Comunicato del 25 aprile 2008

Appello del nuovo Partito comunista italiano

ai comunisti, agli operai avanzati, agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, alla base rossa del Blocco Popolare, ai sinceri democratici
giovedì 24 aprile 2008.
 

(PNG) Anniversario della vittoria della Resistenza sui fascisti e sui nazisti

Impugnare la bandiera della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e portare a compimento l’opera che i Partigiani non sono riusciti a compiere: questo è celebrare oggi in modo degno della memoria dei Partigiani l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo!

Con le elezioni del 13 e 14 aprile ’08 la sinistra borghese è stata estromessa dal Parlamento. È la prima volta che accade nella storia della Repubblica Pontificia di cui proprio 60 anni fa, le elezioni del 18 aprile 1948 avevano confermato e ribadito la nascita. La sinistra borghese or ora estromessa dal parlamento era il risultato della corruzione e corrosione del movimento comunista cosciente e organizzato. Dopo il 25 aprile 1945, sotto la direzione dei revisionisti moderni, dei fautori della via parlamentare al socialismo (Togliatti e i suoi complici), approfittando dei limiti e degli errori dei Partigiani e dei sinceri comunisti, il movimento comunista cosciente e organizzato aveva mantenuto per un certo tempo la vecchia insegna, ma passo dopo passo si era in realtà trasformato nella sinistra borghese. Era diventato una raccolta di politicanti, sindacalisti, cooperatori, giornalisti, intellettuali, attori, scrittori e faccendieri il cui ruolo nella Repubblica Pontificia si basava sull’appoggio elettorale e sulla militanza della parte più avanzata delle masse popolari, ma che erano subordinati ai padroni, alla Corte Pontificia e ai loro interessi.

Non si occupavano di sostenere e promuovere la mobilitazione della classe operaia e delle masse popolari per instaurare il socialismo. Al contrario, utilizzavano le masse popolari come massa di manovra, come elettori e come claque da mobilitare per farsi forti di fronte alla destra borghese, nel proporsi come governanti di questo mondo. Con la corruzione e corrosione del movimento comunista cosciente e organizzato riducevano le masse popolari a mantenersi nei limiti delle lotte rivendicative, le costringevano a limitarsi a rivendicare una parte maggiore di quello che la società borghese produce, a rinunciare a costruire una società diversa. La sinistra borghese gestiva la mobilitazione delle masse popolari a condurre lotte rivendicative, limitava la loro azione alle lotte rivendicative e pretendeva di essere la sponda istituzionale di tali lotte. Da quando negli anni ’70 incominciò la nuova crisi generale del capitalismo, da promotori delle lotte rivendicative, ne diventarono i pompieri e i sabotatori. Non concepivano neanche più che un mondo diverso da quello borghese è possibile e necessario. Come i loro colleghi della destra borghese davano anch’essi per scontato che le aziende esistono per produrre profitti, che le aziende funzionano bene solo se c’è un padrone, che l’economia è il campo d’esercizio dell’iniziativa individuale dei capitalisti, che l’iniziativa economica e la proprietà dei capitalisti sono la garanzia della libertà di tutti, che gli individui sono per natura cattivi e asociali eccezion fatta per i capitalisti e gli altri membri dell’elite, che la globalizzazione è inevitabile, che gli speculatori sono i padroni del mondo, i salari e le pensioni una variabile dipendente dai loro profitti e plusvalenze. La loro concezione della società e del mondo era quella della destra borghese. La sinistra borghese si distingue dalla destra solo perché vuole una globalizzazione senza troppe sofferenze, che le aziende tengano conto anche dei lavoratori, che l’iniziativa individuale dei capitalisti e degli speculatori sia regolata da leggi moderatrici. Insomma affida i lavoratori al buon cuore dei capitalisti e auspica che i capitalisti siano buoni: cosa che non sempre l’andamento degli affari consente ai capitalisti, anche se individualmente fossero dei filantropi.

