La Voce n. 23
luglio 2006 - anno VIII

La chiave del nostro avvenire

giovedì 13 luglio 2006.
 

La chiave del nostro avvenire

I risultati delle elezioni di aprile sono ricchi di insegnamenti sugli stati d’animo contrastanti delle masse popolari; sulle relazioni tra essi e l’esperienza diretta, le attività e i programmi del movimento comunista e delle forze del campo della borghesia imperialista; sull’evoluzione che questi elementi hanno avuto. Quanto più il nostro partito farà, ad ogni livello, uno sforzo serio per ricavare questi insegnamenti, tanto più il nostro lavoro diventerà fecondo. Il Comunicato che la CP ha diffuso il 12 aprile (reperibile sul Sito internet www.nuovopci.it) espone alcuni di questi insegnamenti. Bisogna studiarlo: è una prima parte del lavoro che i risultati elettorali ci permettono di fare, allo scopo di rendere più efficace la nostra attività nel prossimo futuro.

I risultati e l’andamento della campagna elettorale hanno confermato che il lavoro che abbiamo iniziato sul 2° fronte, che abbiamo lanciato col Piano Generale di Lavoro per questa fase fissato nell’ottobre 2004 quando fu costituito il Partito, è utile e molto importante.

La mobilitazione dei comunisti e di altri elementi avanzati delle masse popolari sul 2° fronte e la lotta contro il governo Berlusconi hanno ridotto il numero di astenuti. Gli astensionisti di principio hanno quindi perso anche il pretesto della “tendenza delle masse popolari” a cui si aggrappavano per sostenere la loro concezione sbagliata, economicista e semianarchica, della lotta di classe. È utile tener conto che la mobilitazione delle masse popolari nelle elezioni e lo spostamento a sinistra sono stati particolarmente forti proprio dove la lotta contro la banda Berlusconi è stata più accesa, con maggiore partecipazione di massa e più autonoma, per i suoi obiettivi e i suoi metodi, dalle organizzazioni del circo Prodi e in generale della borghesia di sinistra.

L’insieme degli elettori si è spostato a sinistra. Il partito di Berlusconi (Forza Italia) ha perso quasi 2 milioni di voti rispetto al 2001, a vantaggio dei suoi alleati (soprattutto dell’UDC di Casini, ma anche di AN di Fini e della Lega Nord): si è ridotto dal 60 al 46% dei voti raccolti dallo schieramento elettorale e parlamentare della banda Berlusconi. Questo schieramento rispetto al 2001 ha aumentato i suoi voti da 18,4 a 19 milioni: grosso modo ha guadagnato solo i voti delle due organizzazioni fasciste estremiste (Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale) che Berlusconi ha imbarcato per la prima volta nel suo schieramento. La nuova legge elettorale, la “porcata” per dirla con le parole del ministro Calderoli che l’ha presentata, era un dispositivo che Berlusconi aveva fatto preparare per truccare i risultati elettorali - invece degli attentati da strategia della tensione contro cui abbiamo giustamente gettato l’allarme. Qualcosa però non ha funzionato come previsto. Berlusconi è livido per il tradimento. Qualcuno si è tirato indietro all’ultimo momento e ha fatto mancare alla banda Berlusconi quella risicata maggioranza di voti su cui aveva costruito il suo piano di truffa elettorale. A causa di questo, il dispositivo ha funzionato contro Berlusconi; a favore del circo Prodi. Il silenzio attorno al progetto di truffa è un ulteriore indizio della complicità di classe, antipopolare, che lega i due poli.

I voti raccolti dallo schieramento elettorale e parlamentare del circo Prodi sono aumentati, rispetto al 2001, da 13,1 a 19 milioni. Il Circo Prodi ha incamerato il grosso del voto di quelli che nel 2001 avevano votato per liste non coalizzate (PRC e altri: in totale erano circa 5,6 milioni di voti) e il grosso dei nuovi votanti. La borghesia di sinistra ha migliorato la sua capacità di coalizzare (anche rispetto al 1996) e ha guadagnato voti. All’interno di questo schieramento i due partiti più importanti (DS e Margherita) hanno guadagnato solo 200.000 voti in più rispetto al 2001 e sono scesi dal 90 al 63% dello schieramento. PRC e PDCI insieme hanno guadagnato, rispetto al 2001, circa 600.000 voti: hanno quasi nuovamente raggiunto il numero di voti che avevano nel 1996 prima della scissione (erano 3.210.000 nel ‘96, ora sono 3.115.000).

