai, fa di essi la classe dirigente della lotta di tutte le classi sfruttate e di tutti i popoli oppressi contro la borghesia imperialista. Analogamente la condizione in cui costringe le donne, fa di esse delle protagoniste importanti oltre che una componente indispensabile della rivoluzione socialista. L’emancipazione delle donne è per sua natura principalmente opera delle donne stesse: essa infatti consiste nel fatto che le donne si trasformano, escono dall’attuale condizione di dipendenza materiale e psicologica e assumono in massa un ruolo paritario nella vita sociale. L’emancipazione e l’eguaglianza sociale delle donne sono però anche una condizione indispensabile del comunismo. Una delle grandi trasformazioni che si compiranno nella fase socialista, nel corso della transizione dal capitalismo al comunismo che sarà avviata dalla vittoria della rivoluzione socialista, sarà l’eliminazione della disuguaglianza sociale tra uomini e donne. Il bilancio che il maoismo ha elaborato dell’esperienza della prima ondata delle rivoluzione proletaria mondiale e in particolare dell’esperienza dei primi paesi socialisti, lo mostra chiaramente. Il movimento comunista si sviluppa solo se appoggia su grande scala l’emancipazione delle donne, se la lotta delle donne per la loro emancipazione diventa una sua componente importante, se a ogni livello le donne diventano parte integrante del movimento comunista. D’altra parte sono proprio le donne che diventeranno protagoniste e dirigenti del movimento comunista, quelle che porteranno a compimento l’emancipazione delle donne.

 

La mobilitazione delle donne delle masse popolari contro lo stato attuale delle cose sta già prendendo forza anche spontaneamente perché la crisi in corso del regime borghese spinge milioni di proletarie a cercare soluzioni al peggioramento delle loro condizioni. La forza del movimento di resistenza delle donne al procedere della crisi del sistema capitalista va crescendo ed è una forza indispensabile per combattere il regime borghese che vuole mantenere soggiogate e sottomesse le donne. È una potenza che può e deve confluire nel fiume della rivoluzione socialista.

Nel passato la lotta tenace delle donne e il sostegno che il movimento comunista ha dato alle loro lotte, hanno permesso alle donne di strappare condizioni migliori di vita e di lavoro, di migliorare il loro ruolo in famiglia, nella gestione dei figli, di conquistare il diritto al divorzio e all’aborto legale e assistito. Il contributo delle donne nella lotta anticapitalista e per il socialismo ha permesso a tutte le masse popolari di ottenere condizioni di vita migliori in gran parte del mondo.

Il movimento comunista deve sostenere ogni lotta di resistenza delle donne contro il procedere della crisi dell’ordinamento sociale borghese, deve dare forza e trarre forza da ogni mobilitazione delle donne in difesa delle loro conquiste e per strappare migliori condizioni di vita e di lavoro. Deve fare di ogni scontro e di ogni battaglia una scuola di comunismo.

 

L’emancipazione delle donne consiste nell’assunzione di un ruolo paritario nella società. L’emancipazione è per le donne come il potere per il complesso delle masse popolari: non si rivendica, la sia attua. La realizzazione di questo obiettivo passa attraverso l’assunzione da parte delle donne di un ruolo paritario nel movimento comunista, cioè di un ruolo d’avanguardia nella lotta per costruire il socialismo. Diventando membri, protagoniste e dirigenti del movimento comunista, le donne comuniste non rivendicano, ma attuano l’emancipazione delle donne, ne sono l’incarnazione migliore e più avanzata. Le donne che assumono e svolgono un ruolo dirigente nel movimento comunista, sono la punta avanzata del movimento mondiale dell’emancipazione delle donne.