Quando devono giustificarsi, gli esponenti della sinistra borghese dicono che bisogna fare quello che è possibile e il possibile è quello che c’è. Passo dopo passo la maggior parte di loro sono confluiti tra i denigratori del movimento comunista e dei primi paesi socialisti e con i riabilitatori del fascismo, della Chiesa e di tutto il vecchiume e l’arretratezza e tra i fautori della mobilitazione reazionaria. Gli esponenti personalmente più onesti e persino moralisti, proprio a causa della comune subordinazione (nella loro concezione, nelle loro proposte, nella loro attività e nella loro condotta) ai padroni e al loro sistema, si sono ridotti a fare da spalla, aprire le porte e nei passaggi cruciali divenire complici di un’accozzaglia di imbroglioni, demagoghi e furfanti di cui Bertinotti ed Epifani sono gli ultimi e più noti esponenti.

La facilità con cui una parte di quella sinistra borghese è passata a costituire la nuova destra impersonata dal Partito Democratico di Veltroni e D’Alema e i legami che tuttora sussistono tra questa nuova destra e la sinistra borghese, confermano il carattere della sinistra borghese, la sua arretratezza culturale e la corruzione intellettuale e morale di cui è diventata ricettacolo, laboratorio e focolai d’infezione. Il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti passerà alla storia del nostro paese per aver fatto esplodere la contraddizione su cui viveva la sinistra borghese. La lotta delle masse popolari contro il governo Berlusconi-Bossi-Fini ha portando al massimo storico il ruolo istituzionale della sinistra borghese. Ne ha reso così impossibile l’esistenza, ne ha messo alla luce l’inconsistenza. Aver favorito l’avvento del governo PAB è stata una cosa eccellente, perché ha bruciato una carta di riserva della borghesia e della Repubblica Pontificia. Il governo PAB ha dimostrato che le masse popolari non hanno niente di positivo da aspettarsi dalla sinistra borghese. Quello che la Democrazia Cristiana non era riuscita a fare nel luglio 1960 con il governo Tambroni, sono riusciti a farlo Prodi e Berlusconi, D’Alema e Bertinotti: gli eredi e ammiratori del fascismo sono di nuovo al governo del nostro paese, la destra razzista e fascista appare di nuovo a tanta parte delle masse popolari come l’unica soluzione di sopravvivenza, la mentalità, la morale e i comportamenti fascisti permeano di nuovo la nostra società. I potenti e i notabili del regime, da Ratzinger in giù, non hanno nemmeno più ritegno a mostrarsi a braccetto con Bush e con Berlusconi.

 

La scomparsa della sinistra borghese non è quindi una sconfitta per la causa del comunismo. Ma nello stesso tempo il precipitare della crisi della sinistra borghese non risolve nessuno dei problemi della rinascita del movimento comunista. Tutti quelli che dicevano che la sinistra borghese era la peggiore nemica dei comunisti, tutti quelli che erano convinti che la sua esistenza e la sua opera erano il maggiore ostacolo alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, ora sono alla prova dei fatti. Quelli di loro che non sono resi incapaci di ragionare dall’atmosfera morbosa in cui la putrefazione della Repubblica Pontificia ci ha fatto vivere, che non sono cioè intellettualmente corrotti e che sono ancora moralmente capaci di assumersi la responsabilità di un’opera storica, ne tireranno le conseguenze. La sinistra borghese è ridotta al lumicino, ma i problemi della rinascita del movimento comunista non sono per questo risolti.

Questa ricorrenza del 25 aprile offre ai comunisti, agli operai avanzati, agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari e ai sinceri democratici l’occasione per comprendere meglio in cosa consiste la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e l’opera in cui ognuno di noi può impegnarsi.