I risultati elettorali, confrontati con quelli del 2001 e anche del 1996, confermano che la rinascita del movimento comunista sposta il corpo elettorale a sinistra. Nel 1996 l’attuale schieramento elettorale della banda Berlusconi aveva totalizzato più di 19,5 milioni di voti anche senza i due gruppi fascisti estremisti. Questo spostamento avviene lentamente. È frenato da una parte dalla debolezza del movimento comunista cosciente e organizzato: ancora niente liste elettorali proprie e, soprattutto, la parola d’ordine “Fare dell’Italia un nuovo paese socialista” non è ancora diventata popolare, tanto meno è compresa a livello popolare.

È frenato dall’altra parte dalla sostanziale identità dei due schieramenti, dalla loro comune adesione al “programma comune” della borghesia imperialista, dalle loro complicità, dall’egemonia che la borghesia di destra esercita sulla borghesia di sinistra. Esso per ora è quasi solo un indizio dell’influenza che la rinascita del movimento comunista ha sul teatrino della lotta politica borghese. Quando i comunisti saranno riusciti ad entrare in forze anche in questo teatrino e vi avranno conquistato un certo peso e una certa capacità di manovra, questo spostamento assumerà dimensioni tali da diventare proprio esso un fattore determinante dell’evoluzione politica del nostro paese. Provocherà il passaggio della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata dalla prima alla seconda fase. Infatti la crescita del peso e della capacità di manovra dei comunisti nel teatrino della lotta politica borghese avverrà man mano che crescerà l’influenza del Partito nel movimento delle masse popolari. Sarà un’es-pressione, una manifestazione della crescita generale del movimento comunista cosciente e organizzato. Se dovesse avvenire slegato da questo, se dovesse sopravanzare di molto questo, sarebbe il segno che al nostro interno è in corso una deviazione. Che i comunisti non usano il loro intervento nel teatrino della lotta politica borghese per sviluppare la mobilitazione delle masse popolari, per innalzare il grado di organizzazione e il livello di coscienza delle masse popolari, per consolidare e rafforzare il Partito. Che la borghesia approfitta della nostra deviazione, per risucchiarci al suo seguito. Esclusa questa deviazione, la nostra lotta sul 2° fronte ha dato e darà ottimi risultati.

Dicevo che lo spostamento a sinistra del corpo elettorale è un indizio della rinascita del movimento comunista. In queste elezioni esso ha però determinato un cambio di maggioranza parlamentare e di governo. Che effetti ne derivano e come deve cambiare la nostra attività per sfruttare il cambiamento?

Nei prossimi mesi il circo Prodi mostrerà cosa è capace di fare ora che è al governo; anzi, ha già incominciato a mostrarlo. Per sua natura esso seguirà la stessa strada seguita dal governo Berlusconi. Cambierà solo, in parte, il modo di farlo. Cercherà di fare quello che cercava di fare la banda Berlusconi, quello che la banda Berlusconi è riuscita a fare solo in parte perché si è scontrata con una larga e accanita resistenza delle masse popolari. Per sua natura non può tendere ad altro. Oggi le vie realistiche, percorribili, sono solo due:

-  o smantellare anche quello che ancora resta delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari hanno strappato alla borghesia imperialista durante la prima ondata della rivoluzione proletaria: è la via del “programma comune” della borghesia imperialista, l’unica in cui la borghesia imperialista e quelli che ragionano con la sua mentalità vedono la salvezza;

-  o lottare per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e quindi anche, da subito, difendere quello che resta delle conquiste, allargare i diritti e migliorare le condizioni di ogni gruppo e frazione delle masse popolari, difendere ogni conquista particolare e accumulare anche per questa via forze per creare un nuovo superiore ordinamento sociale. Le aziende devono smettere di produrre profitti. Ogni azienda deve produrre beni e servizi per soddisfare i bisogni individuali e collettivi e aumentare il benessere. Attorno a questo nucleo bisogna riorganizzare l’intera società. Su questa base, e solo su questa base, possiamo, le masse popolari possono risolvere ogni altro problema che oggi pare insolubile: con difficoltà, con sforzi, con sacrifici e con sofferenze anche, ma sono in grado di risolverlo.

Sia la banda Berlusconi che il circo Prodi seguono entrambi la prima via. Su quella via la banda Berlusconi riflette meglio la mentalità della borghesia e quindi dirige il circo Prodi. Il circo Prodi è solo una versione moderata della banda Berlusconi. Arranca più o meno convinto, con più o meno entusiasmo, con più o meno problemi di coscienza, dietro la banda Berlusconi, in ogni campo. La grande coalizione è nei fatti, anche se non si tradurrà in una coalizione parlamentare e in una squadra di governo. Noi dobbiamo e dovremo sempre mostrare e denunciare la collaborazione tra le due bande, contrastare la collaborazione e la sottomissione del circo Prodi alla banda Berlusconi, che arriverà fino all’indulgenza per i delitti che ha commesso (rapimento di Abu Omar e altri immigrati, tentato colpo di mano a Genova, guerra in Iraq, leggi ad personam, ecc.).