Lo generosità, lo spirito di sacrificio, la forza e la determinazione, le capacità intellettuali, conoscitive e organizzative che le donne hanno maturato nella loro lunga storia di lotta per la vita e di lotta per l’emancipazione, sono risorse che le classi dominanti cercano in ogni modo di soffocare. Sono una forza materiale che, una volta spezzate le catene che intrappolano le donne nella loro condizione di sfruttamento e sottomissione, che le costringono e inducono a dedicarsi principalmente ad arrabattarsi nella vita quotidiana, contribuirà alla costruzione di un ordinamento in cui la partecipazione delle donne al funzionamento dell’intera società farà compiere all’umanità un balzo in avanti che oggi solo a fatica e solo a grandi linee riusciamo ad immaginare.

In varie parti del mondo è in corso la rinascita del movimento comunista e ovunque monta e ribolle la lotta dei popoli oppressi dall’imperialismo. Dove questa lotta è più avanzata e finalizzata all’abbattimento del regime borghese e alla costruzione del socialismo, il ruolo delle donne è di primaria importanza. Ma ovunque divampa la lotta contro l’imperialismo, le donne prima o poi sono in prima linea. Le compagne del Nepal, delle Filippine, del Perù, della Turchia, della Colombia, di Cuba, della Palestina e tanti altri paesi sono di esempio, chi per un aspetto chi per un altro, per le compagne e i compagni di tutto il mondo e pegno di libertà dall’oppressione per le masse popolari di tutto il mondo. Persino nei paesi dove la lotta contro l’imperialismo è ancora diretta da forze clericali e reazionarie, come in Iraq, in Afghanistan e in altri paesi arabi e musulmani, le donne si fanno strada: più gli imperialisti insisteranno nell’occupazione, più determinante diventerà il ruolo delle donne.

Il nuovo Partito comunista italiano chiede alle donne delle masse popolari del nostro paese di assumere un ruolo dirigente nel Partito, nella rinascita del movimento comunista, nella resistenza al procedere della crisi: in breve nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Il movimento comunista ha bisogno della forza delle donne delle masse popolari ed esse, per la loro emancipazione, hanno bisogno di diventare protagoniste del movimento comunista.

Alle compagne più generose chiediamo di arruolarsi nel (nuovo)Partito comunista italiano e di portare in esso tutto quanto di positivo hanno raccolto dalla loro esperienza. Il loro avvenire, l’avvenire dei loro figli, l’avvenire di tutte le persone che hanno care, stanno solo nella rinascita del movimento comunista e nella vittoria della rivoluzione socialista: le convulsioni oscene, caotiche e tumultuose della società borghese, le sue crisi assurde per ogni persona di buon senso ma del tutto logiche secondo la mentalità e la natura dei capitalisti, il dilagare della guerra e della precarietà, la speculazione selvaggia e senza limiti di un pugno di magnati della finanza che sconvolge la vita quotidiana di miliardi di uomini e donne lo stanno a dimostrare giorno dopo giorno.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

Le donne delle masse popolari, le lavoratrici e le operaie possono contribuire alla rinascita del movimento comunista, a ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che avevano reso forti le operaie e le altre donne delle masse popolari: è quello che ci vuole per impedire ai capitalisti di continuare a dispiegare liberamente la loro natura barbara e per arrivare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni lacci e laccioli come quelli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Facciamo di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo! Che ogni episodio della resistenza delle donne diventi spunto per allargare e rafforzare l’organizzazione ed elevare la coscienza della comune lotta di tutti gli sfruttati e oppressi contro la borghesia imperialista, il clero e gli altri puntelli del sistema!

 

Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo: ricostruire un movimento comunista potente che ponga nuovamente fine alla libertà dei capitalisti e instauri il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti!

 

Imparare dalla guerra popolare rivoluzionaria oramai in fase avanzata in Nepal, nelle Filippine, in India, in Perù, in Turchia! Sostenere la lotta contro il sistema imperialista che si sviluppa in tanti paesi: dall’America Latina ai paesi arabi e musulmani, dal Venezuela all’Afghanistan, all’Iraq, al Libano, alla Palestina!

 

Partecipare alla preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne del 2011 in Venezuela! Creare comitati in ogni città e paese, per mobilitare alla partecipazione!

 

Mobilitare gli elementi più avanzati delle masse popolari e in particolare le donne più avanzate e più generose per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!