Niente di quello che succede attorno a noi è fatale. Uno delle principali servizi che la sinistra borghese, in combutta col clero e tutti gli imbonitori reazionari, rende alla borghesia, consiste nel convincere le masse popolari che devono limitarsi a fare quello che è possibile e il possibile è quello che c’è. La verità è l’opposto. Tutta la storia dell’umanità lo dimostra. Nelle sue linee generali essa è la creazione continua di cose che non sono mai esistite prima. Gli ordinamenti sociali si sono succeduti l’uno all’altro nella storia dell’umanità. In ogni nuovo ordinamento sociale l’umanità ha usato le conquiste che aveva raggiunto nel precedente e ha risolto i problemi che esso aveva posto e non poteva risolvere al suo interno. I periodi di regressione sono stati superati. Nel capitalismo l’umanità ha creato le condizioni perché le condizioni elementari di una vita dignitosa (il cibo, il vestiario, l’abitazione, l’assistenza sanitaria, l’educazione dei figli, il lavoro, la vita sociale, il riposo e lo svago) siano assicurate a ogni individuo, come l’aria che respira e ogni individuo possa quindi dedicare le sue energie, doti e risorse alle attività specificamente umane, quelle che distinguono la specie umana dalle altre specie animali. Ma nell’ambito del capitalismo è impossibile realizzare questa possibilità. La natura di questo ordinamento sociale consiste infatti nel porre ogni cosa e persona al servizio della crescita della ricchezza dei capitalisti, del clero e dei loro complici e accoliti, dei componenti di una infima minoranza della popolazione. Le enormi possibilità e forze di cui oggi l’umanità dispone cozzano contro i limiti che l’ordinamento sociale capitalista pone al loro impiego al servizio della popolazione. Questo contrasto crea l’attuale marasma e caos in cui l’umanità si dibatte. L’insieme delle relazioni sociali e il sistema delle relazioni internazionali sono basati su questa contraddizione che nel capitalismo è insolubile: è naturale perché caratteristica della sua natura. Il nuovo dilagare della barbarie che rende sempre più difficile a una parte crescente della popolazione persino procurarsi le condizioni elementari di una vita dignitosa, la nuova riduzione a merci disponibili solo per chi ha soldi per pagarli persino delle cose e dei servizi che sulla scia della prima ondata della rivoluzione proletaria erano diventati un diritto universale, il regno degli speculatori del petrolio, delle derrate alimentari, delle materie prime, delle costruzioni che costringe le masse popolari a lottare tra loro per il necessario, il nuovo dilagare nel mondo della guerra e della tortura, le efferatezze criminali e tecnologiche dei nazisti riportate in auge dagli imperialisti USA e dai sionisti, il riarmo cui si dedicano tutti gli Stati e la corsa di tutti i governi, tra cui quello del nostro paese, a partecipare al saccheggio del mondo, al brigantaggio di Stato e alla distruzione dell’ambiente, la normalizzazione della repressione, della tortura, della criminalità, del razzismo e del controllo poliziesco: niente di tutto questo è fatale. È solo l’inevitabile conseguenza dello sforzo della borghesia imperialista, del clero e dei loro accoliti e complici di protrarre la vita dell’ordinamento sociale borghese, di imporlo alla massa della popolazione. È il nuovo libero dispiegarsi della natura della borghesia, libera ancora una volta dai lacci e laccioli che il movimento comunista le aveva imposto. È il risultato combinato della crisi e decadenza del capitalismo e della debolezza del movimento comunista cosciente e organizzato.

A tutto questo possiamo porre fine. Le masse popolari organizzate possono porre fine a tutto questo instaurando il socialismo: una società in cui le imprese non sono strutture promosse dai capitalismi per fare profitti, ma collettivi di lavoratori ognuno incaricato di produrre determinati beni o servizi necessari alla vita della popolazione, in cui tutte le relazioni sociali sono reimpostate sulla base di questa nuova realtà e le aspirazioni, i sentimenti e le concezioni più avanzate che l’umanità ha concepito possono finalmente dispiegarsi praticamente. Una società governata dai fautori del nuovo ordinamento sociale, che erige a suoi valori morali la costruzione del nuovo ordinamento sociale e le sue relazioni e che basa il suo funzionamento sull’opera e sull’iniziativa delle masse popolari organizzate.