Il nostro compito consisterà nel rafforzare e orientare l’azione delle masse popolari per limitare i danni del circo Prodi. Così facendo in realtà consolideremo e rafforzeremo il Partito. Infatti dovremo migliorare il suo stile di lavoro, reclutare nuovi membri e costituire nuovi Comitati clandestini, allargare la cerchia degli operai avanzati e degli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari in qualche modo collegati con il Partito (aumentare quindi l’influenza e il ruolo del Partito nel movimento della classe operaia e del resto delle masse popolari), migliorare il nostro lavoro verso le FSRS.

A seguito dei risultati delle elezioni politiche il nostro lavoro si svolgerà a un livello più avanzato, quindi più difficile, più impegnativo, ma i risultati saranno di livello più alto. Nei passati cinque anni il nostro compito è consistito nel mobilitare le masse popolari contro la banda Berlusconi facendo giocare a favore della mobilitazione delle masse popolari le forze, di gran lunga preponderanti rispetto alle nostre, della sinistra borghese o comunque egemonizzate dalla borghesia (partiti, sindacati, associazioni, personaggi), senza però confonderci con esse. Ora queste forze della sinistra borghese sono contro di noi schierate a difesa del circo Prodi. Ma ognuna di esse, per sua natura, a suo modo, ha in qualche misura in sé la contraddizione tra gli interessi e anche le aspirazioni delle masse popolari e il lavoro che compie per realizzare, con metodi corrispondenti alla sua natura, il “programma comune” della borghesia imperialista. Bisogna che in ogni campo, per ogni aspetto della vita delle masse popolari e dell’iniziativa del governo Prodi, facciamo emergere quel contrasto. Esso è reale, è nei fatti e farlo emergere con chiarezza rafforza il ruolo del Partito, fa crescere il Partito. Ma per fare emergere con chiarezza ogni particolare contrasto e acuirlo, bisogna legarlo agli altri e al contrasto generale, al contrasto di classe, alla nostra parola d’ordine “Fare dell’Italia un nuovo paese socialista”. Non dobbiamo promettere alle masse niente altro che quello che esse stesse faranno e conquisteranno, ma dobbiamo fare ogni sforzo per convincerle che esse sono in grado di fare molto e che, con una maggiore loro unità attorno a quella parola d’ordine, possono fare tutto.

A ogni “buona ragione” addotta dal circo Prodi e dai suoi seguaci, dobbiamo obiettare le buone ragioni delle masse popolari, che col socialismo possono soddisfare tutti i loro bisogni e risolvere ogni problema. Se essi hanno bisogno di risorse finanziarie, perché essi e il loro ordinamento sociale restano schiavi delle relazioni monetarie e finanziarie, che le recuperino. Che confischino le proprietà di Berlusconi e degli altri profittatori di regime e le rivendano ai borghesi che dispongono di enormi masse di denaro che non sanno dove investire. Che facciano pagare le tasse al Vaticano e alla Chiesa con gli arretrati che non hanno pagato: se costringono loro a pagare riusciranno a costringere anche gli altri ricchi che evadono, la “lotta all’evasione fiscale” cesserà di essere una pagliacciata buona solo per rendere più difficile la vita delle masse popolari. Non c’è mai stato tanto denaro in giro nel paese, mentre lo Stato piange miseria e vuole togliere ai lavoratori, ai pensionati e al resto delle masse popolari e tagliare le poche spese pubbliche utili.

Le masse popolari riusciranno a difendersi dal circo Prodi con tanta più efficacia, quanto più aumenterà l’influenza del Partito sugli elementi avanzati. Quindi la chiave di tutto è il consolidamento e rafforzamento del Partito e l’esecuzione del Piano Generale di Lavoro fissato per questa fase.

Ci sono le condizioni per rafforzare il nostro lavoro su tutti i fronti. La resistenza che il Partito ha saputo opporre alla repressione ha dato ottimi risultati su tutti i piani. Basta che le nostre forze attuali migliorino il loro stile di lavoro, assimilino più profondamente la concezione del mondo del Partito e le linee particolari tracciate nei vari campi e le attuino con maggiore creatività. Bisogna non avere paura di sbagliare, bisogna osare lanciare iniziative. Bisogna non avere paura di correggere gli errori man mano che essi vengono messi in luce. La chiave del nostro futuro è nelle nostre mani.

Nicola P.