Non sono né la violenza e la crudeltà della borghesia e dei suoi pagliacci e sgherri alla Ratzinger, alla Berlusconi o alla De Gennaro, né la capacità di imbroglio e mistificazione degli esponenti della sinistra borghese alla Bertinotti o alla Ichino quello che blocca l’azione delle masse popolari. I carabinieri e la polizia non hanno mai arrestato il progresso. È la mancanza di organizzazione. Le masse popolari finché sono composte di milioni di individui ognuno per conto suo più o meno dipendente dal capitalista, dal prete, dal notabile del regime, sono impotenti a mettere fine a questo ordinamento sociale e a costruirne uno migliore, all’altezza delle forze, delle risorse, delle concezioni e dei sentimenti più avanzati. Sono condannate a subire. Ciò che trasforma una massa impotente in una forza irresistibile e onnipotente è l’organizzazione e la coscienza. Il movimento comunista cosciente e organizzato è la trasformazione delle masse popolari disorganizzate e impotenti in masse popolari coscienti e organizzate. Rinascita del movimento comunista vuol dire ricostruzione di quell’insieme di organizzazioni politiche, sindacali, cooperative, sportive e di ogni altro genere che abbiamo già costruito per due volte nel nostro paese. Quell’insieme di organizzazioni che rendevano forti i lavoratori e il resto delle masse popolari e permettevano di limitare il potere e l’influenza intellettuale e morale dei padroni e del clero, che rendevano le masse popolari in misura crescente indipendenti dai capitalisti, dal clero e dagli altri notabili del regime, che costituivano il Nuovo Potere che si contrapponeva al potere dei ricchi e del clero, che per espandersi ed esprimere in pieno le sue potenzialità doveva soppiantare il vecchio potere. Quindi una ricostruzione del tutto possibile. Una ricostruzione che possiamo e dobbiamo condurre forti dell’esperienza passata e con la nuova coscienza che bisogna andare fino in fondo, regolare una volta per tutte i conti con i fautori di questo regime e arrivare a instaurare il socialismo, tappa di transizione verso il comunismo.

La rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è la via della salvezza anche per le masse popolari del nostro paese. Ogni persona di buona volontà può contribuire alla rinascita del movimento comunista, a ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che avevano reso forti gli operai e le altre classi delle masse popolari: è quello che ci vuole per impedire ai capitalisti di dispiegare liberamente la loro natura barbara e per arrivare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo!

 

La difesa più efficace dalle peggiori conseguenze quotidiane e dalle minacce più imminenti della nuova crisi finanziaria, dalla crisi alimentare, dalla crisi ambientale va di pari passo con la lotta per instaurare un nuovo superiore ordinamento sociale, il socialismo!

 

Questa è la sfida che ci sta davanti in questa ricorrenza della vittoria della Resistenza. Questo è il problema che la sconfitta della sinistra borghese e la sua estromissione dal parlamento della Repubblica Pontificia pongono con nuova forza all’attenzione di milioni di lavoratori, pensionati, casalinghe, studenti, italiani di nascita e immigrati!

 

La sconfitta della sinistra borghese non è la nostra vittoria. Il ritorno al governo della banda Berlusconi è anzi la conferma che la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è solo ai primi passi. Il Nuovo Potere, alternativo a quello della borghesia imperialista, portatore di un nuovo ordinamento sociale, fondato sulle masse popolari organizzate e sulla direzione della classe operaia e del suo partito comunista, non ha ancora raggiunto la forza necessaria per essere un’alternativa reale. È ancora poco più che un’alternativa potenziale. Eppure il movimento comunista ha oramai già riunito le condizioni interne necessarie per risollevarsi dalla crisi che ha vissuto a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Il maoismo ha chiarito i motivi di quella crisi e ha mostrato ai comunisti di tutto il mondo le vie necessarie per uscirne. Cresce i tutto il mondo il numero dei comunisti che si mettono sulla strada indicata dal marxismo-leninismo-maoismo. La pubblicazione del Manifesto Programma del (nuovo)Partito comunista italiano è una tappa della rinascita del movimento comunista nel nostro paese e la accelererà.

Non a caso la borghesia da 25 anni in vari modi cerca di soffocare il lavoro che ha condotto alla fondazione del nuovo Partito comunista. I dieci procedimenti giudiziari cui è stata sottoposta ed è sottoposta la carovana del nuovo Partito Comunista, l’insieme delle organizzazioni che hanno contribuito alla sua formazione e che collaborano alla sua opera, sono solo la parte più visibile, per così dire legale, delle iniziative messe in opera dalla borghesia per impedirne la nascita e soffocarne l’attività. L’Udienza Preliminare che si terrà il 13 maggio presso il tribunale di Bologna (Pubblico Ministero il famigerato Paolo Giovagnoli) è l’episodio più immediato, che permetterà alla parte più cosciente delle masse popolari di esprimere la sua solidarietà con i comunisti e la sua opposizione ai loro persecutori, che sono anche i persecutori dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, dei bambini, dei pensionati e in generale delle masse popolari.

Ma il nuovo Partito comunista ha fatto tesoro delle lezioni del passato. Il nuovo Partito comunista è un partito clandestino, capace quindi di adempiere ai propri compiti quali che siano gli sforzi della borghesia per soffocarlo e per soffocare la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Il nuovo Partito comunista vive in mezzo alle masse popolari e alla classe operaia con i suoi Comitati di Partito clandestini, promuove la crescita della coscienza e dell’organizzazione delle masse popolari autonome dalla borghesia, sostiene e promuove ogni movimento di resistenza al procedere della crisi, anima e costituisce il nerbo di ogni organizzazione pubblica delle masse popolari in lotta contro la borghesia imperialista, fa confluire le mille iniziative di lotta e di resistenza, di difesa e di attacco, nella comune lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. Il nuovo Partito comunista recluta e organizza nelle sue fila gli esponenti più avanzati e più generosi di ogni classe delle masse popolari, lavora per unire nelle sue fila la stragrande maggioranza degli operai avanzati e diventare in questo modo il reale Stato Maggiore della classe operaia che lotta per instaurare il socialismo e guida a contribuire a questo compito le altre classi delle masse popolari.

Le forze del nuovo Partito comunista sono tuttavia ancora poca cosa rispetto ai compiti che deve adempiere. La debolezza della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato si traduce nella debolezza del Partito comunista. Noi abbiamo alzato la bandiera della rinascita del movimento comunista, della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, della solidarietà con quanti in ogni angolo del mondo lottano per porre fine alla guerra di sterminio non dichiarata condotta dalla borghesia e creare un nuovo ordinamento sociale in ogni paese e un nuovo sistema di relazioni internazionali. Noi oggi siamo come i primi nuclei Partigiani che nel 1943 diedero vita alla Resistenza. Miglioreremo giorno dopo giorno imparando a fare meglio il nostro lavoro e nuove forze affluiranno nelle nostre fila. Siamo i promotori della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e diventeremo i promotori del Nuovo Potere che soppianterà la Repubblica Pontificia la cui putrefazione appesta l’aria del nostro paese.

Questa è l’opera a cui noi chiamiamo oggi, nell’anniversario del 25 Aprile, la parte migliore, più avanzata e più generosa della popolazione. Nelle recenti elezioni le Liste Comuniste per il Blocco Popolare e le altre liste comuniste hanno raccolto un numero di voti enormemente superiore a quanto il numero di attivisti lasciava sperare. Le persone che hanno votato per le nostre liste sono enormemente di più delle persone organizzate nelle nostre fila. Ciò dimostra che il terreno è fertile, che i comunisti, organizzandosi e superando i propri limiti, recluteranno forze importanti in tempi relativamente brevi. Tuttavia non ci facciamo illusioni, né facciamo promesse che non potremmo mantenere. La lotta sarà dura, perché grande è l’opera che dobbiamo compiere. Ma la vittoria è sicura. Quello di cui siamo sicuri e di cui ci rendiamo garanti è che la nostra opera è possibile, che l’instaurazione del socialismo è la via necessaria e possibile attraverso la quale le masse popolari del nostro paese porranno fine al marasma attuale e apriranno una nuova fase della loro vita, insieme agli altri popoli che in ogni paese resistono e lottano.

 

La rinascita del movimento comunista è un’impresa possibile ed è interamente nelle mani dei comunisti di oggi e dei comunisti che via via, grazie alla nostra attività, noi recluteremo dalla classe operaia e dalle altre classi delle masse popolari. Non sono la forza, la ferocia e l’astuzia della borghesia, della Chiesa e degli altri gruppi reazionari che limitano la rinascita del movimento comunista. Sono principalmente i nostri limiti ideologici, politici e organizzativi: noi comunisti possiamo e dobbiamo superarli. Certamente li supereremo, ma proprio qui sta la maggiore difficoltà della nostra opera. Diventare comunisti, diventare capaci fautori e costruttori del Nuovo Potere richiede un impegno intellettuale e morale straordinario, una tensione individuale delle forze che contrasta con la pressione sociale che ognuno di noi subisce, con i bisogni che premono su ognuno di noi (“tengo famiglia”, è la giustificazione più comune della rinuncia ad impegnarsi), con la rete di impegni e scadenze che le relazioni della società borghese impongono, con il fatalismo, l’abitudine e la mentalità egoista e individualista che la borghesia e il clero alimentano con ogni mezzo.

Trasformare le condizioni favorevoli in forza organizzata richiede il lavoro generoso e organizzato di molti individui. Tuttavia è un lavoro che possiamo compiere, che stiamo facendo, a cui chiamiamo tutti i fautori del comunismo, tutti gli operai avanzati, tutti gli elementi avanzati della popolazione, italiani di nascita o immigrati, in particolare i giovani e le donne delle masse popolari.

Dobbiamo acquisire in maniera più sicura e chiara la concezione comunista del mondo compendiata nel marxismo-leninismo-maoismo e migliorare il nostro metodo di lavoro, assimilare a in livello superiore il Materialismo Dialettico come metodo per conoscere la realtà e guida per trasformarla: è un’arma superiore a qualsiasi arma di cui la borghesia e la Chiesa dispongano. Il Vietnam ce lo ha mostrato a tutto il mondo. Ancora oggi la ferocia e la potenza dell’imperialismo USA e dei sionisti non riescono a venire a capo della resistenza dei popoli che cercano di sottomettere.

Forti di questo metodo di pensiero e d’azione, dobbiamo condurre un vasto lavoro di massa le cui componenti essenziali oggi sono

- una campagna di propaganda che il socialismo è la via d’uscita, possibile e unica, dal marasma in cui la borghesia ci ha infognato e ogni giorno un po’ più ci sprofonda e che la lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista è anche il contesto necessario per una difesa efficace delle conquiste e dei diritti già strappati alla borghesia e per il loro rafforzamento,

- una campagna di organizzazione per raccogliere e organizzare in Comitati Popolari di Controllo dell’operato delle Autorità e dei notabili del regime (o in organismi analoghi) tutti quelli che sono a favore della difesa “senza se e senza ma” degli interessi, dei diritti e delle conquiste delle masse popolari, per rafforzare ed estendere i comitati e gli altri organismi della resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del sistema capitalista (dal NO Del Molin di Vicenza e NO TAV della Val di Susa fino ai comitati contro l’inquinamento e i rifiuti della Campania), per rafforzare la sinistra in tutte le grandi organizzazioni di massa del regime (in particolare nella FIOM, negli altri sindacati di categoria della CGIL, nei sindacati della CISL e della UIL, nelle cooperative, ecc.), nei sindacati alternativi e nei centri sociali, su su fino al reclutamento di nuovi membri e simpatizzanti del Partito comunista.

Tutto questo è possibile e chiaro. Ogni persona di buona volontà può metterci mano. Corrisponde alle necessità delle masse popolari e le masse popolari daranno il loro contributo man mano che lo conosceranno e vedranno che è possibile. La borghesia ha ucciso in tanta parte di esse la fiducia di essere capaci di costruire un mondo su misura dei loro bisogni e delle loro migliori aspirazioni. Ha ucciso persino la fiducia di essere capaci di conoscere il mondo. Ha ucciso la coscienza dell’unità di interessi e della forza irresistibile delle masse popolari organizzate. Ogni persona di buona volontà può contribuire a risuscitare questa fiducia e alimentare il fuoco che travolgerà ogni ostacolo e cambierà il mondo.

 

Forza compagni!

Afferriamo saldamente la nostra bandiera rossa e portiamo tra gli operai e le masse popolari l’appello a prendere in mano il loro destino e ad entrare con forza nella lotta politica, per liberarsi dai padroni, dai borghesi, dagli imperialisti, dal Vaticano, dai fascisti e da tutti gli altri nemici del proletariato.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

È vero che per loro natura i capitalisti spremono i lavoratori. Ma fino a che punto possono dare libero corso alla loro natura dipende dalla forza del movimento comunista cosciente e organizzato. Gli operai organizzati sono pienamente in grado di guidare il resto delle masse popolari a fare a meno dei capitalisti e delle altre classi sfruttatrici e a instaurare un nuovo superiore ordinamento sociale: il socialismo!

 

Le aziende devono smettere di produrre profitti e di essere proprietà di singoli o di gruppi. Devono diventare collettivi di lavoratori, istituzioni a cui la società assegna il compito di produrre determinate cose o servizi e a cui assegna i mezzi necessari perché lo svolgano. L’esempio più vicino sono le migliori, più oneste ed efficienti istituzioni produttive, di ricerca, scolastiche o sanitarie pubbliche che vediamo qua o là, di tanto in tanto come eccezioni nella società borghese.

 

L’efficienza di un’azienda si deve misurare dal suo contributo alla vita sociale, dalla qualità e quantità dei suoi prodotti, dal rispetto della integrità, salute e dignità di chi vi lavora, dal rispetto per l’ambiente, dal risparmio di fatica, di forze produttive, di energia e di materie prime. 

 

Ogni persona di buona volontà può contribuire alla rinascita del movimento comunista, a ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che avevano reso forti gli operai e le altre classi delle masse popolari: è quello che ci vuole per impedire ai capitalisti di dispiegare liberamente la loro natura barbara e per arrivare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

I morti di Torino, come tutti i morti e mutilati sul lavoro, sono le vittime dei padroni, dei politicanti e del clero che li assecondano, dei paladini della precarietà che difendono il loro criminale ordinamento sociale: in nome dei profitti e della concorrenza condannano i lavoratori alla miseria, alla precarietà, alla malattia e alla morte!

 

La partecipazione del nostro paese alla guerra preventiva USA e all’aggressione imperialista dei paesi oppressi e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per la maggioranza delle masse popolari italiane sono le due facce del Programma Comune della borghesia imperialista italiana!

 

Promuovere agitazioni e proteste contro la Corte Pontificia, gli imperialisti USA e i sionisti d’Israele, contro le missioni militari italiane all’estero, contro i governi della guerra, del carovita e dell’inquinamento!

 

Appoggiare la lotta contro la nuova base USA di Vicenza, contro il potenziamento della base di Sigonella (SR), contro la produzione di bombardieri F-35 a Cameri (NO), contro la partecipazione del governo italiano allo "scudo stellare", contro la collaborazione militare speciale con i sionisti d’Israele (legge 94/2005), contro l’uso dell’Italia come piattaforma per l’aggressione imperialista in Asia, in Africa e in Europa orientale!

 

Appoggiare e rafforzare il Comitato No Dal Molin, il Comitato No TAV e tutti i gruppi e movimenti di resistenza alla guerra, al peggioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, alla devastazione dell’ambiente!

 

Protestare contro l’uso delle forze armate in Campania per riaprire le discariche, attivare gli inceneritori e perpetuare l’uso della Campania come pattumiera dei rifiuti tossici e nocivi dell’Italia e dell’Europa imposto dal connubio Pubbliche Autorità, governi Berlusconi-Bossi-Fini e Prodi-D’Alema-Bertinotti, camorra, industriali e Vaticano!

 

Appoggiare e promuovere la lotta delle donne contro la discriminazione nel lavoro e nel salario, contro l’oppressione nei rapporti familiari e sociali, contro l’oscurantismo clericale e borghese! Appoggiare e promuovere la lotta dei lavoratori e delle masse popolari immigrate contro lo sciovinismo nazionale e la discriminazione razziale e nazionale, contro l’oppressione e lo sfruttamento! Appoggiare e promuovere la lotta dei giovani contro la discriminazione, la precarietà, lo sfruttamento, la scuola asservita alla borghesia, l’emarginazione sociale!

 

Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni lacci e laccioli come quelli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Facciamo di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo: ricostruire un movimento comunista potente che ponga nuovamente fine alla libertà dei capitalisti e instauri il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti!

 

Unire la nostra lotta alla Resistenza che in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, in Libano, in Somalia tiene in scacco i mercenari dei gruppi e dalle potenze imperialiste, alla lotta contro l’invadenza e la prepotenza degli imperialisti condotta a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Ecuador, in Colombia!

 

Imparare dalla guerra popolare rivoluzionaria oramai in fase avanzata nelle Filippine, in India, in Perù, in Turchia!

 

Viva la gloriosa guerra popolare rivoluzionaria condotta dal Partito Comunista del Nepal - maoista, premessa e presidio della grande vittoria elettorale di questi giorni! È la testimonianza più chiara che la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato si rafforza in tutto il mondo. La vittoria del Partito Comunista del Nepal - maoista nelle elezioni che si sono svolte quasi in contemporanea con quelle italiane, frutto del grande movimento popolare di due anni fa, fornisce una importante lezione a tutto il movimento comunista internazionale e a tutto il mondo. In dieci anni di guerra civile vittoriosa (1996-2006) il Partito Comunista del Nepal - maoista aveva raccolto dalle masse popolari le forze necessarie per far fronte alla reazione e ha dimostrato che le masse popolari organizzandosi sono in grado di risolvere le contraddizioni che i residui del passato barbarico, l’ordinamento sociale borghese e il sistema di relazioni internazionali dettate dall’imperialismo creano tra le masse popolari. La vittoria elettorale di questi giorni nasce dal successo della guerra popolare rivoluzionaria.

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Assimilare ad un livello più alto il materialismo dialettico come metodo per conoscere la realtà e come guida per trasformarla: ecco la chiave per consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano.

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!


Appello del nuovo Partito comunista italiano ai comunisti, agli operai avanzati, agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, alla base rossa del Blocco Popolare, ai sinceri democratici
Impugnare la bandiera della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e portare a compimento l’opera che i Partigiani non sono riusciti a compiere: questo è celebrare oggi in modo degno della memoria dei Partigiani l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo!